intervista a Massimiliano Lattanzi

Osservazioni del Sole e del Sistema Solare, del cielo profondo, di comete e quant'altro sopra le nostre teste
Angelo Cutolo

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Angelo Cutolo »

Pier, onestamente non vedo la differenza tra un astroimager non "impegnato" che riprende un oggetto celeste per puro e semplice sollazzo personale, di tirar fuori una bella (NON di valenza scientifica, ma solo puramente estetica) immagine e ad esempio me che faccio la stessa identica cosa dal punto di vista visuale (io semplicemente osservo per puro sollazzo, non faccio ricerca, spessissimo nemmeno mi preparo la serata, vado a braccio), fino all'anno scorso non divulgavo nulla in maniera ufficiale (al massimo cazzeggiavo con altri astrofili).

Il fatto che voler definire chi è astrofilo da chi non lo è (o se vuoi il piu "s u p e r c a z z o l e s c o"(*) astrofilo con la A maiuscola da quello con la a minuscola) è molto ma molto soggettivo (infatti qui si sta discutendo di opinioni personali), sempre l'astroimager, può essere definito astrofilo quando? Quando ogni 100 immagini postate su FB per avere il like, ne posta una sul forum dove ad esempio divulga il metodo di post processing? O lo sono solo quelli inpegnati nello studio fotometrico delle stelle (o della spettormetria o di qualche altro studio), o magari ancora quello che è iscritto solo su un forum di astrofili e non sui social?
Idem, per il semplice visualista, questo si può annoverare tra gli astrofili solo in quanto pratica la nobile arte del visualista? O anche lui deve impegnarsi in qualche studio (tipo la posizione delle stelle doppie) o praticare la divulgazione?

Per quanto detto sopra, trovo tali discorsi elitaristici (che per me valgono anche per il birdwatching, per l'osservazione naturalistica in gereale e qualsiasi altra passione osservativa e/o fotografica), perché a differenza dei professionisti (i quali sono ben normati e quindi definibili, avendo un titolo di studio, dei master ed un contratto di lavoro per una data professione) il nostro (come gli altri) è un semplice hobby e come ogni hobby, può essere svolto a vari livelli, da quello puramente di "sollazzo" a quello che rasenta il professionismo e non lo è solo per mancanza di "titoli legali" e quando si supera quella linea tra professionismo e hobby, non si è piu astrofili ne con la A maiuscola ne minuscola, ma Astronomi.




(*): scusate, ho scritto s u p e r c a z z o l e s c o tutto staccato, altrimenti la piattaforma me lo censura. :mrgreen:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

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Kappotto ha scritto: 04/03/2019, 18:11A mio parere tutti i telescopi son belli e tutti, se dietro c'è una forte passione, sono degli oblò sull'universo: dal dobson sotto un bel cielo scuro di montagna, allo SC sugli stretti balconi di città, al piccolo rifrattore da viaggio che ci si porta appresso stipato in mezzo agli altri bagagli.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Sono un astrofilo senza gradi pretese, dunque cosa posso aggiungere a quanto è già stato scritto da gente molto più esperta di me?
Una considerazione la voglio fare, visto che nell'intervista si parla delle fatiche di violoncellisti e contrabbassisti.

Essendo da sempre un musicista (percussioni latino americane) passione che in anni migliori di questi mi ha anche permesso di vivere, sono uno di quelli che nella sua vita si è smazzolato da solo per diverse centinaia (o migliaia?) di volte qualche decina di kg tra tamburi e ferraglia varia. Materiale da caricare e scaricare dall'auto, auto che non sempre si può parcheggiare vicino al locale dove si suona, locale che quasi mai è vicino a casa.
Però la cosa non mi ha mai pesato più di tanto (anche se qualche volta mi sono detto: se rinasco imparo a suonare l'ottavino :lol: ). Sapete perché non mi ha mai pesato più di tanto? Perché la passione per la musica, la gratificazione di suonare dal vivo mi ha sempre ripagato delle fatiche.
In tal senso lo ammetto: non sono mai stato un astrofilo altrettanto appassionato ed infatti osservo solo dal giardinetto di casa e non mi sposto quasi mai. Però mi faccio pur sempre una rampa di scale portando su e giù il tubone di un dobson gso 12", dai... ;)
Ecco, la mia impressione è che la voglia di spostarsi da casa in cerca di cieli bui, la disponibilità a movimentare strumentazione più pesante di un binocolo o di un rifrattorino, sia proporzionale alla gioia che si ricava ad osservare. Si è pigri quando la soddisfazione non ripaga dalla fatica. O per meglio dire: la pigrizia è proporzionale alla gratificazione. Forse basterebbe avere l'onestà di ammettere questo.

Concludo esprimendo il sospetto che il sig. Lattanzi (che per la mia ignoranza era un perfetto sconosciuto fino a due giorni fa) non debba avere una gran simpatia per i dobson. Solo così si può spiegare il fatto che nell'intervista non nomini neppure di sfuggita questa tipologia di telescopi, che nel campo dell'osservazione visuale del cielo hanno compiuto una vera rivoluzione copernicana, mettendo a disposizione diametri che una volta erano davvero impensabili da comprare e gestire a livello amatoriale.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

Fermi tutti.

Lattanzi non è iscritto a questa piattaforma, non può replicare e se anche davvero non gli piacessero i dobson (nemmeno a me, del resto) sono affari suoi, non deve giustificarsi con nessuno.

Se qualcuno vuole illustrare gli infiniti pregi del dobson può magari chiedere a Piergiovanni di intervistare un dobsonaro (o dobsoniano ? non so come si dice) molto noto (uno a caso... fammi pensare... :think: ah sì, un nome ce l'avrei :lol: ) così, per par condicio, oppure se proprio ci tenete aprite una nuova discussione.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 19:11 Lattanzi non è iscritto a questa piattaforma, non può replicare e se anche davvero non gli piacessero i dobson (nemmeno a me, del resto) sono affari suoi, non deve giustificarsi con nessuno.
Giustissimo Raf, sono affari suoi. Ci mancherebbe! La mia era solo una considerazione personale, non diversa da chi ha scritto che l'intervista è un po' irritante... Volendo vedere, anche a questa critica Lattanzi non può replicare. ;)
A me ha solo deluso che un astrofilo che descrive quasi con approccio religioso l'osservazione visuale nel silenzio della natura, lo smontaggio e la messa a punto del proprio telescopio, magari anche la costruzione di qualche miglioria (tutte cose che condivido in pieno come parte integrante di questo hobby) non accenni neppure ad una tipologia di telescopi (appunto i dobson) che proprio su queste cose ha fondato la sua filosofia. Tutto qui. Ciao! :thumbup:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

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stevedet ha scritto: 07/03/2019, 19:35Giustissimo Raf, sono affari suoi. Ci mancherebbe! La mia era solo una considerazione personale, non diversa da chi ha scritto che l'intervista è un po' irritante...
:lol: :lol: :lol: ... no, non ce l'avevo con te, ma col link postato da Vale, che magari lo ha fatto senza intenti polemici ma io al suo posto avrei evitato. Cerchiamo di non sollevare per l'ennesima volta le polemiche "dobson vs rifrattori" che imperversano su tutti i forum da quasi quindici anni, non se ne può davvero più.

Che l'intervista invece possa essere un po' irritante è semplicemente un mio feeling, non ho motivo di tacerlo.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

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Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 20:05 Che l'intervista invece possa essere un po' irritante è semplicemente un mio feeling, non ho motivo di tacerlo.
Che rimanga inter nos, ma concordo. :)
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Il post su dobsoniani era nato, usando semplicemente, tutto ciò che codesti astrofili evoluti usavano come descrizione denigratoria di tale tipo di semplice telescopio.
Che poi il C8 che usa adesso al 4° posto cosa sarebbe di base, se non un riflettore?
(Anzi, ancora peggio di un newton in quanto a qualità di immagine come chiama lui)
Poi devo capire cosa significhi modificare anche otticamente i suoi strumenti...
Risferizza o rilucida il primario del C8? :-/
Altrimenti sono solo modifiche meccaniche.

Ps. Nel post dei dobson ci sono anche tutte le battute sui difetti veri che aveva il mio,con risposte del costruttore, prima della rifigurazione di giacometti.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

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Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 19:11Lattanzi non è iscritto a questa piattaforma, non può replicare
È appunto per questo motivo che ritengo inutile rispondere approfonditamente ad un'intervista dove Lattanzi non fa che esporre in modo statico il suo più o meno opinabile e per questo condivisibile o no, pensiero.
Sarebbe e resterebbe un mero soliloquio; da ambo le parti.
Sia ben chiaro; anche chi scrive sui forum espone il proprio opinabile e per questo condivisibile o meno pensiero, la differenza però è che lo fa in maniera dinamica.
IMHO.
Ultima modifica di -SPECOLA-> il 07/03/2019, 22:58, modificato 1 volta in totale.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi. Riflessioni di un astrofilo visualista

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Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 19:11Se qualcuno vuole illustrare gli infiniti pregi del dobson può magari chiedere a Piergiovanni di intervistare un dobsonaro (o dobsoniano ? non so come si dice) molto noto (uno a caso... fammi pensare... :think: ah sì, un nome ce l'avrei :lol: ) così, per par condicio, oppure se proprio ci tenete aprite una nuova discussione.
:lol: :lol: :lol:

Piergiovanni, ora ti tocca contattarlo per farti rilasciare un'intervista. Penso che leggere una dietro l'altra le interviste dei "nostri due", sia un'esperienza. ;)
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

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Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 15:03 In generale mi trovo abbastanza d'accordo con quello che ho letto, condivido ad esempio il discorso che si fa sulle montature, spesso piene di elettronica inutile e costosa laddove si sarebbe potuto investire di più sulla meccanica, che poi è quella che serve veramente, per offrire un prodotto durevole. Chi pratica l'alta risoluzione visuale ha bisogno solo del moto siderale, se vuole, non se ne fa nulla del goto e di altre sofisticherie che purtroppo sono diventate difficili da evitare.

Ho sempre deprecato la scomparsa dei cerchi graduati sulle montature equatoriali, ma capisco che le aziende si sono buttate sull'elettronica, ché il telescopio che si muove da solo comandato dallo smartphone fa tanto figo e tanta scena (dopo tutto l'equatoriale alla tedesca la faceva già Fraunhofer, non è che ci sia molto da innovare dal punto di vista meccanico a parte i motori). Aspettiamo solo l'interfaccia neurale, come in Star Trek, poi avremo raggiunto il Nirvana. Condivisibile anche il discorso sul mercato, troppi strumenti a basso costo, gira e rigira tutti molto simili l'uno all'altro, soprattutto rifrattori apo e newtoniani, strumenti che ti ingolosiscono e ti fanno mettere mano al portafogli innumerevoli volte, ora per il tubo ora per gli accessori.
Per me telescopi e montature sono tutti uguali, semplicemente perché in pratica è quello che vuole oggi il mercato; ovvero la maggioranza in generale di chi anela a questi prodotti.
A parte che il GO-TO se uno vuole può anche non usarlo, però il contorno alla meccanica è tutta ricaduta tecnologica prodotta in migliaia di pezzi, che in realtà costa poco, per cui in verità anche rinunciandovi, di ritorno da investire in meccanica migliore ce ne sarebbe poco.
Anche perché per le ottiche di cui sopra, quel che c'è già, è più che sufficiente.

Se un'azienda nascesse per vendere telescopi come quelli di refractorland, beh...
non so quanto resterebbe aperta, perché in pratica avrebbe pochissimi acquirenti.
I gloriosi 108/1600 di un tempo (strumenti ordinari un tempo), si sono estinti per l'ingombro che al giorno d'oggi non è più sostenibile come nuna volta; tutto qui.
Non certamente perché sono apparsi sul mercato ottiche APO più compatte e maggiormente performanti.

IMHO, naturalmente.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

vale75 ha scritto: 07/03/2019, 22:09Il post su dobsoniani era nato, usando semplicemente, tutto ciò che codesti astrofili evoluti usavano come descrizione denigratoria di tale tipo di semplice telescopio.
ma no, dai... non è possibile :lol:
vale75 ha scritto: 07/03/2019, 22:09Ps. Nel post dei dobson ci sono anche tutte le battute sui difetti veri che aveva il mio,con risposte del costruttore, prima della rifigurazione di giacometti.
si, mi ricordo i problemi che avevi avuto... da non credere
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

-SPECOLA-> ha scritto: 07/03/2019, 22:54A parte che il GO-TO se uno vuole può anche non usarlo
però lo devi pagare lo stesso perché la montatura senza goto non funziona....
-SPECOLA-> ha scritto: 07/03/2019, 22:54I gloriosi 108/1600 di un tempo (strumenti ordinari un tempo), si sono estinti per l'ingombro che al giorno d'oggi non è più sostenibile come nuna volta;
si sono estinti soprattutto per il costo che avevano, proibitivo per i più...

W i cinesi! :D
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

Angelo Cutolo ha scritto: 07/03/2019, 22:43Piergiovanni, ora ti tocca contattarlo per farti rilasciare un'intervista. Penso che leggere una dietro l'altra le interviste dei "nostri due", sia un'esperienza. ;)
assolutamente d'accordo! :thumbup: (in un'altra sezione, però, qui siamo in casa dei rifrattoristi... :D )
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Ma perché esiste uno spazio per i riflettori in questo forum? Non me ne sono mai accorto... :lol:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da elettrico »

@vale75
Premesso che non patteggio per nessuna delle 2 "fazioni" e senza alcun intento polemico, ricordo però anche alcuni interventi del "dobsonaro" da intervistare, dove derideva la manifestazione e i partecipanti alla NLT di Opera di alcuni anni fa (forse la prima).

Alberto
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 23:26 però lo devi pagare lo stesso perché la montatura senza goto non funziona....
Un esempio di montatura tipo EQ6, senza GO-TO?
Giusto per valutare il divario di prezzi.
La EQ6 non si può stazionare senza eseguire l'allineamento con una o più stelle e poi usare puntando e inseguendo gli astri senza usare il GO/TO?
Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 23:26 si sono estinti soprattutto per il costo che avevano, proibitivo per i più...
Direi di no, visto che gli APO che li hanno soppiantati, mica li regalavano, né tantomeno li regalano ora.

Anche se li regalassero però, vorrei vedere in quanti li prenderebbero, per tenerli poi magari in un monolocale.
La verità è che è il mercato che non li richiede, perché non li assorbirebbe e infatti nemmeno i cinesi li propongono.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Per equità e correttezza ammetto che anche "quello" del dobson, da quando ha cominciato a fare da avvocato e portavoce di "quell'altro" (astrofotografo planetario che cambia telescopio ogni 6 mesi) ha perso molti followers... come si dice oggi.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Samuele »

stevedet ha scritto: 07/03/2019, 16:45 ... Ecco, la mia impressione è che la voglia di spostarsi da casa in cerca di cieli bui, la disponibilità a movimentare strumentazione più pesante di un binocolo o di un rifrattorino, sia proporzionale alla gioia che si ricava ad osservare. Si è pigri quando la soddisfazione non ripaga dalla fatica. O per meglio dire: la pigrizia è proporzionale alla gratificazione. Forse basterebbe avere l'onestà di ammettere questo. ...
Condivido molto questa osservazione, credo sia la base imprescindibile di tutte le esperienze di vita, compresa l'astrofilia.
Quanto all'intervista, l'impressione dopo averla letta è di un discorso da "fondamentalista", e per mia natura i fondamentalismi mi fanno venire l'orticaria per cui preferisco starne alla larga.
Sarà deformazione professionale, ma a fronte delle tante cose dette mi sono posto domande, le cui risposte non credo siano così scontate.
Ad esempio, quanti sarebbero gli astrofili se per dedicarsi a questa passione fosse stato necessario investire in strumenti dal costo di una utilitaria od anche più?
Un astrofilo alle prime armi sarebbe in grado di cogliere le potenzialità di uno strumento eccellente ma per tanti versi scomodo?
Per restare nell'esempio fatto, quanti conoscerebbero le opere teatrali se non ci fossero stati gli strumenti per riprodurle comodamente in casa, magari anche con fedeltà e precisione superiori a quelle apprezzabili in un teatro progettato male o dove semplicemente si è trovato un posto a sedere non ottimale?
Avremmo avuto oggi prodotti, e relativi progetti, come ad esempio gli oculari ad ampio campo ed elevata estrazione pupillare Docter/Noblex, od i trattamenti antiriflesso e dielettrici che l'industria utilizza sui prodotti consumer?
Considerando che anche l'Hubble aveva uno specchio imperfetto, è proprio vero che in campo astronomico esiste una produzione professionale di qualità superiore, nel senso di oggetti realizzati al meglio delle possibilità tecniche, o piuttosto si tratta di oggetti artigianali realizzati con estrema meticolosità ma probabilmente perfettibili?
Personalmente non ho certezze, ma solo tanti dubbi :thumbup:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

stevedet ha scritto: 07/03/2019, 16:45 ... Ecco, la mia impressione è che la voglia di spostarsi da casa in cerca di cieli bui, la disponibilità a movimentare strumentazione più pesante di un binocolo o di un rifrattorino, sia proporzionale alla gioia che si ricava ad osservare. Si è pigri quando la soddisfazione non ripaga dalla fatica. O per meglio dire: la pigrizia è proporzionale alla gratificazione. Forse basterebbe avere l'onestà di ammettere questo. ...
Senza andare molto lontani, basti pensare alle ultime due comete apparse nei Ns. cieli, Wirtanen prima e Iwamoto poi..
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Giovanni Bruno »

Da estimatore di tutte le tipologie strumentali ed il mio parco strumenti lo dimostra, mal sopporto le posizioni preconcette.

Che il LATTANZI metta al quarto posto un C8 è però per me una felicissima novità.

Proprio il connubio tra esigenza di possibile facile trasportabilità e ricerca di un cielo più buio, consiglia la massima attenzione per strumenti ancora trasportabili per peso ed ingombro.

Ho posseduto per oltre un'anno un MEADE LX90 ACF da 8", trovandolo meravigliosamente trasportabile grazie ai suoi 13Kg di peso massimo, forcella GOTO compreso e di un ingombro minimale, al punto da preferirlo spesso al mio 120ED + IOPTRON IEQ45 PRO.

8" contro 4,72" è un confronto impari sulla media degli oggetti.

Per non parlare del mio C11 CPC HD, azzoppato invece dai suoi 30Kg di peso monolitico + cavallettone, ma felicissimamente usabile da casa , anche a mano libera ed udite-udite anche per il terrestre binoculare di potenza.

Se punto un oggetto terrestre con il C11 HD e di fianco ho il 120ED, tutte le storielle di mitici rifrattorini APO FL, di 70mm, mi fanno sconpisciare dalle risate, la MTF è funzione diretta del diametro e come dice il mi amico VALTER FERRERI, alla mancanza di diametro non vi è rimedio .

Se un'immagine da rifrattore significa un contrasto, risoluzione e secchezza di immagine eccezionale, ebbene, allora il mio C11 CPC HD è un RIFRATTORE APO.

Per il discorso poi dei pregi di un rifrattore lunghissimo, anche ad f30, quando diaframmo eccentricamente il mio C11 HD, con un diaframma BRUTALE aperto a 120° dei 360° disponibili, allora posso ben dare ragione a LATTANZI, il mi C11HD è di fatto diventato uno strumento NON OSTRUITO di circa 6" di diametro a circa f30 e ne godo l'eccellente tolleranza ad un seeing medio e la favolosa profondità di fuoco.

Se metto fianco a fianco il mio 120ED ed il C11 HD con il diaframma a lati rettilinei aperto a 120°, vedo ancora una grassa superiorità di risoluzione e contrasto a favore del C11HD diaframmato ed è logico, l'apertura libera residua del C11HD è di circa 6", mentre il 120ED è un 4,72"

Quindi basta con le guerre tra lenti e specchi , vi sono pessime lenti e pessimi specchi, come eccellenti lenti ed eccellenti specchi.

La questione è tutta nella qualità di lavorazione e nella preziosità dei materiali. :thumbup: :wave:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Che un newton a rapporto focale non troppo spinto, con bassa ostruzione,bassissima rugosità, senza astigmatismo e lavorazione ben oltre i lambda/4 reali (e aspirazione dello strato limite), possa rivaleggiare con un apocromatico di diametro D-d è possibile, ma un catadiottrico commerciale con lastra correttrice, ostruzione superiore al 35% ,leggera sferica sempre presente e praticamente mai in equilibrio termico, mi sembra molto azzardata come ipotesi.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Kappotto »

Senza offesa Vale75, però mi pare che si passi troppo tempo a guardare i "numeri" e poco tempo all'oculare. Non mi riferisco a te, ma al pensiero che vedo spesso dietro interventi tipo il tuo. Io ho osservato senza problemi in catadiottrici ostruiti al 40%, in tubi che in teoria non potevano essere in equilibrio termico, con sferica, con fuocheggiatori traballanti, in oculari con barilotto in plastica ecc. Sono un caso incurabile? :lol:
Pensa che se dovessi tenere un solo telescopio tra i tre che attualmente ho terrei proprio il catadiottrico che ha tutte le pecche che hai elencato :D
kappellate Astronomiche!
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Avevo il C9.25 (che misi anche in frigo per stabilizzarlo perfettamente).
Ottimo strumento che ho usato per 10 anni sui pianeti, non ne parlo male di certo.
I 2 Meade in cui ho guardato, un 10" e il 12" ACF di un mio amico, non mi sono mai piaciuti.
Ho sempre trovato difficoltà nella messa a fuoco perfetta e poca incisione.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

stevedet ha scritto: 07/03/2019, 23:32 Ma perché esiste uno spazio per i riflettori in questo forum? Non me ne sono mai accorto... :lol:
non c'è infatti :lol: ma c'è una sezione generica per la strumentazione astronomica che è aperta a qualunque discussione, purché pacata e rispettosa. Se poi qui si tratta più spesso di rifrattori che di riflettori è un po' un vizio d'origine che risiede nelle preferenze personali dei fondatori e nelle cattive compagnie che frequentano.... :D Ma del resto siamo sul forum di bino-mania, il tema principale sono i binocoli, i binocoli non sono altro che telescopi rifrattori e dunque siamo sempre lì :lol:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Samuele ha scritto: 08/03/2019, 8:55 Quanto all'intervista, l'impressione dopo averla letta è di un discorso da "fondamentalista", e per mia natura i fondamentalismi mi fanno venire l'orticaria per cui preferisco starne alla larga.
Sì, anche a me non piacciono i fondamentalisti in nessun campo ed in questo hobby ogni tanto capita di imbattersi in qualcuno che sembra avere capito tutto lui...
Senza fare assolutamente paragoni, mi viene in mente un astrofilo, il cui cognome ricorda quello di un famoso cantante, nei cui report osservativi del profondo cielo pareva sempre che gli fosse apparsa la Madonna, da tanto ti descriveva ciò che solo lui riusciva a vedere (compresi i colori).
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Lukas »

Il mitico al (non nagler), solo lui vedeva la nebulosa cono con un apo 155mm dettagliata come in fotografia :lol: :geek:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

Bene, mi pare che stiamo divagando, direi di tornare all'argomento del topic, se ci sono altri commenti al contenuto dell'intervista, altrimenti possiamo anche chiuderla qui.
Giovanni Bruno
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Giovanni Bruno »

Caro RAF, siamo su BINOMANIA e tutti adoriamo due rifrattori connessi fra loro a formare un binocolo, un binocolone, oppure un binoscopio ed in genere un binocolo si usa in terrestre, oppure sul cielo per fare del deep sky a grandissimo campo ed il loro lavoro lo fanno benissimo.

Siccome adoro la visione binoculare, la pratico sia con i binocoloni che con i telescopi + torretta binoculare.

Ebbene, attraverso il C11 CPC HD, che è un SCT evolutissimo sia otticamente che meccanicamente, più torretta binoculare, con il solo limite di non poter scendere sotto gli 80x, la visione di ammassi aperti compatti tipo M37, di tutti i globulari e delle nebulose planetarie, mi dona una resa ottica semplicemente commisurata all'apertura di 280mm ed alla planarità di campo propria di un HD.

Se osservo gli stessi oggetti con un binocolone angolato APO da 82mm--100mm, con un ACRO da 150mm + torretta e con il 120ED + torretta, vedo molto meno e con molta più difficoltà, se devo far esplodere un globulare medio-piccolo.

Ciò non toglie che adoro sia gli APO che i binocoloni APO e persino i binocoloni ACRO, perchè hanno altre frecce al loro arco, come la collimazione tenuta molto stabilmente, una più rapida termostatazione e l'accesso a campi estremamente più ampi.

Insomma, ogni strumento e tipologia strumentale ha il suo perchè e la sua nicchia di impiego.

Quindi massimo rispetto per ogni tipologia strumentale.

Mi ripeto, leggere che il LATTANZI ha messo un C8, al quarto posto nella sua classifica di preferenza, gli fa onore.

Per tutti, andate su ASTROMART e leggetevi la recensione di ED MORENO sul C8, in quella recensione, condotta con serenità e imparzialità, si trovano delle interessantissime comparazioni tra il C8 e tanti altri strumenti più piccoli rifrattivi.

Nella stessa recensione del C8, lui parla anche del suo C11 normale, non HD.

Si badi bene che ED MORENO adora gli APO da 150mm, e ne possiede uno, perchè finalmente una apertura adeguata di 150mm APO, mostra di tutto e di più con la secchezza proverbiale di un rifrattore. :thumbup: :wave:
Lukas
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Lukas »

Sono dei vostri, amo i campi larghi e sopratutto spianati, ho un c8hd e penso di essere l'unico folle a usare un taka fsq85 solo in visuale accoppiato a svariati ethos
Faber
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Faber »

Ciao Lukas,

Potresti raccontarci delle tue esperienze del fsq 85 con gli ethos? Grande campo spianato immagino. Immagino sia una bella combinazione leggera e prestante per osservare larghi campi, pure per fotografare anche se non ti interessa.
Fabio Bergamin

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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Non sono rari i casi di visualisti che ritengono vincenti i telescopi rifrattori, contro le altre configurazioni ottiche; anche di apertura maggiore.

Per esempio nell'opera "Guìa del firmamento", l'autore (José Luis Comellas), che è un osservatore molto attento di stelle doppie, considera vincente un rifrattore da 75 mm di apertura (salvo casi particolari in cui prende in considerazione altri strumenti da 200 o 300 mm di apertura).

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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Giovanni Bruno »

Quando si parla seriamente di stelle doppie, si dovrebbe prima di tutto dire a quale limite di separazione si intende dedicarsi, espressa in secondi d'arco e suoi decimali.

Un rifrattorino da 75mm, magari a lungo fuoco, può dare delle immagini bellissime di stelle doppie, ma mai potrà superare il suo limite fisico di capacità di separazione che è funzione diretta del diametro.

Io possiedo un rifrattorino doppietto autoassemblato da 50/500mm, ottenuto da un'ottica di controllo di processi industriali, credo CANON, con una pesantissima cella in OTTONE MASSICCIO e che fornisce una splendida immagine della DOPPIA-DOPPIA della LIRA, quindi so bene di quale esoterica secchezza è capace un doppietto di qualità estrema di 50/500mm ad f10, ma so pure dei suoi invalicabili limiti teorici connessi con il modestissimo diametro. :thumbup: :wave:
Lukas
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Lukas »

Faber ha scritto: 08/03/2019, 23:16 Ciao Lukas,

Potresti raccontarci delle tue esperienze del fsq 85 con gli ethos? Grande campo spianato immagino. Immagino sia una bella combinazione leggera e prestante per osservare larghi campi, pure per fotografare anche se non ti interessa.
Sarò sintetico non ho piu voglia di fare il tester ma solo di osservare... e bene nel rispetto del piccolo diametro.

Pregi del taketto:
Campo reale di 4.7 gradi con l'ethos 21 e 5.6 gradi col nagler 31, testato anche un panoptic 41 ma purtroppo vignetta, l'ho tirato a 300x con una powermate 4x e un ethos 6 ottenendo un'immagine pur buia ma decente su giove e buona su saturno e marte, notare che è un treno di 17 lenti.
Grande senso di qualita al tatto, portabilità, star test perfetto, contrasto lunare da antologia con gli ethos sx 110 gradi, il fok è un gioiello nonostante i difetti in alcuni esemplari.

Difetti: lieve astigmatismo intraextra ai bordi ultra estremi con oculari lunghi, distorsione idem, ben evidente sulla luna, spaziatori lenti brutti a vedersi, preferisco il sistema ad anello dei televue np, forse un po' caro ma di taka economici non ne ho mai visti.
A memoria solo il pentax 75 accoppiato a un xw 40 dava immagini migliori di questo in deepsky, perdendo decisamente sui pianeti e luna.

N.b. come diagonale ho usato un baader 2" bbhs in argento, non so se può concorrere a generare una tinta lunare bianco argentea veramente incredibile.
Faber
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Faber »

Te lo avevo chiesto perché ho osservato con profitto usando un Pentax 75 SdhF con oculari xw con molto piacere. Interessante che le prestazioni ad alti ingrandimenti del piccolo fsq85 sia migliori. Grazie dell’info, non desideravo inquinare troppo il post. Saluti
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piergiovanni »

Massimiliano mi ha pregato di pubblicare questa sua e-mail.
Mi scuso per aver "deciso arbitrariamente" il titolo dell'intervista che ho quindi provveduto a modificare.
Buona serata!




Quello che mi preme è circolare una corretta informazione su quanto da te riportato. Ti chiederei quindi la cortesia di condividere in toto (sottolineature e corsivi inclusi) questa mail coi tuoi lettori e, con essa, i punti che spero di chiarire.

* * *

UNO. Come sai bene, quanto da te pubblicato null'altro è che uno sbobinamento draft — proprio nudo e crudo — della mia intervista; sbobinamento che ti avevo inviato per cominciare a rivederlo, limarlo e articolarlo assieme, in vista di una sua futura pubblicazione.

Il draft, invece, ti è piaciuto talmente tanto così com'era — così m'hai detto — che hai deciso di pubblicarlo direttamente (tra l'altro avvisandomi solo a pubblicazione effettuata).

Che dirti: ovvio che in altra situazione mi sarei — comprensibilmente e giustamente — assai risentito. Trattandosi di te, nessun problema. Capisco che volevi fare leva sulla sincera irruenza della mia intervista per "destare qualche cuore attento" (cito verbatim la tua espressione) e che, di fronte alle mie perplessità, m'hai risposto "sii fiducioso" (idem). L'esito però mi pare sia stato, ahimé, esattamente quanto prevedibile e previsto... Amen.

Ciò detto, non sono certo qui a rimangiarmi neanche una virgola. A me viene davvero l'orticaria a leggere le varie recensioni e prove e impressioni e opinioni buoniste e quant'altro su riviste o fora, in cui tutto va bene, tutto è perfetto, tutto è fantastico, qualunque cosa è la fine del mondo e ci vogliamo tutti bene; anche anche se si tratta ovviamente di mere falsità, spesso biascicate tra i denti e lordate d'invidia; "mezze verità" o "verità incomplete", per rimanere nel politically correct, a cui nessuno con un minimo di senso critico crede, dietro la facciata dell'ipocrita convenienza del marketing o del quieto vivere.

Se penso che qualcosa non vada — e penso appunto ciò dell'odierna deriva esibizionistica di gran parte dell'astrofotografia — io non ho timore alcuno a dirlo e motivarlo, ci mancherebbe. E, come detto, non cambio una parola di quanto contenuto nell'intervista.

Però — però — l'intervista, estrapolata senz'altra cura dal clima allegro e ridanciano stabilitosi attorno ad una tavolata di amici, e buttata invece lì sui banchi censori di un estemporaneo tribunale perché venga dissezionata ed esaminata alla lente d'ingrandimento, neanche si trattasse di una pubblicazione peer-reviewed dell'Accademia delle Scienze di Russia (conosco di primissima mano), si presta — com'è il caso — a travisamenti pesanti; se non altro sul tono e lo spirito anche goliardico che la permea.

Chiaro che poi, senza sapere e tener presente tutto ciò, uno leggendola può casomai anche irritarsi. Bada, non è che me ne freghi niente se qualcuno si irrita; ma almeno, se è il caso, che ci si irriti per giuste ragioni, non correndo dietro ai fantasmi.

Io, per esempio, sono assai irritato da quando, per alimentare l'industria degli smartphone e delle microcamere, le stripes di molto vetro ottico ED (s-FPL53 per tutti) di diametri superiori ai 150mm sono state eliminata dalle linee di produzione, lasciando orfani quanti hanno necessità o desiderio di utilizzare strumenti di diametro maggiore.

Questo ovviamente non intacca il mercato delle ottiche astro-fotografiche che vivono di diametri ridotti (ossia, lo intacca sì, perché anche la qualità/omogeneità dei vetri non è più quella (ma tanto non se ne accorge quasi nessuno, visto le pesanti elaborazioni che le immagini subiscono); però costringe altri a lunghe, difficili ed anche costose peripezie per acquisire diametri più elevati. Mi potrà quindi un attimino rodere il chicchero che, al contrario di 20 anni fa in cui bastava entrare in un negozio d'ottica, oggi non riesco a trovare uno strumento di diametro maggiore di 150 e a fuoco "non-fotografico" se non me lo faccio costruire su misura (con aggravio di tempi, costi, e grattacapi)...?!

Ecco, questo sì è davvero irritante. Invece, per quanto riguarda i presunti toni di interviste pubblicate amicalmente in forma draft, bah, c'è davvero altro di cui occuparsi.

* * *

DUE. L'intervista mi è stata da te presentata come una serie di domande senza un titolo. Titolo da te poi aggiunto senza confrontarti con me. E questo vale sia per l'intervista che per il thread che hai aperto sul forum.

Bene: non può non rilevarsi che i due titoli, tra l'altro diversi, così come sono messi giù, connotano e danno una chiave di lettura preventiva a quanto da me affermato. E questo — a parte la correttezza della cosa (su cui, di nuovo, trattandosi di te, sorvolo) — mette begli occhialoni al lettore e travisa quanto da me detto. Faccio degli esempi.


2a. Tu parli di — e mi metti in bocca — "Riflessioni sull'Astrofilia Italiana"; che non è cosa che io avevo minimamente in mente. In effetti, e per ragioni su cui qui non entro, la mia attività in campo Astronomico si svolge totalmente in campo internazionale. La mia interazione con gli astrofili Italiani è davvero minima e toccherà sì e no una decina di persone.

Gli astrofili Italiani che sono passati per Refractorland durante questi anni stanno sulle dita di una mano. Non è così per gli stranieri. Fammi essere molto chiaro: due anni e mezzo or sono, quando mi sono trovato costretto a chiedere aiuto finanziario per non veder andare in rovina il sito ed il progetto, da tutto il Mondo sono arrivate, sotto forme varie, cifre a quattro zeri; e con un numerale davanti assai elevato (altrimenti, di nuovo, non avrei potuto salvare casale, terra, osservatorio, etc.). Dall'Italia, a parte tante belle parole di supporto da parte di molti, mi sono arrivati ben 11 euro di donazioni; undici! Undici euro per cui ho sì adeguatamente ringraziato... ma, tu capisci bene che il mio soft spot è comprensibilmente altrove, e non è certo l'astrofilo Italiano l'immediato target dei miei pensieri...

Quindi, di nuovo, di astrofilia internazionale parlavo. Ovvio che l'Italia ne fa parte. Ma se uno si focalizza unicamente sullo stivale, il respiro della critica ne esce totalmente stravolto.

Mi preme anche specificarlo perché, visto il focus campanilistico che connota il Bel Paese, ho letto di immediate (e totalmente fallaci) attribuzioni di miei pensieri che sarebbero stati volti a questo o quell'altro astrofilo Italico che, sinceramente, non so chi sia, né alas entra nel mio panorama giornaliero.

Pertanto, una volta di più, mettere un titolo a qualcosa costringe la mente di molti a leggere quanto scritto non c'è. Avessi tu scritto, metti, "Riflessioni sull'Astrofilia Ugro-Finnica", nessuno sarebbe andato oltre la terza riga; mentre lì sarebbero state scritte esattamente le stesse cose. Ma, a torto, non ci sarebbero stati astrofili Italici che avrebbero preso tali pensieri come spunto di riflessione e/o si sarebbero sentiti tirare in causa.


2b. Medesimo commento di sopra (2a).
Hai aperto una discussione sul tuo forum che intitoli "Riflessioni di un Astrofilo Visualista".

Ancora una volta, basta questo titolo, per connotare profondamente, agli occhi dei più, quanto da me detto nell'intervista, indipendentemente da quanto sia stato effettivamente detto.

Avessi tu scritto, "sognatore", "nostalgico", "intransigente", "spendaccione", "illuso", "nazista", "populista", o quello che vuoi te, questo avrebbe già indirizzato la lettura, esasperando il senso di alcune affermazioni, e totalmente obliterandone altre.

La prova? Che, a fronte della mia critica — che mantengo in toto — a determinate derive esibizionistiche dell'astrofotografia odierna (non a tutta l'attività astrofotografica, ovviamente), ed a fronte della critica — che, di nuovo, mantengo in toto — alla deriva commerciale verso le apparecchiature astrofotografiche, che mortifica l'importanza e la diffusione dell'Astronomia visuale, ho detto chiaramente — e qui meglio dettaglio — che, a Refractorland sono presenti sistemi Fastar (14" e 11"), Camere Schmidt, Astrografi a lastra (9x12 e 10x15), Astrografi Medio Formato (6x6 e 6x9) con ottiche che vanno dal Fish-Eye 180° ai 500mm, oltre che ovviamente quanto serve a fare fotografia digitale fino a 24Mp (oggi, e con 50Mp in arrivo)... insomma, Santo Iddio, non mi pare si tratti esattamente di una compattina usa e getta, no...?!?!

Se queste attrezzature sono presenti, anche il più distratto potrebbe forse farsi sorgere il dubbio che un qualche minimo interesse per l'Astrofotografia il qui presente (che ha, tra le altre cose, Fotografia Professionale di un certo livello nel suo CV) ce l'avrà pure, no...?!?! Eppure tutto questo è stato totalmente obliterato dagli occhiali che tu — lasciatelo dire — hai preventivamente calato sul naso dei tuoi lettori. E che, parimenti, loro non sono stati evidentemente in grado di togliersi.

Ringraziando Iddio, chi è qui (anzi, là, visto che scrivo da Roma) venuto, questi occhiali non li portava. Quindi, accanto ad osservazioni (planetarie e deep), portate avanti con gli strumenti che uno più desiderava — non è che se uno qui (là) vuole usare, metti, uno SCT o un Maksutov o un Newton, io lo frusto finché non si mette ai comandi di un rifrattore Zeiss, no...?!?! — si è fatta dell'assai amabile, tranquilla e piacevole fotografia Astronomica sul profondo cielo.

Tra gli altri, ricordo in particolare due Astrofili — che non si conoscono tra loro e vengono da due lati diversi del Pianeta — che sono entrati talmente nella filosofia del luogo, da volermi poi affidare copia dei loro archivi fotografici perché li tenessi a disposizione (non tutti circolano urbi et orbi sul web ogni scatto; ci sono anche quelli che riempiono semplicemente libri delle loro survey che poi hanno diffusione di livello più mirato). Uno addirittura mi ha poi inviato *tutte* le sue lastre originali perché le custodissi (cosa assai commovente, tra l'altro) e le digitalizzassi in HDR.

Insomma, non mi pare davvero che tutti loro si siano trovati incatenati a pane ed acqua in un antro in cui la parola "astrofotografia" fosse bandita, e l'incauto che l'avesse proferita fosse stato profondamente umiliato nel corpo e nello spirito. Ma andiamo, su...

* * *

TRE. Sulle diatribe strumentali non sono entrato e non voglio minimamente entrare — a che pro? si parlava di tutt'altro...!

Eppure non posso non rilevare che questo è diventato il focus principale della discussione, come non posso non rilevare che ognuno ha letto delle mie parole quello più che gli è parso e piaciuto, come se io avessi messo giù un'ode, se non un peana, secondo cui l'unico modo di fare Astronomia sia osservare pianeti con un rifrattore a lungo fuoco.

No, ma, dico, sta scritto da qualche parte...?!?!

Se ho sottolineato, nei dettagli, la bellezza dell'aspetto visuale dell'astronomia (che uno, per quanto mi riguarda, è liberissimo di farsi anche mettendo un oculare dietro ad un Ritchey-Chrétien ostruito 0.60 — ma che me ne frega a me...?!) è perché trattasi di branca della disciplina a torto oggi totalmente obliterata dalle case costruttrici, quindi dalle riviste che dalle case costruttrici vengono finanziate (attraverso pubblicità, se non addirittura direttamente), quindi dagli astrofili che ritengono i testi di Andrenelli o Texereau (per non citarne che due) buoni solo per accendere il fuoco, mentre s'immergono incantati nelle pagine patinate delle riviste suddette, e poi corrono a comprare quanto "indispensabile" per farsi pubblicare anche loro la foto dell'anno nelle sacre pagine. E pensano, appunto, che fare Astronomia nel XXI secolo si riduca a questo.

Se poi ho, tra l'altro, listato tre rifrattori Zeiss tra gli strumenti che mi sono rimasti nel cuore — che, bada, è assai diverso dal considerarli i più performanti (l'ha rilevato nessuno questo?) e dicendo che facevo torto a tanti altri (idem rilevato da qualcuno? ovviamente no...) è appunto perché, come già nel caso del meno performante di essi, il 100APQ, sono strumenti perfetti. Che danno zero problemi e 100% risultati.

E chi non se ne accorge è perché, protervamente, decide di non volersene accorgere; perché basta metterci mano per toccare ciò senza ombra di dubbio. E, quando uno sta facendo "contenuto" e non giocando al "piccolo meccanico", questo conta: i risultati. O, meglio, zero problemi e 100% risultati. Se così non è, via lo strumento e sotto un altro. Non importa quale sia il tipo o la marca che c'è sopra.

Altri strumenti sono più performanti? Ovvio. Ci sarà sempre uno strumento più performante in senso assoluto, qualunque cosa si faccia e/o si abbia. Ma non necessariamente a zero problemi e 100% risultati.

E ne so qualcosa non perché, comodamente seduto in poltrona, l'ho letto su una rivista patinata e/o su qualche forum, ma perché, come chiaramente menzionavo nell'intervista — e ringrazio Raf che, unico (!), se n'è accorto — ho, accanto a rifrattori di benchmark, tutta una serie di strumenti a specchio che smonto e rimonto, e modifico e riallumino e ricoatizzo e taro meccanicamente (aggiungendo anche queste tarature ove non presenti), etc.... tentando di approssimare quella resa "0/100" (o anche "poco/tanto"). Tutto ciò a costo di problemi, appunto, continui; ed estenuante ricerca di soluzioni; ed elevato dispendio di tempo, e di vil denaro.

Quindi ho molto ma molto ma molto chiaro — di primissima mano e senza preconcetti, visto che sono tutti strumenti miei — che, a ben vedere e a farli come vanno fatti, questi strumenti economici non lo sono affatto, dato che, spesso e volentieri, la meccanica fatta bene costa assai più dell'ottica (vedi p.e. i Maksutov prodotti e/o intubati da R. Christen (Astro-Physics) e da M. Wirth (APM), come pure i Cassegrain prodotti da C. Fus (CFF), per non nominarne che alcuni — e perfino lì, se vai a vedere, ci sono bei compromessi dettati dalla commercializzazione), e che è pia illusione ritenere che le case costruttrici mass-market non siano altro che succursali dei Frati Francescani, e che lavorino in perdita per regalare strumenti miracolosi alle astrofile genti.

Quindi, di nuovo, smazzarsi questi strumenti, non per darci uno sguardo fugace tipo bighellonata sul Cielo con le mani in tasca, ma per tirar fuori il più possibile ciò che la loro ottica dovrebbe fornire (e sistematicamente non fa), richiede attenzione certosina allo strumento e alla sua ubicazione, con la costante presa in considerazione di una lista di variabili lunga una pagina, molte delle quali solo parzialmente controllabili. Non una passeggiata di salute, insomma; che uno potrebbe volersi giustamente risparmiare.

Che poi io decida di farlo, se non altro per amor di conoscenza, sono affari miei. Ma, in parallelo, capisco perfettamente che, se vuole fare 100% di tempo di osservazione a zero problemi, uno possa o finisca per rivolgersi ad un altro tipo di strumento, tornando poi a casa sereno con un sorriso a 32 denti. Ed è esattamente quello che spesso (anche se non sempre) faccio anch'io quando mi dedico al fine (il Cielo), invece che allo strumento (il telescopio o la montatura o qualunque altro pezzo di equipaggiamento).

Questo però, di nuovo, non mi impedisce di avere nel parco ottiche più strumenti a specchio (parliamo di una ventina di "riflettori": è lo scotto da pagare per lo studio e la ricerca) che a lente. Ma tenendoli tutti in un posto che si chiama "Refractorland", in omaggio alla filosofia osservativa espressa nell'intervista, che alas i summenzionati strumenti a specchio non incarnano, per usare un eufemismo, altrettanto bene (o, in alcuni casi, affatto).

Immagino questo possa risultare spaesante per chi s'inebria di fazioni campanilistiche, ma è proprio piano e semplice ("as easy as it sounds", per dirla all'Albionica). E', se si vuole, la differenza tra chi osserva una partita di Calcio per rilevare ed analizzare in silenzio schemi di gioco delle due squadre, e chi va allo stadio bardato da ultrà ad urlare a squarciagola un tifo sfegatato. E' la stessa partita; ma sono due attività molto diverse. E, anche se non è il mio sport preferito, a me (come a molti altri) piace il nobile Gioco del Calcio; mentre epidermicamente non sopporto il tifo, né tantomeno i tifosi.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Francesco T »

Grazie mille Piergiovanni per il tempo dedicato a questa intervista!

È sempre molto interessante ed istruttivo leggere cosa pensa Il Massimiliano nazionale.

:clap: :clap: :clap:
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-SPECOLA->
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ah, ok,
il titolo era arbitrario nel senso che è stato deciso unilateralmente.
Buono a sapersi.
Grazie a Massimiliano Lattanzi per la precisazione e quindi per il chiarimento.
A questo punto la domanda da parte mia sorge spontanea; ma la bozza che è stata "sbobinata", ovvero quanto pubblicato, riporta le domande così come sono state davvero poste, oppure anche lì c'è qualcosa da sottolineare?
Se le domande sono quelle che si leggono, allora le risposte sono attinenti alle stesse e di conseguenza anche tutto quello che ne deriva, per cui si ritorna punto a capo (domanda precisa, risposta precisa, contesto chiaro perché contestuale alla domanda).
Oppure mi sfugge qualcosa, oltre alle persone e ai trascorsi di quest'ultime, che mi sembra vengano menzionate più o meno apertamente nello sviluppo dell'intervista?
Ammetto di non conoscere questi retroscena, né di sapere a chi si rivolgano nello specifico, né in quale contesto siano nati, ma per quanto mi riguarda, non mi farebbero cambiare una virgola di quello che ho già scritto in questo thread e che dunque confermo.

Infine non posso non rilevare che per quanto mi riguarda le parole di Lattanzi che si leggono nella sua intervista sono chiare e circostanziate e inoltre scollegate completamente dall'eventuale titolo della stessa, per cui dove sta scritto che chi ha risposto in questa discussione lo ha fatto cogliendone il senso che più gli è parso e piaciuto?

Qualcuno forse sta giocando a nascondino?
Fabrizio Ferrario
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piergiovanni »

CIao Specola e buon inizio a settimana a tutti.
Mah..non penso che qualcuno stia giocando a nascondino. Personalmente ho solo creato un titolo ad hoc sul forum e sul sito per varie motivazioni.
Massimiliano Lattanzi non è conosciuto dai birdwatchers e dai naturalisti che frequentano il forum e ho voluto inserire un aggettivo che lo definisse. Per questo motivo la frase "discussione sull'astrofilia " mi pareva abbastanza azzeccata, cosi' come "astrofilo visualista" giacchè, ritenevo erroneamente che fosse principalmente un amante delle osservazioni visuali. In realtà, data la pronta precisazione di Massimiliano, mi sbagliavo. Del resto i titoli li decido sempre io, vedesi ad esempio ": il re del crepuscolo, sfida fra Top di Gamma, il gigante docile, etc.,etc...
Per quanto riguarda l'intervista non sono solito correggere o "sbozzare" un testo che ricevo, anche i miei collaboratori Piero, Paolo, Abramo, Andrea, etc,etc, potranno confermare che non ho mai modificato un loro articolo, al massimo ho deciso la disposizione delle immagini durante l'impaginazione. Le uniche modifiche sono effettuate in caso di interviste o articoli in lingua inglese dove dovete sorbirvi le mie pessime traduzioni.
Le domande inviate sono le stesse pubblicate. Massimiliano mi ha solo chiesto di unirne un paio, perché aveva scritto molto testo, toccando vari argomenti.
Insomma..nessun mistero, proprio come nell'Area 51 a GroomLake :mrgreen:
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