stevedet ha scritto: ↑18/03/2021, 22:39
Va bè... Invece di rispondere ad una mia precisa domanda, mi rimandi il quesito. Tra l'altro senza neppure specificare nel dettaglio a cosa ti stai riferendo.
Ciao stevedet,
perdonami ma francamente quello che hai scritto qui finora, mi pareva uno scherzo
e altrettanto francamente, pensavo di essere già stato sufficientemente preciso.
Riguardo al discorso di specificare i dettagli, mi pare che gli stessi siano già stati chiariti, in quanto da te esposti sia in maniera esplicita, che implicita e per questo non ritenevo avessero bisogno di ulteriori precisazioni; per logica infatti non potevo che riferirmi all'assunto con il quale concludevi.
Chiarito questo, come ho già scritto in precedenza, posso continuare dicendo che
a questo punto Ok prendo atto che tu davvero pensi che 500.000 cacciatori italiani spendano i soldi per la licenza e tutto il resto, semplicemernte perché sono dei sanguinari.
Vedi, il tuo pensiero, rispettabilissimo, come ho già anticipato, pare l'espressione di un modo di vedere piuttosto chiuso e astratto, perché senza contatto con la realtà.
Mentre tu esponi il tuo personalissimo modo di vedere, "
rimproverando" me di non risponderti (scherzo!), io in realtà finora ho risposto a tutto puntualmente e la risposta alla tua domanda:
"@SPECOLA, ma tu davvero sei convinto che i 500.000 tesserati italiani, di cui ci ha parlato Piergiovanni siano composti da gente che nel 2021 compra o rinnova l'attrezzatura, paga (salata) la licenza e va a caccia di selvaggina perché altrimenti questi poveri cristi non saprebbero come portare un po' di carne da mangiare alla loro famiglia? Lo credi davvero o mi stai prendendo in giro? "
È semplice: No, io non lo credo e sì, io non ti sto prendendo in giro.
Quello che ho scritto io però si differrernzia sostanzialmente da quello che hai scritto tu, perché a mio sommesso parere, si sostiene e trova aggancio in quanto ho articolato.
Per farla breve, le mie sono semplicemente delle constatazioni di fatto.
Io conosco dall'interno il mondo delle armi, del tiro e della caccia e riporto la mia esperienza in merito in base a dei riscontri; tu?
Conosco, accompagno e frequento decine di cacciatori, di tutti i tipi e quello che tu affermi non lo riconosco in queste persone; magari sono stato fortunato ad entrare in contatto con quella che si può definire l'eccezione che conferma la regola del tuo modo di vedere, ma a questo punto, la domanda mi corre obbligo di farla, perché spontanea:
Tu quanti cacciatori SANGUINARI conosci, accompagni e frequenti, che sono definbili tali (cioè delle persone che godono ad uccidere degli animali), NON perché tu pensi che lo siano, ma semplicemente perché di fatto queste persone, sanguinarie lo sono VERAMENTE?
Il tuo collegare indissolubilmente e senza appello la figura del cacciatore ad una personalità insensibile e sanguinaria, che ama uccidere gli animali SOLTANTO PER IL PROPRIO PIACERE PERSONALE, è apertamente in contrasto con il
D.M. 14/9/1994 modificato con D.M. 28/4/1998.
Se corresse obbligo di un accertamento rinnovabile dello stesso tipo, per tutte quelle persone che hanno una visione chiusa* della caccia, credo proprio che non sarebbero pochi quelli fra di loro a cui la LICENZA DI
AntiCACCIA non verrebbe rilasciata...
Non è un caso se ho parlato di persone equilibrate, riferendomi a chi possiede e usa armi.
Giusto per evitare di essere
"tacciato" di poca chiarezza (scherzo
), preciso subito che la mia frase sottintende modi di porsi come per esempio il tuo, dove le domande diventano retoriche, perché non accettando già a priori l'altrui posizione, l'unica verità che si crede reale è quella che si ritiene di avere in tasca e che per questo si pensa di poter spendere a proprio esclusivo favore, in modo vincente, "deridendo" l'interlocutore di turno; il tutto sentendosi pienamente in diritto di non dover argomentare (un qualcosa del tipo "
è così, perché è così...").
Ritornando alle constatazioni di fatto che ho riportato in base a quella che è la mia esperienza, come ho già scritto, senza però che mi sia stato ribattuto argomentando, la visione del cacciatore che uccide soltanto per il piacere è priva di senso e illogica, in quanto mancherebbe un elemento essenziale, ovvero la preda.
La parola cacciatore ha un significato e così pure il termine caccia ed è appunto l'accezione di questi vocaboli che dovrebbe essere il perimentro del ragionamento.
E infatti nel mondo reale, il cacciatore recupera la preda; attività collaterale questa, che costa FATICA e per questo non presenta molti aspetti divertenti.
Esaminiamo meglio la questione.
Il cacciatore spende soldi e tempo per formazione, atterezzatura, assicurazione, spostamenti, contribuzione alla manutenzione delle zone di caccia, adempimenti di legge, recupero della preda, ecc.
Nei giorni di apertura della caccia (perché NON si caccia quando si vuole), parte per la sua battuta alla ricerca di una preda, perché poi della carne cacciata se ne ciberà direttamente, oppure dandola a chi la apprezza (e gli estimatori non mancano anche fra la schiera di chi dice di essere contro la caccia...
).
Scovata la preda (che di solito è guardinga e non è che se ne resti lì immobile e in posa, ad aspettare di esserre impallinata... ; infatti la caccia essendo dinamica, è caccia e non tiro al bersaglio), il cacciatore farà le proprie valutazioni e se le condizioni lo consentiranno, premerà il grilletto, per abbattere l'animale.
Preciso che per arrivare all'abbattimento, il cacciatore inizia la propria attività all'alba con un binocolo al collo per scovare la preda, un lungo (cioè un cannocchiale terrestre) in spalla nello zaino, per identificare con certezza l'animale (specie, sesso, età stimata, condizioni, ecc., perché ovviamente la sua licenza gli pone delle limitazioni alla composizione carniere), il fucile (IN SICUREZZA) in spalla e la cartucciera a mo' di cintura e sarà proprio con tutto questo peso e ingombro al seguito, che seguirà percorsi scoscesi, tra rami, foglie e rovi, dove non esistono strade e ci saranno dirupi da superare, tratti da discendere e altri da scalare, per arrivare alla preda.
CHE FATICA!
Poi una volta raggiunto il luogo dove si trova il capo abbattuto, con un coltello inizierà il primo trattamento per poterlo mettere nello zaino e questa volta, con l'inevitabile aggiunta di peso/ingombro dovute al trasporto della preda, dovrà ripercorrere, questa volta al contrario, il tragitto fatto, fino a ritornare al punto di partenza, per poi da lì, sempre con le proprie forze, recarsi dal veterinario che dovrà stabilire se l'abbattimento è stato regolare (in caso contrario il cacciatore verrà sanzionato e nei casi più gravi, per lui la stagione venatoria finirà, con la coseguenza di perdere anche quanto già pagato ANTICIPATAMENTE per parteciparvi...).
Insomma, TUTTE COSE decisamente molto divertenti, non c'è dubbio; sì, come no?
Ecco quindi un altro dato di fatto a sfavore del cacciatore sanguinario, perché a questo punto dovrebbe essere chiaro che se realmente lo fosse, allora sparerebbe soltanto, evitandosi tutto il contorno fatto di fatica, tempo e costi.
Al discorso che hai fatto, secondo il quale hai confessato che se mancasse chi esegue per te "il lavoro sporco" (il macellaio nel mattatoio...), non mangeresti carne, perché non saresti in grado di uccidere degli animali inermi, ragion per cui ti affidi all'industria alimentare, rispondo che si tratta di considerazioni astratte, perché la natura ha imposto delle regole chiare e semplici, per cui in assenza del macellaio sotto casa e del benessere economico necessario per potersi affidare all'industria alimentare, sono convinto che l'innato istinto di sopravvivenza che alberga in ogni essere vivente facente parte della catena alimentare, farebbe nascere in te il necessario istinto predatorio, per cui non esiteresti a cacciare per te e i tuoi cari.
Dire ciò che hai scritto con la pancia piena, i soldi in tasca e la macelleria sotto casa o il negozio di alimerntari al centro commerciale aperto è una cosa che ha un senso che è molto diverso dal caso che si sviluppa nel mondo reale, in ben altre codizioni, ovvero a stomaco vuoto e senza il becco di un quattrino per potersi rivolgere ad un negozio di alimentari che venda carne per il sostentamento per sé e per la propria famiglia.
Insomma, concedimi la forzatura, però io lo vedo un po' come il manifesto del cacciatore da salotto.
Preciso subito, a scanso di eventuali malintesi, che il contesto economico e di necessità, li ho introdotti soltanto per allargare il discorso, in quanto io mi rifersco principalmente al fattore scelta e non imposizione; spero di essere riuscito a spiegarmi bene.
In ultimo riguardo a quanto da te riportato:
stevedet ha scritto: ↑18/03/2021, 22:39
Ok prendo atto che tu davvero pensi che 500.000 cacciatori italiani spendano i soldi per la licenza e tutto il resto, per portare finalmente un po' di carne a casa che altrimenti non possono permettersi.
Rispondo che quel che effermi non risolve il tuo problema "etico/morale" (premesso che qualsiasi risposta non riuscirebbe comunque a soddisfare la tua richiesta, nei termini di quello che ti vorresti sentir dire), bensì lo sposta solamente, perché la carne di un certo tipo proviene sempre dalla stessa specie di animale
morto, che però in un caso prima viveva libero in natura con la possibilità di essere abbattuto da un predatore (con il fucile o senza), mentre in un altro sopravviveva ingabbiato in un allevamento (magari pure intensivo), con la certezza di campare soltanto per un tot di tempo programmato a priori dal macellaio di turno nel mattatoio.
Ambedue le sopra citate situazioni sono mitigate dalla non consapevolezza degli animali, ma entrambe obbediscono all'ordine naturale delle cose; infatti È la NATURA che ha "inventato" la catena alimentare; no?
Il fatto che il cacciatore predi gli animali di cui piace cibarsi, ricade nel campo della libera scelta.
Tu hai scelto di spendere i tuoi soldi per cibarti di carne comperata in negozio (cosa rapida e sicura, che non comporta un grande impegno, nè dispendio di energie); LIBERISSIMO DI FARLO!
ATRETTANTO LIBERISSIMO DI FARLO, il cacciatore invece SCEGLIE di spendere i propri soldi per cercare di cibarsi (QUANDO E SE LA SUA BATTUTA DI CACCIA RISULTERA' PROFICUA), della carne che meglio apprezza, cacciandola da sè.
Per farla breve, ogni persona che si cela dietro alla figura del cacciatore, a prescindere NON È peggiore di qualsiasi persona che si cela dietro ciascun NON CACCIATORE ("cacciatori da salotto inclusi"); ambedue infatti molto spesso si cibano della stessa medesima carne.
Mi scuso per essermi dilungato, ma ho preferito essere prolisso per cercare di scrivere per chiarire tutto per il meglio; ovviamente nei limiti della mie capacita..
Ad ogni modo, dialogo a due o meno, io sarò sempre a disposizione per aggiuere altro, qualora fosse indispensabile.