7x35 vintage contro.
Inviato: 16/01/2016, 3:46
Intanto ben ritrovati a tutti.
Da circa un anno ho acquisito un buon Tasco 7x35, mod.110, 12,5° di c.r.
Non avrei intenzione di soffermarmi sulle caratteristiche dello strumento di cui si è spesso discusso in queste pagine, quanto, soprattutto ad uso di chi ha in animo di procedere ad un acquisto simile, di fare qualche personalissima considerazione sugli ampi campi apparenti forniti da questi vetri, vetri come purtroppo sappiamo non più in produzione.
Vorrei riprendere in particolare un confronto che spesso qui si è fatto tra campi apparenti molto ampi ma con gli inevitabili più o meno veloci decadimenti ai bordi e campi meno ampi ma in proporzione più corretti.
Avendo anche un 7x35 Binolux di originaria buona fattura (JB56, 11° c.r.), pagato veramente due lire ma un po’ malconcio e sistemato alla meno peggio, ho avuto modo di poter fare qualche piccolo raffronto.
Vado subito al dunque per dire che il 7x35 Binolux presenta proporzionalmente un campo maggiormente corretto e forse una visione leggermente più rilassante (sicuramente ha una e.p. maggiore) e per dire di come sia facile al diretto confronto accorgersi della più rapida decadenza ai bordi del Tasco.
Fine del discorso? Sicuramente no!
E i 10,5° in più del Tasco che ruolo giocano? Un ruolo che sicuramente ognuno valuterà in modo del tutto personale.
Per quanto mi riguarda scelgo senza dubbio il campo apparente maggiore dell’uno a scapito dello sweet spot leggermente più ampio dell’altro, ma sono sicuro che altri ( con la stessa coppia di strumenti o con coppie magari diversamente assortite) potrebbero giungere a diverse conclusioni.
Insomma la maggiore ariosità, immersione nella scena, tridimensionalità e non so bene cosa altro ancora, regalate in ogni caso dai quei quasi 88° di c.a., restituiscono una visione veramente unica, tutta da godere, che quasi non ti fa accorgere dell’inevitabile degrado dei bordi.
Ma attenzione, perchè i più “normali” (si fa per dire) 77° di un buon 7x35 vintage, magari con un campo proporzionalmente più corretto, non son certo da buttare via, anzi! A trovarli piuttosto!
Sarebbe poi opportuno introdurre nel discorso un altro elemento, quale l’attuale costo dell’uno e dell’altro 7x35: in effetti la differenza di prezzo a volte notevole che occorre sborsare per quei 10° circa in più di c.a., non potrà non essere oggetto di valutazioni soggettive del tutto discrezionali.
A chi insegue un Tasco 110 o 410 mi sento quindi di consigliare di non lasciarsi intanto eventualmente farsi scappare l’occasione di acquisire un buon classico “normale” 7x35 grandangolare (già non facile da trovare) che può veramente ancora regalare tante emozioni…vintage!
E poiché l’ho già menata troppo per le lunghe, sulle mie impressioni relative all’uso del 7x35 vintage in notturna (spazzolamenti galattici), vi scatafotterò gli zebedei ( per dirla alla Montalbano) in altra occasione.
Ciao a tutti e a presto.
Da circa un anno ho acquisito un buon Tasco 7x35, mod.110, 12,5° di c.r.
Non avrei intenzione di soffermarmi sulle caratteristiche dello strumento di cui si è spesso discusso in queste pagine, quanto, soprattutto ad uso di chi ha in animo di procedere ad un acquisto simile, di fare qualche personalissima considerazione sugli ampi campi apparenti forniti da questi vetri, vetri come purtroppo sappiamo non più in produzione.
Vorrei riprendere in particolare un confronto che spesso qui si è fatto tra campi apparenti molto ampi ma con gli inevitabili più o meno veloci decadimenti ai bordi e campi meno ampi ma in proporzione più corretti.
Avendo anche un 7x35 Binolux di originaria buona fattura (JB56, 11° c.r.), pagato veramente due lire ma un po’ malconcio e sistemato alla meno peggio, ho avuto modo di poter fare qualche piccolo raffronto.
Vado subito al dunque per dire che il 7x35 Binolux presenta proporzionalmente un campo maggiormente corretto e forse una visione leggermente più rilassante (sicuramente ha una e.p. maggiore) e per dire di come sia facile al diretto confronto accorgersi della più rapida decadenza ai bordi del Tasco.
Fine del discorso? Sicuramente no!
E i 10,5° in più del Tasco che ruolo giocano? Un ruolo che sicuramente ognuno valuterà in modo del tutto personale.
Per quanto mi riguarda scelgo senza dubbio il campo apparente maggiore dell’uno a scapito dello sweet spot leggermente più ampio dell’altro, ma sono sicuro che altri ( con la stessa coppia di strumenti o con coppie magari diversamente assortite) potrebbero giungere a diverse conclusioni.
Insomma la maggiore ariosità, immersione nella scena, tridimensionalità e non so bene cosa altro ancora, regalate in ogni caso dai quei quasi 88° di c.a., restituiscono una visione veramente unica, tutta da godere, che quasi non ti fa accorgere dell’inevitabile degrado dei bordi.
Ma attenzione, perchè i più “normali” (si fa per dire) 77° di un buon 7x35 vintage, magari con un campo proporzionalmente più corretto, non son certo da buttare via, anzi! A trovarli piuttosto!
Sarebbe poi opportuno introdurre nel discorso un altro elemento, quale l’attuale costo dell’uno e dell’altro 7x35: in effetti la differenza di prezzo a volte notevole che occorre sborsare per quei 10° circa in più di c.a., non potrà non essere oggetto di valutazioni soggettive del tutto discrezionali.
A chi insegue un Tasco 110 o 410 mi sento quindi di consigliare di non lasciarsi intanto eventualmente farsi scappare l’occasione di acquisire un buon classico “normale” 7x35 grandangolare (già non facile da trovare) che può veramente ancora regalare tante emozioni…vintage!
E poiché l’ho già menata troppo per le lunghe, sulle mie impressioni relative all’uso del 7x35 vintage in notturna (spazzolamenti galattici), vi scatafotterò gli zebedei ( per dirla alla Montalbano) in altra occasione.
Ciao a tutti e a presto.