Re: J.S. Bach ... quando non servivano i video per dare emoz
Inviato: 30/12/2014, 18:54
E’ per me una vera gioia trovare osservatori del cielo parlare con entusiasmo della produzione musicale dell’amato J.S. Bach.
Ho avuto la fortuna di incontrare e cominciare a conoscere Bach 25 anni fa circa, e ancora non ho finito di entusiasmarmi e stupirmi di quell’incontro e dell’ascolto del nostro Johann Sebastian.
E soprattutto è veramente fortunato chi riesce a suonarla la musica di Bach (io no purtroppo).
Se c’è un autore musicale che obbligatoriamente dovrebbe conoscere ogni osservatore del cielo, questi è sicuramente Bach.
A differenza di un altro grande musicista connazionale e coevo (stesso anno di nascita) come Handel, l’essere ricordato come musicista barocco, non può essere inteso in Bach come indicatore di una cifra stilistica caratterizzante, bensì come una mera indicazione temporale relativa a vita e opere.
Infatti come già espresso nei precedenti post, la musica di Bach ha una forte tensione a-temporale e a-spaziale, tanto che risulta la produzione di musica cosiddetta classica più elaborata e arrangiata (o saccheggiata?) nelle più diverse forme musicali fino ai nostri giorni.
Meriterebbero in tal senso una citazione senz'altro positiva il Trio Loussier e i Swingle Singers per aver contribuito comunque a far conoscere JSB negli anni '60-'70 al grande pubblico.
Difficile pensare a Bach come un grande musicista: prima di tutto egli è un grande pensatore che ha come principale strumento di comunicazione il linguaggio musicale.
Che esperienza poter osservare il cielo ascoltando Bach!
Si, perché quella di Bach è una musica che, meglio di altre, svela e fa risuonare in noi (insospettati?) aneliti cosmici e nostalgia di un Tutto che più o meno segretamente desideriamo.
Meglio fermarsi qui e per limiti di spazio e per limiti personali: comunque molto meglio ascoltare (o ancor meglio suonare) Bach che leggere su Bach.
Evitando magari sterili confronti e gerarchie (si, perché gli ascoltatori di classica sugli interpreti litigano almeno quando gli astrofili sugli strumenti) desidero concludere, aggiungendo agli eccellenti interpreti citati, altri a me molto cari (ma è chiaro che tanti meriterebbero adeguata citazione):
Helmut Walcha relativamente al corpus organistico.
Harnoncourt-Leonhardt relativamente a Cantate sacre, Passioni e Oratori.
In particolare la monumentale incisione delle Cantate sacre (60 cd!), di Harnoncourt e Leonhardt, iniziata a fine anni ‘60 e terminata agli inizi degli ’80, seguendo canoni interpretativi rigorosamente filologici, merita una particolare menzione.
E dulcis in fundo Glenn Gould per i lavori su tastiera (da lui eseguiti su pf): eccezionali il suo CBT e le sue Variazioni Goldberg.
Buon ascolto del sommo J.S.B. a tutti.
PS: Qualcuno sa indicarmi in che opera Goethe descrive la sue emozioni nell’ascoltare i Concerti Brandeburghesi di J.S.B.? Ho ascoltato questa pagina tempo fa letta alla radio ed è bella quanto i Concerti stessi!
Ho avuto la fortuna di incontrare e cominciare a conoscere Bach 25 anni fa circa, e ancora non ho finito di entusiasmarmi e stupirmi di quell’incontro e dell’ascolto del nostro Johann Sebastian.
E soprattutto è veramente fortunato chi riesce a suonarla la musica di Bach (io no purtroppo).
Se c’è un autore musicale che obbligatoriamente dovrebbe conoscere ogni osservatore del cielo, questi è sicuramente Bach.
A differenza di un altro grande musicista connazionale e coevo (stesso anno di nascita) come Handel, l’essere ricordato come musicista barocco, non può essere inteso in Bach come indicatore di una cifra stilistica caratterizzante, bensì come una mera indicazione temporale relativa a vita e opere.
Infatti come già espresso nei precedenti post, la musica di Bach ha una forte tensione a-temporale e a-spaziale, tanto che risulta la produzione di musica cosiddetta classica più elaborata e arrangiata (o saccheggiata?) nelle più diverse forme musicali fino ai nostri giorni.
Meriterebbero in tal senso una citazione senz'altro positiva il Trio Loussier e i Swingle Singers per aver contribuito comunque a far conoscere JSB negli anni '60-'70 al grande pubblico.
Difficile pensare a Bach come un grande musicista: prima di tutto egli è un grande pensatore che ha come principale strumento di comunicazione il linguaggio musicale.
Che esperienza poter osservare il cielo ascoltando Bach!
Si, perché quella di Bach è una musica che, meglio di altre, svela e fa risuonare in noi (insospettati?) aneliti cosmici e nostalgia di un Tutto che più o meno segretamente desideriamo.
Meglio fermarsi qui e per limiti di spazio e per limiti personali: comunque molto meglio ascoltare (o ancor meglio suonare) Bach che leggere su Bach.
Evitando magari sterili confronti e gerarchie (si, perché gli ascoltatori di classica sugli interpreti litigano almeno quando gli astrofili sugli strumenti) desidero concludere, aggiungendo agli eccellenti interpreti citati, altri a me molto cari (ma è chiaro che tanti meriterebbero adeguata citazione):
Helmut Walcha relativamente al corpus organistico.
Harnoncourt-Leonhardt relativamente a Cantate sacre, Passioni e Oratori.
In particolare la monumentale incisione delle Cantate sacre (60 cd!), di Harnoncourt e Leonhardt, iniziata a fine anni ‘60 e terminata agli inizi degli ’80, seguendo canoni interpretativi rigorosamente filologici, merita una particolare menzione.
E dulcis in fundo Glenn Gould per i lavori su tastiera (da lui eseguiti su pf): eccezionali il suo CBT e le sue Variazioni Goldberg.
Buon ascolto del sommo J.S.B. a tutti.
PS: Qualcuno sa indicarmi in che opera Goethe descrive la sue emozioni nell’ascoltare i Concerti Brandeburghesi di J.S.B.? Ho ascoltato questa pagina tempo fa letta alla radio ed è bella quanto i Concerti stessi!