Binocolo Vixen Atera H 12×30. Leggero ma…stabile.

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Qualche settimana fa, ho ricevuto da SkyPoint un esemplare del leggerissimo binocolo stabilizzato Vixen ATERA H 12×30.

Il marchio giapponese è molto noto fra gli appassionati di strumenti astronomici, ma anche foriero di novità nel settore ottico – sportivo.

 

 

Un bel primo piano sul leggerissimo Vixen Atera 12x30
Un bel primo piano sul leggerissimo Vixen Atera 12×30

Dati Tecnici dichiarati dalla Casa Madre

Modello Vixen Atera H 
Formato 12×30
Campo inquadrato a 1000 m 73 m
Campo reale 50°
Estrazione pupillare 17.5 mm
Trattamenti Fully Multi Coated. Phase Coated, High Reflectivity Coating
Peso  422 g
Range di stabilizzazione ±3°
Dimensioni 14.9 x 10.8 x 6.2 cm
Prezzo IVA inclusa (Sky Point – Ottobre 2018) 664 EURO
   

Meccanica e sistema di messa a fuoco
Non aspettatevi un design classico, questo non è un prodotto concepito per il duro utilizzo outdoor, ma piu’ che altro uno strumento da portare con sé in ogni occasione, data la sua leggerezza.  In ogni modo, seppur non sia gommato, lo scafo ottico è composto di policarbonato, rinforzato con fibra di vetro.

Si trasporta agevolmente in una borsetta, in un tascotto del giaccone e scompare  all’interno di uno zaino da trekking. E’ perfetto per le gite fuori porta, le visite ai musei e ai castelli e consente di avvicinare i propri beniamini durante gli eventi sportivi o di guardare saltuariamente il cielo.

La mia bilancia elettronica, con cui sono solito pesare tutti i prodotti, ha stimato un peso pari a 440 g, quando si inseriscono le mini-stilo nel vano batterie. Senza di esse, tappi e cinghia, pesa 422 g. proprio come dichiarato dal costruttore.

Costa 650 euro, il suo concorrente più’ diretto (per formato) è il nuovo Canon 12×32 che costa 1.489,99 euro e che pesa 780 g (senza batterie.)

una foto del binocolo Vixen Atera
Attualmente il Vixen Atera è il binocolo stabilizzato piu’ leggero presente sul mercato

L’ho osservato parecchio, all’inizio, anche un po’ basito, sembra un “reversed Porro” ma in realtà è composto da prismi a tetto e da  ciò che i giapponesi definiscono subsidiary prisms.

Di primo acchito, abituato a impugnare un binocolo a tetto a finestra centrale o i classici strumenti con i prismi di Porro, ho faticato a trovare il giusto comfort.  All’atto pratico, però, dopo “aver preso” le misure si usa senza troppi problemi
Personalmente preferisco incrociare le dita sotto lo scafo ottico, nei pressi degli oculari, muovere la messa a fuoco con il mignolo della mano destra e attivare la stabilizzazione con il dito indice della medesima.

Se non fosse un binocolo stabilizzato, probabilmente la sua leggerezza e la sua ergonomia sarebbero state un problema. E’ ormai risaputo, fra i lettori di Binomania che un binocolo dalle dimensioni abbondanti possiede un’ottima stabilità, similmente a una reflex con un grosso teleobiettivo, rispetto ad una fotocamera compatta.

Mi è piaciuta la possibilità di cambiare rapidamente le batterie, anche se temo che il vano possa rompersi a causa di una caduta accidentale. Vi sono due attacchi, integrati allo scafo, per inserire la bretella. Evitate di poggiarlo in verticale, giacché se il piano non fosse perfettamente orizzontale, il peso degli oculari e del vano battere lo farebbe ribaltare.

Il vano dove alloggiano le batterie "mini-stilo"
Il vano dove alloggiano le batterie “mini-stilo”

 

Esiste solo in questa colorazione e non nego che avrei apprezzato anche altre scelte, magari piu’ sobrie.

Il sistema di messa a fuoco è affidato a un piccolo rotore, posto vicino agli obiettivi che svolge piu’ che onestamente il suo compito. Il punto di fuoco non è preciso, tuttavia non ho notato giochi o impuntamenti.
L’esemplare che ho avuto in visione metteva a fuoco da circa 2,5 metri, per raggiungere l’infinito è necessario ruotare la manopola (in senso anti-orario) di quasi un giro completo.

Sistema di stabilizzazione
Una breve ricerca mi ha portato a verificare che l’attuale assegnatario del brevetto è la Kamakura Koki Co Ltd. Questo sistema “dovrebbe” essere presenti sui nuovi binocoli compatti di Fujinon e Kenko e di altri brand, da me non conosciuti.
Si tratta di un sistema composto da un meccanismo cardanico a due assi, governato da un piccolo  motore controllato da un driver  esegue il controllo delle vibrazioni ottiche per stabilizzare l’immagine. Il piccolo motore controlla i movimenti dei prismi ottici che sono fissati nel telaietto “porta prismi”, il meccanismo a due assi, invece, compensa le piccole vibrazioni garantendo una stabilizzazione ± 3 ° per una visione morbida e confortevole .

Le vibrazioni sono rilevate da due sensori giroscopici situati nello scafo ottico del binocolo.

Questo genere di stabilizzazione richiede poca energia, è alimentato da due semplici “mini-stilo”  che consentono di raggiungere una autonomia massima di dodici ore,e il rumore dei motori è veramente  ridotto minimo.

Stabilizzazione del Vixen ATERA
Un particolare sul sistema di stabilizzazione

Obiettivi
Trattasi di semplici obiettivi acromatici da trenta millimetri di diametro (misurati con il calibro). Le immagini sono discretamente luminose, la nitidezza è soddisfacente e il contrasto piu’ che sufficiente. Non stiamo parlando del non plus-ultra a livello ottico, ma i suoi pregi- secondo me- sono da ricercare altrove.

Gli obiettivi da 30 mm e il caratteristico trattamento anti-riflesso.

Oculari
Gli oculari non forniscono un grande campo ottico, solo 73 m a 1000 m, pari a 4.2 ° reali e a 50.2° di campo apparente.

I paraluce si estraggono senza un sistema di rotazione a stop prefissati. La distanza interpupillare minima è di 54 mm e consente di avere uno spazio di ben due centimetri fra gli oculari. E’ un binocolo, quindi, adatto anche ai bambini e agli adolescenti.
La distanza interpupillare massima che ho misurato è pari a 78 mm. L’estrazione pupillare è di quasi 18 mm, un valore sicuramente soddisfacente, anche per i portatori di occhiali.

Gli oculari del binocolo Vixen Atera 12x30
La distanza interpupillare di questo binocolo è adatta anche ai piu’ piccoli.

Prismi
 Lo schema tetto in vetro Bak-4 + subsidiary prisms è dotato di correzione di fase. Ho notato un po’ di caduta di luce ai bordi, ma delle pupille di uscita circolari.  Inquadrando una fonte luminosa si vede un po’ di riflesso dei prismi ma nulla preoccupante.

 

Aberrazioni

Aberrazione cromatica
Per essere un binocolo acromatico che fornisce 12X il contenimento di quest’aberrazione, è buono. Si percepisce unicamente osservando dei dettagli in controluce o il bordo lunare che si colora lievemente di violetto-verde. Nelle normali condizioni d’illuminazione lo definirei quasi impercettibile.

 

Cromatismo laterale
Minimo e evidente  come lievissimo alone blu a circa l’80% dal bordo del campo.

il Vixen Atera 12x30 di fianco a uno smartphone Samsung Galaxy
il Vixen Atera 12×30 di fianco a uno smartphone Samsung Galaxy

Curvatura di campo
Si percepisce la curvatura analizzando minuziosamente il bordo del campo, nelle comuni osservazioni diurne è ben corretto (anche grazie al ridotto campo ottico.)

Distorsione
E’ presente, direi il 5% circa, dall’80% del campo di vista ed è a cuscinetto.

Altre aberrazioni
Nell’uso astronomico si percepisce maggiormente il degrado della puntiformità stellare e ciò deriva non tanto dalla curvatura di campo, ma quanto dalla presenza di un po’ di coma e astigmatismo che si nota da circa il 70-75% del campo di vista, soprattutto osservando delle stelle molto luminose. Non è ovviamente un binocolo progettato espressamente per le osservazioni astronomiche.

Ergo:
CM 70% CU 20% CI 10%

 

 

Utilizzo sul campo

Il Vixen Atera non è il binocolo otticamente piu’ performante che io  abbia usato, i Canon 10×30 e 12×36,  forniscono maggior nitidezza e contrasto, hanno un campo ottico piatto e piu’ largo, ma sono piu’ costosi e pesanti.

Il Vixen Atera 12 x30, infatti, è comodo da trasportare grazie al suo modesto peso, di poco superiore a 400 g.

I classici binocoli compatti, sono ovviamente, meno ingombranti, tuttavia un 12X stabilizzato concede di osservare molti dettagli senza dover trasportate una strumentazione piu’ ingombrante.

Nell’uso panoramico ho apprezzato il suo sistema di stabilizzazione. Vedo a mano libera la croce del Monte Zeda che è situata a circa 32 km di distanza dal mio solito punto osservativo. Oltretutto lo porto spesso con me durante le mie escursioni in montagna perché mi concede di vedere piu’ dettagli a mano libera, rispetto a un 8X.

Il Vixen Atera circondato da foglie
Ho usato spesso e volentieri il Vixen Atera 12×30 durante il mese di Settembre

 

Non è un binocolo espressamente progettato per il birdwatching, tuttavia, devo confermare che questo sistema di stabilizzazione funziona bene anche durante il panning.

Le difficoltà di percezione di dettagli lontani che ho incontrato talvolta dipendevano piu’ dalla turbolenza diurna e dalla nitidezza solo discreta, piuttosto che alle performance del sistema di stabilizzazione.

Non gradisce, forti scossoni, ma la stabilizzazione è bene evidente, appena si sposta la levetta di accensione. Suggerisco di regolare minuziosamente la messa a fuoco e la compensazione diottrica sull’oculare destro, prima di attivarlo, così facendo si utilizzerà con maggiore soddisfazione.

Uso astronomico

Vale abbastanza quanto poc’anzi evidenziato: Non è molto luminoso e il campo di soli cinquanta gradi non concedere di certo di immergersi nella scena. Di contro, grazie alla sua pupilla di uscita di 2,5 mm,  stacca gli oggetti celesti anche sotto un cielo medio inquinato.

La Nebulosa di Orione appare come una lieve macchietta, si notano, però a mano libera alcune componenti doppie nella Costellazione omonima, anche le Pleaidi mostrano piu’ stelle rispetto a quelle percepibili a mano libera. Mi riferisco ad esempio alla compagna di Alcione che faccio fatica a distinguere a mano libera con il mio 10×50.

La luna mostra i mari e qualche cratere principale, come ad esempio Tolomeo o Plato, mentre Saturno sembra una piccola mandorla di colore giallo.

Il pulsante che attiva la stabilizzazione del binocolo Vixen Atera 12x30
Il sistema di stabilizzazione consuma veramente poco.

 

Pregi e Difetti

Pregi

  • Sistema di stabilizzazione, rapido, funzionale e poco esoso di energia
  • Utilizzo di comuni “mini-stilo” piu’ facili da reperire, rispetto,ad esempio, alle CR2
  • Leggerezza
  • Ingrandimento 12 x
  • Rapido cambio delle batterie
  • Durata super, sono arrivato a compiere circa dieci ore di osservazione e le pile funzionavano ancora.-

 

Difetti

 

  • Campo di vista di soli 50°
  • Nitidezza e contrasto discreti
  • Poco protetto dagli urti e graffi

 

 

In sintesi

Il Vixen Atera è un prodotto interessante per chi vorrebbe un binocolo non specialistico e un po’ moderno, da portare in ogni occasione. Non eccelle in un settore specifico, ma fa bene il suo lavoro nella maggior parte delle osservazioni. La durata delle pile è ottima, pesa pochissimo e la stabilizzazione di tre gradi è molto buona, quando s’impara a gestirla, evitando di dare rapidi scossoni al sistema.

Lo consiglio agli amanti del marchio Vixen, ma a tutti quelli che vogliono provare il piacere di osservare a 12X a mano libera, allo stadio, a teatro, in cima a una montagna, senza dover investire un grande capitale e senza dover trasportare un binocolo pesante.

 

Ringraziamenti.

Ringrazio, come sempre, Mauro Narduzzi di SkyPoint, per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test, concedendomi di esprimere le mie impressioni senza restrizione alcuna.

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Disclaimer. 
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Ottobre dell’anno 2018-  Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente Skypoint,  importatore ufficiale dei prodotti Vixen  per l’Italia.