Recupero LOMO Biolam
Inviato: 31/08/2021, 14:49
Ispirato da questo vecchio messaggio di Andrea, ho voluto anch'io - come molti altri - recuperare un vecchio Lomo Biolam, piccolo e intramontabile microscopio.
A differenza di Andrea il mio esemplare non era soltanto da revisionare qua e là, era del tutto inutilizzabile. L'ho estratto per la prima volta dalla sua scatola di legno dopo ben 42 anni dal suo confezionamento in fabbrica, vale a dire quando il grasso da carro buoi, profuso senza risparmio in ogni parte del microscopio, era ormai diventato colla frizzando completamente le slitte nelle guide. In queste condizioni bisogna evitare di fare la sciocchezza di muovere le manopole della macro, della micro e del condensatore nel tentativo di forzare il blocco perché esiste il rischio concreto di spaccare qualcosa. La manopola del condensatore in particolare non va assolutamente toccata perché la cremagliera del Biolam è in plastica e in questo modo si romperebbe.
Il recupero dell'oggetto è descritto da vari tutorials presenti in rete (soprattutto su Micscape) quindi mi limito ad aggiungere qualcosa di mio.
Come scritto da Andrea per prima cosa bisogna smontare il tubo portaoculari, il tavolino e il condensatore e metterli da parte. Meglio levare anche il revolver.
Il passaggio successivo è la rimozione della molla di contrasto della micrometrica, che sta sotto la targhetta col numero di serie del microscopio, fissata con due viti. Occhio che la molla tende a far saltare via la targhetta. poi si procede allo smontaggio della base e del meccanismo interno della micrometrica, che viene via subito senza difficoltà. Superfluo raccomandare di non perdere le viti e ricordarsi dove vanno messe.
A questo punto si smontano le manopole e il pignone della micrometrica, avendo cura di disporre i pezzi, in particolare le rondelle (una delle quali, in metallo, è intenzionalmente piegata) nell'ordine in cui poi vanno rimontati. La manopola della macro invece l'ho lasciata al suo posto. Attenzione che togliendo il coperchio della manopola destra della micro si scoprono una molla e una sfera. La molla è alloggiata in un foro presente nella manopola mentre la sfera alloggia in un incavo ricavato sulla superficie interna del coperchio. Quando si rimonta il tutto la sfera va sull'estremità libera della molla. Ora si passa alla "cura" con lo sbloccante - suggerisco il WD-40 professionale detto anche "Supersbloccante", non quello vulgaris che si trova al supermercato - e lo si spruzza ovunque si riesca a infilare il beccuccio e sui contatti tra le slitte. Lo si lascia agire un giorno e si ripete la cura. Nel frattempo spruzzeremo un po' di sbloccante in un piccolo vasetto in modo da accumulare circa 50 ml di liquido che poi con straccio e cotton fioc useremo per rimuvere il grasso vecchio dalla molla della micro, dalla targhetta, dai comandi e dall'albero della micro, dalla circonferenza del revolver (dopo averlo aperto svitando la vite centrale).
Lo sbloccante sarà sufficiente per estrarre - spingendolo verso il basso con una certa forza finché non esce dalle guide - il supporto del condensatore ma non sarà minimamente sufficiente per liberare le slitte della messa a fuoco. Per questo occorre usare dei morsetti opportunamente disposti (si veda l'articolo Using F clamps for seized microscope focus dovetails using the Russian LOMO Biolam su Micscape) in contemporanea ad un energico riscaldamento usando un asciugacapelli. Una volta messe in movimento, le due slitte della macro e della micro si potranno finalmente liberare dalle guide, aiutandosi eventualmente con altro sbloccante e un bel po' di forza bruta.
In questa fase occorre prestare la massima attenzione non danneggiare le superfici di scorrimento, pena l'impossibilità di rimontare le diverse parti. Queste superfici vanno deterse per bene rimuovendo ogni traccia del grasso originario, anche negli anfratti (eventualmente raggungibili da un cotton fioc o da uno stuzzicadenti). Per questa operazione si può usare ancora il WD-40, che è un ottimo sgrassante, ma io usato il limonene che ha sciolto il grasso vecchio come neve al sole.
Una volta pulite le superfici si noterà che il grasso le ha intaccate lasciandovi svariate macchie e prodotti di corrosione del rame. Si prende allora il Sidol e si ripassa tutto per bene, non sarà sufficiente a riportare il rame al suo aspetto originario ma si otterrà comunque un netto miglioramento. Poi con alcool isopropilico (o etanolo farmaceutico al 96%) si rimuovono i residui del Sidol. Alla fine della pulizia le superfici di contatto devono apparire perfettamente lisce e senza irregolarità. Da ultimo diamo una pulita alla ruota dentata e all'albero della macro e del comando del condensatore.
Ora si può lubrificare e rimontare con delicatezza e molta attenzione i vari pezzi. Come lubrificante ho usato il grasso al litio per alberi e cuscinetti e grasso al PTFE per le slitte e le guide ottenendo un risultato molto soddisfacente.
Particolare attenzione richiede il rimontaggio del meccanismo interno della micro, occorre posizionarlo in modo che la spina vada a inserirsi nell'apposito foro sulla coda di rondine e contemporaneamente l'albero faccia presa sulla ruota dentata in cui ingrana. Ciò avviene in una posizione ben precisa del meccanismo e anche un minimo scostamento impedisce alla micro di funzionare. Occorre procedere per tentativi lasciando lasche le quattro viti di fissaggio finché, osservando nell'incavo con una torcia, non si vede che tutto è a posto e a quel punto si serrano le viti. Per il revolver (all'inizio durissimo) non è necessario alcun lubrificante specifico, basta un velo di sbloccante applicato con uno straccio su tutto il bordo.
Uno sforzo extra è richiesto dal condensatore. Una volta estratto dalla carta che lo avvolge le lenti appaiono tutte appannate. Non ho capito che sostanza ci si è depositata sopra nel corso del tempo ma dato che la carta dell'imballaggio ha una consistenza oleosa potrebbe essere qualche sostanza che la impregnava e che è sublimata sulle lenti. Per pulirle, il solito Optical Wonder che impiego per le ottiche astrononomiche si è rivelato insufficiente, ho dovuto impiegare l'alcol isopropilico. L'iride del diaframma va sbloccata col WD-40.
Alla fine il risultato mi ha soddisfatto, non che avessi bisogno di un Biolam ma insomma rimetterlo in sesto è stato un bel passatempo pomeridiano e poi avevo già diversi accessori LOMO (condensatore per il campo oscuro, contrasto di fase, vari obiettivi) che potrò utilizzare anche con questo stativo.
A differenza di Andrea il mio esemplare non era soltanto da revisionare qua e là, era del tutto inutilizzabile. L'ho estratto per la prima volta dalla sua scatola di legno dopo ben 42 anni dal suo confezionamento in fabbrica, vale a dire quando il grasso da carro buoi, profuso senza risparmio in ogni parte del microscopio, era ormai diventato colla frizzando completamente le slitte nelle guide. In queste condizioni bisogna evitare di fare la sciocchezza di muovere le manopole della macro, della micro e del condensatore nel tentativo di forzare il blocco perché esiste il rischio concreto di spaccare qualcosa. La manopola del condensatore in particolare non va assolutamente toccata perché la cremagliera del Biolam è in plastica e in questo modo si romperebbe.
Il recupero dell'oggetto è descritto da vari tutorials presenti in rete (soprattutto su Micscape) quindi mi limito ad aggiungere qualcosa di mio.
Come scritto da Andrea per prima cosa bisogna smontare il tubo portaoculari, il tavolino e il condensatore e metterli da parte. Meglio levare anche il revolver.
Il passaggio successivo è la rimozione della molla di contrasto della micrometrica, che sta sotto la targhetta col numero di serie del microscopio, fissata con due viti. Occhio che la molla tende a far saltare via la targhetta. poi si procede allo smontaggio della base e del meccanismo interno della micrometrica, che viene via subito senza difficoltà. Superfluo raccomandare di non perdere le viti e ricordarsi dove vanno messe.
A questo punto si smontano le manopole e il pignone della micrometrica, avendo cura di disporre i pezzi, in particolare le rondelle (una delle quali, in metallo, è intenzionalmente piegata) nell'ordine in cui poi vanno rimontati. La manopola della macro invece l'ho lasciata al suo posto. Attenzione che togliendo il coperchio della manopola destra della micro si scoprono una molla e una sfera. La molla è alloggiata in un foro presente nella manopola mentre la sfera alloggia in un incavo ricavato sulla superficie interna del coperchio. Quando si rimonta il tutto la sfera va sull'estremità libera della molla. Ora si passa alla "cura" con lo sbloccante - suggerisco il WD-40 professionale detto anche "Supersbloccante", non quello vulgaris che si trova al supermercato - e lo si spruzza ovunque si riesca a infilare il beccuccio e sui contatti tra le slitte. Lo si lascia agire un giorno e si ripete la cura. Nel frattempo spruzzeremo un po' di sbloccante in un piccolo vasetto in modo da accumulare circa 50 ml di liquido che poi con straccio e cotton fioc useremo per rimuvere il grasso vecchio dalla molla della micro, dalla targhetta, dai comandi e dall'albero della micro, dalla circonferenza del revolver (dopo averlo aperto svitando la vite centrale).
Lo sbloccante sarà sufficiente per estrarre - spingendolo verso il basso con una certa forza finché non esce dalle guide - il supporto del condensatore ma non sarà minimamente sufficiente per liberare le slitte della messa a fuoco. Per questo occorre usare dei morsetti opportunamente disposti (si veda l'articolo Using F clamps for seized microscope focus dovetails using the Russian LOMO Biolam su Micscape) in contemporanea ad un energico riscaldamento usando un asciugacapelli. Una volta messe in movimento, le due slitte della macro e della micro si potranno finalmente liberare dalle guide, aiutandosi eventualmente con altro sbloccante e un bel po' di forza bruta.
In questa fase occorre prestare la massima attenzione non danneggiare le superfici di scorrimento, pena l'impossibilità di rimontare le diverse parti. Queste superfici vanno deterse per bene rimuovendo ogni traccia del grasso originario, anche negli anfratti (eventualmente raggungibili da un cotton fioc o da uno stuzzicadenti). Per questa operazione si può usare ancora il WD-40, che è un ottimo sgrassante, ma io usato il limonene che ha sciolto il grasso vecchio come neve al sole.
Una volta pulite le superfici si noterà che il grasso le ha intaccate lasciandovi svariate macchie e prodotti di corrosione del rame. Si prende allora il Sidol e si ripassa tutto per bene, non sarà sufficiente a riportare il rame al suo aspetto originario ma si otterrà comunque un netto miglioramento. Poi con alcool isopropilico (o etanolo farmaceutico al 96%) si rimuovono i residui del Sidol. Alla fine della pulizia le superfici di contatto devono apparire perfettamente lisce e senza irregolarità. Da ultimo diamo una pulita alla ruota dentata e all'albero della macro e del comando del condensatore.
Ora si può lubrificare e rimontare con delicatezza e molta attenzione i vari pezzi. Come lubrificante ho usato il grasso al litio per alberi e cuscinetti e grasso al PTFE per le slitte e le guide ottenendo un risultato molto soddisfacente.
Particolare attenzione richiede il rimontaggio del meccanismo interno della micro, occorre posizionarlo in modo che la spina vada a inserirsi nell'apposito foro sulla coda di rondine e contemporaneamente l'albero faccia presa sulla ruota dentata in cui ingrana. Ciò avviene in una posizione ben precisa del meccanismo e anche un minimo scostamento impedisce alla micro di funzionare. Occorre procedere per tentativi lasciando lasche le quattro viti di fissaggio finché, osservando nell'incavo con una torcia, non si vede che tutto è a posto e a quel punto si serrano le viti. Per il revolver (all'inizio durissimo) non è necessario alcun lubrificante specifico, basta un velo di sbloccante applicato con uno straccio su tutto il bordo.
Uno sforzo extra è richiesto dal condensatore. Una volta estratto dalla carta che lo avvolge le lenti appaiono tutte appannate. Non ho capito che sostanza ci si è depositata sopra nel corso del tempo ma dato che la carta dell'imballaggio ha una consistenza oleosa potrebbe essere qualche sostanza che la impregnava e che è sublimata sulle lenti. Per pulirle, il solito Optical Wonder che impiego per le ottiche astrononomiche si è rivelato insufficiente, ho dovuto impiegare l'alcol isopropilico. L'iride del diaframma va sbloccata col WD-40.
Alla fine il risultato mi ha soddisfatto, non che avessi bisogno di un Biolam ma insomma rimetterlo in sesto è stato un bel passatempo pomeridiano e poi avevo già diversi accessori LOMO (condensatore per il campo oscuro, contrasto di fase, vari obiettivi) che potrò utilizzare anche con questo stativo.