Oculari Vixen SSW sul Vixen BT126 SS-A: come vanno? Ecco la prova sul campo!

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 Premessa

Un mese or sono il solito e infaticabile corriere ha consegnato al sottoscritto l’ennesimo pacco, questa volta sigillato con il nastro personalizzato della ditta Skypoint, distributore ufficiale dei prodotti Vixen. Al suo interno erano presenti due coppie fiammanti -14 mm e 10 mm- degli oculari grandangolari Vixen SSW.

Dopo l’eccellente ed esaustivo test di Raffaello Braga, comparso su Astrotest qualche giorno or sono, la nostra intenzione era di mettere alla prova almeno un paio di focali osservando in un binocolo astronomico di corta focale come il Vixen BT126 SSA di mia proprietà (che possiede una lunghezza focale di soli 625 mm e che risulta, quindi aperto a F/5).

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il Vixen BT126 SS-A con i nuovi oculari a grande campo giapponesi.

Purtroppo, come sin troppo spesso accade alla fine della primavera, le condizioni meteorologiche si sono rilevate disastrose al punto tale che, preso dallo sconforto, ho pensato più volte di riconsegnare gli oculari evitando di tracciare solo delle scarse impressioni.

In realtà ho avuto qualche buona occasione di giorno, per l’osservazione terrestre, ma le ho sempre reputate  inutili e fuorvianti per degli oculari e per un binocolo specificatamente progettati per l’uso astronomico.

Per buona sorte mia e spero anche dei lettori, Sabato 4 Giugno, dopo un forte temporale serale, il cielo verso le 23 di sera si è finalmente aperto, concedendomi di trasportare rapidamente il binocolo in montagna per osservare alcuni oggetti del cielo profondo.

 

Caratteristiche tecniche.

Questi nuovi oculari giapponesi sono leggeri e compatti: la mia bilancia elettronica, infatti, ha stimato un peso di 208 g per la focale da 14 mm e di   216 g per la versione da 10mm di focale e come, visibile in  questo foto, il paragone con i Vixen LVW è alquanto “fuori luogo”.

La costruzione è molto buona:le rifiniture sono curate, la verniciatura è perfetta e  la banda gommata e scanalata  centrale fornisce una ottima presa  oltre a  attutire gli urti causati da una caduta laterale accidentale.

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Da notare l’enorme differenza di compattezza fra la serie LVW e i nuovissimi SSW.

A livello estetico non ho apprezzato solo  il design moderno ma anche l’abbinamento dei colori, atti a identificare le varie  focali,anche se ritengo che la tonalità bordeaux, caratteristica dei 14 mm, sia la più affascinante ; si sposa, oltretutto, molto bene  con il mio binocolone.

Il paraluce è dotato di un sistema twist-up (a rotazione),  lo spessore di questi componenti è abbastanza  grande, per tale motivo , consiglio a chi possiede una piccola distanza interpupillare di verificare se potrebbero  sorgere dei  problemi  durante l’osservazione con due occhi, dato che, nel mio caso, sono prossimo a “soffocare”   il naso fra i bordi degli oculari.

Come già brillantemente esposto da Raffaello Braga nella comparativa fra gli  oculari  Vixen SSW e gli oculari Televue Nagler,comparsa su Astrotest.it qualche giorno fa, i nuovi oculari grandangolari giapponesi   sono disponibili in varie focali: 3.5mm, 5mm, 7mm, 10mm, 14mm. Per il classico uso con un binocolo astronomico  consiglio solo due focali, il 14 mm e il 10mm, con un eventuale binoscopio, invece, si potrebbe utilizzare tutta la serie, senza problemi.

Lo schema ottico è composto da 7 lenti in 4 gruppi, l’estrazione pupillare è pari a 13 mm, il trattamento antiriflesso mi è parso valido e in linea con il prezzo di acquisto.

 

Le esigenze di un binofilo.
Il proprietario di un binocolo astronomico che osserva prevalentemente campi stellari  a basso ingrandimento esige  alcune caratteristiche tecniche che  posso scontrarsi con le aberrazioni geometriche di un oculare grandangolare.

La mia curiosità era quindi quella  di verificare  la resa dei  nuovi oculari SSW con un binocolo aperto a solo F/5 come il Vixen BT126 S AA.

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minore peso, minori flessioni, minori problemi di cadute accidentali, migliore tenuta della collimazione.

Passo quindi a esporre quanto ho evidenziato.

Distorsione angolare.
Il problema di ogni appassionato di osservazioni terrestri è quello di compiere dei panning (movimento veloce  da destra a sinistra) senza notare il fastidioso  effetto palla  rotolante. (Vedi glossario) , di contro anche l’astrofilo spazia  spesso volentieri fra i campi stellari con movimenti fluidi da destra a sinistra, ho quindi verificato le prestazioni degli SSW in entrambi i frangenti, pur consapevole che la percezione dell’effetto palla rotolante sia  molto soggettivo.

Nell’uso diurno/terrestre la distorsione  lineare è  evidente,  mi è parsa invece migliore, invece, la situazione durante l’osservazione astronomica. In estrema sintesi la distorsione è percepibile ma non troppo invadente, soprattutto se si considera l’ampio campo di vista fornito da questi oculari.

Qualora si faccia panning con soggetti dissimili dalle piccole stelline di fondo,  come ad esempio gli ammassi stellari, si noterà una deformazioni ai bordi del campo, causata dalla distorsione angolare molto pronunciata..

Anche in tal caso, onestamente la cosa non mi colpisce più di tanto, sia perché stiamo parlando di oculari grandangolari, sia perché sono solito ammirare un ammasso stellare al centro del campo, beandomi delle varie stelline di contorno.

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Nella foto gli oculari da 10 mm di diametro, che forniscono circa 62 ingrandimenti.

Curvatura di Campo.

 

In questo caso e con il mio visus ho notato una correzione delle immagini ai bordi più che buona, dato che inizio a notare una deformazione media delle stelle di II e III magnitudine a partire da circa il 95% del campo inquadrato.

Mi pare un ottimo valore sia perché il BT126SS A è aperto solo a F/5, sia perché gli oculari forniscono 83° di campo apparente.

Difficile confermare con sicurezza se ai bordi vi sia più coma o astigmatismo.

Aberrazione cromatica e tonalità dei colori.

Comparando i nuovi Vixen SSW ai Vixen LVW ho notato, un simile contenimento dell’aberrazione cromatica in asse, una lieve ma maggiore presenza di aberrazione cromatica laterale (fatto abbastanza normale dato che gli LVW inquadrando soltanto 65° di campo).

La tonalità dei colori, invece, mi è parsa un poco più neutra negli SSW, che lasciano agli LVW il primato di essere “più caldi” .

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Finalmente! La prova sul campo.

Altre considerazioni.

Nell’uso pratico, i portatori di occhiali potrebbero avere qualche problema a causa della scarsa estrazione pupillare degli oculari, consiglio quindi, se possibile, di fare qualche prova prima dell’acquisto.

Qualche breve test nell’uso diurno mi ha concesso di verificare che i Vixen SSW possiedono un’ottima capacità di resistere sia alla luca diffusa sia di evitare la comparsa d’immagini fantasma.

Nel panning stellare si nota unicamente la presenza di qualche stella di troppo, fatto molto comune nei binocoli angolati e dato dalle riflessioni anomale e accidentali sui lati del prisma che talvolta portano a mostrare qualche stella riflesse che in realtà non è presente nel campo di vista.

 

In sintesi.
Fra i lati positivi cito:

  1. La leggerezza e la compattezza: queste caratteristiche consentono di ottenere una migliore collimazione, poiché osservando, anche a elevate angolazioni, il peso degli oculari non andrà a gravare sul porta-oculari che  non fletterà.
  2. Sempre per tale motivo, il binomane DOC che è anche un po’ pigro, potrà custodirli semplicemente in tasca, senza troppi problemi, giacché entrambe le focali sono, citando l’amico Piero Pignatta: “da tascotto”.
  3. La filettatura nella parte inferiore del barilotto consente l’utilizzo di filtri e la lunghezza del barilotto permette di non toccare la parte superficiale del prisma.
  4. Il grande campo apparente unito a un buon contenimento delle aberrazioni geometriche (con le premesse appena scritte) consentono delle meravigliose passeggiate fra i campi stellari. E’ un vero piacere osservare le galassie M81 e M82 nell’Orsa Maggiore o ammirare le stelline che compongono l’ammasso stellare M13 nella costellazione di Ercole, circondato da decine e decine di stelle colorate.
  5. Rispetto ai Vixen LVW (ormai fuori-produzione) sarà possibile aumentare l’ingrandimento godendo ugualmente di grandi vedute, questo fattore favorirà gli astrofili cittadini che potranno avere una migliore percezione degli oggetti del cielo profondo, mantenendo un campo “ da binocolo”.

Fra i difetti cito: la gomma troppo spessa degli oculari che potrebbe dare problemi di confort, l’estrazione pupillare insufficiente per i portatori di occhiali.

Consiglio di gustarli con un panning leggero, senza fretta, per compensare in parte la distorsione angolare: l’effetto “Wow” fra le stelle del Cigno sarà assicurato.

Che altro dire? Il prezzo non è basso ma neppure elevatissimo, è quindi alla portata di tutti. Sono comodi, leggeri e performanti.

 

Se dovessi consigliare una sola coppia di oculari, direi senza dubbio i 14mm che danno il meglio in un binocolo progettato per ammirare ampi campi stellari.

Ringrazio Mauro Narduzzi per aver messo a disposizione le due coppie oculari oggetto di questo test e per la sua sana sportività che consente, ogni volta, di citare pregi e difetti senza remora alcuna.

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