Ciao Samuele,
parto dal fondo, così da chiarire immediatamente il nocciolo della questione.
Ognuno è liberissimo di acquistare un prodotto con le marchiature che preferisce, di una azienda certificata o meno, perché ciò è perfettamente legittimo.
Andare in giro poi però a raccontare che il prodotto scelto costa di più perché ha una qualità ottica superiore, se ciò non è vero, ovvero non è dimostrabile scientificamente (che vuol dire poter effettuare misure ripetibili con strumentazione adeguata e non per esempio con
"l'occhiometro"), non è MAI una cosa, né intelligente, né corretta, né che denota onestà intellettuale, semplicemente perché NON È vera.
Tutto questo l'ho già scritto e pensavo fosse già sufficientemente chiaro; su questo con me sfondi una porta aperta.
Non è intelligente però anche fermarsi soltanto alle considerazioni di cui sopra, in quanto così si limita l'argomento al solo prezzo, facendosi un film in testa dove l'antifona sarebbe che a parità di qualità ottica lo strumento che costa di più, sarebbe la rappresentazione soltanto di un modo per turlupinare l'acquirente di turno, per "estorcergli" una spesa maggiore; assunto che in buona fede e a lume di sentore però non può e non dovrebbe passare.
Tutto questo perché tale visione illogica, è semplicemente figlia della non conoscenza di altri aspetti, che sono quelli che io ho già esposto nei miei ragionamenti e che sono tutto, tranne che OT come invece mi rimproveri tu.
Mi rifiuto di pensare che chi ragiona in un simile modo, abbia realmente la cosapevolezza del prezzo di ciò che acquista; quel che penso è che semplicemente ignorando talune sfaccettature/argomenti, altro non faccia che banalizzare una questione ben più ampia e articolata.
Detto questo ti confermo che il tema di questa discussione mi è chiaro fin dal principio e che parimenti i miei interventi non li ho postati per sviare l'attenzione dal topic; anzi.
Anche perché in tal caso, semplicemente non sarei intervenuto, perché come non mi stancherò mai di sostenere, disquisire o anche soltanto parlare di cose che non si conoscono, non è mai una buona idea.
In merito al discorso che tu sia perplesso davanti al fatto che ti suona quantomeno strano che, parole tue,
le aziende di una nazione divenuta riferimento primario nella produzione mondiale di beni abbiano bisogno che qualcuno spieghi loro cosa siano e come procurarsi le certificazioni a cui io ho fatto cenno, ti rispondo che di sicuro MOLTE (non TUTTE) di dette aziende non hanno davvero proprio nulla da imparare da nessuno al rigurado, men che meno da me, ma che non è questo il punto.
Il punto è che il tuo ragionamento parte con un aprroccio errato e parziale e per questo è fuorviante.
Semplicemente ci sono aziende che mirano a raggiungere degli obiettivi che altre invece non considerano nemmeno.
Come ho già documentato facendo un esempio per SWAROVSKI OPTIK, alla stessa per stare sul mercato basterebbe avere anche solo la certificazione ISO 9000 (per chiarezza aggiungo che potrebbe persino fare a meno pure di quella, se si accontentasse soltanto di una certa fetta di mercato e non avesse ambizioni), mentre invece ha scelto LIBERAMENTE di avere anche ulteriori certificazioni (visto che SWAROVSKI vende anche online, butto lì una previsione: Magari in futuro si certificherà persino ISO 27000; cosa che nel contesto del suo business non sarebbe insensata).
Sbaglia SWAROVSKI (o FUJIFILM che ho già citato) perché ha deciso di raggiungere e mantenere le certificazioni che ha?
Sbagliano le aziende che invece non hanno certificazioni?
Ugnuna di queste aziende avrà scelto in base ai propri obiettivi; massima libertà in tal senso.
TUTTO legittimo.
Dal mio punto di vista è chiaro però che se si vuole parlare di consapevolezza dei prezzi (sempre ragionando sulla domanda:
Quanto siamo liberi da condizionamenti nelle nostre valutazioni? E non solo) senza riempirsi la bocca, non si possa prescindere quantomeno dal sapere che due strumenti uguali per caratteristiche tecniche, sono tali soltanto in senso stretto, ma diversi se presi ognuno per sé; ho già spiegato perché: SERVICE, GARANZIA e CERTIFICAZIONI AZIENDALI = Costi che ovviamente devono venir spalmati sui listini, per essere ripagati, perché nel mondo reale, soprattutto in campo economico e finanziario,
per niente nessuno regala niente (sempre per chiarezza, mi piace precisare che ovviamente la scelta di avere o meno un determinato approccio, apre porte e prospettive diverse; come ho già spiegato per esempio per FUJIFILM, infatti senza le dovute certificazioni, in ambito governativo o militare, semplicemente non si può lavorare).
Questi concetti dovrebbero essere i fondamentali.
Io non conosco né Svbony, né precisamente chi produce per lei il binocolo a cui
(al solo fine di fare un esempio che desse maggiore concretezza al tuo discorso e non perché tu volessi parlare di quel binocolo) tu hai accennato, per cui se le informazioni circa le loro eventuali certificazioni non sono pubbliche (per SWAROVSKI OPTIK come hai visto, si è trattato invece di informazioni pubbliche e facilmente rintracciabili), togliersi il dubbio avrà un costo, ossia quello di una visura camerale; salvo specifiche leggi PAESE, infatti lì ci sarà scritto tutto: Cosa fa l'azienda in questione, che certificazioni possiede, quali proprietà intellettuali e persino i bilanci (d'altronde si tratta del primo documento che si consulta in fase di audit per l'ottenimento o la soveglianza di una certificazione).
Ripeto che le mie argomentazioni non sono per nulla OT e aggiungo che bisognerebbe entrare nella testa di chi ha espresso giudizi sulla qualità ottica del tal binocolo che hai preso come esempio indicativo, confrontandone la qualità con quella dell'omologo strumento di marchio noto e prezzo doppio o triplo, per avere contezza del fatto che avesse o meno in mente anche le certificazioni di qualità dei rispettivi marchi; diversamente bisognerebbe chiedere al diretto interessato.
Come ho già detto, però, potrebbe benissimo essere che la questione in sé non lo abbia nemmeno minimamente sfiorato, perché semplicemente a lui sconosciuta.
Il discorso
"ho pagato il mio binocolo tot volte più dell'altro prodotto che ha pari caratteristiche ed una qualità ottica forse anche migliore, ma il marchio del mio è prestigioso e certificato" giustamente a te
continuerà a suonare simile al discorso "mi ha picchiato, ma la colpa è mia perché l'ho istigato", ovvero, sempre secondo te, entrambi
come scuse che le persone si raccontano per non guardare in faccia e/o affrontare la realtà (di avere a che fare con un'azienda che sfrutta le nostre debolezze per arricchirsi in un caso, o di avere a che fare con una persona violenta nell'altro caso), mentre a me diversamente ma parimenti, continuerà a rappresentare una logica conseguenza di fatti oggettivi e non di ipotesi.
Il perché l'ho già spiegato argomentando il mio punto di vista; aggiungo soltanto che per quanto riguarda lo "sfruttamento" di un marchio FAMOSO, anche il suo prestigio e la sua reputazione contano e non soltanto per il valore che possono dare le certificazìoni.
Dovrebbe essere noto infatti un po' a tutti, che arrivati ad un certo livello, per dignità e immagine, sotto ad un determinato plafond non si può scendere.
Ti ringrazio per avermi chiarito il discorso del CD pagato molto in Italia per ragioni di costi e tassazioni varie; devo precisare però che non si tratta di un paradosso, bensì semplicemente del concorso di fattori oggettivi, che fanno il paio con quello che ho scritto anch'io in questo stesso thread.
Infatti in tutto ciò non c'è contraddizione, nemmeno apparente, con l'esperienza comune o con i principi elementari della logica; si tratta di economia, finanza e marketing, che all'esame critico si dimostrano valide.
Imho, naturalmente.
Perdonatemi per la lungaggine, ma mi sono sentito in obbligo di articolare la mia risposta, punto, per punto.