Torrette binoculari a confronto: Denkmeir, vs Celestron vs Astrotech
Questa che leggerete è la comparativa tra le torrette binoculari Denkmeier, Celestron Ultima e Astrotech. Scrissi questa recensione nel mese di Maggio del 2006, le opinioni descritte derivano dalla qualità dei prodotti e dalla esperienza acquisita in quel periodo.
Chi ha avuto modo di osservare in un binocolo di qualità, avrà notato come la visione sia tridimensionale e più rilassante rispetto a quella fornita da un comune telescopio. Grazie ai visori binoculari, anche conosciuti come torrette binoculari è possibile percepire le sensazioni appena citate, anche attraverso il telescopio, potendo godere, nel contempo, di ottime visioni ad alti ingrandimenti.
Per questo motivo ho deciso di comparare tre torrette binoculari, differenti, per prezzo e prestazioni. La prima è prodotta dall’azienda americana Denkmeier, e mi è stata inviata dalla Aleph di Gianluca Carinci, è stata battezzata “ kit Big Easy” perché comprende uno sdoppiatore binoculare Denk Std e vari accessori.
La seconda torretta è una Celestron serie Ultima, inviatami da Daniela Brambati di Auriga Spa di Milano, mentre la terza torretta, nata in casa William Optics è stato messo a disposizione da Astrotech Srl ed è venduta insieme con tre validi accessori.
L’osservazione binoculare
Prima di parlare delle peculiari prestazioni di queste torrette binoculari, mi pare doveroso premettere le mie impressioni che accomunano la maggior parte di questi sistemi, analizzati nel corso degli anni.
Poiché il loro schema ottico, divide (quasi) perfettamente il fascio di luce proveniente dalla sorgente osservata, si potrebbe presumere che la luminosità, nella fase osservativa, come erroneamente è stato asserito da molti autori, sia dimezzata. In realtà, grazie all’integrazione delle immagini operata dal nostro cervello la diminuzione della luminosità è del 30-35%.
Le osservazioni degli oggetti del sistema solare, beneficiano particolarmente della visione binoculare: ammirando la superficie lunare è agevolmente percepibile la tridimensionalità delle formazioni osservate. Ho notato, ad esempio, come siano riconoscibili, con maggior chiarezza, i dettagli al limite della risoluzione e le differenti variazioni di albedo della superficie selenica.
Giove, Marte, Venere e Saturno hanno sempre sfoggiato più particolari rispetto a quelli mostrati da un singolo oculare, seppur ottimo. Ricordo, per esemplificare, di aver osservato, senza impegno, alcuni WOS e festoni giovani, distinguibili, senza visore, solo in condizioni atmosferiche molto favorevoli. Gli oggetti celesti, appaiono inoltre, più grandi rispetto all’ingrandimento fornito, circa il 20% in più.
Nelle serate contraddistinte da una fastidiosa turbolenza sono maggiormente visibili i dettagli planetari, si nota, inoltre, un minor affaticamento della vista: questo concede, sessioni osservative più prolungate.
In certi casi, osservando attraverso dei rifrattori acromatici, ho appurato come lo spettro cromatico sia meno percettibile rispetto alla visione ottenuta con un solo occhio, ritengo che questa caratteristica possa dipendere, oltre che alla diminuzione della luminosità anche all’ulteriore rifrazione dei prismi.
È ovvio che tutte le sensazioni appena citate sono meramente soggettive: le reazioni del sistema occhio-cervello, infatti, variano da persona a persona. Alcuni astrofili, che hanno avuto modo di osservare con me, mi hanno confermato, in antitesi alle mie impressioni, che la visione binoculare, cancellasse le fastidiose miodesopsie (mosche volanti) come se il loro cervello, eliminasse i dettagli dissimili fra un occhio e l’altro. (attualmente le percepisco anche io. N.d.A.)
Rammento che anche la forma del volto di chi osserva è fondamentale nella scelta della torretta binoculare e degli oculari.
Chi possiede una distanza interpupillare “corta” e un naso “importante”, toccherà contro lo scafo di molti modelli d’ oculare, provocando fastidiose vibrazioni che inficeranno la qualità della immagine, soprattutto ad alti ingrandimenti. Per questo motivo ritengo che la scelta della torretta e degli oculari non possa basarsi unicamente sul prezzo di acquisto.
Gli unici fattori negativi oltre alla richiesta “di fuoco” sopraccitata, consiste, in certi casi, nell’utilizzo del diagonale che spesso provoca uno sbilanciamento del telescopio e genera vibrazioni a causa del peso quando utilizzato con una montatura appena sufficiente a sostenere il tubo ottico.
Inoltre la torretta binoculare deve essere perfettamente collimato dato che dovrà fondere perfettamente le immagini ad alti ingrandimenti.
Denkmeier STD
La torretta binoculare Denk Std è un ottimo compromesso tra il prezzo d’acquisto e le eccellenti prestazioni. La costruzione ottica e meccanica si è rivelata d’alto livello: i prismi a facce piane di vetro BK7, presentano una finestra ottica di 26 mm effettivi, il trattamento anti-riflesso è al Fluoruro di Magnesio (MGF2), mentre il sistema di fissaggio degli oculari avviene attraverso due comodi anelli auto-centranti. La verniciatura è di ottima fattura e sono facilmente percettibili i grani per la collimazione dei prismi. Il peso è di circa 600 grammi, mentre è possibile variare la distanza interpupillare dai 50 mm ai 75 mm. La messa a fuoco è molto dolce e precisa.
Il sistema che ho avuto modo di testare prende, come già scritto, il nome di Big Easy, e comprende, oltre al visore binoculare, una serie di adattatori e un raccordo OCS di 31.8mm. V’è da dire che il pregio della Denkmeier è quello di fornire all’utente i raccordi specifici richiesti esulando dai due kit disponibili. Oltre a quest’allestimento, infatti è disponibile il Power Cross Switch dotato di un OCS inseribile tramite slitta a scorrimento montata sul nasello.
Cambiando raccordo è, inoltre, possibile collegarlo ai sistemi a due pollici. Queste caratteristiche concedono una perfetta universalità con varie configurazioni ottiche: di fatto, ho utilizzato questa torretta binoculare con profitto con vari strumenti quali Maksutov Cassegrain, Schmidt Cassegrain, Newton e rifrattori apocromatici, senza avere alcun problema di messa a fuoco. Il sistema, che ho utilizzato, prevedeva la possibilità di amplificare, sino ad un valore pari a 2.5X e di demoltiplicare sino ad un fattore di 0.66X. Grazie al sistema di cilindri smontabili è possibile trovare facilmente una perfetta messa a fuoco con la configurazione ottica posseduta. Ricordo, infatti, ai lettori che per utilizzare tutte le torrette binoculari sono richiesti, in media, 10 cm di fuoco per questo motivo, salvo quando utilizzati con gli Schmidt Cassegrain ed alcuni Maksutov Cassegrain è indispensabile, avvalersi, dei kit forniti dalle aziende produttrici o delle comunissime lenti di barlow 1.5X-2.5X.
Osservando con la Denk Std posso confermare di aver percepito tutte le qualità sopra-esposte, coadiuvate anche da un’ottima collimazione. Questa torretta binoculare è molto luminosa, grazie ai prismi di qualità e alla loro ampia finestra di 26 mm è stato un vero piacere osservare gli oggetti deep sky. I prismi così grandi sono la reale differenza rispetto ai visori più economici: attraverso un Vixen R200SS la Nebulosa di Orione ha svelato oltre alle quattro componenti del Trapezio anche le due stelle E ed F. La tridimensionalità delle immagini è stupefacente anche osservando le galassie più luminose e gli ammassi stellari. Si sono rilevati molto performanti anche gli oculari di 21mm, con trattamento Fully Multi Coated, che l’azienda americana ha progettato specificatamente per i propri visori binoculari. Questi accessori, concedono un campo apparente pari a 65 gradi e forniscono immagini luminose e contrastate. Confrontati, singolarmente con un oculare Celestron Axiom e un oculare Ed di 21mm Made in China, hanno mostrato una minore distorsione ai bordi e un fondo cielo più scuro.
La Denk Std mi ha piacevolmente stupito anche nell’osservazione lunare e planetaria, fornendo delle immagini definite della luna, del sole e dei pianeti: stupefacente la visione della Rupes Recta, della Rima Birt e l’alba sugli Appennini lunari. Ho avvertito spesso un vero e proprio senso di vertigine, osservando la superficie lunare, come se mi trovassi sul bordo di un precipizio e i crateri fossero situati trecento metri più in basso.
In sintesi penso che la Denkmeier Denk Std sia una torretta binoculare di buona qualità, luminosa e valida sia per le osservazioni deep sky che per quelle lunari e planetarie. Voto 9
Celestron Ultima
La torretta binoculare dell’azienda americana, mi è stata consegnata dall’importatore nella sua valigetta di alluminio, completamente rivestita di materiale spugnoso, insieme con due coppie di oculari: la prima della serie Vixen Lantanio e la seconda della più economica serie Celestron X-Cel, non comprese nella dotazione di serie, ma ideali per consentirmi di verificare al meglio le sue prestazioni.
Lo scafo d’alluminio è stato ricoperto usufruendo d’una vernice nera che mi è parsa un poco delicata e che contrasta piacevolmente con il caratteristico logo aziendale color arancione. I lati sono rivestiti con una copertura di plastica anti-scivolo. I prismi, composti di vetro Bak4, dotati di trattamento FMC (Fully Multi Coated) presentano un diametro di poco inferiore ai 20 mm, mentre il fissaggio degli oculari è affidato a delle viti che possiedono una testa zigrinata ma poco spessa, che non consente di fissare agevolmente, gli oculari con uno scafo esterno sovradimensionato e di operare con sicurezza, quando si indossano i guanti invernali. La regolazione della distanza interpupillare è compresa fra i 55 mm ed i 75 mm, mentre è possibile regolare la scala diottrica di 5 punti, attraverso una comoda scala graduata.
Come anticipato, a causa del minimo diametro dei prismi, la resa nella osservazione del cielo profondo è appena sufficiente anche con strumenti di 20-25 cm: ho osservato pochi oggetti celesti, traendo soddisfazione solamente dalla notissima Nebulosa di Orione (M42) e da un paio di ammassi stellari molto luminosi. Se la supremazia della torretta binoculare Denkmeier, in questo specifico campo osservativo è schiacciante, si ridimensiona nella osservazione della luna e dei pianeti più luminosi, ove la Celestron Ultima ha fornito delle piacevoli immagini, anche se a parità di oculari, il contrasto, la luce raccolta e la resa dei colori è lievemente inferiore. Queste differenze sono però maggiormente percepibili osservando Giove, mentre mi sono parse quasi ininfluenti nell’ osservazione della superficie lunare.
La tridimensionalità delle immagini e la facilità con la quale è possibile compiere delle osservazioni prolungate percependo, nel contempo, anche in questo caso maggiori dettagli lunari e planetari mi hanno fatto dimenticare la visione monoculare. Ho apprezzato sufficientemente la resa degli oculari di casa Vixen, seppure la loro lunga focale mi abbia concesso di sfruttarli unicamente nelle serate prive di turbolenza, forse mi sono sembrati poco contrastati a causa della loro configurazione ottica multi-lente. Credo che la serie di oculari X-Cel sia preferibile per il prezzo di acquisto e le buone prestazioni che anche se è preferibile l’acquisto di un paio di oculari che forniscano un maggiore contrasto, tipo i classici ortoscopici.
In sintesi: il Celestron Ultima è una valida torretta binoculare che concede delle buone prestazioni nella osservazione lunare e planetaria, da non considerare però per le osservazioni Deep Sky ove è consigliabile l’acquisto di una torretta binoculare con i prismi di maggior diametro. Voto: 7
William Optics
La torretta binoculare William Optics è venduta in una pregevole scatola di cartone, il cui interno è composto di gomma scura sagomata, in grado di proteggere perfettamente, oltre allo visore binoculare anche due oculari e una piccola lente di barlow 1.6x, il panno per la pulizia delle ottiche e la garanzia della casa produttrice.
L’esterno della torretta binoculare è bianco, con una verniciatura multi-strato a buccia di arancia che si è rilevata resistente ai piccoli graffi, fa bella mostra di sé, il logo bianco e rosso dell’azienda situato sullo scafo sinistro. I prismi sono composti di vetro Bak4 e ottimizzati con il trattamento FMC (Fully Multi Coated), il loro diametro è di 20.2 mm, mentre la regolazione diottrica è compresa tra i 54mm e i 75mm. Il sistema di fissaggio degli oculari è affidato a due viti con un comodo pomello circolare zigrinato, molto affidabile, l’anello interno che evita i decentramenti degli oculari per errato fissaggio.
I due oculari di 20mm, presentano un campo apparente di 66 gradi e forniscono delle discrete prestazioni ed un buon contenimento delle luci parassite, solo sufficiente la resa della barlow 1.6 X. Su ogni tappo è presente l’etichetta che evidenzia il passaggio del controllo di qualità di ogni accessorio. Dei tre sdoppiatori questo è quello dal rapporto “prezzo- prestazioni e dotazione”, migliore, seppur, ovviamente non sia in grado di raggiungere l’eccellente luminosità del visore Denkmeier nelle osservazioni deep sky. Il diametro dei suoi prismi è però adeguato a concedere l’utilizzo degli oculari di 20 mm, che permettono di fornire, quando usati con un telescopio di almeno 20cm, una sufficiente visione della Nebulosa di Orione e delle galassie più luminose, come ad esempio M31.
Nella visione lunare è planetaria è simile alle prestazioni fornite dalla torretta binoculare Celestron. Avvalendomi ci di uno Schmidt Cassegrain di 20 cm, durante l’osservazione del pianeta Saturno ho apprezzato, la divisione di Cassini e della GRM di Giove, anche in presenza di un seeing mediocre; è fattibile, inoltre, ammirare le rime lunari e le differenze di albedo dei mari che richiedono una certa attenzione e fatica se analizzate con un solo occhio. Il contrasto è migliorabile facendo uso di un kit d’oculari più performanti, rispetto a quelli forniti di serie, come ad esempio, gli ortoscopici della Baader o i nuovi oculari planetari della Burgess; anche l’utilizzo del moltiplicatore 1.6x non permette di raggiungere le prestazioni ottenibili con una lente di barlow apocromatica.
Ciononostante, ritengo pregevole l’intenzione di William Optics di fornire un sistema completo e dalle discrete prestazioni a un prezzo davvero abbordabile: se il diametro dei prismi fosse di almeno 23 mm, questa potrebbe essere una scelta davvero ineguagliabile anche per gli amanti del Deep Sky che vogliono entrare nel mondo delle torrette binoculari.
In sintesi: si tratta di una interessante torretta binoculare, leggera di soli 500 gr, sufficiente per alcune osservazioni deep sky e buona per quelle degli oggetti del sistema solare: completa la dotazione: voto 8+
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.