Molto simpatico come tema in classe e decisamente piacevole la battuta conclusiva.
Però, dopo il primo sorriso, fa anche pensare a come solo 50 anni fa fosse normale arrivare a fatica alla terza elementare, poi c'erano i lavori dei campi che attendevano i ragazzini di allora e, volenti o nolenti, c'erano le vacche da mungere ed il fieno da rivoltare.
Poi mi viene da pensare alle comodità dei giorni nostri: niente scuse per i nostri figli mammoni, tutto è disponibile, tutto è fattibile, basterebbe solo un minimo di voglia, un minimo di sacrificio.
E mi viene ancora in mente che, proprio pochi mesi fa, ad un concorso per entrare in Magistratura, la commissione ha respinto tutti i candidati che si erano presentati, semplicemente per l'ignoranza con cui si esprimevano, nel parlare e nello scrivere nella loro stessa lingua.
Non faccio certo fatica a crederlo, abbiamo ben visto diversi esempi attuali di simili incongruenze !
A questo punto il buonumore iniziale se ne è andato ed ha lasciato il posto alla constatazione di come oggi vi sia, da una parte, la massima diffusione della possibilità di istruirsi, dall'altra la massima diffusione della ignoranza, anzi, di più, il massimo compiacimento della propria ignoranza, quasi fosse quella il biglietto da visita che apre le porte delle compagnie giovanili di oggi.
Ed allora ritorno a quella scolaretta del tema iniziale, oggi probabilmente sarà una vecchia signora che, volendo scrivere un semplice biglietto di auguri ai nipotini, si vergogna per il suo modo di scrivere, pur non avendone alcuna colpa, mentre i nostri giovani, pur avendone tutta la colpa, fanno orgogliosamente mostra della loro acquisita ignoranza, quasi fosse la loro bandiera.
Ma ! ![Sad :(](./images/smilies/icon/sad.gif)