Leica Duovid 10+15×50

BINOMANIA PREMIUM è la nuova modalità per visitare il sito web senza distrazioni pubblicitarie e per beneficiare di alcuni privilegi. Vuoi saperne di più? Clicca qui

Il Leica Duovid 10+15×50 non è di certo una novità del settore. Fu presentato, infatti, nel Febbraio 2003 quando andò ad affiancare la nota versione Duovid 8+12×42 , ancora in catalogo.

Nel corso di questi mesi ho ricevuto varie richieste da parti dei birdwatchers italiani che volevano comprendere maggiormente i pregi ed i difetti di un binocolo zoom nel loro settore prediletto.

Modello Duovid 10+15×50
Contenuto della confezione Adattatore per treppiede, tracolla in neoprene, protezione oculari, tappi obiettivi, custodia morbida in pella nappa
Ingrandimento 10× +15×
Diametro obiettivi 50 mm

Campo visivo a 1000 m / 1000 iarde

92 m / 70 m /1000m
5.2° /4°
Messa a fuoco minima ~ 3.8 m
Regolazione diottrica +-3
Distanza interpupillare 57-74mm
Impermeabilizzazione sino 5 metri di profondità
Garanzia 10 anni
Prezzo “Forest Italia” Dicembre 2012 in attesa di conferma
Peso ~ 1250 g

Per tale motivo mi sono avvalso della collaborazione di due esperti del settore: Abramo Giusto e Gabriele Papale che mi hanno accompagnato durante alcune escursioni. Passo ora ad esporre le mie impressioni.
Piacevole il design, ottima la meccanica

Un primo piano sul Leica 10+15×50

 

Meccanica e costruzione

Il Leica Duovid 10+15×50 è costruito con i soliti criteri di affidabilità e robustezza che Leica riserva ai suoi prodotti di alta fascia. Lo chassis è abbastanza compatto per uno schema ottico simile, è composto da alluminio presso-fuso. Il peso, con i tappi e la cinghia è di poco superiore ai 1300 grammi.

Il binocolo è dotato di innumerevoli guarnizioni ed è riempito in azoto per evitare l’appannamento interno degli elementi ottici nonchè la formazione di muffe.

Il binocolo è garantito per resistere ad una caduta accidentale in acqua sino ad una profondità di cinque metri. Ottima la gommatura, disponibile anche nel colore verde, che possiede un buon grip ed un ottimo spessore in grado di attutire i colpi durante un intenso utilizzo outdoor.

Il binocolo fa uso di conchiglie regolabili con sistema click-turn. Vi sono due posizione pre-impostate, tuttavia è possibile, facendo un po’ di attenzione, bloccarle in una posizione intermedia. Questo consentirà di adattare meglio il binocolo alla propria conformazione del viso o agli eventuali occhiali da vista usati dall’osservatore.
Le conchiglie si possono svitare ed estrarre per facilitare la pulizia delle lenti degli oculari. (continua..)

Leica ha anche posto molta attenzione al sistema di messa a fuoco centrale che prevede un sistema integrato di regolazione delle diottrie. Il rotore è impermeabilizzato e, grazie alla sua ergonomia, si può utilizzare anche con dei guanti invernali un po’ spessi. Come è prassi in casa Leica anche questo sistema di messa a fuoco fa uso di materiali e dischi flottanti composti da resine plastiche di alta qualità, questo consente di mantenere una buona fluidità anche nel caso in cui le temperature siano troppo elevati o troppo basse.

Piacevole il design e ottima la meccanica

Lenti e obiettivi

I grandi obiettivi da 50mm sono composti da “vetri esotici” probabilmente dotati di un elemento in fluorite. Le immagini , come vedremo nel settore dedicato all’osservazione pratica, si sono rilevate nitide e contrastate e mi è parsa ottima anche la resa dei colori.

In sintesi posso confermare che le sue prestazioni sono più comparabili con un ottimo binocolo ad ingrandimento fisso piuttosto che ad un binocolo zoom.

Un primo piano sulle ottiche da 50mm di diametro

Oculari

Molto interessante il sistema di ingrandimenti variabili fornito dagli oculari. Per concedere la massima impermeabilizzazione la regolazione degli ingrandimenti è stata progettata singolarmente su ogni oculare. Il Leica Duovid 10+15×50, inoltre, si avvale di un sistema di compensazione automatica delle diottrie denominato ADC ™”

Il funzionamento è facilmente illustrabile: dopo aver focalizzato, preferibilmente ai massimi ingrandimenti, ruotando la ghiera dello zoom si sposterà, grazie ad un meccanismo di ingranaggi a camma, anche una lente interna che provvederà a mantenere la medesima focalizzazione. Di fatto sarà possibile vedere, in tempo reale, la rotazione automatica del rotore. Dalla distanza minima di messa a fuoco sino all’infinito il binocolo occore girare il rotore di 360° in senso orario.

Questo è una caratteristica molto interessante che consente una maggiore rapidità d’utilizzo nell’uso pratico, sorpattutto quando non si può perdere tempo a regolare anche la focalizzazione.

Per quanto riguarda il campo reale ed apparente fornito, il Leica Duovid 10+15×50, si assesta su buoni livelli, soprattutto a bassi ingrandimenti, se calcoliamo che è un zoom. A 10 ingrandimenti il binocolo fonisce 5.2 gradi di campo (52 di campo apparente) mentre a 15 ingrandimenti la situazione migliora fornendo ben 60 gradi di campo apparenti e 4 gradi di campo reale.

Seppur Leica non citi che è possibile utilizzare il binocolo ad ingrandimenti compresi fra 10x e 15x confermo che, con un po’ di attenzione, è possibile farlo.
Trattamenti

Il Duovid fa uso del trattamento Leica HDC ™ mentre i prismi a tetto presentano il trattamento di fase P40 per consentire una ottima luminosità ed un ottimo contrasto.

Il sistema HDC® è un trattamento in grado di resistere alle abrasioni ed in grado di migliorare la trasmissione della luce.

 

Il “Ponte di comando” del Leica Duovid

Prismi

Il binocolo è composto da prismi a tetto che, come anticipato, sono trattati con il sistema di fase P40.

 

Aberrazione cromatica

L’aberrazione cromatica, al centro del campo è ben corretta, si palesa unicamente nelle condizioni di luce più critiche, osservando ad esempio le cime innevate delle montagne o la luna piena. Presente un po’ di cromatismo laterale a partire da circa il 70-75% del campo. Grazie alla bontà del progetto ottico non c’è praticamente alcuna differenza di percezione, di tale aberrazione, fra i 10 ingrandimenti ed i 15X. Forse a 15ingrandimenti si nota maggiormente il cromatismo laterale osservando scene molto illuminate come i paesaggi innevati.

Visibili, in questa immagine, le frecce che indicano la variazione degli ingrandimenti

Aberrazioni geometriche
Curvatura di campo.

Questo binocolo non è dotato di campo piatto, si inizia a notare un lieve “blurring” delle immagini a partire da circa l’80% del campo, tutto sommato la leggibilità delle immagini rimane abbastanza buona anche ai bordi del campo a patto di non prendendere la medesima risoluzione fornita “al centro lente”

Distorsione angolare

La distorsione angolare a cuscinetto si percepisce maggiormente a 15X dove si nota a partire da circa l’80% del campo.

 

Altre aberrazioni

In sintesi

Non definirei il Leica Duovid 10+15×50, un binocolo zoom, grazie al sistema di compensazione automatico della focalizzazione in fase di zoom e grazie alla sua ottima qualità ottica ai vari ingrandimenti lo pongo un passo avanti agli altri, per altro pochissimi, binocoli ad ingrandimento variabile che sono stati presentati sul mercato nel corso degli anni.

 

 

 

Prova su campo
a cura di Abramo Giusto

Gabriele Papale (sulla sinistra) e Abramo Giusto, durante una fase del test

Come si fa a non accettare un invito di Piergiovanni?
Il suo scopo era quello di far testare “sul campo” a dei birdwatchers il Leica Duovid ed io, nel mio piccolo, l’ho accontentato!
Con me ho portato Gabriele Papale un ragazzo che oltre essere un abile inanellatore è anche in grado di riconoscere quasi tutti i canti degli uccelli, nonché riprodurli vocalmente è questa è una dote non da poco.
Personalmente mi ritengo un discreto birdwatcher anche se a detta di altri possiedo un “buon occhio” probabilmente allenato da centinaia di censimenti fatti nel corso della mia attività.
Per ciò che riguarda il Duovid posso confermare che, appena l’ho preso in mano, ho percepito immediatamente una sensazione di robustezza e di alta qualità.

 

Ottima la precisione meccanica degli oculari zoom. Una sua caratteristica, che mi ha piacevolmente sorpreso, è la facilità con cui è possibile osservare ai massimi ingrandimenti.
Ho guardato senza difficoltà una Cincia Bigia a meno di 10 metri di distanza, senza notare delle vibrazioni apprezzabili. Successivamente abbiamo provato a puntare le targhe delle nostre autovetture parcheggiate a decine di metri di distanza.

In appoggio su un tronco d’albero a 10 ingrandimenti, eravamo in grado di identificare nulla mentre a 15 ingrandimenti è stato possibile leggere il numero di targa senza particolari problemi. L’unico impedimento era dovuto dal mio battito del cuore, leggermente accelerato dalla breve risalita sino al punto panoramico.
Ora è giunto il momento di descrivere come si comporta il Leica Duovid 10+15×50 sul campo, ovvero per tutti quei birdwatchers che non amano e/o possono portare con loro uno spotting scope ma che cercano, ugualmente, di non farsi sfuggire qualche particolare che è fondamentale per il riconoscimento della specie.
Ho apprezzato con molto piacere i vari rapaci che si alzavano in termica sopra la nostra testa è che erano maggiormente visibili grazie a quel bel 50% ed ingrandimento in più, che all’atto pratico, talvolta, può fare la differenza.

Di contro gli zoom presentano un campo più ridotto rispetto ai binocoli ad ingrandimento fissi e per tale motivo, soprattutto a 10X, si deve essere più allenati a posizionarlo davanti agli occhi per puntare il soggetto con molta rapidità.

Abramo Giusto..in azione.

Personalmente, ho notato che, usando il Leica, devo alzare il binocolo un po’ di più rispetto a ciò che mi pare di percepire ad occhio nudo. In ogni modo anche a 10 ingrandimenti e con soli 52° di campo apparente sono sempre stato in grado di osservare dei regoli al primo colpo. In linea di massima l’ho usato spesso a 10X e poi, all’occorrenza passavo a 15X per acquisire maggiori caratteristiche del volatile.
Un’altra caratteristica favorevole è la buona luminosità, fatto comprovato anche dalle pessime condizioni meteorologiche che ci hanno accompagnato durante la prova su campo, regnava, infatti, una giornata uggiosa . Il contrasto e la luminosità delle ottiche da 50mm ci hanno fatto ugualmente gustare le gesta di un cormorano Juv che era posato al di la del Lago, oltretutto era presente anche un filo di foschia che si frapponeva fra noi e lui.

Durante il corso del test ho anche avuto la possibilità di comparare il mio, ormai fuori produzione, Minox 8-14×40 ED. In tale frangente ho notato una maggior luminosità del Leica che faceva risaltare meglio i soggetti agli alti ingrandimenti. Il Leica, inoltre, primeggiava anche al centro lente, mentre il Minox mi è parso leggermente più corretto ai bordi dell’immagine. Ovviamente stiamo parlando di formati abbastanza diversi.
Come birdwatcher ritengo che il sistema Duovid sia un valido sostituto del classico Kit , binocolo + spottingscope anche perché un binocolo a 15X mostra circa gli stessi dettagli visibili in un cannocchiale a 20-25X. Non so se sia possibile fare uso di un duplicatore che consentirebbe di arrivare a 30X.

Abramo Giusto

 

Disclaimer. Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Dicembre 2012. Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente Leica Italia.

Copyright © BINOMANIA – Tutti i diritti riservati.