NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

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GIANNI MERLINI
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NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

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NON PERDIAMO…..LA BUSSOLA !
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PREFAZIONE
Prendo le mosse da due 3d, apparsi sul forum “Introduzione all’orientamento ed alla navigazione a piedi”, aperto da Specola nel gennaio passato, ed alle “Bussole militari millesimali” aperto da Enotria nel giugno 2012, per parlare anch’io di bussole, facendo un piccolo confronto fra i tanti modelli presenti sul mercato, il cui prezzo varia da pochi denari per quelle “giocattolo”, a qualche centinaia di euro per quelle professionali e specialistiche.
Premetto subito che nei 3d sopra citati si faceva riferimento a due link che sono di grande utilità per comprendere l’uso della bussola e di altri strumenti per l’orientamento.
Il primo potrebbe definirsi un trattato completo ed approfondito, di ben 183 pagine:
http://www.msmountain.it/varie/attrezza ... ssola.html,
il secondo è un simpatico articolo, quasi una piccola guida di “prima infarinatura”:
http://www.specola.altervista.org/alter ... UTDOOR.pdf.
A questi rimando per una puntuale e precisa informazione tecnica.

LA BUSSOLA
Cosa è una bussola? E’ uno strumento semplice (ago magnetizzato, libero di ruotare su un perno) che indica una direzione stabile (nord magnetico), cioè (quasi) sempre un punto di riferimento fisso. Tutto qui: e qualunque bussola, dalla più economica a quella più costosa, non fa altro che questo! E’ tutto il “contorno” che influisce sul prezzo e sulle prestazioni. E’ dal “contorno” che questo strumento prende il nome, perché anticamente nel Medio Evo l’ago magnetico veniva alloggiato in una scatoletta di legno di bosso (o bossolo), duro e resistente anche alle intemperie: da qui il nome.
Un ago magnetizzato appeso ad un filo sottile o poggiato su una foglia galleggiante sull’acqua mi danno la direzione del nord magnetico. Ma questo non basta per potermi orientare con sufficiente sicurezza: e neppure la bussola più costosa mi darà utili indicazioni se non accompagnata almeno da una carta topografica della zona.
Ma bussola e carta, con l’ausilio di qualche altro piccolo accessorio di infimo costo, potranno dirmi con notevole precisione dove mi trovo, dove vado, se troverò ostacoli sul percorso, se raggiungerò la meta prefissata, e qualunque altra informazione per andare senza problemi dal punto di partenza a quello di arrivo.
Si può obiettare che siamo nell’era del’elettronica e che sono già stati realizzati sofisticatissimi GPS cartografici che possono ugualmente fornire tutti i dati richiesti: ma non dipendere dalla carica delle batterie, dalla posizione dei satelliti, dalla precisione o meno della cartografia caricata sullo strumento, costituisce un indubbio vantaggio che la bussola può darmi in ogni situazione. Potrebbe sembrare strano ad un principiante, ma è ben noto che i migliori escursionisti si affidano più alla bussola che al GPS.
Certo bisogna sapere utilizzare bene una bussola, anzi la propria bussola, per sfruttarla appieno, conoscere quali dati è in grado di fornire e con quanta approssimazione.
E’ quindi dall’esame delle varie bussole che possiamo dedurre quali dati possiamo ottenere e come sfruttare al meglio lo strumento.
Escludendo le “bussole di bordo” fisse sulle imbarcazioni, che non riguardano la nostra attività outdoor, cinque sono, in commercio, i tipi fondamentali di bussola: 1) a bottone, 2) da tasca, 3) da rilevamento, 4) da carteggio, 5) ibride.

LA BUSSOLA “A BOTTONE”
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Poco più che un giocattolo questi strumenti, dal diametro di un paio di centimetri, si trovano spesso incorporate nei cinturini da orologio, su fischietti d’emergenza, o come ciondoli di portachiavi: quasi sempre l’ago è contenuto in una “rosa” circolare, con indicazione sommaria dei gradi (1 tacca = 10°), con o senza liquido all’interno della capsula. Di bassissimo costo, hanno il difetto, col tempo, di perdere il liquido con formazione di bolle d’aria che rallentano o addirittura impediscono la rotazione della parte magnetica.
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Quella fotografata ( purtroppo ricca di bolle d’aria) l’ho applicata ad un cinturino sulla custodia in pelle del mio Victorinox Swisschamp XLT, solo per avere una qualche indicazione d’emergenza. Può essere utile al massimo per orientare la carta, o per un rilevamento molto grossolano. Conviene sostituirla non appena manifesta i primi segni di decadimento funzionale. Andrea mi ha ricordato che, durante l’ultima guerra mondiale, bussole “a bottone” venivano costruite dai soldati nei campi di concentramento, o addirittura facevano parte della dotazione di certi reparti aviotrasportati o dei piloti, nascoste dentro ad un bottone dell’uniforme, così da non essere scoperte in caso di perquisizione: venivano chiamate” bussole di fuga”. Per maggiori informazioni http://compassmusum.com/esc/esc.htm

LA BUSSOLA” DA TASCA”
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Ricorda nell’aspetto un vecchio orologio “a cipolla”, essendo costituita da una cassa metallica con relativo coperchio: sul fondo è riportata la scala graduata (1 tacca = 5°); è senza liquido e quindi l’ago impiega un po’ di tempo a stabilizzarsi; Sul lato della cassa è sistemato il meccanismo della leva per bloccare l’ago: poggiata la bussola su un piano ed allineata alla bell’e meglio la linea Nord-Sud verso la meta, si blocca l’ago per memorizzare l’angolo di rotta. Graziosa da vedere, assolutamente di default nel corredo del boyscout, ma tutto sommato di scarsa utilità pratica, anche se il costo è più elevato di quelle “ a bottone”.
In questa categoria possono rientrare quegli orologi da Outdoor, che -fra le tante funzioni- comprendono anche la bussola elettronica, come ad esempio i Casio PROTREK ( e gli ormai usciti di produzione SEA PATHFINDER).
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Questi orologi, che mostrano contemporaneamente sul quadrante sia l’indicazione del Nord magnetico, sia i gradi dell’azimut (vedi più avanti), sia la direzione sulla rosa dei venti ( es. NNE Nordnordest), consentono la lettura dei gradi per un certo tempo prestabilito dall’utente ( intervalli di 10’’), poi sul display resta visualizzata l’ultima indicazione. Con un po’ di pratica è possibile anche rilevare l’azimut di un oggetto, con un errore di pochissimi gradi. Può succedere che, “spippolando “ con i vari pulsanti, si mandi fuori taratura i sensori di direzione: è allora necessario - seguendo le semplici istruzioni del libretto- effettuare la “taratura bidirezionale”, più che sufficiente a ripristinare la funzionalità della bussola: per una maggiore sicurezza si potrà poi fare anche quella verso il nord. Le bussole elettroniche sono particolarmente sensibili alla eventuale inclinazione dello strumento, per cui per avere valori affidabili è opportuno che siano tenute quanto più possibile “livellate” in piano.
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Un particolare tipo di “bussola da tasca da rilevamento” (altresì conosciuta come”bussola a traguardo a periscopio interno") è quella che nonostante le contenute dimensioni offre una lettura dell’azimut estremamente precisa e professionale. Sono usate indifferentemente per uso terrestre o nautico e godono di una sofisticata costruzione: sono di solito di forma ellittica, piuttosto basse d’altezza, e presentano superiormente una piccola tacca di mira (verso l’osservatore) ed un sottile mirino conico verso l’obiettivo. Subito sotto la tacca di mira, al centro della carrozzeria, è posto un piccolo oculare, per la lettura della scala, finemente segnata sul bordo (inclinato di 45°) della corona rotante in cui è inserito l’ago magnetico. L’osservatore è quindi in grado, senza ulteriori movimenti, di inquadrare il bersaglio e contemporaneamente di leggere l’azimut relativo. Costruite inizialmente dalla Suunto, a brevetto scaduto, molte altre case hanno adottato questo sistema di lettura per i loro strumenti.

LA BUSOLA DA RILEVAMENTO
Qui si entra nel gruppo degli strumenti “seri”: quelli cioè che ci possono permettere di effettuare una “vera navigazione a piedi”.
Detta anche “topografica” o “ a traguardo”ci permette di conoscere con precisione l’AZIMUT di un dato oggetto, cioè l’angolo, misurato in senso orario (N.E.S.W) da 0° a 359°, idealmente compreso fra la direzione nord (0°) e la direzione dell’oggetto mirato, avente il vertice nel punto dell’osservatore. Una sola misurazione di tale azimut non ci permette di individuare ( ancora) la nostra posizione sulla carta e quindi sul terreno: occorre trovare un altro punto cospicuo con un diverso azimut. Tracciando sulla carta le due semirette ricavate da tale rilevamento troveremo approssimativamente la nostra posizione: ulteriori diversi azimut restringeranno sempre più il margine d’errore. Non è comunque questa la sede per dilungarsi nella spiegazione approfondita dell’uso della bussola nelle operazioni di cartografia, anche se l’argomento è interessante ed intrigante: qui si vuole solo esaminare come si presenta una bussola da rilevamento, avendo accennato alla sua funzione principale.
Fondamentalmente possiamo dividere queste bussole in due categorie: quelle per uso nautico e quelle per uso terrestre: già perché per conoscere la propria posizione in mare, quando la costa è visibile, si usano particolari bussole da rilevamento.
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8 SUUNTO DA RILEVAMENTO NAUTICO BLOCCATA.jpg (63.59 KiB) Visto 13415 volte
Fra quelle nautiche, quella qui illustrata, prodotta dalla finlandese Suunto - mod. COMMANDER, ha l’impugnatura a pistola, con grilletto di blocco. Il funzionamento è elementare: mirato il punto cospicuo scelto( allineando il lungo mirino superiore) si attende un attimo che si arresti la rotazione del disco girevole contenente l’ago, si preme il blocco fermando la rotazione e con comodo si legge l’azimut. Il disco è in plastica fosforescente per la lettura notturna; la bussola è dotata di un supporto da fissare sulla consolle, con una piccola luce, che serve anche a tenere “carico” il materiale fosforescente. Il rilevamento è abbastanza approssimativo perché una tacca corrisponde a 5°, comunque in grado di fare “il punto nave”sufficientemente esatto, avendo a disposizione almeno quattro punti di riferimento.
E’ giusto segnalare che l’azienda italiana Riviera produce una bussola prismatica da rilevamento per uso nautico, la BPS, che ha la precisione di 1°.
Faccio una precisazione relativamente ai termini, troppo spesso confusi fra loro, “fosforescente “ e “ fluorescente”. Fosforescente è quell’oggetto interamente fatto o semplicemente verniciato con una sostanza chimica (fosforo bianco velenoso o sali alcalini di alluminio non velenosi), che reagisce alla prolungata esposizione alla luce, emettendo per un certo tempo una sua propria luminosità, ed è quindi visibile nella completa oscurità. Fluorescente, invece, è un oggetto realizzato o verniciato con una sostanza che riflette una maggiore quantità di luce di quella che riceve; si vede in modo più netto finché si trova esposto ad una radiazione luminosa, ma al buio non è visibile. Fosforescenti sono spesso le lancette degli orologi, fluorescenti i pennarelli evidenziatori.

Nel grande gruppo delle bussole per uso terrestre è bene distinguere fra le COPIE di quelle originali e quelle invece PROFESSIONALI.
Copie provenienti dall’estremo oriente, Cina in testa, sono veramente infinite, passando da alcune di qualità estremamente scadente, e che non valgono neppure i 5 o 10 euro a cui sono vendute, a quelle fatte con criterio e che davvero possono avvicinarsi alle prestazioni delle originali: il grande vantaggio delle copie è il costo “abbastanza” ridotto. Per un uso sporadico o massacrante, forse sono convenienti: se invece si vuole disporre di uno strumento al top, da usare frequentemente, ma da tenere con cura, , nonostante la maggiore robustezza rispetto alle copie, allora la spesa iniziale viene ampiamente ripagata dalla maggiore affidabilità e durata nel tempo.
Le bussole “a traguardo” si dividono costruttivamente in due categorie: quelle con “filo di riferimento” e quelle “a specchio”: nelle prime l’allineamento “occhio dell’osservatore-obiettivo” passa attraverso la tacca di mira ed un traguardo lineare posto (inciso) sul vetro della finestrella ricavata sul coperchio, alzato in verticale. Nelle seconde invece la linea occhio-obiettivo passa tramite la tacca di mira ed un mirino posto sulla sommità del coperchio a specchio: lo specchio è inclinato di 45° in direzione dell’osservatore il quale, puntando l’obiettivo, legge, contemporaneamente nello specchietto l’azimut sulla corona graduata.

BUSSOLE TERRESTRI DA RILEVAMENTO
Fra queste ultime, a detta degli esperti, due sono i costruttori di bussole al massimo livello internazionale: la ditta inglese Francis Barker & Son e la statunitense Cammenga.

BUSSOLE BARKER
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La prima azienda produce bussole per le truppe inglesi dall’inizio della prima guerra mondiale, ed attualmente è fornitrice del nostro esercito con la bussola d’ordinanza M73, e dell’esercito israeliano con la più economica M 88, che differisce dalla prima 1) per avere la scocca di alluminio aeronautico anziché di bronzo, con riduzione di peso, 2) il prisma in plastica, ma di dimensioni maggiori rispetto alla precedente, e 3) la ripartizione della ghiera, millesimale nella M73, sessagesimale nella M88.
Tutti e due i modelli della Barker hanno la cassa rotonda, senza il righello laterale, la visibilità notturna è assicurata da cinque fialette di trizio.
E’ bene precisare che solo strumenti antecedenti al 1960 potevano contenere radio, pericoloso per la salute; successivamente sono stati impiegati elementi, come il trizio (tritium h3, isotopo radioattivo dell’idrogeno), che, pur garantendo una buona illuminazione, sono solo debolmente radioattivi. Il trizio infatti è nocivo solo se ingerito od inalato, ma l’emissione radioattiva non è in grado di penetrare attraverso la pelle. Va ricordato che la durata utile delle fialette di trizio arriva al massimo a venti anni, ( le case costruttrici prudentemente dicono 12): l’eventuale sostituzione costa di più di uno strumento nuovo. Quindi non è prudente ricorrere al mercato dell’usato per questo tipo di bussole, il cui costo, “spalmato” su venti anni, ammonta a circa 6 o 7 euro l’anno!
La scala millesimale è più utile in ambito militare, per una maggiore facilità nel calcolo delle distanze, mentre per l’uso escursionistico è forse preferibile quella sessagesimale, che ha una precisione di 1°.Apro una brevissima parentesi: la scala sessagesimale è ripartita in 360° (gradi), quella millesimale in 6.400°° (millesimi o mils). Per rendersi conto della diversa precisione di lettura basti pensare che 90° corrispondono a 1600°°! Una ultima nota sui due strumenti Barker: sono quelli in assoluto che meno risentono di “inquinamento magnetico” circostante, in particolare la M73. Ritengo infine doveroso citare un piacevole articolo, scritto da Enotria, con splendide foto, sulla sua bellissima Barker: http://spazioinwind.libero.it/andrea_bo ... /queen.htm

BUSSOLE CAMMENGA
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La Cammenga è la fornitrice storica dell’esercito USA sino dai tempi del Vietnam e la bussola M27 è quella immortalata in tutti i film di guerra. E’ forse lo strumento più copiato al mondo, le cui infinite riproduzioni si possono trovare ovunque, dal Lidl alle bancarelle.
La M27 ha i riferimenti in vernice fosforescente, e quindi deve essere preventivamente ricaricata con una sorgente luminosa prima dell’uso al buio, mentre il modello gemello, H3CS, è dotato di 7 fialette di trizio, che assicurano una visione notturna pari a quella diurna.
La scocca delle due americane è identica nella forma a parallelepipedo, presentando sul lato sinistro un righello (scalimetro 1:50.000) per effettuare le misure sulla carta, anche se questa non è la sua funzione principale; la ghiera rotante,fissata all’ago per una immediata lettura, reca impresse due scale: in rosso la sessagesimale (1 tacca = 5°) in nero la millesimale (6.400 millesimi). Sono resistenti agli urti, impermeabili all’acqua ed alla polvere.

IL CONFRONTO
La differenza fondamentale fra le due marche consiste nel sistema di lettura della scala. Nella Barker un prisma ribaltabile ( e regolabile in altezza per la messa a fuoco) mostra la misura dell’angolo risultante sulla corona (prismatic system); nella Cammenga invece la lettura si effettua tramite una lente di ingrandimento sollevata di 45° (lensatic system). Sia al di sopra del prisma che sopra la montatura della lente troviamo una “tacca di mira” da allineare con il “bersaglio” tramite un riferimento lineare, “il filo di traguardo”, presente sulla finestrella del coperchio.
Identica è la modalità di utilizzo di queste bussole che in posizione di riposo si presentano compatte perché il coperchio è richiuso sopra la capsula, fornendo una notevole protezione allo strumento; si apre il coperchio, fermandolo in posizione ortogonale rispetto alla base, si ribalta in avanti il prisma o si alza la lente fino a 45°, si allinea la tacca di mira ed il “filo di traguardo” con l’obiettivo, si legge immediatamente l’angolo (azimut) sulla scala.
Come già accennato questo tipo di bussole non hanno quasi mai un ago indipendente, ma una corona, o ghiera, che incorpora l’ago; possono essere riempite di liquido (come le Barker) o essere senza liquido ma avere un sistema a frizione (come le Cammenga) per smorzare le oscillazioni. Il perno, inserito verticalmente sul fondo della capsula, sostiene il sistema rotante, che presenta al centro nel fulcro una pietra dura (zaffiro o rubino) per ridurre al minimo l’attrito: il fondo della capsula è chiuso, non presenta cioè finestre, che invece troveremo nelle bussole cosiddette ibride. Sono presenti sul mercato molte marche - oltre quelle citate- che forniscono ottimi strumenti, fra le quali voglio ricordare –indipendentemente dal tipo a filo o a specchio- la Brunton, la Geonaute, la Wilikie, la Suunto, la Kern, la Silva e l’italiana Konus, il cui modello Konustar (dotato di lettura “a periscopio”) è giustamente molto apprezzato per robustezza, grande precisione e scarsa sensibilità a interferenze magnetiche.
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LA BUSSOLA DA CARTEGGIO
Come accennato la bussola da rilevamento è progettata per operazioni di rilievo ed orientamento della marcia sul campo, ma risulta meno versatile per le misurazioni sulla carta topografica, per le quali sarebbe opportuno disporre di una bussola da carteggio.
Quest’ultima, in genere, ha una struttura meno complicata delle precedenti, essendo costituita da una base di plastica trasparente contenente una capsula, ugualmente trasparente con scala graduata rotante. Il fondo della capsula, solidale con la corona, riporta una serie di linee di riferimento; l’ago magnetico è indipendente dalla corona graduata. Sulla base in plastica sono riportate altre scale, in pollici, in centimetri, regoli per scale di più largo uso in cartografia ( 1:15000 / 1:25000 / 1:50000) ed altri accessori (lente di ingrandimento etc); spesso si trova il reticolo per la determinazione delle coordinate UTM su carte con reticolo per GPS in scala 1:25.000: sulla bussola e sulla carta cm 4 corrispondono a km 1 suddiviso in 10 segmenti da m 100 cadauno.
Purtroppo la plastica di questi strumenti è soggetta a graffiarsi facilmente ed è quindi consigliabile custodirli in un sacchetto di stoffa morbida.
Fra le migliori di questa tipologia possiamo senza dubbio considerare le “svizzere” RECTA distribuite in Italia dalla ditta KUNZI; in realtà vengono realizzate presso gli stabilimenti Suunto in Finlandia, come confermato dalla stessa Recta.
Il modello top di gamma di queste bussole è il DT 420 G con ago “global system”. Sappiamo che il nord magnetico terrestre non corrisponde al nord geografico (declinazione), e che, a seconda delle zone, la declinazione stessa è soggetta a variazioni (quasi costanti) nel tempo; la declinazione si rileva sul piano orizzontale. In alcune regioni della terra si assiste al fenomeno della “inclinazione”, cioè un’attrazione o una repulsione sul piano verticale, che costringe la parte magnetizzata dell’ago a puntare verso il suolo, o viceversa a puntare verso l’alto, bloccandone la rotazione. Per ovviare questo inconveniente è stato messo a punto un sistema di rotazione non impegnato sul perno ma su una forcella cardanica che smorza la stessa inclinazione, permettendo ovunque una corretta rotazione dell’ago: questo è il “global system”, più semplicemente indicato con una G nella sigla delle bussole.

LA RECTA DT 420 G
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Confezionata in un contenitore plastico trasparente, con un manuale di istruzioni in sei lingue, italiano compreso, troviamo la DT420G, un cordoncino rosso ed una liguetta-cacciavite piana. La garanzia delle bussole Recta è di 5 anni, come evidenziato nel dépliant.
Il manuale è sommario ma completo, di semplice lettura, ed illustra le principali funzioni della bussola e degli accessori; i disegni chiariscono bene le varie funzioni dell’apparato, destinato ad un uso professionale per coloro che hanno già un minimo di esperienza sull’utilizzo di una “b. cartografica”.
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Comunque in pochissimo tempo si prende confidenza con la bussola il cui uso diventa davvero intuitivo.
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La base ( rettangolare sui lati W,N,E e terminante a Sud con un arco acuto) misura cm12x 6 con uno spessore di mm 4, il diametro della capsula è di mm 54, circondata da una grande corona di plastica fosforescente di mm 58 su cui è riporta la scala sessagesimale con tacche ogni 2°, ben definite in modo da poter apprezzare la lettura fino ad 1°.
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Il fondo della capsula è trasparente con numerose linee di riferimento N-S, per avere un preciso allineamento fra la bussola e la carta; al centro la linea ortogonale E-W, ed in corrispondenza del Nord (0°) una freccia rossa in corrispondenza dello 0° aiuta a posizionare la ghiera rotante in posizione perfetta; dal centro della capsula al 180° i contorni della freccia sono stampati in nero. Ai lati della freccia due segmenti sormontati da due circoletti ( tracciati con vernice fosforescente) aiutano a centrare l’ago al buio; l’ago, rosso nella metà nord e bianco in quella opposta, ha un tratto fosforescente ad indicare il nord; sempre fosforescente è il triangolino (freccia) di riscontro sulla direttrice Sud-Nord al centro della base.
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In rosso lungo i lati rettangolari sono stampate le scale 1:15.000, 1:25.000 (coordinatometro con reticolo UTM), ed il righello da 3 centimetri. Più in basso il coordinatometro 1:50.000. Al centro della base una lente d’ingrandimento 2,5x e le tacche triangolari rosse ad indicare la linea di fede S-N della stessa base. Sul lato destro della base troviamo due fori misteriosi, uno circolare ed uno triangolare “per la marcatura del controllo” (Secondo Fabrizio si tratta di una specie di normografo per segnare le carte). Due piedini in silicone assicurano una perfetta aderenza dello strumento alla carta topografica sul campo.
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Un foro al vertice della parte arcuata permette il fissaggio del cordoncino rosso. La parte fosforescente e graduata della corona è posta al di sopra della base, mentre la parte all’interno, di colore nero, con l’indicazione dei soli punti cardinali, è dentellata e passante attraverso la base stessa: la dentellatura è necessaria per poter facilmente ruotare la capsula. All’interno della capsula , sotto l’ago magnetico, troviamo una lancetta nera non magnetica terminante a freccia.
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Se poniamo lo strumento su un lato, con la base ortogonale al piano orizzontale, dopo avere orientato la capsula con la linea E-W in corrispondenza del triangolo fosforescente posto sulla linea di fede della base, questa freccetta nera si posizionerà verso il basso: ruotando la bussola, tenuta sul fianco, cioè guardandola dal lato inferiore, noteremo che la base della capsula reca stampata in rosso una scala graduata da 90° W fino allo 0° in basso, e da 0° a 90°E: si vedrà che in questa posizione la strana freccetta nera indicherà lo 0° fra le due righe di contorno di quella freccia, rossa a nord e nera al sud, stampata sul fondo della capsula.
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Questo accessorio è il clinometro e serve a misurare, in gradi sessagesimali, l’inclinazione o l’elevazione, rispetto alla gravità, di un qualunque oggetto (per esempio un tetto, uno strato di roccia,una collina , una strada in salita) traguardando col il lato superiore della base. Per conoscere la percentuale basta ricordare che una inclinazione di 45° corrisponde ad una pendenza del 100%, e che una parete verticale ha una inclinazione di 90° rispetto al piano orizzontale. La capsula è riempita di liquido antistatico, per smorzare le oscillazioni dell’ago magnetico; il fulcro dell’ago Global System è in rubino. Guardando infine la bussola dal lato inferiore noteremo che nella corona nera (quella più interna) è situata una piccola vite di ottone.
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. Ruotandola, con l’aiuto della linguetta-cacciavite, è possibile modificare la posizione dell’indice Nord per compensare lo scarto indotto dalla declinazione magnetica locale. Se in alcune parti della terra la declinazione assume valori rilevanti, specie nei paesi nordici, in Italia è mediamente di 1 o 2 gradi, tutto sommato indifferente per le reali necessità di un escursionista: sulla distanza di 1000 metri l’errore non supera i m 36. Per questo motivo non ritengo necessario modificare le impostazioni originarie della bussola. Anche perché in un percorso fuori strada (off road) è necessario controllare spesso, molto prima di un chilometro, l’eventuale “uscita di rotta” del nostro cammino.
Come ho già accennato l’uso di questo strumento è davvero intuitivo: la cura e la precisione delle tacche di riferimento, sia sulla base che sulla corona della capsula, ne fanno un attrezzo altamente professionale che permette anche al neofita di lavorare sul campo con precisione e velocità. Per proteggere la bussola da eventuali graffi ho chiesto alla dolce consorte di cucire un sacchetto di stoffa abbastanza spessa e morbida.

LA BUSSOLA “IBRIDA”
Fanno parte di questa ultima categoria quelle bussole da rilevamento che sono costruite in maniera da essere anche impiegate sulla carta topografica. Indipendentemente dal materiale di costruzione, questi strumenti possono avere tutta la base in plastica trasparente o solamente il fondo della capsula trasparente, per poter allineare le linee di riferimento N-S della bussola con le linee di riferimento dei meridiani indicati sulla carta. Sono quindi strumenti “tuttofare”, anche perché uniscono contemporaneamente la praticità e la precisione del rilievo di una bussola a traguardo, alla possibilità di riportare subito sulla carta i dati rilevati, senza dover utilizzare un altro strumento. Normalmente sono bussole “a specchio”, posto indifferentemente sopra o sotto il contenitore della capsula (base). Fra le marche più prestigiose ricordiamo le Recta, le Suunto, le Silva, le Bezard, queste ultime considerate dagli esperti le “regine delle bussole a specchio".
A questa categoria appartengono quelle prodotte dalla Recta in vari modelli ( DP2 – DP6 –DP6G –DP10 ) apprezzate fra le migliori in assoluto nel settore alpinistico ed escursionistico. La particolarità di queste bussole “a specchio” consiste nella posizione della superficie riflettente, che si apre verso il basso, con un angolo di 45°.
Nate per dotare l’esercito svizzero di uno strumento robusto, affidabile e di facile uso, sono conosciute in tutto il mondo come “ le scatolette svizzere”: infatti da chiuse appaiono come una scatoletta di fiammiferi svedesi! Se la DP2 e la DP6 si possono considerare “entry level”, la DP6G ( marcata anche come DP65) e soprattutto la top di gamma DP10 sono bussole di alto livello; in particolare l’ultima che si piazza ai vertici fra gli strumenti “professionali”, raggiungendo, come vedremo, una precisione di lettura intorno ad 1/3 di grado.

RECTA DP 10
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Nella solita confezione di plastica trasparente, comune a tutte le bussole Recta, troviamo il manuale di istruzioni ed una “scatoletta” di plastica grigia con un’asola -lunga circa 40 centimetri- di cordoncino nero, fissata, in fabbrica, al centro della parte posteriore. Come quello allegato alla DT420G il manuale è in sei lingue, italiano compreso, meno sommario del precedente, comunque sempre un po’ troppo “semplicistico”: una più accurata e dettagliata descrizione dello strumento e delle relative caratteristiche sarebbe veramente preferibile. Comunque i disegni, molto chiari ed esplicativi, sono di grande aiuto per comprendere l’uso della bussola.
20 SCATOLETTE = LA SVIZZERA E GLI SVEDESI.jpg
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La scatoletta chiusa misura mm 67 x 45 x 22, ed ha un peso di soli gr 57. Questa struttura conferisce alla bussola una seria protezione contro gli urti e le cadute accidentali; sul coperchio a sinistra è stampato il logo della casa svizzera, col “quadratino” rosso nel quale risalta il triangolo bianco diretto verso la parte anteriore, mentre in basso a destra la sigla DP 10. Sul lato sinistro della scatola troviamo in rilievo un regolo di cm 6, con tacche ogni 5 mm. Sulla mezzeria longitudinale del coperchio una scanalatura contiene i riferimenti del mirino e della tacca di mira posteriore, ambedue segnati con vernice fosforescente.
21 DP 10 APERTA.jpg
21 DP 10 APERTA.jpg (136.32 KiB) Visto 13415 volte
Tirando il cordoncino nero la bussola si apre, mostrando un “cassettino", al centro del quale è situata la capsula, diametro mm 42, e lo specchio di metallo amagnetico cromato, che automaticamente si ribalta in basso a 45°. Nella parte inferiore dello specchio è stampata una ricca tabella di conversione dei gradi sessagesimali in gon (gradi centesimali), in mils (millesimi), in percentuale d’inclinazione.
23 TABELLE DI CONVERSIONE SUL RETRO DELLO SPECHIO.jpg
23 TABELLE DI CONVERSIONE SUL RETRO DELLO SPECHIO.jpg (133.36 KiB) Visto 13415 volte
Lo specchio può essere retratto nella scatolina per effettuare operazioni di carteggio o la lettura di angoli di pendenza o di elevazione. Aprendo la scatola la tacca di mira posteriore, fissata sullo sportello del cassettino, si allontana dal mirino anteriore di cm 11: si ottiene così una linea di mira di tutto rispetto, anche se la forma (un poco semplicistica) dei mirini non permette un precisissimo puntamento degli obiettivi. Sulla parte anteriore del cassettino è posto il triangolo di riferimento, anch’esso verniciato con materiale fosforescente.
24 LETTURA ATTRAVERSO LO SPECCHIO RIBALTATO.jpg
24 LETTURA ATTRAVERSO LO SPECCHIO RIBALTATO.jpg (119.32 KiB) Visto 13415 volte
Semplice ed intuitivo è l’uso per il rilevamento di un obiettivo: aperta la scatolina con lo specchio inclinato verso il basso , si traguarda il punto cospicuo o la direzione del nostro cammino, e, guardando nello specchio, si ruota la corona zigrinata (nera) fino a far coincidere perfettamente la punta rossa dell’ago con la tacca Nord della corona stessa. Ora osservando la parte superiore dello strumento si leggerà l’azimut (indicato sulla corona zigrinata) in corrispondenza del triangolo fosforescente di riferimento. Lasciata in questa posizione la corona zigrinata, anche dopo aver richiuso la scatoletta, resterà “memorizzato” l’angolo di rotta.
La capsula rappresenta il “pezzo forte” di questo strumento: l’ago è incorporato in una corona circolare graduata sul lato superiore, ed il fulcro, rosso come nel precedente modello DT420G, è in rubino; a questo proposito va precisato che nelle specifiche “commercial" di questi modelli si trova stranamente scritto che il fulcro è in zaffiro. In realtà il rubino (rosso) e lo zaffiro (blu) sono due varietà, di colore diverso, dello stesso composto chimico, il corindone, che è un ossido di alluminio (Al2O3) allocromatico, con durezza appena inferiore al diamante (#9 nella scala Mohs); non è un ago “global” e quindi bisogna avere l’accortezza di tenere la bussola quanto più possibile in piano. La capsula è riempita di liquido antistatico ( olio) per attenuare le oscillazioni della parte rotante, facendola stabilizzare in brevissimo tempo. Solidale con la capsula è una corona, o ghiera, nera, finemente zigrinata di lato, sulla quale è riportata la scala sessagesimale, con intervallo fra tacca e tacca di 2°. Sul vetro superiore della capsula sono fissati due prismi in posizione contrapposta, rispettivamente sul lato Est e sul lato Ovest, in corrispondenza di quest’ultimo, sulla ghiera nera, troviamo una piccola fessura per la lettura dei gradi di rilevamento: siamo di fronte ad una vera e propria bussola prismatica, con la possibilità di effettuare, con un po’ di pratica, letture precise quasi fino ad 1/3 di grado: ripeto non è proprio facile le prime volte, poi con l’uso si affina la capacità di valutare correttamente la misura del rilevamento. L’ago, nel tratto che indica il nord, è colorato di rosso e marcato con vernice fosforescente, sia superiormente che inferiormente.
22 RETRO DELLA CAPSULA DP 10.jpg
22 RETRO DELLA CAPSULA DP 10.jpg (142.82 KiB) Visto 13415 volte
Sul fondo della capsula, in materiale trasparente sono segnate le linee di riferimento N-S ed una linea centrale E-W, una scala sessagesimale [per leggere direttamente, tramite lo specchio, l’angolo esplementare, quando lo 0 della capsula è sul Nord della scatola, oppure l’angolo supplementare (controazimut) se si imposta 180° della capsula sul riferimento Nord della scatola].
Sempre all’interno della capsula troviamo il clinometro, la cui doppia semiscala graduata è presente sul fondo del cassettino, in corrispondenza della ghiera rotante. Le modalità d’uso del clinometro sono pressoché identiche a quelle indicate parlando del mod. DT420G. Sulla scala graduata del clinometro, in corrispondenza del Sud, un foro permette la regolazione della declinazione magnetica, agendo su una vite posta all’interno della corona nera: la vite appare quando il nord della corona è allineato al triangolo di riferimento Nord; sempre fissato alla scala del clinometro, una “punta di spillo” aiuta nella lettura precisa dei gradi, guardando l’immagine nello specchio, Sul fondo trasparente della capsula è segnato, con due tratti fosforescenti, il contorno dell’ago magnetico; a destra ed a sinistra dei due tratti sono segnati due punti fosforescenti, in corrispondenza dei seguenti gradi. 45, 70, 290, 315.
Nel rimandare a testi più completi di questa mia relazione , ed in particolare al primo link indicato in prefazione, per l’uso della bussola sul campo e per conoscere i fondamenti della topografia, descrivo le modalità di utilizzo del prisma della DP 10 per un rilevamento particolarmente preciso.
26 FIANCO DELLA CAPSULA DP 10 CON FINESTRA LETTURA.jpg
26 FIANCO DELLA CAPSULA DP 10 CON FINESTRA LETTURA.jpg (68.75 KiB) Visto 13415 volte
25 FESSURA LATERALE PER LETTURA PRISMATICA.jpg
25 FESSURA LATERALE PER LETTURA PRISMATICA.jpg (88.47 KiB) Visto 13415 volte
Aperta la bussola ed impostato il Nord della ghiera sulla tacca triangolare di riferimento, si tiene la bussola con la mano sinistra e si guarda dentro la fessura situata in posizione W. Per chi invece vuole reggere la bussola con la mano destra occorre ruotare la ghiera di 180°. Nella fessura apparirà una linea verticale rossa, fissa in posizione centrale, dietro la quale ruota la calotta circolare dell’ago, mostrando il valore dell’angolo.
27 LETTURA PRISMATICA =  AZIMUT 2°40.jpg
Le cifre sono indicate di dieci gradi in dieci, separate da nove tacche ( una per grado) con quella centrale (5°) più lunga: grazie alla lente contenuta nel prisma si è in grado di apprezzare la posizione della sottile linea rossa fra tacca e tacca, con l’approssimazione di quasi 1/3 di grado. Traguardando l’immaginario prolungamento della linea rossa, verso la verticale, con l’obiettivo si legge il valore dell’angolo azimutale. Occorrerà acquisire un poco di pratica prima di raggiungere una elevata precisione, raffrontando i dati ottenuti con il rilevamento a specchio con quelli ricavati dalla lettura a mezzo prisma. A titolo personale posso affermare che, nonostante il semplice sistema di puntamento “principale” a scatola e specchio aperti, le due letture dell’azimut differiscono fra loro di non più di 1°.

PER UN CAMMINO SICURO
28 RIGHELLO BLOCNOTES CORDINO PER DISTANZE COMPLETANO L'ATREZZATURA.jpg
28 RIGHELLO BLOCNOTES CORDINO PER DISTANZE COMPLETANO L'ATREZZATURA.jpg (76.23 KiB) Visto 13415 volte
La bussola , abbiamo visto, è fondamentale per orientarsi con sicurezza soltanto se accompagnata da una carta topografica della zona in cui ci stiamo muovendo; è evidente perciò che, oltre a conoscere il proprio strumento, occorre saper leggere la carta. Ma questo potrebbe essere un nuovo argomento di approfondimento, che è mia intenzione trattare in un prossimo futuro: “La cartografia cartacea nella pratica dell’escursionismo”.
Ho anche accennato che oltre alla carta e alla bussola sarebbe opportuno disporre di qualche altro piccolo oggetto, da tenere con sé nel caso di una lunga escursione. Riepilogando è bene portare:
1. la bussola;
2. la carta topografica, meglio se in fotocopia, per poter segnare senza problemi angoli e rotte;
3. il goniometro ed il righello. Al posto del righello preferisco due squadrette;
4. la matita, la gomma ed un blocnotes quadrettato (misura A4 o anche A5):
5. il cordoncino, con nodi posti a distanza precisa di un metro, tre metri e dieci metri, per effettuare il calcolo delle distanze
6. l’altimetro e il barometro, se siamo in montagna;
Due parole su questi accessori: le dimensioni della fotocopia della carta devono esser quanto più possibile identiche al’originale (controllare a casa le eventuali piccole differenze nelle misure); squadrette e goniometro si trovano in piccolissime confezioni da tre pezzi presso un qualunque supermercato o cartoleria a due o tre euro; matita di media durezza (HB); il blocnotes può servire anche come piano di appoggio; il cordoncino si trova dal ferramenta o nei negozi di edilizia (serve ai muratori per tracciare linee rette), meglio se di colore acceso; altimetro e barometro sono spesso compresi negli orologi digitali (tipo Casio, ) ed in alcuni multiuso Victorinox (mod TRAVELLER e SWISSCHAMP XAVT). In sostituzione del goniometro preferisco usare il coordinatometro: se ne trovano in rete a basso costo ( particolarmente apprezzati sono quelli di IACCO: http://www.iacco.it/ ).
29 COLTELLO SQUADRETTE MATITA  = ACCESSORI UTILI.jpg
29 COLTELLO SQUADRETTE MATITA = ACCESSORI UTILI.jpg (70.64 KiB) Visto 13415 volte
In ogni caso, quando decidete di fare un’escursione, non dimenticatevi mai un buon coltello multiuso, magari un Victorinox: sarà sempre indispensabile. Buone passeggiate!Ringrazio Andrea e Fabrizio per i loro preziosi ed apprezzati suggerimenti.°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Gianni Merlini

Malo malo malo ire, quam mala mala malis malis mandere.
(Preferisco morire d'un brutto male, che mangiare mele cattive con denti guasti)

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Piske
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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da Piske »

Ciao , bellissimo articolo , se posso aggiungere una bussola sarà funzionante e affidabile anche tra trent'anni, l'ultimo gps no. :)
Allegati
Le mie Bussole.jpg
Kowa BD 8x25; Kowa Genesis 8.5x44; Kowa TSN 663M.
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piero
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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da piero »

complimenti, molto interssante; da anni in montagna utilizzo una recta a specchio (la scatoletta), ma mi hai fatto venore volgia di comprare una militare cammenga, tanto così per sfizio.
Mi avete incuriosito con la konustar è per caso più grande della cammenga? la piastrina laterale è il clinometro?...
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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da GIANNI MERLINI »

Ciao Piero, per la cammenga:
http://www.ebay.it/itm/CAMMENGA-TRITIUM ... 4301284366

La piastrina laterale è il clinometro.
Grazie per gli apprezzamenti!
Gianni Merlini

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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da piero »

grazie Gianni, ma non la vendono in italia?
per il vostro piacere due foto rapide di una grossa bussola da taschino appartenuta probabilmente a un ufficiale inglese; è tutta in ottone, diametro 7.5 cm, risalente al 1941, funzionante; la acquistai per pochi soldi molti anni in un mercatino di Chiavari (GE) per puro piacere dell'oggetto.
L1010784.jpg
L1010783.jpg
L1010785.jpg
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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da GIANNI MERLINI »

Bella ma...... mm 75... è da TASCONA, non da "taschino" !
Gianni Merlini

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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da -SPECOLA-> »

L'articolo è secondo me veramente ben fatto :thumbup: ; complimenti ancora all'autore! :!:

Per quanto riguarda i "due fori misteriosi, uno circolare ed uno triangolare “per la marcatura del controllo”", citati in merito alla trattazione della bussola da carteggio, il fatto che io li abbia da sempre ritenuti dei normografi deriva dai seguenti fattori:
1) Non tutte le bussole di questo tipo ne sono provviste;
2) In una bussola da carteggio dei "bei tempi che furono" che possiedo, riguardo a quelle figure geometriche viene dichiarato sia sulla confezione che nel libretto delle istruzioni:

-Holes for drawing map symbols.

Questa sera posterò un po' di documentazione al riguardo.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da GIANNI MERLINI »

In effetti nel sito della casa sulle specifiche della bussola sta scritto: Holes for control marking.
Gianni Merlini

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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da Andrea Maniero »

Bellissime recensioni ,

ho trovato delle informazioni sulle bussole che non conoscevo !


Complimenti .

Andrea
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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da -SPECOLA-> »

Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da GIANNI MERLINI »

Sarà "attempata", ma non è affatto modesta! E' una splendida bussola da carteggio, completa di tutto. Complimenti davvero.
Gianni Merlini

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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da Mario Marassi »

piero ha scritto:grazie Gianni, ma non la vendono in italia?
La vendono qui:
http://www.topequipment.it/contents/it/ ... zione.html
Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato
Vincenzo Maielli
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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da Vincenzo Maielli »

Grazie, Gianni, ottima guida!
Ciao.
Vincenzo Maielli

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Re: NON PERDIAMO ......LA BUSSOLA !

Messaggio da piero »

grazie mario
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