La Rencontres du ciel et de l’espace è probabilmente la principale fiera astronomica in Europa. In verità la parola “fiera” è riduttiva per un evento organizzato dall’Associazione Francese di Astronomia che, oltre agli stand dei principali produttori di telescopi e materiale astronomico, prevede anche conferenze e incontri tematici. Per esempio ho seguito una conferenza sulla missione JUICE dell’ESA per l’esplorazione delle lune di Giove, tenuta da un ingegnere di Airbus e uno scienziato dell’ESA. Il tutto all’interno della CitèdesSciences& de Industrie, un museo tematico con esposizioni permanenti o temporanee che spaziano (ad oggi) dall’astronomia, al medio evo, sviluppo sostenibile, un planetario fino ad arrivare alla possibilità di visitare un sottomarino degli anni ’50 esposto nel parco.
Quasi tutti i principali produttori (o importatori) mondiali erano rappresentati o direttamente (Bresser, Explorer Scientific, APM, Omegon) o tramite l’importatore francese (Celestron, Skywatcher, Takahashi). Non posso raccontare tutti i prodotti esposti (erano tantissimi!) e molti sono già presenti da tempo sul mercato, con tante recensioni online disponibili. Ho quindi scelto, per quanto riguarda i nomi più noti, di concentrarmi sulle principali novità del settore.
Non mancavano infine i piccoli produttori anche artigianali, e in questo articolo ne ho voluti includere tre – tutti francesi – con prodotti a mio avviso molto interessanti.
SKYWATCHER
Un’importante novità è stata presentata da Skywatcher come prototipo. Si tratta di un Maksutov da 300mm in grado di lavorare sia alla focale nativa di f10 (3000mm) sia con riduttore alla focale di f6.8. Lo schema ottico non è quello classico dei Maksutov col menisco a piena apertura – come negli esemplari più piccoli. Un menisco da 300mm in effetti sarebbe stato eccessivamente pesante e avrebbe aumentato notevolmente il costo del telescopio.
L’importatore ha ricevuto il prototipo dalla casa madre il lunedì precedente all’inizio della fiera e non aveva ancora avuto modo di testarlo. Tutte le caratteristiche che riporto ora sono frutto di una lunga discussione con l’importatore, e sono sue e mie supposizioni.
Lo schema ottico dovrebbe essere simile a quello VISAC dei Vixen, con (i) almeno un menisco correttore inserito subito prima dello specchio secondario e attraversato quindi due volte dalla luce e (ii) altre ulteriori lenti correttrici inserite subito prima del focheggiatore (che è esterno, dualspeed e fisso) e attraversate quindi una sola volta dalla luce. Sono riuscito a fotografare il porta secondario dove si intravede sia lo specchio secondario che il menisco, e anche le ulteriori lenti correttrici presenti in fondo al tubo.
L’ostruzione centrale è del 32%, un risultato notevole per un catadriottico che lavora nativamentead f10.
L’OTA pesa intorno a 15kg. Per visuale è possibile usarlo su una AZ-EQ6 (come l’esemplare esposto, la montatura aveva 3 contrappesi e l’estensione alla barra contrappesi) ma per astrofotografia ci vuole decisamente qualcosa di più solido. Ancora non si sa nulla su prezzo e uscita sul mercato della versione prodotta in serie; potrebbe essere settembre-ottobre 2017 con un prezzo intorno a 2000-2500€ ma, ripeto, sono solo supposizioni.
BRESSER E EXPLORER SCIENTIFIC
Altre due grandi novità sono state presentate da Bresser. Si tratta del ritorno degli acromatici a lungo fuoco. Da quanto mi ha raccontato la persona nello stand, Bresser ha ricevuto molte richieste per strumenti ragionevolmente economici e pensati principalmente per l’osservazione visuale ad alta risoluzione di pianeti e stelle doppie. Ispirandosi quindi ai rifrattori Unitron del passato, hanno deciso di far uscire sul mercato due nuovi rifrattori acromatici:
– un 90mm / 1200mm focale con focheggiare standard single speed, prezzo di listino 199€
– un 102mm / 1350mm focale con focheggiatoreexafoc single speed (e opzione per dualspeed), prezzo di listino 259€
Si tratta, a mio avviso, di una novità importante in un settore che da tantissimo tempo è fermo sempre sugli stessi modelli. Oltre al focheggiatore, la costruzione è simile a quella di tutti gli acromatici di casa Bresser: tubo bianco e cercatore 6×30. Il 102mm ha anche una maniglia di trasporto e il piggy-back per la reflex. Non ho chiesto il peso, ma per tubi così lunghi il limite per la montatura viene dato più dalla lunghezza (e quindi dall’effetto leva) del telescopio.
Altre novità in arrivo anche per Explorer Scientific. Stanno sviluppando una nuova elettronica (motori e interfaccia) per la Losmandy G11, chiamata PCM8.
L’idea è quella di scrivere un software open source (e quindi migliorabile da parte della comunità astronomica), e pilotabile via tablet per gestire la montatura. Losmandy collaborerà con ES e verrà commercializzato tra qualche mese (non appena completata la messa a punto del software) un pacchetto che include montatura Losmandy G11, motori e tablet. La montatura sarà anche pilotabile anche con un qualsiasi computer windows.
Infine ho scambiato due parole sui loro Dobson Ultralight. A mia richiesta, mi è stato detto che un gruppo di lavoro esterno sta pensando ad un sistema push-to da integrare nei Dobson, che potrebbe forse arrivare il prossimo anno. Inoltre è prevista anche una nuova versione da 500mm, 51kg di peso complessivo, altezza dell’oculare allo zenith pari a 183 cm, specchio aperto a f4. La rocker box sarà un quadrato di 65cm di lato, mentre la parte più pesante (la mirror box) peserà 31.2kg.
Ho avuto modo di provare i movimenti di questi dobson: devo dire che, almeno per quanto riguarda l’esemplare da 300mm esposto, il movimento era fluido; non a livello di un dobson artigianale (per esempio i Sud Dobson esposti in un altro stand) ma comunque buono. Paradossalmente, era più fluido il movimento in altitudine sulle mezzelune piuttosto che quello in azimuth, piuttosto duro (ma dovrebbe essere regolabile). Anche la qualità costruttiva era molto buona: nessun particolare fuori posto o sbavatura nell’esemplare da me osservato.
APM
APM è stato il primo stand che ho visitato. Si è ampiamente parlato dei nuovi binocoli angolati da 70mm, 82mm e 120mm – che si uniscono ai 100mm già in vendita da tempo. Non erano ancora esposti i modelli da 70mm e 82mm, che comunque sono presenti sul catalogo ufficiale di APM (“so new…. that we have no photos”). Saranno disponibili sia le versioni a 45° che a 90°, e sarà anche disponibile la versione non ED. Delos, Nagler, Panoptic e i Docter 12.5mm UWA andranno tutti a fuoco con i nuovi binocoli, mentre un paio di 18mm ultra flatfield (oculari di alta qualità rispetto a quelli base normalmente inclusi nei kit) saranno inclusi con ogni nuovo binocolo. Il corpo dei binocoli è in magnesio, e almeno i modelli da 70mm e 82mm saranno splashproof. Messa a fuoco elicoidale con focheggiatore da 1.25mm e anello di serraggio in bronzo. Mesa a fuoco minima pari a 12mt per il 70mm, campo massimo: 4° per il 70mm, 3.4° per l’82mm, 2.8° per il 100mm, 2.4° per il 120mm. Il 100mm ha un field stop dei prismi di 25mm, mentre i 70mm, 82mm e 120mm avranno un field stop di 28mm. I pesi sono i seguenti: 3kg per il 70mm, 3.8kg per l’82mm, 6.6kg per il 100mm e 9Kg per il 120mm. Per quanto riguarda i modelli con ottiche a bassa dispersione, il 70mm usa un tripletto con lente ED in FPL-51; l’82mm dovrebbe (non è indicato nel catalogo ma solo nel listino) essere un doppietto con FPL-53, il 100mm com’è noto è un doppietto con lente in FK-61 e infine il 120mm è un doppietto con lente FPL-53. Le lunghezze focali sono 400mm per il 70mm, 470mm per l’82mm, 550mm per il 100mm e 660mm per il 120mm.
Visti dal vivo, danno davvero l’impressione di prodotti di grande qualità, sono proprio belli.
Ma non era questa l’unica novità di APM. Appena arrivati, sono disponibili i nuovi binocoli dritti con prismi a porro della serie MS ed elemento ED con lente in FK-61, una significativa differenza rispetto alle versioni acromatiche vendute sia da APM che da altri importatori con nomi diversi. Le versioni ED sono disponibili con lente da 50mm (7x, 10x e 12x) e lente da 70mm (11x, 16x e 20x) Sono anche disponibili, ma solo in versione acromatica, gli esemplari con lenti da 80mm (16x e 20x) e 100mm (20x e 25x).
Ho avuto modo di osservare brevemente nel 10×50, un modello che si presta anche per l’uso a mano libera, e la visione appariva sicuramente molto nitida e priva di evidente aberrazione cromatica. Tuttavia la prova è stata troppo breve e improvvisata per poter dare un giudizio ponderato. Molto fluida e precisa la messa a fuoco sui singoli oculari. Si tratta di binocoli molto robusti, impermeabili e antiurto, di derivazione militare e con il corpo in magnesio. Purtroppo – a mia richiesta – APM mi ha confermato che non è previsto un modello con messa a fuoco centrale che, a mia modesta opinione, avrebbe senso nella versione più piccola da 50mm. A quanto pare (e Omegon mi ha detto la stessa cosa riguardo ai suoi Argus – disponibili però nella sola versione acromatica), la messa a fuoco centrale non è compatibile con la robustezza richiesta a questi binocoli.
OMEGON
Per quanto riguarda Omegon, mi sono fermato a parlare con il loro responsabile dello stand principalmente riguardo alla serie MS, che Binomania ha già avuto modo di provare nella versione 16×70. Si tratta di un binocolo molto simile a quello importato da APM, ma con un rivestimento gommato diverso e, come detto sopra, disponibile solo nella versione acromatica. In questo caso, quello che mi interessava era capire le differenze rispetto alla vecchia serie BA8. Anche se esternamente sembrano molto simili, in verità l’oculare della serie Argus è a 8 lenti, mentre il vecchio BA8 ne ha solo 5.Inoltre ho avuto modo di provare entrambi i modelli con lente da 50mm, uno dopo l’altro, e l’Argus è leggermente più leggero grazie al corpo in magnesio.
Anche Omegon aveva una sua forcella, ho fotografato un particolare del movimento in altitudine in bronzo (forse questa soluzione può interessare qualche autocostruttore che frequenta binomania.
Erano infine presenti, nella categoria degli oggetti non comuni, due microscopici Maksutov, uno da 80mm e uno addirittura da 60mm.
CELESTRON
La novità di Celestron – presente tramite l’importatore Medas – si chiama CGX, ed è la nuova montatura pensata per i loro Schmidt Cassegrain fino ad 11”. Il payload massimo dichiarato dalla casa è di 25kg. Era esposta con l’astrografo RoweAckermannad f2.2 (camera schmidt con correttore davanti al sensore fotografico).
Non è precisamente una montatura leggera, la testa pesa 20kg e il treppiede 9kg. Fortunatamente la testa si divide in due parti per facilitarne il trasporto.
La principale novità costruttiva della CGX è dato dal sistema a cinghia (belt) + ingranaggi (e non solo ad ingranaggi) per trasmettere il movimento; questo per diminuire il backslash della montatura quando usata per astrofotografia a lunga posa. E’ addirittura presente una piccola finestrella sulla testa che mostra le cinghie in movimento. La montatura viene infine fornita con un software (planewave software) per la gestione da remoto, anche se in questo caso non mi è chiaro se si tratta di una iniziativa dell’importatore o di Celestron.
Infine, Celestron ha introdotto anche l’EDGE 800 abbinato alla sua montatura computerizzata monobraccio Evolution.
I PICCOLI PRODUTTORI: MIRRORSPHERE
Mirrorsphere è un piccolo produttore artigianale francese, che cura sia la parte meccanica che ottica dei propri telescopi. Allo stand era presente “il costruttore di specchi”. Si tratta di strumenti in carbonio e alluminio, con costruzione a truss, di qualità costruttiva altissima e con alcune soluzioni molto intelligenti.
Per quanto riguarda l’alta risoluzione (quante novità e prodotti per l’hi-res a questa fiera), era presente un Gregory-Cassegrain da 300mm a f20 (e quindi 6 metri di focale). La scelta inusuale della configurazione Gregory (e non un Cassegrain classico oppure un DK) è dovuta al fatto che l’ottico riesce a raggiungere una qualità della lavorazione elevatissima.
Era inoltre presente un bel newton ad f4 da 300mm, un astrografo con diverse soluzioni interessanti.
La migliore è questa: è possibile traslare in alto o in basso sia lo specchio primario che lo specchio secondario. In altre parole, agendo su una grossa manopola rossa per quanto riguarda il primario e su alcuni viti per quanto riguarda il secondario, è possibile modificare la distanza tra primario e secondario per andare a fuoco con praticamente qualsiasi strumento, dalla camera CCD ad un visore binoculare.
Le manopole per la regolazione della collimazione del primario inoltre sono estremamente precise e permettono aggiustamenti di fino per far lavorare al meglio l’OTA. Il peso è di 17kg. Entrambi gli strumenti sono fatti a mano in Francia, sia per quanto riguarda la parte meccanica che per quanto riguarda le ottiche.
Quanto ai prezzi, il Gregory costa 5700€ mentre l’astrografo newton ne costa 6300€. Volendo, è anche possibile acquistare tubi in carbonio con una struttura a nido d’ape, leggeri e molto robusti. Sito internet: www.mirro-sphere.com/
I PICCOLI PRODUTTORI: SUD DOBSON
Sud Dobson invece produce kit per telescopi Dobson in legno multistrato. Sono disponibili sia nel modello classico, più robusto, sia in modelli più leggeri e trasportabili. I movimenti sono molto fluidi e i truss sono in carbonio: lo spessore è a discrezione del cliente, che può anche scegliere di includere un sistema computerizzato push-to e ovviamente dovrà indicare la lunghezza focale dello specchio primario. Normalmente le ottiche non sono incluse, poiché questo è un produttore unicamente meccanico. A titolo indicativo, ottiche escluse, un Dobson classico da 12” in legno Okoumè con truss in carbonio da 16mm di diametro costa 1490€. Sito internet: http://www.sud-dobson.fr/
PICCOLI PRODUTTORI: VERTEX
Vertex ha presentato un kit molto particolare per trasformare un rifrattore in un telescopio adatto ad osservare la cromosfera del sole. La cromosfera, la parte esterna dell’atmosfera solare, è osservabile generalmente soltanto in presenza di una eclisse totale di sole a causa della luce diffusa del sole. Il modulé Coronographe della Vertex oscura completamente un disco centrale (il sole) per permettere l’osservazione degli elementi più esterni dell’atmosfera solare. E’ come se simulasse, al telescopio, un’eclisse solare. Questo dispositivo è stato inventato negli anni ’30 da un astronomo dell’osservatorio del PicduMidì. Ecco com’è fatto internamente: Il prezzo su internet è pari a 1990€. Sito internet: http://vertex-astro.eu/
VARIE
Alla Clefdes étoiles hanno in vendita (se non l’hanno già venduto) un binoscopio APM-LZOS da 130mm.
Molto bello (ma costoso!), APM aveva esposto anche un bel Maksutov da 12.5”. Colore? Giallo canarino!
Non ho parlato di Takahashi perché non non ho notato novità. Tuttavia erano esposti molti dei loro modelli, tra cui un Mewlon 300 su montatura EM-500: uno strumento che sicuramente si nota.
Maturo la mia passione per l’osservazione astronomica e naturalistica gradualmente, partendo da una vecchia reflex F90 regalatami da mio nonno. Sempre alla ricerca di nuove cose da osservare, al momento preferisco osservare i pianeti con un rifrattore russo e la natura in montagna con qualsiasi cosa mi trovi sottomano….. a partire dai miei occhi!