Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
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Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Buona sera a tutti, in attesa della recensione vi propongo l'unboxing del Takahashi Mewlon 180 C. Buona visione!
Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
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- Angelo Cutolo
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Sono riuscito finalmente a vedere (oltre che a leggere) il test.
Relativamente all'articolo su Binomania, come sempre nulla da dire, condivido la pratica della la verifica diretta dei "dati di targa"; mentre sul filmato, devo dire che il nuovo taglio che gli hai dato, mi piace, rispetto ai precedenti, è molto simile al taglio delle interviste agli astrofili, buon equilibrio tra le info tecniche, i consigli e le sensazioni personali.
Fosse per me (almeno nelle recensioni di materiale astronomico) continuerei su questa linea.
Relativamente all'articolo su Binomania, come sempre nulla da dire, condivido la pratica della la verifica diretta dei "dati di targa"; mentre sul filmato, devo dire che il nuovo taglio che gli hai dato, mi piace, rispetto ai precedenti, è molto simile al taglio delle interviste agli astrofili, buon equilibrio tra le info tecniche, i consigli e le sensazioni personali.
Fosse per me (almeno nelle recensioni di materiale astronomico) continuerei su questa linea.
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Grazie Angelo, in effetti sto girando in queste sere la prova del Mewlon, ma il seeing non sta per nulla collaborando! 

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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ciao,
sono curioso delle tue impressioni.
In passato ho avuto un vecchio Mewlon 210 (un po' "torturato" dal precedente proprietario) che mi ha dato soddisfazioni, poi "ceduto" per un maggior diametro (VMC 260).
Da un paio d'anni ho il Mewlon 180c (quello "nuovo"), e lo trovo fonte di grandi soddisfazioni.
PREMESSO che nessuno ha intenzione di violare le leggi della fisica, nel "piccoletto" (solo perché è il più piccolo della serie) ho trovato davvero eccellenti qualità.
Non è compatto come un C8, ma è altrettanto leggero: si movimenta con una facilità estrema, il cercatore-maniglia è di una comodità difficile da comprendere se non la si prova!
Ovviamente va fatto acclimatare prima dell'uso in alta risoluzione, ma i tempi non sono troppo lunghi, quando decido di osservare con lui lo porto fuori ed in un'oretta o meno (ovvio, dipende anche dal delta termico) è mediamente pronto.
Come tutti i Mewlon la condensa non si sa cosa sia, almeno in montagna da me.
Gli spikes 3x2 mi sembrano più "leggeri" della classica raggiera a 4 razze, ma io provengo dal newton e razze di diffrazione e un po' di coma ai bordi non mi fanno soffrire particolarmente.
Ovviamente non è strumento da rich field, ma su contrasto e nitidezza dice la sua.
Come naturale che sia, un maggior diametro fa vedere "di più", ma il Mewlon ha davvero dalla sua alto contrasto ed elevata nitidezza.
In particolare i bianchi son bianchi ed i neri sono neri (sembra la pubblicità di uno schermo oled...
), la cosa è particolarmente apprezzabile in confronto diretto con un catadiottrico.
Piccolo "difetto", non riesco ad andare a fuoco con la torretta binoculare senza correttori, da 1.6x in su non ci sono problemi, con l'1.25x devo usare i raccordi "giusti". (in teoria le torrette dovrebbero sempre essere usate con un correttore, ma io sono di bocca buona e se guadagno un po' di campo reale non mi dispiace).
Quello che "mi preoccupa" (si fa per dire, eh...) della prova è il commento sul seeing.
Il Mewlon MERITA per rendere al meglio buon seeing, acclimatazione adeguata, collimazione buona.
Mi accodo quindi alla platea di avidi e curiosi lettori delle tue sempre gustose prove!
m.
sono curioso delle tue impressioni.
In passato ho avuto un vecchio Mewlon 210 (un po' "torturato" dal precedente proprietario) che mi ha dato soddisfazioni, poi "ceduto" per un maggior diametro (VMC 260).
Da un paio d'anni ho il Mewlon 180c (quello "nuovo"), e lo trovo fonte di grandi soddisfazioni.
PREMESSO che nessuno ha intenzione di violare le leggi della fisica, nel "piccoletto" (solo perché è il più piccolo della serie) ho trovato davvero eccellenti qualità.
Non è compatto come un C8, ma è altrettanto leggero: si movimenta con una facilità estrema, il cercatore-maniglia è di una comodità difficile da comprendere se non la si prova!
Ovviamente va fatto acclimatare prima dell'uso in alta risoluzione, ma i tempi non sono troppo lunghi, quando decido di osservare con lui lo porto fuori ed in un'oretta o meno (ovvio, dipende anche dal delta termico) è mediamente pronto.
Come tutti i Mewlon la condensa non si sa cosa sia, almeno in montagna da me.
Gli spikes 3x2 mi sembrano più "leggeri" della classica raggiera a 4 razze, ma io provengo dal newton e razze di diffrazione e un po' di coma ai bordi non mi fanno soffrire particolarmente.
Ovviamente non è strumento da rich field, ma su contrasto e nitidezza dice la sua.
Come naturale che sia, un maggior diametro fa vedere "di più", ma il Mewlon ha davvero dalla sua alto contrasto ed elevata nitidezza.
In particolare i bianchi son bianchi ed i neri sono neri (sembra la pubblicità di uno schermo oled...

Piccolo "difetto", non riesco ad andare a fuoco con la torretta binoculare senza correttori, da 1.6x in su non ci sono problemi, con l'1.25x devo usare i raccordi "giusti". (in teoria le torrette dovrebbero sempre essere usate con un correttore, ma io sono di bocca buona e se guadagno un po' di campo reale non mi dispiace).
Quello che "mi preoccupa" (si fa per dire, eh...) della prova è il commento sul seeing.
Il Mewlon MERITA per rendere al meglio buon seeing, acclimatazione adeguata, collimazione buona.

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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
La pazienza verrà (si spera) ricompensata.piergiovanni ha scritto: ↑25/03/2025, 15:37 Grazie Angelo, in effetti sto girando in queste sere la prova del Mewlon, ma il seeing non sta per nulla collaborando!![]()

Felice che tu stia facendo la prova del "melone" con taglio di quella fatta per il Cas di Tecnosky, non vedo l'ora di leggerla/vederla (così avrai anche un doppio termine di paragone, Melone/Cas/C8)

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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Piccolissima critica sul cercatore/maniglia. Bello, ergonomico, ma inevitabilmente quando lo impugnate vi ritrovate la mano che tocca il tappo frontale del cercatore e questo, due volte su tre, cade. Impugnarlo più indietro risolve il problema ma la presa non è più bilanciata e non si sfrutta la sua ergonomia. Un tappo con la presa interna avrebbe risolto la cosa, inoltre la lente frontale e ben dietro.
Un dettaglio veramente minimo, che non toglie nulla ad uno strumento veramente performante.
Daisuke, che torretta usi?
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Da utilizzatore da molti decenni di molti modelli di RUMAK INTES ed INTES MICRO, conosco ed apprezzo immensamente i servigi di una maniglia baricentrica sullo scafo ottico di un catadiottrico.
Il poter avere una mano libera mentre si aprono e chiudono le porte di casa, oppure degli sportelli automobilistici, è una comodità esagerata, grazie ad una maniglia baricentrica.
Anche poter mettere con sicurezza la slitta VIXEN-LOSMANDY nella morsa VIXEN-LOSMANDY di una montatura, sollevando il catadiottrico con una sola mano ed in assoluta sicurezza, è una gran comodità.
Quindi molto bene per il TAKA MEWLON 180 che ha anche lui una comoda maniglia baricentrica per un facile trasporto, montaggio e smontaggio in assoluta sicurezza.
Pare impossibile che per un accessorio del costo di pochi euro nella fase produttiva, obbliga poi un astrofilo esigente a doversi mettere lui una maniglia ben posizionata e non tutti ne sono capaci.
Inutile dire che tutti i mie troppi telescopi hanno una maniglia baricentrica , sia catadiottrici che rifrattivi.

Il poter avere una mano libera mentre si aprono e chiudono le porte di casa, oppure degli sportelli automobilistici, è una comodità esagerata, grazie ad una maniglia baricentrica.
Anche poter mettere con sicurezza la slitta VIXEN-LOSMANDY nella morsa VIXEN-LOSMANDY di una montatura, sollevando il catadiottrico con una sola mano ed in assoluta sicurezza, è una gran comodità.
Quindi molto bene per il TAKA MEWLON 180 che ha anche lui una comoda maniglia baricentrica per un facile trasporto, montaggio e smontaggio in assoluta sicurezza.
Pare impossibile che per un accessorio del costo di pochi euro nella fase produttiva, obbliga poi un astrofilo esigente a doversi mettere lui una maniglia ben posizionata e non tutti ne sono capaci.
Inutile dire che tutti i mie troppi telescopi hanno una maniglia baricentrica , sia catadiottrici che rifrattivi.


Ultima modifica di Giovanni Bruno il 28/03/2025, 17:10, modificato 1 volta in totale.
Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ho una William Optics con correttore 1,6x, che va a fuoco (ma non senza correttore) con direi tutti gli oculari.
Ho poi una Baader/Zeiss Mark V con vari raccordi T2, che va a fuoco dal correttore 1,25 in su (ma anche questa, non senza).
ciao,
m.
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Nuova video recensione online!
Dopo diverse serate di test, ecco la recensione completa del Takahashi MEWLON 180 C. Nel video e nell’articolo sarete con me all’oculare, tra collimazione, Star Test, Ronchi Test e osservazioni di Giove e del cielo profondo. Inoltre, l’ho messo a confronto con il Takahashi FS128.
Leggi la recensione completa: https://www.binomania.it/recensione-tak ... ewlon-180/
Dopo diverse serate di test, ecco la recensione completa del Takahashi MEWLON 180 C. Nel video e nell’articolo sarete con me all’oculare, tra collimazione, Star Test, Ronchi Test e osservazioni di Giove e del cielo profondo. Inoltre, l’ho messo a confronto con il Takahashi FS128.
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Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ottimo, stasera mi leggo il test e se riesco guardo il video.
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ciao ragazzi, chiedo ai possessori di Mewlon se avete riscontrato problemi di collimazione come citati da un astrofilo iscritto al ns gruppo "Passione Telescopi". Non so se avete avuto modo di leggerlo.
Grazie, mi interessa avere una discreta statistica a riguardo.
Grazie, mi interessa avere una discreta statistica a riguardo.
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ciao Piergiovanni,
letto l'articolo, ben fatto, come al solito complimenti. Mi ritrovo molto in quello che scrivi.
Quando possibile cercherò di guardare anche il video!
Puoi riportare qui il problema citato?
Non seguo i social...
letto l'articolo, ben fatto, come al solito complimenti. Mi ritrovo molto in quello che scrivi.
Quando possibile cercherò di guardare anche il video!
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
A riguardo delle viti di collimazione del MEWLON 180, perlomeno da cosa si vede da una foto troppo perfettamente frontale del secondario e quindi di non certa interpretazione, ma pare proprio che la profondità della cava esagonale su cui agire per la collimazione, sia davvero troppo poco profonda.
Quindi il pericolo di slabbratura eventuale della cava esagona, dipenderebbe solo dalla bassa profondità della cava.
Basterebbe mettere tre viti con la cava esagona più profonda, per evitare totalmente una malaugurata slabbrattura della cava stessa.

Quindi il pericolo di slabbratura eventuale della cava esagona, dipenderebbe solo dalla bassa profondità della cava.
Basterebbe mettere tre viti con la cava esagona più profonda, per evitare totalmente una malaugurata slabbrattura della cava stessa.


Ultima modifica di Giovanni Bruno il 01/04/2025, 7:33, modificato 1 volta in totale.
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ciao, mi permetto di riportare la esperienza di questo astrofilo ( sig. Fedele De Marco) che pare avere avuto molti problemi con il Mewlon. Ve l'ho scritto perchè dopo la mia recensione ho ricevuto varie conferme positive da possessori di Mewlon e mi piacerebbe comprendere se questi problemi possono nascere con l'uso protratto, calcolate che io l'ho usato per circa 3 settimane e ovviamente non tutte le sere..
Perché non comprerò mai più un Mewlon finchè….
Ora che Salimbeni ha prodotto la sua recensione, posso dire la mia sul Mewlon 180C, che è stato il mio primo Takahashi, dopo averlo usato abbastazna intensamente negli anni passati prima di venderlo CON DISPISACERE.
Confermo la qualità ottica e la sua impareggiabile bellezza e comodità. La qualità ottica dei 3 Mewlon (180c, 210 usato, 210 nuovo) che ho avuto è stata sempre costante e confermo la sua suscettibilità alla ambientazione termica. In anni di utilizzo lo specchio primario e secondario NON SI SONO MAI APPANNATI.
Il bianco del Mewlon è bianco per davvero. Pensate che ad esempio durante un piccolo star party tra amici locali, un rifrattorista convinto e di esperienza che aveva un FC100DL da li a poco decise di fare uno scambio con il mio Baby-Mu. La luna vista nel Mewlon ha un aspetto che io chiamavo “antracite”, è come guardare la “carbonella della brace”.
In uno star party sul Pollino, il proprietario di un C11 guardo nel mio 180c e da li a qualche tempo il suo C11 era in vendita.
Conefrmo il suo utilizzo proficuo nell’osservazione di doppie e oggetti come M42 che si avvantaggiano delle grande nitidezza, del grande contrasto, del fondo cielo nero pece.
In torretta è bellissimo, anche se occorre escogitare un treno accessori che potrebbe redere poco comodo l’uso della torretta che risulta troppo a ridosso della culatta e comunque occorre verificare con quali focali si va a fuoco, senza correttore GPC.
Per quanto riguarda la differenza con rifrattori, devo dire che quando ho avuto il TSA120, confrontandolo con il Baby MU, sebbene quest’ultimo lo tallonasse in prestazioni, alla fine il TSA120 primeggiava per l’assenza di quesi difetti che successivamente descriverò. Oltre che essere uno strumento polivalente. Alla fine ho tenuto il TSA120, ma confermo però l’uso molto più comodo del Mewlon in visuale.
Un altro motivo per cui ho ceduto il Baby-Mu, è perché non si è rivelato prestante in ripresa planetaria. Un C8EdgeHD che ho avuto, lo ha sempre stracciato in ripresa planetaria, ed in visuale questo C8 non se ne discostava molto, al netto dell’appannamento della lastra e della inferiore lavorazione ottica. Alla fine quel C8edgeHD mi dava, almeno per il mio modo mordi e fuggi di fare osservazioni, grandi soddisfazioni, un campo piano.
Il 180C ha un campo corretto maggiore del 210. Non so tra i due quale preferirei ion effetti.
I mewlon hanno dei difetti abbastanza seri e sono:
- luce diffusa nell’osservazione di Giove, in orario notturno. Preferivo infatti osservare il Pianeta all’imbrunire con il fondo del cielo chiaro, momento in cui ho nel mio sito anche il seeing mediamente migliore;
- riflessi circolari nel campo visivo e luce diffusa, osservando da cieli urbani e con lampioni vicini o ad altezza del terrazzo. Credo che questo sia dovuto all'orlo ribattuto verso l'interno, lucido come il resto del tubo;
- Mirror schift non degno della classe di costo e di qualità dello strumento. In molti esemplari (oppure semplicemente con il passare del tempo) questo si è rivelato semplicemente da nausea e vomito, in taluni casi addirittura facendo uscire l'immagine del pianeta dal campo di una camera planetaria come la 224MC;
Ed infine ecco il motivo per cui NON COMPRERO’ PIU’ UN MEWLON FINCHE’….
- delle viti di collimazione di -----------, chiaramente un errore di progetto e di superficialità al risparmio.
Queste viti (immagine) sono a testa con profilo basso, per poter essere così alloggiate all'interno del supporto del secondario dove si avvita il taèppo che avete visto nel video.. Questo perché l'alloggio è poco profondo.
Tali viti di ----------- hanno la cavità esagonale di inserzione delle chiavi a brucola o dei cacciavite appositi, conica e poco profonda, non garantendo ne sufficiente presa ne grip per la tipologia di azione che occorre dare alle viti stesse per la collimazione.
Le viti del Mewlon hanno bisogno di piccoli step per collimare, ma questo deve essere fatto quando sono già fortemente serrate o vicine al serraggio completo. Sono inoltre MORBIDE, come coccolino.
Tutto questo determina facilmente uno slittamento delle chiavi all'interno della testa, dove NON POSSONO aderire con sufficiente profondità e grip. In tutti e tre i miei Mewlon almeno in una vite di collimazione la chiavetta ha slitatto arrotondando l'incavo esagonale.
Interrogata l'azienda sulla possibilità di sostituire le attuali viti con viti con teste adeguate, con il giusto grip, ovviamente non ha minimamente risposto, perché significa rifare il progetto del supporto e coperchio. Ma nemmeno mi è stato indicato un prodotto alternativo, che ovviamente dovrebbero testare etc…
Gli utenti esperti dei forum internazionali, che ben conoscono il problema ma che si guardano bene dal confermarlo, giustificano questo (nemmeno fossero gli avvocati del diavolo di Takahashi) con queste due tesi:
- I Mewlon non si scollimano facilmente. La collimazione può durare anni. Perchè giochi con la collimazione?
- devi usare perizia nell'uso delle chiavi (un po come hai detto tu).
Riguardo il primo punto dico, in maniera definitiva, che il problema sussiste anche in quella occasionale esigenza che si deve collimare e che non è necessariamente vero che non si debba avere la necessità di collimare più volte. E poi a voi ----------- vi frega di quante volte io ho bisogno di collimare io? Metti il caso che io ami la collimazione perfetta con ogni tipo di treno ottico visuale o di ripresa…..----------- ti frega a te?
Riguardo il secondo punto dico che il problema si verifica anche prestando la massima attenzione, con la chiave in dotazione e che una manovra non perfettamente in asse può avvenire per qualsiasi motivo o può capitare a chiunque.
Caro Salimbeni non devo essere io ad essere un PERITO DELLA COLLIMAZIONE, ma deve essere Takahashi a garantire le giuste viti con la giusta presa anche per l’utente meno “delicatao”.
Tutto questo semplicemente non accadrebbe se quelle viti di ----------- avessero una adeguata testa. Tra l'altro, rispeto, io sarei stato ben felice di tenere un Mewlon se Takahashi mi avesse indicato una vite alternativa.
In molti anni di telescopi in NESSUN SC, NEWTON, ... ho MAI visto spanarsi una vite di colimazione in questo modo. MAI!
In questo Video COMA costruzioni ottiche meccaniche Lolli Adriano definisce bene il problema delle viti di collimazione e lo conferma.
https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=c2Rz6QhtBwg
Riguardo al Mirror shift, semplicemente dico che in nessuno dei miei molti SC o MAK cinesi che ho avuto ho visto un livello così vergognoso di Mirror shift come nei Mewlon.
Altre problematiche:
Sempre riguardo alla collimazione, anche se vi raccontano la storia che mantiene la collimazione (vera), quando avrete l'esigenza di farlo vi assicuro che sarà il vostro peggiore incubo. Nel 210 più che nel 180C. Questo per via del campo curvo dei Mewlon (intrinseco nello schema) che vi obbliga a tenere la stella al centro (MOLTO MOLTO MOLTO STRETTO nel 210).
Nel 210 lo sweet spot per collimare è davvero minuscolo. Appena fuori dal centro esatto il coma
fa sembrare decentarto il secondario. Collimare e twnere al centro la stella non e' affatto facile.
PS 1: AH..NON COMPRATE Mewlon usati. Di solito sono sempre manomessi nei settaggi del secondario e razze...
PS2: Non consegnerò mai un mewlon a nessun artigiano o esperto italiano.
Nel momento in cui TAKAHASHI, senza che impazzisca io girando per ferramenta, mi indicherà ufficialmente delle viti sostitutive io ritornerò a comprare immediatamente i due mewlon, sia il 180 che il 210 (piu ostico comq del pirmo), anche se per le riprese alla fine sono sempre 8".
Perché non comprerò mai più un Mewlon finchè….
Ora che Salimbeni ha prodotto la sua recensione, posso dire la mia sul Mewlon 180C, che è stato il mio primo Takahashi, dopo averlo usato abbastazna intensamente negli anni passati prima di venderlo CON DISPISACERE.
Confermo la qualità ottica e la sua impareggiabile bellezza e comodità. La qualità ottica dei 3 Mewlon (180c, 210 usato, 210 nuovo) che ho avuto è stata sempre costante e confermo la sua suscettibilità alla ambientazione termica. In anni di utilizzo lo specchio primario e secondario NON SI SONO MAI APPANNATI.
Il bianco del Mewlon è bianco per davvero. Pensate che ad esempio durante un piccolo star party tra amici locali, un rifrattorista convinto e di esperienza che aveva un FC100DL da li a poco decise di fare uno scambio con il mio Baby-Mu. La luna vista nel Mewlon ha un aspetto che io chiamavo “antracite”, è come guardare la “carbonella della brace”.
In uno star party sul Pollino, il proprietario di un C11 guardo nel mio 180c e da li a qualche tempo il suo C11 era in vendita.
Conefrmo il suo utilizzo proficuo nell’osservazione di doppie e oggetti come M42 che si avvantaggiano delle grande nitidezza, del grande contrasto, del fondo cielo nero pece.
In torretta è bellissimo, anche se occorre escogitare un treno accessori che potrebbe redere poco comodo l’uso della torretta che risulta troppo a ridosso della culatta e comunque occorre verificare con quali focali si va a fuoco, senza correttore GPC.
Per quanto riguarda la differenza con rifrattori, devo dire che quando ho avuto il TSA120, confrontandolo con il Baby MU, sebbene quest’ultimo lo tallonasse in prestazioni, alla fine il TSA120 primeggiava per l’assenza di quesi difetti che successivamente descriverò. Oltre che essere uno strumento polivalente. Alla fine ho tenuto il TSA120, ma confermo però l’uso molto più comodo del Mewlon in visuale.
Un altro motivo per cui ho ceduto il Baby-Mu, è perché non si è rivelato prestante in ripresa planetaria. Un C8EdgeHD che ho avuto, lo ha sempre stracciato in ripresa planetaria, ed in visuale questo C8 non se ne discostava molto, al netto dell’appannamento della lastra e della inferiore lavorazione ottica. Alla fine quel C8edgeHD mi dava, almeno per il mio modo mordi e fuggi di fare osservazioni, grandi soddisfazioni, un campo piano.
Il 180C ha un campo corretto maggiore del 210. Non so tra i due quale preferirei ion effetti.
I mewlon hanno dei difetti abbastanza seri e sono:
- luce diffusa nell’osservazione di Giove, in orario notturno. Preferivo infatti osservare il Pianeta all’imbrunire con il fondo del cielo chiaro, momento in cui ho nel mio sito anche il seeing mediamente migliore;
- riflessi circolari nel campo visivo e luce diffusa, osservando da cieli urbani e con lampioni vicini o ad altezza del terrazzo. Credo che questo sia dovuto all'orlo ribattuto verso l'interno, lucido come il resto del tubo;
- Mirror schift non degno della classe di costo e di qualità dello strumento. In molti esemplari (oppure semplicemente con il passare del tempo) questo si è rivelato semplicemente da nausea e vomito, in taluni casi addirittura facendo uscire l'immagine del pianeta dal campo di una camera planetaria come la 224MC;
Ed infine ecco il motivo per cui NON COMPRERO’ PIU’ UN MEWLON FINCHE’….
- delle viti di collimazione di -----------, chiaramente un errore di progetto e di superficialità al risparmio.
Queste viti (immagine) sono a testa con profilo basso, per poter essere così alloggiate all'interno del supporto del secondario dove si avvita il taèppo che avete visto nel video.. Questo perché l'alloggio è poco profondo.
Tali viti di ----------- hanno la cavità esagonale di inserzione delle chiavi a brucola o dei cacciavite appositi, conica e poco profonda, non garantendo ne sufficiente presa ne grip per la tipologia di azione che occorre dare alle viti stesse per la collimazione.
Le viti del Mewlon hanno bisogno di piccoli step per collimare, ma questo deve essere fatto quando sono già fortemente serrate o vicine al serraggio completo. Sono inoltre MORBIDE, come coccolino.
Tutto questo determina facilmente uno slittamento delle chiavi all'interno della testa, dove NON POSSONO aderire con sufficiente profondità e grip. In tutti e tre i miei Mewlon almeno in una vite di collimazione la chiavetta ha slitatto arrotondando l'incavo esagonale.
Interrogata l'azienda sulla possibilità di sostituire le attuali viti con viti con teste adeguate, con il giusto grip, ovviamente non ha minimamente risposto, perché significa rifare il progetto del supporto e coperchio. Ma nemmeno mi è stato indicato un prodotto alternativo, che ovviamente dovrebbero testare etc…
Gli utenti esperti dei forum internazionali, che ben conoscono il problema ma che si guardano bene dal confermarlo, giustificano questo (nemmeno fossero gli avvocati del diavolo di Takahashi) con queste due tesi:
- I Mewlon non si scollimano facilmente. La collimazione può durare anni. Perchè giochi con la collimazione?
- devi usare perizia nell'uso delle chiavi (un po come hai detto tu).
Riguardo il primo punto dico, in maniera definitiva, che il problema sussiste anche in quella occasionale esigenza che si deve collimare e che non è necessariamente vero che non si debba avere la necessità di collimare più volte. E poi a voi ----------- vi frega di quante volte io ho bisogno di collimare io? Metti il caso che io ami la collimazione perfetta con ogni tipo di treno ottico visuale o di ripresa…..----------- ti frega a te?
Riguardo il secondo punto dico che il problema si verifica anche prestando la massima attenzione, con la chiave in dotazione e che una manovra non perfettamente in asse può avvenire per qualsiasi motivo o può capitare a chiunque.
Caro Salimbeni non devo essere io ad essere un PERITO DELLA COLLIMAZIONE, ma deve essere Takahashi a garantire le giuste viti con la giusta presa anche per l’utente meno “delicatao”.
Tutto questo semplicemente non accadrebbe se quelle viti di ----------- avessero una adeguata testa. Tra l'altro, rispeto, io sarei stato ben felice di tenere un Mewlon se Takahashi mi avesse indicato una vite alternativa.
In molti anni di telescopi in NESSUN SC, NEWTON, ... ho MAI visto spanarsi una vite di colimazione in questo modo. MAI!
In questo Video COMA costruzioni ottiche meccaniche Lolli Adriano definisce bene il problema delle viti di collimazione e lo conferma.
https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=c2Rz6QhtBwg
Riguardo al Mirror shift, semplicemente dico che in nessuno dei miei molti SC o MAK cinesi che ho avuto ho visto un livello così vergognoso di Mirror shift come nei Mewlon.
Altre problematiche:
Sempre riguardo alla collimazione, anche se vi raccontano la storia che mantiene la collimazione (vera), quando avrete l'esigenza di farlo vi assicuro che sarà il vostro peggiore incubo. Nel 210 più che nel 180C. Questo per via del campo curvo dei Mewlon (intrinseco nello schema) che vi obbliga a tenere la stella al centro (MOLTO MOLTO MOLTO STRETTO nel 210).
Nel 210 lo sweet spot per collimare è davvero minuscolo. Appena fuori dal centro esatto il coma
fa sembrare decentarto il secondario. Collimare e twnere al centro la stella non e' affatto facile.
PS 1: AH..NON COMPRATE Mewlon usati. Di solito sono sempre manomessi nei settaggi del secondario e razze...
PS2: Non consegnerò mai un mewlon a nessun artigiano o esperto italiano.
Nel momento in cui TAKAHASHI, senza che impazzisca io girando per ferramenta, mi indicherà ufficialmente delle viti sostitutive io ritornerò a comprare immediatamente i due mewlon, sia il 180 che il 210 (piu ostico comq del pirmo), anche se per le riprese alla fine sono sempre 8".
Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
Canale Youtube https://www.youtube.com/c/binomania/?sub_confirmation=1
Siti Web
Binomania.it-Recensioni di binocoli, spotting scope, telescopi astronomici e altro ancora
https://www.binomania.it
La Rivista della Luna -Missioni, Geologia, Storia, Guida all'osservazione e altro ancora
https://www.rivistaluna.com/
Termicienotturni.it-Recensioni di strumenti ottici e digitali per la visione notturna
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Mi sembra di vedere che le viti di collimazione sono quelle a testa tonda, che a lavorare, nelle macchine agricole che costruiamo, si usano solo sulle lamiere zigrinate, dove ci si cammina sopra.
Altrimenti si rovinano al primo serraggio un po' forte, anche quelle inox.
L'unica cosa che può ovviare un po' il problema, come avevo scritto sotto il video su YT, sono le brugole hex-plus della wera.
Le possiedo da anni e non rovinano gli incavi esagonali e assolutamente indistruttibili.
Per maggior sensibilità si può prendere anche solo la misura occorrente a micro cacciavite (kraftform micro).
Per i microscopi , uso solo quelle e i cacciaviti pb swiss.
Una volta addirittura le presi su a lavorare per svitare viti rovinate, che le beta (già mediocri e stondate al nascere) non ce la facevano.
Altrimenti si rovinano al primo serraggio un po' forte, anche quelle inox.
L'unica cosa che può ovviare un po' il problema, come avevo scritto sotto il video su YT, sono le brugole hex-plus della wera.
Le possiedo da anni e non rovinano gli incavi esagonali e assolutamente indistruttibili.
Per maggior sensibilità si può prendere anche solo la misura occorrente a micro cacciavite (kraftform micro).
Per i microscopi , uso solo quelle e i cacciaviti pb swiss.
Una volta addirittura le presi su a lavorare per svitare viti rovinate, che le beta (già mediocri e stondate al nascere) non ce la facevano.
Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Caro Giovanni Bruno, cambiare le viti di collimazione è cosa da farsi con molta attenzione, poiché un minimo errore di passo può causare danni gravi alla filettatura della base e magari anche incastrare la vite; ho letto in vari forum che molti dopo aver sostituito quelle viti sono dovuti tornare indietro e rimettere le originali del costruttore; ma in ogni caso uno strumento del livello del Mewlon 180 non dovrebbe assolutamente avere un problema di viti di collimazione inadatte, data l ' importanza che ovviamente hanno, ed inoltre sarebbe quantomeno doveroso che il costruttore sia tenuto a risolvere efficacemente tale problema. Concludo dicendo che il mio riflettore Vixen Rs150 aveva un secondario con viti di collimazione da manuale, manovrabili a mano e dalla giusta durezza, e anche quelle del secondario dell'RC 8" che ho ora( Omegon pro) sono perfette e giustamente scorrevoli, e sono strumenti che costano metà del Mewlon 180.
Ultima modifica di Zacpi il 31/03/2025, 22:55, modificato 1 volta in totale.
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Quindi ci avevo visto giusto, nonostante la foto del secondario perfettamente frontale, quelle viti assurde sembrano davvero fatte apposta per far ammattire il povero astrofilo che deve azionarle con estrema perizia, mettendo la chiave perfettamente in asse alla vite stessa e applicando anche una pressione verticale, per scongiurare una malaugurata espulsione della chiave a brugola.
Ma sugli SCT avevano fatto anche di peggio, utilizzando delle viti con testa con tagli a CROCE, su cui un cacciavite a croce deve essere premuto con molta forza, verticalmente, sulla croce delle viti, per evitare una coppia di espulsione del cacciavite stesso e conseguente slabbratura degli intagli a croce.
Io personalmente sui miei ultimi SCT, un C11 CPC HD ed un C8 EDGE HD OTA, mi sono fatto tornire delle BOB KNOBS in BRONZO (antifrizione) e con una testa zigrinata di grande diametro, mi pare 24mm, per potere collimare senza nessun attrezzo.
Infine leggere dell'elogio di FEDELE per il suo C8 EDGE HD vs MEWLON 180, alla voce risoluzione in fotografia planetaria, alla voce campo piatto ed alla voce mirror schift, tutti parametri nettamente a favore del C8 EDGE HD, mi ha fatto sinceramente molto piacere.
Parlando di mirror shift degli SCT, ricordo ancora come un incubo il mostruoso mirror shift del mio ex MEDE LX200 da 10", ad ogni focheggiatura mi veniva letteralmente il mal di mare, tanto erano ampie le oscillazioni del campo inquadrato.
Solo con l'avvento degli SCT CELESTRON EDGE HD ho finalmete trovato una messa a fuoco marmorea, sia nel mio ex SCT C11 CPC HD che nel mio attuale ammiratissimo C8 EDGE HD OTA .
Peccato che troppi utenti di SCT NON EEDGE HD, si sono fatti un punto d'onore nel minimizzare e sovente disconoscere le tante migliorie, sia meccaniche che ottiche, incorporate negli EDGE HD.
Ma sugli SCT avevano fatto anche di peggio, utilizzando delle viti con testa con tagli a CROCE, su cui un cacciavite a croce deve essere premuto con molta forza, verticalmente, sulla croce delle viti, per evitare una coppia di espulsione del cacciavite stesso e conseguente slabbratura degli intagli a croce.
Io personalmente sui miei ultimi SCT, un C11 CPC HD ed un C8 EDGE HD OTA, mi sono fatto tornire delle BOB KNOBS in BRONZO (antifrizione) e con una testa zigrinata di grande diametro, mi pare 24mm, per potere collimare senza nessun attrezzo.
Infine leggere dell'elogio di FEDELE per il suo C8 EDGE HD vs MEWLON 180, alla voce risoluzione in fotografia planetaria, alla voce campo piatto ed alla voce mirror schift, tutti parametri nettamente a favore del C8 EDGE HD, mi ha fatto sinceramente molto piacere.
Parlando di mirror shift degli SCT, ricordo ancora come un incubo il mostruoso mirror shift del mio ex MEDE LX200 da 10", ad ogni focheggiatura mi veniva letteralmente il mal di mare, tanto erano ampie le oscillazioni del campo inquadrato.
Solo con l'avvento degli SCT CELESTRON EDGE HD ho finalmete trovato una messa a fuoco marmorea, sia nel mio ex SCT C11 CPC HD che nel mio attuale ammiratissimo C8 EDGE HD OTA .
Peccato che troppi utenti di SCT NON EEDGE HD, si sono fatti un punto d'onore nel minimizzare e sovente disconoscere le tante migliorie, sia meccaniche che ottiche, incorporate negli EDGE HD.
Ultima modifica di Giovanni Bruno il 01/04/2025, 8:25, modificato 1 volta in totale.
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Zacpi, le viti appartengono a due distinte e precise categorie, le viti a passo METRICO e le viti a passo INGLESE, quindi se nel sostituirle si ha l'accortezza di inserirle con le sole dita, senza attrezzi, si capisce subito se le viti sostitutive sono quelle del giusto diametro e del giusto tipo di passo.
Nel filmato di FEDELE che mostra un MEWLON 180 nelle mani del tecnico ADRIANO LOLLI della ditta COMA, per una profonda manutenzione, si vede benissimo che le pessime viti del secondario con cava esagona poco profonda, erano state sostituite con delle viti con testa a brugola più tradizionali, ovvero con una cava esagona adeguatamente profonda.
A volte il religioso desiderio di avere un telescopio con ogni parte originale, gioca un brutto tiro e ci impedisce di implementare delle soluzioni immensamente migliori ed a costi ridicoli.

Nel filmato di FEDELE che mostra un MEWLON 180 nelle mani del tecnico ADRIANO LOLLI della ditta COMA, per una profonda manutenzione, si vede benissimo che le pessime viti del secondario con cava esagona poco profonda, erano state sostituite con delle viti con testa a brugola più tradizionali, ovvero con una cava esagona adeguatamente profonda.
A volte il religioso desiderio di avere un telescopio con ogni parte originale, gioca un brutto tiro e ci impedisce di implementare delle soluzioni immensamente migliori ed a costi ridicoli.


Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Lo so bene che ci sono due passi diversi per le viti, ma ciò che intendevo dire è che bisogna conoscere bene comunque quali sono le migliori viti che si vogliono usare per sostituire quelle originali, perché ce ne sono di fatte bene e di fatte in modo pessimo con torni e materiali inadeguati; ovviamente il sig. Adriano Lolli presumo lo sappia, ma ribadisco che il costruttore o il distributore del Mewlon dovrebbe porre rimedio al problema, non l' acquirente.
Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Grazie Piergiovanni,
ora ho capito.
C'è del vero in quello scritto che hai riportato, anche se non mi ci riscontro pienamente.
Il mio primo Mewlon, il 210, lo avevo scambiato con un C9. Era usato, già "vecchiotto", e pesantemente "customizzato".
Concordo con Fedele sul fatto che molti si sentono più esperti degli specialisti e "aggiustano e migliorano", anche se così non è. Ci avevo messo parecchio tempo per risistemarlo e collimarlo a dovere, ed avevo anche faticato parecchio.
Tuttavia non avevo riscontrato specifici problemi sulle viti di collimazione (ora, non allora, mi viene anche il dubbio se fossero originali o no... a memoria direi di si, ma non ne ho la certezza...) quanto piuttosto sulla decentratura del secondario.
Poi, solo alla fine, avevo scoperto che il mewlon va collimato a fuoco diretto, senza alcun accessorio in mezzo. (c'è anche un video di Ed Ting su youtube a cui il mewlon non piace troppo...)
Il 180c attuale, CONFESSO, è arrivato ben collimato, e pure il cercatore era perfettamente allineato, e NON ho avuto bisogno di mettere mano alla collimazione, quindi non mi sbilancio.
Il 210 aveva anche un importante mirror shift, che nel 180 è molto più contenuto, ma che comunque è presente. Di certo ben distante dal portare fuori campo un soggetto durante la messa a fuoco, anche nel precedente 210.
Mi ritrovo sul fatto che non si appanna mai.
Mi ritrovo sui bianchi "bianchi" e neri "neri".
Non mi ritrovo invece sulla luce diffusa, non so dire dei riflessi circolari, credo di non avere quelle condizioni di contorno.
Non mi ritrovo nemmeno sui commenti di quelli che vendono un C11 dopo aver provato un 180, per la "visione". Per esperienza diretta, ho un C9 (favoloso) che fa vedere di più del mewlon, con qualità simile (anche se non ha la stessa purezza dei colori), ed un VMC260 che fa vedere più del C9. Avevo comparato un C11 col VMC260 ed ho preferito il VMC.
A meno che il cambio non sia per peso e logistica, nel qual caso il 180 è eccellente e difficile da battere.
Di conseguenza non mi stupisce per nulla che in fotografia planetaria più diametro conti più di qualsiasi altro parametro, proprio per la tecnica di ripresa (tanti frames brevi - filmato, il diametro conta).
Non ho mai provato un Edge 8HD, e ne sarei curioso, sono convinto sia un bello strumento!
Una nota finale sulla velocità di posa in opera: se una volta pensavo che i tubi aperti avessero un vantaggio nel tempo di acclimatamento, ora che ho scoperto il reflectix per isolare lo SC devo dire che quel buon vecchio schema ottico ha un vantaggio anche su quel fronte (anche se diventa davvero brutto da vedere...
).
Non ho aiutato molto le statistiche, vero? :-p
ora ho capito.
C'è del vero in quello scritto che hai riportato, anche se non mi ci riscontro pienamente.
Il mio primo Mewlon, il 210, lo avevo scambiato con un C9. Era usato, già "vecchiotto", e pesantemente "customizzato".
Concordo con Fedele sul fatto che molti si sentono più esperti degli specialisti e "aggiustano e migliorano", anche se così non è. Ci avevo messo parecchio tempo per risistemarlo e collimarlo a dovere, ed avevo anche faticato parecchio.
Tuttavia non avevo riscontrato specifici problemi sulle viti di collimazione (ora, non allora, mi viene anche il dubbio se fossero originali o no... a memoria direi di si, ma non ne ho la certezza...) quanto piuttosto sulla decentratura del secondario.
Poi, solo alla fine, avevo scoperto che il mewlon va collimato a fuoco diretto, senza alcun accessorio in mezzo. (c'è anche un video di Ed Ting su youtube a cui il mewlon non piace troppo...)
Il 180c attuale, CONFESSO, è arrivato ben collimato, e pure il cercatore era perfettamente allineato, e NON ho avuto bisogno di mettere mano alla collimazione, quindi non mi sbilancio.
Il 210 aveva anche un importante mirror shift, che nel 180 è molto più contenuto, ma che comunque è presente. Di certo ben distante dal portare fuori campo un soggetto durante la messa a fuoco, anche nel precedente 210.
Mi ritrovo sul fatto che non si appanna mai.
Mi ritrovo sui bianchi "bianchi" e neri "neri".
Non mi ritrovo invece sulla luce diffusa, non so dire dei riflessi circolari, credo di non avere quelle condizioni di contorno.
Non mi ritrovo nemmeno sui commenti di quelli che vendono un C11 dopo aver provato un 180, per la "visione". Per esperienza diretta, ho un C9 (favoloso) che fa vedere di più del mewlon, con qualità simile (anche se non ha la stessa purezza dei colori), ed un VMC260 che fa vedere più del C9. Avevo comparato un C11 col VMC260 ed ho preferito il VMC.
A meno che il cambio non sia per peso e logistica, nel qual caso il 180 è eccellente e difficile da battere.
Di conseguenza non mi stupisce per nulla che in fotografia planetaria più diametro conti più di qualsiasi altro parametro, proprio per la tecnica di ripresa (tanti frames brevi - filmato, il diametro conta).
Non ho mai provato un Edge 8HD, e ne sarei curioso, sono convinto sia un bello strumento!
Una nota finale sulla velocità di posa in opera: se una volta pensavo che i tubi aperti avessero un vantaggio nel tempo di acclimatamento, ora che ho scoperto il reflectix per isolare lo SC devo dire che quel buon vecchio schema ottico ha un vantaggio anche su quel fronte (anche se diventa davvero brutto da vedere...

Non ho aiutato molto le statistiche, vero? :-p
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Daisuke, ho molto apprezzato il tuo intervento, molto equilibrato e senza un filo di marchio-bigot.
Ogni strumento ha i suoi pro ed i suoi contro e spesso la somma finale tra pregi e difetti, rende le differenze tra varie tipologie abbastanza marginali.

Ogni strumento ha i suoi pro ed i suoi contro e spesso la somma finale tra pregi e difetti, rende le differenze tra varie tipologie abbastanza marginali.


Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Che miserie, mamma mia!
Almeno mettile di inox.
Diciamo dei cinesi, ma loro non si perdono su 3 viti, 2 tappi, una custodia o una valigetta di plastica, invece di uno scatolone di cartone.
Anche un diagonale Svbony da 25€ ha il collare blocca oculare, mentre la barlow Takahashi una vite singola come negli anni 80.
Anni che credo ormai abbiano tutti gli operai di quella prestigiosa ditta.
Almeno mettile di inox.
Diciamo dei cinesi, ma loro non si perdono su 3 viti, 2 tappi, una custodia o una valigetta di plastica, invece di uno scatolone di cartone.
Anche un diagonale Svbony da 25€ ha il collare blocca oculare, mentre la barlow Takahashi una vite singola come negli anni 80.
Anni che credo ormai abbiano tutti gli operai di quella prestigiosa ditta.
- Angelo Cutolo
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Letto (e visto) il test del meloncino, ribadisco che lo stile di questi nuovi video mi piace, continua con questa linea (almeno per i test di materiale astronomico).
Relativamente al sistema di collimazione, ma nessuno propone in commercio delle "bob" per i vari meloni?
Personalmente con delle viti del genere, la prima cosa che farei è cambiarle con altre godronate e pazienza se poi non si può più avvitarci il tappo copri-secondario; col mio Ciotto sono abituato al ritocchino di collimazione appena lo metto in opera (anche perché svito il secondariofastar per applicare la ventola per velocizzare l'acclimatamento). Penso che per chiunque abbia un newton, la pratica del controllo della collimazione prima dell'osservazione, sia ormai nel DNA.
Per la questione dello shift, visto che il sistema di traslazione del primario è concettualmente simile a quello degli SCT, a meno di non volerci mettere le mani per una registratina generale (ho visto nel filmato di Lolli, che tirar via tutto il blocco culatta-primario è uno scherzo), può essere utile far fare un "giro di chiglia" al focheggiatore, da un fine-corsa all'altro, io ogni tanto sul Ciotto lo faccio per ridistribuire il grasso su tutta la lunghezza sia del perno filettato che del cannotto porta-specchio, tale pratica ha la sua (per quanto limitata) utilità.
Comunque è un gran bello strumentino, soprattutto esteticamente, ma se D-K doveva essere, avrei preferito un f/20 senza compromessi; non è una critica, infatti capisco benissimo la ratio dell'f/12, strumento più "universale", una strizzatina d'occhio agli astroimager, ecc, ma per quelle che sono le mie preferenze, preferisco che uno specifico schema ottico, sia disegnato con caratteristiche tali per cui quello schema dia il massimo.
Relativamente al sistema di collimazione, ma nessuno propone in commercio delle "bob" per i vari meloni?
Personalmente con delle viti del genere, la prima cosa che farei è cambiarle con altre godronate e pazienza se poi non si può più avvitarci il tappo copri-secondario; col mio Ciotto sono abituato al ritocchino di collimazione appena lo metto in opera (anche perché svito il secondariofastar per applicare la ventola per velocizzare l'acclimatamento). Penso che per chiunque abbia un newton, la pratica del controllo della collimazione prima dell'osservazione, sia ormai nel DNA.
Per la questione dello shift, visto che il sistema di traslazione del primario è concettualmente simile a quello degli SCT, a meno di non volerci mettere le mani per una registratina generale (ho visto nel filmato di Lolli, che tirar via tutto il blocco culatta-primario è uno scherzo), può essere utile far fare un "giro di chiglia" al focheggiatore, da un fine-corsa all'altro, io ogni tanto sul Ciotto lo faccio per ridistribuire il grasso su tutta la lunghezza sia del perno filettato che del cannotto porta-specchio, tale pratica ha la sua (per quanto limitata) utilità.
Comunque è un gran bello strumentino, soprattutto esteticamente, ma se D-K doveva essere, avrei preferito un f/20 senza compromessi; non è una critica, infatti capisco benissimo la ratio dell'f/12, strumento più "universale", una strizzatina d'occhio agli astroimager, ecc, ma per quelle che sono le mie preferenze, preferisco che uno specifico schema ottico, sia disegnato con caratteristiche tali per cui quello schema dia il massimo.
Ultima modifica di Angelo Cutolo il 02/04/2025, 15:15, modificato 2 volte in totale.
Binocoli: Orion 2x54 • Ibis Horus 5x25 • Pentax Papilio 6,5x21 • Shuntu 8x20 ED • Vortex Vanquish 8x25 • Vixen Ultima 8x56 • Canon 10x30 IS II • Nikon Action EX 16x50 • William Optics 22x70 apo • Docter Aspectem 40x80 ED
Telescopi: SYW AE-72 76/1400 • LOMO 80/480 • Celestron C8 xlt 203/2030 • Newton Optical 200/1650 • Dobson 406/1830
Telescopi: SYW AE-72 76/1400 • LOMO 80/480 • Celestron C8 xlt 203/2030 • Newton Optical 200/1650 • Dobson 406/1830
Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Leggendo la testimonianza dell’astrofilo De Marco pubblicata da Pier mi sembra di capire che la differenza più evidente fra questi Dall Kirkham di Takahashi ed i Cassegrain puri di GSO (variamente rimarchiati fra cui Tecnosky) sia nell'ampiezza del campo corretto al centro, maggiore nello strumento classico cinese.
Visto che Piergiovanni li ha provati entrambi, seppur non in contemporanea, mi piacerebbe conoscere la sua opinione sul confronto fra le due tipologie di strumenti.
Entrambi sono f12, e con l’ostruzione centrale simile.
I dati sulla riflettività degli specchi sembrerebbero a favore del GSO, ma c’è qualcosa che non mi quadra su quel 99% dichiarato per i GSO (specchi dielettrici?) che a quanto scrive Pier restituirebbero anche un viraggio nel colore (per quanto ne sapevo questo accade solo se al posto dell’alluminio si usa altro metallo -ad esempio oro o argento- per lo strato riflettente, o appunto nel caso di specchi con trattamento díelettrico).
Visto che Piergiovanni li ha provati entrambi, seppur non in contemporanea, mi piacerebbe conoscere la sua opinione sul confronto fra le due tipologie di strumenti.
Entrambi sono f12, e con l’ostruzione centrale simile.
I dati sulla riflettività degli specchi sembrerebbero a favore del GSO, ma c’è qualcosa che non mi quadra su quel 99% dichiarato per i GSO (specchi dielettrici?) che a quanto scrive Pier restituirebbero anche un viraggio nel colore (per quanto ne sapevo questo accade solo se al posto dell’alluminio si usa altro metallo -ad esempio oro o argento- per lo strato riflettente, o appunto nel caso di specchi con trattamento díelettrico).
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
SAMUELE, anche io che credo che sarebbe molto interessante un confronto, anche solo a memoria, tra il CASSEGRAIN PURO GSO-TECNOSKY da 8" ed il MEWLON 180 da 7".
Siccome PIERGIOVANNI li ha testati a fondo abbastanza recentemente, anche se in tempi diversi, la cosa sarebbe di un certo interesse.
I fondamentali direbbero un poco più di luce per il CASSEGRAIN da 8", ed una maggiore maneggevolezza per il MEWLON da 7".
Mentre alla voce mirror-schift, non c'è storia, il CASSEGRAIN ha lo specchio primario fisso e quindi del tutto privo del problema, mentre il MEWLON con lo specchio primario mobile è soggetto ad un evidente mirror-schift , sempre ricordando che i RUMAK INTES ED INTES MICRO ed il C8 EDGE HD, tutti con specchio mobile, ne sono sostanzialmente privi, dimostrando che lo specchio mobile non deve essere per forza associato ad un inevitabile mirro-schif.

Siccome PIERGIOVANNI li ha testati a fondo abbastanza recentemente, anche se in tempi diversi, la cosa sarebbe di un certo interesse.
I fondamentali direbbero un poco più di luce per il CASSEGRAIN da 8", ed una maggiore maneggevolezza per il MEWLON da 7".
Mentre alla voce mirror-schift, non c'è storia, il CASSEGRAIN ha lo specchio primario fisso e quindi del tutto privo del problema, mentre il MEWLON con lo specchio primario mobile è soggetto ad un evidente mirror-schift , sempre ricordando che i RUMAK INTES ED INTES MICRO ed il C8 EDGE HD, tutti con specchio mobile, ne sono sostanzialmente privi, dimostrando che lo specchio mobile non deve essere per forza associato ad un inevitabile mirro-schif.


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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ciao ragazzi, è difficile per me fare stime "a memoria", ma grazie per la fiducia.
Posso forse citare rapidamente i lati positivi e negativi di entrambi, da prendere… con le pinze.
Cassegrain
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Zero spostamento del fuoco
Piastre Losmandy e Vixen integrate
Buona costruzione e rifiniture per il prezzo
Miglior resa ai bordi a parità di oculari
Difetti:
Lo star test mostra una qualità inferiore rispetto al Mewlon
Mi è parso un po’ più "caldo" nell’osservazione della Luna rispetto al Mewlon
Un po’ meno contrastato sui pianeti rispetto al Mewlon
Non lavora a tutta apertura
È un po’ pesante quando ben accessoriato
Mewlon
Pregi:
Star test "da manuale" (almeno per l’ottica in mio possesso)
Molto luminoso in proporzione al diametro
Molto leggero sia da trasportare che da montare
Difetti:
Intubazione un po’ spartana (solo annerimento, zero diaframmi nel tubo)
Spostamento del primario durante la messa a fuoco
Viti di collimazione da usare con attenzione
Da purista, avrei prediletto anche una versione più spinta, tipo F/18 o F/20
Confronti con altri strumenti
Rispetto a un bel doppietto da 5", entrambi sono meno contrastati nell’osservazione planetaria e devono essere collimati per rendere al meglio, anche se un F/12 regge tranquillamente un leggero disallineamento. Tuttavia, si gestiscono meglio in spazi stretti.
Rispetto a S-C o Mak, dipende dai modelli. A memoria, il Mak Intes Micro era più contrastato, ma impiegava un’era a raggiungere la temperatura ottimale. Personalmente, rispetto agli S-C, ho preferito sia il Cassegrain sia il Mewlon per la loro maggiore facilità ad ambientarsi termicamente. Ho notato che il seeing locale (osservare su cemento, piastrelle, ecc.) incide molto sulle prestazioni: su prato il Mewlon e il Cassegrain erano sempre stabili, mentre, lasciandoli una sera fuori dal garage su cemento caldo, inizialmente risultavano più "ballerini" rispetto al mio SC, che però su Giove forniva più luce diffusa. Certamente avrei preferito per entrambi i modelli la possibilità di optare magari per un F/9 o un F/18 ma l'astrofotografia regna sovrana
Conclusione
La panacea per tutti i mali? Per chi vuole un’ottima ottica, ama osservare la Luna, ha poco spazio e soffre di mal di schiena: Mewlon 210, con tutti i pregi e i difetti che ne conseguono.
Scusate la lungaggine!
Posso forse citare rapidamente i lati positivi e negativi di entrambi, da prendere… con le pinze.
Cassegrain
Pregi:
Zero spostamento del fuoco
Piastre Losmandy e Vixen integrate
Buona costruzione e rifiniture per il prezzo
Miglior resa ai bordi a parità di oculari
Difetti:
Lo star test mostra una qualità inferiore rispetto al Mewlon
Mi è parso un po’ più "caldo" nell’osservazione della Luna rispetto al Mewlon
Un po’ meno contrastato sui pianeti rispetto al Mewlon
Non lavora a tutta apertura
È un po’ pesante quando ben accessoriato
Mewlon
Pregi:
Star test "da manuale" (almeno per l’ottica in mio possesso)
Molto luminoso in proporzione al diametro
Molto leggero sia da trasportare che da montare
Difetti:
Intubazione un po’ spartana (solo annerimento, zero diaframmi nel tubo)
Spostamento del primario durante la messa a fuoco
Viti di collimazione da usare con attenzione
Da purista, avrei prediletto anche una versione più spinta, tipo F/18 o F/20
Confronti con altri strumenti
Rispetto a un bel doppietto da 5", entrambi sono meno contrastati nell’osservazione planetaria e devono essere collimati per rendere al meglio, anche se un F/12 regge tranquillamente un leggero disallineamento. Tuttavia, si gestiscono meglio in spazi stretti.
Rispetto a S-C o Mak, dipende dai modelli. A memoria, il Mak Intes Micro era più contrastato, ma impiegava un’era a raggiungere la temperatura ottimale. Personalmente, rispetto agli S-C, ho preferito sia il Cassegrain sia il Mewlon per la loro maggiore facilità ad ambientarsi termicamente. Ho notato che il seeing locale (osservare su cemento, piastrelle, ecc.) incide molto sulle prestazioni: su prato il Mewlon e il Cassegrain erano sempre stabili, mentre, lasciandoli una sera fuori dal garage su cemento caldo, inizialmente risultavano più "ballerini" rispetto al mio SC, che però su Giove forniva più luce diffusa. Certamente avrei preferito per entrambi i modelli la possibilità di optare magari per un F/9 o un F/18 ma l'astrofotografia regna sovrana
Conclusione
La panacea per tutti i mali? Per chi vuole un’ottima ottica, ama osservare la Luna, ha poco spazio e soffre di mal di schiena: Mewlon 210, con tutti i pregi e i difetti che ne conseguono.
Scusate la lungaggine!
Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Assolutamente d'accordo. Credo fra l'altro che Takahashi continui su questa falsariga sfruttando il nome che si è fatto nel tempo, non ammodernando le catene di montaggio per massimizzare i guadagni, facendo leva sul fatto che comunque astrofili di un certo tipo, diciamo col "naso fino", scelgono ideologicamente il marchio non considerando i progressi che il mondo continua ad avere. Io invece queste cose le guardo molto e se un prodotto non si chiama Takahashi ma Cinesino e ha caratteristiche ed accessori all'altezza a me va bene ugualmente. Ovviamente con questo non voglio giudicare nessuno, ognuno è libero di spendere i propri soldi come preferisce.vale75 ha scritto: ↑01/04/2025, 11:29 Che miserie, mamma mia!
Almeno mettile di inox.
Diciamo dei cinesi, ma loro non si perdono su 3 viti, 2 tappi, una custodia o una valigetta di plastica, invece di uno scatolone di cartone.
Anche un diagonale Svbony da 25€ ha il collare blocca oculare, mentre la barlow Takahashi una vite singola come negli anni 80.
Anni che credo ormai abbiano tutti gli operai di quella prestigiosa ditta.
DUE OCCHI VEDONO MOLTO MEGLIO DI UNO
C9.25 e S.W. 150/1800 SkyMax su montatura IOPTRON HAZ46, torretta Baader Maxbright II e Zeiss vintage, coppia di Takahashi LE 30mm, coppia di Televue Panoptic 24mm, coppia di GSO Superview 15mm 70°, coppia di Tecnosky UFF 10mm, TS 40mm Paragon ED, Meade serie 4000 Japan 26 e 15mm, Sky Quality Meter-L, Kite APC 16x42, Pentax Papilio II 6.5x21
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ciao, si ma devi anche considerare che Takahashi lavora veramente bene le ottiche, ripeto, questo star test era "da manuale". Personalmente preferisco beneficiare di una buona ottica e accontentarmi un po' della meccanica che in ogni modo è utilizzabile. Non so cosa sarebbe accaduto dopo un anno, ma confermo che le viti in fase di collimazione non si sono di certo spanate con uno starnuto.
Diciamo che fanno sempre piu' scalpore le altre tre modalità di recensire un prodotto che personalmente poco apprezzo:
1) So tutto io e voi non sapete niente
2) Esagerare i difetti dei prodotti per fare scalpore
3) Questo lo smonto io, lo sistemo io perchè ne capisco piu' degli ingegneri che lo hanno progettato.
In sintesi io andro' avanti con il mio modus operandi, magari meno efficace
chi vorrà leggerà e guarderà i video...
Diciamo che fanno sempre piu' scalpore le altre tre modalità di recensire un prodotto che personalmente poco apprezzo:
1) So tutto io e voi non sapete niente
2) Esagerare i difetti dei prodotti per fare scalpore
3) Questo lo smonto io, lo sistemo io perchè ne capisco piu' degli ingegneri che lo hanno progettato.
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Per carità non vorrei di certo sembrare uno dei criticoni sottoelencati, però da uno strumento con quel prezzo e blasone, uno ci si aspetta la perfezione in ogni aspetto.
In fondo sono sempre stati i dettagli a fare la vera qualità.
E quando si nota subito che sono andati al risparmio o "avevamo solo quello in casa", la critica ci sta.
Ho letto anche di oculari Tpl con visibile strato di polvere sulle lenti interne.
Non va bene.
Una volta su fb osai dire a Lucchini che sullo Swarovski junior, avevano trovato il modo di risparmiare anche sulla diottria, mi rispose:
"Oh chissà che risparmio"
(Beh insomma)
"Allora hai ragione te".
In fondo sono sempre stati i dettagli a fare la vera qualità.
E quando si nota subito che sono andati al risparmio o "avevamo solo quello in casa", la critica ci sta.
Ho letto anche di oculari Tpl con visibile strato di polvere sulle lenti interne.
Non va bene.
Una volta su fb osai dire a Lucchini che sullo Swarovski junior, avevano trovato il modo di risparmiare anche sulla diottria, mi rispose:
"Oh chissà che risparmio"
(Beh insomma)
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ciao Vale, si certamente, ho sentito la questione della polvere nei takahashi TPL, non c'era negli esemplari che ho provato, tanto che uno l'ha comprato Federico e uno Francesco Toni. Gli Edmund che ho ricevuto vanno smontati e puliti...
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Invece i miei Edmund sono pulitissimi dentro.
(Ma erano arrivati con le famose gommine rosse rattoppate e ovviamente senza tappi)
Mah.
(Ma erano arrivati con le famose gommine rosse rattoppate e ovviamente senza tappi)
Mah.
Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Ciao,
per qualche motivo mi sono saltate le notifiche e non avevo visto le varie risposte, scusate.
Dico la mia a memoria su quanto ho letto.
Il Mewlon 180 (già non è più vero per il 210) è leggerissimo. Solo il C8 gli è pari (ed è anche più corto, però necessita di paraluce col quale diventa più lungo e meno comodo, sia in versione morbida che rigida - il paraluce, intendo).
Su una montatura "leggera" (poi in vari casi ho scoperto che il punto debole è spesso il tripode, più che la montatura, ma questo vale per altro thread) avere 6kg, 8Kg, 10Kg non è la stessa cosa.
Poi il Mewlon ha un bilanciamento dei pesi fantastico, il punto di equilibrio è vicino alla culatta, e si osserva sempre molto "comodi". Questo non vale sempre per qualsiasi strumento (non parlo di rifrattori magari lunghi dove il punto di osservazione oscilla di parecchio, ma anche di catadiottrici dove si sposta, si arriva al limite, etc etc. Magari è capitato solo a me, ma a me è capitato).
Sulla questione delle "bob's knobs", che ho ed ho provato in vari strumenti, la mia opinione è questa: se lo strumento è intrinsercamente instabile sulla collimazione allora ci stanno, il "ritocchino" può aver senso. Ma la contropartita è che aumentano l'instabilità della collimazione.
E' verissimo che sul newton si tende a collimare ogni volta, ma si collima generalmente il primario, non il secondario (anche se esistono newton ben fatti che hanno anche le bob's sul secondario, e reggono abbastanza bene - dipende dalla realizzazione).
Questo per dire che sul Mewlon io le "bob's" non le metterei. Anzi, no. Non le metto.
Per quanto riguarda il tema del mirror shift, concordo sul fatto che si possa fare meglio, e che sugli Edge HD è fatto bene, e basterebbe davvero poco (2 guide oltre a quella di spostamento primario).
Ricordo però che lo specchio fisso non è la panacea di tutti i mali, come su tutto ci sono aspetti positivi e negativi. Sicuramente tra i positivi c'è che lo strumento lavora sempre alle distanze teoriche corrette (se non viene manomesso) e quindi per poter usare il primario mobile si deve stare su schemi con una certa tolleranza (non a caso gli RC non hanno mai primario mobile. Mai chiesti il motivo?), ma d'altro canto questo porta al compromesso di scegliere: se ottimizzato per fotografia il fuoco dovrebbe essere poco esterno, se foto/visuale il fuoco va portato molto fuori. Ma a quel punto serve un focheggiatore robusto, in proporzione al treno ottico.
Al solito, in visuale poco male, le prolunghe fanno il loro lavoro, ma in foto servono componenti che reggano il peso (lo "shift" non c'è, ma le flessioni del focheggiatore sono belve difficili da domare, senza mettere in conto eventuali problemi di ortogonalità e quindi ulteriori variabili da monitorare) e di solito un focheggiatore fotografico ha una corsa inutile per il visuale. Sempre "compromessi".
Lo specchio mobile ha d'altronde il vantaggio di non creare problemi di flessioni del treno ottico attaccato alla culatta, e normalmente di non avere problemi di back-focus.
Ovviamente quanto sopra indipendentemente dal Mewlon in oggetto, solo per dire che ci sono sempre "compromessi".
@Piergiovanni: hai citato i diaframmi: a parte che il Mewlon ha un'ottimo annerimento, a me risulta che i diaframmi siano nel tubo paraluce sulla culatta (e che probabilmente quelli sul tubo servano molto meno).
Infine, per la questione delle viti, sinceramente sto sorridendo, non state valutando lo strumento nella sua globalità (occhio: non dico sia perfetto, dico solo che è molto molto piacevole da usare per osservare!) e vi fissate su un punto.
Mi sembra come quello che non vuole guardare miss Italia per quel fastidioso neo che ha sul collo...
Se le viti di collimazione danno fastidio, non prendete il Mewlon. Se mi dite che spendendo meno si può avere un risultato simile... concordo assolutamente (sorpresi?). Alcuni Giapponesi sono "famosi" per perdersi in un bicchiere d'acqua, avete mai visto gli attacchi dei cercatori Takahashi? Ineccepibili, robusti, quello che si vuole, ma lo sgancio rapido è un accrocchio inventato in aggiunta (robustissimo pure quello, eh!), loro tendono a fare bene la sostanza all'inizio e poi mantenere nel tempo metodi e tradizione. Senza contare la questione di supporto ed assistenza.
Per me il Mewlon 180c è piacevole, ha una qualità di visione quasi da newtoniano lungo, è robusto e comodissimo da gestire, leggero e con un bilanciamento di pesi perfetto.
Questo non significa che sia esente da difetti, ma... sarebbe anche giusto dare ai vari difetti il peso relativo corretto, imho.
p.s. Piergiovanni: continua così le prove, che sono bellissime!
per qualche motivo mi sono saltate le notifiche e non avevo visto le varie risposte, scusate.
Dico la mia a memoria su quanto ho letto.
Il Mewlon 180 (già non è più vero per il 210) è leggerissimo. Solo il C8 gli è pari (ed è anche più corto, però necessita di paraluce col quale diventa più lungo e meno comodo, sia in versione morbida che rigida - il paraluce, intendo).
Su una montatura "leggera" (poi in vari casi ho scoperto che il punto debole è spesso il tripode, più che la montatura, ma questo vale per altro thread) avere 6kg, 8Kg, 10Kg non è la stessa cosa.
Poi il Mewlon ha un bilanciamento dei pesi fantastico, il punto di equilibrio è vicino alla culatta, e si osserva sempre molto "comodi". Questo non vale sempre per qualsiasi strumento (non parlo di rifrattori magari lunghi dove il punto di osservazione oscilla di parecchio, ma anche di catadiottrici dove si sposta, si arriva al limite, etc etc. Magari è capitato solo a me, ma a me è capitato).
Sulla questione delle "bob's knobs", che ho ed ho provato in vari strumenti, la mia opinione è questa: se lo strumento è intrinsercamente instabile sulla collimazione allora ci stanno, il "ritocchino" può aver senso. Ma la contropartita è che aumentano l'instabilità della collimazione.
E' verissimo che sul newton si tende a collimare ogni volta, ma si collima generalmente il primario, non il secondario (anche se esistono newton ben fatti che hanno anche le bob's sul secondario, e reggono abbastanza bene - dipende dalla realizzazione).
Questo per dire che sul Mewlon io le "bob's" non le metterei. Anzi, no. Non le metto.
Per quanto riguarda il tema del mirror shift, concordo sul fatto che si possa fare meglio, e che sugli Edge HD è fatto bene, e basterebbe davvero poco (2 guide oltre a quella di spostamento primario).
Ricordo però che lo specchio fisso non è la panacea di tutti i mali, come su tutto ci sono aspetti positivi e negativi. Sicuramente tra i positivi c'è che lo strumento lavora sempre alle distanze teoriche corrette (se non viene manomesso) e quindi per poter usare il primario mobile si deve stare su schemi con una certa tolleranza (non a caso gli RC non hanno mai primario mobile. Mai chiesti il motivo?), ma d'altro canto questo porta al compromesso di scegliere: se ottimizzato per fotografia il fuoco dovrebbe essere poco esterno, se foto/visuale il fuoco va portato molto fuori. Ma a quel punto serve un focheggiatore robusto, in proporzione al treno ottico.
Al solito, in visuale poco male, le prolunghe fanno il loro lavoro, ma in foto servono componenti che reggano il peso (lo "shift" non c'è, ma le flessioni del focheggiatore sono belve difficili da domare, senza mettere in conto eventuali problemi di ortogonalità e quindi ulteriori variabili da monitorare) e di solito un focheggiatore fotografico ha una corsa inutile per il visuale. Sempre "compromessi".
Lo specchio mobile ha d'altronde il vantaggio di non creare problemi di flessioni del treno ottico attaccato alla culatta, e normalmente di non avere problemi di back-focus.
Ovviamente quanto sopra indipendentemente dal Mewlon in oggetto, solo per dire che ci sono sempre "compromessi".
@Piergiovanni: hai citato i diaframmi: a parte che il Mewlon ha un'ottimo annerimento, a me risulta che i diaframmi siano nel tubo paraluce sulla culatta (e che probabilmente quelli sul tubo servano molto meno).
Infine, per la questione delle viti, sinceramente sto sorridendo, non state valutando lo strumento nella sua globalità (occhio: non dico sia perfetto, dico solo che è molto molto piacevole da usare per osservare!) e vi fissate su un punto.
Mi sembra come quello che non vuole guardare miss Italia per quel fastidioso neo che ha sul collo...

Se le viti di collimazione danno fastidio, non prendete il Mewlon. Se mi dite che spendendo meno si può avere un risultato simile... concordo assolutamente (sorpresi?). Alcuni Giapponesi sono "famosi" per perdersi in un bicchiere d'acqua, avete mai visto gli attacchi dei cercatori Takahashi? Ineccepibili, robusti, quello che si vuole, ma lo sgancio rapido è un accrocchio inventato in aggiunta (robustissimo pure quello, eh!), loro tendono a fare bene la sostanza all'inizio e poi mantenere nel tempo metodi e tradizione. Senza contare la questione di supporto ed assistenza.
Per me il Mewlon 180c è piacevole, ha una qualità di visione quasi da newtoniano lungo, è robusto e comodissimo da gestire, leggero e con un bilanciamento di pesi perfetto.
Questo non significa che sia esente da difetti, ma... sarebbe anche giusto dare ai vari difetti il peso relativo corretto, imho.
p.s. Piergiovanni: continua così le prove, che sono bellissime!
Mi piace guardare lontano.
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Re: Takahashi Mewlon 180 C - Discussione
Sicuramente avere quasi tutta la massa di un telescopio molto prossima allo specchio primario, come nei CASSEGRAIN PURI e nei MEWLUM 180, è un grande vantaggio per poter essere montati su delle montature di medio-bassa capacità di carico, pur restando ben fermi.
Il caso opposto è quello dei rifrattori di medio-lungo fuoco e magari usati con una torretta binoculare, dove per lo stesso peso totale, sono necessarie delle montature molto più solide e costose.
Una via di mezzo sono i CATADIOTTRICI, meglio gli SCT dei MAK, perché la lastra correttrice degli SCT è più sottile e leggera del menisco anteriore di un MAK di pari diametro.

Il caso opposto è quello dei rifrattori di medio-lungo fuoco e magari usati con una torretta binoculare, dove per lo stesso peso totale, sono necessarie delle montature molto più solide e costose.
Una via di mezzo sono i CATADIOTTRICI, meglio gli SCT dei MAK, perché la lastra correttrice degli SCT è più sottile e leggera del menisco anteriore di un MAK di pari diametro.

