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Mesi fa ebbi modo di vedere su un forum di astrofili, dove spesso mi piace partecipare alle discussioni sui binocoli, le foto postate da un altro utente che riguardavano alcune riprese della Luna fatte con una compattina, attraverso un binocolo russo 20x60, di marca Tento.
Il risultato mi parve soddisfacente e decisi quanto prima di procurarmene uno anch'io; cosa che regolarmente avvenne poco dopo, infatti questo binocolo è abbastanza facilmente reperibile sul mercato dell'usato ( è ormai fuori produzione ) sia inglese che tedesco e lo si può acquistare a prezzi molto ragionevoli, soprattutto se paragonati alla resa effettiva dell' ottica; il costo in genere varia tra i 50 e i 100 euro circa.
Con l' utilizzo ho potuto constatare come questo binocolo sia veramente valido dal punto di vista ottico, con una bella nitidezza a centro lente, cosa in genere comune a tutti i binocoli russi, anche quelli più economici; il contenimento del cromatismo è eccellente per un 20x dal costo relativamente basso e anche il controllo di riflessi e luci fantasma è ragionevole; i colori sono caldi, in ragione della consueta ottica giallina tipica dell'est Europa, il che nelle giornate grigie aiuta ad enfatizzare il contrasto.
La meccanica è solida e la messa a fuoco funzionale, soprattutto negli esemplari più vecchi; purtroppo con l'andare del tempo le fabbriche ex sovietiche hanno dovuto fare i conti con le leggi del mercato, riducendo la qualità per contenere i costi di produzione, soprattutto nei binocoli per uso "civile" come questo.
Sicuramente il 20x60 russo ( che si chiami Zomz, Tento, Kronos o secondo altre variazioni che il nome ha subito nel tempo ) sarebbe un binocolo da consigliare subito anche ai neofiti, astrofili o naturalisti, in cerca di un binocolo di buona apertura, alto ingrandimento, ottimo campo apparente ( circa 70° ), leggero ( 1,4 Kg ) tanto da poterlo usare su qualsiasi treppiede o anche solo con un appoggio di fortuna o per brevi momenti addirittura a mano libera, il tutto senza spendere un capitale.
Allora perché usare il condizionale?
Il problema principale sta nella meccanica, solida ma poco precisa per quel che riguarda il sistema di collimazione, che in questo binocolo avviene tramite anelli eccentrici posti attorno agli obbiettivi, un metodo di per se ottimo, migliore di quello con grani a vite, ma in questo caso viziato da giochi molto ampi, che tendono a vanificare il lavoro di collimazione una volta che si vanno a stringere gli anelli di tenuta delle celle degli obbiettivi.
Mi rendo conto che non è facile capire quello che voglio dire se non si e un po' avvezzi alla collimazione di un binocolo, però, in parole povere, quando voi credete di aver ultimato la collimazione e procedete a serrare le celle dell'obbiettivo per bloccarlo in posizione, finirete molto probabilmente per muovere nuovamente la cella stessa vanificando il lavoro svolto.
In origine, in fabbrica, questo problema veniva risolto, una volta fatta la collimazione, bloccando gli eccentrici con una specie di stucco che "impastava" tutto in posizione; ma una volta che si interviene per ricollimare il binocolo questo "impasto" viene rimosso, lasciando l'obbiettivo in preda a i propri giochi.
Siccome stiamo parlando di un binocolo da 20 ingrandimenti, la collimazione deve essere per forza di cose molto precisa, non è quindi improbabile che, almeno nel tempo, dobbiate intervenire sull'allineamento del binocolo.
Quando portai il mio esemplare da Luca Mazzoleni, lui decise di ovviare all'inconveniente bloccando le celle con l'aggiunta di quattro grani di serraggio ( espediente usato anche da altri esperti riparatori ), disposti intorno all'obbiettivo, che una volta stretti bloccano la cella nella posizione voluta, impedendo all'anello di blocco di trascinare l'obbiettivo quando lo si fa girare per stringerlo, portando fuori collimazione la lente.
Naturalmente è questo un lavoro di non facile esecuzione, che richiede mani esperte ( io non mi sognerei minimamente di farlo in proprio ), ed è questo uno dei motivi che mi frena dal consigliare senza remore questo altrimenti ottimo binocolo.
Un altro motivo, non meno grave, che spinge alla cautela nell'acquisto è l'incostanza della qualità ottica in tutti gli esemplari prodotti, non è impossibile, specie nelle produzioni ultime, trovare binocoli con ottiche difettose, in alcuni casi anche in modo vistoso.
Un ultima problematica da tenere in considerazione, anche se non è un vero e proprio difetto, è la ridottissima estrazione pupillare, che rende impossibile osservare con gli occhiali, se non a scapito del campo osservato che diventa un buco di serratura, per fortuna nel mio caso la messa a fuoco compensa abbondantemente le mie oltre 5 diottrie di miopia, ma in caso di astigmatismo c'è poco da fare.
Perciò, se volete acquistare il Tento 20x60, tenete presente che per avere la soddisfazione che legittimamente ci si può aspettare da questo binocolo, buono e conveniente, ci vuole anche un pizzico di fortuna.
, Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). 
, la visione e astigmatica e questo denota un dissasamento di un cannocchiale e piu' di cosi' no so'!! le mie perplessità' si sono avverate ,ora non so cosa fare. Provero a smontare i due cannochiali e rimontarli ma piu' di cosi' non so cosa fare in quanto non so dove si deve intervenire (Ottica frontale o prismi). Gentilmente aspetto un vostro commento 
Sembra che con questo binocolo vedo meglio e un po' piu' grande il sudetto pianeta rispetto al mio rifrattore usando un oculare che produce 40 X . A primo acchito non credevo che ci fosse tutta questa differenza , e penso che il pregio sono le ottiche del binocolo russo che offrono al centro campo e non solo una bella immagine pulita e molto contrastata e con un altissima riduzione dei riflessi anche osservando un faro alogeno a circa 600 m. L'aberazzione cromatica c'e naturalmente ma non credevo che riuscisse a crearne cosi poca, anche puntando il faro