Marte 2020
Re: Marte 2020
Purtroppo per me il seeing è l'ultimo dei problemi, le mancate osservazioni sono dovute a tutt'altri problemi... tant'è. Io tendo a stare ben lontano da faccialibro e non ho neppure wathsapp - niente smartphone cinesi, please... compriamo da loro già fin troppo...
Spero di avere ancora occasioni per dare un'occhiata al dio della guerra, a portata della mia postazione fin verso Natale; magari con qualche bella osservazione visuale! Temo però che per questo dovrò rispolverare - in tutti i sensi - il 114.
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Andrea, Milano
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L'INDIGNAZIONE E' VIOLENZA; LA VIOLENZA E' SBAGLIATA. SEMPRE.
... lunga vita al sessantino!
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Re: Marte 2020
Marte di ieri sera, dopo un paio di settimane di maltempo. Seeing medio, ho osservato piu' che altro a 350x con qualche "zoomata" a 520 ma senza guadagnarci molto.
Facilmente visibile la biforcazione in Sinus Meridiani e il "gomito" di Sigeus Portus, macchiolina giallastra su Aram (non ho avuto nemmeno bisogno di filtri, il colore era evidente) ma non in Edom. La regione brillante presso il bordo p (Hammonis Portus nella nomenclatura classica) e' invece bianca. Notevole con filtro 23A il "ponte" che collega Margaritifer Sinus ad Oxia palus, ho notato che nella nomenclatura classica non ha un nome specifico. Anche Ebisawa riporta il dettaglio, ma evidentemente solo come un prolungamento di Margaritifer Sinus.
Veli sottili sopra Solis Lacus al lembo, bianco/azzurro il cappuccio polare a N di Niliacus Lacus. Con filtro W80a il limb brightening abbracciava interamente il disco. La calotta mostrava una specie di sbuffo, ma il seeing non era abbastanza buono per definirlo esattamente. Sarebbe da fare una versione a colori, magari trovo tempo piu' tardi. Le macchie di albedo apparivano MOLTO meno contrastate che nelle immagini digitali (e forse meno contrastate di qualche settimana fa), e di tonalita' decisamente sul verde all'osservazione visuale.
Aggiungo anche un'immagine ripresa prima di smontare, somma di circa 2650 frames con AutoStakkert + wavelet di Astrosurface. Immagine ampiamente sottocampionata (ho usato solo una barlow 2x, non ho ancora trovato quella che fa per me), questa e' ricampionata a 3x. Dettaglio della calotta e dello "sbuffo" elaborato a parte nel canale G.
Facilmente visibile la biforcazione in Sinus Meridiani e il "gomito" di Sigeus Portus, macchiolina giallastra su Aram (non ho avuto nemmeno bisogno di filtri, il colore era evidente) ma non in Edom. La regione brillante presso il bordo p (Hammonis Portus nella nomenclatura classica) e' invece bianca. Notevole con filtro 23A il "ponte" che collega Margaritifer Sinus ad Oxia palus, ho notato che nella nomenclatura classica non ha un nome specifico. Anche Ebisawa riporta il dettaglio, ma evidentemente solo come un prolungamento di Margaritifer Sinus.
Veli sottili sopra Solis Lacus al lembo, bianco/azzurro il cappuccio polare a N di Niliacus Lacus. Con filtro W80a il limb brightening abbracciava interamente il disco. La calotta mostrava una specie di sbuffo, ma il seeing non era abbastanza buono per definirlo esattamente. Sarebbe da fare una versione a colori, magari trovo tempo piu' tardi. Le macchie di albedo apparivano MOLTO meno contrastate che nelle immagini digitali (e forse meno contrastate di qualche settimana fa), e di tonalita' decisamente sul verde all'osservazione visuale.
Aggiungo anche un'immagine ripresa prima di smontare, somma di circa 2650 frames con AutoStakkert + wavelet di Astrosurface. Immagine ampiamente sottocampionata (ho usato solo una barlow 2x, non ho ancora trovato quella che fa per me), questa e' ricampionata a 3x. Dettaglio della calotta e dello "sbuffo" elaborato a parte nel canale G.
Contra negantes principia alicuius scientiae non sit disputandum in illa scientia
("Non si deve disputare di cose pertinenti ad una scienza, contro chi ne nega i principi").
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Re: Marte 2020
Dimenticavo il dettaglio della calotta. Niente di che, sto ancora solo giocherellando con il digitale ma tanto non e' che si vedano tutte queste osservazioni sul forum. Per fare un po' sul serio mi ci vorrebbe una barlow 3x o 4x, mettere un micrometrico in dec e forse anche rifare la cella del primario.
p.s. non vi e' praticamente traccia nell'immagine digitale della nube gialla in Aram. Forse solo un problema di scarsa qualita' del filmato originale.
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Re: Marte 2020
Ciao Andrea, la mia presenza su Facebook è molto selettiva e limitata praticamente a binomania e astrotest. La pagina Facebook di binomania ha superato i 4000 appassionati ed è in continua crescita e devo per forza di cose, tenerli aggiornati.
Il gruppo whatsapp è abbastanza esclusivo: non pubblicizzato ma anche li, siamo in parecchie decine...pero' è poliedrico perchè si spazia dai binocoli, al digiscoping all'astronomia.
L'unico lato negativo è la impossibilità di lasciare traccia in qualche modo per altri appassionati, ma ci stiamo lavorando.
Posso osservare Marte solo per le prime ore della notte, dopo ci sono gli aceri verdi del parco di fronte a casa mia che occludono il tutto...un vero peccato.
Il gruppo whatsapp è abbastanza esclusivo: non pubblicizzato ma anche li, siamo in parecchie decine...pero' è poliedrico perchè si spazia dai binocoli, al digiscoping all'astronomia.
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Posso osservare Marte solo per le prime ore della notte, dopo ci sono gli aceri verdi del parco di fronte a casa mia che occludono il tutto...un vero peccato.
Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
Canale Youtube https://www.youtube.com/c/binomania/?sub_confirmation=1
Siti Web
Binomania.it-Recensioni di binocoli, spotting scope, telescopi astronomici e altro ancora
https://www.binomania.it
Termicienotturn.it-Recensioni di strumenti ottici e digitali per la visione notturna
https://www.termicienotturni.it
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Re: Marte 2020
Ma sì, d'altra parte ormai sono canali privilegiati di comunicazione - anch'io in ambito musicale ho dovuto rassegnarmi. E comunque basta usarli intelligentemente...
Tornando in tema: ieri è stata una giornata completamente nebbiosa. Dopo le 18 la nebbia si è alzata, ma il cielo era ancora sostanzialmente coperto. Alle 20 sono sceso a buttare i rifiuti (incombenza prosaica che mi tocca due volte a settimana): Marte rosseggiava in un cielo perfettamente sereno, ma... ormai era del tutto inosservabile dalla mia postazione, essendo tramontato OLTRE LA PARETE DEL CONDOMINIO... ma va a ciapà i ratt, va... ... Se oggi resta grigio smonto il sessantino...
Tornando in tema: ieri è stata una giornata completamente nebbiosa. Dopo le 18 la nebbia si è alzata, ma il cielo era ancora sostanzialmente coperto. Alle 20 sono sceso a buttare i rifiuti (incombenza prosaica che mi tocca due volte a settimana): Marte rosseggiava in un cielo perfettamente sereno, ma... ormai era del tutto inosservabile dalla mia postazione, essendo tramontato OLTRE LA PARETE DEL CONDOMINIO... ma va a ciapà i ratt, va... ... Se oggi resta grigio smonto il sessantino...
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Re: Marte 2020
E... no, non è rimasto grigio!
Ecco un'altra miniatura marziana fresca di oggi pomeriggio. In bella vista il mare Cimmerium, quasi esattamente al meridiano centrale, con Electris-Eridania-Ausonia a dividerlo da Chronium: dense foschie a nord, probabilmente anche in relazione ad Elysium, ed al bordo precedente. Incredibilmente ancora visibile la calotta sud! Sono curioso di vedere fin quando il sessantino riesce a riconoscerla...
Ecco un'altra miniatura marziana fresca di oggi pomeriggio. In bella vista il mare Cimmerium, quasi esattamente al meridiano centrale, con Electris-Eridania-Ausonia a dividerlo da Chronium: dense foschie a nord, probabilmente anche in relazione ad Elysium, ed al bordo precedente. Incredibilmente ancora visibile la calotta sud! Sono curioso di vedere fin quando il sessantino riesce a riconoscerla...
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Re: Marte 2020
06-11-2020 ore 19:20 - 19:40, fugace osservazione con il telescopio Techno D50 mm - F630 mm a 50x, di Marte che brilla di magnitutine -2.0, abbastanza alto a levante (diametro 19.0").
Complice il cielo un po' foschioso (con nuvole, specialmente a Nord), che ha mantenuto un buon seeing (II su scala Antoniadi), ho potuto beneficiare di una visione spettacolare (era almeno dall'opposizione marziana del 2003 che non vedevo Marte così bene nel piccolo rifrattore da 5 cm, a soli 50x).
Mare Cimmerium, Syrtis Minor, Mare Tyrrhenum (e Syrtis Major nell'atto di sorgere), riempivano l'intero disco del pianeta, che a 50x si vedeva gibboso, animandolo.
A Sud si notava bene la piccola ma brillante calotta polare, mentre per una vasta area a Nord, il colore della superficie del pianeta era decisamente più chiaro (immagino per la presenza di un'estesa nuvolaglia "brillante").
Complice il cielo un po' foschioso (con nuvole, specialmente a Nord), che ha mantenuto un buon seeing (II su scala Antoniadi), ho potuto beneficiare di una visione spettacolare (era almeno dall'opposizione marziana del 2003 che non vedevo Marte così bene nel piccolo rifrattore da 5 cm, a soli 50x).
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A Sud si notava bene la piccola ma brillante calotta polare, mentre per una vasta area a Nord, il colore della superficie del pianeta era decisamente più chiaro (immagino per la presenza di un'estesa nuvolaglia "brillante").
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
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Re: Marte 2020
Anche io ho osservato Marte con il mio fido Takahashi fc 100 dl. Zona syrtis maior , polo sud e molti particolari prima con oculari da 6 e da 3.8 mm e poi con una torretta binoculare televue, oculari da 18 mm e gpc da 1.7x. Peccato non aver avuto un foglio per disegnare... come sempre le notti umide fanno venire mal di schiena, ma ci graziano con un seeing eccellente. Buone osservazioni a tutti. Saluti
Fabio Bergamin
Osservo con binocolo:
Kowa XD 8.5x44, Shogetsu Kansei 6.5x32
Osservo con telescopio:
Takahashi FC 100 DL., JSO, Telescopi ATM e oculari (Pesanti e leggeri...)
Osservo con microscopio
Leitz SM-LUX; Wild M3
Osservo con binocolo:
Kowa XD 8.5x44, Shogetsu Kansei 6.5x32
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Osservo con microscopio
Leitz SM-LUX; Wild M3
Re: Marte 2020
... E stavolta anch'io sono finalmente tornato all'osservazione visuale: dopo tantissimo tempo ho riprovato a prendere carta e matita e ad appioppare al mio 60 mm il suo caro vecchio Huygens 20mm, supportato dalla barlow 3x.
Mi sono goduto il pianeta rosso per una ventina di minuti: e pian piano ho visto anch'io "animarsi" il disco. Spiccava Cimmerium, come una contrastata fascia grigio-marrone al centro: poi è spuntata la minuscola ma ancora visibile calotta sud, contornata da "qualcosa" non decifrabile con i miei modesti mezzi. Infine mi sono accorto di nebbie al lembo precedente e a nord, sempre bianchissime...
Buon bottino visuale per il modesto rifrattore: sono arrugginitissimo con il disegno, ma ho provato ugualmente a mettere su carta ciò che vedevo - facendo poi, come mio solito, una bella copia informatica.
Ed eccola qui... devo dire che, dopo tanto tempo, è stata una bella soddisfazione!
Mi sono goduto il pianeta rosso per una ventina di minuti: e pian piano ho visto anch'io "animarsi" il disco. Spiccava Cimmerium, come una contrastata fascia grigio-marrone al centro: poi è spuntata la minuscola ma ancora visibile calotta sud, contornata da "qualcosa" non decifrabile con i miei modesti mezzi. Infine mi sono accorto di nebbie al lembo precedente e a nord, sempre bianchissime...
Buon bottino visuale per il modesto rifrattore: sono arrugginitissimo con il disegno, ma ho provato ugualmente a mettere su carta ciò che vedevo - facendo poi, come mio solito, una bella copia informatica.
Ed eccola qui... devo dire che, dopo tanto tempo, è stata una bella soddisfazione!
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Re: Marte 2020
Top Andrea! Mi piacerebbe vederti all'opera con un 4"
Antonio D.
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Re: Marte 2020
Veramente bello il disegno, e notevolissima osservazione per un 60mm. Direi che meriti un upgrade!
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Re: Marte 2020
Rotazione a parte e sfumature che all'oculare sono più slavate, creando linee e aree dei dettagli meno incise e omogenee (in parole povere, la visione all'oculare è meno "piatta"), il disegno in bella copia informatica di Andrea75, è molto simile a quello che vedo nel mio piccolo e vecchio telescopio rifrattore 50/630, a 50x.
Fabrizio Ferrario
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Re: Marte 2020
Ogni volta che lo osservo visualmente mi sorprende quanto Marte sia "generoso" nonostante la modesta dimensione apparente. Come ho detto, sono parecchio arrugginito con il disegno: e non sono riuscito a rendere come avrei voluto la delicatezza della vista all'oculare. Mi ritrovo perfettamente nel commento di Specola (quel 50 mm deve essere un cecchino!). Ma... l'opposizione non è ancora terminata!
Quanto all'upgrade... sono anni che ci penso ma proprio non ne ho la possibilità, adesso meno che mai...
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Re: Marte 2020
@ Andrea75
Per conto mio, se tu riuscissi a trovare il sistema di eliminare la fastidiosa ribattitura che si produce lungo il bordo del disco, nelle tue riprese, avresti fatto bingo!
Di più allora, veramente non si potrebbe fare con quel sessantino e allora sì che a quel punto avrebbe senso un eventuale upgrade.
Imho.
P.S. Fra i miei rifrattori da 5 cm il termine cecchino si adatta meglio al 50/800 (sempre TECHNO, by Dai Ichi Kogaku), tuttavia l'unico telescopio onnipresente ad ogni sessione osservativa qui, è soltanto il 50/630.
È una questione di feeling.
Per conto mio, se tu riuscissi a trovare il sistema di eliminare la fastidiosa ribattitura che si produce lungo il bordo del disco, nelle tue riprese, avresti fatto bingo!
Di più allora, veramente non si potrebbe fare con quel sessantino e allora sì che a quel punto avrebbe senso un eventuale upgrade.
Imho.
P.S. Fra i miei rifrattori da 5 cm il termine cecchino si adatta meglio al 50/800 (sempre TECHNO, by Dai Ichi Kogaku), tuttavia l'unico telescopio onnipresente ad ogni sessione osservativa qui, è soltanto il 50/630.
È una questione di feeling.
Fabrizio Ferrario
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Re: Marte 2020
Ciao Fabrizio, purtroppo la "ciambellina" intorno al pianeta è dovuta alla diffrazione (pensala come il "moltiplicarsi" lungo la circonferenza dell'anello del disco di Airy...) ed è parecchio amplificato dal residuo di sferica del mio rifrattorino. La ripresa lo enfatizza ulteriormente ma spesso lo vedo anche in visuale su pianeti luminosi come Venere o appunto Marte. Non me ne sono mai fatto un grande problema (mi fa molto più problema un artefatto analogo che, a tirare troppo l'elaborazione, compare ALL'INTERNO del disco planetario: è il famigerato "doppio bordo", cruccio di tanti astrofotografi planetari), volendo si potrebbe eliminare ma rischiando di "mangiare" anche il lembo del pianeta, così lascio perdere.
L'upgrade rispetto al 60mm ce l'avrei già: il 114/1000 che, sebbene tutt'altro che un "cecchino" come il cugino a lenti, se collimato a dovere si fa valere almeno in ripresa. Non posso permettermi altro per una questione di gestibilità: mi mancano spazi adeguati e la possibilità di muovermi (al di là delle chiusure di questo periodo). Ci avevo ragionato su anche con Raf, tempo fa, ma la situazione non è cambiata...
L'upgrade rispetto al 60mm ce l'avrei già: il 114/1000 che, sebbene tutt'altro che un "cecchino" come il cugino a lenti, se collimato a dovere si fa valere almeno in ripresa. Non posso permettermi altro per una questione di gestibilità: mi mancano spazi adeguati e la possibilità di muovermi (al di là delle chiusure di questo periodo). Ci avevo ragionato su anche con Raf, tempo fa, ma la situazione non è cambiata...
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Re: Marte 2020
... Rileggendo l'ultimo intervento di Specola temo di averlo frainteso: Fabrizio, ti riferivi proprio al bordo del disco che appare "ispessito", vero? Comunque sia anche quella è causa della diffrazione: ed è il limite del 60 mm, temo non ci si possa far molto.
Detto ciò, ecco un'altra miniatura marziana di stasera (carpe diem...): solito rifrattore, solita barlow, solita QHY, solito portatile del 2009.
Immagine raddrizzata, 9 novembre 2020, 17.44 T.U. Più o meno sembra confermare l'osservazione visuale dell'altra sera: naturalmente il poco che si vede è nettamente più contrastato... Ormai la calotta sud è ridotta al lumicino, ma ci sono ancora nebbie al lembo.
Detto ciò, ecco un'altra miniatura marziana di stasera (carpe diem...): solito rifrattore, solita barlow, solita QHY, solito portatile del 2009.
Immagine raddrizzata, 9 novembre 2020, 17.44 T.U. Più o meno sembra confermare l'osservazione visuale dell'altra sera: naturalmente il poco che si vede è nettamente più contrastato... Ormai la calotta sud è ridotta al lumicino, ma ci sono ancora nebbie al lembo.
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Re: Marte 2020
Ciao Andrea75,
sì, mi riferivo all'ispessimento del bordo del disco.
Tolto quello, le tue immagini sono perfettamente allineate a ciò che si vede all'oculare, che comunque confermo avere un maggiore contrasto in visuale, rispetto che in "foto".
Molto realistica anche l'ultima immagine che hai postato; non molti anni fa, riprese del genere, con i mezzi di allora, sarebbero state considerate "FANTASCIENZA"!
sì, mi riferivo all'ispessimento del bordo del disco.
Tolto quello, le tue immagini sono perfettamente allineate a ciò che si vede all'oculare, che comunque confermo avere un maggiore contrasto in visuale, rispetto che in "foto".
Molto realistica anche l'ultima immagine che hai postato; non molti anni fa, riprese del genere, con i mezzi di allora, sarebbero state considerate "FANTASCIENZA"!
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Re: Marte 2020
Marte 'sfornato ' ieri sera dal mio RC8', dalle 21:00, più o meno; serata iniziata tranquillamente, in seguito ventosa, con un seeing agitato come sempre.
Noto anche questa volta che al variare degli ingrandimenti l'immagine non peggiora, sembra essere sempre stabile con gli stessi particolari visti a 180x , 235x e 325x; a 405x emergono i limiti dello strumento, la visione non ci guadagna.
Noto anche che su Giove e Luna è sempre difficile andare oltre i 180x.
È comunque difficoltoso percepire esattamente la posizione del pianeta, cioè la zona osservata, ed anche riportare i numerosi contorni frastagliati delle aree oscure; sembrano di un colore blu verdastro.
Ben visibile la calotta polare sud molto brillante; la zona nord pare uniforme, senza particolari.
Verso le 22:00 il seeing peggiora con l'alzarsi del vento.
Noto anche questa volta che al variare degli ingrandimenti l'immagine non peggiora, sembra essere sempre stabile con gli stessi particolari visti a 180x , 235x e 325x; a 405x emergono i limiti dello strumento, la visione non ci guadagna.
Noto anche che su Giove e Luna è sempre difficile andare oltre i 180x.
È comunque difficoltoso percepire esattamente la posizione del pianeta, cioè la zona osservata, ed anche riportare i numerosi contorni frastagliati delle aree oscure; sembrano di un colore blu verdastro.
Ben visibile la calotta polare sud molto brillante; la zona nord pare uniforme, senza particolari.
Verso le 22:00 il seeing peggiora con l'alzarsi del vento.
Re: Marte 2020
Difatti, è sempre impressionante la "fame" di ingrandimenti quando si osserva Marte. Il fatto che tu veda la calotta sud ancora molto brillante testimonia che, evidentemente, i miei modesti 60 mm iniziano a mostrare la corda... per il resto confermo che anch'io, in visuale, al netto della differenza di diametro e quindi di prestazioni, ho avuto la stessa difficoltà nel definire con chiarezza i "confini" dei mari. Sembrano netti e relativamente definiti, ma quando poi vai a disegnare non è così...
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Re: Marte 2020
Ho un po' di arretrati marziani da smaltire, dopo aver sistemato la piattaforma equatoriale che mi ha fatto un po' tribolare. Era semplicemente una vite allentata, adesso va di nuovo benissimo. Confermo le vostre impressioni visuali, ia tonalita' delle macchie di albedo nell'emisfero sud per me e' assolutamente sul verde, incredibile si tratti di un'illusione ottica. A parte alcune strutture molto contrastate nei pressi dell'equatore (Syrtis Maior, Sinus Sabeus/Meridiani Sinus, Margaritifer/Aurorae Sinus) il resto e' piuttosto evanescente, difficile da fissare con precisione. Da questo punto di vista le immagini digitali sono fuorvianti.
Comincio con la versione a colori del disegno del 5 novembre, che avevo fatto quasi subito ma ho dovuto correggere con la tavoletta grafica il colore della zona chiara in Aram, non avevo la matita giusta. Non avrei neppure il verde giusto veramente, riesco a rendere una tonalita' che gli assomiglia abbastanza disegnando prima a matita, e ripassando con le matite colorate. Questa tecnica tende a smorzare i colori "sparati" e le differenze tonali eccessive. Allego anche una scheda digitale, niente di che ma le sto facendo piu' che altro a titolo di confronto con il visuale. La macchiolina in Aram appariva giallastra, in effetti e' ben visibile nel canale rosso e verde, non nel blu.
Notate che il video e' stato ripreso circa 50 minuti dopo il disegno.
Comincio con la versione a colori del disegno del 5 novembre, che avevo fatto quasi subito ma ho dovuto correggere con la tavoletta grafica il colore della zona chiara in Aram, non avevo la matita giusta. Non avrei neppure il verde giusto veramente, riesco a rendere una tonalita' che gli assomiglia abbastanza disegnando prima a matita, e ripassando con le matite colorate. Questa tecnica tende a smorzare i colori "sparati" e le differenze tonali eccessive. Allego anche una scheda digitale, niente di che ma le sto facendo piu' che altro a titolo di confronto con il visuale. La macchiolina in Aram appariva giallastra, in effetti e' ben visibile nel canale rosso e verde, non nel blu.
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Re: Marte 2020
Proseguo con un'osservazione dell'8 novembre, ma gia' 9 novembre ut. Siamo in piena estate di San Martino, Indian Summer da queste parti, alta pressione e bel tempo stabile.
Seeing buono ma non come mi aspettavo, continua ad esserci una fastidiosa turbolenza ad alta frequenza che rende poco proficui gli alti ingrandimenti. Il disegno a sx eseguito con filtro 23A, piu' 80A per le aree tratteggiate lungo il lembo. Sigeus Portus (il "gomito di Sabeus Sinus) e' probabilmente il dettaglio piu' scuro del disco.Poi ho ne ho eseguito un altro colori, sempre al telescopio, andando direttamente con le matite colorate. Lo allego come esempio di come NON fare. Quei verdi sparati non ci stanno proprio.
Aggiungo la solita scheda eseguita in fretta alla fine dell'osservazione, immagine sempre sottocampionata ma interessante che Aram stavolta sia brillante anche nel blu. Probilmente foschia mattutina che stazionava ancora sulla regione, mischiata a polvere in sospensione che poi rimane. Mah
Seeing buono ma non come mi aspettavo, continua ad esserci una fastidiosa turbolenza ad alta frequenza che rende poco proficui gli alti ingrandimenti. Il disegno a sx eseguito con filtro 23A, piu' 80A per le aree tratteggiate lungo il lembo. Sigeus Portus (il "gomito di Sabeus Sinus) e' probabilmente il dettaglio piu' scuro del disco.Poi ho ne ho eseguito un altro colori, sempre al telescopio, andando direttamente con le matite colorate. Lo allego come esempio di come NON fare. Quei verdi sparati non ci stanno proprio.
Aggiungo la solita scheda eseguita in fretta alla fine dell'osservazione, immagine sempre sottocampionata ma interessante che Aram stavolta sia brillante anche nel blu. Probilmente foschia mattutina che stazionava ancora sulla regione, mischiata a polvere in sospensione che poi rimane. Mah
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Re: Marte 2020
Report sempre all'altezza della tua fama, Ivano. Posso confermarti il "trucco" grafico di fare un fondo grigio, il più uniforme possibile, e poi andarci su leggero con il colore: avevo imparato un po' queste cose qualche anno fa, quando dovetti eseguire alcune tavole illustrative per una importante pubblicazione organologica (è stato interessante riprodurre antiche attrezzature di artigiani ottocenteschi, compreso un impressionante laminatoio per lastre di stagno con ruote di manovra del diametro di due metri... ).
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Re: Marte 2020
Infine, osservazione di ieri sera con l'ormai solita routine: schizzo b/n a 350x con rosso w23a + azzurro w80a (zone a tratteggio lungo il bordo), poi disegno a colori in luce integrale a 440x, infine ripresa veloce. Piu' o meno il contrario di quello che si fa in genere, ammesso che un'occhiata nell'oculare la si dia ancora Il disegno verrebbe molto meglio con la tavoletta grafica ma non la posso usare al telescopio.
Stavolta ho dato di nuovo il fondo uniforme grigio, ma solo sull'emisfero S non nei deseri ocra settentrionali altrimenti troppo smorti. Regione di Edom brillante con filtro 23A, un po' anche in luce integrale nei momenti migliori. Ben visible lo sbuffo chiaro sul lato p della calotta, evidente nel blu anche nell'immagine digitale. Immagino una piccola nube prodotta dalla calotta che continua a sublimare, non credo sia un qualche residuo di ghiaccio.
Immagine digitale sempre sottocampionata, ma il seeing era discreto e ho potuto utilizzare circa 7000 immagini sulle 8000 di un filmato di 4 minuti. Niente derotazioni e pasticci vari, ho tenuto l'elaborazione leggera ma mi e' venuto un doppio bordo presso il lembo p. Quello che corre lungo il lembo N all'interno del limb brightening tra Syrtis Marior e Meridiani Sinus invece dovrebbe essere reale (perlomeno, si vede anche all'oculare), si tratta del lungo sistema di canali noto come Astusapes-Deuteronilus-Protonilus nella nomenclatura classica.
Per le immagini uso Firecapture per riprendere, Autostakkert per sommare e i wavelets di Astrosurface per l'elaborazione.
Stavolta ho dato di nuovo il fondo uniforme grigio, ma solo sull'emisfero S non nei deseri ocra settentrionali altrimenti troppo smorti. Regione di Edom brillante con filtro 23A, un po' anche in luce integrale nei momenti migliori. Ben visible lo sbuffo chiaro sul lato p della calotta, evidente nel blu anche nell'immagine digitale. Immagino una piccola nube prodotta dalla calotta che continua a sublimare, non credo sia un qualche residuo di ghiaccio.
Immagine digitale sempre sottocampionata, ma il seeing era discreto e ho potuto utilizzare circa 7000 immagini sulle 8000 di un filmato di 4 minuti. Niente derotazioni e pasticci vari, ho tenuto l'elaborazione leggera ma mi e' venuto un doppio bordo presso il lembo p. Quello che corre lungo il lembo N all'interno del limb brightening tra Syrtis Marior e Meridiani Sinus invece dovrebbe essere reale (perlomeno, si vede anche all'oculare), si tratta del lungo sistema di canali noto come Astusapes-Deuteronilus-Protonilus nella nomenclatura classica.
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Re: Marte 2020
Intendevo esattamente questo: il grigio smorza i toni che non devono essere troppo accesi.Ivano Dal Prete ha scritto: ↑10/11/2020, 18:39 Stavolta ho dato di nuovo il fondo uniforme grigio, ma solo sull'emisfero S non nei deseri ocra settentrionali altrimenti troppo smorti.
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Re: Marte 2020
Da questi ultimi report allora si conferma la tonalità verde-bluastra delle macchie di albedo dai contorni frastagliati nell'emisfero sud del pianeta, che ho osservato piu ' volte ma che non corrispondevano mai con il colore delle riprese digitali pubblicate finora da diversi osservatori. In effetti di solito i riflettori o i catadiottrici sul planetario non hanno colori falsati da cromatismi, probabilmente i colori dei sensori in questo caso sembrano poco realistici.
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Re: Marte 2020
In realta' probabilmente e' il contrario. Questo colore verdastro e' considerato un'illusione ottica, sono i deserti ocra in questa stagione a diventare piu' brillanti, il cervello senza altri riferimenti capisce il contrario e "vede" piu' scure le macchie di albedo. Gia' che c'e' le colora anche di verde.Zacpi ha scritto: ↑10/11/2020, 22:01 Da questi ultimi report allora si conferma la tonalità verde-bluastra delle macchie di albedo dai contorni frastagliati nell'emisfero sud del pianeta, che ho osservato piu ' volte ma che non corrispondevano mai con il colore delle riprese digitali pubblicate finora da diversi osservatori. In effetti di solito i riflettori o i catadiottrici sul planetario non hanno colori falsati da cromatismi, probabilmente i colori dei sensori in questo caso sembrano poco realistici.
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Re: Marte 2020
In relazione a questo discorso allego una foto comparativa che mette a confronto le osservazioni fatte da Eugene Antoniadi nell' opposizione del 1894 e le foto inviate dal telescopio Hubble, tratte da Nuovo Orione n.220 del settembre 2010, molto significative delle differenze cromatiche tra le osservazioni e le fotografie riguardanti la stessa zona del pianeta.
Erano presenti i famosi canali, quando anche Antoniadi era convinto della loro esistenza, ma in seguito fu proprio lui a smentirli attribuendoli a illusioni ottico-interpretative.
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Re: Marte 2020
Personalmente io di verde non vedo nulla su Marte (la questione è diversa utilizzando dei rifrattori CROMATICI).
Riguardo alle mappe di Antoniadi, sono veramente colorate, però penso che ciò sia dovuto al fatto che come per la presenza dei famosi canali, della cui esistenza a quel tempo Antoniadi era convinto, altrettanto fosse convinto della presenza su Marte di vegetazione che seguiva i ritmi stagionali.
In poche parole, il fenomeno sarebbe da attribuire proprio ad illusioni ottico-interpretative.
Riguardo alle mappe di Antoniadi, sono veramente colorate, però penso che ciò sia dovuto al fatto che come per la presenza dei famosi canali, della cui esistenza a quel tempo Antoniadi era convinto, altrettanto fosse convinto della presenza su Marte di vegetazione che seguiva i ritmi stagionali.
In poche parole, il fenomeno sarebbe da attribuire proprio ad illusioni ottico-interpretative.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
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Re: Marte 2020
Io pero' uso un newton. Inoltre non mi aspettavo affatto di percepire queste tonalita', fino ad agosto il colore delle macchie di albedo era il solito marrone scuro; poi non ho osservato per piu' di un mese, e quando ho rimesso l'occhio all'oculare le ho viste verdi con mia grande sorpresa. Penso che il diametro dello strumento e raccolta luce contino piu' del cromatismo in questo caso.-SPECOLA-> ha scritto: ↑11/11/2020, 9:32 Personalmente io di verde non vedo nulla su Marte (la questione è diversa utilizzando dei rifrattori CROMATICI).
Riguardo alle mappe di Antoniadi, sono veramente colorate, però penso che ciò sia dovuto al fatto che come per la presenza dei famosi canali, della cui esistenza a quel tempo Antoniadi era convinto, altrettanto fosse convinto della presenza su Marte di vegetazione che seguiva i ritmi stagionali.
In poche parole, il fenomeno sarebbe da attribuire proprio ad illusioni ottico-interpretative.
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Re: Marte 2020
Poi direi che sia Antoniadi che Schiaparelli osservavano con i migliori strumenti dell'epoca, posti in cupola negli osservatori; quello di Schiaparelli era un rifrattore da 220 mm con una focale di 3150 mm, penso paragonabile ad un apocromatico, mentre Antoniadi osservava da Parigi con uno strumento da ben 830mm. sempre a lungo fuoco ed esente da cromatismo, per cui sarebbe difficile ipotizzare grossi errori di stima dei colori osservati.
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Re: Marte 2020
@ Ivano Dal Prete
Ciao,
preciso che il mio intervento aveva unicamente lo scopo di riportare quella che è la mia esperienza, circostanziandola, NON di certo di negare quello che altri osservatori vedono.
Come ho già scritto altre volte in questo forum, personalmente la mia visione planetaria non è molto "colorata".
Di sicuro a ciò che la tua vista riesce a cogliere, oltre alla tua grande esperienza come osservatore planetario, contribuirà certamente anche il diametro del tuo strumento e la conseguente capacità di raccogliere luce.
Ho specificato l'eccezione dello strumento CROMATICO, solo perchè in effetti è soltanto con uno strumento simile, che finora mi è capitato di cogliere tonalità di colore verde, osservando Marte.
Io possiedo sia rifrattori (max Ø 6"), che riflettori newtoniani (max Ø 4.5") e catadiottrici SC (max Ø 8") e quel colore non l'ho mai visto sulla superficie marziana, per la mia vista sempre caratterizzata esclusicvamente da tonalità di bianco, arancione, ocra e marrone scuro.
Idem non mi è mai capitato anche quelle volte (poche) che ho potuto usare telescopi altrui, di diametro maggiore (max 330 mm).
@ Zacpi
Ciao,
non credo che i telescopi utilizzati da Schiaparelli e Antoniadi fossero esenti da cromatismo.
Il punto però secondo me è un altro, ovvero ciò che ho scritto.
A quei tempi era viva la convinzione che i canali marziani esistessero davvero, in quanto utilizzati dagli abitanti di Marte per portare acqua alle zone aride del pianeta e come noto qui sulla Terra, dove c'è acqua cresce la vegetazione, che di solito è verde seguendo i ritmi stagionali.
Ecco, secondo me tutte queste cose creavano delle aspettative, che poi infatti avevano riscontro nelle mappe dell'epoca, solcate dai tratteggi delle ramificazione dei canali e dove a seconda delle stagioni, comparivano i colori della vegetazione.
Ad un certo punto i canali scomparvero e nessuno più li vide; la stessa sorte che immagino toccò anche a certe tonalità di colore.
Qualcuno ne sa qualcosa di più?
Ciao,
preciso che il mio intervento aveva unicamente lo scopo di riportare quella che è la mia esperienza, circostanziandola, NON di certo di negare quello che altri osservatori vedono.
Come ho già scritto altre volte in questo forum, personalmente la mia visione planetaria non è molto "colorata".
Di sicuro a ciò che la tua vista riesce a cogliere, oltre alla tua grande esperienza come osservatore planetario, contribuirà certamente anche il diametro del tuo strumento e la conseguente capacità di raccogliere luce.
Ho specificato l'eccezione dello strumento CROMATICO, solo perchè in effetti è soltanto con uno strumento simile, che finora mi è capitato di cogliere tonalità di colore verde, osservando Marte.
Io possiedo sia rifrattori (max Ø 6"), che riflettori newtoniani (max Ø 4.5") e catadiottrici SC (max Ø 8") e quel colore non l'ho mai visto sulla superficie marziana, per la mia vista sempre caratterizzata esclusicvamente da tonalità di bianco, arancione, ocra e marrone scuro.
Idem non mi è mai capitato anche quelle volte (poche) che ho potuto usare telescopi altrui, di diametro maggiore (max 330 mm).
@ Zacpi
Ciao,
non credo che i telescopi utilizzati da Schiaparelli e Antoniadi fossero esenti da cromatismo.
Il punto però secondo me è un altro, ovvero ciò che ho scritto.
A quei tempi era viva la convinzione che i canali marziani esistessero davvero, in quanto utilizzati dagli abitanti di Marte per portare acqua alle zone aride del pianeta e come noto qui sulla Terra, dove c'è acqua cresce la vegetazione, che di solito è verde seguendo i ritmi stagionali.
Ecco, secondo me tutte queste cose creavano delle aspettative, che poi infatti avevano riscontro nelle mappe dell'epoca, solcate dai tratteggi delle ramificazione dei canali e dove a seconda delle stagioni, comparivano i colori della vegetazione.
Ad un certo punto i canali scomparvero e nessuno più li vide; la stessa sorte che immagino toccò anche a certe tonalità di colore.
Qualcuno ne sa qualcosa di più?
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Re: Marte 2020
Alcune considerazioni:
1. Se uno non "vede verde", vuol dire che vede bene si tratta di un'illusione ottica
2. Il colore verde era associato ad una specifica stagione marziana, vale a dire la tarda primavera/inizio estate australe (non sono sicuro per l'emisfero nord). Arrivava assieme alla cosiddetta "onda di oscuramente". Di solito anche per me Marte e' bianco, ocra, o marrone. Non averlo visto puo' voler dire semplicemente che non lo si e' mai beccato in questa stagione.
3. l'onda di oscuramento continuo' ad essere osservata e discussa ben dopo l'era dei canali. Qui un articolo di Carl Sagan del '67 https://www.sciencedirect.com/science/a ... 3367901171. E un altro recento sul blog di Scientific American: https://blogs.scientificamerican.com/li ... darkening/
1. Se uno non "vede verde", vuol dire che vede bene si tratta di un'illusione ottica
2. Il colore verde era associato ad una specifica stagione marziana, vale a dire la tarda primavera/inizio estate australe (non sono sicuro per l'emisfero nord). Arrivava assieme alla cosiddetta "onda di oscuramente". Di solito anche per me Marte e' bianco, ocra, o marrone. Non averlo visto puo' voler dire semplicemente che non lo si e' mai beccato in questa stagione.
3. l'onda di oscuramento continuo' ad essere osservata e discussa ben dopo l'era dei canali. Qui un articolo di Carl Sagan del '67 https://www.sciencedirect.com/science/a ... 3367901171. E un altro recento sul blog di Scientific American: https://blogs.scientificamerican.com/li ... darkening/
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Re: Marte 2020
Uh? L'aberrazione cromatica aumenta con il cubo del diametro, che un rifrattorone del genere possa essere esente da cromatismo non credo proprio. Nel 25cm f/13con cui ho osservato per alcuni anni si notava eccome, quando il seeing non era buono gli preferivo quasi il mio newton. Con seeing buono era tutta un'altra storia, cromatismo o meno.
Il rifrattore piu' grosso con cui ho osservato Marte e' stato un Clark da 49cm (il doppietto usato per scoprire Sirio B, adesso alla Northwestern University a Chicago), onestamente non ho fatto caso al cromatismo ero troppo impegnato a vedere le nubi quasi tridimensionali che scendevano dalla calotta verso l'equatore e una tempesta di polvere dentro le Valles Marineris che le delineava perfettamente Non sono riuscito a mettere gli occhi nel rifrattore da 1 metro di Yerkes che era circa a un'ora di macchina, ma un astrofilo locale mi ha mostrato con le mani la distanza tra il punto in cui e' a fuoco il rosso e quella in cui va a fuoco il blu, era tipo 1/2 metro.
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Re: Marte 2020
@Ivano, io i colori li distingu o perfettamente, vale a dire che ci vedo benissimo, bisogna capire cosa si intende per illusione ottica, lo strumento dal quale osservo non ha cromatismo e finora ci ho visto Marte, saturno, Giove e Luna senza notare aloni blu o di altri colori sul disco planetario tipico delle aberrazioni cromatiche; di conseguenza il tenue colore verde che ho visto su Marte in entrambe le osservazioni fatte finora non è certo un illusione né strumentale ne oculare, non lo vedo in altri pianeti né sulla luna.
Re: Marte 2020
Ciao @Specola, per quanto riguarda il cromatismo, Schiaparelli affermava che lo strumento da lui utilizzato, un rifrattore da 49 cm. e focale 6,98 metri posizionato nell'osservatorio di Brera, << è favorevolmente corretto per gli oggetti rossi e meno per quelli azzurri>> (conversazione tra Schiaparelli e Barnard, astronomo americano della California, osservatorio di Lick)quindi presumo ben consapevole delle colorazioni che osservava e poi disegnava(da Nuovo Orione n.4 settembre 1992).
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Re: Marte 2020
Come noto, l'ABERRAZIONE CROMATICA è dovuta al fatto che ogni vetro rifrange in modo diverso le diverse lunghezze d'onda che compongono la luce incidente.
Ad esempio, le lunghezze d'onda del blu vengono focalizzate prima di quelle del rosso e ciò crea una fastidiosa alonatura iridescente sull'immagine.
(Gli specchi ne sono esenti, perchè riflettono la luce e non la rifrangono).
Per ridurre tale aberrazione si usano vetri a bassa dispersione (ED) e/o combinazioni di lenti concave e convesse (le prime, infatti, sovracorreggono l'aberrazione e le ultime la sottocorregono).
Quando non erano ancora disponibili i doppietti acromatici, ottenuti accoppiando vetri di diversa dispersione, per ridurre al minimo l'aberrazione cromatica non si poteva far altro che aumentare enormemente la focale della lente (quando la lunghezza focale è uguale a 20 volte il quadrato del diametro (F = 20 × Ø²), il cromatismo non si nota, le dimensioni dello strumento però sì... (infatti se un cannocchiale di 3 cm di diametro può mantenere una focale al di sotto di 2 m, uno da 10 cm invece dovrebbe essere lungo una ventina di metri! Senza dimenticare anche, che non sarebbe neppure possibile costruire tubi tanto lunghi e stretti, in quanto inevitabilmente soggetti a flessioni tanto importanti da rendere inutilizzabile il telescopio).
Dopo l'invenzione del doppietto acromatico, costituito dai classici vetri crown e flint a diversa dispersione, il problema della aberrazione cromatica è stato soltanto in gran parte risolto.
Infatti anche studiando la curvatura dei due vetri e il loro corretto posizionamento reciproco di modo da portare a coincidenza le righe blu e rosse dello spettro, le rimanenti righe rimangono ugualmente leggermente sfasate, in quanto la correzione cromatica del flint non è lineare per tutte le lunghezze d'onda.
La conseguenza di ciò è che focheggiando per la lunghezza d'onda cui l'occhio è maggiormente sensibile (λ 0.56 μm), la luce rossa e in maggior misura quella blu, resteranno leggermente sfocate.
Questo effetto è noto come spettro secondario e si manifesta con una colorazione bluastra attorno alle stelle più brillanti o al bordo dei soggetti luminosi come la Luna o i pianeti.
Per contenere questo problema, in pratica tutti i progettisti e gli autocostruttori impiegano la formula:
F=1.12xز*
che in senso discorsivo significa che per ridurre il residuo cromatico facendo uso di un doppietto acromatico, la lunghezza focale deve essere almeno pari al quadrato del suo diametro.
Per fare un esempio esplicativo, attenendosi alla formula, un rifrattore acromatico con obiettivo di 100 mm dovrebbe ALMENO possedere un rapporto focale pari a F/11.2.
*È chiaro che il risultato della formula deve combinarsi con tutti gli altri innumerevoli fattori (come per esempio la qualità delle ottiche, la presenza di un eventuale trattamento in grado di eliminare o ridurre la deviazione dei raggi sfasati, ecc.).
Il telescopio usato da Schiaparelli possiede un obiettivo acromatico di 49 cm di diametro, con una lunghezza focale di 6,98 m, cioè è uno strumento con rapporto focale F/14,24, per cui quella formula non la ottempera.
Questa è una tabella con i dati dei maggiori telescopi rifrattori mai costruiti finora:
Ad esempio, le lunghezze d'onda del blu vengono focalizzate prima di quelle del rosso e ciò crea una fastidiosa alonatura iridescente sull'immagine.
(Gli specchi ne sono esenti, perchè riflettono la luce e non la rifrangono).
Per ridurre tale aberrazione si usano vetri a bassa dispersione (ED) e/o combinazioni di lenti concave e convesse (le prime, infatti, sovracorreggono l'aberrazione e le ultime la sottocorregono).
Quando non erano ancora disponibili i doppietti acromatici, ottenuti accoppiando vetri di diversa dispersione, per ridurre al minimo l'aberrazione cromatica non si poteva far altro che aumentare enormemente la focale della lente (quando la lunghezza focale è uguale a 20 volte il quadrato del diametro (F = 20 × Ø²), il cromatismo non si nota, le dimensioni dello strumento però sì... (infatti se un cannocchiale di 3 cm di diametro può mantenere una focale al di sotto di 2 m, uno da 10 cm invece dovrebbe essere lungo una ventina di metri! Senza dimenticare anche, che non sarebbe neppure possibile costruire tubi tanto lunghi e stretti, in quanto inevitabilmente soggetti a flessioni tanto importanti da rendere inutilizzabile il telescopio).
Dopo l'invenzione del doppietto acromatico, costituito dai classici vetri crown e flint a diversa dispersione, il problema della aberrazione cromatica è stato soltanto in gran parte risolto.
Infatti anche studiando la curvatura dei due vetri e il loro corretto posizionamento reciproco di modo da portare a coincidenza le righe blu e rosse dello spettro, le rimanenti righe rimangono ugualmente leggermente sfasate, in quanto la correzione cromatica del flint non è lineare per tutte le lunghezze d'onda.
La conseguenza di ciò è che focheggiando per la lunghezza d'onda cui l'occhio è maggiormente sensibile (λ 0.56 μm), la luce rossa e in maggior misura quella blu, resteranno leggermente sfocate.
Questo effetto è noto come spettro secondario e si manifesta con una colorazione bluastra attorno alle stelle più brillanti o al bordo dei soggetti luminosi come la Luna o i pianeti.
Per contenere questo problema, in pratica tutti i progettisti e gli autocostruttori impiegano la formula:
F=1.12xز*
che in senso discorsivo significa che per ridurre il residuo cromatico facendo uso di un doppietto acromatico, la lunghezza focale deve essere almeno pari al quadrato del suo diametro.
Per fare un esempio esplicativo, attenendosi alla formula, un rifrattore acromatico con obiettivo di 100 mm dovrebbe ALMENO possedere un rapporto focale pari a F/11.2.
*È chiaro che il risultato della formula deve combinarsi con tutti gli altri innumerevoli fattori (come per esempio la qualità delle ottiche, la presenza di un eventuale trattamento in grado di eliminare o ridurre la deviazione dei raggi sfasati, ecc.).
Il telescopio usato da Schiaparelli possiede un obiettivo acromatico di 49 cm di diametro, con una lunghezza focale di 6,98 m, cioè è uno strumento con rapporto focale F/14,24, per cui quella formula non la ottempera.
Questa è una tabella con i dati dei maggiori telescopi rifrattori mai costruiti finora:
Codice: Seleziona tutto
Osservatorio Diametro obiettivo (cm) Lunghezza (m) e rapporto di apertura Anno di costruzione
Telescopio dell'Expo di Parigi 1900, Parigi, Francia 125 57 (F/45,60) 1900
Osservatorio di Yerkes (Williams Bay, Wisconsin, Stati Uniti) 102 19,4 (F/19,01) 1897
Osservatorio di Lick (Monte Hamilton, California, Stati Uniti) 91 17,6 (F/19,34) 1888
Osservatorio di Parigi (Meudon, Francia) 83 + 62 16,2 (F/19,51) (F/26.12) 1891
Osservatorio di Potsdam (Potsdam, Germania) 80 12 (F/15,00) 1899
Osservatorio della Costa Azzurra (Nizza, Francia) 76 17,9 (F/15,00) 1887
Osservatorio Allegheny (Pittsburgh, Pennsylvania, Stati Uniti) 76 14,1 (F/23,55) 1914
Osservatorio di Pulkovo (San Pietroburgo, Russia) 76 12,8 (F/16,84) 1885
Osservatorio Reale di Greenwich (Greenwich, Londra, Gran Bretagna) 71 8,5 (F/11,97) 1894
Osservatorio di Vienna (Vienna, Austria) 69 10,5 (F/15,21) 1878
Osservatorio di Berlino (Berlino, Germania) 68 21 (F/30,88) 1896
Osservatorio di Johannesburg (Johannesburg, Sudafrica) 67 10,9 (F/16,26) 1925
Osservatorio McCormick (Monte Jefferson, Virginia, Stati Uniti) 67 9,9 (F/14,77) 1883
Osservatorio Reale di Greenwich (Greenwich, Londra, Gran Bretagna) 66 6,8 (F/10,30) 1897
Osservatorio Navale degli Stati Uniti (Washington, Stati Uniti) 66 9,9 (F/15,00) 1873
Osservatorio del Monte Stromlo (Monte Stromlo, Australia) 66 10,8 (F/16,36) 1925
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
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Re: Marte 2020
Quel telescopio e' arrivato, se non ricordo male, nel 1886. La maggior parte degli studi di Marte e' stata fatta con il Merz da 218mm (vent'anni fa o giu' di li' l'ho avuto tra le mani una serata intera, peccato non ci fosse Marte). Schiaparelli lo considerava un autentico capolavoro d'ottica, d'altra parte ci sta che fosse otticamente migliore di un doppietto dal diametro piu' che doppio ma piu' o meno lo stesso rapporto focale.Zacpi ha scritto: ↑13/11/2020, 8:54 Ciao @Specola, per quanto riguarda il cromatismo, Schiaparelli affermava che lo strumento da lui utilizzato, un rifrattore da 49 cm. e focale 6,98 metri posizionato nell'osservatorio di Brera, << è favorevolmente corretto per gli oggetti rossi e meno per quelli azzurri>> (conversazione tra Schiaparelli e Barnard, astronomo americano della California, osservatorio di Lick)quindi presumo ben consapevole delle colorazioni che osservava e poi disegnava(da Nuovo Orione n.4 settembre 1992).
Contra negantes principia alicuius scientiae non sit disputandum in illa scientia
("Non si deve disputare di cose pertinenti ad una scienza, contro chi ne nega i principi").
Dante Alighieri, Questio de aqua et terra
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Re: Marte 2020
Marte di ieri sera, osservato a 440x con il solito newton da 25. Giove qualche ora prima era del tutto inguardabile, poi il seeing e' migliorato notevolmente, circa III. Ho provato a spingere a 520x ma niente da fare, il mio occhio non ce la fa piu' (almeno con la combinazione plossl 6.7mm + barlow 2x), troppe schifezze. E' gia' da un po' che nelle serate veramente buone il limite non e' piu' il seeing o il telescopio ma il mio occhio
Comunque, la tempesta che da qualche giorno imperversa sopra il Mare Erythraeum non sembra essersi estesa a queste longitudini dove tutto pare abbastanza regolare. Limb brightening molto brillante e dalla spiccata tinta azzurra almeno in alcune aree, specialmente prominente a N di Syrtis Maior. Nell'emisfero S, molto ben definita Eridania. Ormai non riesco piu' a determinare bene la morfologia della calotta polare, troppo piccola o forse dovrei poter ingrandire di piu'. Il diametro del pianeta diminuisce a vista d'occhio, in pochi giorni ha perso 1".
Disegno eseguito in luce integrale, ho usato la solita tecnica di eseguirlo prima a matita, ripassando poi con matite colorate e stando sempre attento ad andarci leggero.
Comunque, la tempesta che da qualche giorno imperversa sopra il Mare Erythraeum non sembra essersi estesa a queste longitudini dove tutto pare abbastanza regolare. Limb brightening molto brillante e dalla spiccata tinta azzurra almeno in alcune aree, specialmente prominente a N di Syrtis Maior. Nell'emisfero S, molto ben definita Eridania. Ormai non riesco piu' a determinare bene la morfologia della calotta polare, troppo piccola o forse dovrei poter ingrandire di piu'. Il diametro del pianeta diminuisce a vista d'occhio, in pochi giorni ha perso 1".
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Re: Marte 2020
si, tutti i grossi rifrattori del XIX secolo hanno problemi di aberrazione cromatica in quanto nessuno di essi rispetta la formula riportata da Fabrizio (citata anche nel famosissimo "il libro dei telescopi" di Walter Ferreri).........in pratica essi sono tutti di focale troppo corta, questo per esigenze costruttive e pratiche. Schiaparelli utilizzava un filtro arancio nelle sue osservazioni di Marte proprio per abbattere il cromatismo residuo del rifrattore da 49 cm di cui disponeva.
riguardo i colori di Marte, come dicevo, con il rifrattore acromatico 100/1000 di cui dispongo i mari marziani appaiono di tonalità grigio-azzurra, mentre i "deserti" appaiono decisamente giallo-arancio............sono recentemente venuto in possesso di un riflettore newton 200/1000 con il quale invece i mari appaiono grigio neutro (forse una punta di azzurro) mentre i deserti sono arancio-rosa; vista la migliore resa cromatica degli specchi rispetto alle lenti ritengo che i "veri" colori siano pertanto questi ultimi. personalmente non ho mai visto il verde di cui parla Ivano, ma è risaputo che ognuno vede i colori a modo suo
riguardo i colori di Marte, come dicevo, con il rifrattore acromatico 100/1000 di cui dispongo i mari marziani appaiono di tonalità grigio-azzurra, mentre i "deserti" appaiono decisamente giallo-arancio............sono recentemente venuto in possesso di un riflettore newton 200/1000 con il quale invece i mari appaiono grigio neutro (forse una punta di azzurro) mentre i deserti sono arancio-rosa; vista la migliore resa cromatica degli specchi rispetto alle lenti ritengo che i "veri" colori siano pertanto questi ultimi. personalmente non ho mai visto il verde di cui parla Ivano, ma è risaputo che ognuno vede i colori a modo suo
Massimo - Montecatini Terme (Pistoia)
batterista e chitarrista di un gruppo rock, gli piace l'astronomia e osserva con: rifrattore acromatico 124/1200, Coronado PST, binocolo Pentax 10x50
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Re: Marte 2020
E d'altra parte Ivano stesso ha detto più di una volta che è un effetto di contrasto...
Dopo molti giorni grigi stasera il cielo si è rasserenato, e non ho perso l'occasione... anche se ormai il 60 mm inizia davvero ad arrancare, Marte va allontanandosi. Inoltre c'erano fastidiose correnti in quota, credo dovute al passaggio, la scorsa notte, di un lieve fronte perturbato.
Nonostante tutto questo mi sono accorto già a video di una notevolissima chiazza bianca di nebbia al bordo precedente, zona Solis Lacus (ormai non più distinguibile con il rifrattorino): nebbia anche a nord, ad alte latitudini. Incredibilmente si indovina ancora la calotta sud!
EDIT: rimpiazzo l'immagine con una elaborazione migliore di quella frettolosa del tardo pomeriggio. Non riesco ad eliminare gli artefatti al bordo dovuti alla diffrazione, ma così è ricomparso Solis Lacus...
Dopo molti giorni grigi stasera il cielo si è rasserenato, e non ho perso l'occasione... anche se ormai il 60 mm inizia davvero ad arrancare, Marte va allontanandosi. Inoltre c'erano fastidiose correnti in quota, credo dovute al passaggio, la scorsa notte, di un lieve fronte perturbato.
Nonostante tutto questo mi sono accorto già a video di una notevolissima chiazza bianca di nebbia al bordo precedente, zona Solis Lacus (ormai non più distinguibile con il rifrattorino): nebbia anche a nord, ad alte latitudini. Incredibilmente si indovina ancora la calotta sud!
EDIT: rimpiazzo l'immagine con una elaborazione migliore di quella frettolosa del tardo pomeriggio. Non riesco ad eliminare gli artefatti al bordo dovuti alla diffrazione, ma così è ricomparso Solis Lacus...
Andrea, Milano
Sede operativa della Specola Minima Mediolani: balcone di casa...
L'INDIGNAZIONE E' VIOLENZA; LA VIOLENZA E' SBAGLIATA. SEMPRE.
... lunga vita al sessantino!
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