Recensione Fujinon TechnoStabi 14x40
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Recensione Fujinon Techno Stabi 14x40
di Piergiovanni Salimbeni
(data di pubblicazione Agosto 2008)

Premessa


un primo piano sul Fujinon 14x40

I lettori di Binomania, ormai sapranno che ho avuto modo di testare per molto tempo il binocolo  Fujinon Techno Stabi 14x40, dotato di un sistema di stabilizzazione  militare di terza generazione. In questo articolo tenterò di sintetizzare le mie impressioni.

Quando si fa uso di binocoli con  un ingrandimento superiore ai 10-12x, l’osservazione diventa più difficoltosa a causa delle vibrazioni indotte dalle braccia dell’osservatore,che sono amplificate in maniera direttamente proporzionale agli ingrandimenti dello strumento.
Tale fenomeno , fastidioso durante le osservazione diurne,  diventa addirittura drammatico nelle osservazioni astronomiche, a causa delle esigue dimensioni degli astri, che, per essere percepiti in maniera puntiforme, costringono gli astrofili a dotarsi di validi supporti per sostenere lo strumento.

Del resto, per l’uso diurno, il binocolo leggero e fruibile a mano libera per antonomasia è il classico 8x30, che presenta un ingrandimento minimo, un peso ridotto e un buon campo apparente, mentre per le osservazioni stellari si arriva a preferire il 7x50 o ancor meglio l’8x56.
Il leggerissimo Vixen 9x63 e i classici 10x50, invece, si rivelano i binocoli con il giusto compromesso fra luminosità, ingrandimento e leggerezza. Se si volesse utilizzare con profitto ingrandimenti e obbiettivi dal diametro superiore, si dovrebbe necessariamente fare uso di un cavalletto fotografico. Fa quindi un certo effetto porre l’occhio agli oculari di questo binocolo, dotato di ben 14 ingrandimenti,
accendere il sistema di stabilizzazione e osservare  tranquillamente a mani libere.

 


Le lenti da 40mm un buon compromesso fra luminiosità e potere risolutivo

Costruzione meccanica

Tale progetto è stato plasmato con  un occhio di riguardo agli usi in condizioni estreme, validissimo per i guardiamarina ed i guardiaparco.
Di fatto lo scafo è un vero e proprio carro armato, essendo antishock e waterproof (a prova di urto e impermeabile); inoltre, è riempito di azoto per prevenire la formazione di muffe interne. La Fujinon garantisce, inoltre, l’utilizzo del Techno Stabi “sino ai 50 gradi sopra lo zero e sino a 10 gradi sotto”. Personalmente ho provato a testare il binocolo anche con la classica prova di immersione con sistema di stabilizzazione accesso, ed il Fujinon TecnoStabi ha dimostrato di resistere egregiamente a tale test.

La maniglia di pelle in dotazione consente, inoltre, una presa sicura e affidabile. Questo binocolo, pur essendo costruito in maniera ineccepibile, è compatto: le sue misure sono 18,6 cm x 14,8 cm x 8,6 cm, con un peso pari a 1,3 kg. Il sistema di messa a fuoco prevede un pomello, dalla resa molto scorrevole, posto poco sopra l’oculare destro per la regolazione centrale e il sistema di compensazione diottrica sul medesimo oculare.

È possibile raggiungere un fuoco preciso e inseguire nell’uso diurno animali et similia reggendo con entrambe le mani il binocolo e impiegando il dito indice destro per la messa a fuoco.
Per regolare la distanza interpupillare, occorre agire con un poco di decisione, ma tale robustezza del sistema è imputabile alla totale impermeabilità dello strumento. IL campo reale fornito dal  Techno Stabi 14x40 è di 4°; l’uscita pupillare è di 2,86 mm, mentre l’estrazione pupillare è di 13 mm.


Un particolare sugli oculari e il sistema di messa a fuoco

Il sistema di stabilizzazione

I pulsanti per l’attivazione e lo spegnimento del sistema di stabilizzazione sono situati in una posizione comoda, anche se le prime volte si dovrà porre gli occhi sullo scafo ottico per non confondere il pulsante di accensione con quello di spegnimento.
Acquistando confidenza, si potrà regolare il Techno Stabi 14x40 in maniera rapida e veloce, senza distrarre la propria attenzione da ciò che si sta osservando.
Il sistema di stabilizzazione è un condensato di tecnologia: composto da un sistema ottico con prismi traslocanti, governati da un sensore in grado di percepire le vibrazioni e gli spostamenti sia sull’asse orizzontale che sull’asse verticale e di correggerli grazie a motori elettrici di direzione, in
grado di compensare lo spostamento in pochi istanti. Un grande pregio di questo sistema è il suo range di stabilizzazione, pari a ben 5°. Il blasonato Canon 15x50 IS, per esempio, possiede un sistema di stabilizzazione di soli 0,7°. Di fatto, almeno personalmente, ho sempre prediletto di gran lunga il sistema di stabilizzazione Fujinon rispetto a quello Canon..

La Fujinon mi è parsa alquanto pessimista sulla durata delle batterie che alimentano questa sistema,  dato che garantisce soltanto tre ore di funzionamento. Io l'ho usato anche per due mesi nel corso di varie sessioni osservative senza cambiare le batterie. Resta però da verificarne le potenzialità in un uso prolungato durante il freddo periodo invernale a temperature sotto lo zero.
Questo problema è in parte risolvibile, poiché sono disponibili, come componenti opzionali, due kit, un trasformatore di tensione per l’utilizzo a 12-28 V e un convertitore AC-DC waterproof per
consentire l’uso con un trasformatore di corrente di 120 V AC/line. Per chi lo gradisse, è possibile anche acquistare una coppia di filtri polarizzatori
.


per chi ama gli stabilizzati..

È necessario avvertire il lettore che gli attuali sistemi di stabilizzazione, sono sì perfettamente funzionanti, ma non possono compensare gli spostamenti fulminei del binocolo dall’orizzonte allo zenit, oppure consentire l’osservazione a distanza ravvicinata di un incontro di tennis.
La stabilizzazione è una funzione alla quale, dopo averla sfruttata, non si potrà farne a meno; però, si deve prendere confidenza con essa, soprattutto nell’utilizzo notturno.
Durante la navigazione stellare, i movimenti delle braccia devono essere lenti e non velocissimi, poiché i sensori, necessitano di inviare ai motori lo spostamento percepito. In linea generale, durante la
navigazione stellare, ci si può aspettare un tempo di assestamento pari a circa 2 secondi, che diventano prossimi allo zero, quando l’astrofilo avrà appreso il giusto utilizzo.
Ho avuto fra le mani, per qualche giorno, anche il modello dal diametro inferiore, il 12x32, che mi è parso fornisse, grazie ai minori ingrandimenti, un assestamento solo leggermente più veloce; quindi, tanto di plauso alla casa giapponese, per aver creato un sistema veramente funzionale anche a 14 ingrandimenti.

Prestazioni nell’uso diurno

La resa ottica è buona e non si  nota alcuna diminuzione di nitidezza fra la visione ottenibile con la stabilizzazione attivata e quella con la stabilizzazione spenta, come mi è capitato di osservare negli esemplari Canon da 50mm
.
Dal punto di vista ottico non ci si può aspettare l’incisione fornita da un binocolo a prismi  di porro di eccellente qualità privo di stabilizzazione, per tale motivo a chi possiede tali strumenti la sua resa potrà apparire lievemente “morbida” mentre risulterà  senz’altro ottima ai proprietari di binocoli economici. Come al solito le sensazioni derivano anche dalla esperienza dell’osservatore.
Il contenimento dell’aberrazione  cromatica è buono. Nell’uso diurno, in presenza di forte turbolenza atmosferica, talvolta, mi è capitato di percepire un lievissimo residuo cromatico, simile a quello che si nota nei rifrattori a corto fuoco ED di ultima generazione, ma davvero ininfluente nella osservazione.
La  resa dei colori è piacevole, con un’ottima resa neutra, senza evidenti predominanze di colore; del resto, la Fujinon è rinomata per la qualità delle ottiche fornite a corredo dei suo binocoli. Il campo apparente è pari a 70°,un valore ottimo. La resa ai bordi è inferiori a quella dei modelli Canon, a causa della assenza dello spianatore di campo negli oculari, tuttavia, ritengo che tale binocolo vada apprezzate per ben altre caratteristiche che fanno la reale differenza a seconda delle esigenze dell’acquirente.

Osservazioni macro col binocolo

Una delle caratteristiche che ho  apprezzato maggiormente in questo binocolo, oltre alla ottima stabilizzazione, è stata la minima distanza di messa a fuoco - inferiore ai 5 m - che mi  ha concesso di osservare fiori e insetti come se stessi fotografando con un ottimo obiettivo macro.
A causa dell’ingrandimento, si genera un appiattimento dei piani; tuttavia, quello che in fotografia si definisce Boken, ossia la resa dello sfuocato dietro l’oggetto messo a fuoco, è apprezzabile per mantenere l’interesse sull’ oggetto inquadrato.
Ovviamente, queste sensazioni si riferiscono alla visione diurna, giacché nell’osservazione astronomica, fattori come la tridimensionalità e la profondità di campo non si possono comparare, a causa delle enormi distanze in gioco.

 

Le prestazioni astronomiche

Ma come sono le sue prestazioni nell’osservazione astronomica?
La luminosità di questo binocolo è  simile a quella di un comune binocolo di 40-50 mm; perciò, sarebbe assurdo pensare di ottenere una raccolta di luce simile a quella dei “giganti” da 100 mm; tuttavia, grazie al sistema di stabilizzazione, ho potuto percepire la forma ovalizzata di Saturno e la duplicità di Mizar che è impossibile ammirare a mano libera, per esempio, con un comune 15x70 e che ho osservato con maggior fatica attraverso il Canon 15x50IS.
In linea generale, sono stato in grado, nel corso delle varie sessioni osservative, di sdoppiare sistemi stellari con 12” di separazione: un ottimo risultato.

Nell’uso notturno, invece, potrebbe disturbare il LED verde che attesta il funzionamento dello stabilizzatore, ma si può rimediare con  un pezzetto di nastro nero. Per il resto, non posso che promuovere questo strumento;
anche il campo di massimo contrasto fornito nella osservazione stellare è pari a circa l’80% del campo, con una puntiformità stellare che nella  mia scala è molto vicina al valore 8. Il campo però non è piano come nei modelli Canon.

Sotto un cielo di alta montagna è incredibile come si riesca a percepire, a mano libera, la forma di alcune galassie, come M81, M82, M65 e M66, ma anche decine e decine di crateri lunari.
L’astrofilo medio potrebbe trarre maggiori soddisfazioni nel mero uso astronomico, sempre rimanendo in casa Fujinon, facendo uso dell’ottimo 16x70; tuttavia, chi ama possedere un binocolo dalla qualità meccanica ineccepibile e dalla buona resa ottica e con un sistema di stabilizzazione davvero affidabile, non si pentirebbe dell’acquisto del Fujinon Techo Stabi 14x40.

Infatti, con questo strumento sarebbe in grado di passare, senza troppi problemi, dall’osservazione di un airone cenerino a caccia, all’avvistamento di delfini a bordo di una barca sino alla percezione di molti oggetti stellari, nell’arco della medesima giornata, il tutto senza scomodi e ingombranti cavalletti.

 


Disclaimer*
Tutte le impressioni relative agli strumenti citati in questo sito derivano da opinioni strettamente personali degli autori e nascono dalla analisi dello specifico esemplare testato, che non può rappresentare la totalità dei prodotti presenti sul mercato. Le Aziende collaborano inviando i propri binocoli in prova senza alcuna costrizione o vincolo commerciale da parte degli autori. Piergiovanni Salimbeni e i suoi collaboratori non son vincolati da rapporti di lavoro, nè come dipendenti nè come consulenti, con le aziende di settore.
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