Spiagge ed illuminazione.
Inviato: 07/10/2013, 22:28
Spiagge e illuminazione.
Spesso ho osservato la sabbia di mare, molto bella per colori, ma quasi priva di tracce di organismi che non fossero conchiglie sino a quando Andrea (andreacos) mi ha regalato della sabbia raccolta lungo il bagnasciuga di Caorle, ho dovuto ricredermi: è solo una questione di luogo e metodo di raccolta.
La zona che dovremo campionare per le nostre osservazioni è quella appena raggiunta dalle onde ed evidenziata da un cambio di colore causato dall’accumularsi di piccoli frammenti di conchiglie, raccogliamo lo strato superficiale, un breve lavaggio per eliminare il sale e la modesta quantità di fanghiglia, appena asciutta è pronta per essere setacciata, questa è l’operazione che ci permetterà di avere una buona concentrazione di soggetti interessanti, eliminiamo la parte sopra il millimetro e mezzo e quella sotto i 100~150 µm, i grossi frammenti di conchiglie e la sabbia vera e propria, se cerchiamo anche conchiglie ovviamente dovremo avere anche delle maglie più larghe. A sinistra la sabbia come si presenta prima della vagliatura, a destra la granulometria tra 0.350mm e 1.5mm, è evidente la maggior concentrazione di soggetti interessanti.
Con la solita tecnica dello stuzzicadenti inumidito raccogliamo quanto ci interessa, questo è il risultato di mezz’oretta di lavoro:
Questi organismi si prestano ad essere osservati con diverse tecniche di illuminazione, tutte alla portata di qualsiasi microscopio.
Conchiglia di gasteropode con semplice illuminazione episcopica, la più indicata per un’osservazione “tecnica”, con l’aggiunta di due polarizzatori ed una lamina di ritardo possiamo dare un tocco più artistico:
I gusci dei foraminiferi sono molto interessanti e rinvenibili facilmente lungo le spiagge di tutti i continenti, per evidenziarne la struttura utilizzeremo vari modi di illuminazione, non otterremo solo diversi risultati estetici ma metteremo in risalto particolari non facilmente evidenziabili con le “normali” illuminazioni: La prima è un semplice campo chiaro, si notano bene i pori e le camere interne, quest’ultime sono meglio evidenziate nella seconda grazie a due polarizzatori incrociati, il fondo nero permette una maggior luminosità della parte centrale senza bruciare il fondo, impossibile da farsi con la prima tecnica.
Per una resa del colore reale l’illuminazione episcopica è la migliore, con luce polarizzata e aggiunta di lamine di ritardo possiamo variare il colore sia del soggetto che dello sfondo.
Spesso ho osservato la sabbia di mare, molto bella per colori, ma quasi priva di tracce di organismi che non fossero conchiglie sino a quando Andrea (andreacos) mi ha regalato della sabbia raccolta lungo il bagnasciuga di Caorle, ho dovuto ricredermi: è solo una questione di luogo e metodo di raccolta.
La zona che dovremo campionare per le nostre osservazioni è quella appena raggiunta dalle onde ed evidenziata da un cambio di colore causato dall’accumularsi di piccoli frammenti di conchiglie, raccogliamo lo strato superficiale, un breve lavaggio per eliminare il sale e la modesta quantità di fanghiglia, appena asciutta è pronta per essere setacciata, questa è l’operazione che ci permetterà di avere una buona concentrazione di soggetti interessanti, eliminiamo la parte sopra il millimetro e mezzo e quella sotto i 100~150 µm, i grossi frammenti di conchiglie e la sabbia vera e propria, se cerchiamo anche conchiglie ovviamente dovremo avere anche delle maglie più larghe. A sinistra la sabbia come si presenta prima della vagliatura, a destra la granulometria tra 0.350mm e 1.5mm, è evidente la maggior concentrazione di soggetti interessanti.
Con la solita tecnica dello stuzzicadenti inumidito raccogliamo quanto ci interessa, questo è il risultato di mezz’oretta di lavoro:
Questi organismi si prestano ad essere osservati con diverse tecniche di illuminazione, tutte alla portata di qualsiasi microscopio.
Conchiglia di gasteropode con semplice illuminazione episcopica, la più indicata per un’osservazione “tecnica”, con l’aggiunta di due polarizzatori ed una lamina di ritardo possiamo dare un tocco più artistico:
I gusci dei foraminiferi sono molto interessanti e rinvenibili facilmente lungo le spiagge di tutti i continenti, per evidenziarne la struttura utilizzeremo vari modi di illuminazione, non otterremo solo diversi risultati estetici ma metteremo in risalto particolari non facilmente evidenziabili con le “normali” illuminazioni: La prima è un semplice campo chiaro, si notano bene i pori e le camere interne, quest’ultime sono meglio evidenziate nella seconda grazie a due polarizzatori incrociati, il fondo nero permette una maggior luminosità della parte centrale senza bruciare il fondo, impossibile da farsi con la prima tecnica.
Per una resa del colore reale l’illuminazione episcopica è la migliore, con luce polarizzata e aggiunta di lamine di ritardo possiamo variare il colore sia del soggetto che dello sfondo.