ci si ingegna come si può...
Inviato: 09/08/2021, 12:13
... Sempre in crisi di astinenza planetaria e sempre con molta fantasia, ieri sera mi sono cimentato nella ripresa di Giove e Saturno con la strumentazione minimalista di cui dispongo qui in montagna. Val la pena che vi racconti di cosa si tratta...
Non potendo portarmi il 114 e la sua EQ1 motorizzata ho pensato di autocostruirmi un aggeggio noto come "barn door tracker": vale a dire una piccola tavoletta equatoriale spinta da una barra filettata, con l'idea di montarci la camerina QHY dotata dei suoi obiettivi a largo campo e magari il cannocchialetto autocostruito con il doppietto Lolli 35\140 oppure - se l'accrocco regge - addirittura con il cercatore 50\180. In effetti i primi esperimenti mi hanno convinto sulla possibilità di ottenere pose di qualche secondo, sufficienti per il live stacking in Sharpcap; naturalmente la focale di 180 mm e il peso del cercatore costringono a litigare con vibrazioni ed oscillazioni che allargano le immagini stellari, l'aggeggio è concepito per immagini a campo largo e anche l'inseguimento è quello che è anche se tutto sommato funziona se non si hanno troppe pretese.
Dopo l'exploit del 29 luglio in visuale ho pensato di fare un tentativo riprendendo l'immagine di Giove e Saturno data dal minuscolo rifrattore.
Per farlo ho dovuto risolvere due ordini di problemi: innanzitutto il puntamento, non disponendo di una vera e propria montatura né - soprattutto - di un cavalletto ma solo della tavoletta equatoriale dotata di due teste a sfera, un paio di prolunghe per aste microfoniche e due solidissimi morsetti da tavolo (tutto materiale per il montaggio di microfoni, che normalmente utilizzo per tutt'altro genere di lavori ma che ho adibito all'uso astronomico facendo di necessità virtù...). Per puntare con relativa facilità alla focale richiesta per avere un'immagine planetaria sufficientemente grande ho installato il 35\140 come "cercatore del cercatore" (con tanto di crocicchio autocostruito per l'oculare...); per quanto riguarda il secondo problema, una scala di immagine sufficiente a sfruttare il pur modesto potere risolvente del minuscolo doppietto del cercatore, oltre alla barlow "correggi-sferica" ho corredato il 50 mm di una ulteriore barlow che "tira" un po' la focale.
Ecco tutto l'armamentario, saldamente "morsettato" al dorso di una pesante sedia (!!!)... Il puntamento è stato tutto sommato abbastanza agevole: un po' più critica l'esatta messa a fuoco, visto che il cercatore non dispone di fuocheggiatore ma occorre fare una messa a fuoco grossolana facendo scorrere la camera nel portaoculari e poi raffinarla ruotando la cella dell'obiettivo.
Con tutto questo, riesco a togliermi almeno la soddisfazione di una foto ricordo dei giganti gassosi: Naturalmente stiamo parlando di un doppietto acromatico di 50 ad F\3,6: i pianeti hanno tutti l'itterizia... Però sono rimasto molto sorpreso nel veder comparire la Grande Macchia Rossa e almeno le principali bande minori sul disco di Giove, per non parlare delle sfumature sul disco di Saturno.
Tutto sommato ci si può divertire anche con poco...
Non potendo portarmi il 114 e la sua EQ1 motorizzata ho pensato di autocostruirmi un aggeggio noto come "barn door tracker": vale a dire una piccola tavoletta equatoriale spinta da una barra filettata, con l'idea di montarci la camerina QHY dotata dei suoi obiettivi a largo campo e magari il cannocchialetto autocostruito con il doppietto Lolli 35\140 oppure - se l'accrocco regge - addirittura con il cercatore 50\180. In effetti i primi esperimenti mi hanno convinto sulla possibilità di ottenere pose di qualche secondo, sufficienti per il live stacking in Sharpcap; naturalmente la focale di 180 mm e il peso del cercatore costringono a litigare con vibrazioni ed oscillazioni che allargano le immagini stellari, l'aggeggio è concepito per immagini a campo largo e anche l'inseguimento è quello che è anche se tutto sommato funziona se non si hanno troppe pretese.
Dopo l'exploit del 29 luglio in visuale ho pensato di fare un tentativo riprendendo l'immagine di Giove e Saturno data dal minuscolo rifrattore.
Per farlo ho dovuto risolvere due ordini di problemi: innanzitutto il puntamento, non disponendo di una vera e propria montatura né - soprattutto - di un cavalletto ma solo della tavoletta equatoriale dotata di due teste a sfera, un paio di prolunghe per aste microfoniche e due solidissimi morsetti da tavolo (tutto materiale per il montaggio di microfoni, che normalmente utilizzo per tutt'altro genere di lavori ma che ho adibito all'uso astronomico facendo di necessità virtù...). Per puntare con relativa facilità alla focale richiesta per avere un'immagine planetaria sufficientemente grande ho installato il 35\140 come "cercatore del cercatore" (con tanto di crocicchio autocostruito per l'oculare...); per quanto riguarda il secondo problema, una scala di immagine sufficiente a sfruttare il pur modesto potere risolvente del minuscolo doppietto del cercatore, oltre alla barlow "correggi-sferica" ho corredato il 50 mm di una ulteriore barlow che "tira" un po' la focale.
Ecco tutto l'armamentario, saldamente "morsettato" al dorso di una pesante sedia (!!!)... Il puntamento è stato tutto sommato abbastanza agevole: un po' più critica l'esatta messa a fuoco, visto che il cercatore non dispone di fuocheggiatore ma occorre fare una messa a fuoco grossolana facendo scorrere la camera nel portaoculari e poi raffinarla ruotando la cella dell'obiettivo.
Con tutto questo, riesco a togliermi almeno la soddisfazione di una foto ricordo dei giganti gassosi: Naturalmente stiamo parlando di un doppietto acromatico di 50 ad F\3,6: i pianeti hanno tutti l'itterizia... Però sono rimasto molto sorpreso nel veder comparire la Grande Macchia Rossa e almeno le principali bande minori sul disco di Giove, per non parlare delle sfumature sul disco di Saturno.
Tutto sommato ci si può divertire anche con poco...