Riesumo questo mio thread a distanza di una decina di mesi, per aggiungere qualcosa, anche se poco.
Innanzitutto mi scuso per latitanza e poca partecipazione, sia attiva che passiva, ma è stato un'anno difficile sotto vari aspetti, e non ho avuto non solo il tempo ma nemmeno la voglia di dedicarmi alla comune passione.
Ad ogni modo, nessun aggiornamento sul lato "ottico", se non per il fatto che confermo in ogni occasione il binocolone essere stato sempre eccellente, immagini perfette, grande impatto emotivo e soddisfazione, oltre ad una rapidità d'uso esemplare.
Il motivo degli aggiornamenti è invece sul fronte meccanico.
Rassumendo in breve, ero soddisfatto ma non del tutto sul fronte vibrazioni/oscillazioni.
Vado a rovescio e svelo subito "il finale", per poi spiegare meglio.
La prima bella notizia è che il binocolone è perfetto, strutturalmente è rigidissimo, le vibrazioni non erano dovute a lui o al suo piede.
Questo l'avevo già capito qualche mese fa, ed avevo "risolto" (per le poche osservazioni fatte) con la staffa ad "L" molto larga e robusta che avevo preso insieme al binocolo, su montatura AYO Digi II e treppiede Avalon TPod.
Avrei anche potuto fermarmi qui, tuttavia questo setup ha il "problema" che l'altezza non è modificabile dinamicamente (se non allungando/accorciando le gambe del tripode), e quindi per osservazioni non stancanti andava modificata l'altezza del sottoscritto, con apposito sgabellino. Che è perfettamente fattibile, ma mi era rimasto il tarlo. Inoltre, come già osservò Giovanni Bruno, questo setup è disassato, quindi mi rimaneva la voglia della forcella.
La seconda bella notizia è che ho risolto come volevo, con treppiede alzabile con cremagliera e forcella baricentrica. Il setup ora vede il binocolone adagiato su forcella APM e treppiede UNI19.
Andiamo con ordine. Il primo candidato per i miei problemi ho supposto potesse essere il treppiede. Quindi per le mie prove ho afficancato al Manfrotto 161mkII un legnoso e bellissimo Berlebach UNI19 con cremagliera centrale.
I treppiedi non erano il problema, entrambi di meravigliosa fattura, con il Berlebach ancora più robusto del Manfrotto, mi sta veramente piacendo un sacco, avevo comunque con esso guadagnato qualcosa. Il 161 smorza un filo meno le vibrazioni, sembra più "maltrattabile" (solo perché col legno sto attento attento attento), quello che perde in smorzamento vibrazioni lo guadagna in minor peso (Angelo me le aveva già scritte tempo fa queste cose, grazie Angelo, volevo comunque provare di prima mano!
).
Rimaneva la forcella. Ma, prova e riprova, anche la forcella non sembrava essere fonte di vibrazioni.
Alla fine, l'unico elemento rimanente (dove risiedeva il vero problema) era il raccordo tra binocolone e piano della forcella, quel punto generava le oscillazioni e vibrazioni trasversali per me fastidiose. Mi ero anche confrontato con Elio, che mi aveva suggerito alcune possibili soluzioni, basate sul passaggio ad una barra losmandy invece della Vixen.
La mia scarsa abilità meccanica, sommata al fatto che non avessi mai tempo, e con i componenti con cui riuscivo a fare delle prove avessi sempre qualche problema o controindicazione (slitta bassa, manca spazio per avvitare le manopole. Alzare tutto, con ulteriore barra, o fare uno spessore, e forarlo. Oppure barra lunga, e via dicendo) mi ha portato ad allontanarmi da questa strada (che probabilmente avrebbe portato comunque alla soluzione), per affidarmi alla forcella "originale" APM.
Ad un certo punto ho deciso che (complice il fatto che non sistemavo con quello che avevo e che avevo comunque voglia di provare il prodotto) avrei provato e tenuto delle due la soluzione migliore.
La forcella APM non è arrivata da molto, ma l'ho già provata 2 volte, con piena soddisfazione.
Le mie vibrazioni sono intorno al secondo, meno a bassi ingrandimenti, FORSE poco più con i Morpheus 6,5mm.
Riesco a mettere a fuoco senza problema alcuno (questo era il vero limite "grave" della situazione precedente) e con gli occhi agli oculari forse non c'è nemmeno il secondo di vibrazioni, ma solo l'oscillazione dovuta al contatto corpo/strumento.
La forcella è realizzata in modo impeccabile, è bellissima e molto robusta. Realizzazione al livello quallitativo di Losmandy o Vixen, per dare un'idea. "Ovviamente" ho preso la versione con gli encoder e il supporto per il nexus, irrinunciabile. La strumentazione si fa decisamente pagare, ma sono davvero soddisfatto del risultato.
C'è una cura ed attenzione ai dettagli quasi maniacale, che passa dai tamponi in gomma regolabili nella parte frontale per addolcire eventuali contatti indesiderati tra scafi del binocolo e struttura della forcella (tipo quando si tolgono gli oculari per cambiarli, e il bino va "in picchiata" verso il basso. Ora "atterra" sugli appositi cuscinetti) per arrivare a dei dischi di feltro spesso sulle cerniere della slitta interna della culla, che è il posto dove tipicamente al buio si rischia di far toccare lo strumento. Beh, se capitasse pazienza, non si striscia sul feltro.
Il collegamento tra binocolo e forcella è fatto tramite una slitta a standard Vixen, lunga 15cm, con due pomelli uno davanti e uno dietro la barra della forcella. In testa e in coda sono presenti due dadi che impediscono lo slittamento frontale o posteriore dello strumento a morsa allentata, e la slitta ha spazio per scorrere in avanti o indietro, consentendo quindi un facile bilanciamento longitudinale del binocolo in base agli oculari (soluzione simile a quella di Elio, dove Elio mette i fermi sulla slitta, in forma di due pioli, qui invece è la piastra a svolgere il compito. Avere i fermi sulla piastra è più comodo perché consente eventualmente di poggiare orizzontalmente il binocolo sul suo piede a slitta fissata). Ovviamente qualsiasi slitta Vixen corta viene accolta da questa piastra.
La slitta in dotazione è molto ben fatta, è un po' particolare, le misure sono quelle Vixen, ma è a profilo molto basso, prima di misurarla non capivo se fosse una losmandy per dare l'idea del rapporto altezza larghezza. Ci sono due viti avvitabili con archetto a scomparsa (quindi operazione rapida e totalmente manuale, se dovesse essere svitata), ed inoltre le viti non sono in posizione fissa, ma possono scorrere avanti e indietro, buono non solo in caso di cambio del binocolo su cui avvitarle, ma soprattutto perché consentono un ulteriore spostamento longitudinale del binocolone, oltre a quello della culla, utile a trovare il range di equilibrio perfetto.
Ovviamente ci sono le frizioni a pomello, molto morbide, una per il movimento in azimut e due (una per cerniera) per il movimento in altezza, tutto lato osservatore, comodo e facilmente raggiungibile.
Gli encoder sono ovviamente montati sui due assi di rotazione, coperti da carter in metallo eleganti e protettivi, nei quali inserire a piacimento il cavetto per collegamento al nexus, fornito, e di misura perfetta per arrivare all'apposito supporto.
Il supporto per il nexus non è altro che una sagoma metallica piana con incavo per il cavo di connessione che si avvita alla parte inferiore della forcella con due dadi (che penso sostituirò con due manopoline per poterlo montare e smontare senza attrezzi). E' in posizione laterale, comodissima sia per essere guardato al puntamento che per essere manovrato, sulla sinistra della montatura. Forse più comodo per i mancini.
Beh, credo di aver scritto tutto quello che volevo, sicuramente il tutto è risultato abbastanza costoso, ma ne valeva la pena, ora il setup è perfetto, perfettamente fruibile, di estrema soddisfazione. Forse lo sweet spot resta a 100, ma ad oggi non tornerei indietro.
Come sempre grazie a chi ha la pazienza di leggere le mie impressioni.
Ciao,
Massimo.