intervista a Massimiliano Lattanzi

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-SPECOLA->
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ciao Piergiovanni,

sono d'accordo con te.
Meglio concentrarsi su attività più piacevoli ed edificanti.
L'efficacia della tua comunicazione per me è sempre stata fondata sul fatto di fornire un riferimento sicuro al lettore/ascoltatore, ovvero a chi ti segue con interesse.
Questo punto di forza purtroppo viene vanificato, quando/se si parla per "interposta" persona.
IMHO.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
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Angelo Cutolo

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Angelo Cutolo »

A parte la questione sulla sudditanza su cui non sono d'accordo (penso sia solo il tentativo di essere il piu trasparente e corretto possibile), concordo con il resto dei concetti espressi da stevedet, questa mail di precisazione fa trasparire in maniera ben piu lampante rispetto all'intervista, il "difetto" del sig. Lattanzi di cui al mio primo post di questa discussione.

Onestamente ammiro Pier per la sua diplomazia e buon carattere, fossi stato nei suoi panni mi sarei alterato non poco e dopo aver pubblicato (doverosamente) la mail del sig. Lattanzi, dove di fatto vi è una chiara accusa all'intervistatore (il sig. Piergiovanni Salimbeni) di aver non solo travisato e fatto travisare il pensiero dell'intervistato (il sig. Massimiliano Lattanzi), ma (tramite i titoli "sbagliati" secondo l'intervistato) aver "pilotato" (o tentato di pilotare) il pensiero dei lettori, avrei elimitato l'intera intervista dal sito.
stevedet

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Angelo, condivido quanto hai scritto e comprendo che la definizione di "sudditanza psicologica" da me espressa possa essere suonata sgradevole.
In tal senso me ne scuso con Pier, che evidentemente sa essere molto più paziente e diplomatico di me, doti queste indispensabili per poter gestire un forum... :thumbup:
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vincenzo
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vincenzo »

Ciao a tutti, ammetto 3 cose:

1) non ci capisco niente...
Ad esclusione del fatto siamo (noi umani) davvero strani e con predisposizione spiccata a complicarci la vita

2) che confondiamo, talvolta, il significato di parole molto diverse (es. suddittanza vs educazione)

3) di gran lunga preferisco stasera (e non solo) osservare la Luna piuttosto che leggere e scrivere sui forum
;)
Pratico il "voyeurismo ed il feticismo" con tante (lenti) e confesso la mia passione per le "mature" (lenti) ...
Francesco T
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Francesco T »

Si è vero caro Direttore, noi italiani siamo strani.

Una mia amica fotografa che ci legge, estranea al mondo dell' italica astrofilia e quindi capace di dare quel giudizio verace che solo un "esterno" può dare, mi ha riportato di essere rimasta colpita dal fatto che del gigantesco quantitativo di spunti di riflessione teorici e tecnici offertoci dal Massimiliano noi abbiamo rimosso tutto..

Concentrandoci esclusivamente su " i toni".

Credo avremmo tanto su cui riflettere.
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vale75
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Trovo molti più spunti tecnici, pratici e teorici, nelle pubblicazioni di piergiovanni,raffaello,andrea bosi,piero...
esposti sempre in maniera rigorosa con umiltà,imparzialità e immediata comprensione,
piuttosto che una valanga di parole (certo in perfetta dialettica italiana e latina) ,ma spesso sul nulla di concreto, di lattanzi, esposte col suo solito ego,che non è cambiato nei lustri.
La storia della "livrea dei suoi telescopi inarrivabili e rarissimi" e della sua zona osservativa unica al mondo, e' rimasta immutata, ecco.
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Andrea75
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Andrea75 »

Devo ammettere con non poco disappunto che il modo in cui sta continuando questa discussione riesce a stufare perfino me. E questo nonostante varie esortazioni più o meno esplicite a cercare, almeno, di entrare nel merito della questione: cosa che in tutti gli interventi che si possono leggere qui è riscontrabile assai di rado e spesso di sfuggita.
Lo dico fuori dai denti: non me ne frega niente se uno è d'accordo o no, se i toni del Lattanzi gli fanno girar le palle, se dieci anni fa qualcuno si è offeso a causa sua... qui non siamo all'asilo Mariuccia.
Qui si parla di altro: se uno ha da dire nel merito e con pertinenza bene, altrimenti si fa meglio a tacere una buona volta.
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stevedet

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Francesco T ha scritto: 12/03/2019, 17:25 Si è vero caro Direttore, noi italiani siamo strani.

Una mia amica fotografa che ci legge, estranea al mondo dell' italica astrofilia e quindi capace di dare quel giudizio verace che solo un "esterno" può dare, mi ha riportato di essere rimasta colpita dal fatto che del gigantesco quantitativo di spunti di riflessione teorici e tecnici offertoci dal Massimiliano noi abbiamo rimosso tutto..

Concentrandoci esclusivamente su " i toni".

Credo avremmo tanto su cui riflettere.
Probabilmente c'è anche del vero in quel che dici. D'altronde nella passione per l'astofilia, per l'osservazione del cielo, vi è in molti di noi una componente chiamiamola "naif" molto forte e dunque forse è inevitabile che anche questo lato puramente emozionale entri nel gioco delle discussioni.
Comunque, visto che muovi questa critica (e prima che il topic venga chiuso perché finito in vacca) potresti aiutarci a riportarlo su una carreggiata più razionale, facendo un elenco dettagliato e sintetico del "gigantesco quantitativo di spunti teorici e tecnici offertici dal Massimiliano".
Così magari la discussione può continuare in modo più costruttivo per tutti. :thumbup:
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vale75
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Esatto! :thumbup:
Riassumendo, quali sarebbero?
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Andrea75
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Andrea75 »

... Un visualista, come telescopio, ha bisogno di uno strumento per quanto possibile eccellente... Nell'osservazione si è "live" e non c'è post-processing: quello che lo strumento restituisce bene, si vede; quello che restituisce poco o male va facilmente perso perchè non lo si può far emergere con lunghe ore di elaborazione elettronica"
Qualcuno ha da dire in merito a questo? E che siano esperienze, per cortesia, non battute da bar... per tacere del fatto che svariati post fa qualcuno (Kappotto, per esempio) si già preso la briga di portare la propria esperienza osservativa in risposta a questa affermazione... siamo capaci di tornare a questo livello, per favore? Se no è meglio che ci diamo all'ippica...
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Premesso che a quanto pare è stato un errore ritenere di poter annoverare Massimiliano Lattanzi principalmente fra gli amanti delle osservazioni visuali, tanto che lo lo stesso si è prontamente sentito in obbligo di fare una rettifica a mezzo precisazione che è stata pubblicata in questa stessa discussione, per quanto mi riguarda non soltanto un visualista, come telescopio, ha bisogno di uno strumento per quanto possibile eccellente...
A prescindere dall'essere o meno "live", quello che lo strumento restituisce bene, si vede; quello che restituisce poco o male va facilmente perso, se al di fuori delle capacità del sistema strumento/osservatore.

Anche in visuale può intervenire una sorta di post-processing.
Certo, la cosa è più scontata nell'elaborazione elettronica, però non bisogna dimenticare che finché si osserva e l'informazione viene vista e memorizzata è una cosa, mentre quando poi tutto questo viene messo per esempio su un foglio di carta, la stessa informazione "cambia" e ognuno può metterci del suo (i canali marziani disegnati da un grande osservatore planetario come per esempio Schiaparelli, insegnano).
Ciò accade per questioni meramente estetiche, oppure di bravura nel disegnare.
Di certo anche l'osservatore visuale riesce a cogliere e filtrare brevissimi istanti dai quali emergono microdettagli che normalmente non sono visibili.
Io personalmente prediligo l'osservazione visuale; scattare foto e effettuare video riprerse sono attività che non mi hanno mai appassionato.
NON sono un bravo disegnatore, per cui al massimo mi dedico a schizzi per documentare dei particolari.
Anche se fossi un novello Giotto, non sarei mai capace di mettere su una tela tutto quello che riesco a cogliere osservando in uno qualsiasi dei miei telescopi e tutto questo lo ritrovo anche guardando i disegni altrui.
Infatti quando mi capita di vedere la documentazione di una scheda di osservazione planetaria, svolta da qualcuno in contemporanea ad una mia osservazione, non posso non notare che, sebbene la bravura dell'osservatore/disegnatore a cui va tutto il mio plauso, all'oculare di solito io riesco a vedere decisamente di più, rispetto a quanto riportato nel disegno.

Ritengo quindi che lo scopo principale del documentare sia quello di congelare l'osservazione, in modo da poter dare spunti per un confronto nel tempo e questo si può fare sia fotograficamente, che visualmente, perché comunque mettendo "nero su bianco" l'osservazione su un foglio di carta bianca, su uno di carta fotografica, oppure su un monitor, inevitabilmente si introducono anche degli "artifizi".

Precisione della strumentazione utilizzata e capacià/esperienza dell'osservatore fanno la vera differenza; imho.
Qualsiasi risultato comunque andrà poi valutato sempre "filtrando" qualcosa e a questo proposito il fatto di divertirsi ad osservare visualmente, fotograficamente, videofotograficamente, ecc., sono tutti modi con una stessa dignità, se compiuti con onestà intellettuale.
Fabrizio Ferrario
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stevedet

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Andrea75 ha scritto: 12/03/2019, 22:14 ... Un visualista, come telescopio, ha bisogno di uno strumento per quanto possibile eccellente... Nell'osservazione si è "live" e non c'è post-processing: quello che lo strumento restituisce bene, si vede; quello che restituisce poco o male va facilmente perso perchè non lo si può far emergere con lunghe ore di elaborazione elettronica"
Qualcuno ha da dire in merito a questo? E che siano esperienze, per cortesia, non battute da bar... per tacere del fatto che svariati post fa qualcuno (Kappotto, per esempio) si già preso la briga di portare la propria esperienza osservativa in risposta a questa affermazione... siamo capaci di tornare a questo livello, per favore? Se no è meglio che ci diamo all'ippica...
Che per un visualista sia meglio osservare in uno strumento eccellente piuttosto che in un culo di bicchiere, mi sembra una di quelle storiche frasi che diceva Massimo Catalano, tipo: "È meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca anziché di un mostro, cretino e senza una lira". :lol:

Detto questo, posso solo dire che nella mia personalissima esperienza e per i miei gusti personali, ho trovato più appagante, più ricco di dettagli, più luminoso, più confortevole come pupilla d'uscita, in definitiva più emozionante, osservare in un dobson di almeno 25-30cm piuttosto che in un apo da 10- 12cm. Questo sia nel planetario che (ovviamente nel deep). Più di così non posso dire.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

-SPECOLA-> ha scritto: 05/03/2019, 0:52
Kappotto ha scritto: 04/03/2019, 18:11A mio parere tutti i telescopi son belli e tutti, se dietro c'è una forte passione, sono degli oblò sull'universo: dal dobson sotto un bel cielo scuro di montagna, allo SC sugli stretti balconi di città, al piccolo rifrattore da viaggio che ci si porta appresso stipato in mezzo agli altri bagagli.
Quoto! :thumbup:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Andrea75 »

... Perfetto, direi che questi sono interventi già più costruttivi: grazie. Non per altro, ma perchè la cosa può interessare chi come me non ha accesso ad una esperienza osservativa - di qualsiasi livello sia, dal ludico al contemplativo, dallo scientificamente impegnato all'... ascetico - fatta con diversi strumenti, soprattutto di una certa dimensione e/o di una certa qualità opto-meccanica.
Il mio minimo di esperienza, però, è in linea con il dire che la ripresa (restando nell'ambito dell'osservazione dei pianeti, quindi in alta risoluzione - sul cielo profondo non ho elementi per parlare con cognizione di causa) spesso permette di trasformare in cigno il classico brutto anatroccolo, o comunque di "spremere" più facilmente qualsiasi strumento io abbia tra mano anche se di qualità non eccelsa nè particolarmente buona.
Nell'osservare i pianeti con i miei due piccoli telescopi posso dire con certezza che nel caso di contrasti tenui come quelli di Giove la ripresa aiuta moltissimo a "tirar fuori" quanto visualmente è spesso arduo da notare, in particolare nel 114/1000 la cui costruzione economica e il cui astigmatismo sono assai penalizzanti in visuale (quando i contrasti sono alti, come con la Luna, le cose cambiano in meglio). La scarsa resa nei contrasti è compensata in parte dall'elaborazione e si può essere un po' più tolleranti sulla qualità ottica, a patto che la collimazione sia curata in modo maniacale e lo strumento arrivi comunque al limite di diffrazione (chiaramente miracoli non se ne fanno e tante volte mi rendo conto che devo tenere a bada gli artefatti, ben riconoscibili, indotti dall'astigmatismo del 114).
D'altra parte anche con il piccolo 60 mm, che in visuale rende assai meglio in virtù di una maggior correzione ottica, un uso equilibrato della ripresa mi permette di arrivare a cogliere più facilmente tutto il dettaglio alla sua portata; e proprio la pratica visuale dà un "binario" che permette di non farsi prendere la mano nell'elaborazione, mantenendola sobria.
Io mi sono abituato a considerare le due cose come complementari, l'ho detto molte volte: mi interessa osservare e siccome posso disporre solo di diametri piccolissimi e, in un caso, di qualità molto "entry level" faccio il possibile per sfruttarli. E la mia esperienza tende, nel suo piccolo e fatti i debiti paragoni, ad essere in linea con le conclusioni di Lattanzi - a.k.a.: il riflettore di qualità non eccelsa e molto ostruito è difficile da far rendere in visuale mentre rende più facilmente in ripresa. Il rifrattorino, che anche per la sua ridotta dimensione lavora praticamente sempre intorno alle specifiche teoriche, rende comunque meglio in ripresa ma è "più facile" anche in visuale, entro i limiti dati dall'apertura.
Diciamo che io non faccio una distinzione rigida tra "visualista" e "fotografo": nel mio piccolo mi servo dell'una cosa e dell'altra in funzione dell'osservare i pianeti il meglio possibile con risorse limitate. "Aggirando" per quanto possibile il problema quantitativo (apertura) e qualitativo (ottiche non eccelse nel riflettore).
Andrea, Milano
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

A scanso di equivoci, anch'io sposo il modus operandi di servirsi mezzo di osservazione per ottenere il meglio possibile dalle sue risorse limitate e chiaramente il mezzo può avere qualsiasi schema ottico.

La precisione comunque è tutto, per cui anche il 114/1000 se raggiungesse la bontà della lavorazione del 60/700, azzererebbe l'esperienza per cui sembrerebbe più semplice far performare BENE un'ottica fotograficamente*, piuttosto che visualmente (* merito però più del post processing, che dello a ripresa vera e propria in sé).

Diciamo che comunque mentre la ripresa introduce errori strumentali (sistematici), l'osservazione visuale può introdurne anche di "casuali" (pensiamo ai canali marziani e alla luce cinerea di Venere, giusto per fare degli esempi).
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piero »

Francesco T ha scritto: 12/03/2019, 17:25 Si è vero caro Direttore, noi italiani siamo strani.

Una mia amica fotografa che ci legge, estranea al mondo dell' italica astrofilia e quindi capace di dare quel giudizio verace che solo un "esterno" può dare, mi ha riportato di essere rimasta colpita dal fatto che del gigantesco quantitativo di spunti di riflessione teorici e tecnici offertoci dal Massimiliano noi abbiamo rimosso tutto..

Concentrandoci esclusivamente su " i toni".

Credo avremmo tanto su cui riflettere.
allora sottolineo certamente uno degli spunti di riflessione emersi e cioè l'attuale tendenza, ormai in corso da anni, è quello di buttarsi subito sulla fotografia mentre l'osservazione è ormai in via d'estinzione con la conseguenza di avere schiere di astrofili che comprano strumenti in funzione della fotografia, passano ore al pc chiusi in macchina per stare al caldo, non sono in grado di puntare un oggetto senza go-to, molto spesso nemmeno sanno orientarsi nelle costellazioni e non hanno idea di cosa significhi un cielo nero (ma questo purtroppo non è tutta colpa loro).
E non sto parlando di elusivi NGC ma di puntare con un banale punto rosso "classici" come M27, M1, il velo del cigno etc o puntare a vista con un binocolo il cluster galattico nella vergine o il doppio di perseo.
Star hopping? cos'è un' app?
Ricordo, ahimè, molti episodi poco edificanti in questo senso da me vissuti nei luoghi osservativi che frequento e da operatori del settore che mi riferiscono che alla richiesta di uno strumento per fotografare spesso fanno fatica a vendere modelli che propongono per essere adatti ANCHE all'uso visuale in quanto il cliente non interessato.
osservo con:....due occhi, perché two is meglio che one.....
PiVo
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da PiVo »

Un saluto a tutti. Mi chiamo Paolo e sono un appassionato astrofilo, inizialmente solo con telescopi, ultimamente ho molto apprezzato la versatilitá dei binocoli. Questo è il mio primo post.
Ho letto con interesse, anche se un pò in ritardo rispetto all’uscita, l’intervista a Max Lattanzi. Ovviamente non mi pronuncio sulla “questione” intercorsa tra il suddetto e il Direttore, non conosco i fatti e non mi permetto di dare giudizi.
Quello che però mi ha un pò “disturbato” (virgolettato!) è il giudizio di qualcuno su Lattanzi da cui traspare talora fastidio e ironia.
Non ho il piacere di conoscere personalmente Lattanzi (anche se anni fa ho avuto la fortuna di acquistare da lui un Zeiss APQ 130 e quindi scambiare qualche parola... mi è costato “un occhio” ma credete, ne è valsa la pena...). Quindi mi limito a giudicare quello che scrive sui forum, specie Cloudynights.
Max Lattanzi è un purista. Questa è una parola che a molti può far storcere il naso, può perfino dar fastidio. Ma cosa vogliono questi puristi? Nulla, semplicemente amano a dismisura qualcosa, si applicano sul campo per ottenere la massima prestazione e poi cercano di condividere con la comunità i loro risultati. Non ci trovo nulla di male. Non è una questione di voler essere saccenti o di voler essere superiori agli altri, ma solo comunicare, a chi è similmente appassionato, un qualcosa di speciale, talora unico.
Penso che nessuno possa obiettare le conoscenze e le capacità del Lattanzi, persona conosciuta nel nostro ambito in tutto il mondo. Quello che scrive è costante fonte di riflessione e ispirazione non solo per il sottoscritto ma anche per autorevoli esperti internazionali (tra cui alcuni dei più noti produttori di ottiche al mondo...). A mio avviso ciò che è stato scritto nell’intervista è chiaro e basato su solide fondamenta. Certo, si può dissentire, come in ogni cosa della vita. Ma ritengo difficile non condividere alcune critiche che vengono fatte al mondo dell’astrofilia amatoriale e la “deriva” astrofotografica e social che si sta verificando negli ultimi anni. Lui è un visualista convinto, ha i suoi mezzi, una eccellente capacità dialettica, probabilmente anche le risorse economiche per fare quello che fa. Meglio così, il nostro hobby sarebbe certamente migliore con altri Lattanzi sul campo...
Complimenti al Direttore per l’intervista (indipendentemente da come siano andate le cose...).
Un saluto a tutti.
Paolo
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Sembra un post autobiografico! :whistle:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ciao Paolo,
benvenuto; grazie per il tuo intervento.

Domanda,
il Direttore che menzioni è Piergiovanni Salimbeni; confermi?
Fabrizio Ferrario
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Re Vega »

PiVo ha scritto: 14/04/2019, 15:05 il nostro hobby sarebbe certamente migliore con altri Lattanzi sul campo
assolutamente d’accordo 👍
Strumenti:
Zeiss AS 150 f/15 e D&G 152 f/15 (intubazione Fumagalli); Taka FS128; S.W. 120ED; Pentax 75 EDHF
Set oculari Zeiss Abbe I; TMB supermono 6 e 8 mm; Taka LE 5 mm e Abbe 12,5 mm; Barlow Zeiss 2x
Fujinon 7x50 Mariner; Zeiss Dodecarem.

“Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone oppresse e amare quelle che opprimono.” - Malcom X. 
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Soprattutto quando questi "Lattanzi" non parlano per interposta persona.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da PiVo »

Beh si, mi riferivo alla questione della rettifica all’intervista a Max Lattanzi.
Non ho mai conosciuto Lattanzi, a parte come detto due chiacchiere al momento dell’acquisto dello Zeiss. È evidente che non conoscendo Lattanzi le mie poche parole siano solo espressione del mio pensiero. Solo e unicamente il mio libero pensiero. Non comprendo davvero le “dietrologie”. Sfrutto solo la possibilità di libera espressione che questo ottimo forum mi consente...
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ciao PiVo,

a scanso di equivoci e malintesi, mi piace chiarire che il succo di quello che ho scritto è generico; NON si riferisce a nessuno in particolare ed è condensato qui.

D'altronde le parole di Massimiliano Lattanzi nascono da un'intervista riportata in questo forum e NON dalla partecipazione di Lattanzi a questa discussione; cosa che apre varchi di non pocon spessore cairca la corretta intrerpretazione sostanziale dei vari concetti espressi.

viewtopic.php?f=199&t=10386&start=15#p104912 IMHO.

Senza considerare POI, che è spesso difficile riuscire a farsi comprendere parlando stando viso a viso con il proprio interlocutore; figuraimoci da dietro un monitor, seduti ad una tvolo con davanti ad una tastiera.
Fabrizio Ferrario
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da PiVo »

Max Lattanzi è, comunque la si voglia pensare, una persona molto nota e apprezzata, molto più a livello internazionale che nazionale. È normale che rilasci interviste più che partecipare a forum. Il suo è solo un contributo alla riflessione e solo così, riflettendo e accettando i pensieri più disparati, possiamo crescere, sia come comunità di astrofili, che singolarmente. Ovviamente ciò che Lattanzi afferma non è un dogma, si può concordare o meno, ma le esperienze di persone come lui, qualunque sia il campo di discussione, vanno ascoltate e rielaborate. Specie poi quando vengono espresse in modo educato e garbato come nel caso del Lattanzi.
Come sempre opinione strettamente personale.
Un saluto a tutti
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Educato e garbato... :think:

Dal forum astrofili 2008:
"Senza metterci a scommettere casa — ché davvero mi dispiacerebbe saperti all'addiaccio — se vinci, ti do un lecca-lecca (o un kinder bueno; o un gelato a tre gusti; o quello che vuoi te); poi mi do pubblicamente del pirla su tutti i forum di questo pianeta; e poi mi prendo un dobson da 25" per Refractorland e uso solo quello.
Se perdi, il tuo dobson finisce nel mio caminetto e con lo specchio ci facciamo una cucina solare.

Non dovresti avere nulla da temere visto che sostieni che le differenze non esistono.
Ma guarda che se perdi io il dobson sono costretto a bruciartelo sul serio. E me ne dispiacerebbe".
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da PiVo »

L’intervista rilasciata da Lattanzi a Binomania è stata a mio avviso estremamente garbata ed educata. Non conoscendo Lattanzi, come più volte detto, posso solo basarmi su questa. Il resto francamente mi interessa poco. Sono entrato in questo forum solo per leggere, apprendere, imparare. Se ci sono dei problemi tra lui e qualche membro del forum credo che dovrebbero essere risolti privatamente. Lasciando gli altri a discutere delle idee...
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