...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

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fulvio_
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...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da fulvio_ »

Prima di aprire questa discussione ho riletto il regolamento del forum, senza trovare alcuna restrizione.
Nel caso, chiedo venia e ne accetto la chiusura.

Ebbene, prendo spunto dalla seguente affermazione fatta in altro topic dall'utente "manetta95":

[...parlare di caccia soprattutto in internet é diventata un impresa ed in tutta sincerità mi dispiace xke un mondo che probabilmente si conosce poco o nulla viene etichettato a prescindere come negativo...]

per chiedere e cercare di comprendere in quali modi si possa valutare "non negativamente" l'attività in oggetto.

Confesso di saperne poco di caccia e pesca.
Ma la mia richiesta attiene esclusivamente all'aspetto ludico di tali attività.

Non datemi quindi risposte del tipo:
L'attività venatoria (così come la pesca) è consentita e regolamentata.
Per il benessere della razza umana, la proliferazione di alcune specie va tenute sotto controllo (leggevo ad esempio di una proliferazione fuori controllo di una pericolosa razza ibrida di boa/pitoni in Florida).
L'uomo ha una dieta onnivora che prevede anche l'assunzione di carne/pesce. Quindi, qualcuno dovrà giocoforza "uccidere" per noi.
La razza umana fa molto di peggio che cacciare e pescare.
Chissà quante formiche avrai ucciso senza neppure accorgertene. Chissà quante mosche e zanzare avrai spiaccicato al muro.
..etc!

Ciò che vorrei approfondire non è l'esplorazione del bisogno, bisogno che perseguiamo lecitamente ed efficacemente in quanto specie dominante.
...devo difendermi, devo nutrirmi, devo vestirmi, devo fare ricerca (ciò che può comportare il sacrificio di specie animali)... quindi uccido!
Amen.

Ciò che vorrei "esplorare" è il connotato ludico connesso all'attività venatoria.
Ossia, se il benessere derivante dalla preparazione e realizzazione di una battuta di caccia (o di pesca), se la sensazione di "ebbrezza" per uno sparo andato a segno o per la vibrazione della canna quando il pesce ha abboccato all'amo, possano essere equiparati al valore di una vita animale che viene soppressa.

Grazie
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da piergiovanni »

Ciao. Noto che ultimamente ricomincia la guerra contro la caccia. Lo scopo di questo forum è di discutere di ottiche senza aprire dibattiti che portino a discussioni accese. Io scrivo di ottiche su tutti i forum e su quelli di caccia nessuno mi critica perché io nin caccio. Personalmente - giudizio morale a parte - se una attività è prevista dalla legge - è inutile ricriminare, anche perché poi ci sono attività lecite come la fotografia naturalistica che hanno anch'esse scheletri nell'armadio. Quando è arrivata l'aquila anatraia maggiore qui da me, abbiamo scoperto decine di "fotografi" compiere reti di danneggiamento e violazione della proprietà in area integrale solo per una foto, arrivando a scavalcare, tagliare, danneggiare reti e staccionate e disturbare gli animali. Evito poi di parlare chi usa esche anche vive per attirare i rapaci.. Insomma, volendo ogni settore è criticabile anche quello degli allevamenti dove si allevano polli e le mucche che la maggior parte dei birdwatchers mangiano durante la settimana, senza rimorsi.. Onestamente se dovessi scegliere tra il mio amico Marco, cacciatore di selezione, volontario in mille attività, che fa parte del servizio anti incendio, pulitore di sentieri, etc etc e il fotografo che ha danneggiato le reti dell'oasi, non avrei dubbi con chi discutere di Natura..

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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da fulvio_ »

Ribadisco,
ho aperto questa discussione perchè non ho trovato divieti nel regolamento.
Ma se l'argomento può toccare la sensibilità di qualcuno si può tranquillamente chiudere.
Tuttavia, non comprendo. Siamo persone ragionevoli e si potrebbe discutere serenamente di tutto. Anche delle varie altre situazioni descritte.
Se un cacciatore/pescatore mi avesse risposto che l'attività venatoria (o di pesca) gli procura piacere e sacrificare un animale è per lui effetto collaterale ragionevole, lo avrei accettato serenamente (pur tenendomi per me, ovviamente, il mio personale giudizio morale). Ma mica gli avrei scagliato contro un anatema :lol:.
Dissento quindi sul fatto che sia inutile recriminare se un'attività è prevista dalla legge.
Avere delle opinioni ed esprimere dei giudizi morali, ci rende ciò che siamo.
Seguendo questa logica, probabilmente in Virginia ci sarebbe ancora la pena di morte.

Se lo si ritiene, si può chiudere.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da piergiovanni »

Ciao, mi riferivo al fatto che appena si iscrive un cacciatore che chiede informazioni su un'ottica e non su come sparare a un capriolo, si esce sempre fuori tema.Tutto qui.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da stevedet »

piergiovanni ha scritto: 16/03/2021, 10:48 Ciao, mi riferivo al fatto che appena si iscrive un cacciatore che chiede informazioni su un'ottica e non su come sparare a un capriolo, si esce sempre fuori tema.Tutto qui.
Touché... ;) Ho cominciato io. Però io avevo commentato bonariamente una cosa scritta dal mio "amico virtuale" Piero. Poi anche altri hanno rilanciato e a mia volta non ho resistito. Prometto che non interverrò più in quel topic.
fulvio_ ha scritto: 16/03/2021, 10:02 Se un cacciatore/pescatore mi avesse risposto che l'attività venatoria (o di pesca) gli procura piacere e sacrificare un animale è per lui effetto collaterale ragionevole, lo avrei accettato serenamente (pur tenendomi per me, ovviamente, il mio personale giudizio morale).
Al mondo d'oggi la ragione è solo questa. Solo che se spiattelli così brutalmente in faccia la verità a costoro se ne risentono. Non lo vogliono ammettere. Bisogna edulcorare la pillola, parlando ad esempio di caccia di selezione; un po' come quando parlare di piacere sessuale femminile era ancora tabù e allora si diceva: "non lo fo per piacer mio, ma per dare un figlio a Dio..."
Detto questo, capisco la prudenza di Piergiovanni, che poi (non dimentichiamoci) è il padrone di casa qui. Lui ha aperto questo forum per parlare di ottiche, indipendentemente dall'utilizzo che se ne fa. Quindi (in teoria) anche se scrivesse un funzionario della Bielorussia o dell'Utah negli Stati Uniti (dove ancora è perfettamente legale la pena di morte per fucilazione) per chiedere consiglio su un'ottica da montare sui fucili del plotone di esecuzione, egli giustamente da tecnico risponderebbe in modo asettico ed esaustivo.

Ovviamente nessuno ci obbliga a rimanere nel forum se ci sentiamo troppo a disagio.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da piergiovanni »

Beh, mi sembra un paragone un tantino esagerato :D , diciamo che da amante della "polenta e cinghiale" avrei meno remore a rispondere a un cacciatore che a un qualsivoglia militare di un plotone di esecuzione :mrgreen: :mrgreen: anche se presumo che non necessiterebbe di un cannocchiale da tiro per quell'ingrato compito.
Diciamo che è tutto sempre molto soggettivo e opinale. Qualche anni fa, ad esempio, mi scrisse la figlia di un appassionato di ottiche vintage della Seconda Guerra Mondiale. Il signore era morto e lei non voleva assolutamente quei "brutti binocoli che ricordavano un periodo crudo e triste della storia"..anzi mi disse che non riusciva a capire come il padre fosse appassionato di quel periodo storico.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da stevedet »

piergiovanni ha scritto: 16/03/2021, 16:09 Beh, mi sembra un paragone un tantino esagerato
Sì certo ;) Un esempio un tantino al limite...
Diciamo che fa parte della "ars oratoria", quando si vuole esprimere un concetto. Tra l'altro immagino anch'io che la distanza di un plotone di esecuzione sia talmente ridotta che anche un soldato miope e senza occhiali centrerebbe il bersaglio. :wave:
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da vale75 »

Visto che anch'io sono colpevole di avere acceso gli animi... la dico in maniera diretta.

Il fucile per un cacciatore é sentito semplicemente e/o inconsciamente , come il prolungamento del membro.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da piero »

la questione sollevata da Fulvio, condivisibile o meno perché partiva comunque da delle pregiudiziali personali e da giudizi morali, mi sembrava però carica di onestà intellettuale e sarebbe stato interessante dibattere il problema, pur convinto che nessuno avrebbe cambiato la propria posizione ma tutti ne sarebbe usciti comunque con qualcosa in più. Tuttavia dopo la frase freudiana di Vale75 che credo seria perchè non seguita da emoticon che ne sottolineino la battuta o benevola l'ironia, me n'è passata la voglia.
Spero davvero di aver frainteso e fosse solo un battuta perchè se così non fosse la posso definire solo "superficialmente talebana" e alla mia età (61) ho ormai perso ogni disponibilità a confrontarmi con qualsivoglia integralismo ideologico (con i quali ahimè mi confronto ogni giorno per lavoro), da sempre porta d'ingresso di arroganti discriminazioni dell'individuo.
Ripeto: me ne duole e spero di aver frainteso e di sbagliarmi, in tal caso me ne scuso sinceramente in anticipo.
Chiarisco anche che pratico il tiro a segno e non sono cacciatore non per scelta ma solo per mancanza di tempo in quanto per fare caccia di selezione (l'unica che davvero mi interessasse e mi chiedo quanti sappiano davvero cosa significhi), nella mia regione bisognava seguire corsi molto lunghi, duri e impegnativi che mal si accordavano con la routine della mia professione; pur con tutto ciò, frequentando la montagna è stato inevitabile avvicinarsi, e con molta soddisfazione, al mondo venatorio e dei forestali, frequentandolo attivamente anche a caccia, finchè ho potuto. Per contro ho appreso quanto sia molto più facile e rapido diventare un "animalista-ambientalista-emotivo": basta mettersi un fazzoletto verde intorno al collo e proclamarsi anticaccia ancorchè a digiuno di qualsiasi nozione di ambiente, zoologia, etc; soprattutto privi di motosega , seghetto, falcetto, spotting e binocoli con i quali si va sempre e solo con amici cacciatori, forestali, escursionisti "competenti" a tenere puliti boschi, sentieri, fare censimenti e tenere d'occhio segni dall'allarme per la fauna e la vegetazione (quanti sanno cos'è l'ISPRA?) affinché, sia cacciatori che famigliole da Mulino Bianco con visioni disneyane della natura possano godere dell'ambiente che ci circonda nelle più differenti modalità. Senza alcuna distinzione o giudizio morale per nessuno.
osservo con:....due occhi, perché two is meglio che one.....
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da -SPECOLA-> »

piero ha scritto: 17/03/2021, 0:09 ...proclamarsi anticaccia ancorchè a digiuno
Della carne, che forse qualcuno a cui piace deliziarsi con le gambe sotto al tavolo (in montagna e non solo), non crede che nel piatto non ci arriva mai da sola, sulle proprie gambe.
Quoto Piero.
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Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della Immagine , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da Marco Franceschetti »

La questione si fa davvero interessante, almeno per me.
Spesso dibattiamo di argomenti di cui non conosciamo nulla, e ciò che si legge nei forum ogni giorno riguardo ai vaccini ne è un fulgido esempio: schiere di ignoranti (dal verbo latino ignoro - tr.: non so) che criticano questa o pontificano quell'altra scelta.
Premetto che della caccia non so nulla, ultimamente mi rendo conto che c'è molta confusione in materia, ad esempio sulla differenza tra cacciatori e bracconieri che la gente tende a unificare in un'unica categoria, e vorrei cercare di "capire" perché solo con la conoscenza e la comprensione posso arrivare ad un giudizio etico; diversamente, aprirei solo la bocca per darle fiato!

Non la considero uno sport nel senso decoubertiano del termine in quanto per me - che pratico sport dall'età di 3 anni e non ho mai smesso - il termine "sport" implica necessariamente che gli avversari giochino con le medesime regole, e non è il caso della caccia.
Tuttavia posso capire come questa sia un'attività umana praticata sin dalla notte dei tempi, anche se ai nostri giorni, con l'avvento degli allevamenti intensivi, credo sia sempre meno necessaria...
Non voglio però essere ipocrita e dico subito che mi piace mangiare carne, specie se saporita come quella di cacciagione, anche se cerco di limitarne al massimo il consumo: ad esempio in viaggio di nozze in Namibia ho assaggiato la carne di diversi animali, come springbok, kudu, zebra, e orice, e non credo fossero stati allevati ma certamente cacciati.
Discorsi analoghi possiamo farli anche sulla pesca: come subacqueo da anni i pesci preferisco vederli nel loro habitat naturale piuttosto che in qualche rete o appesi ad una lenza, ma non disdegno per questo di mangiarli se li ho davanti sul piatto, anzi... non sopporto però la moda del sushi bar che oggigiorno imperversa ovunque, perché sta portando inevitabilmente ad un impoverimento sempre maggiore della fauna ittica con conseguenze deleterie su tutta la catena alimentare marina.

Ora, mi affascinano le armi e mi piace sparare, anche se non frequento un poligono dai tempi in cui facevo servizio militare nei Lagunari, ma non so se avrei mai il coraggio di sparare ad un animale...
Diverso il caso in cui mi trovassi in pericolo di vita immediato, o nel caso in cui fossi intimamente e profondamente convinto che l'atto di caccia, che ha come inevitabile epilogo l'uccisione di un essere vivente, fosse l'unica azione possibile per tutelare degli interessi più grandi.
Ed è proprio questo il punto che vorrei cercare di capire e che chiedo a chi la pratica o l'ha praticata: esiste ancora nella caccia un fine più alto che trascendere il valore della vita di un altro essere vivente?
Se una volta cacciare serviva a sfamarsi per non morire di fame, quali sono o dovrebbero essere ai nostri giorni gli obiettivi dell'ars venandi?
Sono sempre stato un ambientalista convinto, ma credo che solo dalla comprensione di questo punto possa nascere una valutazione scevra dai pregiudizi non solo sulla caccia come attività necessitata, ma anche su argomenti strettamente connessi come la reintroduzione dei grandi carnivori (come l'orso, il lupo e la lince) nei territori dov'erano erano scomparsi o il contenimento degli ungulati (il cinghiale in primis, ma non solo), e le relative politiche a livello locale e nazionale.

Non c'è vis polemica in questo mio intervento, ma solo la voglia di comprendere e la curiosità di conoscere ciò che ignoro.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da Faber »

Interessante intervento Marco.

Anche io non sono un cacciatore ma mi nutro anche di carne. Ritengo che la caccia possa avere un senso di esistere per nutrimento, per selezione. Certe deviazioni come introduzione forzata di specie aliene al fine della caccia non mi sembrano idee furbe, visto che non penso proprio che sia possibile una stima delle conseguenze a posteriori sull’ecosistema.

Sono sicuro che ci sono cacciatori attenti alla salvaguardia dell’ambiente più che qualche persona che non ha studiato se non sui giornali le problematiche ambientali, come ho assistito a comportamenti esecrabili da parte di cacciatori che non rispettavano le proprietà altrui e la sicurezza delle persone, ritrovandomi talvolta piombini nel mio giardino.

Anche io vorrei capire di più di questo “mondo” prima di esprimere giudizi e ben felice se i cacciatori spiegheranno le loro problematiche. Tuttavia essendo il forum aperto a tutti capisco che ci siano pareri contrari a priori e quindi mi rimetto alla moderazione del team che gestisce il forum.

Saluti a tutti
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da fulvio_ »

Non posso non notare come la questione sia stata sostanzialmente "aggirata" (anche se, in verità, il thread è stato posto male!).
Quando scrivo che sono interessato unicamente all'aspetto "ludico" connesso alla questione caccia/pesca, lo faccio proprio per sgombrare il campo da ogni possibile fraintendimento.
Tengo a precisare, inoltre, che il discorso nasce in relazione all'attività venatoria e di pesca, ma può essere generalizzata ad ogni ambito (penso ad esempio al ragazzino che da fuoco ad un formicaio).

Riformulo:
Partendo dal presupposto che i giudizi morali raramente sono univoci, il più delle volte opinabili, spesso fortemente divisivi, mi chiedo (e vi chiedo) se nella nostra società "evoluta" sopprimere un animale "a scopo ludico" sia comportamento eticamente tollerabile e con diritto di cittadinanza.
Soprattutto, mi chiedo se il nostro personale giudizio etico sul tema, muterebbe se fossimo ancora specie "senziente"... ma non dominante! ;)
Perchè, correggetemi se sbaglio, ho il ragionevole dubbio che se le "chiappe impallinate" fossero le nostre... saremmo tutti animalisti convinti!

E' evidente che ho una mia idea e sono dunque prevenuto. Ma ciò nulla toglie alla questione e alla liceità delle idee altrui (se sincere e circostanziate).
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da Marco Franceschetti »

@ Fulvio
...in realtà non ritengo che sia stia cercando di aggirare la questione; è vero che a te interessa il possibile aspetto "ludico" come hai sottolineato nel post di apertura, ma il titolo del thread fa espresso riferimento a "qualche buona motivazione"!
Questo è il motivo per cui ho cercato nel mio post di allungare il tiro, e di concentrarmi più che sul motivo di un singolo (che comunque è opinabile e soprattutto divisibile, come tu stesso riconosci....) su aspetti che possono interessare anche altri frequentatori del forum, sinceramente interessati a conoscere un'altra realtà.
Se poi qualcuno vuole risponderti sul singolo aspetto, ottimo.
Ma non vorrei limitare questa discussione, che sinora è pacifica e spero (in primis per me stesso) che diventi anche costruttiva... fatta eccezione per qualche battuta sarcastica!
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da fulvio_ »

Marco,
è vero che il titolo del thread è fuorviante (l'ho ammesso io per primo!), e non ho nulla in contrario che la discussione si evolva anche in altre direzioni e venga arricchita a beneficio di tutti.
Ad esempio, io non sapevo cosa fosse la caccia di selezione.
Ciò non toglie però che la questione che pongo sia stata "aggirata". Non prendiamoci in giro!
Ultima modifica di fulvio_ il 17/03/2021, 16:33, modificato 2 volte in totale.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da stevedet »

Nella nostra moderna società, la caccia e la pesca "sportiva" hanno come unico fine il divertimento. Non abbiamo più bisogno di procurarci il cibo in questo modo.
Nella pesca sportiva si può scegliere di rilasciare il pesce catturato, utilizzando ami che creino solo una piccola ferita e che procurino il minor stress possibile al povero pesce. Nel caso della caccia invece, il "gioco" si può dire concluso con successo solo con la morte dell'animale e magari l'esibizione del trofeo a parenti ed amici.
Morale, mentre chi pesca può anche scegliere di non uccidere, chi va a caccia accetta a priori di divertirsi a togliere la vita ad un animale, altrimenti potrebbe benissimo vestirsi con abiti mimetici, andare ugualmente per boschi con "motosega , seghetto, falcetto, spotting e binocoli", ma senza fucile, magari sostituito da una macchina fotografica.

No; chi va a caccia vuole sparare ad una preda viva, parte da casa con quell'intento, appostarsi, sentire l'adrenalina che sale a mille, fare bum bum, sentire il rinculo del calcio e vedere l'animale stramazzare a terra. Questo è il divertimento, detto senza ipocrisie, ma stranamente se lo fai notare ai diretti interessati, susciti irritazione e offesa.

Discorso caccia di selezione: io non sono un esperto, ma non sono neanche un adepto del mulino bianco, convinto che la natura sia fatta di marmotte che ti fanno ciao ciao con la manina.
Da quand'è che si parla di "caccia di selezione? Da quando si incominciò ad introdurre nei nostri boschi ingenti numeri di ungulati (e mi riferisco in particolar modo ai cinghiali dell'europa orientale). Prima si è creato il problema e poi siccome questi animali sono molto prolifici (una femmina di cinghiale figlia 6-8 cuccioli anche due volte all'anno) e mangiano di tutto, si è posta la questione del sovrappopolamento. Mi pare comunque che in questi anni la caccia di selezione abbia prodotto risultati molto scarsi, a giudicare da quanto si legge. No, non è quella la soluzione, evidentemente.

Aggiungo che io diffido sempre quando si affida a cittadini privati il potere di risolvere problematiche di sicurezza , magari con deleghe alle normative vigenti. Un po' come le ronde civiche per la sicurezza nelle città che qualcuno proponeva.
C'è un problema ecologico e di sicurezza nei nostri boschi? Bene. Ci sono apparati dello Stato (Guardia forestale in primis) preposti ad affrontarli. Gli organici sono insufficienti? Che si potenzino, ma mai affidare questo compito a comuni cittadini, seppur addestrati dopo un corso e un patentino (che poi si sa come vanno le cose in Italia...).
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da Marco Franceschetti »

@ Fulvio: ho già chiarito il mio punto di vista sul fatto di allargare la discussione anche ad altri aspetti relativi alla caccia, e tu hai chiarito il tuo; non c'è altro da aggiungere.

@ Stevedet: il tuo pensiero sulla caccia è stato espresso molto chiaramente nei tuoi post, e rispetto il tuo punto di vista. Tuttavia mi piacerebbe sentire anche l'opinione di qualcuno che pratica la caccia, soprattutto quella di selezione.


Ogni confronto in generale ha un senso fintantoché ognuno si sente libero e tranquillo di parlare ed esprimere la propria opinione, portando le proprie esperienze dirette e spiegando, se vuole, le motivazioni delle proprie scelte agli altri, sempre in tono rispettoso e civile, e senza il timore di essere giudicato e senza voler imporre la propria opinione.
Questo aiuta gli interessati a comprendere meglio e a farsi un'idea più precisa dell'argomento.
Se però partono sterili polemiche, e lo dico prima che succeda, chiudo immediatamente la discussione e perdiamo una bella occasione di confronto.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da fulvio_ »

Marco Franceschetti ha scritto: 17/03/2021, 17:16 @ Fulvio: ho già chiarito il mio punto di vista sul fatto di allargare la discussione anche ad altri aspetti relativi alla caccia, e tu hai chiarito il tuo; non c'è altro da aggiungere.
Lo credo anch'io.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da stevedet »

Marco Franceschetti ha scritto: 17/03/2021, 17:16 @ Stevedet: il tuo pensiero sulla caccia è stato espresso molto chiaramente nei tuoi post, e rispetto il tuo punto di vista. Tuttavia mi piacerebbe sentire anche l'opinione di qualcuno che pratica la caccia, soprattutto quella di selezione.
Concordo. Chiedo solo che chi come me è contrario alla caccia non venga fatto automaticamente passare per il cittadino fighetto che non sa neppure distinguere una gazza da un merlo (o come in quella pubblicità dove un bambino diceva: "mamma, mamma un pollo!" indicando una vaschetta nel frigorifero del supermercato) e che dunque non dovrebbe neppure osare discutere con gli esperti cacciatori.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da Marco Franceschetti »

stevedet ha scritto: 17/03/2021, 19:20 Concordo. Chiedo solo che chi come me è contrario alla caccia non venga fatto automaticamente passare per il cittadino fighetto che non sa neppure distinguere una gazza da un merlo (o come in quella pubblicità dove un bambino diceva: "mamma, mamma un pollo!" indicando una vaschetta nel frigorifero del supermercato) e che dunque non dovrebbe neppure osare discutere con gli esperti cacciatori.
Chiaramente, il rispetto delle persone e opinioni altrui è dovuto.
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Premesso che personalmente trovo l'ironia divertente, mentre il sarcasmo no e che a volte non è semplice distinguere l'una dall'altro e viceversa (soprattutto stando seduti davanti ad una tastiera), per quanto mi riguarda il fine della caccia è la preda (nel piatto o per contenimento e selezione) e ASSOLUTAMENTE NON il divertimento, perché altrimenti il cacciatore non recupererebbe l'animale e a questo proposito faccio presente a chi non lo sapesse, che spesso (attività venatoria di selezione in area montana docet) il recupero coinvolge un elicottero, con tutto ciò che ne consegiue a livello pratico, logistico ed economico (tutte cose non molto divertenti; soprattutto l'ultima...).
Diversamente È FATICA del recuperatore, che certamente non la compirebbe soltanto PER DIVERTIMENTO.
Il contorno è fatto di studio (ambiente, etologia, balistica, ecc.) e passatempo nella natura ed è quello il divertimento.
Oltre ad esercitare una disciplina regolamentata dalle LEGGI DEDLLO STATO, il cacciatore inoltre ha un'etica (che lo differenzia dal bracconiere) e infatti spara soltanto ai capi per il quale la sual licenza lo autorizza e lo fa con l'intento della masssima precisione.
Il cacciatore NON preme il grilletto per vedere l'effetto che fa.
Se il capo è fuori portata, oppure semplicemente si trova in una zona difficilmente raggiungibile per il suo successivo recupero, oppure ancora i calcoli balistici o le condizioni di tiro lo sconsigliano, il cacciatore rinuncia anche se ciò significa chiudere la giornata con un nulla di fatto riguardo il fine della preda nel carniere, accontentandosi benissimo di tutto il resto del contorno della giornata, che comunque sarà per lui lo stesso una giornata trascorsa divertendosi.
Tutto questo imho, naturalmente.
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Messaggio da fulvio_ »

Quindi, Specola, fermo restando che la caccia è regolamentata e a norma di legge (a differenza del bracconaggio), e al netto di tutte le osservazioni inerenti ad esempio le difficoltà nel recuperare la preda (ciò che ignoravo e che non ho motivo di mettere in dubbio), la sostanza del tuo punto di vista, se ho ben compreso, sarebbe che il cacciatore uccide la preda per nutrirsi o per ragioni di contenimento e selezione.
In tutta onestà, continuo a far fatica a pensare che sia tutto qui, e che l'aspetto ludico non c'entri. Anche se, effettivamente, l'acquisizione della preda presumo sia parimenti importante al divertimento ottenuto nel procurarsela.
Nel primo caso (nutrimento) perchè basterebbe recarsi in macelleria senza doversi sbattere fra armi, pianificazione della battuta di caccia, ore di sonno perse...etc.
Ammenocchè il cacciatore in questione non conduca uno stile di vita "fuori dal mondo" del genere dei documentari "Wild Alaska" che si vedono su Focus tv, dove il protagonista è un eremita che caccia, pesca, coltiva la terra, raccoglie i frutti e vive contemplando la natura.
Nel secondo caso (contenimento e selezione), perdona ma fatico veramente a credere che il cacciatore nell'imbracciare un' arma e recarsi per foreste alle 4 del mattino per contenere la popolazione di cinghiali sia mosso da senso di responsabilità o del dovere.
Posso invece immaginare, questo si, che chi dovesse farlo "per lavoro" compirebbe il suo dovere senza necessariamente trarne divertimento. E a costoro va tutta la mia stima.
Ultima modifica di fulvio_ il 18/03/2021, 0:20, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Marco Franceschetti »

Grazie per il tuo contributo Fabrizio, la maggior parte delle questioni pratiche relative allo studio, alla pianificazione e realizzazione di una battuta di caccia (...si dice così?) cui fai cenno le ignoravo, ora mi sono un po' più chiare.
Quello che ancora non comprendo appieno è la differenza tra caccia diciamo "normale" e quella "di selezione", o meglio le ragioni dell'una, che immagino sia il procacciamento della selvaggina per uso diciamo culinario, e dell'altra che azzardo sia una legata all'eradicazione di capi malati per preservare la salute o l'integrità degli altri esemplari di un branco, oppure abbia lo scopo di ridurre semplicemente il numero dei capi in mancanza di predatori naturali, ai fini della salvaguardia di un determinato territorio o ambiente che altrimenti andrebbe rovinato irrimediabilmente.
Non so se quanto ho scritto si avvicini o meno alla realtà, ma questa è l'idea che, da profano, mi sono fatto sulla caccia di selezione in questi anni, anche se immagino mi sfuggano ancora molti aspetti di questa particolare attività.
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Messaggio da -SPECOLA-> »

@ fulvio_

Ciao,

ovviamente quando qualcuno fa qualcosa, è perché gli piace; altrimenti si dedicherebbe a fare altro.
Riguardo al nutrimento, quello che si può procurare in macelleria non è diverso da quello che ci si può procurare cacciandolo in proprio, se non per le modalità di abbattimento (un mattatoio in un caso e un fucile nell'altro).
Quello che è diverso è lo stile di vita dell'animale (uno che nasce, sopravvive e muore in un allevamento (magari pure intensivo...) e l'altro che vive libero in natura e muore a causa dei predatori (che per lui sono di due tipi: Quelli senza fucile (che però ormai in pratica non ci sono più e che se anche reintrodotti in natura, non sono in grado di portare a termine con successo il loro compito nella catena alimentare) e quelli con il fucile.

Il fatto che lo STATO si rivolga ai cacciatori per la selezione e il contenimento di un certo tipo di fauna selvatica, è proprio dovuto al fatto che altrimenti servirebbe stanziare ingenti risorse economiche, se il tutto venisse affidato esclusivamente a soggetti stipendiati; ecco allora che la figura del cacciatore volontario fa comodo.

@ Marco Franceschetti

Ciao,

sì, quanto hai scritto si avvicini alla realtà; l'idea che ti sei fatto sulla caccia di selezione, è corretta.
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Messaggio da stevedet »

@SPECOLA, quanta retorica nella tua descrizione del cacciatore che non caccia per divertimento... Su dai. Tra un po' sembra di leggere un romanzo di Jack London. ;)
La caccia è ammessa e regolamentata dalla legge italiana e fino a qui non si discute. Io spero che un giorno venga abolita, ma fino a quando è consentita, mi inchino al legislatore. E' ancora ammessa perché solo una percentuale ristretta di italiani la esercita ancora. Se avessimo (per ipotesi) 20 milioni di doppiette all'anno che sparano alla selvaggina, immagino che l'impatto sarebbe insostenibile per la fauna oltre che estremamente pericoloso per la sicurezza pubblica.

Ma un cacciatore che qui dentro abbia le palle per dire: a me piace uccidere una preda col mio fucile c'è? O devo pensare che chi va a caccia è tutta gente che violenta la sua coscienza, ha gli incubi notturni pensando agli animali che ha ucciso per sfamare la sua famiglia che altrimenti non ha da mangiare, oppure perché spinto dal dovere di fare questa benedetta "caccia di selezione" (che poi è solo la punta dell'iceberg) e che per me non ha nulla di nobile, perché il surplus di certi ungulati è stato causato dagli stessi che ora ci vogliono far credere di essere i salvatori dell'ecosistema.

Infine. Io lo ammetto: non avrei il coraggio di sparare ad un animale. Mangio solo carne di pollo, pesce e magari un coniglio a Natale e Pasqua, ma confesso che se dovessi ucciderli io non mangerei neanche quelli. Mi affido all'industria alimentare e confido nel fatto che anche qui le leggi siano sempre più severe per garantire il benessere degli animali da allevamento.

EDIT: potrei sparare ad un animale per legittima difesa, ma questo è un altro discorso.
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Messaggio da piergiovanni »

Ciao, mi pare che attualmente ci siano circa 500.000 tesserati in Italia, contro il "milione e più" di anni fa.
C'è poco ricambio generazionale sia per motivi "morali", sia perchè chi vuole fare caccia di selezione è soggetto a corsi molto difficili e le licenze costano pure tanto,mi pare sui 700 euro l'anno..tra tutto. Inoltre, almeno da quanto vedo, è anche un discorso familiare. Nel senso che famiglie di cacciatori hanno figli cacciatori, in Finlandia ad esempio, dove non esiste un limite di età per cacciare, è abbastanza normale vedere bambini a caccia con i genitori.. Diciamo che interviene anche un inpriting ambientale..difficile vedere un bambino milanese in giro per i boschi con i genitori a fare il censimento dei caprioli, difficile vedere un bambino delle valli austriache con in mano un tablet..
All'atto pratico io non caccio, ma non penso che dietro la caccia ci sia solo la voglia di uccidere un animale, per molti penso sia un retaggio culturale familiare, regionale e anche insito nel DNA degli uomini che se non avessero cacciato nei secoli passati non sarebbero arrivati dove sono adesso.
Personalmente preferisco il tiro sportivo e presumibilmente prendero' la licenza, anche per sfruttare le ottiche da tiro. lato caccia, preferisco quella fotografica e il fototrappolaggio, ma non giudico i cacciatori, cerco solo di far arrestare i bracconieri :mrgreen:
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Messaggio da -SPECOLA-> »

@ stevedet

Ciao,
pur non condividendolo, prendo atto del tuo punto di vista, aggiungendo inoltre a quella che tu definisci retorica, il particolare che il cacciatore è provato essere una persona sana, nella mente e nel corpo; una persona equilibrata.
Ovviamente non lo dico io; a parlare è il D.M. 14/9/1994 modificato con D.M. 28/4/1998, ma per spiegare meglio ciò che intendo dire, lascio volentieri la parola al Giudice (in pensione) Edoardo Mori, una vera autorità nel campo sia della LEGGE, sia delle armi e delle correlate attività:

http://www.earmi.it/diritto/leggi/sanita.htm

E tutta questa trafila, se prima era richiesta ogni 6 anni, adesso deve essere intrapresa ogni 5 anni; vale per tutti i possessori di armi.
stevedet ha scritto: 18/03/2021, 11:12 Ma un cacciatore che qui dentro abbia le palle per dire: a me piace uccidere una preda col mio fucile c'è? O devo pensare che chi va a caccia è tutta gente che violenta la sua coscienza, ha gli incubi notturni pensando agli animali che ha ucciso per sfamare la sua famiglia che altrimenti non ha da mangiare, oppure perché spinto dal dovere di fare questa benedetta "caccia di selezione" (che poi è solo la punta dell'iceberg) e che per me non ha nulla di nobile, perché il surplus di certi ungulati è stato causato dagli stessi che ora ci vogliono far credere di essere i salvatori dell'ecosistema.
Provocazione on:

"Ma una persona che si ciba di carne che qui dentro abbia il coraggio per dire: a me piace che venga ucciso un animale al mattatoio c'è? O devo pensare che chi si nutre di carne è tutta gente che violenta la sua coscienza, ha gli incubi notturni pensando agli animali che sono stati uccici per sfamare la sua famiglia che altrimenti non ha carne da mangiare, oppure perché spinto dal dovere di fare questo benedetto pranzo giornaliero (che poi è solo la punta dell'iceberg, perché esistono anche colazione, spuntino e cena) e che per me non ha nulla di nobile, perché il surplus di certi animali da macello è stato causato da chi vive guadagnando sulla pelle degli animali negli allevamenti intensivi (peraltro deleteri per la fascia di ozono), che operando con contratti di energia e smaltimento ad impatto zero ora ci vogliono far credere di essere i salvatori dell'ecosistema."

Provocazione off.

Risposta?

Senza contare che in natura, il predatore senza fucile uccide la propria preda dilaniandone la carne mentre questa è ancora viva e cosciente (e per questo in grado di provare PAURA e DOLORE FISICO), fino al sopraggiungere del suo decesso; ah, è bene che io precisi anche, che il predatore NAUTRALE senza fucile, "imbroglia", perché ovviamente rivolge la propria famelica attenzione verso i capi più deboli...
stevedet ha scritto: 18/03/2021, 11:12Io lo ammetto: non avrei il coraggio di sparare ad un animale. Mangio solo carne di pollo, pesce e magari un coniglio a Natale e Pasqua, ma confesso che se dovessi ucciderli io non mangerei neanche quelli. Mi affido all'industria alimentare e confido nel fatto che anche qui le leggi siano sempre più severe per garantire il benessere degli animali da allevamento.
Tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare, recita il detto.
Comunque mi fa riflettere sentire che la strage che si consuma nei mattatoi, nel tuo caso esiste soltanto perché te la puoi economicamente permettere, perché diversamente, se l'onere dell'abbattimento dovesse diventare a tuo carico, allora nella tua famiglia tutti crescerebbero sani e forti e vegetariani; ecco, consentimi di avere qualche difficoltà a crederlo, non per le tue convinzioni (che sono RISPETTABILISSIME nel loro essere personalmente tue), quanto piuttosto per come funzionano le cose in NATURA qui sul pianeta Terra, da che mondo è mondo.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

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@SPECOLA, ma tu davvero sei convinto che i 500.000 tesserati italiani, di cui ci ha parlato Piergiovanni siano composti da gente che nel 2021 compra o rinnova l'attrezzatura, paga (salata) la licenza e va a caccia di selvaggina perché altrimenti questi poveri cristi non saprebbero come portare un po' di carne da mangiare alla loro famiglia? :roll: Lo credi davvero o mi stai prendendo in giro?
500.000 cacciatori...La fauna selvatica italiana già così provata dalla forte antropizzazione del territorio può ancora permettersi di sostenere un numero così alto di doppiette? Bah...Io ho dei forti dubbi.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

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Ciao stevedet,

prima di continuare, una domanda mi corre l'obbligo di farla anche a te, giusto per capire se stai spendendo bene la verità che a tuo parere hai in tasca; eccola:

Ma tu credi davvero a quello che scrivi, oppure mi stai prendendo in giro?
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Va bè... Invece di rispondere ad una mia precisa domanda, mi rimandi il quesito. Tra l'altro senza neppure specificare nel dettaglio a cosa ti stai riferendo.
Ok prendo atto che tu davvero pensi che 500.000 cacciatori italiani spendano i soldi per la licenza e tutto il resto, per portare finalmente un po' di carne a casa che altrimenti non possono permettersi. :lol: Comunque è diventato un dialogo a due e se nessun altro interviene, non ho più niente da aggiungere.
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stevedet ha scritto: 18/03/2021, 22:39 Va bè... Invece di rispondere ad una mia precisa domanda, mi rimandi il quesito. Tra l'altro senza neppure specificare nel dettaglio a cosa ti stai riferendo.
Ok prendo atto che tu davvero pensi che 500.000 cacciatori italiani spendano i soldi per la licenza e tutto il resto, per portare finalmente un po' di carne a casa che altrimenti non possono permettersi. :lol: Comunque è diventato un dialogo a due e se nessun altro interviene, non ho più niente da aggiungere.
Proverò ad essere molto schietto.
Steve, ho realizzato tardivamente come alcuni argomenti siano fortemente divisivi e senza possibilità di raggiungimento di una sintesi. :lol:
Lamenti il fatto che il dialogo langue.
In parte è vero, e la causa (a mio avviso) è che forse il thread si è evoluto nelle ultime battute in un dialogo tra sordi (me per primo).
E la colpa forse è anche mia per aver posto malamente il quesito in relazione a ciò che mi premeva sapere. Ragion per cui ognuno tira l’acqua al proprio mulino.
Il punto è che una fetta dei partecipanti è lecitamente interessata a esplorare il fenomeno caccia/pesca a 360°.
Un’altra parte (sempre lecitamente) ne fa invece una questione di principio. Cerca di dimostrare come la causa sia da ricercare fondamentalmente nel gioco/divertimento. Non si capacità del perché tale evidenza venga disconosciuta ed è interessata a tutto il resto solo in seconda battuta.
Faccio parte di questa seconda categoria.
Leggendo i vari interventi ho compreso che esiste una casistica alternativa, di chi ama nutrirsi della propria cacciagione, di chi fa “caccia di selezione” per lavoro, di chi ha il papà cacciatore/pescatore e pratica per abitudine, di chi magari coltiva l’orto e i cinghiali costituiscono un problema.
La sostanza, tuttavia, è che come te rimango dell’idea che 70 su 100 (a voler essere generosi) ci si alzi alle 4 del mattino imbracciando fucile o canna sostanzialmente per il piacere che l'attività procura. Piacere derivante da tutto il rituale (armi, accessori, programmazione della battuta... etc!). Rituale che culmina con il “bang bang”, l'abbattimento della preda, connessa scarica di adrenalina e trofeo da mostrare agli amici.
E confesso che la circostanza (il mio peccato originale) per la quale ciò che considero un dato di realtà (non un’opinione da perorare) possa venir tal volta negata senza se e senza ma, mi provoca una sensazione di estremo disagio/fastidio/impotenza. Mi chiedo se sia imputabile a malafede, negazione inconscia attinente proprio alla zavorra di quel giudizio etico che con l’altra mano si mette alla berlina, o semplice mancanza di aderenza alla realtà sul tema specifico.
Ammetto quindi a me stesso di essere fortemente prevenuto. E con tale premessa prendo atto che il confronto su questo specifico argomento non abbia più granchè ragione di esistere.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da piero »

La questione mi ha riportato indietro di molti, molti anni ai tempi dei dibattiti per divorzio e aborto; molti di noi sono giovani e sono già nati con leggi acquisite e dati di fatto scontati ma all'epoca il dibattito era stato accesissimo; oggi lo si affronta ancora nelle questioni del fine-vira ed eutanasia, argomenti difficilissimi da dibattere (tecnicamente quasi irrisolvibili, inaccettabile che possa essere solo la legge ad occuparsene, impossibile delegarli in toto alla religione). Sui accomunano tutti nel momento in cui per personali inclinazioni o convinzioni entrano in gioco, come dicevi tu Fulvio, questioni di principio, giudizi morali o etici. In tal senso uno ha una propria idea o percezione del fenomeno, ritiene in modo indissoluto che sia proprio così e quando non trova conferma nella controparte si ritiene ci possa essere un atteggiamento negazionista o di malafede: a volte è così, inutile negarlo, ma molte altre volte non lo è e il difetto sta invece proprio nella percezione del fenomeno, spesso condito da una globale emotività che incide in modo diverso sulle varie situazioni (vedi l'abbattimento di un capriolo a colpi di carabina, la pescata di una trota con l'amo piantato nel palato o la fiocinata a un'orata); necessita quindi una disponibilità a modificare la propria interpretazione/concezione del fenomeno (a volte parzialmente o superficialmente errata), diversamente lo scontro sarà sempre assicurato per reciproco integralismo ideologico e non si arriverà mai a un compromesso soddisfacente per due parti, quindi a quel punto si va regolarmente a referendum.
Infatti un conto è dire sono contrario e disprezzo questa cosa quindi va abolita , sic. Un conto è considerare le diverse opinioni, seppur minoritarie. Sei contrario al divorzio per motivi culturali-religiosi? benissimo: basta non divorziare. Che è diverso dall'opporsi al fatto che qualcun' altro lo possa fare solo perché tu lo ritieni inaccettabile o amorale. E quando la questione implica problemi bioetici o influenze su altri/altro ecco che allora serve regolamentare ( la caccia, ma anche l'aborto: mica si può obbligare un medico a praticarlo se è contrario? bisogna potergli assicurare il diritto di scegliere, ma questo vale per tutti).
Nella sostanza il.
Mi auguro comunque che questa discussione abbia fornito spunti per tutti per pensarci su .
Molte sono le cose fatte dall'uomo che non trovano una razionale spiegazione (o giustificazione?), per esempio perchè andare sul K2 in inverno, perchè correre in formula uno o fare pesca subacquea.
Mi piace qui ricordare un finale di un libro di R Messner quando attraversò l'Antartide a piedi:
il primo giapponese che ho incontrato mi chiesto tutto sulla logistica e ha fotografato tutta l'attrezzatura
il primo canadese che ho incontrato mi ha chiesto se avevo riportato indietro i rifiuti: sono stato fiero di potergli dire di sì
Il primo tedesco che ho incontrato mi ha chiesto "perchè?": non ho saputo rispondergli.

La primordialità e quello che ne deriva , spesso non si riesce a comprendere, ma si può cogliere; il vero problema nasce quando tutto ruota intorno a un giudizio o condanna morale della questione.
osservo con:....due occhi, perché two is meglio che one.....
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stevedet ha scritto: 18/03/2021, 22:39 Va bè... Invece di rispondere ad una mia precisa domanda, mi rimandi il quesito. Tra l'altro senza neppure specificare nel dettaglio a cosa ti stai riferendo.

Ciao stevedet,

perdonami ma francamente quello che hai scritto qui finora, mi pareva uno scherzo :oops: e altrettanto francamente, pensavo di essere già stato sufficientemente preciso.

Riguardo al discorso di specificare i dettagli, mi pare che gli stessi siano già stati chiariti, in quanto da te esposti sia in maniera esplicita, che implicita e per questo non ritenevo avessero bisogno di ulteriori precisazioni; per logica infatti non potevo che riferirmi all'assunto con il quale concludevi.
Chiarito questo, come ho già scritto in precedenza, posso continuare dicendo che a questo punto Ok prendo atto che tu davvero pensi che 500.000 cacciatori italiani spendano i soldi per la licenza e tutto il resto, semplicemernte perché sono dei sanguinari. :lol:

Vedi, il tuo pensiero, rispettabilissimo, come ho già anticipato, pare l'espressione di un modo di vedere piuttosto chiuso e astratto, perché senza contatto con la realtà.

Mentre tu esponi il tuo personalissimo modo di vedere, "rimproverando" me di non risponderti (scherzo!), io in realtà finora ho risposto a tutto puntualmente e la risposta alla tua domanda:

"@SPECOLA, ma tu davvero sei convinto che i 500.000 tesserati italiani, di cui ci ha parlato Piergiovanni siano composti da gente che nel 2021 compra o rinnova l'attrezzatura, paga (salata) la licenza e va a caccia di selvaggina perché altrimenti questi poveri cristi non saprebbero come portare un po' di carne da mangiare alla loro famiglia? :roll: Lo credi davvero o mi stai prendendo in giro? "

È semplice: No, io non lo credo e sì, io non ti sto prendendo in giro.

Quello che ho scritto io però si differrernzia sostanzialmente da quello che hai scritto tu, perché a mio sommesso parere, si sostiene e trova aggancio in quanto ho articolato.
Per farla breve, le mie sono semplicemente delle constatazioni di fatto.

Io conosco dall'interno il mondo delle armi, del tiro e della caccia e riporto la mia esperienza in merito in base a dei riscontri; tu?
Conosco, accompagno e frequento decine di cacciatori, di tutti i tipi e quello che tu affermi non lo riconosco in queste persone; magari sono stato fortunato ad entrare in contatto con quella che si può definire l'eccezione che conferma la regola del tuo modo di vedere, ma a questo punto, la domanda mi corre obbligo di farla, perché spontanea:
Tu quanti cacciatori SANGUINARI conosci, accompagni e frequenti, che sono definbili tali (cioè delle persone che godono ad uccidere degli animali), NON perché tu pensi che lo siano, ma semplicemente perché di fatto queste persone, sanguinarie lo sono VERAMENTE?

Il tuo collegare indissolubilmente e senza appello la figura del cacciatore ad una personalità insensibile e sanguinaria, che ama uccidere gli animali SOLTANTO PER IL PROPRIO PIACERE PERSONALE, è apertamente in contrasto con il D.M. 14/9/1994 modificato con D.M. 28/4/1998.
Se corresse obbligo di un accertamento rinnovabile dello stesso tipo, per tutte quelle persone che hanno una visione chiusa* della caccia, credo proprio che non sarebbero pochi quelli fra di loro a cui la LICENZA DI AntiCACCIA non verrebbe rilasciata...
Non è un caso se ho parlato di persone equilibrate, riferendomi a chi possiede e usa armi.

Giusto per evitare di essere "tacciato" di poca chiarezza (scherzo :D), preciso subito che la mia frase sottintende modi di porsi come per esempio il tuo, dove le domande diventano retoriche, perché non accettando già a priori l'altrui posizione, l'unica verità che si crede reale è quella che si ritiene di avere in tasca e che per questo si pensa di poter spendere a proprio esclusivo favore, in modo vincente, "deridendo" l'interlocutore di turno; il tutto sentendosi pienamente in diritto di non dover argomentare (un qualcosa del tipo "è così, perché è così...").

Ritornando alle constatazioni di fatto che ho riportato in base a quella che è la mia esperienza, come ho già scritto, senza però che mi sia stato ribattuto argomentando, la visione del cacciatore che uccide soltanto per il piacere è priva di senso e illogica, in quanto mancherebbe un elemento essenziale, ovvero la preda.
La parola cacciatore ha un significato e così pure il termine caccia ed è appunto l'accezione di questi vocaboli che dovrebbe essere il perimentro del ragionamento.
E infatti nel mondo reale, il cacciatore recupera la preda; attività collaterale questa, che costa FATICA e per questo non presenta molti aspetti divertenti.
Esaminiamo meglio la questione.
Il cacciatore spende soldi e tempo per formazione, atterezzatura, assicurazione, spostamenti, contribuzione alla manutenzione delle zone di caccia, adempimenti di legge, recupero della preda, ecc.
Nei giorni di apertura della caccia (perché NON si caccia quando si vuole), parte per la sua battuta alla ricerca di una preda, perché poi della carne cacciata se ne ciberà direttamente, oppure dandola a chi la apprezza (e gli estimatori non mancano anche fra la schiera di chi dice di essere contro la caccia... :think:).
Scovata la preda (che di solito è guardinga e non è che se ne resti lì immobile e in posa, ad aspettare di esserre impallinata... ; infatti la caccia essendo dinamica, è caccia e non tiro al bersaglio), il cacciatore farà le proprie valutazioni e se le condizioni lo consentiranno, premerà il grilletto, per abbattere l'animale.
Preciso che per arrivare all'abbattimento, il cacciatore inizia la propria attività all'alba con un binocolo al collo per scovare la preda, un lungo (cioè un cannocchiale terrestre) in spalla nello zaino, per identificare con certezza l'animale (specie, sesso, età stimata, condizioni, ecc., perché ovviamente la sua licenza gli pone delle limitazioni alla composizione carniere), il fucile (IN SICUREZZA) in spalla e la cartucciera a mo' di cintura e sarà proprio con tutto questo peso e ingombro al seguito, che seguirà percorsi scoscesi, tra rami, foglie e rovi, dove non esistono strade e ci saranno dirupi da superare, tratti da discendere e altri da scalare, per arrivare alla preda.
CHE FATICA!
Poi una volta raggiunto il luogo dove si trova il capo abbattuto, con un coltello inizierà il primo trattamento per poterlo mettere nello zaino e questa volta, con l'inevitabile aggiunta di peso/ingombro dovute al trasporto della preda, dovrà ripercorrere, questa volta al contrario, il tragitto fatto, fino a ritornare al punto di partenza, per poi da lì, sempre con le proprie forze, recarsi dal veterinario che dovrà stabilire se l'abbattimento è stato regolare (in caso contrario il cacciatore verrà sanzionato e nei casi più gravi, per lui la stagione venatoria finirà, con la coseguenza di perdere anche quanto già pagato ANTICIPATAMENTE per parteciparvi...).
Insomma, TUTTE COSE decisamente molto divertenti, non c'è dubbio; sì, come no? :lol:
Ecco quindi un altro dato di fatto a sfavore del cacciatore sanguinario, perché a questo punto dovrebbe essere chiaro che se realmente lo fosse, allora sparerebbe soltanto, evitandosi tutto il contorno fatto di fatica, tempo e costi.

Al discorso che hai fatto, secondo il quale hai confessato che se mancasse chi esegue per te "il lavoro sporco" (il macellaio nel mattatoio...), non mangeresti carne, perché non saresti in grado di uccidere degli animali inermi, ragion per cui ti affidi all'industria alimentare, rispondo che si tratta di considerazioni astratte, perché la natura ha imposto delle regole chiare e semplici, per cui in assenza del macellaio sotto casa e del benessere economico necessario per potersi affidare all'industria alimentare, sono convinto che l'innato istinto di sopravvivenza che alberga in ogni essere vivente facente parte della catena alimentare, farebbe nascere in te il necessario istinto predatorio, per cui non esiteresti a cacciare per te e i tuoi cari.
Dire ciò che hai scritto con la pancia piena, i soldi in tasca e la macelleria sotto casa o il negozio di alimerntari al centro commerciale aperto è una cosa che ha un senso che è molto diverso dal caso che si sviluppa nel mondo reale, in ben altre codizioni, ovvero a stomaco vuoto e senza il becco di un quattrino per potersi rivolgere ad un negozio di alimentari che venda carne per il sostentamento per sé e per la propria famiglia.
Insomma, concedimi la forzatura, però io lo vedo un po' come il manifesto del cacciatore da salotto.

Preciso subito, a scanso di eventuali malintesi, che il contesto economico e di necessità, li ho introdotti soltanto per allargare il discorso, in quanto io mi rifersco principalmente al fattore scelta e non imposizione; spero di essere riuscito a spiegarmi bene.

In ultimo riguardo a quanto da te riportato:
stevedet ha scritto: 18/03/2021, 22:39 Ok prendo atto che tu davvero pensi che 500.000 cacciatori italiani spendano i soldi per la licenza e tutto il resto, per portare finalmente un po' di carne a casa che altrimenti non possono permettersi. :lol:
Rispondo che quel che effermi non risolve il tuo problema "etico/morale" (premesso che qualsiasi risposta non riuscirebbe comunque a soddisfare la tua richiesta, nei termini di quello che ti vorresti sentir dire), bensì lo sposta solamente, perché la carne di un certo tipo proviene sempre dalla stessa specie di animale morto, che però in un caso prima viveva libero in natura con la possibilità di essere abbattuto da un predatore (con il fucile o senza), mentre in un altro sopravviveva ingabbiato in un allevamento (magari pure intensivo), con la certezza di campare soltanto per un tot di tempo programmato a priori dal macellaio di turno nel mattatoio.
Ambedue le sopra citate situazioni sono mitigate dalla non consapevolezza degli animali, ma entrambe obbediscono all'ordine naturale delle cose; infatti È la NATURA che ha "inventato" la catena alimentare; no?

Il fatto che il cacciatore predi gli animali di cui piace cibarsi, ricade nel campo della libera scelta.
Tu hai scelto di spendere i tuoi soldi per cibarti di carne comperata in negozio (cosa rapida e sicura, che non comporta un grande impegno, nè dispendio di energie); LIBERISSIMO DI FARLO!
ATRETTANTO LIBERISSIMO DI FARLO, il cacciatore invece SCEGLIE di spendere i propri soldi per cercare di cibarsi (QUANDO E SE LA SUA BATTUTA DI CACCIA RISULTERA' PROFICUA), della carne che meglio apprezza, cacciandola da sè.

Per farla breve, ogni persona che si cela dietro alla figura del cacciatore, a prescindere NON È peggiore di qualsiasi persona che si cela dietro ciascun NON CACCIATORE ("cacciatori da salotto inclusi"); ambedue infatti molto spesso si cibano della stessa medesima carne.

Mi scuso per essermi dilungato, ma ho preferito essere prolisso per cercare di scrivere per chiarire tutto per il meglio; ovviamente nei limiti della mie capacita..

Ad ogni modo, dialogo a due o meno, io sarò sempre a disposizione per aggiuere altro, qualora fosse indispensabile.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della Immagine , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
stevedet

Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da stevedet »

Ringrazio questi ultimi post e farò certamente autocritica. Preciso che non ritengo di avere la verità in tasca; esprimo le mie idee con convinzione, questo sì, ma so bene di dire solo la mia personale visione.
Mio padre da giovane era cacciatore, poi una volta sposato smise. Quando ero bambino, mi raccontava di quando (ad esempio) scovava un fagiano in mezzo alla vegetazione e il suo setter partiva per farlo alzare in volo, così che lui potesse sparargli e se per caso lo mancava, il cane deluso lo guardava come a dire: ma come...? Anche un mio cugino andava a caccia e qualche volta, sempre da ragazzo l'ho accompagnato e ho sparato anch'io. Ho anche una carabina ad aria compressa Weihrauch hw77 per fare dell'innocuo tiro al bersaglio nel mio giardino... :lol:
Tutto questo per dire che non sono proprio quel fighetto da salotto che qualcuno può pensare. Se, ad esempio, mi entra un topo in casa, non è che mi faccio grosse remore a mettere una trappola per ucciderlo. (Sempre che sopravviva ai miei gatti) ;)
Riguardo alla caccia, al di là delle tante cose che ho già scritto (magari tutte sbagliate) c'è una domanda già da me posta, sulla quale sarebbe forse interessante spostare il dibattito.
È ancora sostenibile, per la fauna selvatica, l'impatto di 500.000 cacciatori in un paese così fortemente antropizzato ed industrializzato come il nostro?
E ne richiamo una seconda (anch'essa) finita in cavalleria. È vero o no che il problema del grande esubero di cinghiali è stato originato dalla sua introduzione massiccia dagli stessi che li volevano cacciare? Ci può stare, in tal senso, una certa autocritica da parte degli interessati, o anche qui non ho capito nulla del nobile mondo dei cacciatori?
stevedet

Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da stevedet »

Per gli appassionati di armi, che mi pare qui non manchino, aggiungo che durante il servizio militare di leva, ho sparato col fucile Garand, ricevendo i complimenti per la mia mira, col FAL, con la mitriagliatrice MG caricata con proiettili traccianti (da paura) e con una pistola Beretta (non ricordo il modello). Il Garand avevo imparato a smontarlo e rimontarlo a occhi bendati.
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da piero »

OT:
io però durante la leva (alpini) con quella beretta non sarei riuscito a centrare (come di dice da noi) "una vacca in un corridoio" :D :wave: ma io ho una naturale avversione per le armi corte, il FAL a raffica era totalmente ingestibile, la MG con i traccianti incuteva davvero paura solo a pensare di tirare il grilletto :shock:
osservo con:....due occhi, perché two is meglio che one.....
stevedet

Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da stevedet »

No, io almeno la sagoma la avevo centrata con la Beretta, ma sarà stata a non più di 10mt credo. :lol:
Il Garand era un fucile da cecchini. Dicevano fosse letale fino a quasi un km. Sarà vero?
Il MG lo ricordo davvero con paura. Ci fecero sparare solo una raffica a testa, perché altrimenti costava troppo. :lol: Non ricordo quante centinaia di proiettili al minuto. Ricordo che dopo un po' bisogna cambiare la canna perché diventa rossa. Una macchina veramente da macelleria umana. È pensare a quello che me la rese spaventosa.

EDIT: artiglieria missilistica contraerea
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Marco Franceschetti
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da Marco Franceschetti »

(OT mode on)

Con il FAL ti massacravi a sangue l'indice della mano quando scarrellavi... ricordo che fasciavamo le dita col cerotto a nastro!
Moooolto meglio l'SC 70/90, stupendo e preciso. Noi tiravamo alla base delle sagome e le facevamo cadere per far incazzare il maresciallo!! :D :D

(OT mode off)

@Piero: grazie per aver condiviso il tuo pensiero; è difficile uscire dal proprio vissuto, dalle proprie convinzioni e dai pregiudizi ed iniziare ad ascoltare, per capire che questi non sempre sono sufficienti per comprendere realtà diverse dalla nostra. Hai dato una lezione di filosofia a tutti noi!
人のふり見て我がふり直せ
Hito no furi mite waga furi naose
Guarda gli errori degli altri e correggi i tuoi.
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Angelo Cutolo

Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da Angelo Cutolo »

Non sono addentro a queste cose e probabilmente dirò delle fesserie, ma mi permetto di fare il propositivo. :D

Magari il problema (a parte quello morale) è l'uso di armi da fuoco, il rumore, i grani di piombo (comunque tossico) che vanno in giro e si depositano per terra, i residui della cartuccia (almeno per quelli che non le recuperano) e tutto quello che deriva dall'uso di queste (oli lubrificanti, "trucioli" da pulizia, ecc).

Visto il parallelo che è stato fatto con la pesca, qui si usano ami di diversi tipi (da quelli "cattivi" a quelli fish-friendly, per permettere di rilasciare il pesce), per fare un parallelo (ammetto un po esagerato, ma è solo per esprimere il concetto), la pesca con l'esplosivo è vietata, allora perché non fare la caccia solo con arco e freccia, bandendo le armi da fuoco?

Ho utilizzato (qui da me al Parco delle Cave e a Parco Trenno ci sono associazioni di tiro con l'arco) diversi tipi di archi, compresi i compound a carrucola che sviluppano potenze impressionanti, questi secondo me avrebbero diversi PRO, sono silenziosi, sono recuperabili (ho visto frecce con bliper), vi sono diversi "calibri" in base al tipo di "bersaglio" da perforare, non dovrebbero essere particolarmente inquinanti e come ho detto alcune versioni sono veramente potenti. Quindi sono attrezzi papabili anche per caccia di selezione (ho letto che questo tipo di caccia si rivolge sostanzialmente ad animali di discreta pezzatura), mentre per chi cerca il "divertimento", anche qui ci sarebbe la preparazione, l'inseguimento, l'adrenalina, ecc; anzi ancora di più proprio perché si ha solo quel colpo (one shot one kill :mrgreen: ) e bisogna avere l'abilità di avvicinarsi a distanza di tiro (immagino che un fucile abbia portata ben maggiore di un arco, sepur tecnologico).

E' cosa che si potrebbe fare o non ha senso?
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Re: ...qualche buona motivazione per apprezzare l'attività venatoria!

Messaggio da piero »

ciao Angelo,
in alcune regioni come la Toscana, non so se ancora adesso, la caccia con l'arco un tempo era permessa, così come in America.
Personalmente non la condivido molto per più di un motivo. In parte l'hai detto tu: bisogna avvicinarsi davvero molto per fare un abbattimento pulito, anche se con i carrucolati arrivi agevolmente a 70 libbre e ti consentono mire più precise, diversamente diventa solo una sofferenza enorme per l'animale con alte percentuali di ferimenti e perdita del capo che va poi a morire in mezzo a 1000 sofferenze (l'effetto balistico terminale di un proiettile ben piazzato è ben diverso da quello di una freccia che non assicura la morte istantanea). Nella selezione (camosci, caprioli e cervi, ec) l'abbattimento deve essere fatto solo se vi sono le condizioni di lasciare l'animale lì "secco" sul posto e avere il territorio adatto per andare recuperarlo. Le alternative non sono accettabili: a) ferire l'animale che va a morire solo e inutilmente da qualche parte senza poterlo recuperare perchè lo perdi b) abbattere inutilmente l'animale perchè poi non riesci a recuperarlo in fondo un burrone.
Ho visto molti anni fa filmati esteri agghiaccianti della caccia al cinghiale con l'arco ove l'animale sembrava un puntaspilli (insopportabile); situazione accettabile solo ti devi sfamare e in effetti si diceva che gli indiani erano pessimi tiratori ma ottimi cacciatori perchè sapevano avvicinarsi alla preda come nessun'altro. Sulla caccia di selezione non la vedo bene, perchè non abbiamo l'associazione di una fauna e un territorio così adatti: sulle alpi i camosci non li avvicini a 30-50 m, forse più facile sulle colline appenniche ma un capriolo non si farà mai avvicinare troppo. Problema incidenti dato che le madri degli imbecilli sono sempre incinte in ogni campo (leggasi quelli che tirano a quello che si muove e non a quello che vedono): preferisco beccarmi una pallottola al torace piuttosto che una freccia nell'addome. Problema inquinamento: tranquillo Angelo, l'impatto del piombo dei cacciatori sull'ambiente è praticamente nullo (non lo dico io ma le istituzioni di vigilanza preposte come l' ISPRA) anche se si sta lavorando ugualmente sul problema e sono sempre più diffuse munizioni senza piombo.
PS: per breve periodo ho tirato con l'arco (sia monolitico che carrucolato, il cosiddetto compound) essendo appassionato di tiro a segno in se è per sè; è un'attività assolutamente affascinante, direi quasi terapeutica per la disciplina che richiede, oltretutto con competizioni che riproducono anche percorsi di caccia, ma la riserverei davvero solo al tiro sportivo.
Ovviamente e come sempre mia personalissima opinione.
osservo con:....due occhi, perché two is meglio che one.....
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