Re: Er Più
Inviato: 08/07/2015, 1:21
Ovviamente devo ringraziare Andrea per avermi dato la possibilità di provare questi cinque gioielli.
Le caratteristiche delle ottiche si basano su caratteristiche oggettive come la risoluzione e soggettive come la resa del colore, non ho le capacità tecniche e la strumentazione per poter dare un giudizio assoluto, quindi ho cercato di fare una prova più sul campo che tecnica, per non prendere granchi ho preparato tre rotori per il mio Zeiss Photomicroscope con montati degli obiettivi simili per ingrandimento e quando possibile per costruzione, questo mi ha permesso di poter fare delle comparazioni con delle ottiche che conosco bene.
Per la ricerca ho montato uno Zeiss Jena Apo 10x 0.30 o un Leitz Fluotar 10x 0.30
Le ottiche da provare sono comunque queste:
Leitz 25x 0.60 W con il mio Zeiss Jena Apo 20x 0.60
Leitz NPL Fluotar 40x 1.3 Oil con Zeiss Jena Apo 40x 0.95 dry (paragone impietoso)
Leitz 63x 1.30 con Zeiss Plan neofluar 63x 1.25
Leitz 100x 1.32 con Zeiss Neofluar 100x 1.30 e Lomo Apo 90x 1.30
Da tener presente che il 25 della Leitz è studiato per immersione in acqua, l’uso in olio non cambia di molto i risultati, sarebbe stato impossibile utilizzarlo in questa prova nelle sue condizioni di progetto.
Questi sono i rotori con i gruppi di ottiche: Per prima cosa ho fatto degli scatti ad un soggetto semplice e contrastato, l’ala di una Tipula, soggetto sempre presente nelle plafoniere, questo mi ha dato una prima indicazione dello stato di salute dgli obiettivi. Le immagini sono ricavate con stack di 30 scatti (per gli ingrandimenti maggiori) non sono quindi significative in termini assoluti, danno indicazioni di massima su contrasto e resa colore altre al corretto abbinamento ottica/oculare, quello che appare a colpo d’occhio è l’ottima correzione cromatica del Leitz 25x, mentre il 40x e il 63x patiscono frange rossastre, le mie ottiche, ovviamente visto che l’oculare è stato scelto in funzione di queste, si presentano più pulite, il Leitz 40x già da questo scatto dimostra una definizione nettamente sopra la media, con questo soggetto mi sono fermato al 63x, già questo ingrandimento richiederebbe più cura nello stack. Con Andrea ho deciso di dividere in due la prova, la prima parte sarà solo tecnica, per quanto mi è possibile, la seconda sarà su soggetti a me più congeniali, le ottiche non sono solo più o meno performanti ma spesso più o meno adatte all’uso che ne si fa, il mio riguarda esclusivamente vetrini non montati, prevalentemente la solita goccia di acqua prelevata da qualche fosso.
Il passo seguente è stato il solito vetrino di Kemp, con le ottiche in questione c’è un problema: il 40x1.30, ad esempio, per esprimere la sua risoluzione deve essere utilizzato oculari da 20x (almeno), cosa fattibile in osservazione ma complesso con gli oculari da proiezione, oltre ad una difficile reperibilità sarebbe complesso sostituirli passando da un’obiettivo all’altro, allontanare il sensore dall’oculare aumenterebbe la dimensione dell’immagine ma sorgerebbero aberrazioni cromatiche che vanificherebbero il vantaggio.
La dimensione accettata non è molto alta come richiesto da questo tipo di prova, comunque senza voler strafare ho testato il 25x con la diatomea n.6, il 40x ed il 63x con la 7 e ancora il 40x, il 63x con l’aggiunta del 100x con la 8. Diatomea molto facile per uno 0.60, poco da dire. La faccenda si complica, il mio Jena Apo 40x 0.95 non riesce a vedere nulla di più di alcune striature, il Vickers 50x con la stessa apertura non ha difficoltà a evidenziare dei dot molto puliti, il 40x Leitz è sprecato con questa diatomea, i dot si vedono con qualsiasi illuminazione senza alcuna fatica, in visuale con oculari da 20x mette in luce la netta superiorità, l’ultima, Plan Neofluar 63x, serve solo come paragone.
La faccenda si complica, il mio Jena Apo 40x 0.95 non riesce a vedere nulla di più di alcune striature, il Vickers 50x con la stessa apertura non ha difficoltà a evidenziare dei dot molto puliti, il 40x Leitz è sprecato con questa diatomea, i dot si vedono con qualsiasi illuminazione senza alcuna fatica, in visuale con oculari da 20x mette in luce la netta superiorità, l’ultima, Plan Neofluar 63x, serve solo come paragone. L’Amphipleura pellucida, la n.8 del vetrino di Kemp è decisamente una diatomea che mette in risalto qualtità ma anche utilizzo non corretto dell’ottica.
Il 40x nonostante i suo 1.30 di apertura evidenzia solo le costolature, vale il discorso già fatto: per sfruttarlo servono oculari adatti, con il 63x risultano molto evidenti le costolature probabilmente con poca fatica in più e oculare più spinto darebbe risultati più performanti, il Leitz 100x indubbiamente è nettamente sopra la media, ho provato anche il Lomo Apo 90x che, nonostante sia molto snobbato, tiene tranquillamente testa al ben più blasonato Leitz, ho provato ma non illustrato anche lo Zeiss Neofluar 100x 1.30, a mio parere con risultati inferiori ai concorrenti
La prova è stata fatta con il mio solito Zeiss Photomicroscope III, illuminazione led 10W alternata all’uso del flash, condensatore a tamburo per CdF Zeiss acromatico/aplanatico con a.n. 1.3, per la proiezione ho utilizzato un oculare Leitz Periplan 10x, fotocamera Canon Eos 500D, immersione omogenea, dove richiesta, con olio Cargille type A sopra e type B sul condensatore. In alcuni casi luce polarizzata e/o filtro blu.
Con questo ho finito le prove più tecniche e ripetibili, a breve posterò delle immagini dei miei soliti prelievi, più alla buona ma indispensabili per un giudizio complessivo, il vetrino di Kemp ha un grave inconveniente: bisogna essere tecnicamente in grado di utilizzarlo al meglio, non è detto che io lo sia.
Se ho scritto strafalcioni ben vengano correzioni
Le caratteristiche delle ottiche si basano su caratteristiche oggettive come la risoluzione e soggettive come la resa del colore, non ho le capacità tecniche e la strumentazione per poter dare un giudizio assoluto, quindi ho cercato di fare una prova più sul campo che tecnica, per non prendere granchi ho preparato tre rotori per il mio Zeiss Photomicroscope con montati degli obiettivi simili per ingrandimento e quando possibile per costruzione, questo mi ha permesso di poter fare delle comparazioni con delle ottiche che conosco bene.
Per la ricerca ho montato uno Zeiss Jena Apo 10x 0.30 o un Leitz Fluotar 10x 0.30
Le ottiche da provare sono comunque queste:
Leitz 25x 0.60 W con il mio Zeiss Jena Apo 20x 0.60
Leitz NPL Fluotar 40x 1.3 Oil con Zeiss Jena Apo 40x 0.95 dry (paragone impietoso)
Leitz 63x 1.30 con Zeiss Plan neofluar 63x 1.25
Leitz 100x 1.32 con Zeiss Neofluar 100x 1.30 e Lomo Apo 90x 1.30
Da tener presente che il 25 della Leitz è studiato per immersione in acqua, l’uso in olio non cambia di molto i risultati, sarebbe stato impossibile utilizzarlo in questa prova nelle sue condizioni di progetto.
Questi sono i rotori con i gruppi di ottiche: Per prima cosa ho fatto degli scatti ad un soggetto semplice e contrastato, l’ala di una Tipula, soggetto sempre presente nelle plafoniere, questo mi ha dato una prima indicazione dello stato di salute dgli obiettivi. Le immagini sono ricavate con stack di 30 scatti (per gli ingrandimenti maggiori) non sono quindi significative in termini assoluti, danno indicazioni di massima su contrasto e resa colore altre al corretto abbinamento ottica/oculare, quello che appare a colpo d’occhio è l’ottima correzione cromatica del Leitz 25x, mentre il 40x e il 63x patiscono frange rossastre, le mie ottiche, ovviamente visto che l’oculare è stato scelto in funzione di queste, si presentano più pulite, il Leitz 40x già da questo scatto dimostra una definizione nettamente sopra la media, con questo soggetto mi sono fermato al 63x, già questo ingrandimento richiederebbe più cura nello stack. Con Andrea ho deciso di dividere in due la prova, la prima parte sarà solo tecnica, per quanto mi è possibile, la seconda sarà su soggetti a me più congeniali, le ottiche non sono solo più o meno performanti ma spesso più o meno adatte all’uso che ne si fa, il mio riguarda esclusivamente vetrini non montati, prevalentemente la solita goccia di acqua prelevata da qualche fosso.
Il passo seguente è stato il solito vetrino di Kemp, con le ottiche in questione c’è un problema: il 40x1.30, ad esempio, per esprimere la sua risoluzione deve essere utilizzato oculari da 20x (almeno), cosa fattibile in osservazione ma complesso con gli oculari da proiezione, oltre ad una difficile reperibilità sarebbe complesso sostituirli passando da un’obiettivo all’altro, allontanare il sensore dall’oculare aumenterebbe la dimensione dell’immagine ma sorgerebbero aberrazioni cromatiche che vanificherebbero il vantaggio.
La dimensione accettata non è molto alta come richiesto da questo tipo di prova, comunque senza voler strafare ho testato il 25x con la diatomea n.6, il 40x ed il 63x con la 7 e ancora il 40x, il 63x con l’aggiunta del 100x con la 8. Diatomea molto facile per uno 0.60, poco da dire. La faccenda si complica, il mio Jena Apo 40x 0.95 non riesce a vedere nulla di più di alcune striature, il Vickers 50x con la stessa apertura non ha difficoltà a evidenziare dei dot molto puliti, il 40x Leitz è sprecato con questa diatomea, i dot si vedono con qualsiasi illuminazione senza alcuna fatica, in visuale con oculari da 20x mette in luce la netta superiorità, l’ultima, Plan Neofluar 63x, serve solo come paragone.
La faccenda si complica, il mio Jena Apo 40x 0.95 non riesce a vedere nulla di più di alcune striature, il Vickers 50x con la stessa apertura non ha difficoltà a evidenziare dei dot molto puliti, il 40x Leitz è sprecato con questa diatomea, i dot si vedono con qualsiasi illuminazione senza alcuna fatica, in visuale con oculari da 20x mette in luce la netta superiorità, l’ultima, Plan Neofluar 63x, serve solo come paragone. L’Amphipleura pellucida, la n.8 del vetrino di Kemp è decisamente una diatomea che mette in risalto qualtità ma anche utilizzo non corretto dell’ottica.
Il 40x nonostante i suo 1.30 di apertura evidenzia solo le costolature, vale il discorso già fatto: per sfruttarlo servono oculari adatti, con il 63x risultano molto evidenti le costolature probabilmente con poca fatica in più e oculare più spinto darebbe risultati più performanti, il Leitz 100x indubbiamente è nettamente sopra la media, ho provato anche il Lomo Apo 90x che, nonostante sia molto snobbato, tiene tranquillamente testa al ben più blasonato Leitz, ho provato ma non illustrato anche lo Zeiss Neofluar 100x 1.30, a mio parere con risultati inferiori ai concorrenti
La prova è stata fatta con il mio solito Zeiss Photomicroscope III, illuminazione led 10W alternata all’uso del flash, condensatore a tamburo per CdF Zeiss acromatico/aplanatico con a.n. 1.3, per la proiezione ho utilizzato un oculare Leitz Periplan 10x, fotocamera Canon Eos 500D, immersione omogenea, dove richiesta, con olio Cargille type A sopra e type B sul condensatore. In alcuni casi luce polarizzata e/o filtro blu.
Con questo ho finito le prove più tecniche e ripetibili, a breve posterò delle immagini dei miei soliti prelievi, più alla buona ma indispensabili per un giudizio complessivo, il vetrino di Kemp ha un grave inconveniente: bisogna essere tecnicamente in grado di utilizzarlo al meglio, non è detto che io lo sia.
Se ho scritto strafalcioni ben vengano correzioni