Gli ortoscopici “Tani” o “T-Japan” sono tra I più conosciuti oculari di questo genere, anche se ormai non più in produzione: per molti anni sono stati un “must” per gli osservatori planetari, e considerati poco sotto I migliori oculari ortoscopici come gli Zeiss. Approfittando della mia abbondante dotazione di ortoscopici di varie tipologie, ho deciso di mettere a confronto diretto due serie “cugine”, entrambe di fattura “T-Japan”: da una parte i classici “Volcano Top” che erano venduti sotto diversi marchi tra i quali University Optics negli USA e Unitron in Italia, e dall’altra gli ormai attempati Meade Series 2 OR venduti negli anni ’70 e ’80.
Ero curioso di vedere se la notoria qualità costruttiva e soprattutto ottica giapponese si era mantenuta identica negli anni, o se ci fossero differenze tra le due serie. Dei Meade Series 2 possedevo ed ho potuto provare il 4, 6, 9, 12.5 e 25 mm, mentre dei Volcano Top i 4, 6, 7, 9 e 12.5 mm. Ho deciso quindi di confrontare le focali identiche, mettendo fianco a fianco i 4, 6, 9 e 12.5 mm dei due tipi, in modo di avere una verifica diretta. Per la prova ho utilizzato il Carl Zeiss Jena C110/750, quindi aperto ad F/6,8, e come “target”, considerando la vocazione planetaria di questi oculari, la Luna e Giove che tra l’altro sono soggetti particolarmente ostici per un doppietto Fraunhofer così aperto.
Ecco la visione di insieme delle due serie, dei Meade dovrebbe esistere anche un 18 mm e dei Volcano Top anche il 18 mm e il 25 mm.
Costruzione e meccanica
Entrambe le serie sono ben costruite, ma i Series 2 sono più “massicci” e di apparenza più solida. I Volcano sono più leggeri, ma costruiti sempre con ottimi materiali. I Meade hanno anche una parte del corpo dell’oculare zigrinata, che rende comoda l’impugnatura. E’ da rilevare che nell’adattatore William Optics 2”/1,25” che uso sul fuocheggiatore Zeiss M52 i Series 2 entrano perfettamente “a filo”, mentre i Volcano Top sono leggermente più stretti e quindi “ballano” un po’, e costringono a stringere abbastanza la vite di serraggio, con il rischio di inclinare l’asse dell’oculare, con potenziale peggioramento dell’allineamento degli assi ottici e quindi della resa finale. Ciò nonostante nella prova non mi è parso che i Volcano soffrissero di un peggioramento dell’immagine a causa di questo fatto. Ho notato però che in alcune focali (in particolare nel 12,5 mm) il campo visivo risultava “spostato” rispetto quello inquadrato dal Meade, in particolare questo effetto è visibile o comunque si nota osservando la Luna. Le focali più lunghe che ho confrontato delle due serie non sono assolutamente parafocali, mentre il 9 mm e il 6 mm non richiedono che minimi spostamenti di fuoco alternandoli, essendo quasi parafocali.
Le scritte paiono piuttosto resistenti in entrambe le tipologie, anche se va valutato che i Meade hanno probabilmente 30-40 anni e le scritte non sono incise sul corpo del barilotto ma stampate. Nonostante ciò esse sono quasi tutte ben conservate. Nei Volcano – che però ho comprato nuovi in un “fine serie” e quindi sono molto più “giovani” – le scritte sono incise sul corpo dell’oculare e quindi presumibilmente sono maggiormente resistenti. Il barilotto è liscio nei Meade mentre alcuni dei Volcano (da ciò che si legge sono queste le versioni più recenti) hanno incisa sul barilotto una scanalatura per evitare che sfuggano dal porta oculari, all’altezza della vite di fissaggio di quest’ultimo.
Ovviamente la molto maggiore età media delle due serie gioca a sfavore dei Meade nella prova, in quanto si tratta di oculari molto usati e con molti anni, mentre i Volcano sono quasi nuovi come detto. Di ciò bisogna tener conto nel valutare i risultati osservativi.
Ottica e trattamenti antiriflesso
Questi oculari dovrebbero essere tutti Ortoscopici di Abbe con design di quatto lenti in due gruppi (1-3). Non avendoli però mai smontati (per il momento) non posso esserne certissimo.
Il campo visivo apparente dichiarato dai costruttori è di 45° per i Meade Series 2, che nelle pubblicità del 1979 sono definiti “excellent 4-element high resolution optics … razor sharp 45° field”. Per i T-Japan Volcano Top dovrebbe essere all’incirca uguale. E’ curioso che i Meade “Series 1” ortoscopici commercializzati negli anni precedenti (catalogo del 1975 e 1977) sono somigliantissimi ai “Volcano Top”…
I trattamenti sono definiti come “Multi-Coated” per i Meade Series 2. Per i T-Jap VT il 12,5 mm che ho riporta la sigla “MC”.
Confronto al telescopio
Le osservazioni sono state effettuate in una sera di seeing medio, intorno a III della scala Antoniadi, (5/10 con momenti di 6/10), e trasparenza elevata.
Partiamo dai 12,5 mm, le focali più lunghe tra quelle considerate nella prova, che sullo Zeiss forniscono 60 ingrandimenti. Per entrambi l’estrazione oculare è dignitosa, quasi comoda considerando il genere di oculare, ma non faccio testo perché non porto occhiali e non patisco neanche gli oculari più “estremi”, che non mi infastidiscono. Il campo apparente è leggermente superiore nel Meade Series 2, circa 2-3° direi, anche se non l’ho misurato precisamente.
L’apparenza iniziale, il “colpo d’occhio”, dà l’impressione che il Volcano sia decisamente più nitido ed inciso sulla Luna, mentre il Series 2 ha un aspetto più “slavato”. Il colore è di un bianco puro sul Volcano, mentre l’altro sembra essere più avorio-crema. Il cromatismo, che sugli oggetti luminosi non può mancare col doppietto acromatico, è quasi assente nel Volcano, appena percepibile sul bordo esterno del nostro satellite. Più rilevante è invece, sempre nella stessa area, nel Meade, e una notevole areola violetta si stacca dalla Luna verso il cielo. Giove appare in entrambi molto simile, anche qui con un bell’aloncino violetto… Il cielo appare più scuro, direi proprio nero, nel Volcano, un po’ meno contrastato nell’altro.
Dal punto di vista dell’incisione, che poi è il vero discrimine per gli ortoscopici, parlando della resa al centro del campo visivo, il Volcano dà una impressione di maggiore contrasto sulla Luna, davvero “razor sharp” come si dice, anche se con il basso numero di ingrandimenti forniti sul telescopio della prova – che ha una focale di soli 750 mm – è difficile arrivare a distinguere le differenze tra i due oculari su dettagli che comunque appaiono molto piccoli. Su Giove i due oculari sembrano ancora più simili, e già mostrano diversi dettagli sulla SEB e sulla NEB, il seeing solo discreto.
Ho verificato la correzione ai bordi dei due oculari, che è pressoché perfetta, nitidissima fino al limite del campo, per il Volcano che mi è sembrato da questo punto di vista decisamente notevole. Sulla Luna questa qualità è particolarmente apprezzabile perché tutto il campo è perfettamente corretto. Non altrettanto si può dire per il Meade, che a partire da circa l’80% del campo vede l’immagine degradare notevolmente fino ad essere completamente “impastata”. in questa parte del campo visivo il fuoco non si riesce a raggiungere in alcun modo, l’immagine è completamente inintellegibile. Si paga quindi in questo modo (e caro!) il maggior campo apparente, che di fatto per questa ragione non ha alcuna utilità.
Nel Volcano non sono visibili immagini fantasma o riflessi particolari. Nel Meade invece osservando Giove appare in alcune posizioni dell’occhio una immagine fantasma di dimensioni circa doppie rispetto a quelle del pianeta, dovuta forse al differente trattamento antiriflesso o a una peggiore opacizzazione dell’interno.
Passiamo ora ad esaminare i 9 mm. Il campo apparente è identico in entrambi, e dovrebbe corrispondere ai 45° dichiarati. Per entrambi l’estrazione oculare è ancora accettabile e pari a doversi millimetri. Anche qui l’impressione iniziale sulla Luna è che il Volcano sia più nitido ed inciso, con il concorrente che presenta un aspetto sempre un po’ “slavato”. Il colore è di nuovo bianco sul Volcano, e più avorio-panna per il Meade. Il cromatismo pare identico nei due oculari, con un aloncino violetto sul solo bordo esterno del nostro satellite, che però per il maggiore ingrandimento rispetto ai precedenti (83x) disturba meno in quanto spesso osservando il bordo è fuori campo. Guardando Giove i due oculari si somigliano molto come resa, e presentano all’incirca la stessa aberrazione cromatica e lo stesso aspetto generale. Anche qui il cielo appare più scuro nel Volcano.
Il contrasto e il livello di dettaglio sulla Luna sembra molto simile in entrambi i casi. Su Giove i due oculari sembrano ancora più simili, con una leggera prevalenza del contrasto e del livello di dettaglio sul Meade. Ho provato a confrontarli in questo caso anche con il Series 2 Meade MA 9 mm, sempre T-Japan ma di diverso disegno ottico (Modified Achromat, con solo tre lenti in due gruppi, 1-2), che contro ogni mia aspettativa ha una resa molto simile agli altri due. Ne ho tre diverse versioni (di cui ho parlato in un precedente post), che si equivalgono nell’osservazione.
Anche in questo caso ho confrontato la correzione ai bordi dei due oculari OR, che non perde qualità fino a circa il 90% del campo per il Volcano che lascia qualcosa solo proprio nella vicinanza del bordo campo. In questo caso sembrerebbe essere una aberrazione sferica, perché focheggiando leggermente questa parte estrema del campo va a fuoco, ma diversamente dal resto. Molto peggio performa il Meade, che già a partire da circa il 60% del campo vede l’immagine degradare fino ad essere completamente fuori fuoco a partire da 3/4 del campo visibile. Anche qui cambia la messa a fuoco, ma si riesce a raggiungere anche se ai limiti del campo è molto lontana da quella del centro campo (probabilmente aberrazione sferica). In entrambi i “9 mm” non sono visibili immagini fantasma o riflessi particolari né osservando la Luna né osservando Giove.
Salendo ancora di ingrandimenti troviamo la coppia di 6 mm, che hanno un campo pressoché identico e che sono tra l’altro sostanzialmente parafocali. In questo caso le differenze tra i due oculari sono minime, un po’ in tutte le prove. L’aspetto generale è simile, meno nitido e “razor sharp” che con le focali inferiori – probabilmente a causa del seeing della serata non certo ottimale. Il solito cromatismo del doppietto acromatico è leggermente meno evidente nel Volcano Top, ma a queste focali non infastidisce assolutamente.
Il dettaglio all’osservazione sulla Luna (ci ho perso parecchio tempo, cercando particolari diversi come rime, ombre e piccoli crateri, paragonando “in parallelo” i due oculari) sembra assolutamente paragonabile nei due, che a volte sembrano essere proprio lo stesso oculare (e forse…). Ho paragonato questi due al Baader Genuine Ortho 6 mme al TS OR 6 mm, per quanto riguarda la risoluzione sulla Luna e su Giove. Il Baader stacca in pulizia dell’immagine e contrasto entrambi (Volcano e Meade Series 2), mentre il TS è leggermente inferiore a tutti gli altri tre. Si tratta comunque di ottimi oculari in tutti e quattro i casi, le differenze sono minime anche se percepibili.
Su Giove a sud della SEB ho osservato altre due bande sottili, meglio osservabili con il Volcano che le “stacca” meglio dalle zone circostanti. Il limite del seeing della serata non permetteva di andare oltre, ma nei momenti migliori il Volcano sembrava far distinguere meglio contrasti di intensità e colore tra le diverse parti delle bande. Il cromatismo non sembra influenzare molto la risoluzione del telescopio, che sembra notevole soprattutto considerando il diametro di soli 11 cm! In questo caso il Baader non sembrava così superiore come sulla Luna.
Il Meade OR 6 mm mostra una immagine fantasma guardando Giove simile a quella osservata anche in altre focali. Il Volcano non mostra nessuna, e il fondo cielo è nettamente più scuro, segno di ottima opacizzaz one interna.
Infine i 4 mm, che sullo Zeiss C 110/750 arrivano a 187 ingrandimenti. Ho provato anche a “forzare” anche se con seeing non eccezionale, con le barlow Meade 2x Acro #140 Series 4000 e la barlow Baader della Q-Turret 2,25x (che arriva a 420 ingrandimenti, quasi quattro volte il diametro del telescopio…), approfittando dei pochi momenti di maggiore stabilità dell’immagine.
Del Meade 4 mm avevo sottomano due esemplari, che stranamente avevano campo apparente leggermente diverso (circa 2-3° direi, ma percepibile), con uno dei due avente campo pressoché identico al Volcano, e l’altro campo un poco inferiore. Nel confronto a parte questo particolare non ho trovato quasi nessuna differenza tra i due Meade, esteticamente identici (anche se uno ha perso l’etichetta… ed è quasi venduto).
La estrazione oculare è limitata ma ancora accettabile, ovviamente se non si portano occhiali, e non “estrema”, soprattutto nel Volcano che è percepibilmente più comodo.
Come al solito il Volcano Top dà una impressione generale di maggiore nitidezza (che non ho osservato solo nel 6 mm come detto, che pare identico al “cugino” più vintage) e un colore della Luna più bianco, mentre i Meade sembrano più “panna”. Il cromatismo in questo caso è poco percepibile, anche su Giove, e leggermente maggiore nel Meade. Il Meade ha solo un accenno di immagine fantasma su Giove, che si nota solo in poche posizioni dell’occhio e tende a scomparire immediatamente (nelle altre focali, dove segnalata, è più persistente).
Il livello di risoluzione anche in questo caso è pressoché identico, sia sulla Luna sia su Giove, e le differenze sono poco evidenti e non a senso unico (qualche volta sembra meglio l’uno, qualche volta l’altro). Su Giove il Meade sembra rendere qualcosa di più in termini di contrasto. Per “mettere alla corda” queste focali più corte probabilmente serve una serata con seeing decisamente migliore, e forse in quel caso le eventuali differenze potrebbero emergere con maggiore chiarezza.
Per curiosità ho provato insieme a questi due anche un Bushnell OR 4 mm Japan vintage, che è risultato avere un campo apparente più ampio e sembrerebbe anche in termini di risoluzione di essere addirittura migliore degli altri due… Anche qui approfondimenti e prove in serate di seeing migliore vanno assolutamente effettuati, ma la cosa è molto promettente. Ne ho anche un altro da 24,5 mm di diametro degli anni ’60 o forse anche addirittura ‘50, si preannuncia una ulteriore serata decisamente interessante…
Come detto nonostante il seeing non certo ottimo ho provato a tirare un po’ gli ingrandimenti sulla Luna, nei momenti (pochi) migliori. Bè…. WOW! Nonostante il limiti dell’atmosfera l’immagine resta nei pochi momenti di calma moooolto dettagliata, non perde nulla in termini di risoluzione, e si capisce che l’ottica è davvero di grande qualità! Penso che in condizioni più favorevoli ci si potrà davvero divertire. Anche in questo caso i due T-Japan cugini da 4 mm (e anche quelli da 6 mm) sono del tutto paragonabili.
Prezzi
A proposito di prezzi, i Volcano Top mantengono un valore elevato sull’usato, anche perché chi li ha se li tiene, e si vedono poco nei mercatini, direi tra i 55 e i 90 euro (anche se un buon affare è sempre possibile). I miei li ho trovati pochi anni fa nuovi da un ottico svizzero che aveva penso gli ultimi disponibili del mondo… E mi ha scucito più di 100 euro l’uno. I Meade Series 2 si vedono pochissimo in giro (se ne trova ogni tanto qualcuno su Ebay negli USA), ma come gli altri ortoscopici di altre marche mantengono comunque un buon valore nell’usato.
Conclusioni
In conclusione, i Volcano Top sembrano in media primeggiare sui parenti più vintage, ma le differenze non sono così grandi – soprattutto nelle focali corte – e anche i secondi rimangono ottimi oculari. Vista l’età ultradecennale va considerato sempre che anche la conservazione più o meno attenta e lo stato d’uso contano. Le pochissime impressioni pubblicate anche negli USA su questi oculari Meade ormai “storici” dicono più o meno le stesse cose, anche se i giudizi a volte sono contrastanti (difficile dire se per effettive differenze di qualità nella produzione o piuttosto nella conservazione delle ottiche), ma comunque in genere vengono valutati positivamente. Non tutto ciò che è vintage è di buona qualità, ma in questo caso si tratta di oculari certamente consigliati, e il marchio T-Japan non mente! Almeno questa è la mia opinione, e comunque mi sono divertito a provarli
Alla prossima…
Astrofilo dal 1978, quando aveva 13 anni, in gioventù ha pubblicato alcuni articoli sulla rivista “L’Astronomia” ed è stato collaboratore della Sezione Pianeti dell’UAI, dell’ALPO e della SAF (SocietéAstronomique de France). È Dottore di ricerca in Ecologia, è stato Presidente Nazionale della LIPU dal 2003 al 2011, Direttore del Parco Nazionale della Val Grande, del Parco Nazionale del Circeo e dell’Agenzia Regionale dei Parchi della Regione Lazio. Attualmente è Professore a contratto in Diritto e Legislazione Ambientale presso l’Università Sapienza di Roma e Dirigente dell’Agenzia Regionale del Turismo della Regione Lazio, dove lavora tra l’altro allo sviluppo di un programma di Astroturismo. È appassionato di osservazione lunare e planetaria e della storia del dipartimento Astro della Zeiss. Cura la pagina Facebook https://www.facebook.com/groups/ZeissAstro e il sito www.astrozeiss.it
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