Condivido tutto, perché c'è un fondo di verità in tutto quello che è stato scritto, ma non condivido affatto l'idea di dover necessariamente etichettare gli strumenti per categorie rigide, per cui si debba storcere il naso e dire "non va bene" ogni volta che qualche etichetta venga spostata o si vogliano attaccare più etichette sullo stesso strumento (come quando ad esempio si afferma che la stabilizzazione dei binocoli ha senso SOLO per alti ingrandimenti, oppure che un dobson ha senso SOLO per osservazioni deep-sky, e così discorrendo)stevedet ha scritto: ↑07/02/2021, 14:08Anch'io la penso così, ed infatti, piuttosto che svenarmi per prendere un binocolone apo da migliaia di euro, ho preferito tenermi il mio pidocchioso 23-41x100 (che per osservazioni panoramiche a 30x si comporta sempre bene) ed affiancargli un bel telescopione.-SPECOLA-> ha scritto: ↑07/02/2021, 0:09 Sì, sono d'accordo con te Piero e aggiungo che secondo me la vita dei binocoli si complica quando si vuole farli diventare dei telescopi.
Un binocolo per me è uno strumento ottico caratterizzato da pochi ingrandimenti e grande campo, mentre un telescopio, uno strumento ottico he si può spingere tranquillamente e senza problemi a forti ingrandimenti.
Per me si tratta di strumenti complementari, per cui l'uno non riuscirà, né potrà mai sostituire in toto l'altro.
Però è anche vero che questi moderni binocoloni angolati con vetri ED in grado (a quanto si legge) di passare con nonchalance da 20 a 120x hanno portato aria nuova e non per nulla hanno avuto un certo successo. Per me 120x sono ancora pochi per l'osservazione planetaria, ma mi pare ci sia anche chi è soddisfatto così.
Da questo punto di vista preferisco la filosofia di Woody Allen nel film "Basta che funzioni": non vedo perché ci si debba fare tanti problemi se qualcosa riesca a dar soddisfazioni nonostante sia contraria al senso comune.
Capisco che i processi mentali umani siano strutturati per utilizzare schemi già conosciuti o comunemente accettati, perché in questo modo per i nostri antenati remoti era più semplice ed immediato prendere decisioni che potessero salvare la vita in situazioni di pericolo, e questo vale anche per noi, ma a volte perseguire certi schemi porta a complicare la vita piuttosto che semplificarla.
Io ho voluto provare a fare alta risoluzione col mio binocolo, e non posso dire che l'esperienza sia stata insoddisfacente, anzi tutt'altro. L'operatività col binocolo si riduce ad una manciata di minuti, cosicché si è pronti ad osservare senza dover programmare la serata o lasciare lo strumento perennemente montato, e questo rende possibile sfruttare finestre osservative improvvise, o limitate disponibilità di tempo.
Quanto alla resa, è vero che ci sono i limiti d'ingrandimento massimo o di progetto che sono stati evidenziati, ma questo non implica che l'esperienza sia fallimentare o inutile allo scopo.
Certo, per ogni ambito ci sono strumenti dedicati, e da quando ho acquistato il Cassegrain da 150 utilizzo molto meno il binocolo per l'alta risoluzione. Ma è più per questioni di tempo che altro, perché quando riprendo il binocolo per l'hi-res, trovo conferma delle ragioni che mi hanno spinto a quella scelta.
Quanto ai costi, è vero che un BT ha un prezzo elevato, ma non credo sia molto più di un buon rifrattore di pari diametro munito di torretta binoculare di qualità (ed anche in quel caso compaiono i prismi nel treno ottico) ed una montatura equatoriale o altazimutale in grado di reggere il tutto senza troppe vibrazioni.
Ovviamente, a chi mi chiedesse un consiglio per l'acquisto di uno strumento dedicato ESCLUSIVAMENTE ai pianeti, non metterei mai un BT nei primi posti, ma se qualcuno volesse uno strumento un po' tuttofare in grado di offrire una visione d'insieme di oggetti astronomici nel loro contesto, ed eventualmente approfondire spingendo con gli ingrandimenti, il BT sarebbe in cima alla classifica