In vita mia non ho mai venduto niente di mio (e salute fisica e mentale permettendo, così mi auguro che sarà ancora per molto tempo; penserà poi chi resterà o verrà dopo di me, a far piazza pulita come meglio riterrà, di tutto quello che negli anni ho portato a casa...).
Quando entro in un negozio vedo il prezzo esposto dell'articolo che mi interessa acquistare (articolo che di solito conosco, perché mi sono adeguatamente già informato), lo prendo e passo alla cassa; non chiedo sconti, né mercanteggio (se però il venditore ha piacere di praticarmi uno sconto di propria iniziativa, la cosa ovviamente non mi dispiace; giusto per chiarire).
Fatte le debite premesse di cui sopra, personalmente io ritengo che ognuno sia liberissimo di fissare il prezzo che crede, per il materiale che vende e che parimenti chi acquista non debba porsi particolari limiti di spesa (ovviamente mi riferisco a cifre che si possono sostenere senza arrecare la minima restrizione economica, né a sé stessi, né alla propria famiglia, nel caso se ne avesse una).
La prova di quanto sopra esposto, è che non esiste nessun listino ufficiale del cosiddetto
"Vintage" e questo ha delle conseguenze.
Per esempio io non sono d'accordo sulla didascalia che campeggia sotto la settima foto dell'articolo in oggetto, che recita:
"un rifrattore da 3 pollici come questo Mizar rappresenta una ottima scelta ad un prezzo non superiore a 250 €" e il perché è semplice da spiegare.
Per una qualsiasi ragione mi interessa avere il telescopio in questione; proprio quello e senza aspettare.
Perché mai non dovrei pagarlo di più dei 250,00 € indicati nell'articolo, se comunque il prezzo maggiore richiesto rimanesse pur sempre nelle mie possibilità?
Non sono d'accordo neppure sulla
mitizzazione (mi si passi il termine) legata a doppio filo al prezzo, in quello che ai vari venditori piacerebbe molto diventasse il credo universale.
Premetto che i miei interessi sono quanto di più distante dalla musica, però leggendo la didascalia sotto alla sesta foto dell'articolo, che tra l'altro fa eco al contenuto testuale dello stesso:
"Zeiss Jena, è come Jimi Hendrix tra i chitarristi, niente e nessuno potrà mai eguagliare la sua ledership e il suo blasone – un esemplare come questo 110 mm rappresenta uno stabile e sicuro investimento", personalmente a me viene in mente per esempio
questo.
Per cercare di spiegare le motivazioni alla base di questo mio disaccordo, faccio un parallelo con il mondo del retrocomputing.
Gli appassionati di vecchie macchine da calcolo, spesso usano scambiare il loro materiale, in quanto tolto il valore affettivo o storico dei vecchi computer, in realtà resterebbero soltanto i costi per lo smaltimento presso la piazzola ecologica.
Ecco, un conosciutissimo Apple I è capitato non essere stato ritenuto un valido scambio per portarsi a casa un "semisconosciuto" Kenbak-1.
Medesima sorte per il trittico composto da Commodore 65 + AMIGA 1000 + IBM 5150 con monitor a colori IBM 5153, in cambio di un KYOTRONIC KC 85.