Recensione dei binocoli Celestron NATURE DX 8×32, 10×42 e 10×56

PREMESSA

I binocoli Celestron Nature DX fanno parte di quella categoria di strumenti ottici che definisco “Entry -level” e che si differenziano dai prodotti “sottomarca” o da “bancarella” per una serie innumerevoli di caratteristiche che li rendono decisamente piu’ interessanti all’occhio dei neofiti che intendono acquistare un prodotto valido e con una ottima assistenza post-vendita.
I binocoli oggetto di questo test saranno: Il Celestron Nature DX 8×32 ( € 180 ), il 10×42 (€ 230) e il piu’ grande 10×56 (€ 320), la loro garanzia è di 24 mesi. Mi sono stati gentilmente forniti in visione da Auriga, che è il distributore italiano dei prodotti Celestron. Prima di iniziare vi propongo di iscrivervi al canale YouTube   e al Gruppo Facebook “Binocoli e ottiche sportive- Opinioni e recensioni” oppure al gruppo  ” Visori termici, visori notturni e fototrappolaggio“. Vi ricordo che è anche disponibile il nuovo mercatino dove potrete cercare o vendere strumenti usati in completa autonomia.
Buona visione  e buona lettura a tutti voi. 

 

 

STORIA DEL MARCHIO

 Negli Anni 50  Tom Johnson, fondatore della Valor Electronics in California, decise di costruire un telescopio per mostrare ai suo figli le meraviglie del cielo. Dopo dieci anni nacque la Celestron-Pacific e nel 1962, durante il celebre Star Party della Los Angeles Astronomical Society, il suo  telescopio Cassegrain portatile riscosse molto successo da destare anche l’attenzione delle riviste specializzate . Per questo motivo, si impegnò nella costruzione dei telescopi  Schmidt-Cassegrain (SCT), degli strumenti compatti, di lunga durata e che prevedono una facile collimazione. Il suo scopo iniziale fu di creare dei telescopi di medio-grande diametro, compatti e a prezzi decisamente inferiori rispetto al passato. Dopo  soli dieci anni la gamma di telescopi SC Celestron era decisamente ampia, essendo disponibile in vari formati, espressi in pollici:  C5, C6, C8, C10, C12, C14, C16 e C22. 
Negli anni successivi, inoltre, vi  furono altre due  innovazioni importanti che destarono sempre piu’ l’attenzione tra gli appassionati di tutto il mondo: il trattamento StarBright XLT e i sistemi computerizzati Goto . Negli anni 90 lo  Space Shuttle Atlantis portò in orbita un C5 e un C8. Due decenni dopo, un altro gruppo di astronauti installò un CPC 925. Alla fine degli anni Novanta nacque una corposa collaborazione con la SBIG (Santa Barbara Instruments Group) per soddisfare la domanda degli astroimager.  Fu creato il sistema Fastar che consentiva di sostituire lo specchio secondario con una fotocamera o con un CCD. Grazie a questo innovativo sistema, i clienti di Celestron potevano  scattare a F/ 2.8 rispetto a quanto consentito dallo schema ottico nativo che è aperto a F/10.
Gli anni Duemila per Celestron furono un modo di migliorare gli inseguimenti siderali dei propri strumenti, nacque infatti la serie SkyScout in grado di  mostrare automaticamente  le informazioni riguardanti gli oggetti puntati. Nel contempo, si attivò anche nella costruzione di microscopi, inventando un microscopio digitale LCD. L’innovazione piu’ importante fu la serie EDGE HD degli anni 2009, ossia un sistema ottico Schmidt aplanatico a campo piatto che elimina virtualmente le aberrazioni della curvatura del campo e della coma, producendo stelle puntiformi fino al limite del campo visivo anche dei più grandi sensori di imaging e oculari da campo. Poi fu la volta dello SkyProdigy e del Wi-Fi Nextstar Evolution, un telescopio con sistema Wi-Fi integrato..

Nel 2011, Celestron presentò lo SkyProdigy,  il primo telescopio auto-allineante. Due anni dopo, tramite l’accessorio StarSense AutoAlign  fu installata  la tecnologia StarSense su ogni telescopio computerizzato Celestron.  Nello stesso anno, si attivò una proficua collaborazione con gli ingegneri Dave Rowe e Mark Ackermann che portò alla creazione di un astrografo con un rapporto focale di f/2.2: l’astrografo Rowe-Ackermann Schmidt (RASA) .
 Nel 2020, soltanto seicento appassionati del marchio, poterono  acquistare un Nextstar Evolution 8HD:  un tubo ottico EdgeHD in fibra di carbonio,  dotato di StarSense AutoAlign e di una batteria interna LiFePO4 e Wi-Fi integrato. Ciascuno  beneficiava di  un numero di serie univoco e  di un certificato di autenticità firmato dal pioniere di Celestron, Alan Hale e dal CEO Corey Lee. Sempre nel 2020, fu presentato il telescopio entry-level , StarSense Explorer. Questo telescopio manuale funziona con un’app per smartphone proprietaria per analizzare il cielo notturno e calcolarne la posizione in tempo reale utilizzando la tecnologia Star Sense Explorer.  Penso sia abbastanza chiaro che ci troviamo di fronte a una azienda molto solida che guarda sempre con passione al futuro e che da qualche anno ha deciso di aggiungere oltre la gamma di telescopi e accessori astronomici anche una serie di prodotti per uso naturalistico. Se qualcuno aveva ancora il dubbio se acquistare un prodotto di marca poco nota o un binocolo Celestron, penso che questo breve riassunto storico, gli potrà essere d’aiuto.

 

DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE

 

Modello 8×32 10×42 10×56
Ingrandimento 8X 10X 10X
Obiettivi (mm) 32 42 56
Pupilla di uscita (mm) 4 4.2 5.6
Estrazione pupillare (mm) 17.5 14 18.2
Distanza minima di messa a fuoco (m) 2 2 3
Campo  reale  di vista (°) 7.4° 5.8°
Campo apparente (°) 59.2° 58° 60
Trasmissione di Luce N.D. N.D N.D
Distanza inter-pupillare 56-74  56-74  56-74
Regolazione delle diottrie N.D. N.D. N.D.
Composizione scafo ottico N.D N.D N.D
Tipo di Prisma Schmidt-Pechan Schmidt-Pechan Schmidt-Pechan
Impermeabilizzazione  
Dimensioni (mm) N.D. N.D. N.D.
Peso (g) 510 620 1030
Prezzo (Euro Iva Inclusa – Giugno 2022) GPO 180 230 320
Garanzia 24 mesi 24 mesi  24 mesi
Sito Ufficiale www.celestron.it www.celestron.it www.celestron.it
 
 

 

Fig.1 – Un primo piano sui binocoli della serie Celestron Nature DX, oggetto di questo test

ACCESSORI IN DOTAZIONE

I binocoli Celestron Nature DX sono venduti in una scatola nera-arancione che richiama il logo Celestron. All’interno sono presenti, oltre al binocolo: una borsa in cordura per il trasporto, i tappi copri oculari e copri obiettivi, la tracolla per il trasporto, il panno per la pulizia delle ottiche e un manuale con le istruzioni multi-lingua (Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco e Italiano). La borsa è composta da una tasca frontale dove poter inserire qualche piccolo accessorio o un kit per la pulizia. La chiusura è affidata a un po’ di velcro.


ACCESSORI OPZIONALI

Celestron propone un treppiede fotografico da utilizzare magari con il 10×56 e il 12×56. Personalmente mi sono divertito a fare qualche ripresa fotografica con il mio smartphone e l’adattatore universale Celestron NexYZ.

MECCANICA E SISTEMA A FUOCO

I binocoli Celestron della Serie Nature DX sono composti da uno scafo in policarbonato che è protetto da un’armatura in gomma di colore verde. Nei punti di appoggio, nella parte inferiore dello scafo sono presenti delle zone zigrinate che ne facilitano la presa. Tutti e tre sono sbilanciati verso gli obiettivi, mentre con il 10×56, appoggiando piu’ in basso le mani, verso gli obiettivi, è necessario spostare il dito indice per raggiungere la manopola di messa a fuoco.

Fig.2 – La manopola del 10×56 è leggermente piu’ grande degli altri due formati

Sono dotati di un sistema di filettatura per il collegamento ai treppiedi fotografici che è celato da un piccolo tappo svitabile che esibisce il logo Celestron. I tappi in dotazione sono i classici in questa fascia di prezzo, ma per fortuna grazie all’anello di sostengo, quelli degli obiettivi, non si sfilano. Il design, come potete vedere in queste immagini è  a cerniera unica con un ampio ponte su cui è stata inserita la manopola di messa a fuoco. Sempre sul ponte sono stati concepiti due incavi per chi preferisce inserire i polpastrelli.

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Il test con la bilancia elettronica ha stimato i seguenti pesi,  senza tappi) che riassumo nella tabella qui di seguito.

Modello Peso Dimensioni ( chiuso)
Nature DX 8×32 508 g 102×131 mm
Nature DX 10×42 613 g 108×136 mm
Nature DX 10×56 1010 g 130 x200 mm

Vista le differenze di diametro, mi sarei aspettato una messa a fuoco piu’ fluida nei formati da 32 mm e 42 mm, in realtà, grazie alla manopola di maggior diametro, utilizzata per il 56 mm, circa 4 mm piu’ grande, non ho notato differenze di utilizzo. Il sistema è ovviamente impermeabilizzato dato che sposta gli elementi interni.

Inserisco, per brevità, le distanze di messa a fuoco, all’interno di questa tabella, compreso il raggiungimento dell’infinito.

Modello Distanza minima di messa a fuoco Senso di rotazione Raggiungiment1o dell’infinito dalla distanza minima
Nature DX 8×32 1.20 m anti-orario un giro e tre quarti
Nature DX 10×42 2.50 m anti-orario un giro e mezzo
Nature DX 10×56 2.70 metri anti-orario un giro e mezzo

N.B. La distanza minima di messa a fuoco dell’8×32 mostra una ovvia immagine scollimata, per tale motivo, giustamente, Celestron ha citato i due metri come distanza “utilizzabile”. La regolazione della diottria sull’oculare destro è affidata a una ghiera, onesta, priva di blocchi di sicurezza, zigrinata che si sposta non facilmente. Sull’armatura sono presenti i simboli “- 0 +”.

Fig.3 – Un primo piano sugli obiettivi acromatici

 

OTTICA

Obiettivi

I binocoli Celestron Nature DX utilizzano normali vetri acromatici. Per verificare la loro nitidezza e il contrasto ho compiuto, ovviamente, alcuni test sul campo, oltre alla mia ormai indispensabile prova con la USAF CHART situata a 35 metri di distanza. La nitidezza è nella media, tra i tre esemplari l’8×32 ha mostrato una immagine leggermente piu’ incisa.

Fig.4 – Gli oculari hanno paraluce estraibili a rotazione senza click-stop prefissati



Oculari

Gli oculari  non forniscono un campo quasi grandangolare che varia da formato a formato. I paraluce in gomma, sono comodi da indossare, hanno un diametro di circa 41 mm. Anche il 10×56 si è rilevato confortevole.  I paraluce ruotano senza evidenti click- prefissati e non è possibile estrarli. Il diametro della lente di campo, vari in base al formato dei binocoli

Modello Diametro lente di campo Diametro barilotto Distanza tra gli oculari con una distanza di 65 mm
Nature DX 8×32 20.30 40.85 20.11
Nature DX 10×42 20.30 40.39 21.74
Nature DX 10×56 23.37 42.05 21.40

Come visibile nella tabella, la distanza di messa a fuoco (con la interpupillare a 65 mm) è sufficientemente comoda anche per chi possiede un naso importante.

Per ciò che concerne la estrazione pupillare, ho potuto provarli con i miei occhiali da sole. Generalmente la perdita di campo ai bordi è minima e, come presagibile, tra i tre, il 10×56 è risultato il piu’ confortevole.

 

Prismi


I Celestron Nature DX utilizzano dotati di trattamento di fase. La pupilla di uscita  è quasi perfettamente circolare, non ho notato evidenti cadute di luce ai bordi. Si percepiscono un po’ di riflessi interni, che sono proporzionali all’aumento di diametro

Fig.5 – La pupilla di uscita è quasi perfettamente circolare

 

Trattamento anti-riflesso


Il trattamento anti-riflesso si palesa con una piacevole colorazione verde smeraldo, mi è parso un sistema tra i migliori in questa fascia di prezzo. 

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE

Aberrazione cromatica in asse

Pensavo di notare qualche differenza, ma devo ammettere che tutti e tre modelli hanno dimostrato la stessa quantita’ di aberrazione cromatica. Si percepisce maggiormente con lieve alone verde – violetto intorno alle sagome dei soggetti in controluce. Non sono ovviamente dei binocoli dotati di ottiche a bassa dispersione.



Cromatismo laterale 


Il cromatismo laterale aumenta di intensità allontanandosi dal centro, in questo caso la percezione è di un alone cromatico lievemente piu’ spesso. 

Fig.5- i tre binocoli mostrano delle aberrazione geometriche leggermente differente a causa del loro formato



Curvatura di campo

Le immagini sfocano al bordo del campo, in tutti e tre i binocoli, non sono strumenti a campo piatto.Tra i tre, mi è parso con il 10×42 fornisse la prestazione migliore, mentre il 10X56 mostra un degrado peggiore al bordo del campo.



Distorsione angolare 

Anche in questo la distorsione è leggermente superiore nel formato 8×32.

Altre aberrazioni  

Nell’osservazione dei campi stellari, ai bordi del campo, si nota un po’ di coma e di astigmatismo, ovviamente non sono binocoli che prevedono un campo perfettamente campo, anche perché il costo di acquisto sarebbe dovuto essere decisamente superiore.

TEST CON USAF CHART A 35 METRI

Fig.6 – Test con la USAF Chart (media di tre osservazioni)

Il test con la Usaf CHart ha evidenziato, come è ovvio, un po’ di aberrazione cromatica, tra le zone chiare e le scure (soprattutto con il sole alto che illuminava la Chart). L’8×32 si è fermato alla classica riga 1, mentre i due binocoli 10X sono riusciti a risolvere il 2 e il 3. Ho deciso di confermare la riga 3 per  il 10×56  perchè è stato quello tra i due che l’ha mostrata con maggiore facilità, nei vari test effettuati di giorno. Ovviamente non sono nitidi come un Top di Gamma e le righe non sono nette e “cesellate”.

PROVA SUL CAMPO

Anche questa volta ho analizzato le prestazioni di questi tre binocoli, tenendo ben presente il loro prezzo di acquisto e le loro caratteristiche tecniche. Essendo di formati differenti, forniscono delle diverse prestazioni  in base ai settori osservativi in cui li ho testati. Vi propongo la mia sintesi qui di seguito.

Birdwatching

In questo genere specifico ho apprezzato tra i tre, il formato 10×42, è abbastanza luminoso, ancora compatto, e con un potere risolutivo migliore rispetto al piccolo 8×32. Se dovessi optare tra i tre, solo basandomi su questa esperienza qui in Oasi, presumo sceglierei il 10×42. Il 10×56 

Fig.7 – Il Monte SetteTermini è un luogo perfetto per avvistare i rapaci


Osservazione paesaggistica

Presumibilmente nella osservazione paesaggistica, preferire il 12×56 che non ho avuto il piacere di utilizzare. Per tale motivo, basandomi sulle varie esperienze osservative avute con i tre binocoli, alla fine dei conti opterei per l’8×32 che ha un campo non molto ampio, ma pur sempre in grado di fornire una discreta panoramica sui dettagli naturali. Inoltre il risparmio di peso sarebbe notevole. Tra 8x e 10X, di fatto la differenza non è così eclatante.


Osservazione venatoria-crepuscolare

Il Celestron 10×56 non è ovviamente un TOP da caccia, ma devo ammettere che per 300 euro se l’è cavata benone, stupendo anche un paio di amici che erano con me sull’altana. Certamente la nitidezza non eccelsa unita alla miopia notturna fisiologica e al mio personale aumento di astigmatismo al crepuscolo, non lo rende un “cesello serale”, ma ha senz’altro mostrato meglio i dettagli di alcuni caprioli a 45 metri dalla nostra postazione, sia rispetto all’8×42 che al 10×42.

Osservazione astronomica


Tutti e tre non possiedono campi piatti e non hanno ingrandimenti elevati per poter osservare qualche oggetto celeste interessante. Il miglior performer nelle serate trascorse sul monte Sette Termini è stato il 10×56 (e  continuo a rimanere curioso sulle prestazioni del 12x). Risolti meglio alcuni ammassi stellari e le due galassie nell’Orsa Maggiore rispetto al 10×42 che poteva soltanto essere paragonato per ciò che concerne l’ingrandimento. In astronomia si deve investire in diametro e tra i tre, meglio, optare per il 10×56, possibilmente piazzato su un treppiede fotografico

 

La gamma di binocoli forniti dal Celestron nella serie Nature DX è perfetta per consentire ai neofiti di trovare il binocolo giusto per le proprie osservazione. Nel caso in cui si voglia uno strumento tuttofare, il 10×42 potrebbe essere quello giusto per voi. 

 

Fig.8- La barra porta accessori si è rilevata essenziale per questo genere di test

 


PREGI E DIFETTI

Pregi

  • Dotazione di serie completa

  • Ottima assistenza post-vendita di Celestron Italia (che ho già avuto il piacere di testare)

  • Ampia gamma di formati disponibili
  • Trattamento anti-riflesso di qualità

  • Contrasto e nitidezza nella media, in tale fascia di prezzo

  • Il 10×56 è un valido crepuscolare per i neofiti

  • l’8×30 è leggermente piu’ nitido degli altri due esemplari testati ( ma potrebbe dipendere unicamente dallo specifico esemplare)

 

Difetti

  • Non hanno ottiche a bassa dispersione
  • Non hanno il campo piu’ grandangolare presente sul mercato
  • Un po’ di luce diffusa ai bordi durante l’illuminazione piu’ critica.

 

IN SINTESI

I Celestron Nature DX 8×32, 10×42 e 10×56 rappresentano il corretto binocolo entry-level, non troppo costoso, disponibile in vari formati, con un buon trattamento anti-riflesso e delle rifiniture ben curate. Sono senz’altro una valida scelta per le giovani leve. Il mio preferito si è rilevato il 10×42, la corretta via di mezzo per vari modi di osservare.

 

PREZZO E GARANZIA

 Celestron Nature DX 8×32 ( € 180 ), il 10×42 (€ 230) e il piu’ grande 10×56 (€ 320). La garanzia è di due anni.

 

RINGRAZIAMENTI

Io ringrazio Valerio Zuffi di Auriga SRL per aver fornito gli esemplari oggetto di questo test, lasciandomi libero di citare come sempre le mie impressioni.

DISCLAIMER

Binomania non è un negozio, Nel mio sito web troverete unicamente recensioni di prodotti ottico sportivi, fotografici e astronomici.  Le mie impressioni sono imparziali come è dovere di ogni giornalista e non ho alcuna percentuale di vendita sull’eventuale acquisto dei prodotti. Per questo motivo, qualora voleste acquistare o avere informazioni su eventuali variazioni di prezzo o novità, vi consiglio di visitare il sito ufficiale  di Auriga SRL cliccando sul banner che rappresenta l’unica forma pubblicitaria presente in questo articolo. Grazie!