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William Optics 22x70 APO
di Piergiovanni Salimbeni

Modello 

22x70 APO

Ingrandimento

22 X

Diametro degli obiettivi

70mm

Prismi

Prismi di Porro

Obiettivi

FPL-51 ED doppietto spaziato in aria

Messa a fuoco

Sistema individuale di messa a fuoco (IF)

Trattamento

STM

Water Proof

Si

Lunghezza del tubo

420 mm Fully Retracted

Peso

4 kg


il marchio aziendale impresso sui paraluce estraibili del binocolo.
Un nuovo apocromatico dopo il tanto rimpianto Takahashi 22x60?

Premessa

Nel catalogo William Optics, sino a pochi mesi or sono , erano pubblicizzati, oltre ad una modesta linea di binocoli con prismi a tetto, soltanto due  binocoli con prismi di Porro per uso astronomico dal classico diametro di 50mm, ma da tempo qualcosa bolliva in pentola..

Di fatto, i lettori di binomania che hanno avuto  la possibilità di partecipare alla nota fiera astronomica NEAF nei pressi di New York o di leggere qualche articolo a riguardo, erano a conoscenza, già da qualche mese, del prototipo di un binocolo con ottiche “dichiarate APO”, marchiato William  Optics in grado di fornire, almeno sulla carta, delle ottime prestazioni.

Grazie alla collaborazione della azienda  TecnoSky di Giuliano Monti, che mi ha gentilmente fornito il primo esemplare arrivato dall’America, ho avuto l’opportunità di testare questo strumento  per circa due mesi, comparandolo con vari binocoli.


in evidenza gli oculari che a prima vistai paiono identici al modello USM 22x85 e che sono a corredo del 28x110 e del 15x70

Obbietti FPL-51: la vera novità

La vera novità  insita in tale binocolo è data dalla  presenza di due doppietti da 70mm di diametro, spaziati in aria e dotati del noto vetro FPL-51 che i cinesi definiscono “extra-low dispersion glass”. Questa caratteristica è stata condensata nella sigla APO per sintetizzare la sua miglior qualità ottica rispetto ai normali vetri a bassa dispersione sino ad ora impiegati dal costruttore sui binocoli.

In effetti, tale binocolo pare riprendere, oltre agli oculari, anche lo scafo ottico e la meccanica di alcuni noti binocoli di derivazione terrestre, ma ben adatti all’uso astronomico, conosciuti in Italia attraverso il marchio General Hi-T e presenti nel panorama mondiale sotto vari marchi “Garrett Optical, Astrophisics, Oberwerk, etc., etc.”


Ovviamente non mi è dato di sapere se vi siano delle differenze costruttive e se i prismi presenti in questa nuova versione siano migliori rispetto a quelle dei binocoli presenti da un paio di anni sul mercato, le uniche differenze esterne che ho potuto appurare consistono in un nuovo disegno della piastra di collegamento fra tubi ottici, che mi è parsa oltretutto più leggera e meno resistente dei predecessori. Tale modifica mi  pare, infatti, forse esclusivamente un vezzo estetico e non una vera necessità.


in evidenza lo scafo del 22x70 APO marchiato WILLIAM OPTICS, si nota la lunghezza superiore ai classici 70mm e il paraluce estraibile

Costruzione meccanica


Le dimensioni del William Optics 22x70 APO sono maggiori rispetto a quelle di un classico 70mm: 42cmx22cm distribuiti su un peso di  4kg, inoltre, con i paraluce totalmente estratti, questo binocolo  raggiunge i 50cm.


La messa a fuoco indipendente su ogni oculare si è rilevata molto precisa ma poco fluida, tale fatto è imputabile alla ottima tropicalizzazione degli oculari che sono in grado di resistere oltre alla pioggia anche a temperature prossime a 40 gradi sotto zero. Di fatto anche questo binocolo viene definito “shockproof and water-proof.

L’estrazione pupillare degli oculari che ho misurato è pari a 18mm, inoltre essendo di derivazione militare per ripararli da eventuali  graffi ed urti accidentali possiedono la prima lente ad 8mm in profondità rispetto al bordo oculare. Per tale motivo ai portatori di occhiali potrebbe essere consigliabile abbassare la gomma para-luce per osservare la totalità del campo fornito da questo binocolo che è pari a 3°e  che corrispondono nell’uso terrestre a 52.5 metri lineari a 1000 metri.


La linea riprende totalmente i noti binocoli di derivazione militare da due anni presenti anche sul mercato italiano e venduti da General HI-T



La regolazione  della distanza interpupillare che ho misurato è compresa fra i 50mm ed i 75mm, ovviamente a causa della conformazione del viso differente da persona a persona, il costruttore ha fissato prudentemente la minima distanza a 60mm, misura dove personalmente il nostro naso toccava contro il bordo degli oculari.  La correzione diottrica è compresa fra +- 5 diottrie.

Grazie all’ottima costruzione meccanica, non ho notato disuguaglianze nella collimazione o  la presenza di giochi che spesso si verificano con binocoli dalla costruzione più economica.

Per collegare lo strumento ad un solido cavalletto è presente il raccordo di fissaggio sulla barra centrale che non essendo fisso ne consente anche il bilanciamento. Avrei, però, preferito un raccordo più lungo, giacché con le montature a forcella e con le  grandi piastre di aggancio i tubi ottici vanno a toccarne la  base. Per tale motivo ho fatto uso di alcuni spessori costruiti specificatamente dalla General Hi – T  per i suoi binocoli serie  USM che ho spesso utilizzato come comparazione con tale strumento.

Osservazioni terrestre

Il William Optics 22x70 APO grazie al buon campo apparente di 60 gradi (3 gradi reali di campo) ed alla qualità degli obiettivi è in grado di fornire delle immagini terrestri piacevoli e nitide. Anche nelle situazioni di forte controluce, come ad esempio l’osservazione di rami e di antenne, il residuo cromatico si mantiene su livelli minimi. Osservando le cime delle montagne ricoperte dagli alberi, ad oltre 4 chilometri di distanza e scrutando i toni scuri della immagine, si  è appurato come questo 22x70 sia in grado di fornire una resa dei neri quasi perfetta, laddove, nel buon General Hi-T 22X85 dotato di ottiche dichiarate “ a bassa dispersione” si poteva percepire una tonalità viola scura nelle medesime zone.


Ovviamente, i forti ingrandimenti si notava maggiormente, l’effetto della turbolenza diurna, rispetto ad esempio ad un classico 15x70, molto utilizzato per tale genere di sessioni osservative. Di contro è possibile ammirare particolari del paesaggio con un dettaglio soddisfacente, anche se  la pupilla di uscita di  soli 3mm non consente di eccellere nelle osservazioni crepuscolari o in scarsa luce, un campo, dove  i binocoli dotati di grandi pupille di uscita (5-7mm) risultano decisamente più performanti.

Il campo realmente sfruttabile di questo strumento è pari a circa il 70% di quello fornito, il restante è inficiato dalla curvatura di campo che  ne rovina la resa rendendo i dettagli del paesaggio meno nitidi.  Tale difetto è imputabile agli oculari in dotazione, che generano i medesimi difetti  osservati su altri binocoli che fanno uso di questi accessori come ad esempio il General hi-t 22x85 appena citato. La distorsione ai bordi è minima.

Inoltre, facendo uso del sistema individuale di messa a fuoco  non è possibile compiere varie osservazioni naturalistiche, come ad esempio, l’involo dei rapaci da pochi metri  verso l’orizzonte, ma per il mero uso terrestre esplorativo la solidità e la precisione meccanica offerte sono senza dubbio un valore aggiunto,  in confronto agli imprecisi sistemi di messa a fuoco dei classici binocoli cinesi di basso costo, seppur dotati di regolazione centrale con accomodamento delle diottrie sull’oculare destro.

Attualmente per l'uso panoramica terrestre, lo reputo uno fra i migliori binocoli presenti sul mercato.

 
Una prima comparazione con il 15x85 USm di mia proprietà, notate le somiglianze se si eccettuano gli oculari e i doppietti APO in bella vista

Osservazione astronomica

Anche se lo scopo della William Optics era quella di offrire agli appassionati un binocolo eccellente ad un prezzo tutto sommato contenuto,  699 euro, un’attenta analisi  ha mostrato alcune “debolezze” che potrebbero essere corrette successivamente dal costruttore.

Come anticipato, gli oculari forniscono un campo  curvo, fattore di disturbo per la maggior parte degli appassionati delle osservazione dei cielo notturno. Le stelle al centro del campo sono molto puntiformi ma quelle di magnitudine compresa fra la I e la II degenerano in astigmatismo già verso il 60% del campo. Ovviamente un binocolo di tali dimensioni viene spesso  utilizzato per osservare ampie porzioni di cielo e non per analizzare la figura di diffrazione, ad esempio, della stella Vega, di fatto, quando le stelle non superano la III magnitudine è possibile godere di una visione più che soddisfacente sino ad almeno il 75% del campo reale fornito dallo strumento. Il coma, invece, è quasi impercettibile.

Luna e pianeti

La superficie lunare osservata con questo strumento appare molto nitida, simile a quella fornita da  un rifrattore di 100m a bassi ingrandimenti con in più il fascino della visione binoculare. I 22X consentono di percepire, inoltre, decine di crateri: la Rupes Recta e la struttura della Vallis Alpes oltre a  discernere la forma di Herodotus ed Aristarchus. Sul bordo lunare appare però un lievissimo residuo cromatico blu, ininfluente nella fase osservativa ma che, ad essere precisi, non dovrebbe essere presente in uno strumento realmente apocromatico. Definirei quindi questo binocolo uno strumento SEMI –APOCROMATICO.
Osservando Giove si apprezza il contenimento dei riflessi intorno al pianeta che consentono di percepire con estrema facilità la banda equatoriale Nord e quella SUD. Visibili con molta facilità i satelliti galileiani.

Cielo Profondo

Seppur questo binocolo sia dotato di ottiche di “soli” 70mm di diametro,  il perfetto connubio fra vetri a bassa dispersione, i 22 ingrandimenti ed una pupilla di uscita piccola,  gli consentono di essere un valido compagno di osservazioni per gli appassionati che non hanno la possibilità di avventurarsi verso  cieli  molto scuri.

E’ possibile, infatti, percepire un cielo decisamente più scuro rispetto, ad esempio, al classico 15x70, ed usufruire di  un ingrandimento ideale per la osservazione degli  oggetti celesti, fuorché quelli dotati di  grande estensione angolare. Ottima la visione di M27 nella Vulpecula e di M57, la nebulosa anulare della Lira, lo stesso dicasi per  le galassie M81, M81, M101 ed M51, visibili senza alcuna difficoltà da località suburbane. Ci ha, inoltre, impressionato la resa di questo binocolo osservando il famosissimo doppio ammasso di Perseo che presentava stelline colorate e puntiformi come capocchie di spillo.


Il William Optics 22x70 APO vs il General HI-T 22x85.

In sintesi

Mi è parsa ottima  l’idea della William Optics di presentare sul mercato un binocolo dotato di obbiettivi con vetro FPL-51 ED e  seppur dai miei testi visuali non sia in grado di entrare di diritto nel settore dei veri binocoli APOCROMATICI , (leggi kowa Higlander) possiede una resa ottica ottima ed un potere di ingrandimento ed una pupilla di uscita ben adatti  alle osservazioni sotto cieli medio-inquinati.  

Spero, che fra non molto sarà possibile ammirare le meraviglie del Cielo in binocoli dal  maggior diametro (100-110 mm) dotati di ottiche così preformanti..non si sa mai cosa ci riservano i nostri amici cinesi.

Consigli al costruttore


Non sarebbe insensato modificare lo schema degli oculari per contenere al meglio le aberrazioni ed  aumentare l’altezza del supporto centrale per il fissaggio sui cavalletti fotografici e le montature specifiche.  



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