PREMESSA
Spesso e volentieri, i lettori piu’ giovani mi propongono di recensire strumenti di prima fascia perché non tutti hanno la possibilità di acquistare un Top di Gamma. Inoltre, una delle domande più gettonate che ricevo è: qual è la dotazione minima per poter iniziare a osservare la Natura e magari riprendere gli animali con lo smartphone o con una macchina fotografica?
Per questo motivo, ho voluto recensire sul campo un cannocchiale terrestre della ampia gamma Celestron Ultima. È stato fornito, come sempre, dal distributore italiano Auriga.it, che ringrazio per la disponibilità e che suggerisce un prezzo di acquisto, nel mese di luglio 2024, pari a 225 €. All’interno di questa fascia di prezzo, oltre allo spotting scope, è presente in dotazione una custodia morbida per il trasporto e addirittura un oculare zoom 18x-55x
Comprenderete quindi che si tratta di un telescopio terrestre entry-level che può consentire un primo accesso all’osservazione naturalistica. All’interno di questa recensione e del video, vi presenterò, come sempre, le sue caratteristiche tecniche, i pregi e i difetti, e le mie impressioni pratiche sul campo. L’ho anche sottoposto ad alcune sessioni impegnative nel settore del digiscoping per verificare realmente quanto sia in grado di soddisfare anche un’utenza media.
Potete acquistarlo presso il rivenditore a voi piu’ vicino, utilizzando questo link: https://www.celestron.it/mappa-rivenditori-autorizzati-celestron-italia/
Oppure sullo shop on-line di Celestron Italia: https://shop.auriga.it/cannocchiali/75-ultima-65-050234522489.html
DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE
Modello | Celestron Ultima 65 |
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Posizione ed osservazione | angolato 45° |
Apertura | 65 mm |
Lunghezza focale | 386 mm |
Ingrandimento | 18x – 55x |
Oculare zoom | 7 mm (18x) e 21 mm (55x) |
Campo Reale | 1,7° a 18x (30.6:°), 0,7° a 55x (38.5°) |
Campo lineare a 1000m | 89 m a 18x, 38 m a 55x |
Estrazione pupillare | 18 mm |
Messa a fuoco minima a 18x | 6,1 metri |
Prismi | bak4 |
Trattamento antiriflesso | multicoated |
Waterproof | sì |
Lunghezza | 330 mm |
Peso | 1,1 kg |
Acquistare su | www.celestron.it |
MODELLI DISPONIBILI
Disquisendo sulla serie Ultima, è necessario fare una premessa: si tratta di un’ampia gamma di telescopi terrestri, alcuni dei quali non sono distribuiti in Italia. Sono presenti le versioni Ultima 65 Ultima 80 e Ultima 100, in tutti e tre i casi sono disponibili le versioni dritte, angolate e con vetri ED. In Italia per richieste del mercato sono disponibili solo le versioni acromatiche angolate a 45°.
Lo spotting scope oggetto di questo test è il 18-55×65 angolato a 45°, dotato di ottiche acromatiche. Si tratta di un prodotto made in China, realizzato su specifiche commissioni di Celestron, che attualmente è un marchio della SW Technology Corporation.
ACCESSORI DI SERIE
ACCESSORI OPZIONALI
E’ possibile acquistare separatamente, l’adattatore Universale per Smartphone NexYZ di cui ho già avuto modo di parlare tra le pagine di Binomania e un treppiede Celestron con una portata di 4kg che però consiglierei maggiormente per le mere osservazioni visuali.
MECCANICA E SISTEMA A FUOCO
Ciò che ho apprezzato del Celestron Ultima 65 di primo acchito è la presenza di uno scafo ottico in metallo, mentre parte della concorrenza propone semplici ed economiche soluzioni in policarbonato. Non mi sto riferendo ovviamente ai polimeri rinforzati in fibra con cui si costruiscono spesso anche modelli costosi, ma rispetto “al policarbonato economico”, brandeggiare un tubo metallico consente di avere una perfetta sensazione di solidità.
Questo spotting scope, secondo la mia bilancia elettronica, pesa esattamente 1067 grammi con tappo e oculari che sono distribuiti su circa 33 cm di lunghezza. Parte dello scafo ottico è rivestito da una spessa armatura in gomma nella zona dove è stata incastonata la manopola di messa a fuoco e nella zona nei pressi del prisma e dell’oculare. Sul lato sinistro, l’armatura è stata sagomata in modo tale da ottenere un piccolo cercatore che, soprattutto a bassi e medi ingrandimenti, si è dimostrato valido per traguardare il punto di interesse da cercare a ingrandimenti maggiori.

L’armatura è spessa e dotata di forme differenti che migliorano il grip dello strumento, soprattutto nelle due zone laterali dove è possibile, come vedrete nel video, incastrare alla perfezione il pollice per consentire al dito indice di agire agevolmente sulla manopola di messa a fuoco. È impermeabilizzato e riempito di azoto, per questo motivo, rispetto a un classico telescopio astronomico tipo Maksutov Cassegrain di pari prezzo, si può utilizzare tranquillamente all’esterno anche in presenza di una lieve pioggerella.
Questo piccolo spotting scope non è dotato di paraluce estraibile; tuttavia, l’obiettivo è incassato all’interno del tubo per circa 10 mm, il che lo protegge in parte sia dalla pioggia che da eventuali graffi o urti che possono avvenire durante il normale utilizzo sul campo. Nella parte posteriore è presente un piedino per il fissaggio, privo di un collare rotabile, sotto cui è possibile fissare le piastre fotografiche grazie alla filettatura da 1/4″con ulteriore foto di sicurezza.
L’oculare zoom si innesta con un sistema semplicissimo sistema a rotazione ed è dotato di una ghiera rotabile che consente anche di migliorare la fase di fissaggio o di allineare il corpo della macchina fotografica. Svitando il paraluce dell’oculare, si nota una zona filettata che consente di collegare l’adattatore fotografico, a cui a sua volta si potrà collegare il classico anello T.
Personalmente, visto che volevo proporre ai giovani lettori il miglior kit economico per riprendere la natura, ho fatto uso di una vecchia mirrorless Olympus OMD che attualmente vale circa 150€. Per questo motivo, con una spesa complessiva di 370€, qualora possedeste già un treppiede fotografico, sarà possibile effettuare anche alcune riprese naturalistiche e della Luna, di cui parlerò nei paragrafi specifici.

Il sistema di messa a fuoco è dotato di una classica manopola, risultata abbastanza grande (36x21mm), tant’è vero che riesco a utilizzare sia il dito indice che il medio senza particolari problemi. In proporzione al suo fascia di prezzo, la meccanica è ottima: non ho notato giochi ne impuntamenti in entrambi i sensi di rotazione. La messa a fuoco minima che ho misurato in questo spotting scope a 18x è di quattro metri e mezzo; da questa distanza è necessario ruotare in senso orario la manopola di 4 giri e mezzo. Non ho notato particolari differenze nel raggiungimento della messa a fuoco alla minima distanza, ai medi o agli alti ingrandimenti.
OTTICA
Obiettivo
Uno spotting scope entry level da 200 euro circa non può di certo essere equipaggiato con ottiche ED a bassa dispersione.
Essendo pignolo, la prima prova che ho effettuato è stata quella del gazebo bianco; ho quindi osservato la sfera della struttura metallica che ho in giardino, verificando la presenza di aberrazione cromatica. A bassi ingrandimenti se ne notava poca, meno di quanto avrei presagito, ma era ovviamente più intensa all’aumentare degli ingrandimenti. Sta di fatto che ai massimi ingrandimenti, ossia 55x, si può osservare, come potrete vedere nel video, un po’ di alone blu intorno alle immagini. Questo non è un difetto, ma un’aberrazione cromatica intrinseca di uno schema ottico con un rapporto focale pari a circa F/6 e obiettivi meramente acromatici.
Per tale motivo, per avere una più che discreta correzione cromatica, si dovrebbe utilizzare un elemento ED, aumentando il prezzo, o per una totale soppressione a livello fotografico, utilizzare uno schema apocromatico. Le immagini in ogni caso sono nitide e contrastate fino a circa 30-35x; poi si nota un lieve calo di nitidezza ai massimi ingrandimenti che, tutto sommato, considerando il prezzo di acquisto, risulta decisamente tollerabile.

Oculare
L’oculare è leggero e molto compatto, con un paraluce morbidissimo che si può svitare totalmente oppure abbassare, facilitando il comfort osservativo sia per i portatori di occhiali sia per chi ha particolari esigenze riguardanti la conformazione del viso. Come già anticipato, fornisce un intervallo di ingrandimento compreso tra 18x e 55x; i movimenti si sono dimostrati fluidi, senza giochi o impuntamenti. Ovviamente, non è una meccanica paragonabile a quella di un prodotto da €2500.
Sono stati serigrafati sul barilotto i seguenti ingrandimenti: 18x, 26x, 35x, 43x e 55x, ma nulla vieta di osservare a ingrandimenti intermedi. È dotato di una filettatura che si svela rimuovendo totalmente il paraluce, consentendo il collegamento con le macchine fotografiche. La ghiera di regolazione delle diottrie è stata ottimizzata con un anello gommato zigrinato che facilita il grip anche con l’utilizzo di guanti invernali.
Nella fascia di prezzo è praticamente impossibile, a meno di utilizzare un oculare a ingrandimento fisso, beneficiare di un campo visivo grandangolare. Celestrojn dichiara, a 1000 Yard 89 piedi (27 m) a 18x e 38 piedi (11,58 m) a 55x.
Facendo due rapidi calcoli dovrebbe quindi inquadrare 29.51m (18x) a 1000 metri e 12.6 m a (55x), ossia un campo apparente di circa 31° a 18x e di quasi 40° a 55x.

L’estrazione pupillare è dichiarata in 18 mm; personalmente, ho misurato con il mio calibro digitale la distanza dall’asse ottico centrale della lente di campo fino al bordo del paraluce completamente estratto ed ho misurato un valore di circa 15 mm, ma come quasi sempre riesco a osservare tutto il campo di vista anche con gli occhi leggermente retratti.
Personalmente ritengo che sia uno strumento sufficientemente utilizzabile anche per i portatori di occhiali, ma sempre meglio fare una prova prima dell’acquisto.
Trattamento anti-riflesso
Prismi
Questo spotting scope fa utilizzo di un prisma in vetro Bak-4. La pupilla di uscita si è dimostrata circolare; ai bassi ingrandimenti è presente un field stop molto netto, che si ammorbidisce man mano che si raggiungono gli alti ingrandimenti. Analizzando la pupilla di uscita, ho notato un buon contenimento della luce diffusa; ovviamente, non è paragonabile per il contenimento dei riflessi rispetto a prodotti di fascia superiore, ma onestamente mi aspettavo di peggio.

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE (analizzate con l’oculare zoom)
Aberrazione cromatica al centro del campo
Ho già anticipato che in questa fascia di prezzo è praticamente impossibile trovare spotting scope dotati di vetri a bassa dispersione. Il Celestron Ultima 65 utilizza quindi un obiettivo acromatico. Durante il severo test del gazebo bianco, come ho già anticipato nel paragrafo relativo all’ottica, mostra a bassi ingrandimenti un discreto contenimento del cromatismo residuo, paragonato alla performance acromatica del suo obiettivo. Ovviamente, non è in grado di gestire gli alti ingrandimenti, dove si nota un lieve alone colorato intorno alla sagoma del gazebo.
In ambito prettamente naturalistico, con una buona illuminazione e evitando soggetti in controluce, le immagini risultano corrette nella cromatica anche ad ingrandimenti prossimi al 30x. Direi che è uno strumento acromatico ben allineato alla sua fascia di prezzo ma non potete certamente chiedergli prestazioni incredibili osservando i rapaci, gli aerei, il bordo lunare e i soliti oggetti /soggetti ostici da osservare alla perfezione.
Aberrazione cromatica laterale
Il cromatismo laterale aumenta all’aumentare della distanza dal centro del campo
Curvatura di campo
Il campo di vista non grandangolare genera un campo quasi totalmente piatto. A 18x, analizzando un target di riferimento a 400 metri, i dettagli in lontananza si palesano con un’inquadratura quasi completamente corretta, con un minimo degrado agli estremi dei bordi del campo. Agli alti ingrandimenti, invece, le immagini risultano corrette dal bordo fino al centro.
Distorsione angolare
Anche in questo caso, la percezione soggettiva della distorsione angolare è risultata veramente insignificante
Altre aberrazioni percepibili nella osservazione stellare
Ho testato questo cannocchiale analizzando una stella artificiale generata dall’apparecchio fornito da Geoptik, grazie alla fibra ottica da 50 micron. Successivamente, come sono solito fare, ho analizzato questo piccolo telescopio anche nell’osservazione astronomica, anche se ovviamente non è il suo settore di riferimento principale. Le stelle sono totalmente puntiformi a bassi ingrandimenti, notando unicamente un lievissimo astigmatismo verso il 95% rispetto al centro del campo; a 60x, invece, non ho riscontrato alcun difetto, con le stelle molto puntiformi.
STAR TEST
Nel test delle stelle (star test), la mera analisi mi ha abbastanza stupito. Sebbene sia abbastanza noto che uno strumento di minor diametro sia più facile da lavorare otticamente, questo piccolo telescopio da 65 mm ha mostrato degli anelli ben spaziati e uniformi sia in intrafocale che in extrafocale. L’unica percezione che andava a sfalsare l’idealità dello star test da manuale era la aberrazione cromatica. Mi aspettavo anche una notevole aberrazione sferica, ma in realtà, seppur presente, era nei limiti del suo rapporto focale. Devo confermare che è stato uno star test migliore rispetto a molti spotting scope da 80 mm di diametro acromatici che ho utilizzato di recente.
TEST CON USAF CHART A 35 METRI
Il risultato del test con la USAF Chart è stato una media di tre osservazioni, come sempre effettuate al mattino, a mezzogiorno e al crepuscolo. A 18x si notava una leggera aberrazione cromatica, direi ininfluente al centro del campo; in questo frangente, ho percepito le righe orizzontali e verticali al numero 2 come da immagine. A 55x, invece, sono riuscito a percepire la riga numero 2 sul lato sinistro.
Ovviamente, rispetto a uno spotting scope top di gamma, la luminosità era inferiore e la resa dei colori era leggermente più virata verso il caldo. A 55x, si palesava sul bordo delle righe e degli ovali neri la presenza di un viola scuro, sintomo di aberrazione cromatica.

OSSERVAZIONE IN CONTROLUCE E TEST DEL LAMPIONE
Complice anche lo stretto campo inquadrato non ho notato particolari problemi, ne osservando in controluce, nè attraverso il classico test del notturno dove si nota unicamente qualche riflesso con il LED piazzato al centro del campo e nessun disturbo con il lampione appena fuori dal campo di vista.
PROVA SUL CAMPO
Fotografia e digiscoping
Per quanto riguarda la fotografia, Celestron suggerisce l’utilizzo della tecnica del digiscoping, direttamente collegando il corpo macchina reflex o mirrorless all’oculare vista la corta lunghezza focale rispetto ai modelli di diametro superiore. Per questo motivo, ho utilizzato la mia vecchia mirrorless Olympus OM-D E-M5, che attualmente vale circa 150-200 euro usata senza obiettivo, collegandola direttamente all’oculare. I risultati li potete vedere all’interno della video recensione.
La percezione del cromatismo residuo è più accentuata rispetto a quanto visibile nell’osservazione visuale, per vari motivi: innanzitutto, il sensore digitale è più sensibile all’aberrazione cromatica rispetto al nostro occhio. Tuttavia, l’ho giudicato comunque soddisfacente ai medi-bassi ingrandimenti, con un netto calo di nitidezza agli alti ingrandimenti. È importante sottolineare che lo scopo di questo spotting scope non è certamente quello di fornire le prestazioni di una strumentazione valida per il digiscoping, poiché in tal caso bisognerebbe spendere almeno 2.000-2.500 euro per uno spotting scope più adeguato e attrezzature. Anche la resa ai bordi era decisamente migliore durante l’osservazione classica.

In questo caso, ho sfruttato un’apparecchiatura fotografica da 150 euro e un piccolo telescopio che costa circa 220 euro, oculare compreso.
Ho tuttavia preferito accostare la mirrorless all’oculare dello spotting scope con l’obiettivo, perchè, il sensore, la distanza tra sensore e lente di campo, obbligata dal mero raccordo, forniva una forte distorsione delle immagini subito dopo al centro del campo.
Penso, in ogni caso, che non ci sia assolutamente nulla di cui lamentarsi; anzi, vista l’economicità del sistema, ritengo che un giovane appassionato possa piuttosto investire in un adattatore per lo smartphone, evitando quindi di acquistare una macchina fotografica a meno che non ne possieda già una, con i limiti dovuti dal raccordo “corpo macchina senza obiettivo e oculare”.
Personalmente, preferisco le “micro quattro terzi “in quanto risentono meno della vignettatura e sono più leggere da sostenere sullo scafo del piccolo spotting scope e dell’oculare.
Test diurno: Birdwatching
Quando un appassionato con un budget di 200-250 euro chiede se sia meglio acquistare uno spotting scope compatto e acromatico o un piccolo Maksutov-Cassegrain, la mia risposta di solito dipende da due fattori principali: le condizioni osservative e l’uso previsto. Se si prevede di osservare da capanni o in condizioni statiche a distanze medie potrebbe anche andare bene un piccolo Maksutov- Cassegrain. Nell’uso medio intenso, pero’, lo spotting scope come il Celestron Ultima 65 è una scelta piu’ robusta e pratica. È costruito con uno scafo impermeabilizzato in alluminio e beneficia di una buona armatura che lo rende adatto per l’uso in ambienti “ostili” come paludi, boschi, rive del mare, etc.,etc.

Il suo oculare zoom offre un ottimo range di ingrandimento fino a 55x, che è più che sufficiente per la maggior parte delle osservazioni naturalistiche. Tuttavia, è importante notare che non si possono ottenere immagini di volatili e rapaci totalmente prive di aberrazione cromatica con uno strumento di questo prezzo. Per eliminare completamente l’aberrazione cromatica, sarebbe necessario considerare strumenti molto più costosi, anche fino a dieci volte il valore di questo spotting scope.
La messa a fuoco non è tra le più brevi, ma ho verificato tramite test che da una distanza di circa 10-12 metri, il raggiungimento dell’infinito avviene in modo abbastanza agevole, con una corsa più breve rispetto a un Maksutov-Cassegrain della stessa fascia di prezzo.
Osservazione del paesaggio
Relativamente all’osservazione del paesaggio, potrei chiedervi se con un binocolo 8×42 di alta gamma è possibile osservare la targa di un’autovettura situata a 1250 metri di distanza? La risposta è no. Con questo piccolo spotting scope, invece, riuscireste a percepire il dettaglio citato, alle distanze che ho confermato. Certamente, avrà meno nitidezza e mostrerà una lieve aberrazione cromatica sui dettagli della targa, ma questi rimarranno comunque leggibili. VI assicuro che è totalmente impossibile raggiungere questa qualità con un binocolo 10×42 da 2500 euro. Se cercate quantità nei dettagli e non la perfezione assoluta, questo è uno strumento ottimo.
Lo stesso vale per l’osservazione e il discernimento di croci sulle cime delle montagne, rifugi, bivacchi, scalatori, trekker, branchi di cervi situati a chilometri di distanza e altro ancora. Un piccolo spotting scope, seppur acromatico, riuscirà quindi a fornire dettagli che non potreste mai ottenere nemmeno con un binocolo da 15-20 ingrandimenti.
Osservazione astronomica
Per quanto riguarda l’osservazione astronomica, sarebbe preferibile optare per lo spotting scope Celestron Ultima 100 mm, che ha una capacità di raccolta della luce simile molto piu’ soddisfacente. Il Celestron Ultima 65, invece, è uno strumento compatto pensato prevalentemente per l’osservazione naturalistica e dei dettagli paesaggistici a distanze medie e lunghe. Tuttavia, se lo avete già acquistato, potrete sicuramente utilizzarlo anche per l’osservazione astronomica.
Non potrete beneficiare di campi di vista grandangolari, ma quello che inquadrerete sarà visibile in maniera quasi perfetta a bassi ingrandimenti. È importante rammentare un po’ di astigmatismo ai bordi estremi del campo a bassi ingrandimenti, ma anche che offre comunque un campo apparente corretto con stelle puntiformi.
Cinquantacinque ingrandimenti, inoltre, sono un ingrandimento ideale, inoltre, per prendere confidenza con le strutture lunare piu’ appariscenti.
Comparazione tra l’oculare zoom Baader Mark III e l’ oculare di serie
Possedendo come molti astrofili alcuni oculari astronomici , ho deciso di verificarne la compatibilità con lo spotting scope. Ho scoperto che svitando il piccolo barilotto da 31,8 mm dell’oculare zoom Baader Planetarium Mark III, la filettatura posteriore ha consentito un perfetto aggancio allo spotting scope. Ho notato che il campo di vista a 8 mm di focale era, pero’,molto affetto da aberrazioni geometriche per i due terzi del campo, mentre il campo di vista ad alti ingrandimenti era superiore rispetto a quello fornito dall’oculare di serie. Tuttavia, l’immagine mi è sembrata leggermente più morbida nell’oculare Baader.
Per questo motivo, ho deciso di rifare un test con la USAF Chart notanto che, molto probabilmente grazie alla minore complessità degli elementi ottici, l’immagine risultava leggermente più nitida con l’oculare di serie Celestron, nonostante fosse più economico e offrisse meno campo di vista. Quindi, in questa prova, ho confermato che lo spotting scope Celestron Ultima 65, essendo dotato di un buon oculare zoom di serie, non richiede necessariamente l’utilizzo di oculari più costosi poichè l’uscita libera del prisma è stata ottimizzata per questo accessorio specifico. In definitiva: l’oculare zoom di serie svolge bene il suo lavoro anche se il campo che è possibile inquadrare non è grandangolare.

PREGI E DIFETTI
Pregi:
- Ottimo rapporto qualità-prezzo
- Dotazione di serie completa per osservare e collegare una macchina fotografica
- Piccolo cercatore integrato
- Impermeabilizzato
- Scafo metallico con buone rifiniture
- Messa a fuoco senza incertezze
- Gamma di ingrandimento sfruttabile per i neofiti
Difetti:
- Ovvia presenza di aberrazione cromatica
- Nella tecnica del digiscoping anche con sensori relativamente piccoli come le micro 4/3 noterete sempre un po’ di vignettatura a bassi ingrandimenti. L’ho preferito accostando lo smartphone

IN SINTESI
DOVE ACQUISTARLO
Potete acquistarlo presso il rivenditore a voi piu’ vicino, utilizzando questo link: https://www.celestron.it/mappa-rivenditori-autorizzati-celestron-italia/
Oppure sullo shop on-line di Celestron Italia: https://shop.auriga.it/cannocchiali/75-ultima-65-050234522489.html
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio Valerio Zuffi e Mattia di Bella di Auriga Srl per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test, lasciandomi libero di citare le mie impressioni imparziali.
DISCLAIMER
Su Binomania.it troverete unicamente recensioni di prodotti ottico sportivi, fotografici e astronomici. Le mie impressioni e quelle dei mie collaboratori sono imparziali come è dovere di ogni giornalista e non abbiamo alcuna percentuale di vendita sull’eventuale acquisto dei prodotti. Per questo motivo, qualora voleste acquistare o avere informazioni su eventuali variazioni di prezzo o novità, vi consiglio di visitare il sito ufficiale di Celestron Italia, cliccando sul banner che rappresenta l’unica forma pubblicitaria presente in questo articolo. Grazie.
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.