Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Osservazioni del Sole e del Sistema Solare, del cielo profondo, di comete e quant'altro sopra le nostre teste
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Francesco T
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Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Francesco T »

Qualche giorno fa mi sono recato a Carpi a casa del caro Maurizio Forghieri " Il maestro" , per passare un po' di tempo con lui e per testare il suo mitico 150 f 5 superlucidato abbinato ad un esemplare di Chromacor in mio possesso; il pomeriggio si è poi trasformato nell' occasione unica di poter toccare con mano ed utilizzare diversi rifrattori molto interessanti.

Sono anni che Maurizio sopporta placidamente il nostro " pacato stalkeraggio ", ho perso il conto di quante e quali richieste io, il Direttore Vincenzo De Mottonizza ed altri appassionati di rifrattori gli abbiamo fatto nel tempo, quante visite, quante domande, per poter imparare, comprendere e carpire il più possibile circa i nostri amati vetri da chi senza tante chiacchiere li lavora con le proprie mani.
In questi anni pazientemente ci ha dedicato attenzioni, sopportato le nostre smanie e condiviso con noi la sua conoscenza , come un saggio professore consapevole del fatto che qualcosa di buono potesse aleggiare dietro ai suoi studenti scalmanati.
Il pomeriggio è letteralmente volato, fra osservazioni, confronti circa le nostre amate "cose" astronomiche e semplici quanto formative chiacchiere con Maurizio.

123.jpg

Inizialmente la nostra attenzione si è rivolta verso il 150 f 5 " rigenerato" :
Lo scopo iniziale della visita era infatti quello di verificare come suddetto rifrattore potesse performare in accoppiata con il Chromacor, il mitico device ideato da Valery Dehryuzin nel 2003 ai fini di abbattere l'aberrazione cromatica nei 150 f8 acromatici cinesi dell'epoca:
Col tempo sarebbe emerso che il gingillino era in realtà in grado di funzionare bene anche accoppiato ad altri rifrattori acromatici, gli americani infatti ne fanno un uso estensivo con i mitici D&G 8" f12, 6" f 12 e addirittura 10" ed oltre a lungo fuoco; l'astrofilo d'esperienza Jeff Blazey che scrive su Cloudynights lo utilizza con un monumentale 11" f 12 D&G , in rete si trovano i suoi entusiastici commenti e le sue osservazioni di dettagli su Ganimede enelle calotte polari di Marte con il grande rifrattore.
E' un peccato che la cultura dei grandi rifrattori a lungo fuoco, eccezionali performer sempre e comunque, così diffusa negli Usa, sia divenuta marginale nel nostro amato Bel Paese.


Il test ha avuto luogo da casa di Maurizio a Carpi, nel pomeriggio, e come target abbiamo utilizzato alcune antenne in lontananza - circa un'ottantina di metri - e le tegole su di un tetto ad una cinquantina di metri, i particolari sui muschi e i licheni sulla superficie di queste ultime ci hanno permesso di testare il contrasto e la capacità di leggere il dettaglio dell'accoppiata 150 f 5- Chromacor.
Le cose che sono saltate sin da subito all'occhio sono due:
La superlucidatura effettuata dal Maurizio trasforma il rifrattore in un telescopio di qualità superiore alla media, il contrasto aumenta considerevolmente rispetto ad un telescopio lavorato con una superlucidatura mass market, la luce diffusa che caratterizza la maggiorparte degli acromatici a corto fuoco scompare, ma la cosa che colpisce di più è la *trasparenza* dell'immagine, che diventa nel contempo più luminosa; il risultato è che ci si dimentica letteralmente di avere un telescopio interposto fra noi e ciò che si sta osservando, sembra di essere lì a pochi metri dal nostro target.
L'attenzione che un ottico capace può dare ad un singolo pezzo custom si traduce in una marcia in più che quest'ultimo è in grado di offrire ai fini osservativi; con questo rifrattore e' possibile salire con gli ingrandimenti oltre i 250 x mantenendo l'immagine perfettamente contrastata.

1234.jpg

La seconda cosa che si è palesata chiaramente è l'incompatibilità del Chromacor con un sistema ad f5:
Come ci aspettavamo il Chr non è in grado di abbattere l'aberrazione cromatica nel cortissimo rifrattore, il progettista ce l'aveva d'altro canto scritto, al di sotto della focale di f8 il Chromacor non funziona; laddove è possibile utilizzarlo con focali maggiori allontanandolo tramite prolunghe dal punto di fuoco, ad f 5-6 non è in grado di fare il proprio lavoro.
L' aberrazione cromatica non scompare quindi, ma muta aspetto, l'immagine presentava glimpse di cromatismo quà e là ed anche la sferica peggiorava seppur di poco, il contrasto era più basso.
Non siamo riusciti in tutta onestà ad effettuare star test poichè in quel momento del pomeriggio non erano presenti riflessi da poter "utilizzare" a tal scopo; la situazione è stata comunque chiara agli occhi di entrambi, il 150 f 5 acromatico non può essere utilizzato con profitto in combo con il Chromacor.
Invero abbiamo potuto utilizzare meramente un chromacor "N" poichè quello avevamo a disposizione, ma non credo con un "U" o un "O" la situazione sarebbe cambiata molto, i diversi "flavours" del Chromacor vanno a compensare piuttosto , rispettivamente, la sovracorrezione o la sottocorrezione di un'ottica, la correzione dell'aberrazione cromatica rimane la medesima.



Con mio grande gaudio e dato che era passata solo un'oretta- nonostante la gradevolezza della situazione facesse sembrare che fossero trascorsi si e no una decina di minuti, dopo aver testato il 150 f 5 ci siamo dedicati all'osservazione con il potente 200 mm f 6 acromatico egregiamente intubato in un bel bianco acceso da Maurizio assieme a suo suocero, il mitico Vittorio Rustichelli, altra pietra miliare dell'astrofilia italiana dei tempi d'oro.
L'imponente acromatico Barride ci ha regalato un contrasto molto buono ed una luminosità che permetteva di discernere particolari che vanno ben al di là di quelli consentiti dal solito "guinzaglio" dei 6" ; nonostante la corta focale l'aberrazione cromatica era assolutamente contenuta anche al salire di ingrandimenti.

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Subito è saltato all' occhio come il Barride a differenza del 150 sia assolutamente Chromacor-friendly: Evidentemente il cono di luce generato dalla focale di 1200 mm, simile a quella del 150 f 8 per cui il Chr era stato progettato, permette al device di lavorare correttamente.
A questo punto mi chiedo se il Chromacor sia piu' ottimizzato per una certa lunghezza focale piuttosto che per un dato rapporto focale . Il progettista Valery Deryuzin, come abbiamo già avuto modo di scrivere, difficilmente risponde a chi gli chiede circa il funzionamento del Chr con configurazioni altre rispetto al 150 f 8. Lui stesso si è sbagliato più volte nel consigliare le distanze nelle quali posizionarlo con rifrattori a lungo fuoco; io con il 220 mm f 15 ho trovato uno sweet spot ad una distanza diversa da quella suggeritami da lui, ma di questo parleremo più avanti.
Il Chr in un certo qual modo si comporta come un "cavallo pazzo" che merita un attenzione dedicata caso per caso a seconda dell'ottica alla quale viene abbinato, non si puo' dare una ricetta circa il posizionamento a priori prima di conoscere i tipi di vetri,la focale, il diametro.
Questo particolare 200 mm f6 con il Chromacor funziona eccome, l'immagine è più contrastata e l'aberrazione cromatica abbattuta di un 70%, un risultato niente male, anche perchè ci si trova ad osservare con un telescopio non ostruito da ben 8", lungo come il classico 150 mm f8, in grado però di mostrare molto più dettaglio, con il contrasto di uno strumento a focale più lunga. I dettagli sulle grondaie, sui tetti e sulle antenne risaltavano, come se si fossero "accesi" e l'immagine era caratterizzata da minor luce diffusa.
Ricordo i filamenti dei licheni su un coppo perfettamente risolti, si potevano discenere particolari minutissimi.
Anche in questo caso viene naturalmente da chiedersi come mai il mondo dell'astrofilia italiana abbia "autolimitato" il diametro degli strumenti a rifrazione utilizzati sotto l'asticella dei 6", un 8" f6 rimane un rifrattore ancora gestibile in quanto a dimensioni per quanto richieda una buona montatura.



Il tempo sembrava volare, osservare ascoltando le spiegazioni di Maurizio è un'esperienza avvolgente.

Last but not least , abbiamo montato il mitico tripletto 150 f 7 spaziato olio di Maurizio, progettato e costruito qualche anno fa ...Ma questo rifrattore merita un thread a parte..
Mi limito a scrivere che osservare un antenna ad una cinquantina di metri in un pomeriggio caldo e ventilato di città a 440 ingrandimenti tramite oculare hi-res Vixen HR 2.4 mm con il contrasto e la luminosità a cui siamo abituati coi rifrattori più commerciali a 150x è stato qualcosa di stupefacente.
Sembrava di essere a mezzo metro da quell'antenna ..Da rimanere senza fiato:
Era possibile vedere chiaramente le indentature i microdettagli e le scritte sui lati. Sapere a quanti ingrandimenti fossimo e vedere quella qualità e luminosità di immagine e' stato semplicemente impressionante.
Sembrava che qualcuno avesse lucidato con il Polish quei componenti metallici che poco prima con il 150 f5 parevano sbiadit




La qualità dei vetri, la spaziatura in olio che secondo Maurizio conferisce una luminosità maggiore, la lavorazione certosina, la superlucidatura ai massimi livelli, i coating custom.. Tutto interagisce affinchè questo tripletto possa essere definito super-apocromatico a tutti gli effetti. Chissà un Apocromatico di Maurizio ad f 12 cosa potrebbe sfoderare grazie alla più lunga focale, prima o poi gli chiedermo se ce ne lavorerà uno ,anzi, gli ho già detto che non appena andrà in pensione ed avrà più tempo lo aspetterò al varco per farmi lavorare qualche vetro. :D


Il pomeriggio era ormai concluso, ed ormai si era fatta sera. Maurizio ha voluto condividere con me quasi ad ora di cena le foto scattate con i tre moschettieri di cui abbiamo parlato, una più bella dell'altra. La Luna fotografata con il 150 f 5 mostrava il contrasto classico di una focale almeno doppia, per non parlare delle stupende foto di Marte, Saturno e Giove fatte con il Tripletto 150 f7 che abbiamo soprannominato " 150 tripletto Forghieri spaziato ad incenso" , data la perfezione "venerabile" con cui è stato lavorato . Le foto dei Pianeti sono così ricche di dettagli che sembrano fatte con un telescopio di diametro doppio .




Davvero, spesso siamo estrofili noi italiani.... Dimentichi del fatto che in Italia abbiamo le nostre eccellenze che nulla hanno da invidiare a quelle d'oltreoceano, anzi.


Un grazie a Maurizio per il bellissimo pomeriggio e alla gentilezza della moglie Daniela per l'ospitaità.
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Acronauta
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Acronauta »

Grazie per avere condiviso questa esperienza :thumbup: anche se i rifrattori soffrono meno lo scattering che invece affligge le superfici riflettenti, non faccio fatica a credere che il 150 ritoccato da Maurizio abbia guadagnato parecchio rispetto a come è uscito dalla fabbrica. Non ho capito però se ha mantenuto l'intubazione originaria o ne ha fatta una completamente nuova.

Bella bestia il 200... è spaziato in aria ?
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ForMa_55
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da ForMa_55 »

per il rigenerato l'intubazione è ancora la sua originale, l'unica cosa che voglio fare è mettere del vellutino nero nel paraluce, come ho fatto per il 200mm.
Il 200mm è spaziato in aria e forse sono riuscito ad individuare da quali vetri è composto.
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vincenzo
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da vincenzo »

Buona sera a tutti,

Bello leggerti Principe, bello sapere di esperienze con persone come "il Forghieri"

La notte della "Luna Rossa" del luglio scorso, in Abbazia, abbiamo ospitato piu di 2000 persone, il pratone era stracolmo, l'atmosfera sembrava quella di Woodstock, la protezione civile ed I vigili, hanno dovuto chiudere il cancello e mandare indietro le persone. Tra quelle, vi era Emma Gatti, nata ad Opera, laurea in geologia alla BIcocca, dottorato e master a Cambridge, docente al Caltech institute di Pasadena e dipendente della NASA. Un articolo di Repubblica, la definiva il massimo esperto dei vulcani di Marte. Mi ha molto favorevolmente colpito la semplicita' ed umilta' di Emma e la sua rassegnazione e quando mi ha raccontato che, avrebbe tanto voluto quella notte, osservato la Luna, mi sono commosso.

Leggendo di Maurizio e conoscendolo, mi e' venuto istintivo pensare ad Emma, e come queste due persone, siano tanto simili e preziose.

Emma, da pochissimo, e' socio onorario e membro del consiglio direttivo di AstroMirasole.

Ciao cari.
V.
Pratico il "voyeurismo ed il feticismo" con tante (lenti) e confesso la mia passione per le "mature" (lenti) ...
Damiano
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Damiano »

Ciao a tutti
un semplice grazie per aver voluto condividere questo interessante report osservativo , peccato non esserci stato in quel di Carpi...
Francesco T
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Francesco T »

Carissimo Damiano buongiorno ! Per recuperare sarai ospite d'onore in quel di Monfestino in maggio se ti va ;)
Giovanni Bruno
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Giovanni Bruno »

Letto tutto l'articolo con con vera ingordigia tecnica.

In una semplice descrizione di un pomeriggio, davvero tanto sapere ottico è emerso, per chi ha fame di apprendere.

Mi sono rimasti due dubbi, il 150/750mm commerciale, ma superlucidato e credo anche meglio corretto da MAURIZIO, aveva almeno un trattamento antiriflesso monostrato?

Leggendo invece del mitico TRIPLETTO spaziato in OLIO da 6" ad f7, autocostruito da MAURIZIO, si parla di trattamenti antiriflessio multipli CUSTOM, chiedo a MAURIZIO, fatti da chi?

Infine, sono un estimatore dei telescopi RUMAK e MAK NEWTON, INTES ed INTES MICRO e ne ho avuti davvero moltissimi e tuttora ne ho qualcuno.

Si dice, perlomeno lo dice ROHR , che questi strumenti Russi sono tutti SUPERLUCIDATI, io tutte le volte che ci metto l'occhio, mi accorgo subito della differenza con i pari diametro CINESI.

Questo per dare ragione a MAURIZIO sulla estrema importanza delle ottiche SUPERLUCIDATE. :thumbup: :wave:
Damiano
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Damiano »

Vengo a busso ma scriviamolo in caratteri piccoli perché il clima quando si organizza alla grande è sempre dispettoso...ahhh se mi fossi appassionato di microscopia.no clima no zanzare nada de nada
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ForMa_55
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da ForMa_55 »

Giovanni Bruno ha scritto: 09/04/2019, 8:39
Mi sono rimasti due dubbi, il 150/750mm commerciale, ma superlucidato e credo anche meglio corretto da MAURIZIO, aveva almeno un trattamento antiriflesso monostrato?

Leggendo invece del mitico TRIPLETTO spaziato in OLIO da 6" ad f7, autocostruito da MAURIZIO, si parla di trattamenti antiriflessio multipli CUSTOM, chiedo a MAURIZIO, fatti da chi?
il 150 f.5 credo avesse un multistrato.
il 155 f.7 dovrebbe avere un monostrato (è passato parecchio tempo e non ricordo bene) e la ditta si chiamava lav coating vicino a Firenze.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Giovanni Bruno »

MAURIZIO, grazie della risposta.

Certo che in origine l'SW da 150/750mm aveva un trattamento multistrato, ma la mia domanda è se dopo la tua SUPERLUCIDATURA gli hai fatto applicare almeno un MONOSTRATO, oppure un PLURISTRATO.

Questa informazione è basilare per dare una dimensione più precisa su quanto incide un trattamento antiriflesso e quando incide una SUPERLUCIDATURA alla voce luminosità finale ed al contrasto finale su un ipotetico 150/750mm, che venga da te superlucidato.

Ho letto su vari siti che un'ottica molto ben superlucidata è anche un po meno sensibile ad un seeing ballerino, questa cosa ti risulta? :thumbup: :wave:
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ForMa_55
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da ForMa_55 »

Giovanni Bruno ha scritto: 12/04/2019, 8:51 MAURIZIO, grazie della risposta.

Certo che in origine l'SW da 150/750mm aveva un trattamento multistrato, ma la mia domanda è se dopo la tua SUPERLUCIDATURA gli hai fatto applicare almeno un MONOSTRATO, oppure un PLURISTRATO.

Questa informazione è basilare per dare una dimensione più precisa su quanto incide un trattamento antiriflesso e quando incide una SUPERLUCIDATURA alla voce luminosità finale ed al contrasto finale su un ipotetico 150/750mm, che venga da te superlucidato.

Ho letto su vari siti che un'ottica molto ben superlucidata è anche un po meno sensibile ad un seeing ballerino, questa cosa ti risulta? :thumbup: :wave:

Dopo aver rigenerato il 150/750 non ho fatto rifare nessun trattamento antiriflesso.
Per quanto riguarda la sensibilità al seeing direi che la superlucidatura non centra nulla.
Comunque un parere te lo potrebbe dare Francesco, se ha una buona memoria visiva, perché un paio di anni fa a Monfestino fece una comparata fianco a fianco con un altro 150/750 originale in condizioni atmosferiche abbastanza buone.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Giovanni Bruno »

Grazie della precisa risposta, dove mi dici che il 150/750mm è ora totalmente privo di trattamento antiriflesso.

Leggendo della sensazione di ottima luminosità percepita in osservazioni da TEST TERRESTRI, emerge dunque che la superlucidatura, eliminando la luce diffusa tipica di un'ottica commerciale rugosa, ha aggiunto comunque della luce sul piano focale, nonostante l'assenza di un trattamento antiriflesso su ben 4 superfici ottiche.

Questa cosa dovrebbe fare molto riflettere su quanto sia produttiva una superlucidatura finale, in un sistema ottico. :thumbup: :wave:
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Francesco T »

ForMa_55 ha scritto: 12/04/2019, 15:27
Giovanni Bruno ha scritto: 12/04/2019, 8:51 MAURIZIO, grazie della risposta.

Certo che in origine l'SW da 150/750mm aveva un trattamento multistrato, ma la mia domanda è se dopo la tua SUPERLUCIDATURA gli hai fatto applicare almeno un MONOSTRATO, oppure un PLURISTRATO.

Questa informazione è basilare per dare una dimensione più precisa su quanto incide un trattamento antiriflesso e quando incide una SUPERLUCIDATURA alla voce luminosità finale ed al contrasto finale su un ipotetico 150/750mm, che venga da te superlucidato.

Ho letto su vari siti che un'ottica molto ben superlucidata è anche un po meno sensibile ad un seeing ballerino, questa cosa ti risulta? :thumbup: :wave:

Dopo aver rigenerato il 150/750 non ho fatto rifare nessun trattamento antiriflesso.
Per quanto riguarda la sensibilità al seeing direi che la superlucidatura non centra nulla.
Comunque un parere te lo potrebbe dare Francesco, se ha una buona memoria visiva, perché un paio di anni fa a Monfestino fece una comparata fianco a fianco con un altro 150/750 originale in condizioni atmosferiche abbastanza buone.




La luminosità nel 150 rigenerato e quello "standard" erano assolutamente paragonabili, non ricordo alcuna differenza a riguardo.

Piuttosto la luce diffusa che inficiava il secondo era assente nel primo, nel quale peraltro il contrasto aumentava sensibilmente, parallelamente al fatto di poter tirare di più con gli ingrandimenti.
Ricordo Marte e Saturno a 200 ingrandimenti ricchi di dettagli; fu un bellissimo side by side , molto significativo.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da vincenzo »

Caro Giovanni,
spero di rivederti presto e ti invito in Mirasole.

In Abbazia ci sono 2 rifrattori senza trattamento alcuno, il San Giorgio Morais 190 e lo Zeiss Asesten 110. Entrambi pero' hanno una lucidatura che definirei notevole...

Ti potrai fare la tua opinione (che poi, e' la sola che conta) circa la necessita' (non utilita') del trattamento antiriflesso.

Sono stato uno dei primi ad apprezzare il cinesone 150 (in piena moda contraria) ma anche la maggior parte di questo buonissimo strumento, come tutta la produzione mass market, segue logiche di marketing. Ovvero ad esempio: il consumatore/il mercato, e' formato sopratutto da fotografi ? Ecco l'offerta di "teleobiettivi" che vanno bene (anche) come telescopi (visuali). Il consumatore visualista, osserva (sopratutto) la aberrazione cromatica? Ecco l'offerta di rifrattori ben corretti per questo (trascurando spessissimo la correzione per altre aberrazioni piu Importanti). Infine, il consumatore chiede che il suo obiettivo appaia bello ? Ecco i piu' profondi trattamenti antiriflesso verdi, viola, marroni etc e con sigle evocative e creative ! Purtroppo ignorando cio' che conta non sono le apparenze...

Concludendo, ogni rifrattore e' frutto di un compromesso (anche commerciale) ma vi sono alcune che non sono opinabili per distinguere un eccellente rifrattore da uno buono, modesto, e da un "limone".

Per un rifrattore vocato alla osservazione visuale (indifferentemente hi rees/deep sky e indipendentemente dalle "menate" logistiche che ho letto) banalmente, la cosa fondamentale e' la figurazione e lucidatura delle ottiche e immediatamete dopo, la piu' lunga focale relativa.

Solo dopo, verranno le altre cose "fondamentali, utili, comode"; dalla scelta del numero di vetri (doppietto, tripletto, quintetto Jazz etc) dal trattamento antiriflesso (single, pluri, full, Gold Oxide, XYZ etc) alla tipologia di spaziatura (aria, olio, incenso, cannabidiolo, sperma, prosecco, etc)

Un abbraccio.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da piergiovanni »

Ciao Francesco. Grazie per il bellissimo reportage. Sono curioso di provare il 150 F/5 di Maurizio, dopo aver saggiato il tuo F8, sapientemente "rigenerato"
Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
Canale Youtube https://www.youtube.com/c/binomania/?sub_confirmation=1

Siti Web
Binomania.it-Recensioni di binocoli, spotting scope, telescopi astronomici e altro ancora
https://www.binomania.it

Termicienotturn.it-Recensioni di strumenti ottici e digitali per la visione notturna
https://www.termicienotturni.it
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Giovanni Bruno »

Il 150/750mm di MAURIZIO è davvero una pietra miliare su cosa si possa cavare da una apertura generosa e da un rapporto focale davvero troppo basso, per dare ottime prestazioni con delle lavorazioni ordinarie.

Quindi diventa naturale chiedersi, cosa succederebbe ad un ACRO CELESTRON C6, oppure un similare, da 150/1200mm, se sottoposto alla stessa cura di SUPERLUCIDATURA del 150/750mm. :thumbup: :wave:
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Francesco T »

Giovanni Bruno ha scritto: 13/04/2019, 9:22 Il 150/750mm di MAURIZIO è davvero una pietra miliare su cosa si possa cavare da una apertura generosa e da un rapporto focale davvero troppo basso, per dare ottime prestazioni con delle lavorazioni ordinarie.

Quindi diventa naturale chiedersi, cosa succederebbe ad un ACRO CELESTRON C6, oppure un similare, da 150/1200mm, se sottoposto alla stessa cura di SUPERLUCIDATURA del 150/750mm. :thumbup: :wave:


Caro Giovanni
e' proprio quanto vorrei chiedere a Maurizio, :D , il 150 f8 rispaziato Giacometti anela di poter ricevere la sua Superlucidatura.
Proverò a proporglielo quando ci vedremo, spero riesca a trovare il tempo. Sarebbe fantastico poter apprezzarne la differenza dopo il lavoro:
Questo 6" è destinato all'ottimizzazione, come passo finale vorrei chiedere a Massimiliano , che sta facendo test interessanti a riguardo, di ottimizzare la spaziatura, che già è stata sapientemente ritoccata, espressamente per l'utilizzo con il Chromacor in mio possesso.

Dopodichè il rifrattore sarà Ovidianamente chiamato " Metamorfosi" , da Acromatico a corto fuoco a Super Apo honoris causa.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Giovanni Bruno »

Caro FRANCESCO, visto che sei entrato in argomento per un ACRO da 6" ad f8 da far SUPERLUCIDARE da MAURIZIO, molto timidamente e rispettosamente, oso chiedere a MAURIZIO cosa costerebbe tale operazione di SUPERLUCIDATURA.

Avrei un CELESTRON C6 usato, acquistabile da un mio conoscente. :thumbup: :wave:
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da vincenzo »

Buona domenica a tutti.

Amo le personalizzazioni e telescopi di umili origini e mass market, si prestano bene a questi interventi.

Ho avuto anni fa anche contemporaneamente, diversi 6" cinesi, poi decisi di tenermi il migliore. Aveva una figura geometrica vicina alla perfezione e una lucidatura e brillantezza superiore percettibilmente. Lo customizzai nella meccanica e design ma non mi sognai certo di intervenire sull'obiettivo...

Voglio dire che, stante la variabilita' qualitativa dei cinesi, e a fronte di progetti specifici, ben vengano interventi sull'obiettivo da parte di persone capaci ed esperte.

Ma se l'ottica e' gia' ottimizzata per dare il meglio delle sue possibilita', quale il senso?

Io consiglio Giovanni, di verificare molto, molto bene il candidato cinesone di cui entrerai in possesso e solo dopo affidarlo nelle sapienti mani di Fausto o di Maurizio (compatibilmente con la loro disponibilita'). Ma tu questo ben lo sai !
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da vincenzo »

Francesco T ha scritto: 13/04/2019, 10:43
Giovanni Bruno ha scritto: 13/04/2019, 9:22 Il 150/750mm di MAURIZIO è davvero una pietra miliare su cosa si possa cavare da una apertura generosa e da un rapporto focale davvero troppo basso, per dare ottime prestazioni con delle lavorazioni ordinarie.

Quindi diventa naturale chiedersi, cosa succederebbe ad un ACRO CELESTRON C6, oppure un similare, da 150/1200mm, se sottoposto alla stessa cura di SUPERLUCIDATURA del 150/750mm. :thumbup: :wave:


Caro Giovanni
e' proprio quanto vorrei chiedere a Maurizio, :D , il 150 f8 rispaziato Giacometti anela di poter ricevere la sua Superlucidatura.
Proverò a proporglielo quando ci vedremo, spero riesca a trovare il tempo. Sarebbe fantastico poter apprezzarne la differenza dopo il lavoro:
Questo 6" è destinato all'ottimizzazione, come passo finale vorrei chiedere a Massimiliano , che sta facendo test interessanti a riguardo, di ottimizzare la spaziatura, che già è stata sapientemente ritoccata, espressamente per l'utilizzo con il Chromacor in mio possesso.

Dopodichè il rifrattore sarà Ovidianamente chiamato " Metamorfosi" , da Acromatico a corto fuoco a Super Apo honoris causa.
Principe, sei un vero alchimista! ...Dal piombo all'oro...
Pratico il "voyeurismo ed il feticismo" con tante (lenti) e confesso la mia passione per le "mature" (lenti) ...
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ForMa_55
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da ForMa_55 »

Prima di avventurarsi a rigenerare un rifrattore (cosa piuttosto impegnativa) bisogna fare la verifica della qualità tramite il test di Foucault o del contrasto di fase (Lyot).
Se l'obiettivo compare pieno di rugosità e di difetti zonali, allora con la superlucidatura si otterrà un obiettivo molto più performante.
Qualora invece i difetti appena menzionati siano poco percettibili la superlucidatura porterà certamente un miglioramento ma non così eclatante da poter giustificare un certa spesa aggiuntiva rispetto al costo iniziale dello strumento.

Per esempio questo è il contrasto di fase del mio apo 155 f. 7.
contrasto di fase apo 155 f 7.jpg
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Giovanni Bruno »

Caro MAURIZIO, il problema sta proprio nell'eseguire i due test da te suggeriti, con la perizia propria di chi dovrebbe poi anche intervenire, se necessario, effettuare la superlucidatura.

Intendo dire che le due cose, la verifica e se del caso, la superlucidatura, andrebbero fatte dallo stesso abile personaggio, overo tu. :thumbup: :wave:

Come passo intermedio, potrei portare il C6 da GIULIANO di TECNOSKY e farmi fare un TEST sul suo interferometro, ma non so se GIULIANO è anche attrezzato per fare il test di LYOT, per dare una dimensione univoca al livello di superlucidatura commerciale originaria del C6. :thumbup: :wave:
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da ForMa_55 »

Se Giuliano Monti ha un apparecchio di Foucault e uno specchio piano per autocollimazione non ci sono problemi.
L'importante che abbia la fenditura regolabile dove esce la sorgente luminosa e utilizzare una di queste maschere stampate su lucido e poi montate su telaietti per diapositive.
maschera per contrasto di fase.jpg
Oppure qui dove ci sono e istruzioni per realizzarle:
http://www.astrosurf.com/tests/articles ... ntrast.htm
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Francesco T »

Buongiorno a tutti.

Un veloce aggiornamento:
Sabato pomeriggio sono stato a Carpi a casa di Maurizio per la pulizia annuale del doppietto 220 mm f 15 Istar, cuore del cannocchiale Verne.

Il doppiettone, lasciato montato per la maggiorparte dell'anno sul tubo sotto coperte,teloni, protezioni e chili di Silica gel :D soffre non tanto per l'umidità - gli indicatori del Silica evidenziano una situazione di mancanza assoluta di problemi a tal riguardo - quanto piuttosto per i pollini che nonostante il bislungo paraluce inevitabilmente si insinuano all'interno del "dew shield " finendo sul doppietto.

I rifrattori di Monfestino sono dotati di lunghissimi paraluce (anche) per questo motivo.


I grandi rifrattori a lunga focale sono strumenti " da combattimento", che giocoforza debbono essere utilizzati senza troppe paranoie.
Essi perdonano più di altre configurazioni più "delicate", scollimazioni , cambi di temperatura e situazioni "border" ; non è certo possibile accanirsi in un "monta smonta" del doppietto ogni volta che si osserva, la lente pesa 8 Kg e si rischierebbe solamente di mettersi nei guai.
La situazione è ben diversa da quella di un Apo di 4-5-6 pollici che può e deve essere gestito con la massima premura . Ricordo le cure maniacali che ero solito dedicare al Takahashi fs 128, ossessivamente riposto nel suo "essiccatoio" - termine rubato al caro Federico - al termine di ogni sessione osservativa.
I vetri del Verne richiedono una pulizia annuale , e meno male che abbiamo Maurizio, nelle cui sapienti mani i vetri si sentono al sicuro come con nessuno.


aaaaaaa.jpg




Sfilando il doppietto dalla sua cella ci siamo accorti che i vetri non erano perfettamente accoppiati: Le tacche che garantiscono la perfetta reciprocità non corrispondevano ( Ahi ahi Istar...Cosa ci combini ) e gli anelli di Newton non erano perfettamente al centro .
Grazie a Maurizio ora il doppietto è lindo e pinto come appena giunto a Monfestino ed è tutto perfettamente al suo posto, le tacche corrispondono e gli anelli di Newton sono dove devono stare, il doppiettone non aveva mai goduto di così tanta salute; già si vedeva tanto su Giove le settimane passate, non oso immaginare ora.



az.jpg



Un grande grazie come sempre a Maurizio e un caro saluto a tutti.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da piergiovanni »

Ciao Francesco, grazie per il bell'aggiornamento.
Conosco molto bene gli innumerevoli dettagli che stai ammirando con i tuoi stupendi rifrattori, sono quindi oltremodo curioso di sapere se l'intervento di Maurizio ha portato dei piccoli benefici.
Io sto osservando dai cieli toscani con un piccolo Meade ETX90..giusto per non perdere l'abitudine ai dettagli :mrgreen:
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Damiano »

Complimenti per il lavoro che avete fatto facci veramente sapere del miglioramento che avrai nell' osservazione..gia prima di questo importante intervento vedevi di tutto..prima o poi salirò su da te...
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da ForMa_55 »

Francesco T ha scritto: 01/07/2019, 9:11
Sfilando il doppietto dalla sua cella ci siamo accorti che i vetri non erano perfettamente accoppiati: Le tacche che garantiscono la perfetta reciprocità non corrispondevano ( Ahi ahi Istar...Cosa ci combini ) e gli anelli di Newton non erano perfettamente al centro .
In effetti è piuttosto anomalo che la Istar quando assembla i propri rifrattori incorra in queste distrazioni.
Mi chiedo come sia possibile predisporre le tacche di riferimento e poi montare l'obiettivo senza verificarne il giusto posizionamento. Non hanno neanche verificato il centraggio degli anelli di Newton.
Avranno pensato tanto è un F. 15 e può tollerare tranquillamente un po di distrazioni.......... :doh:
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da -SPECOLA-> »

Dato che nel frattempo nessuno ha notato alcunché di strano mettendoci gli occhi dentro, credo che il tutto fosse comunque abbondantemente entro le tolleranze.
A questo proposito sarà interessante leggere se dopo l'intervento si percepirà in modo apprezzabile un incremento di prestazioni.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Acronauta »

Francesco T ha scritto: 01/07/2019, 9:11Sfilando il doppietto dalla sua cella ci siamo accorti che i vetri non erano perfettamente accoppiati: Le tacche che garantiscono la perfetta reciprocità non corrispondevano ( Ahi ahi Istar...Cosa ci combini ) e gli anelli di Newton non erano perfettamente al centro .
le tacche potrebbero essere state segnate per rappresentare la posizione di partenza da cui si cerca la corrispondenza migliore tra i piani tangenziale e sagittale delle due lenti, non è detto che debba essere la posizione definitiva, cioé che le tacche debbano coincidere, dipende dalla procedura di assemblaggio e da come effettuano il controllo finale. Ad esempio io segno le tacche sulle lenti prima di metterle nella cella, poi cerco la condizione migliore e a quel punto ho finito, non sto a togliere le lenti un'altra volta per segnare la posizione finale perché non mi pongo il problema che qualcun altro possa smontare l'obiettivo e debba capire come rimontarlo correttamente. Solo quando smonto l'obiettivo la volta successiva segno la posizione reciproca delle lenti che a questo punto considero definitiva (cancellando una delle tacche segnate in precedenza).

Meno comprensibile è che gli anelli di newton non fossero al centro, ma anche qui bisognerebbe capire se normalmente li controllano. Come sono spaziate le lenti ?
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da ForMa_55 »

Già avere messo delle tacche di riferimento vuol dire di non essere certi di avere mantenuto il parallelismo fra R1 e R2 e fra R3 ed R4.
Per esempio nel mio 200mm f. 6 che smontai per prendere le curve e gli spessori misurai anche il parallelismo delle due lenti ed era perfetto; infatti non c'erano tacche di riferimento.
Per quanto riguarda gli anelli di Newton abbiamo spostato leggermente uno spessorino, purtroppo però non abbiamo avuto il tempo di prendere misura dei tre spessorini per vedere se erano identici.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Acronauta »

Sugli strumenti commerciali di un certo rango, non quelli da supermarket o da principiante, è normale trovare dei riferimenti sul bordo delle lenti, io li visti spesso e anzi in quel caso di solito significa che sono stati un po' più attenti nell'assemblare l'obiettivo, altrimenti mettono i vetri nella cella senza tanti complimenti e chi s'è visto s'è visto. E' una pratica che dipende dal modus operandi del costruttore. Certo se uno è sicuro di aver fatto delle lenti perfette può anche farne a meno, ma io devo ancora vedere un telescopio commerciale che non migliori dopo aver cercato la corrispondenza migliore tra flint e crown.
c1.jpg
c1.jpg (22.18 KiB) Visto 7954 volte
Riferimenti li ho trovati anche nel San Giorgio-Morais, anzi in questo caso ce n'erano almeno di due serie diverse, e nessuna coincidente :lol: segno che l'obiettivo era stato smontato e rimontato più volte.
sg2.jpg
sg1.jpg
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Francesco T »

Raf584 ha scritto: 04/07/2019, 9:02
Francesco T ha scritto: 01/07/2019, 9:11Sfilando il doppietto dalla sua cella ci siamo accorti che i vetri non erano perfettamente accoppiati: Le tacche che garantiscono la perfetta reciprocità non corrispondevano ( Ahi ahi Istar...Cosa ci combini ) e gli anelli di Newton non erano perfettamente al centro .
le tacche potrebbero essere state segnate per rappresentare la posizione di partenza da cui si cerca la corrispondenza migliore tra i piani tangenziale e sagittale delle due lenti, non è detto che debba essere la posizione definitiva, cioé che le tacche debbano coincidere, dipende dalla procedura di assemblaggio e da come effettuano il controllo finale. Ad esempio io segno le tacche sulle lenti prima di metterle nella cella, poi cerco la condizione migliore e a quel punto ho finito, non sto a togliere le lenti un'altra volta per segnare la posizione finale perché non mi pongo il problema che qualcun altro possa smontare l'obiettivo e debba capire come rimontarlo correttamente. Solo quando smonto l'obiettivo la volta successiva segno la posizione reciproca delle lenti che a questo punto considero definitiva (cancellando una delle tacche segnate in precedenza).

Meno comprensibile è che gli anelli di newton non fossero al centro, ma anche qui bisognerebbe capire se normalmente li controllano. Come sono spaziate le lenti ?

Ciao Raffaello!

Qual'è la tua procedura "tipo" per trovare la condizione migliore, ovvero la perfetta reciprocità fra le due lenti?
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Acronauta »

E' un po' lunga, Francesco, faccio prima a spiegartela a voce se ci sentiamo, dovrei scrivere per mezz'ora e in questi giorni ho davvero pochissimo tempo. Magari ci farò un articoletto per Astrotest, quest'estate durante le ferie. Qualcosa lo trovi qui ma è solo una parte della storia.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Francesco T »

Raf584 ha scritto: 04/07/2019, 19:01 E' un po' lunga, Francesco, faccio prima a spiegartela a voce se ci sentiamo, dovrei scrivere per mezz'ora e in questi giorni ho davvero pochissimo tempo. Magari ci farò un articoletto per Astrotest, quest'estate durante le ferie. Qualcosa lo trovi qui ma è solo una parte della storia.

Ottimo!
Ci conto
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Francesco T »

Buongiorno a tutti/e, un veloce aggiornamento :

Ieri sera il Verne ha rivisto il cielo dopo diverse settimane. L'ultima osservazione era stata effettuata prima del lavoro e di pulizia e di ottimizzazione del nostro Maurizio Forghieri.

Il lavoro di reciprocizzazione ( si può dire?) delle due lenti e l'accurata pulizia del doppietto che aveva su di se' la sporcizia di un paio d'anni ha dato i suoi frutti e senza ombra di dubbio : L' immagine di Giove nel 22 cm è contrastata e trasparente come mai avevamo visto, il Pianeta tridimensionale e letteralmente colmo di dettagli, festoni, pennacchi, treni di ovali, un'emozione e una gioia per la vista e per lo Spirito .

In particolare ha rapito la mia attenzione un pennacchio ad arco nella NEB di notevoli dimensioni, che non avevo visto la sera precedente nello Zen 150 f 20.
Evidenti le sfumature di colori, così belle su Giove, impossibili da cogliere nello Zen. Un dipinto di Giotto.

Un caro saluto.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da -SPECOLA-> »

Bene, :thumbup:

vuol dire che l'intervento era necessario, visto che adesso si percepisce in modo apprezzabile un incremento di prestazioni.
Secondo me però anche prima comunque la situazione non doveva essere poi così drastica in negativo, perché altrimenti chi ci ha messo gli occhi dentro, soprattutto se abituato a pregevoli strumenti diffraction limited, che qualcosa non andasse l'avrebbe dovuto cogliere subito e anche piuttosto facilmente.

Che a parità di qualità,
su Giove le sfumature dei colori siano più evidenti e belle in un rifrattore di apertura (e quindi risoluzione) sensibilmente maggiore; in questo caso si parla di 7 cm, ovvero +46.6%.

Invece, riguardo al pennacchio ad arco nella NEB, che non è stato notato la sera precedente nello Zen 150 f 20, sarebbe stato bello fare un approfondimento, per verificare che effettivamente si tratti di un particolare difficile per lo ZEN e facile per il VERNE.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da ForMa_55 »

Francesco T ha scritto: 10/08/2019, 12:00 Buongiorno a tutti/e, un veloce aggiornamento :

Ieri sera il Verne ha rivisto il cielo dopo diverse settimane. L'ultima osservazione era stata effettuata prima del lavoro e di pulizia e di ottimizzazione del nostro Maurizio Forghieri.

Il lavoro di reciprocizzazione ( si può dire?) delle due lenti e l'accurata pulizia del doppietto che aveva su di se' la sporcizia di un paio d'anni ha dato i suoi frutti e senza ombra di dubbio : L' immagine di Giove nel 22 cm è contrastata e trasparente come mai avevamo visto, il Pianeta tridimensionale e letteralmente colmo di dettagli, festoni, pennacchi, treni di ovali, un'emozione e una gioia per la vista e per lo Spirito .

In particolare ha rapito la mia attenzione un pennacchio ad arco nella NEB di notevoli dimensioni, che non avevo visto la sera precedente nello Zen 150 f 20.
Evidenti le sfumature di colori, così belle su Giove, impossibili da cogliere nello Zen. Un dipinto di Giotto.

Un caro saluto.

Ciao Francesco
sono contento che l'operazione pulizia e centraggio sia andata a buon fine.
quando si vanno a smontare le lenti per fare pulizia, specialmente su diametri importanti, non sempre si riesce ad ottenere dei miglioramenti con il ricentraggio delle lenti.
Evidentemente qualcosa da sistemare c'era.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Francesco T »

Assolutamente si.

La cosa interessante è che lo Star test è identico a prima, eppure la differenza c'è tutta.
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Re: Un pomeriggio a casa di Maurizio Forghieri

Messaggio da Ivano Dal Prete »

-SPECOLA-> ha scritto: 10/08/2019, 12:48
su Giove le sfumature dei colori siano più evidenti e belle in un rifrattore di apertura (e quindi risoluzione) sensibilmente maggiore; in questo caso si parla di 7 cm, ovvero +46.6%.

Invece, riguardo al pennacchio ad arco nella NEB, che non è stato notato la sera precedente nello Zen 150 f 20, sarebbe stato bello fare un approfondimento, per verificare che effettivamente si tratti di un particolare difficile per lo ZEN e facile per il VERNE.
Potrebbe non essere lo stesso dettaglio in mancanza di altre informazioni, comunque in quelle notti c'era effettivente un festone notevolissimo (assieme a tanti altri) in NEBs, spettacolare nel mio Newton da 25.

A proposito: parlando di percezione dei colori, credo che il parametro fondamentale sia la raccolta luce che va con il quadrato del diametro. Tra un 15 e un 22cm il guadagno e' superiore al 100%
Contra negantes principia alicuius scientiae non sit disputandum in illa scientia
("Non si deve disputare di cose pertinenti ad una scienza, contro chi ne nega i principi").

Dante Alighieri, Questio de aqua et terra
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