Concordo pienamente con quello che dici, una volta, quando si presentavano le foto sulle riviste specializzate, si indicava focale, tempo e diaframma, però anche se sembrerebbero dati esaustivi, non lo sono affatto, perché intervengono altri fattori importanti per il risultato, come il tipo e l'orientamento dell'illuminazione.
Per la microscopia, la cosa è altrettanto importante e forse più delicata, però confesso che anche io sono caduto nell'errore di non registrare le condizioni di ripresa, tanto che poi non sono più riuscito a ottenere lo stesso risultato.
Per esempio, sono riuscito a registrare le strie e quasi i dot della famosa Anphipleura P. e poi mai più. Sebbene non ami utilizzare l'attrezzatura per fare i test, cosa molto frequente in altre sezioni del forum, perché mi interessa usare il microscopio per osservare, questa cosa mi è rimasta per traverso, tanto che ogni tanto prendo il nuovo vetrino di test e ci riprovo invano
, ma cerco di evitare di perderci troppo tempo. La cosa resterà un mistero, anche se credo di aver capito e un giorno di poter postare qualcosa sul perché.
Ora mi sto correggendo e registro anche il tipo di illuminazione, specie per quella obliqua unidirezionale. Mi faccio dei foglietti che spero di ritrovare
I dubbi che tu hai sono anche i miei, ma forse le troppe domande dei neofiti annoiano gli esperti e poi certe regolazioni non si applicano a tutti i microscopi.
Quanto al piccolo laboratorio, mi sembra di capire che solo alcuni, i più esperti, lo hanno, ma sembra anche di capire che a monte c'è anche la disponibilità di spazio e attezzature che ad esempio io non mi posso permettere e così non si va lontano.
Per questo motivo, io e, credo, la maggior parte dei dilettanti si deve conentare di preparati non permanenti o in vivo, cosa che rende vana l'immersione omogenea e la massima risoluzione; perché se fra i due vetrini c'è l'acqua addio omogeneità del mezzo e poi l'olio sotto l'obbiettivo si trascina il coprioggetti e scombina il preparato appena si aziona il traslatore.
C'è poi il problema della difficile reperibilità di prodotti chimici in piccoli quantitativi a prezzo ragionevole e della tossicità di fissatori e coloranti che richiederebbero almeno una cappa e un opportuno smaltimento; aggiungo la mancanza di un microtomo e le lunghe procedure di fissaggio, preparazione al sezionamento, disidratazione e viceversa, coloorazione, disidratazione e montaggio, cose che si fanno in serie e in automatico in campo professionale, ma quasi fuori portata del dilettante senza un laboratorio semiprofessionale.
C'è poi il problema di manipolazione delle sezioni minuscole e di come non perderle durante le varie fasi suddette (credo vadano incollate sul vetrino).
Su questo argomento della manipolazione delle piccole sezioni sarebbe molto utile che i più esperti ci trasmettessero qualche istruzione.
Finisco qui, ma ci sarebbe molto da dire, non credo ci sia nulla da fare, l'unica è restare in contatto noi meno esperti, nella speranza che se non ci riusciamo, qualcuno ci dia una dritta.