... una bella storia!
Inviato: 08/10/2013, 13:35
… tra amici (almeno credo che al bar ci si vada con loro) posso permettermi di “autoincensarmi” un po’ e di raccontare una bella storia che mi fa brillare di “luce riflessa”.
Io e mia sorella francesca, classe ’79, siamo due anime in pena: non riusciamo, nelle nostre passioni, a trovare e a dare pace. Io ho rotto i coglioni a tutti gli amministratori comunali che per sfinimento, dopo 20 anni, ci hanno permesso di realizzare l’osservatorio astronomico. Senza ombra di smentita posso dire che quel poco di cultura scientifica presente sul mio territorio è esclusivamente opera della mia associazione. Per anni abbiamo divulgato l’astronomia nelle piazze, nelle scuole, alle feste paesane e rionali riscuotendo tanto successo e curiosità per questo magico argomento. Più di 15.000 persone hanno messo gli occhi ai nostri telescopi…
Ma i miei sforzi sono nulla rispetto a quello che ha fatto mia sorella. Si è sposata e con il marito sono diventati una “casa famiglia” aderendo alla comunità “Papa Giovanni XXIII”. A 23 anni gli è stato affidato (ora è ufficialmente adottato) il primo bambino: Pio, microcefalo ed idrocefalo, ridotto su una speciale sedia a rotelle che lo sostiene, ha una serie di complicazioni che lo fanno vivere a volte in dolore e sofferenza tra una crisi epilettica e l’altra. Una processione continua tra i vari ospedali d’Italia. Poi è arrivato Paolo, “importato” dalla Cina con rocambolesco sistema… a tre anni di vita, per tumore agli occhi, ha subito una serie di radio-chemio terapie tali da stroncare un vigoroso trentenne. Ma ha una forza immensa: oggi, completamente cieco, ha 7 anni e grazie alla perseveranza di mia sorella sa leggere, scrive, suona il pianoforte, è boy scout, e… va in bicicletta senza le ruotine posteriori. Con un gruppo di amici moooolto generosi gli abbiamo regalato un complesso sistema per poter leggere e scrivere al computer
Poi è venuta una ragazza dall’india (in anonimato e sotto protezione): prima è stata prima pugnalata dal suo ragazzo e poi gettata sulle rotaie del treno. È arrivata a casa di mia sorella con una gamba di legno ed oggi, dopo pellegrinaggi tra vari ospedali e cliniche ortopediche sono riusciti ad avere una bella protesi in titanio… ma siamo ancora in fase riabilitativa.
Qualche anno fa arrivò in affidamento Riccardo (altro nome di fantasia per gli stessi motivi): zona nord africa, venduto dalla madre al padre per chiedere l’elemosina in italia. Dopo vari tentativi di fuga dall’ “affetto paterno” (riversato al povero ragazzo a suon di botte) è riuscito a scappare ed ha trovato rifugio da mia sorella. Oggi porta il loro cognome.
Poi arriva Zoe: piccola cinese con ritardo fisico nello sviluppo, partorita su un treno da prato a bologna e li abbandonata… anche qui operazioni chirurgiche, tutori alle gambe, fisioterapia,… ha 5 anni e si spera che tra qualche anno possa muoversi autonomamente sulle stampelle.
Intanto, nella casa di mia sorella, vanno e vengono ragazzi abbandonati, in affido temporaneo, sbandati, poveri in cerca di sostegno e ricchi in cerca di dare sostegno.
In realtà non stanno in una casa vera e propria: tre frati, residenti in un convento troppo grande per loro, si sono ritirati in una modesta casetta lasciando l’intero complesso alla casa famiglia. Mia sorella sorride sempre e ringrazia i “suoi” figli di avergli dato la possibilità di essere madre e di provare amore.
Ha una forza tremenda che la fa lottare contro i tribunali dei minori, la burocrazia, gli amministratori e tutti quelli che frenano il suo amore. Non pensate che ad amare sia facile! Mi ricordo la lite contro un preside ed un sindaco che sostenevano di non avere la possibilità di realizzare le rampe per l’abbattimento delle barriere architettoniche nella scuola di Pio: gli disse che se non le avessero fatte entro un mese li avrebbe aspettati tutti i giorni sotto casa costringendoli ad accompagnare Pio fino al proprio banco di scuola caricandolo sulle braccia!
Ogni tanto mi invita a pranzo ma gli dico di non disturbarsi e di non pensare a cucinare… lei mi risponde: dove si mangia in 18, si mangia anche in 21!
Vi ho raccontato questo perché, secondo me, valeva la pena di raccontarlo. E perché voglio bene a francesca!
Viva mia sorella!
Io e mia sorella francesca, classe ’79, siamo due anime in pena: non riusciamo, nelle nostre passioni, a trovare e a dare pace. Io ho rotto i coglioni a tutti gli amministratori comunali che per sfinimento, dopo 20 anni, ci hanno permesso di realizzare l’osservatorio astronomico. Senza ombra di smentita posso dire che quel poco di cultura scientifica presente sul mio territorio è esclusivamente opera della mia associazione. Per anni abbiamo divulgato l’astronomia nelle piazze, nelle scuole, alle feste paesane e rionali riscuotendo tanto successo e curiosità per questo magico argomento. Più di 15.000 persone hanno messo gli occhi ai nostri telescopi…
Ma i miei sforzi sono nulla rispetto a quello che ha fatto mia sorella. Si è sposata e con il marito sono diventati una “casa famiglia” aderendo alla comunità “Papa Giovanni XXIII”. A 23 anni gli è stato affidato (ora è ufficialmente adottato) il primo bambino: Pio, microcefalo ed idrocefalo, ridotto su una speciale sedia a rotelle che lo sostiene, ha una serie di complicazioni che lo fanno vivere a volte in dolore e sofferenza tra una crisi epilettica e l’altra. Una processione continua tra i vari ospedali d’Italia. Poi è arrivato Paolo, “importato” dalla Cina con rocambolesco sistema… a tre anni di vita, per tumore agli occhi, ha subito una serie di radio-chemio terapie tali da stroncare un vigoroso trentenne. Ma ha una forza immensa: oggi, completamente cieco, ha 7 anni e grazie alla perseveranza di mia sorella sa leggere, scrive, suona il pianoforte, è boy scout, e… va in bicicletta senza le ruotine posteriori. Con un gruppo di amici moooolto generosi gli abbiamo regalato un complesso sistema per poter leggere e scrivere al computer
Poi è venuta una ragazza dall’india (in anonimato e sotto protezione): prima è stata prima pugnalata dal suo ragazzo e poi gettata sulle rotaie del treno. È arrivata a casa di mia sorella con una gamba di legno ed oggi, dopo pellegrinaggi tra vari ospedali e cliniche ortopediche sono riusciti ad avere una bella protesi in titanio… ma siamo ancora in fase riabilitativa.
Qualche anno fa arrivò in affidamento Riccardo (altro nome di fantasia per gli stessi motivi): zona nord africa, venduto dalla madre al padre per chiedere l’elemosina in italia. Dopo vari tentativi di fuga dall’ “affetto paterno” (riversato al povero ragazzo a suon di botte) è riuscito a scappare ed ha trovato rifugio da mia sorella. Oggi porta il loro cognome.
Poi arriva Zoe: piccola cinese con ritardo fisico nello sviluppo, partorita su un treno da prato a bologna e li abbandonata… anche qui operazioni chirurgiche, tutori alle gambe, fisioterapia,… ha 5 anni e si spera che tra qualche anno possa muoversi autonomamente sulle stampelle.
Intanto, nella casa di mia sorella, vanno e vengono ragazzi abbandonati, in affido temporaneo, sbandati, poveri in cerca di sostegno e ricchi in cerca di dare sostegno.
In realtà non stanno in una casa vera e propria: tre frati, residenti in un convento troppo grande per loro, si sono ritirati in una modesta casetta lasciando l’intero complesso alla casa famiglia. Mia sorella sorride sempre e ringrazia i “suoi” figli di avergli dato la possibilità di essere madre e di provare amore.
Ha una forza tremenda che la fa lottare contro i tribunali dei minori, la burocrazia, gli amministratori e tutti quelli che frenano il suo amore. Non pensate che ad amare sia facile! Mi ricordo la lite contro un preside ed un sindaco che sostenevano di non avere la possibilità di realizzare le rampe per l’abbattimento delle barriere architettoniche nella scuola di Pio: gli disse che se non le avessero fatte entro un mese li avrebbe aspettati tutti i giorni sotto casa costringendoli ad accompagnare Pio fino al proprio banco di scuola caricandolo sulle braccia!
Ogni tanto mi invita a pranzo ma gli dico di non disturbarsi e di non pensare a cucinare… lei mi risponde: dove si mangia in 18, si mangia anche in 21!
Vi ho raccontato questo perché, secondo me, valeva la pena di raccontarlo. E perché voglio bene a francesca!
Viva mia sorella!