Premessa.
Adinolfi è un nome ben conosciuto fra i lettori di Binomania giacché da anni è il distributore ufficiale dei prodotti Docter-Germany qui in Italia. In realtà l’azienda di Monza commercializza anche molti altri Brand: questa volta, infatti, ho provato per voi, due binocoli “entry-level” costruiti dall’Yukon.
LA YUKON ADVANCED OPTICS WORLDWIDE è una nota azienda del settore fondata nella seconda metà degli anni 90 grazie all’unione di due aziende: quella produttiva, con sede in Bielorussia, (nata a sua volta nel 1991) e quella meramente commerciale, con sede in Texas. Nel 1999 sono stati presentati i primi esemplari di visori notturni, mentre due anni dopo è stata avviata la commercializzazione dei famosi NVRS, i cannocchiali notturni per fucili. Da quel momento in poi la Yukon è stata prodiga di innovazioni: nel 2013 ha presentato i visori notturni digitali Rangers, vari telemetri laser, binocoli, spotting scopes, innovative camere termiche, dei cannocchiali termografici ed altro, altro ancora.
In questo periodo Yukon è uno dei maggiori produttori di ottiche per uso sia amatoriale sia professionale, ha oltre 800 dipendenti ed è distribuita in circa settanta nazioni.
E’ quindi palese che io stia scrivendo di un marchio sicuramente diffuso e produttivo, soprattutto in grado di proporre binocoli “entry-level” dotati di un ottimo rapporto prezzo/prestazioni.
Il binocolo Point 8×42, ad esempio, è venduto, qui in Italia, a un prezzo di listino (IVA inclusa) pari 200 euro, mentre il più Futurus 10×50 WA costa soltanto 100 euro.
Dati tecnici dichiarati dalla Casa Madre.
Estrazione pupillare | 18 mm |
Pupilla di uscita | 5.2 mm |
Angolo di Campo | 7.4° |
Campo visivo a 1000m | 130 |
Minima distanza di messa a fuoco | 1.3 m |
Regolazione diottrica | +-5 |
Temperatura di funzionamento | -30 + 40 |
Grado di protezione | IPX7 |
Dimensioni | 180 x 128 x58 mm |
Peso | 640 |
Il binocolo Point 8×42 è un classico strumento per le osservazioni naturalistiche, composto di prismi a tetto, è disponibile in due versioni: da otto e da dieci ingrandimenti. Il binocolo è totalmente gommato con una spessa protezione nera, i tappi anteriori sono fissati direttamente allo scafo ottico. Di primo acchito, ritenevo questa una soluzione discutibile, in realtà, con l’uso protratto nel tempo, mi sono accorto che è molto funzionale. Se penso a quanti tappi di binocoli Top di Gamma ho perso nei boschi posso essere solo contento della soluzione scelta da Yukon; anche la zona nei pressi degli oculari è progettata con discreto criterio, il binocolo, infatti, utilizza delle conchiglie laterali, facilmente abbassabili, anche se non è prevista la possibilità di retrarre i paraluce. I portatori di occhiali, infatti, dovranno toglierle per usufruire dell’intero campo di vista.
La messa a fuoco –interna- è affidata a un classico rotore centrale, non ci sono giochi evidenti, anche se la fluidità non è fra le migliori, forse imputabile al grasso in grado di resistere alle forti escursioni termiche. La regolazione della diottria sull’oculare destro si attua attraverso una ghiera più grande del normale, quasi simile a quella di un rotore centrale. La distanza minima di messa a fuoco che ho riscontrato è inferiore al metro e mezzo, quindi in linea con le specifiche tecniche dichiarate. Per passare da questa distanza ai dieci metri occorrono circa ¾ di rotazione della manopola, per raggiungere poi l’infinito, occorre muovere il rotore di pochissimi millimetri.
Il binocolo è ovviamente impermeabile e riempito in azoto e la sua temperatura di esercizio è compresa fra i -30° e i + 40°.
Durante il test sul campo non ho avuto nulla da eccepire, soprattutto perché stavo maneggiando un buono strumento da duecento euro: la tonalità dei colori è neutra nella maggior parte delle condizioni osservative, l’aberrazione cromatica al centro del campo è assente. Io lo potrei definire un buon binocolo ED, sussiste un po’ di ovvia cromatica laterale che si percepisce come un lieve alone verde –violetto a partire da circa il 70% del campo di vista. La nitidezza in asse è buona e presenta anche un buon contrasto, l’unico difetto che ho riscontrato (e che è palese in moltissimi binocoli entry-level ma anche in binocoli dal prezzo decisamente superiore) si percepisce durante le osservazioni in contro-luce: si nota, infatti, un po’ di luce diffusa nella parte inferiore del campo di vista quando si inquadra nei pressi del sole.
Yukon utilizza per i propri binocoli un trattamento definito “TRUE COLOR” un multi strato su ogni lente, non mi è dato di sapere, invece, la reale composizione dei vetri che compongono i prismi a tetto.
Il campo di vista non è molto ampio ma neppure strettissimo, com’è lecito aspettarsi in queste fasce di prezzo, anche per questo la leggibilità delle immagini rimane buona sino all’estremo del campo di vista, sussiste, ovviamente un poco di curvatura, mentre la distorsione angolare è minima. Il panning è decisamente piacevole.
Il campo di vista non è ampio ma neppure molto limitato, l’azienda lo dichiara pari a 7.4° di campo, quasi totalmente fruibili.
Sono invece un po’ differenti le mie impressioni riguardo allo Yukon Futurus 10×50: un classico binocolo dotato di prismi di Porro nel classico formato 10×50. Lo strumento è totalmente gommato mentre sia i tappi che coprono le ottiche, sia quelli che coprono gli oculari sono agganciati direttamente allo scafo ottico.
Dati tecnici dichiarati dalla Casa Madre.
Estrazione pupillare | 14 mm |
Pupilla di uscita | 5 mm |
Angolo di Campo | 6.5° |
Campo visivo a 1000m | 114 |
Minima distanza di messa a fuoco | n.d |
Regolazione diottrica | n.d |
Temperatura di funzionamento | n.d |
Grado di protezione | n.d |
Dimensioni | 193 mm |
Peso | 1030 g |
Rispetto al compatto Point 8×42 ho trovato più difficoltà a inserire i tappi che proteggono le lenti di 50 mm di diametro. Anche la regolazione della diottria sull’oculare destro è un po’ lasca e questo obbliga, talvolta, a correggere gli spostamenti occasionali.
La messa a fuoco è esterna e avviene, ovviamente, tramite lo spostamento del carrello centrale degli oculari. Il movimento è poco fluido e, a causa della composizione “plasticosa” dei componenti si nota una certa flessione. La distanza minima di messa a fuoco è superiore al Point 8×42, circa cinque metri, dai dieci metri all’infinito occorre ruotare la manopola di 1/5 di giro.
Anche in questo caso, il binocolo è garantito come waterproof, come si evidenzia sulle scritte presenti nella parte anteriore dello scafo ottico, seppur sia abbastanza scettico quando si parla di binocoli con la messa a fuoco, esterna. Si avvale anch’esso del trattamento TRUECOLOR, mentre l’estrazione pupillare è risultata un po’ limitata, pari a 14mm. Da un punto di vista ottico il binocolo è allineabile con i vari binocoli dal medesimo schema ottico venduti in questa fascia di prezzo: le immagini al centro del campo sono discretamente nitide, cosi come il contrasto. Grazie ai prismi di porro l’aberrazione cromatica in asse è quasi invisibile, mentre si percepisce solo un poco di cromatismo laterale ai bordi del campo di vista. La curvatura di campo è presente ma limitata.
In sintesi.
Il binocolo Yukon Point 8×42 si è dimostrato un valido strumento per neofiti, ottimamente gommato, con una resa ottica più che discreta, e un buon contrasto, pecca un po’ nel contenimento dei riflessi in contro-luce ma per 200 euro, ritengo non si possa pretendere di più. Lo Yukon Futurus 10×50 è un binocolo certamente più economico e ingombrante ma anche più luminoso. E’ meno nitido e contrastato al centro del campo, ma resiste meglio al controluce e mostra meglio gli oggetti del cielo profondo, essendo quindi più universale del Point 8×42.
Disclaimer. Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Luglio dell’anno 2015. Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di visionare direttamente il sito web dell’importatore italiano ADINOLFI
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.