Un po' di doppie difficili nell'Aquila
Inviato: 17/08/2014, 17:45
Tempo fa acquistai un riflettore cinese da 13 cm f/5 per tornare a osservare le stelle variabili, visto che parecchie di quelle più brillanti come le semiregolari si osservano tranquillamente anche da Milano. Il tubo ha un'ottica buonissima, che non sfigura di fianco a un rifrattore, e allora qualche sera fa mi sono messo ad osservare un po' di stelle doppie non facilissime per un 5 pollici. Sulla carta lo strumento ha un limite di Rayleigh di 1.08 e di Dawes di 0.92, ma quest'ultimo non fa testo perché vale solo per coppie dalle componenti uguali e non troppo deboli.
Il seeing non era granché (un III sulla scala di Danjon) ormai da giorni purtroppo, ma il cielo era limpido e Antares, bassa sull'orizzonte sud, mi chiamava prepotente essendo una delle mie doppie preferite. Questa stella ha la principale arancione con una magnitudine media di poco superiore a 1 (è variabile) e una secondaria bluastra di mag. 5.4 a 2.5 secondi. Ricordo che col mio Vixen 102 acromatico dei bei tempi andati era abbastanza facile, e anche col riflettorino cinese l'ho sdoppiata subito, l'aria agitata richiedeva un po' di pazienza ma la compagna saltava fuori senza troppe incertezze in barba alla conventional wisdom che vorrebbe i riflettori ostruiti inadatti alle doppie sbilanciate. Secondo l'algoritmo di Napier-Munn avevo meno del 50% di probabilità di farcela ma le ottiche di questo riflettore sono lucidate tanto bene che la sola luce diffusa attorno alle centriche era quella data dalla diffrazione; insomma quando si dice che un telescopio è diffraction-limited...
Sono poi passato all'Aquila, che dalla mia postazione si vede benissimo. Naturalmente ho provato subito la Pi Aql, due stelle di 6.3 e 6.8 a 1.4", e anche qui nessun problema, lo spazio nero tra le due componenti era chiaramente visibile. Molto pulita l'immagine di diffrazione, coi dischi di Airy nettissimi circondati ciascuno da un anellino.
A questo punto sono andato a cercare qualche doppia sbilanciata, ad esempio la 23 Aql (STF 2492), che ha componenti di 5.3 e 8.3 distanti 3": non facile ma ben separata.
La Struve 2545 è stata più facile: 6.5 (azzurra) e 8.5 a 4". La Struve 2587 è stata un po' più ostica, 6.7 e 9.4 a 4", ma a 244x si notava senza difficoltà la secondaria debole ben separata dalla primaria giallastra.
La Herschel I 93 (7.5, 8.1, 2") è stata abbastanza facile già alla prima occhiata, mentre la Clark C 12 (7.4, 8.2, 1.4") mi ha impegnato di più (il suddetto algoritmo mi dava una probabilità inferiore al 20% !) ma alla fine ce l'ho fatta negli istanti di seeing migliore.
Per tutte le osservazioni ho usato l'ottimo zoom Vixen 8-24 e la Barlow Vixen 3x "lunga", senza far uso del moto orario perché quando si tenta di osservare stelle molto deboli vicino a compagne più brillanti, trovo che il movimento di deriva faciliti la separazione. In un newton a f/5 questo si può fare interponendo una barlow di lunga focale che mitiga il coma dell'ottica principale.
Il seeing non era granché (un III sulla scala di Danjon) ormai da giorni purtroppo, ma il cielo era limpido e Antares, bassa sull'orizzonte sud, mi chiamava prepotente essendo una delle mie doppie preferite. Questa stella ha la principale arancione con una magnitudine media di poco superiore a 1 (è variabile) e una secondaria bluastra di mag. 5.4 a 2.5 secondi. Ricordo che col mio Vixen 102 acromatico dei bei tempi andati era abbastanza facile, e anche col riflettorino cinese l'ho sdoppiata subito, l'aria agitata richiedeva un po' di pazienza ma la compagna saltava fuori senza troppe incertezze in barba alla conventional wisdom che vorrebbe i riflettori ostruiti inadatti alle doppie sbilanciate. Secondo l'algoritmo di Napier-Munn avevo meno del 50% di probabilità di farcela ma le ottiche di questo riflettore sono lucidate tanto bene che la sola luce diffusa attorno alle centriche era quella data dalla diffrazione; insomma quando si dice che un telescopio è diffraction-limited...
Sono poi passato all'Aquila, che dalla mia postazione si vede benissimo. Naturalmente ho provato subito la Pi Aql, due stelle di 6.3 e 6.8 a 1.4", e anche qui nessun problema, lo spazio nero tra le due componenti era chiaramente visibile. Molto pulita l'immagine di diffrazione, coi dischi di Airy nettissimi circondati ciascuno da un anellino.
A questo punto sono andato a cercare qualche doppia sbilanciata, ad esempio la 23 Aql (STF 2492), che ha componenti di 5.3 e 8.3 distanti 3": non facile ma ben separata.
La Struve 2545 è stata più facile: 6.5 (azzurra) e 8.5 a 4". La Struve 2587 è stata un po' più ostica, 6.7 e 9.4 a 4", ma a 244x si notava senza difficoltà la secondaria debole ben separata dalla primaria giallastra.
La Herschel I 93 (7.5, 8.1, 2") è stata abbastanza facile già alla prima occhiata, mentre la Clark C 12 (7.4, 8.2, 1.4") mi ha impegnato di più (il suddetto algoritmo mi dava una probabilità inferiore al 20% !) ma alla fine ce l'ho fatta negli istanti di seeing migliore.
Per tutte le osservazioni ho usato l'ottimo zoom Vixen 8-24 e la Barlow Vixen 3x "lunga", senza far uso del moto orario perché quando si tenta di osservare stelle molto deboli vicino a compagne più brillanti, trovo che il movimento di deriva faciliti la separazione. In un newton a f/5 questo si può fare interponendo una barlow di lunga focale che mitiga il coma dell'ottica principale.