intervista a Massimiliano Lattanzi

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piergiovanni
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intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piergiovanni »

Era da tempo che volevo intervistare Massimiliamo Lattanzi, il creatore di Refractorland.org. Ci sono riuscito e le sue risposte mi hanno fatto meditare e spero faranno meditare anche voi. Penso che questa intervista sia dedicata a tutti gli astrofili italiani. Prego, quindi, di condividerla. Ci saranno molti fra voi, che senz’altro, non si troveranno in accordo con il pensiero di Massimiliano. Personalmente apprezzo il suo modus pensandi e anche la sua abile forma di descrivere – in maniera chiara- ciò che pensa.
Una semplice intervista di nove domande si è trasformata in un articolo di oltre venti pagine. Massimiliano ha trattato vari argomenti, dall’osservazione visuale, ai rifrattori a lunga focale, ai suoi strumenti prediletti, alla nuova “astrofotografia”, sino ad arrivare ai Social e alle aziende di settore.
Insomma… se volete trascorrere una ventina di minuti a leggere un testo molto interessante, seguite questo link.
Buona domenica a tutti !
https://www.binomania.it/intervista_mas ... _lattanzi/
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Andrea75
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi.

Messaggio da Andrea75 »

Impressionante. Qui non si tratta di essere d'accordo o no; anche solo per poter fare una semplice affermazione come questa bisogna prima arrivare alla profondità di giudizio di Lattanzi - cosa possibile solo con una esperienza approfondita e lunga quanto la sua.
Andrea, Milano
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... lunga vita al sessantino!
Angelo Cutolo

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi.

Messaggio da Angelo Cutolo »

Intervista molto interessante, per la grande culture ed esperienza di Lattanzi, condivido dal punto di vista concettuale diverse cose, principalmente la questione "mercato", è ovvio che il visualista necessita di strumentazione (tubi, montature ed accessori) la cui obsolescenza si misura veramente in (diversi) decenni, l'astroimager avendo a che fare (per necessità) con l'elettronica (delle montature, accessoristica, sistemi di ripresa e anche quelli di elaborazione), ha strumentazione la cui obsolescenza si misura in mesi (o in qualche anno).

Concordo parzialmente con la questione dell'astofilo pigro, è vero infatti che molti si fanno "spaventare" troppo dal setup da utilizzare, ma le variabili sono molte, troppe per dare una "sentenza" definitiva, magari il "pigro" non è sufficientemente appassionato da giustificare "la fatica" (cosa legittima), o vi sono situazioni personali e/o di logistica particolari (anche il Lattanzi possiede uno stowaway 92 f/4,9 magari per quando "non ha voglia" :mrgreen: ) o altro ancora.

Parzialmente d'accordo anche con la questione "social", è vero che ora anche in ambito astrofilesco si cercano "i like" sul social, ma non è questione di maggioranza o minoranza è questione di numeri, l'era web (e soprattutto social) rispetto al pre-web (e pre-social), ha cambiato proprio la cultura generale (non è secondo me, ne giusta ne sbagliata, solo diverso ed è cosa di cui prendere atto), ed il numero di persone che hanno accesso a date risorse, prima ci si contattava solo per cose importanti solo perché era oggettivamente difficile (e richiedeva tempo) contattarsi, era insomma una "risorsa scarsa" e quindi da usare in modo parsimonioso, ora non è piu così; insomma io penso che gli astrofili che fanno qualcosa di "serio" (in senso lato, non voglio denigrare i semplici sollazzatori del cielo, come io stesso sono), sono piu o meno lo stesso numero di 20 anni fà, solo che prima i "cazzeggiatori" del web erano due gatti, ora sono due miliardi, quindi è solo cambiato il rapporto, non la quantità di lavoro "serio" fatto (o perlomeno, ritengo che si sia ridotto di poco).

Non sono ovviamente d'accordo sul discorso vagamente elitaristico (6ª domanda), sull'astronomia con la A maiuscola, per me l'astronomia è qualsiasi cosa derivi dall'interesse per il cielo, dal leggere solo libri in tema, a mettere il naso all'insù anche solo ad occhio nudo, a spazzolare il cielo solo con un 10x50, ecc.
Poi l'esempio del lago dei cigni non sta un piedi (secondo me), perché dipende esclusivamente dalla persona, se questo è un loggionista della Scala ti depenna dalle sue amicizie, se è una persona digiuna di teatri, probabilmente vedere lo spettacolo su un 60" 3D 4K con sistema full-teatre 14+1 in un soggiorno di 9 x 5 m, magari si diverte pure. Rimanendo sull'analogia, offrendogli la scelta teatro vero con "sbattimento" (cerca biglietto, spendi soldi, arriva al teatro fai la fila, ecc), con teatro in TV (zero sbattimento e comodo divano), magari sceglie quest'ultima opzione.

Nota dolente, come già detto intervista interessantissima per l'esperienza dell'intervistato, ma (come sempre) non mi piace l'accento polemico e acido che permea lo scritto (soprattutto alla 2ª domanda), non mi piace (a prescindere dalla cultura, dall'esperienza o dalle referenze della persona) chiunque dica o faccia intendere che altri non hanno capito nulla mentre lui si (sempre alla 2ª, so esattamente a chi si riferisce, ed anche questa è persona di esperienza e cultura enciclopediche, che disgraziatamente palesa lo stesso "difetto comunicativo" del Lattanzi, il tutto ovviamente secondo me).
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GiulianoT
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da GiulianoT »

[*]Interessantissima l'intervista, data la profonda ed enciclopedica cultura in merito di Lattanzi. Proprio per questo credo Lattanzi si possa permettere ogni opinione, che va tenuta in considerazione con grande rispetto.
In gran parte condivido quanto dice, iscrivendomi ormai anche io nel partito dei "lungo rifrattoristi".
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Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne sogni la tua filosofia.
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-SPECOLA->
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Grazie Piergiovanni per la recensione e grazie a Massimilinao Lattanzi per essersi reso disponibile ad esporre il suo più o meno opinabile e per questo condivisibile o no, pensiero.
Per quanto mi riguarda, al netto del mero pourparler e ripensando ad altro attuale thread qui sul forum di BINOMANIA, la cosa che mi ha maggiormente colpito è che in risposta alla domanda n° 3, tralasciando lo Schmidt Cassegrain in quarta posizione, in lista compaiono in prima e seconda posizione due tifrattori apocromatici (rispettivamente F/6.4 e 7.6) e un solo strumento acromatico F/15 (da quello che ho capito, degno di nota più che altro per la montatura che lo sorregge, che per l'ottica).
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vincenzo »

Bravo Pier, ottima intervista ed ottima scelta aver coinvolto Lattanzi.
Come già scritto, egli è stato un precursore, non solo in Italia.
Rivelatori, furono alcuni post che ebbi modo di leggere tanto tempo fa e che confermarono e giustificavano le mie esperienze e passioni.
Pratico il "voyeurismo ed il feticismo" con tante (lenti) e confesso la mia passione per le "mature" (lenti) ...
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vale75
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Tralasciando le antiche dispute e gli insulti rivolti verso i dobsonari inferiori, ritenuti neanche degni di considerazione in alta risoluzione rispetto al suo D&G (compreso me medesimo), adesso leggo che in 4° posizione mette un C8? :think:

Ma soprattutto...
In 15 anni ,nessuno dei 3 principali abitanti di refractorland, è stato ancora in grado di dire con quanti ingrandimenti osserva i pianeti e.....i 22 craterini dentro plato.
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Re Vega
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Re Vega »

Ricordo ancora molto bene il mitico articolo “superplanetary achro vs apos”, una lettura che letteralmente fece esplodere in me il desiderio di possedere un lungo rifrattore acromatico da 6 pollici di elevata qualità e di apertura importante... non ricordo esattamente come (quasi sicuramente grazie a Pier) mi ritrovai in uno scambio epistolare con Massimiliano che, molto disponibile mi dispensò molti consigli su quello che ormai era diventato un progetto.....mi parlò talmente bene delle lenti d&g che mi convinse ad utilizzarle per il mio strumento e grazie al suo particolare buon rapporto con Barry (d&g) ad averne una in tempi brevi. Sono contento di averlo ascoltato, le lenti in questione si sono realmente dimostrate formidabili.
....mi sto dilungando 😅 ...il tutto per dire che sono riconoscente a Max per aver acceso in me la miccia che ha portato alla realizzazione di un telescopio come lo avevo sempre desiderato. La nascita dell’idea, il suo concepimento, lo sviluppo, sono state esse stesse esperienze straordinarie, almeno quanto quella di possederlo ed usarlo.
Nell’intervista di oggi, per la quale ringrazio Pier, ho ritrovato lo stesso appeal a cui ero abituato, e questo mi ha fatto molto piacere, per il semplice motivo che magari chissà, qualche giovane astrofilo stravagante, nel leggere uno scritto di Massimiliano piuttosto che un qualche suo intervento in rete possa rimanere folgorato al realizzarsi della consapevolezza che “si può fare“

Ciao a tutti
Strumenti:
Zeiss AS 150 f/15 e D&G 152 f/15 (intubazione Fumagalli); Taka FS128; S.W. 120ED; Pentax 75 EDHF
Set oculari Zeiss Abbe I; TMB supermono 6 e 8 mm; Taka LE 5 mm e Abbe 12,5 mm; Barlow Zeiss 2x
Fujinon 7x50 Mariner; Zeiss Dodecarem.

“Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone oppresse e amare quelle che opprimono.” - Malcom X. 
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Fabrizio Ferrario
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piero »

eccellente articolo con tanto di cappello per lo spessore culturale di Lattanzi. Da evidente bestia in inevitabile estinzione, in quanto visualista deep sky e come se non bastasse pure binocolaro, non posso che ritrovarmi in molte delle cose descritte.
Anch'io come Angelo sono parzialmente d'accordo sul livello di pigrizia. Nel mio caso ad esempio gioca un ruolo notevole la logistica: da anni ormai se parto da Torino ( a meno che quindi non mi trovi già in montagna per il week end) devo sobbarcarmi non meno di 3 ore di macchina tra andata e ritorno per andare a osservare, 6 ore se avessi dovuto partecipare alla serata di Brinzio. A quasi 60 anni queste sfacchinate iniziano a essere faticose e scoraggianti, specie con il cielo in peggioramento che ti costringe a vedere solo quegli oggetti che hai già visto 4000 volte, se la mattina dopo devi lavorare e quindi limiti le osservazioni a ven e sab, sempre che lo permetta il meteo. Certo abitassi fuori in città con un giardino e un discreto seeing e con un binocolo da 150 in postazione fissa sarebbe più facile essere meno pigro.
Concordo invece sul livello di pigrizia intellettuale e cioè una minor propensione a leggere e documentarsi ( o se vogliamo usare una parola grossa: studiare); ciò, nonostante internet che apre moltissime possibilità, ma anche grazie a internet nel suo aspetto che io ritengo più deleterio per appiattire la mente: i social. Sogno un internet ideale, sempre con i forum, punti di incontro e dibattito su temi specifici, ma senza i social; chissà, magari anche i politici farebbero politica nelle sedi naturali e la pianterebbero di civettare cretinerie e selfy sui social come adolescenti petulanti.
osservo con:....due occhi, perché two is meglio che one.....
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piergiovanni
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piergiovanni »

Ciao a tutti e buon inizio settimana.
Anche se non voglio convincere nessuno, ho la stessa opinione "del Lattanzi" riguardo l'astronomia con la "A" maiuscola.
Io penso che la fotografia astronomica sia una branca della fotografia e non dell'astronomia che nella sua massima espressione rimane l'osservazione alla ricerca di qualcosa.
Del resto ci sono anche birdwatchers che fotografano, ma tale attività non si chiama "birdwatching fotografico" ma "fotografia naturalistica" o "caccia fotografica".
Lo stesso dicasi per l'osservazione del paesaggio, quando sei in cima ad un monte ad ammirare il paesaggio con un bel binocolo e si avvicina qualcuno con la reflex e teleobiettivo, ti dirà che è appassionato di fotografia di paesaggio.

Il problema è che sto invecchiando... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: Sto ritornando all'essenza di tutto, sto diventando minimalista: osservo piu' che altro la luna e i pianeti e molto raramente fotografo gli animali o il paesaggio. Preferisco di gran lunga uscire in mezzo alla natura con un binocolo e un telescopio terrestre per ammirare l'avi-fauna piuttosto che rimanere chiuso in un capanno alla ricerca dello scatto perfetto.
Penso che siano soltanto due modi differenti di praticare un hobby.
Riguardo le preferenze strumentali, io amo tutti i telescopi e penso che tale caratteristica accomuni anche gli appassionati di rifrattori di lunga focale,ad esempio Federico, Vicenzo o Francesco osservano anche con... con...ehm, no fammi pensare..Possiedono solo rifrattori da 3, 5, 6 pollici...Cosa stavo dicendo? :think: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Alla fin dei conti, ragazzi, la vita è già complicata. Che ognuno si goda il cielo come meglio crede, chi con un Docter Aspectem da soli 80 mm, chi con un mega-binodobson da un metro e chi comodamente seduto in casa con il notebook collegato a un telescopio in remoto mentre sparge residui di noccioline sul tappeto di casa..ah, no, aspetta, quella non è osservazione visuale..ma cos'e? Astropoltroneria? :mrgreen: Scherzi a parte, sono molto favorevole alla ripresa fotografica in astronomia che sia foriera di qualche risultato scientifico, vedi ad esempio le fotografie di Rolando Ligustri, riguardo le comete o le riprese della superficie lunare di Raffaello Lena del GLR GROUP o quelle solari di Raffaello Braga. Sono tre esempi perfetti di chi accosta tale passione ad un evidente competenza nel proprio settore specifico. Poi, mi permetto di concludere con questa riflessione: nella fotografia di paesaggio, ad esempio, stanno nascendo "nuovi miti" e sono quasi tutte persone che non hanno neppure un briciolo di tecnica ma che, invece, godono di centinai di "Like" su Facebook. Tutto ciò sta arrivando anche nel mondo della scrittura, mia moglie gestisce un blog letterario e qualche giorno fa è stata contattata da una giovane PR di una casa editrice molto famosa. Le è stato proposto di andare a intervistare un nuovo scrittore che sarà a breve in terra lombarda per presentare la sua prima opera inedita. Lo hanno scelto perché "ha centinaia di migliaia di like su Instagram". Per curiosità siamo andati a leggere un paio di sue poesie e..ragazzi..beh, lasciamo perdere. Non tutto ciò che fa "social"...esce con il buco.
Buona continuazione e non litigate troppo.
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Andrea75
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Andrea75 »

Trovo anche questa discussione molto interessante ed istruttiva, anche oltre al suo oggetto specifico: un'intervista che, a prescindere dalla condivisione o meno di contenuti, posizioni e giudizi espressi è comunque un "unicum" - almeno finora - nel panorama italico dell'astrofilia.
Molto umilmente, ben conscio di essere svariati gradini "sotto" l'esperienza e la preparazione non solo di Lattanzi ma anche della maggior parte dei frequentatori di questa sezione o di chi, armato di grossi "secchi di luce" (e talora con una preparazione teorica non minore circa l'ottica), vanta un'esperienza osservativa comunque di livello, provo ugualmente a portare un contributo.
Al di là dell'indubbio fascino della "filosofia" che traspare nell'intervista e al netto del carattere di Massimilano che evidentemente lo porta a perseguire gli obiettivi che si prefigge senza il minimo compromesso e al netto, appunto, del divario di esperienza e preparazione non potevo non pensare al mio approccio ad una passione che, per quanto mi riguarda, è molto meno determinante. Io non ho risorse tali da potermi permettere l'assoluta assenza di compromessi: e un rifrattore a lungo fuoco dai 150 mm in su è obiettivamente esigente sotto tutti gli aspetti considerabili - logistici, di costo, di cultura osservativa. Mi piace comunque prendere sul serio il minimo che posso permettermi di fare: sono uno che "piega" la tecnologia usandola per spremere al massimo strumenti minuscoli, sono uno che mette insieme una mappa di Giove con un 60 mm su altazimutale, che usa i pezzi del Meccano per fare la demoltiplica al fuocheggiatore del 114 con specchio ad F4 nativo, che fotografa M8 con un cercatore da 50 mm - non per fotografarla ma per osservare qualcosa che non ha mai visto prima e magari, in quel modo, mostrarla anche ad altri. Uno che si è reso conto che con un setup grande quanto un oculare - una camerina planetaria con un obiettivo CCTV da 8 mm F1 su treppiedino di 10 cm - e un cielo medio si arriva agevolmente a magn. 9-10: quante stelle variabili si potrebbero studiare, a saperlo fare?
Nel mio minimalismo mi piace "spremere" innanzitutto la mente, ingegnarmi, provare, perchè no anche giocare un po' ma sempre tentando di portare a casa qualche risultato, qualcosa da cui imparare. Poi, quando voglio rilassarmi senza "tecnologia" tra i piedi (computer, cavo, camera, software, mille impostazioni che distraggono...) metto l'occhio al telescopio, sì, anche il piccolo 60 mm, e provo a disegnare pianeti...
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Angelo Cutolo

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Angelo Cutolo »

Purtroppo astroimager "non ricercatori" non mi sembra frequentino questo forum, peccato, mi sarebbe piaciuto ascoltare la loro opinione sul fatto che dovrebbero essere definiti fotografi e non astrofili... :roll:
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piergiovanni
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piergiovanni »

Ciao Angelo, :mrgreen: se la ripresa fotografica è parte integrante di un lavoro piu' ampio, trattasi di ricerca astronomica, se è mera esposizione della M31 "del giorno" è "fotografia sociale". Almeno questa è la mia opinione e quindi opinabile (e non mi contraddire altrimenti non vengo a Malpensa con il Docter :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: )

Anche nel birdwatching è la stessa cosa. Insieme ai ragazzi di Astor abbiamo seguito una specie protetta per molti mesi e ovviamente l'abbiamo anche fotografata e ripresa , ma il fine ultimo era la ricerca e lo studio della sua rara nidificazione nella nostra zona. Infatti le foto in questione non erano certo da rubrica patinata ma utili per il nostro lavoro.
E' un po' come il digiscoping che sarebbe nato per avvicinare fotograficamente specie che è impossibile avvicinare per varie ragioni. Ora leggo di corsi fatti nelle oasi e di portofolio di maestri del digiscoping fatti con soggetti situati a pochi metri di distanza. Non ne capisco la motivazione, dato che "oltre al fine estetico" si distrare il neofita dalle reali potenzialità. Se tutti continuassimo a fotografare per mera condivisione si ridurrebbero le potenziali persone in grado di dare il loro serio contributo alla ricerca.
Se ben ricordi, anni fa, quando ci si accostava all'astronomia lo si faceva in maniera piu' seria...Ovviamente ognuno la puo' vivedere a modo suo, ma mi pare che i giovani siano diventati molto piu' superficiali e siano piu' affezionati al sistema di ripresa che a ciò che si sta fotografando. In sintesi vale puo' una vostra conferenza a Opera che decine di workshop di corsi fotografici et similia.
Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Kappotto »

Intervista molto interessante. Lattanzi è sicuramente una persona acculturata e dalla dialettica molto efficace.
Se sono completamente d'accordo per la parte social del dibattito, naturalmente sono contrario a quella strumentale.
A mio parere tutti i telescopi son belli e tutti, se dietro c'è una forte passione, sono degli oblò sull'universo: dal dobson sotto un bel cielo scuro di montagna, allo SC sugli stretti balconi di città, al piccolo rifrattore da viaggio che ci si porta appresso stipato in mezzo agli altri bagagli.

AGGIUNGO: la strumentite comunque non esiste solo per gli astrofotografi, anche lui dovrebbe saperlo, con tutti i telescopi che ha :D
Si scherza eh! Ma pur essendo solo visualista, ogni volta che per un po' non osservo vorrei comprare tutti i telescopi che vedo...
kappellate Astronomiche!
Dobson 20”, CPC11,102m
e una marea di ocularacci...
Angelo Cutolo

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Angelo Cutolo »

Pier, onestamente non vedo la differenza tra un astroimager non "impegnato" che riprende un oggetto celeste per puro e semplice sollazzo personale, di tirar fuori una bella (NON di valenza scientifica, ma solo puramente estetica) immagine e ad esempio me che faccio la stessa identica cosa dal punto di vista visuale (io semplicemente osservo per puro sollazzo, non faccio ricerca, spessissimo nemmeno mi preparo la serata, vado a braccio), fino all'anno scorso non divulgavo nulla in maniera ufficiale (al massimo cazzeggiavo con altri astrofili).

Il fatto che voler definire chi è astrofilo da chi non lo è (o se vuoi il piu "s u p e r c a z z o l e s c o"(*) astrofilo con la A maiuscola da quello con la a minuscola) è molto ma molto soggettivo (infatti qui si sta discutendo di opinioni personali), sempre l'astroimager, può essere definito astrofilo quando? Quando ogni 100 immagini postate su FB per avere il like, ne posta una sul forum dove ad esempio divulga il metodo di post processing? O lo sono solo quelli inpegnati nello studio fotometrico delle stelle (o della spettormetria o di qualche altro studio), o magari ancora quello che è iscritto solo su un forum di astrofili e non sui social?
Idem, per il semplice visualista, questo si può annoverare tra gli astrofili solo in quanto pratica la nobile arte del visualista? O anche lui deve impegnarsi in qualche studio (tipo la posizione delle stelle doppie) o praticare la divulgazione?

Per quanto detto sopra, trovo tali discorsi elitaristici (che per me valgono anche per il birdwatching, per l'osservazione naturalistica in gereale e qualsiasi altra passione osservativa e/o fotografica), perché a differenza dei professionisti (i quali sono ben normati e quindi definibili, avendo un titolo di studio, dei master ed un contratto di lavoro per una data professione) il nostro (come gli altri) è un semplice hobby e come ogni hobby, può essere svolto a vari livelli, da quello puramente di "sollazzo" a quello che rasenta il professionismo e non lo è solo per mancanza di "titoli legali" e quando si supera quella linea tra professionismo e hobby, non si è piu astrofili ne con la A maiuscola ne minuscola, ma Astronomi.




(*): scusate, ho scritto s u p e r c a z z o l e s c o tutto staccato, altrimenti la piattaforma me lo censura. :mrgreen:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Kappotto ha scritto: 04/03/2019, 18:11A mio parere tutti i telescopi son belli e tutti, se dietro c'è una forte passione, sono degli oblò sull'universo: dal dobson sotto un bel cielo scuro di montagna, allo SC sugli stretti balconi di città, al piccolo rifrattore da viaggio che ci si porta appresso stipato in mezzo agli altri bagagli.
Quoto! :thumbup:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Sono un astrofilo senza gradi pretese, dunque cosa posso aggiungere a quanto è già stato scritto da gente molto più esperta di me?
Una considerazione la voglio fare, visto che nell'intervista si parla delle fatiche di violoncellisti e contrabbassisti.

Essendo da sempre un musicista (percussioni latino americane) passione che in anni migliori di questi mi ha anche permesso di vivere, sono uno di quelli che nella sua vita si è smazzolato da solo per diverse centinaia (o migliaia?) di volte qualche decina di kg tra tamburi e ferraglia varia. Materiale da caricare e scaricare dall'auto, auto che non sempre si può parcheggiare vicino al locale dove si suona, locale che quasi mai è vicino a casa.
Però la cosa non mi ha mai pesato più di tanto (anche se qualche volta mi sono detto: se rinasco imparo a suonare l'ottavino :lol: ). Sapete perché non mi ha mai pesato più di tanto? Perché la passione per la musica, la gratificazione di suonare dal vivo mi ha sempre ripagato delle fatiche.
In tal senso lo ammetto: non sono mai stato un astrofilo altrettanto appassionato ed infatti osservo solo dal giardinetto di casa e non mi sposto quasi mai. Però mi faccio pur sempre una rampa di scale portando su e giù il tubone di un dobson gso 12", dai... ;)
Ecco, la mia impressione è che la voglia di spostarsi da casa in cerca di cieli bui, la disponibilità a movimentare strumentazione più pesante di un binocolo o di un rifrattorino, sia proporzionale alla gioia che si ricava ad osservare. Si è pigri quando la soddisfazione non ripaga dalla fatica. O per meglio dire: la pigrizia è proporzionale alla gratificazione. Forse basterebbe avere l'onestà di ammettere questo.

Concludo esprimendo il sospetto che il sig. Lattanzi (che per la mia ignoranza era un perfetto sconosciuto fino a due giorni fa) non debba avere una gran simpatia per i dobson. Solo così si può spiegare il fatto che nell'intervista non nomini neppure di sfuggita questa tipologia di telescopi, che nel campo dell'osservazione visuale del cielo hanno compiuto una vera rivoluzione copernicana, mettendo a disposizione diametri che una volta erano davvero impensabili da comprare e gestire a livello amatoriale.
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vale75
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

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Fermi tutti.

Lattanzi non è iscritto a questa piattaforma, non può replicare e se anche davvero non gli piacessero i dobson (nemmeno a me, del resto) sono affari suoi, non deve giustificarsi con nessuno.

Se qualcuno vuole illustrare gli infiniti pregi del dobson può magari chiedere a Piergiovanni di intervistare un dobsonaro (o dobsoniano ? non so come si dice) molto noto (uno a caso... fammi pensare... :think: ah sì, un nome ce l'avrei :lol: ) così, per par condicio, oppure se proprio ci tenete aprite una nuova discussione.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 19:11 Lattanzi non è iscritto a questa piattaforma, non può replicare e se anche davvero non gli piacessero i dobson (nemmeno a me, del resto) sono affari suoi, non deve giustificarsi con nessuno.
Giustissimo Raf, sono affari suoi. Ci mancherebbe! La mia era solo una considerazione personale, non diversa da chi ha scritto che l'intervista è un po' irritante... Volendo vedere, anche a questa critica Lattanzi non può replicare. ;)
A me ha solo deluso che un astrofilo che descrive quasi con approccio religioso l'osservazione visuale nel silenzio della natura, lo smontaggio e la messa a punto del proprio telescopio, magari anche la costruzione di qualche miglioria (tutte cose che condivido in pieno come parte integrante di questo hobby) non accenni neppure ad una tipologia di telescopi (appunto i dobson) che proprio su queste cose ha fondato la sua filosofia. Tutto qui. Ciao! :thumbup:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

stevedet ha scritto: 07/03/2019, 19:35Giustissimo Raf, sono affari suoi. Ci mancherebbe! La mia era solo una considerazione personale, non diversa da chi ha scritto che l'intervista è un po' irritante...
:lol: :lol: :lol: ... no, non ce l'avevo con te, ma col link postato da Vale, che magari lo ha fatto senza intenti polemici ma io al suo posto avrei evitato. Cerchiamo di non sollevare per l'ennesima volta le polemiche "dobson vs rifrattori" che imperversano su tutti i forum da quasi quindici anni, non se ne può davvero più.

Che l'intervista invece possa essere un po' irritante è semplicemente un mio feeling, non ho motivo di tacerlo.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 20:05 Che l'intervista invece possa essere un po' irritante è semplicemente un mio feeling, non ho motivo di tacerlo.
Che rimanga inter nos, ma concordo. :)
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Il post su dobsoniani era nato, usando semplicemente, tutto ciò che codesti astrofili evoluti usavano come descrizione denigratoria di tale tipo di semplice telescopio.
Che poi il C8 che usa adesso al 4° posto cosa sarebbe di base, se non un riflettore?
(Anzi, ancora peggio di un newton in quanto a qualità di immagine come chiama lui)
Poi devo capire cosa significhi modificare anche otticamente i suoi strumenti...
Risferizza o rilucida il primario del C8? :-/
Altrimenti sono solo modifiche meccaniche.

Ps. Nel post dei dobson ci sono anche tutte le battute sui difetti veri che aveva il mio,con risposte del costruttore, prima della rifigurazione di giacometti.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

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Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 19:11Lattanzi non è iscritto a questa piattaforma, non può replicare
È appunto per questo motivo che ritengo inutile rispondere approfonditamente ad un'intervista dove Lattanzi non fa che esporre in modo statico il suo più o meno opinabile e per questo condivisibile o no, pensiero.
Sarebbe e resterebbe un mero soliloquio; da ambo le parti.
Sia ben chiaro; anche chi scrive sui forum espone il proprio opinabile e per questo condivisibile o meno pensiero, la differenza però è che lo fa in maniera dinamica.
IMHO.
Ultima modifica di -SPECOLA-> il 07/03/2019, 22:58, modificato 1 volta in totale.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi. Riflessioni di un astrofilo visualista

Messaggio da Angelo Cutolo »

Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 19:11Se qualcuno vuole illustrare gli infiniti pregi del dobson può magari chiedere a Piergiovanni di intervistare un dobsonaro (o dobsoniano ? non so come si dice) molto noto (uno a caso... fammi pensare... :think: ah sì, un nome ce l'avrei :lol: ) così, per par condicio, oppure se proprio ci tenete aprite una nuova discussione.
:lol: :lol: :lol:

Piergiovanni, ora ti tocca contattarlo per farti rilasciare un'intervista. Penso che leggere una dietro l'altra le interviste dei "nostri due", sia un'esperienza. ;)
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 15:03 In generale mi trovo abbastanza d'accordo con quello che ho letto, condivido ad esempio il discorso che si fa sulle montature, spesso piene di elettronica inutile e costosa laddove si sarebbe potuto investire di più sulla meccanica, che poi è quella che serve veramente, per offrire un prodotto durevole. Chi pratica l'alta risoluzione visuale ha bisogno solo del moto siderale, se vuole, non se ne fa nulla del goto e di altre sofisticherie che purtroppo sono diventate difficili da evitare.

Ho sempre deprecato la scomparsa dei cerchi graduati sulle montature equatoriali, ma capisco che le aziende si sono buttate sull'elettronica, ché il telescopio che si muove da solo comandato dallo smartphone fa tanto figo e tanta scena (dopo tutto l'equatoriale alla tedesca la faceva già Fraunhofer, non è che ci sia molto da innovare dal punto di vista meccanico a parte i motori). Aspettiamo solo l'interfaccia neurale, come in Star Trek, poi avremo raggiunto il Nirvana. Condivisibile anche il discorso sul mercato, troppi strumenti a basso costo, gira e rigira tutti molto simili l'uno all'altro, soprattutto rifrattori apo e newtoniani, strumenti che ti ingolosiscono e ti fanno mettere mano al portafogli innumerevoli volte, ora per il tubo ora per gli accessori.
Per me telescopi e montature sono tutti uguali, semplicemente perché in pratica è quello che vuole oggi il mercato; ovvero la maggioranza in generale di chi anela a questi prodotti.
A parte che il GO-TO se uno vuole può anche non usarlo, però il contorno alla meccanica è tutta ricaduta tecnologica prodotta in migliaia di pezzi, che in realtà costa poco, per cui in verità anche rinunciandovi, di ritorno da investire in meccanica migliore ce ne sarebbe poco.
Anche perché per le ottiche di cui sopra, quel che c'è già, è più che sufficiente.

Se un'azienda nascesse per vendere telescopi come quelli di refractorland, beh...
non so quanto resterebbe aperta, perché in pratica avrebbe pochissimi acquirenti.
I gloriosi 108/1600 di un tempo (strumenti ordinari un tempo), si sono estinti per l'ingombro che al giorno d'oggi non è più sostenibile come nuna volta; tutto qui.
Non certamente perché sono apparsi sul mercato ottiche APO più compatte e maggiormente performanti.

IMHO, naturalmente.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

vale75 ha scritto: 07/03/2019, 22:09Il post su dobsoniani era nato, usando semplicemente, tutto ciò che codesti astrofili evoluti usavano come descrizione denigratoria di tale tipo di semplice telescopio.
ma no, dai... non è possibile :lol:
vale75 ha scritto: 07/03/2019, 22:09Ps. Nel post dei dobson ci sono anche tutte le battute sui difetti veri che aveva il mio,con risposte del costruttore, prima della rifigurazione di giacometti.
si, mi ricordo i problemi che avevi avuto... da non credere
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

-SPECOLA-> ha scritto: 07/03/2019, 22:54A parte che il GO-TO se uno vuole può anche non usarlo
però lo devi pagare lo stesso perché la montatura senza goto non funziona....
-SPECOLA-> ha scritto: 07/03/2019, 22:54I gloriosi 108/1600 di un tempo (strumenti ordinari un tempo), si sono estinti per l'ingombro che al giorno d'oggi non è più sostenibile come nuna volta;
si sono estinti soprattutto per il costo che avevano, proibitivo per i più...

W i cinesi! :D
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

Angelo Cutolo ha scritto: 07/03/2019, 22:43Piergiovanni, ora ti tocca contattarlo per farti rilasciare un'intervista. Penso che leggere una dietro l'altra le interviste dei "nostri due", sia un'esperienza. ;)
assolutamente d'accordo! :thumbup: (in un'altra sezione, però, qui siamo in casa dei rifrattoristi... :D )
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Ma perché esiste uno spazio per i riflettori in questo forum? Non me ne sono mai accorto... :lol:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da elettrico »

@vale75
Premesso che non patteggio per nessuna delle 2 "fazioni" e senza alcun intento polemico, ricordo però anche alcuni interventi del "dobsonaro" da intervistare, dove derideva la manifestazione e i partecipanti alla NLT di Opera di alcuni anni fa (forse la prima).

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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 23:26 però lo devi pagare lo stesso perché la montatura senza goto non funziona....
Un esempio di montatura tipo EQ6, senza GO-TO?
Giusto per valutare il divario di prezzi.
La EQ6 non si può stazionare senza eseguire l'allineamento con una o più stelle e poi usare puntando e inseguendo gli astri senza usare il GO/TO?
Raf584 ha scritto: 07/03/2019, 23:26 si sono estinti soprattutto per il costo che avevano, proibitivo per i più...
Direi di no, visto che gli APO che li hanno soppiantati, mica li regalavano, né tantomeno li regalano ora.

Anche se li regalassero però, vorrei vedere in quanti li prenderebbero, per tenerli poi magari in un monolocale.
La verità è che è il mercato che non li richiede, perché non li assorbirebbe e infatti nemmeno i cinesi li propongono.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Per equità e correttezza ammetto che anche "quello" del dobson, da quando ha cominciato a fare da avvocato e portavoce di "quell'altro" (astrofotografo planetario che cambia telescopio ogni 6 mesi) ha perso molti followers... come si dice oggi.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Samuele »

stevedet ha scritto: 07/03/2019, 16:45 ... Ecco, la mia impressione è che la voglia di spostarsi da casa in cerca di cieli bui, la disponibilità a movimentare strumentazione più pesante di un binocolo o di un rifrattorino, sia proporzionale alla gioia che si ricava ad osservare. Si è pigri quando la soddisfazione non ripaga dalla fatica. O per meglio dire: la pigrizia è proporzionale alla gratificazione. Forse basterebbe avere l'onestà di ammettere questo. ...
Condivido molto questa osservazione, credo sia la base imprescindibile di tutte le esperienze di vita, compresa l'astrofilia.
Quanto all'intervista, l'impressione dopo averla letta è di un discorso da "fondamentalista", e per mia natura i fondamentalismi mi fanno venire l'orticaria per cui preferisco starne alla larga.
Sarà deformazione professionale, ma a fronte delle tante cose dette mi sono posto domande, le cui risposte non credo siano così scontate.
Ad esempio, quanti sarebbero gli astrofili se per dedicarsi a questa passione fosse stato necessario investire in strumenti dal costo di una utilitaria od anche più?
Un astrofilo alle prime armi sarebbe in grado di cogliere le potenzialità di uno strumento eccellente ma per tanti versi scomodo?
Per restare nell'esempio fatto, quanti conoscerebbero le opere teatrali se non ci fossero stati gli strumenti per riprodurle comodamente in casa, magari anche con fedeltà e precisione superiori a quelle apprezzabili in un teatro progettato male o dove semplicemente si è trovato un posto a sedere non ottimale?
Avremmo avuto oggi prodotti, e relativi progetti, come ad esempio gli oculari ad ampio campo ed elevata estrazione pupillare Docter/Noblex, od i trattamenti antiriflesso e dielettrici che l'industria utilizza sui prodotti consumer?
Considerando che anche l'Hubble aveva uno specchio imperfetto, è proprio vero che in campo astronomico esiste una produzione professionale di qualità superiore, nel senso di oggetti realizzati al meglio delle possibilità tecniche, o piuttosto si tratta di oggetti artigianali realizzati con estrema meticolosità ma probabilmente perfettibili?
Personalmente non ho certezze, ma solo tanti dubbi :thumbup:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

stevedet ha scritto: 07/03/2019, 16:45 ... Ecco, la mia impressione è che la voglia di spostarsi da casa in cerca di cieli bui, la disponibilità a movimentare strumentazione più pesante di un binocolo o di un rifrattorino, sia proporzionale alla gioia che si ricava ad osservare. Si è pigri quando la soddisfazione non ripaga dalla fatica. O per meglio dire: la pigrizia è proporzionale alla gratificazione. Forse basterebbe avere l'onestà di ammettere questo. ...
Senza andare molto lontani, basti pensare alle ultime due comete apparse nei Ns. cieli, Wirtanen prima e Iwamoto poi..
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Giovanni Bruno »

Da estimatore di tutte le tipologie strumentali ed il mio parco strumenti lo dimostra, mal sopporto le posizioni preconcette.

Che il LATTANZI metta al quarto posto un C8 è però per me una felicissima novità.

Proprio il connubio tra esigenza di possibile facile trasportabilità e ricerca di un cielo più buio, consiglia la massima attenzione per strumenti ancora trasportabili per peso ed ingombro.

Ho posseduto per oltre un'anno un MEADE LX90 ACF da 8", trovandolo meravigliosamente trasportabile grazie ai suoi 13Kg di peso massimo, forcella GOTO compreso e di un ingombro minimale, al punto da preferirlo spesso al mio 120ED + IOPTRON IEQ45 PRO.

8" contro 4,72" è un confronto impari sulla media degli oggetti.

Per non parlare del mio C11 CPC HD, azzoppato invece dai suoi 30Kg di peso monolitico + cavallettone, ma felicissimamente usabile da casa , anche a mano libera ed udite-udite anche per il terrestre binoculare di potenza.

Se punto un oggetto terrestre con il C11 HD e di fianco ho il 120ED, tutte le storielle di mitici rifrattorini APO FL, di 70mm, mi fanno sconpisciare dalle risate, la MTF è funzione diretta del diametro e come dice il mi amico VALTER FERRERI, alla mancanza di diametro non vi è rimedio .

Se un'immagine da rifrattore significa un contrasto, risoluzione e secchezza di immagine eccezionale, ebbene, allora il mio C11 CPC HD è un RIFRATTORE APO.

Per il discorso poi dei pregi di un rifrattore lunghissimo, anche ad f30, quando diaframmo eccentricamente il mio C11 HD, con un diaframma BRUTALE aperto a 120° dei 360° disponibili, allora posso ben dare ragione a LATTANZI, il mi C11HD è di fatto diventato uno strumento NON OSTRUITO di circa 6" di diametro a circa f30 e ne godo l'eccellente tolleranza ad un seeing medio e la favolosa profondità di fuoco.

Se metto fianco a fianco il mio 120ED ed il C11 HD con il diaframma a lati rettilinei aperto a 120°, vedo ancora una grassa superiorità di risoluzione e contrasto a favore del C11HD diaframmato ed è logico, l'apertura libera residua del C11HD è di circa 6", mentre il 120ED è un 4,72"

Quindi basta con le guerre tra lenti e specchi , vi sono pessime lenti e pessimi specchi, come eccellenti lenti ed eccellenti specchi.

La questione è tutta nella qualità di lavorazione e nella preziosità dei materiali. :thumbup: :wave:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Che un newton a rapporto focale non troppo spinto, con bassa ostruzione,bassissima rugosità, senza astigmatismo e lavorazione ben oltre i lambda/4 reali (e aspirazione dello strato limite), possa rivaleggiare con un apocromatico di diametro D-d è possibile, ma un catadiottrico commerciale con lastra correttrice, ostruzione superiore al 35% ,leggera sferica sempre presente e praticamente mai in equilibrio termico, mi sembra molto azzardata come ipotesi.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Kappotto »

Senza offesa Vale75, però mi pare che si passi troppo tempo a guardare i "numeri" e poco tempo all'oculare. Non mi riferisco a te, ma al pensiero che vedo spesso dietro interventi tipo il tuo. Io ho osservato senza problemi in catadiottrici ostruiti al 40%, in tubi che in teoria non potevano essere in equilibrio termico, con sferica, con fuocheggiatori traballanti, in oculari con barilotto in plastica ecc. Sono un caso incurabile? :lol:
Pensa che se dovessi tenere un solo telescopio tra i tre che attualmente ho terrei proprio il catadiottrico che ha tutte le pecche che hai elencato :D
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Avevo il C9.25 (che misi anche in frigo per stabilizzarlo perfettamente).
Ottimo strumento che ho usato per 10 anni sui pianeti, non ne parlo male di certo.
I 2 Meade in cui ho guardato, un 10" e il 12" ACF di un mio amico, non mi sono mai piaciuti.
Ho sempre trovato difficoltà nella messa a fuoco perfetta e poca incisione.
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