scollare un doppietto cementato

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maxdrummer61
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scollare un doppietto cementato

Messaggio da maxdrummer61 »

hello,
poichè il doppietto cementato del mio Coronado PST ha il famoso problema "rust" (che poi in verità non inficia per niente il buon funzionamento dello strumento......) avrei deciso comunque di scollare i due elementi del doppietto per rimuovere il collante tra essi che, ossendosi ossidato, ha originato il "rust" di cui dicevo prima..........e quindi: qualcuno sa come si fa?
Massimo - Montecatini Terme (Pistoia)
batterista e chitarrista di un gruppo rock, gli piace l'astronomia e osserva con: rifrattore acromatico 124/1200, Coronado PST, binocolo Pentax 10x50
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-SPECOLA->
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Re: scollare un doppietto cementato

Messaggio da -SPECOLA-> »

Procedendo in tal senso penso che lo strumento dopo l'intervento non sarebbe più in grado di garantire la necessaria sicurezza d'uso.

Bisogna vedere con che cosa sono state incollate le lenti, anche se ragionevolmente tutti i buoni costruttori dovrebbero impiegare adesivi reversibili per questa operazione.

Con il cosiddetto "Balsamo del Canada" si può usare la normale trementina, benzene o il solvente alla nitro e di solito è necessario un bagno molto prolungato, in quanto dato lo spazio e il tipo di colla, il solvente agisce lentamente.
Ci vogliono dei giorni se il doppietto è vecchio.

Nel caso del CORONADO PST, bisognerà procedere avendo cura di matenere intatti i trattamenti superficiali.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della Immagine , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
3nzo
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Re: scollare un doppietto cementato

Messaggio da 3nzo »

Ho visto un video di Lolli dove si incollavano doppietti come il tuo e in questo video sui usava un apparecchio per garantire il corretto centraggio e allineamento dei due elementi. Temo che reincollando a occhio il rispetto della geometria sarebbe casuale e così pure le prestazioni. Ti consiglio perciò di farti fare un preventivo da Lolli e farlo riparare nella sua ditta. Se poi l'interesse per lo stumento è relativo e ti vuoi divertire fai pure tu.
antonello
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Re: scollare un doppietto cementato

Messaggio da antonello »

Premesso che non ho mai avuto un Coronado PST (ma ho diversi strumenti autocostruiti per H alpha solare con Etalon Lunt), il termine rust (ruggine), riguarda il deterioramento dei depositi metallici che vengono utilizzati per far funzionare Etalon (filtri Fabry-Perot), filtri BF e IFT (elementi che costituiscono i moderni strumenti per h-alpha) e non riguarda quindi i collanti per lenti. Lo scollaggio di uno elemento ottico affetto da Rust (e il successivo reincollaggio) non risolve il problema, perché non ripristina la piena funzionalità dell'elemento ottico. Diverso è il discorso se il problema riguarda il solo collante ottico (fioritura o delaminazione), ma allora non siamo più in presenza di Rust...

In caso di reale presenza di Rust, purtroppo lo scollamento non risolverà il problema, ma anzi comporterà un aumento del problema, poiché con esso lo strato metallico dei trattamenti metallici depositati per restringere la banda di trasmissione (cosa ben diversa dai trattamenti antiriflesso che sono ossidi metallici e che non possono essere affetti da Rust) subirà certamente danni ancora maggiori, fino al distacco totale, poichè questo strato può essere facilmente intaccabile dal solvente di scollamento.

Nel caso specifico, quindi, immaginando che il PST sia della prima serie (con filtro IFT incorporato nell'obiettivo), l'unica soluzione è sostituire il doppietto con un ricambio originale, oppure staccare il doppietto, sperare che tutto il deposito metallico si stacchi dalle lenti (ma questo non dovrebbe essere un problema, leggi sotto) ripristinare l'incollaggio e aggiungere all'obiettivo un filtro IFT oppure un Filtro IR-CUt con KG3. Purtroppo non penso che questa soluzione costi meno dell'obiettivo di ricambio.

In ogni caso, se questa fosse l'unica soluzione possibile (per esempio per l'indisponibilità dell'obiettivo originale del PST prima serie), ecco alcune indicazioni utile allo scollaggio e al successivo reincollaggio.

Se le lenti fossero state incollate con Balsamo del Canada sarebbe stata una operazione semplice. Sarebbe bastato usare un diluente commerciale (per esempio al nitro, trementina ecc.), oppure un prodotto più specifico come lo xilolo (xilene).

Da molto tempo, tuttavia, il Balsamo del Canada non viene più utilizzato nell'ottica commerciale (salvo che in casi specifici o per restauri "filologici"). Oggi si usano collanti sintetici di difficile distacco, se non con tecniche opportune. Nell'ambito della mia attività professionale ho avuto a che fare con problematiche di questo tipo. In passato la soluzione usata è stata quella del riscaldamento delle lenti a 200-300 gradi in forno, ma non mettendo nel forno il semplice doppietto, operazione pericolosissima, ma mettendolo dentro un grasso siliconico, in modo da rendere lineare il gradiente termico. In questo modo si sono scollati anche i sistemi di lenti più ostici, parlo di obiettivi fotografici costosissimi, come Leitz Leica, Rodenstock, Schneider, ecc. ecc., prodotti in tempi in cui si utilizzavano collanti di tipo epossidico. Questi collanti non sempre si sono rivelati come promesso, ovvero "trasparenti" ed "eterni". Ne sa qualcosa uno dei noti produttori tedeschi citati che, anni dopo, ha avuto problemi rilevanti ad una parte cospicua della produzione (difettosa) per via di incollaggi che "fiorivano" o si "delaminavano" improvvisamente.
Ancora oggi mi capita di vedere questo difetto anche in produzioni più recenti. Il due principali problemi degli epossidici sono la difficoltà di miscelazione omogenea dei due componenti di cui sono costituiti è il brevissimo tempo a disposizione per il centraggio delle lenti.

Forse è anche per questa ragione che oggi sono più usati i collanti monocomponente a catalizzazione UV. Il vantaggio è notevole: omogeneità del materiale, trasparenza e tempo illimitato per il centraggio (visto che solo dopo aver centrato alla perfezione le lenti si può procedere al fissaggio per catalizazione UV).

Detto tutto questo, in caso di problematiche di cui esiste poca letteratura, suggerisco (come metodo), prima di fare esperimenti dall'incerto risultato, di cercare le soluzioni ad un problema nella documentazione tecnica relativa a ciò che si sta affrontando. Ecco allora che al nostro scopo sono assai utili le indicazioni di uno dei più importanti produttori di collanti ottici al mondo: la Norland. Nelle sue documentazioni tecniche suggerisce indicazioni efficaci per lo scollamento delle ottiche, in particolare l'uso del Dicolometano (Cloruro di Metilene), facilmente reperibile ed economico, che personalmente uso da tempo, senza più la necessità di mettere più in forno alcunché.

Il Diclorometano mi ha risolto ogni necessità, sia nel caso di collanti a catalizzazione UV che epossidici. Non posso garantire che funzioni con tutti i collanti epossidici prodotti, però finora non ne ho trovato alcuno che non si sia staccato.
La capacità di scollaggio dipendente da molti fattori, a volte mi sono bastate poche ore, a volte pochi giorni. Ho sperimentato che un ulteriore consiglio della Norland per l'accelerazione della tempistica è realmente efficace. In pratica, poiché il diclorometano che penetra nel doppietto gradualmente si "inquina" perdendo di efficacia, è conveniente, a regolari intervalli di tempo, togliere le lenti dal Diclorometano, lavarle in acetone (o diluente al Nitro) e reintrodurle nel Dicolometano. In questo modo il processo di scollaggio diventa molto più veloce.

Ci sono controindicazioni? Si.

Dalla mia esperienza, con ottiche moderne e trattamenti antiriflesso moderni, il Diclorometano NON danneggia i trattamenti antiriflesso. I trattamenti odierni sono deposizioni in alto vuoto di ossidi metallici. Altra cosa sono invece le deposizioni di metallo puro (sempre su alto vuoto), come l'alluminatura, la semi-alluminatura, il deposito d'oro, ecc. ecc. In questi casi il Diclorometano distacca la lamina metallica e rovina irreparabilmente il trattamento.

Per questo motivo, NON usare assolutamente il Diclorometano per lo scollaggio di filtri di Fabry-Perot (etalon), Blocking filter, filtri ITF, e di qualsiasi altro elemento ottico che abbia trattamenti di metallizzazione o semi-metallizzazione. Anche nel caso degli elementi trattati con fluoruro di magnesio non ho visto alcun problema, ma qui non ci metterei la mano sul fuoco, perché in passato mi è capitato di vedere trattamenti Mgf2 (o almeno simili) che andavano via con le dita...

Tutto quanto scritto è frutto di pluridecennali esperienze, ma poiché non ho certamente testato tutte le possibili problematiche NON mi prendo alcuna responsabilità sull'uso improprio delle soluzioni indicate.
Ognuno è libero o meno di sperimentarle a suo rischio e pericolo, così come ho fatto io dopo averle imparate. Al riguardo, è sempre utile il suggerimento di testare sempre i nuovi approcci, come quello di cui si parla, su campioni di poco conto, quando questo è possibile.

Concludo facendo notare che lo scollaggio è, per me, la parte più facile del processo di "rigenerazione" di un'ottica. Effettuato questo, c'è poi da reincollare l'ottica e ricentrarla, operazioni che esigono mezzi e competenza che non tutti hanno. Nella fase di reincollaggio, infatti, è fondamentale operare in una camera bianca (o in un banco a flusso d'aria laminare), perché in assenza di ciò la polvere che sta sul bordo delle lenti è pronta ad incunearsi tra le lenti stesse non appena queste vengono accoppiate(e la cosa non è un gran bel vedere). Resta infine il problema del centraggio, che richiede apposito strumento, anche se, con l'esperienza, dita abili possono effettuare l'operazione allineando le lenti servendosi della molatura calibrata dei loro bordi (questo nel caso dei piccoli doppietti degli oculari, ma non certo di obiettivi per rifrattori).

Dopo quanto detto, chi avesse ora più chiare le problematiche sull'argomento e non avesse la competenze e i mezzi citati, bene farebbe a far fare il lavoro (almeno per la fase successiva allo scollaggio) a una delle varie ditte specializzate presenti sul territorio nazionale (Lolli, Consonni, Gestione Silo, Lobre, ecc. ecc.), che, a fronte di un costo non necessariamente molto più alto di quello necessario per operare da se, possono fornire un lavoro eseguito a regola d'arte.

P.S. Il Diclorometano è anche perfetto per togliere, senza interventi meccanici, residui di collanti (anche tipo Loctite) da superfici metalliche.
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