intervista a Massimiliano Lattanzi

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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

stevedet ha scritto: 07/03/2019, 23:32 Ma perché esiste uno spazio per i riflettori in questo forum? Non me ne sono mai accorto... :lol:
non c'è infatti :lol: ma c'è una sezione generica per la strumentazione astronomica che è aperta a qualunque discussione, purché pacata e rispettosa. Se poi qui si tratta più spesso di rifrattori che di riflettori è un po' un vizio d'origine che risiede nelle preferenze personali dei fondatori e nelle cattive compagnie che frequentano.... :D Ma del resto siamo sul forum di bino-mania, il tema principale sono i binocoli, i binocoli non sono altro che telescopi rifrattori e dunque siamo sempre lì :lol:
stevedet

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Samuele ha scritto: 08/03/2019, 8:55 Quanto all'intervista, l'impressione dopo averla letta è di un discorso da "fondamentalista", e per mia natura i fondamentalismi mi fanno venire l'orticaria per cui preferisco starne alla larga.
Sì, anche a me non piacciono i fondamentalisti in nessun campo ed in questo hobby ogni tanto capita di imbattersi in qualcuno che sembra avere capito tutto lui...
Senza fare assolutamente paragoni, mi viene in mente un astrofilo, il cui cognome ricorda quello di un famoso cantante, nei cui report osservativi del profondo cielo pareva sempre che gli fosse apparsa la Madonna, da tanto ti descriveva ciò che solo lui riusciva a vedere (compresi i colori).
Lukas
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Lukas »

Il mitico al (non nagler), solo lui vedeva la nebulosa cono con un apo 155mm dettagliata come in fotografia :lol: :geek:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Acronauta »

Bene, mi pare che stiamo divagando, direi di tornare all'argomento del topic, se ci sono altri commenti al contenuto dell'intervista, altrimenti possiamo anche chiuderla qui.
Giovanni Bruno
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Giovanni Bruno »

Caro RAF, siamo su BINOMANIA e tutti adoriamo due rifrattori connessi fra loro a formare un binocolo, un binocolone, oppure un binoscopio ed in genere un binocolo si usa in terrestre, oppure sul cielo per fare del deep sky a grandissimo campo ed il loro lavoro lo fanno benissimo.

Siccome adoro la visione binoculare, la pratico sia con i binocoloni che con i telescopi + torretta binoculare.

Ebbene, attraverso il C11 CPC HD, che è un SCT evolutissimo sia otticamente che meccanicamente, più torretta binoculare, con il solo limite di non poter scendere sotto gli 80x, la visione di ammassi aperti compatti tipo M37, di tutti i globulari e delle nebulose planetarie, mi dona una resa ottica semplicemente commisurata all'apertura di 280mm ed alla planarità di campo propria di un HD.

Se osservo gli stessi oggetti con un binocolone angolato APO da 82mm--100mm, con un ACRO da 150mm + torretta e con il 120ED + torretta, vedo molto meno e con molta più difficoltà, se devo far esplodere un globulare medio-piccolo.

Ciò non toglie che adoro sia gli APO che i binocoloni APO e persino i binocoloni ACRO, perchè hanno altre frecce al loro arco, come la collimazione tenuta molto stabilmente, una più rapida termostatazione e l'accesso a campi estremamente più ampi.

Insomma, ogni strumento e tipologia strumentale ha il suo perchè e la sua nicchia di impiego.

Quindi massimo rispetto per ogni tipologia strumentale.

Mi ripeto, leggere che il LATTANZI ha messo un C8, al quarto posto nella sua classifica di preferenza, gli fa onore.

Per tutti, andate su ASTROMART e leggetevi la recensione di ED MORENO sul C8, in quella recensione, condotta con serenità e imparzialità, si trovano delle interessantissime comparazioni tra il C8 e tanti altri strumenti più piccoli rifrattivi.

Nella stessa recensione del C8, lui parla anche del suo C11 normale, non HD.

Si badi bene che ED MORENO adora gli APO da 150mm, e ne possiede uno, perchè finalmente una apertura adeguata di 150mm APO, mostra di tutto e di più con la secchezza proverbiale di un rifrattore. :thumbup: :wave:
Lukas
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Lukas »

Sono dei vostri, amo i campi larghi e sopratutto spianati, ho un c8hd e penso di essere l'unico folle a usare un taka fsq85 solo in visuale accoppiato a svariati ethos
Faber
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Faber »

Ciao Lukas,

Potresti raccontarci delle tue esperienze del fsq 85 con gli ethos? Grande campo spianato immagino. Immagino sia una bella combinazione leggera e prestante per osservare larghi campi, pure per fotografare anche se non ti interessa.
Fabio Bergamin

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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Non sono rari i casi di visualisti che ritengono vincenti i telescopi rifrattori, contro le altre configurazioni ottiche; anche di apertura maggiore.

Per esempio nell'opera "Guìa del firmamento", l'autore (José Luis Comellas), che è un osservatore molto attento di stelle doppie, considera vincente un rifrattore da 75 mm di apertura (salvo casi particolari in cui prende in considerazione altri strumenti da 200 o 300 mm di apertura).

Immagine
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Giovanni Bruno »

Quando si parla seriamente di stelle doppie, si dovrebbe prima di tutto dire a quale limite di separazione si intende dedicarsi, espressa in secondi d'arco e suoi decimali.

Un rifrattorino da 75mm, magari a lungo fuoco, può dare delle immagini bellissime di stelle doppie, ma mai potrà superare il suo limite fisico di capacità di separazione che è funzione diretta del diametro.

Io possiedo un rifrattorino doppietto autoassemblato da 50/500mm, ottenuto da un'ottica di controllo di processi industriali, credo CANON, con una pesantissima cella in OTTONE MASSICCIO e che fornisce una splendida immagine della DOPPIA-DOPPIA della LIRA, quindi so bene di quale esoterica secchezza è capace un doppietto di qualità estrema di 50/500mm ad f10, ma so pure dei suoi invalicabili limiti teorici connessi con il modestissimo diametro. :thumbup: :wave:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Lukas »

Faber ha scritto: 08/03/2019, 23:16 Ciao Lukas,

Potresti raccontarci delle tue esperienze del fsq 85 con gli ethos? Grande campo spianato immagino. Immagino sia una bella combinazione leggera e prestante per osservare larghi campi, pure per fotografare anche se non ti interessa.
Sarò sintetico non ho piu voglia di fare il tester ma solo di osservare... e bene nel rispetto del piccolo diametro.

Pregi del taketto:
Campo reale di 4.7 gradi con l'ethos 21 e 5.6 gradi col nagler 31, testato anche un panoptic 41 ma purtroppo vignetta, l'ho tirato a 300x con una powermate 4x e un ethos 6 ottenendo un'immagine pur buia ma decente su giove e buona su saturno e marte, notare che è un treno di 17 lenti.
Grande senso di qualita al tatto, portabilità, star test perfetto, contrasto lunare da antologia con gli ethos sx 110 gradi, il fok è un gioiello nonostante i difetti in alcuni esemplari.

Difetti: lieve astigmatismo intraextra ai bordi ultra estremi con oculari lunghi, distorsione idem, ben evidente sulla luna, spaziatori lenti brutti a vedersi, preferisco il sistema ad anello dei televue np, forse un po' caro ma di taka economici non ne ho mai visti.
A memoria solo il pentax 75 accoppiato a un xw 40 dava immagini migliori di questo in deepsky, perdendo decisamente sui pianeti e luna.

N.b. come diagonale ho usato un baader 2" bbhs in argento, non so se può concorrere a generare una tinta lunare bianco argentea veramente incredibile.
Faber
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Faber »

Te lo avevo chiesto perché ho osservato con profitto usando un Pentax 75 SdhF con oculari xw con molto piacere. Interessante che le prestazioni ad alti ingrandimenti del piccolo fsq85 sia migliori. Grazie dell’info, non desideravo inquinare troppo il post. Saluti
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piergiovanni
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piergiovanni »

Massimiliano mi ha pregato di pubblicare questa sua e-mail.
Mi scuso per aver "deciso arbitrariamente" il titolo dell'intervista che ho quindi provveduto a modificare.
Buona serata!




Quello che mi preme è circolare una corretta informazione su quanto da te riportato. Ti chiederei quindi la cortesia di condividere in toto (sottolineature e corsivi inclusi) questa mail coi tuoi lettori e, con essa, i punti che spero di chiarire.

* * *

UNO. Come sai bene, quanto da te pubblicato null'altro è che uno sbobinamento draft — proprio nudo e crudo — della mia intervista; sbobinamento che ti avevo inviato per cominciare a rivederlo, limarlo e articolarlo assieme, in vista di una sua futura pubblicazione.

Il draft, invece, ti è piaciuto talmente tanto così com'era — così m'hai detto — che hai deciso di pubblicarlo direttamente (tra l'altro avvisandomi solo a pubblicazione effettuata).

Che dirti: ovvio che in altra situazione mi sarei — comprensibilmente e giustamente — assai risentito. Trattandosi di te, nessun problema. Capisco che volevi fare leva sulla sincera irruenza della mia intervista per "destare qualche cuore attento" (cito verbatim la tua espressione) e che, di fronte alle mie perplessità, m'hai risposto "sii fiducioso" (idem). L'esito però mi pare sia stato, ahimé, esattamente quanto prevedibile e previsto... Amen.

Ciò detto, non sono certo qui a rimangiarmi neanche una virgola. A me viene davvero l'orticaria a leggere le varie recensioni e prove e impressioni e opinioni buoniste e quant'altro su riviste o fora, in cui tutto va bene, tutto è perfetto, tutto è fantastico, qualunque cosa è la fine del mondo e ci vogliamo tutti bene; anche anche se si tratta ovviamente di mere falsità, spesso biascicate tra i denti e lordate d'invidia; "mezze verità" o "verità incomplete", per rimanere nel politically correct, a cui nessuno con un minimo di senso critico crede, dietro la facciata dell'ipocrita convenienza del marketing o del quieto vivere.

Se penso che qualcosa non vada — e penso appunto ciò dell'odierna deriva esibizionistica di gran parte dell'astrofotografia — io non ho timore alcuno a dirlo e motivarlo, ci mancherebbe. E, come detto, non cambio una parola di quanto contenuto nell'intervista.

Però — però — l'intervista, estrapolata senz'altra cura dal clima allegro e ridanciano stabilitosi attorno ad una tavolata di amici, e buttata invece lì sui banchi censori di un estemporaneo tribunale perché venga dissezionata ed esaminata alla lente d'ingrandimento, neanche si trattasse di una pubblicazione peer-reviewed dell'Accademia delle Scienze di Russia (conosco di primissima mano), si presta — com'è il caso — a travisamenti pesanti; se non altro sul tono e lo spirito anche goliardico che la permea.

Chiaro che poi, senza sapere e tener presente tutto ciò, uno leggendola può casomai anche irritarsi. Bada, non è che me ne freghi niente se qualcuno si irrita; ma almeno, se è il caso, che ci si irriti per giuste ragioni, non correndo dietro ai fantasmi.

Io, per esempio, sono assai irritato da quando, per alimentare l'industria degli smartphone e delle microcamere, le stripes di molto vetro ottico ED (s-FPL53 per tutti) di diametri superiori ai 150mm sono state eliminata dalle linee di produzione, lasciando orfani quanti hanno necessità o desiderio di utilizzare strumenti di diametro maggiore.

Questo ovviamente non intacca il mercato delle ottiche astro-fotografiche che vivono di diametri ridotti (ossia, lo intacca sì, perché anche la qualità/omogeneità dei vetri non è più quella (ma tanto non se ne accorge quasi nessuno, visto le pesanti elaborazioni che le immagini subiscono); però costringe altri a lunghe, difficili ed anche costose peripezie per acquisire diametri più elevati. Mi potrà quindi un attimino rodere il chicchero che, al contrario di 20 anni fa in cui bastava entrare in un negozio d'ottica, oggi non riesco a trovare uno strumento di diametro maggiore di 150 e a fuoco "non-fotografico" se non me lo faccio costruire su misura (con aggravio di tempi, costi, e grattacapi)...?!

Ecco, questo sì è davvero irritante. Invece, per quanto riguarda i presunti toni di interviste pubblicate amicalmente in forma draft, bah, c'è davvero altro di cui occuparsi.

* * *

DUE. L'intervista mi è stata da te presentata come una serie di domande senza un titolo. Titolo da te poi aggiunto senza confrontarti con me. E questo vale sia per l'intervista che per il thread che hai aperto sul forum.

Bene: non può non rilevarsi che i due titoli, tra l'altro diversi, così come sono messi giù, connotano e danno una chiave di lettura preventiva a quanto da me affermato. E questo — a parte la correttezza della cosa (su cui, di nuovo, trattandosi di te, sorvolo) — mette begli occhialoni al lettore e travisa quanto da me detto. Faccio degli esempi.


2a. Tu parli di — e mi metti in bocca — "Riflessioni sull'Astrofilia Italiana"; che non è cosa che io avevo minimamente in mente. In effetti, e per ragioni su cui qui non entro, la mia attività in campo Astronomico si svolge totalmente in campo internazionale. La mia interazione con gli astrofili Italiani è davvero minima e toccherà sì e no una decina di persone.

Gli astrofili Italiani che sono passati per Refractorland durante questi anni stanno sulle dita di una mano. Non è così per gli stranieri. Fammi essere molto chiaro: due anni e mezzo or sono, quando mi sono trovato costretto a chiedere aiuto finanziario per non veder andare in rovina il sito ed il progetto, da tutto il Mondo sono arrivate, sotto forme varie, cifre a quattro zeri; e con un numerale davanti assai elevato (altrimenti, di nuovo, non avrei potuto salvare casale, terra, osservatorio, etc.). Dall'Italia, a parte tante belle parole di supporto da parte di molti, mi sono arrivati ben 11 euro di donazioni; undici! Undici euro per cui ho sì adeguatamente ringraziato... ma, tu capisci bene che il mio soft spot è comprensibilmente altrove, e non è certo l'astrofilo Italiano l'immediato target dei miei pensieri...

Quindi, di nuovo, di astrofilia internazionale parlavo. Ovvio che l'Italia ne fa parte. Ma se uno si focalizza unicamente sullo stivale, il respiro della critica ne esce totalmente stravolto.

Mi preme anche specificarlo perché, visto il focus campanilistico che connota il Bel Paese, ho letto di immediate (e totalmente fallaci) attribuzioni di miei pensieri che sarebbero stati volti a questo o quell'altro astrofilo Italico che, sinceramente, non so chi sia, né alas entra nel mio panorama giornaliero.

Pertanto, una volta di più, mettere un titolo a qualcosa costringe la mente di molti a leggere quanto scritto non c'è. Avessi tu scritto, metti, "Riflessioni sull'Astrofilia Ugro-Finnica", nessuno sarebbe andato oltre la terza riga; mentre lì sarebbero state scritte esattamente le stesse cose. Ma, a torto, non ci sarebbero stati astrofili Italici che avrebbero preso tali pensieri come spunto di riflessione e/o si sarebbero sentiti tirare in causa.


2b. Medesimo commento di sopra (2a).
Hai aperto una discussione sul tuo forum che intitoli "Riflessioni di un Astrofilo Visualista".

Ancora una volta, basta questo titolo, per connotare profondamente, agli occhi dei più, quanto da me detto nell'intervista, indipendentemente da quanto sia stato effettivamente detto.

Avessi tu scritto, "sognatore", "nostalgico", "intransigente", "spendaccione", "illuso", "nazista", "populista", o quello che vuoi te, questo avrebbe già indirizzato la lettura, esasperando il senso di alcune affermazioni, e totalmente obliterandone altre.

La prova? Che, a fronte della mia critica — che mantengo in toto — a determinate derive esibizionistiche dell'astrofotografia odierna (non a tutta l'attività astrofotografica, ovviamente), ed a fronte della critica — che, di nuovo, mantengo in toto — alla deriva commerciale verso le apparecchiature astrofotografiche, che mortifica l'importanza e la diffusione dell'Astronomia visuale, ho detto chiaramente — e qui meglio dettaglio — che, a Refractorland sono presenti sistemi Fastar (14" e 11"), Camere Schmidt, Astrografi a lastra (9x12 e 10x15), Astrografi Medio Formato (6x6 e 6x9) con ottiche che vanno dal Fish-Eye 180° ai 500mm, oltre che ovviamente quanto serve a fare fotografia digitale fino a 24Mp (oggi, e con 50Mp in arrivo)... insomma, Santo Iddio, non mi pare si tratti esattamente di una compattina usa e getta, no...?!?!

Se queste attrezzature sono presenti, anche il più distratto potrebbe forse farsi sorgere il dubbio che un qualche minimo interesse per l'Astrofotografia il qui presente (che ha, tra le altre cose, Fotografia Professionale di un certo livello nel suo CV) ce l'avrà pure, no...?!?! Eppure tutto questo è stato totalmente obliterato dagli occhiali che tu — lasciatelo dire — hai preventivamente calato sul naso dei tuoi lettori. E che, parimenti, loro non sono stati evidentemente in grado di togliersi.

Ringraziando Iddio, chi è qui (anzi, là, visto che scrivo da Roma) venuto, questi occhiali non li portava. Quindi, accanto ad osservazioni (planetarie e deep), portate avanti con gli strumenti che uno più desiderava — non è che se uno qui (là) vuole usare, metti, uno SCT o un Maksutov o un Newton, io lo frusto finché non si mette ai comandi di un rifrattore Zeiss, no...?!?! — si è fatta dell'assai amabile, tranquilla e piacevole fotografia Astronomica sul profondo cielo.

Tra gli altri, ricordo in particolare due Astrofili — che non si conoscono tra loro e vengono da due lati diversi del Pianeta — che sono entrati talmente nella filosofia del luogo, da volermi poi affidare copia dei loro archivi fotografici perché li tenessi a disposizione (non tutti circolano urbi et orbi sul web ogni scatto; ci sono anche quelli che riempiono semplicemente libri delle loro survey che poi hanno diffusione di livello più mirato). Uno addirittura mi ha poi inviato *tutte* le sue lastre originali perché le custodissi (cosa assai commovente, tra l'altro) e le digitalizzassi in HDR.

Insomma, non mi pare davvero che tutti loro si siano trovati incatenati a pane ed acqua in un antro in cui la parola "astrofotografia" fosse bandita, e l'incauto che l'avesse proferita fosse stato profondamente umiliato nel corpo e nello spirito. Ma andiamo, su...

* * *

TRE. Sulle diatribe strumentali non sono entrato e non voglio minimamente entrare — a che pro? si parlava di tutt'altro...!

Eppure non posso non rilevare che questo è diventato il focus principale della discussione, come non posso non rilevare che ognuno ha letto delle mie parole quello più che gli è parso e piaciuto, come se io avessi messo giù un'ode, se non un peana, secondo cui l'unico modo di fare Astronomia sia osservare pianeti con un rifrattore a lungo fuoco.

No, ma, dico, sta scritto da qualche parte...?!?!

Se ho sottolineato, nei dettagli, la bellezza dell'aspetto visuale dell'astronomia (che uno, per quanto mi riguarda, è liberissimo di farsi anche mettendo un oculare dietro ad un Ritchey-Chrétien ostruito 0.60 — ma che me ne frega a me...?!) è perché trattasi di branca della disciplina a torto oggi totalmente obliterata dalle case costruttrici, quindi dalle riviste che dalle case costruttrici vengono finanziate (attraverso pubblicità, se non addirittura direttamente), quindi dagli astrofili che ritengono i testi di Andrenelli o Texereau (per non citarne che due) buoni solo per accendere il fuoco, mentre s'immergono incantati nelle pagine patinate delle riviste suddette, e poi corrono a comprare quanto "indispensabile" per farsi pubblicare anche loro la foto dell'anno nelle sacre pagine. E pensano, appunto, che fare Astronomia nel XXI secolo si riduca a questo.

Se poi ho, tra l'altro, listato tre rifrattori Zeiss tra gli strumenti che mi sono rimasti nel cuore — che, bada, è assai diverso dal considerarli i più performanti (l'ha rilevato nessuno questo?) e dicendo che facevo torto a tanti altri (idem rilevato da qualcuno? ovviamente no...) è appunto perché, come già nel caso del meno performante di essi, il 100APQ, sono strumenti perfetti. Che danno zero problemi e 100% risultati.

E chi non se ne accorge è perché, protervamente, decide di non volersene accorgere; perché basta metterci mano per toccare ciò senza ombra di dubbio. E, quando uno sta facendo "contenuto" e non giocando al "piccolo meccanico", questo conta: i risultati. O, meglio, zero problemi e 100% risultati. Se così non è, via lo strumento e sotto un altro. Non importa quale sia il tipo o la marca che c'è sopra.

Altri strumenti sono più performanti? Ovvio. Ci sarà sempre uno strumento più performante in senso assoluto, qualunque cosa si faccia e/o si abbia. Ma non necessariamente a zero problemi e 100% risultati.

E ne so qualcosa non perché, comodamente seduto in poltrona, l'ho letto su una rivista patinata e/o su qualche forum, ma perché, come chiaramente menzionavo nell'intervista — e ringrazio Raf che, unico (!), se n'è accorto — ho, accanto a rifrattori di benchmark, tutta una serie di strumenti a specchio che smonto e rimonto, e modifico e riallumino e ricoatizzo e taro meccanicamente (aggiungendo anche queste tarature ove non presenti), etc.... tentando di approssimare quella resa "0/100" (o anche "poco/tanto"). Tutto ciò a costo di problemi, appunto, continui; ed estenuante ricerca di soluzioni; ed elevato dispendio di tempo, e di vil denaro.

Quindi ho molto ma molto ma molto chiaro — di primissima mano e senza preconcetti, visto che sono tutti strumenti miei — che, a ben vedere e a farli come vanno fatti, questi strumenti economici non lo sono affatto, dato che, spesso e volentieri, la meccanica fatta bene costa assai più dell'ottica (vedi p.e. i Maksutov prodotti e/o intubati da R. Christen (Astro-Physics) e da M. Wirth (APM), come pure i Cassegrain prodotti da C. Fus (CFF), per non nominarne che alcuni — e perfino lì, se vai a vedere, ci sono bei compromessi dettati dalla commercializzazione), e che è pia illusione ritenere che le case costruttrici mass-market non siano altro che succursali dei Frati Francescani, e che lavorino in perdita per regalare strumenti miracolosi alle astrofile genti.

Quindi, di nuovo, smazzarsi questi strumenti, non per darci uno sguardo fugace tipo bighellonata sul Cielo con le mani in tasca, ma per tirar fuori il più possibile ciò che la loro ottica dovrebbe fornire (e sistematicamente non fa), richiede attenzione certosina allo strumento e alla sua ubicazione, con la costante presa in considerazione di una lista di variabili lunga una pagina, molte delle quali solo parzialmente controllabili. Non una passeggiata di salute, insomma; che uno potrebbe volersi giustamente risparmiare.

Che poi io decida di farlo, se non altro per amor di conoscenza, sono affari miei. Ma, in parallelo, capisco perfettamente che, se vuole fare 100% di tempo di osservazione a zero problemi, uno possa o finisca per rivolgersi ad un altro tipo di strumento, tornando poi a casa sereno con un sorriso a 32 denti. Ed è esattamente quello che spesso (anche se non sempre) faccio anch'io quando mi dedico al fine (il Cielo), invece che allo strumento (il telescopio o la montatura o qualunque altro pezzo di equipaggiamento).

Questo però, di nuovo, non mi impedisce di avere nel parco ottiche più strumenti a specchio (parliamo di una ventina di "riflettori": è lo scotto da pagare per lo studio e la ricerca) che a lente. Ma tenendoli tutti in un posto che si chiama "Refractorland", in omaggio alla filosofia osservativa espressa nell'intervista, che alas i summenzionati strumenti a specchio non incarnano, per usare un eufemismo, altrettanto bene (o, in alcuni casi, affatto).

Immagino questo possa risultare spaesante per chi s'inebria di fazioni campanilistiche, ma è proprio piano e semplice ("as easy as it sounds", per dirla all'Albionica). E', se si vuole, la differenza tra chi osserva una partita di Calcio per rilevare ed analizzare in silenzio schemi di gioco delle due squadre, e chi va allo stadio bardato da ultrà ad urlare a squarciagola un tifo sfegatato. E' la stessa partita; ma sono due attività molto diverse. E, anche se non è il mio sport preferito, a me (come a molti altri) piace il nobile Gioco del Calcio; mentre epidermicamente non sopporto il tifo, né tantomeno i tifosi.
Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
Canale Youtube https://www.youtube.com/c/binomania/?sub_confirmation=1

Siti Web
Binomania.it-Recensioni di binocoli, spotting scope, telescopi astronomici e altro ancora
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Termicienotturn.it-Recensioni di strumenti ottici e digitali per la visione notturna
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Francesco T »

Grazie mille Piergiovanni per il tempo dedicato a questa intervista!

È sempre molto interessante ed istruttivo leggere cosa pensa Il Massimiliano nazionale.

:clap: :clap: :clap:
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-SPECOLA->
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ah, ok,
il titolo era arbitrario nel senso che è stato deciso unilateralmente.
Buono a sapersi.
Grazie a Massimiliano Lattanzi per la precisazione e quindi per il chiarimento.
A questo punto la domanda da parte mia sorge spontanea; ma la bozza che è stata "sbobinata", ovvero quanto pubblicato, riporta le domande così come sono state davvero poste, oppure anche lì c'è qualcosa da sottolineare?
Se le domande sono quelle che si leggono, allora le risposte sono attinenti alle stesse e di conseguenza anche tutto quello che ne deriva, per cui si ritorna punto a capo (domanda precisa, risposta precisa, contesto chiaro perché contestuale alla domanda).
Oppure mi sfugge qualcosa, oltre alle persone e ai trascorsi di quest'ultime, che mi sembra vengano menzionate più o meno apertamente nello sviluppo dell'intervista?
Ammetto di non conoscere questi retroscena, né di sapere a chi si rivolgano nello specifico, né in quale contesto siano nati, ma per quanto mi riguarda, non mi farebbero cambiare una virgola di quello che ho già scritto in questo thread e che dunque confermo.

Infine non posso non rilevare che per quanto mi riguarda le parole di Lattanzi che si leggono nella sua intervista sono chiare e circostanziate e inoltre scollegate completamente dall'eventuale titolo della stessa, per cui dove sta scritto che chi ha risposto in questa discussione lo ha fatto cogliendone il senso che più gli è parso e piaciuto?

Qualcuno forse sta giocando a nascondino?
Fabrizio Ferrario
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piergiovanni »

CIao Specola e buon inizio a settimana a tutti.
Mah..non penso che qualcuno stia giocando a nascondino. Personalmente ho solo creato un titolo ad hoc sul forum e sul sito per varie motivazioni.
Massimiliano Lattanzi non è conosciuto dai birdwatchers e dai naturalisti che frequentano il forum e ho voluto inserire un aggettivo che lo definisse. Per questo motivo la frase "discussione sull'astrofilia " mi pareva abbastanza azzeccata, cosi' come "astrofilo visualista" giacchè, ritenevo erroneamente che fosse principalmente un amante delle osservazioni visuali. In realtà, data la pronta precisazione di Massimiliano, mi sbagliavo. Del resto i titoli li decido sempre io, vedesi ad esempio ": il re del crepuscolo, sfida fra Top di Gamma, il gigante docile, etc.,etc...
Per quanto riguarda l'intervista non sono solito correggere o "sbozzare" un testo che ricevo, anche i miei collaboratori Piero, Paolo, Abramo, Andrea, etc,etc, potranno confermare che non ho mai modificato un loro articolo, al massimo ho deciso la disposizione delle immagini durante l'impaginazione. Le uniche modifiche sono effettuate in caso di interviste o articoli in lingua inglese dove dovete sorbirvi le mie pessime traduzioni.
Le domande inviate sono le stesse pubblicate. Massimiliano mi ha solo chiesto di unirne un paio, perché aveva scritto molto testo, toccando vari argomenti.
Insomma..nessun mistero, proprio come nell'Area 51 a GroomLake :mrgreen:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ciao Piergiovanni,

per essere precisi, io mi riferivo al "contorno", perché per conto mio il resto è sufficientemente chiaro, qualunque sia il titolo dato ad un elenco di domande e relative risposte.
Fabrizio Ferrario
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Non ho capito cosa significhi quando dice che ha chiesto aiuti finanziari e ha ricevuto cifre a 4 zeri dall'estero e 11€ dall'Italia..
Codesta refractorland quindi cosa sarebbe, un agriturismo, un osservatorio privato aperto al pubblico con quote sociali, un'opera di beneficenza del vaticano o cosa...
stevedet

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Caro Piergiovanni, anche se solo virtualmente, ci conosciamo da molti anni e come più volte ho detto, ti ho sempre stimato molto nelle tue recensioni.
Perdonami dunque la franchezza, ma sono un po' sorpreso della sudditanza psicologica che dimostri di avere nei confronti del sig Lattanzi.
Da proprietario ed amministratore ed editore di tutto il tuo progetto Binomania, modifichi il titolo che avevi scelto per questo topic, solo perché a Lattanzi (che in questo forum non è neppure iscritto) non piace? Inoltre accetti di pubblicare nel forum una sua lunghissima mail, nella quale ti rimprovera di aver riportato integralmente l'intervista (di cui però precisa di non rinnegare nulla).

Io so che il Presidente della Repubblica si chiama Sergio Mattarella. MI sono forse perso qualcosa?

Perdonami, ma al posto tuo avrei consigliato al sig. Lattanzi di iscriversi al forum per esprimere direttamente le sue idee, senza interposta persona, visto che tramite te si sta rivolgendo a tutti coloro che sono qui intervenuti.
Ma forse non ci considera degni di interloquire con lui...
Non discuto la preparazione e l'esperienza del soggetto in questione, ma certamente dalle sue parole io avverto una notevole e sgradevole spocchia che proprio non mi piace e personalmente ho sempre diffidato di chi non perde occasione per far pesare il suo sapere in modo troppo palese. Anche tra musicisti ho incontrato spesso personaggi tutto sommato modesti ma dalla spocchia immensa e viceversa musicisti di grande bravura, ma di una umiltà disarmante.

Concludo dicendo che trovato sul forum astrofili.org una vecchia discussione del 2007, dove partecipava il signore in questione, che mi ha fatto comprendere molte cose; soprattutto quanto sia stata ingenua la mia domanda relativa all'assenza dei dobson nel suoi lunghi soliloqui. :lol:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piergiovanni »

Ciao Stevedet, nessuna sudditanza, oltretutto non conosco neppure molto bene Massimiliano, dato che ci saremo scritti forse un paio di volte prima di Natale per un telescopio Filotecnica.
Mi venne in mente, proprio in quel periodo, che sarebbe stato interessante intervistarlo, giacché avevo notato da parte sua molta disponibilità e esperienza pratica.
Presumibilmente ritengo che ci siano rancori mai sopiti su altre piattaforme che hanno generato questo clima un po'...frizzante e di cui non ero a conoscenza.

E' un mio modo di fare abituale quello di cercare di dirimere le situazioni e evitare le polemiche, ma vista anche la tua risposta, penso che qualsiasi altro mio commento sia superfluo. Io non ho pubblicato la email di Lattanzi per spargermi il capo di cenere, ma perché mi è stato chiesto. Sono solito mantenere imparzialità nelle recensioni ma trattandosi di una intervista e avendo ricevuto la richiesta dell'autore di non essere additato come "mero visualista" mi è parso abbastanza normale fare le modifiche del caso. Di contro sono anche solito lasciare i testi integrali dei collaboratori-intervistati senza apportare modifiche. Non è un eccezione questa, è già successa, come potrà capitare nuovamente.

Non arrabbiatevi, tuttavia io termino qui la mia partecipazione a questa discussione. Non perché abbia voglia di fornire ulteriori giustificazioni, ma perché preferisco concentrarmi sui miei amati binocoli e sulle "scarse" osservazioni lunari, per colpa del pessimo seeing di Marzo.



Buona giornata a tutti
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ciao Stevedet,

considera che niente è scolpito nella pietra; dal 2007 fino ad arrivare ad oggi, tantissime cose potrebbero esser nel frattempo cambiate, rispetto ad allora.
Parimenti le stesse considerazioni valgono anche per quest'ultima intervista rilasciata da Massimiliano Lattanzi.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ciao Piergiovanni,

sono d'accordo con te.
Meglio concentrarsi su attività più piacevoli ed edificanti.
L'efficacia della tua comunicazione per me è sempre stata fondata sul fatto di fornire un riferimento sicuro al lettore/ascoltatore, ovvero a chi ti segue con interesse.
Questo punto di forza purtroppo viene vanificato, quando/se si parla per "interposta" persona.
IMHO.
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Angelo Cutolo

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Angelo Cutolo »

A parte la questione sulla sudditanza su cui non sono d'accordo (penso sia solo il tentativo di essere il piu trasparente e corretto possibile), concordo con il resto dei concetti espressi da stevedet, questa mail di precisazione fa trasparire in maniera ben piu lampante rispetto all'intervista, il "difetto" del sig. Lattanzi di cui al mio primo post di questa discussione.

Onestamente ammiro Pier per la sua diplomazia e buon carattere, fossi stato nei suoi panni mi sarei alterato non poco e dopo aver pubblicato (doverosamente) la mail del sig. Lattanzi, dove di fatto vi è una chiara accusa all'intervistatore (il sig. Piergiovanni Salimbeni) di aver non solo travisato e fatto travisare il pensiero dell'intervistato (il sig. Massimiliano Lattanzi), ma (tramite i titoli "sbagliati" secondo l'intervistato) aver "pilotato" (o tentato di pilotare) il pensiero dei lettori, avrei elimitato l'intera intervista dal sito.
stevedet

Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Angelo, condivido quanto hai scritto e comprendo che la definizione di "sudditanza psicologica" da me espressa possa essere suonata sgradevole.
In tal senso me ne scuso con Pier, che evidentemente sa essere molto più paziente e diplomatico di me, doti queste indispensabili per poter gestire un forum... :thumbup:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vincenzo »

Ciao a tutti, ammetto 3 cose:

1) non ci capisco niente...
Ad esclusione del fatto siamo (noi umani) davvero strani e con predisposizione spiccata a complicarci la vita

2) che confondiamo, talvolta, il significato di parole molto diverse (es. suddittanza vs educazione)

3) di gran lunga preferisco stasera (e non solo) osservare la Luna piuttosto che leggere e scrivere sui forum
;)
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Francesco T »

Si è vero caro Direttore, noi italiani siamo strani.

Una mia amica fotografa che ci legge, estranea al mondo dell' italica astrofilia e quindi capace di dare quel giudizio verace che solo un "esterno" può dare, mi ha riportato di essere rimasta colpita dal fatto che del gigantesco quantitativo di spunti di riflessione teorici e tecnici offertoci dal Massimiliano noi abbiamo rimosso tutto..

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Credo avremmo tanto su cui riflettere.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Trovo molti più spunti tecnici, pratici e teorici, nelle pubblicazioni di piergiovanni,raffaello,andrea bosi,piero...
esposti sempre in maniera rigorosa con umiltà,imparzialità e immediata comprensione,
piuttosto che una valanga di parole (certo in perfetta dialettica italiana e latina) ,ma spesso sul nulla di concreto, di lattanzi, esposte col suo solito ego,che non è cambiato nei lustri.
La storia della "livrea dei suoi telescopi inarrivabili e rarissimi" e della sua zona osservativa unica al mondo, e' rimasta immutata, ecco.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Andrea75 »

Devo ammettere con non poco disappunto che il modo in cui sta continuando questa discussione riesce a stufare perfino me. E questo nonostante varie esortazioni più o meno esplicite a cercare, almeno, di entrare nel merito della questione: cosa che in tutti gli interventi che si possono leggere qui è riscontrabile assai di rado e spesso di sfuggita.
Lo dico fuori dai denti: non me ne frega niente se uno è d'accordo o no, se i toni del Lattanzi gli fanno girar le palle, se dieci anni fa qualcuno si è offeso a causa sua... qui non siamo all'asilo Mariuccia.
Qui si parla di altro: se uno ha da dire nel merito e con pertinenza bene, altrimenti si fa meglio a tacere una buona volta.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Francesco T ha scritto: 12/03/2019, 17:25 Si è vero caro Direttore, noi italiani siamo strani.

Una mia amica fotografa che ci legge, estranea al mondo dell' italica astrofilia e quindi capace di dare quel giudizio verace che solo un "esterno" può dare, mi ha riportato di essere rimasta colpita dal fatto che del gigantesco quantitativo di spunti di riflessione teorici e tecnici offertoci dal Massimiliano noi abbiamo rimosso tutto..

Concentrandoci esclusivamente su " i toni".

Credo avremmo tanto su cui riflettere.
Probabilmente c'è anche del vero in quel che dici. D'altronde nella passione per l'astofilia, per l'osservazione del cielo, vi è in molti di noi una componente chiamiamola "naif" molto forte e dunque forse è inevitabile che anche questo lato puramente emozionale entri nel gioco delle discussioni.
Comunque, visto che muovi questa critica (e prima che il topic venga chiuso perché finito in vacca) potresti aiutarci a riportarlo su una carreggiata più razionale, facendo un elenco dettagliato e sintetico del "gigantesco quantitativo di spunti teorici e tecnici offertici dal Massimiliano".
Così magari la discussione può continuare in modo più costruttivo per tutti. :thumbup:
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Esatto! :thumbup:
Riassumendo, quali sarebbero?
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Andrea75 »

... Un visualista, come telescopio, ha bisogno di uno strumento per quanto possibile eccellente... Nell'osservazione si è "live" e non c'è post-processing: quello che lo strumento restituisce bene, si vede; quello che restituisce poco o male va facilmente perso perchè non lo si può far emergere con lunghe ore di elaborazione elettronica"
Qualcuno ha da dire in merito a questo? E che siano esperienze, per cortesia, non battute da bar... per tacere del fatto che svariati post fa qualcuno (Kappotto, per esempio) si già preso la briga di portare la propria esperienza osservativa in risposta a questa affermazione... siamo capaci di tornare a questo livello, per favore? Se no è meglio che ci diamo all'ippica...
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Premesso che a quanto pare è stato un errore ritenere di poter annoverare Massimiliano Lattanzi principalmente fra gli amanti delle osservazioni visuali, tanto che lo lo stesso si è prontamente sentito in obbligo di fare una rettifica a mezzo precisazione che è stata pubblicata in questa stessa discussione, per quanto mi riguarda non soltanto un visualista, come telescopio, ha bisogno di uno strumento per quanto possibile eccellente...
A prescindere dall'essere o meno "live", quello che lo strumento restituisce bene, si vede; quello che restituisce poco o male va facilmente perso, se al di fuori delle capacità del sistema strumento/osservatore.

Anche in visuale può intervenire una sorta di post-processing.
Certo, la cosa è più scontata nell'elaborazione elettronica, però non bisogna dimenticare che finché si osserva e l'informazione viene vista e memorizzata è una cosa, mentre quando poi tutto questo viene messo per esempio su un foglio di carta, la stessa informazione "cambia" e ognuno può metterci del suo (i canali marziani disegnati da un grande osservatore planetario come per esempio Schiaparelli, insegnano).
Ciò accade per questioni meramente estetiche, oppure di bravura nel disegnare.
Di certo anche l'osservatore visuale riesce a cogliere e filtrare brevissimi istanti dai quali emergono microdettagli che normalmente non sono visibili.
Io personalmente prediligo l'osservazione visuale; scattare foto e effettuare video riprerse sono attività che non mi hanno mai appassionato.
NON sono un bravo disegnatore, per cui al massimo mi dedico a schizzi per documentare dei particolari.
Anche se fossi un novello Giotto, non sarei mai capace di mettere su una tela tutto quello che riesco a cogliere osservando in uno qualsiasi dei miei telescopi e tutto questo lo ritrovo anche guardando i disegni altrui.
Infatti quando mi capita di vedere la documentazione di una scheda di osservazione planetaria, svolta da qualcuno in contemporanea ad una mia osservazione, non posso non notare che, sebbene la bravura dell'osservatore/disegnatore a cui va tutto il mio plauso, all'oculare di solito io riesco a vedere decisamente di più, rispetto a quanto riportato nel disegno.

Ritengo quindi che lo scopo principale del documentare sia quello di congelare l'osservazione, in modo da poter dare spunti per un confronto nel tempo e questo si può fare sia fotograficamente, che visualmente, perché comunque mettendo "nero su bianco" l'osservazione su un foglio di carta bianca, su uno di carta fotografica, oppure su un monitor, inevitabilmente si introducono anche degli "artifizi".

Precisione della strumentazione utilizzata e capacià/esperienza dell'osservatore fanno la vera differenza; imho.
Qualsiasi risultato comunque andrà poi valutato sempre "filtrando" qualcosa e a questo proposito il fatto di divertirsi ad osservare visualmente, fotograficamente, videofotograficamente, ecc., sono tutti modi con una stessa dignità, se compiuti con onestà intellettuale.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da stevedet »

Andrea75 ha scritto: 12/03/2019, 22:14 ... Un visualista, come telescopio, ha bisogno di uno strumento per quanto possibile eccellente... Nell'osservazione si è "live" e non c'è post-processing: quello che lo strumento restituisce bene, si vede; quello che restituisce poco o male va facilmente perso perchè non lo si può far emergere con lunghe ore di elaborazione elettronica"
Qualcuno ha da dire in merito a questo? E che siano esperienze, per cortesia, non battute da bar... per tacere del fatto che svariati post fa qualcuno (Kappotto, per esempio) si già preso la briga di portare la propria esperienza osservativa in risposta a questa affermazione... siamo capaci di tornare a questo livello, per favore? Se no è meglio che ci diamo all'ippica...
Che per un visualista sia meglio osservare in uno strumento eccellente piuttosto che in un culo di bicchiere, mi sembra una di quelle storiche frasi che diceva Massimo Catalano, tipo: "È meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca anziché di un mostro, cretino e senza una lira". :lol:

Detto questo, posso solo dire che nella mia personalissima esperienza e per i miei gusti personali, ho trovato più appagante, più ricco di dettagli, più luminoso, più confortevole come pupilla d'uscita, in definitiva più emozionante, osservare in un dobson di almeno 25-30cm piuttosto che in un apo da 10- 12cm. Questo sia nel planetario che (ovviamente nel deep). Più di così non posso dire.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

-SPECOLA-> ha scritto: 05/03/2019, 0:52
Kappotto ha scritto: 04/03/2019, 18:11A mio parere tutti i telescopi son belli e tutti, se dietro c'è una forte passione, sono degli oblò sull'universo: dal dobson sotto un bel cielo scuro di montagna, allo SC sugli stretti balconi di città, al piccolo rifrattore da viaggio che ci si porta appresso stipato in mezzo agli altri bagagli.
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Andrea75 »

... Perfetto, direi che questi sono interventi già più costruttivi: grazie. Non per altro, ma perchè la cosa può interessare chi come me non ha accesso ad una esperienza osservativa - di qualsiasi livello sia, dal ludico al contemplativo, dallo scientificamente impegnato all'... ascetico - fatta con diversi strumenti, soprattutto di una certa dimensione e/o di una certa qualità opto-meccanica.
Il mio minimo di esperienza, però, è in linea con il dire che la ripresa (restando nell'ambito dell'osservazione dei pianeti, quindi in alta risoluzione - sul cielo profondo non ho elementi per parlare con cognizione di causa) spesso permette di trasformare in cigno il classico brutto anatroccolo, o comunque di "spremere" più facilmente qualsiasi strumento io abbia tra mano anche se di qualità non eccelsa nè particolarmente buona.
Nell'osservare i pianeti con i miei due piccoli telescopi posso dire con certezza che nel caso di contrasti tenui come quelli di Giove la ripresa aiuta moltissimo a "tirar fuori" quanto visualmente è spesso arduo da notare, in particolare nel 114/1000 la cui costruzione economica e il cui astigmatismo sono assai penalizzanti in visuale (quando i contrasti sono alti, come con la Luna, le cose cambiano in meglio). La scarsa resa nei contrasti è compensata in parte dall'elaborazione e si può essere un po' più tolleranti sulla qualità ottica, a patto che la collimazione sia curata in modo maniacale e lo strumento arrivi comunque al limite di diffrazione (chiaramente miracoli non se ne fanno e tante volte mi rendo conto che devo tenere a bada gli artefatti, ben riconoscibili, indotti dall'astigmatismo del 114).
D'altra parte anche con il piccolo 60 mm, che in visuale rende assai meglio in virtù di una maggior correzione ottica, un uso equilibrato della ripresa mi permette di arrivare a cogliere più facilmente tutto il dettaglio alla sua portata; e proprio la pratica visuale dà un "binario" che permette di non farsi prendere la mano nell'elaborazione, mantenendola sobria.
Io mi sono abituato a considerare le due cose come complementari, l'ho detto molte volte: mi interessa osservare e siccome posso disporre solo di diametri piccolissimi e, in un caso, di qualità molto "entry level" faccio il possibile per sfruttarli. E la mia esperienza tende, nel suo piccolo e fatti i debiti paragoni, ad essere in linea con le conclusioni di Lattanzi - a.k.a.: il riflettore di qualità non eccelsa e molto ostruito è difficile da far rendere in visuale mentre rende più facilmente in ripresa. Il rifrattorino, che anche per la sua ridotta dimensione lavora praticamente sempre intorno alle specifiche teoriche, rende comunque meglio in ripresa ma è "più facile" anche in visuale, entro i limiti dati dall'apertura.
Diciamo che io non faccio una distinzione rigida tra "visualista" e "fotografo": nel mio piccolo mi servo dell'una cosa e dell'altra in funzione dell'osservare i pianeti il meglio possibile con risorse limitate. "Aggirando" per quanto possibile il problema quantitativo (apertura) e qualitativo (ottiche non eccelse nel riflettore).
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

A scanso di equivoci, anch'io sposo il modus operandi di servirsi mezzo di osservazione per ottenere il meglio possibile dalle sue risorse limitate e chiaramente il mezzo può avere qualsiasi schema ottico.

La precisione comunque è tutto, per cui anche il 114/1000 se raggiungesse la bontà della lavorazione del 60/700, azzererebbe l'esperienza per cui sembrerebbe più semplice far performare BENE un'ottica fotograficamente*, piuttosto che visualmente (* merito però più del post processing, che dello a ripresa vera e propria in sé).

Diciamo che comunque mentre la ripresa introduce errori strumentali (sistematici), l'osservazione visuale può introdurne anche di "casuali" (pensiamo ai canali marziani e alla luce cinerea di Venere, giusto per fare degli esempi).
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da piero »

Francesco T ha scritto: 12/03/2019, 17:25 Si è vero caro Direttore, noi italiani siamo strani.

Una mia amica fotografa che ci legge, estranea al mondo dell' italica astrofilia e quindi capace di dare quel giudizio verace che solo un "esterno" può dare, mi ha riportato di essere rimasta colpita dal fatto che del gigantesco quantitativo di spunti di riflessione teorici e tecnici offertoci dal Massimiliano noi abbiamo rimosso tutto..

Concentrandoci esclusivamente su " i toni".

Credo avremmo tanto su cui riflettere.
allora sottolineo certamente uno degli spunti di riflessione emersi e cioè l'attuale tendenza, ormai in corso da anni, è quello di buttarsi subito sulla fotografia mentre l'osservazione è ormai in via d'estinzione con la conseguenza di avere schiere di astrofili che comprano strumenti in funzione della fotografia, passano ore al pc chiusi in macchina per stare al caldo, non sono in grado di puntare un oggetto senza go-to, molto spesso nemmeno sanno orientarsi nelle costellazioni e non hanno idea di cosa significhi un cielo nero (ma questo purtroppo non è tutta colpa loro).
E non sto parlando di elusivi NGC ma di puntare con un banale punto rosso "classici" come M27, M1, il velo del cigno etc o puntare a vista con un binocolo il cluster galattico nella vergine o il doppio di perseo.
Star hopping? cos'è un' app?
Ricordo, ahimè, molti episodi poco edificanti in questo senso da me vissuti nei luoghi osservativi che frequento e da operatori del settore che mi riferiscono che alla richiesta di uno strumento per fotografare spesso fanno fatica a vendere modelli che propongono per essere adatti ANCHE all'uso visuale in quanto il cliente non interessato.
osservo con:....due occhi, perché two is meglio che one.....
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da PiVo »

Un saluto a tutti. Mi chiamo Paolo e sono un appassionato astrofilo, inizialmente solo con telescopi, ultimamente ho molto apprezzato la versatilitá dei binocoli. Questo è il mio primo post.
Ho letto con interesse, anche se un pò in ritardo rispetto all’uscita, l’intervista a Max Lattanzi. Ovviamente non mi pronuncio sulla “questione” intercorsa tra il suddetto e il Direttore, non conosco i fatti e non mi permetto di dare giudizi.
Quello che però mi ha un pò “disturbato” (virgolettato!) è il giudizio di qualcuno su Lattanzi da cui traspare talora fastidio e ironia.
Non ho il piacere di conoscere personalmente Lattanzi (anche se anni fa ho avuto la fortuna di acquistare da lui un Zeiss APQ 130 e quindi scambiare qualche parola... mi è costato “un occhio” ma credete, ne è valsa la pena...). Quindi mi limito a giudicare quello che scrive sui forum, specie Cloudynights.
Max Lattanzi è un purista. Questa è una parola che a molti può far storcere il naso, può perfino dar fastidio. Ma cosa vogliono questi puristi? Nulla, semplicemente amano a dismisura qualcosa, si applicano sul campo per ottenere la massima prestazione e poi cercano di condividere con la comunità i loro risultati. Non ci trovo nulla di male. Non è una questione di voler essere saccenti o di voler essere superiori agli altri, ma solo comunicare, a chi è similmente appassionato, un qualcosa di speciale, talora unico.
Penso che nessuno possa obiettare le conoscenze e le capacità del Lattanzi, persona conosciuta nel nostro ambito in tutto il mondo. Quello che scrive è costante fonte di riflessione e ispirazione non solo per il sottoscritto ma anche per autorevoli esperti internazionali (tra cui alcuni dei più noti produttori di ottiche al mondo...). A mio avviso ciò che è stato scritto nell’intervista è chiaro e basato su solide fondamenta. Certo, si può dissentire, come in ogni cosa della vita. Ma ritengo difficile non condividere alcune critiche che vengono fatte al mondo dell’astrofilia amatoriale e la “deriva” astrofotografica e social che si sta verificando negli ultimi anni. Lui è un visualista convinto, ha i suoi mezzi, una eccellente capacità dialettica, probabilmente anche le risorse economiche per fare quello che fa. Meglio così, il nostro hobby sarebbe certamente migliore con altri Lattanzi sul campo...
Complimenti al Direttore per l’intervista (indipendentemente da come siano andate le cose...).
Un saluto a tutti.
Paolo
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vale75
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da vale75 »

Sembra un post autobiografico! :whistle:
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-SPECOLA->
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ciao Paolo,
benvenuto; grazie per il tuo intervento.

Domanda,
il Direttore che menzioni è Piergiovanni Salimbeni; confermi?
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della Immagine , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
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Re Vega
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Re: intervista a Massimiliano Lattanzi

Messaggio da Re Vega »

PiVo ha scritto: 14/04/2019, 15:05 il nostro hobby sarebbe certamente migliore con altri Lattanzi sul campo
assolutamente d’accordo 👍
Strumenti:
Zeiss AS 150 f/15 e D&G 152 f/15 (intubazione Fumagalli); Taka FS128; S.W. 120ED; Pentax 75 EDHF
Set oculari Zeiss Abbe I; TMB supermono 6 e 8 mm; Taka LE 5 mm e Abbe 12,5 mm; Barlow Zeiss 2x
Fujinon 7x50 Mariner; Zeiss Dodecarem.

“Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone oppresse e amare quelle che opprimono.” - Malcom X. 
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