Incredibile Kite Optics APC Stabilized 60 ED – Il telescopio da osservazione stabilizzato che vi farà abbandonare il vostro amato treppiede

PREMESSA

Grazie alla disponibilità di Kite Optics, ho avuto la possibilità di essere il primo tester a recensire il nuovissimo telescopio da osservazione stabilizzato APC 60 ED. Con questo strumento, vi scorderete a casa il treppiede, in quanto potrete osservare fino a 35x senza problemi.

Attualmente, questo spotting scope è disponibile in pre-order a 1.500 euro senza oculare zoom e a 2.300 euro con oculare zoom 17-35 WA. Come sempre, all’interno di questo articolo e della videorecensione troverete non solo le caratteristiche tecniche, ma anche le mie impressioni pratiche sul campo, scaturite da prove in vari settori osservativi: astronomia, birdwatching, utilizzo paesaggistico e tanto altro ancora.

Ricordo ai lettori che, essendo una novità, non ho potuto testarlo per moltissimo tempo, anche perché mi sembra più che doveroso che altri giornalisti, blogger, influencer e tester internazionali possano dare le loro impressioni. Per questo motivo, vi confermo che le mie valutazioni sono scaturite da test sul campo avvenuti nell’arco di circa una settimana, non di più.

 

 

FORMATI DISPONIBILI

Attualmente è disponibile soltanto il formato con obiettivo da 60 mm, definito come APC Stabilized 60 ED.

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ACCESSORI IN DOTAZIONE

Per verificare la dotazione di serie, vi consiglio di guardare l’unboxing pubblicato sul mio canale YouTube. Posso confermarvi che questo spotting scope arriva all’interno di un ottimo packaging in cartone con la classica colorazione rossa e nera di Kite Optics.

All’interno della scatola, oltre allo spotting scope, troverete:

  • Tappo di protezione per l’obiettivo, dotato di un cordino per evitarne la perdita.
  • Tappo per l’oculare, che si fissa al corpo oculare tramite un anello gommato per prevenire perdite accidentali.
  • Borsa in cordura antigraffio, con sistema a doppia cerniera laterale, robusta e ideale per il trasporto sicuro dello strumento.
  • Cinturino da polso, che aggiunge un ulteriore supporto durante l’osservazione.
  • Cavetto USB-C, per la ricarica dello stabilizzatore interno.
  • Manuale e documenti relativi alla garanzia del prodotto.
  • Relax View, un piccolo monopiede in carbonio che vi consentirà di scaricare parte del peso dello strumento, migliorando il comfort e la stabilità durante l’osservazione prolungata.

Inoltre, vi consiglio di scaricare il manuale in PDF dal sito ufficiale di Kite Optics per approfondire tutte le caratteristiche tecniche di questo prodotto in maniera più dettagliata.

 

 

MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO

Inizio la descrizione di questo incredibile telescopio stabilizzato confermando agli appassionati che  è proudly made in Japan. Se si esclude la zona centrale che ospita il sistema giroscopico di stabilizzazione, il telescopio risulta abbastanza compatto e simile ai classici cannocchiali da osservazione. Il design ricorda le fattezze di altri prodotti giapponesi di alta qualità.

Lo scafo è protetto, nella parte centrale, da un’ampia gommatura che riveste ottimamente la zona del sistema di stabilizzazione. Per il resto, si può apprezzare un’ottima anodizzazione di colore nero, che è il colore principale dello spotting scope, con l’eccezione della ghiera rossa sull’oculare.

Il cannocchiale pesa 1.346 g con l’oculare zoom, mentre senza oculare il peso si attesta su soli 990 g, distribuiti su circa 30 cm di lunghezza. Nella zona dell’inserto a baionetta è presente un’ampia ghiera  (7×58 mm) che consente il bloccaggio sicuro dell’oculare, garantendo anche una maggiore impermeabilizzazione.

Nei pressi della ghiera di messa a fuoco, invece, si trova un’altra ghiera, dal design simile a quella di bloccaggio ma più spessa (17×62 mm), che consente l’attivazione e la disattivazione del sistema di stabilizzazione.

FIG.1 – Un primo piano sul prisma di Schmidt

Nelle zone laterali sono state previste delle sedi con asole per l’inserimento delle tracolle, e lo stesso vale per un’altra asola nella parte inferiore, dove è presente anche una classica filettatura da 31,8 mm. Questo consente di utilizzare non solo il piccolo treppiede in carbonio fornito in dotazione, ma anche eventuali treppiedi fotografici. In effetti — senza anticipare troppo — posso già dire che il sistema di stabilizzazione risulta estremamente utile anche quando il telescopio è montato su cavalletto.

Il sistema di messa a fuoco è affidato a un’ampia ghiera a collare, ottimizzata con un rivestimento in gomma spesso e zigrinato, che misura circa 39 mm x 66 mm. È facilmente utilizzabile anche con mani sudate o con i guanti invernali. La distanza minima di messa a fuoco che ho stimato è compresa tra  4.2  metri a 17X e circa 4.3  metri a 35x.

Da questa distanza, per raggiungere l’infinito, è necessario ruotare in senso antiorario l’ampia ghiera di circa mezzo giro. È un risultato davvero interessante, soprattutto perché già a partire da 15-20 metri — una distanza tipica per il mio utilizzo dello spotting scope — il raggiungimento dell’infinito avviene con una rotazione minima.

Per quanto riguarda la gestione a mano libera di uno strumento del genere credo che non ci siano particolari problemi: mediamente una reflex con un obiettivo 70-200 mm pesa circa 1.600 g, arrivando anche a 1.800-2.000 g se dotata di un 400 mm f/5.6. Ma di questo aspetto parlerò più avanti. Dal punto di vista dell’impermeabilizzazione, il cannocchiale è certificato IPX7, riempito di gas inerte e con una temperatura di funzionamento compresa tra -20°C e +45°C.

 

Infine, nella parte inferiore dello scafo ottico, nei pressi dell’attacco a baionetta, è presente un piccolo LED che funge da indicatore di batteria scarica.

OTTICA

Obiettivo

Come avrete intuito dalla premessa, questo telescopio da osservazione è equipaggiato con un obiettivo ED (Extra-low Dispersion), quindi con lente a bassa dispersione. Il diametro utile dichiarato dall’azienda è di 58 mm.

Le immagini risultano nitide e contrastate, con una buona rappresentazione dei colori. Come potrete vedere nella videorecensione, ho notato una lieve tonalità calda sui bianchi — una caratteristica tipica di molti prodotti made in Japan, che personalmente apprezzo moltissimo.

È possibile proteggere l’obiettivo con un filtro neutro UV o protezione, grazie alla presenza di una filettatura M60 x 0,75 integrata nella cella dell’obiettivo.

FIG.2 – Un primo piano sull’obiettivo ED con apertura libera di 58 mm

Oculare

Un’altra particolarità del Kite Optics APC Stabilized 60 ED è l’utilizzo dell’oculare 17-35x WA, già noto agli appassionati del marchio per equipaggiare il KSP 80 HD.

Questo oculare offre:

  • Campo lineare: compreso tra 60 metri e 41 metri.
  • Campo visivo: tra 3,4° e 2,3°.
  • Campo apparente: tra 58,4° e ben 82,2°, il che rende lo spotting scope effettivamente grandangolare.

La distanza di estrazione pupillare dichiarata è compresa tra 18 e 17 mm. Non avendo strumenti specifici per misurarla con precisione, ho rilevato una distanza di 15 mm tra il centro della lente di campo e il bordo del paraluce estratto. Per questo motivo, consiglio ai portatori di occhiali di verificare il comfort osservativo. In ogni caso, nei miei test con occhiali anti-luce blu e un paio di occhiali da sole, sono riuscito a osservare perfettamente tutto il campo visivo anche agli ingrandimenti più elevati, senza particolari difficoltà.

L’oculare è dotato di un sistema di estrazione con 4 posizioni, evidenziate da 2 click ben distinti:

  • Posizione chiusa
  • Primo click
  • Secondo click
  • Totalmente estratto (che, in realtà, sembra far rientrare leggermente il paraluce invece di aggiungere distanza).

La gomma del paraluce è abbastanza morbida e confortevole, anche se, trattandosi di un telescopio e non di un binocolo, non ho riscontrato problemi di pressione o fastidi durante l’osservazione. Il diametro del paraluce è di circa 57 mm.

Il sistema di regolazione dell’oculare è affidato a un’ampia ghiera in gomma zigrinata, che misura 41,5 x 50,5 mm. I movimenti sono fluidi e precisi, facilitando l’aggiustamento dell’ingrandimento senza scatti o giochi meccanici.

FIG.3 – Il range di escursione dello zoom è completamente sfruttabile

 

Prisma

Questo telescopio da osservazione utilizza un prisma Schmidt Pechan. La pupilla di uscita è perfettamente circolare, non ho notato vignettature invasive ai bordi del campo e riflessi nei pressi della pupilla di uscita, solo un bordo inferiore un po’ illuminato ma distante dalla pupilla che all’atto pratico non mi pare possa generare problema alcuna.

TRATTAMENTI ANTI-RIFLESSO

Non ho trovato riferimenti dettagliati ai trattamenti antiriflesso utilizzati, ma mi è sembrato evidente un rivestimento multistrato su ogni superficie ottica, con una piacevole colorazione verde smeraldo.

La trasmissione totale dichiarata da Kite Optics è pari al 90%, un valore che mi sento di ritenere realistico. Le immagini, infatti, risultano decisamente luminose, considerando il diametro dell’obiettivo e l’utilizzo di un oculare zoom.

 

SISTEMA DI STABILIZZAZIONE

Il cuore di questo telescopio da osservazione è l’incredibile sistema di stabilizzazione definito Kite Dynamic Gimbal System. Questo sistema è in grado di analizzare e correggere in tempo reale i movimenti involontari durante l’utilizzo, garantendo un’ottima stabilità anche quando lo spotting scope è montato su treppiede.

Il processore e il software sono stati aggiornati rispetto alle prime versioni: in questo caso, il telescopio beneficia del nuovo processore KT 3.0, che elimina le scattosità durante i panning più rapidi, offrendo un’esperienza d’uso fluida e performante.

Uno dei punti di forza del sistema è l’efficienza energetica: una sola carica può durare oltre 30 ore. Nei miei test, non avendo avuto modo di usarlo per più di una settimana, ho restituito il dispositivo a Kite Optics con la batteria ancora praticamente carica per metà.

Similmente ai binocoli Kite, lo stato della batteria è indicato dai LED con lampeggi di diverso colore:

  • 3 lampeggi verdi: batteria sopra l’80%
  • 2 lampeggi verdi: batteria tra 80% e 50%
  • 1 lampeggio verde: batteria tra 50% e 20%
  • Lampeggio arancione continuo: batteria sotto il 20%ricarica necessaria tramite il cavo USB-C e un normale trasformatore per smartphone.

    FIG.4 – Il caratteristico design del telescopio Kite Optics facilità la presa durante l’utilizzo a mano libera

 ACCENSIONE E FUNZIONAMENTO

L’accensione del telescopio avviene posizionando l’interruttore sulla posizione “I”, mentre per spegnerlo basta riportare la ghiera su “0”. Un LED verde segnalerà l’attivazione del sistema.

È utile ricordare che l’interruttore di accensione funge anche da blocco fisico del “gimbal” quindi anche in caso di batterie scariche sarebbe sempre meglio bloccare il sistema per evitare usura delle componenti interne. A causa della maggior grandezza del prisma e del sistema di stabilizzazione, rispetto ai binocoli APC, il dispositivo non è ottimizzato con la modalità sospensione automatica o con i timer proprio per evitare che il gimbal resti privo di alimentazione durante il movimento libero.

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE

Prima di descrivere le mie impressioni riguardo alla presenza di aberrazioni cromatiche e geometriche, desidero chiarire che la mia valutazione si concentra principalmente sull’uso con il sistema di stabilizzazione attivo, poiché l’obiettivo principale di questo strumento è proprio essere utilizzato in tale modalità.
Ho effettuato test comparativi con la stabilizzazione attiva e disattiva, ma all’atto pratico non ho riscontrato differenze percepibili in termini di aberrazioni.

 Aberrazione cromatica al centro del campo

La correzione del cromatismo residuo al centro del campo è eccellente. Anche osservando soggetti critici, come un gazebo bianco o superfici molto riflettenti, non si nota alcuna aberrazione cromatica evidente. Soltanto spostandosi verso i bordi, si inizia a percepire una leggerissima frangia colorata, segno che il telescopio è effettivamente equipaggiato con ottiche a bassa dispersione ma non è totalmente apocromatico. Sebbene non abbia informazioni precise sulla composizione delle lenti (ad esempio FPL-51, FK-61 o simili), la resa ottica è in linea con prodotti di alta qualità.

Cromatismo laterale

Il cromatismo laterale è lievemente percepibile in condizioni di forte contrasto, con un residuo cromatico verde-blu attorno ai contorni degli oggetti più luminosi. Tuttavia, nell’osservazione panoramica o nel birdwatching, è così poco invasivo che non compromette l’esperienza visiva.

Curvatura di campo

A tutti gli ingrandimenti, la definizione ai bordi resta molto buona. Anche con attenta osservazione su treppiede fotografico, i dettagli percepibili al centro risultano visibili anche ai margini del campo visivo. La lieve perdita di nitidezza ai bordi è contenuta e attribuibile più che altro ad altre aberrazioni, come il cromatismo laterale, piuttosto che a una marcata curvatura di campo. In pratica, il telescopio offre un campo che potrei definire: quasi perfettamente piatto.

Distorsione angolare

La distorsione angolare a cuscinetto è lieve e varia leggermente in base all’escursione dello zoom. Ho stimato che, in media, si attesti attorno al 5%.

Aberrazioni nell’uso astronomico

Durante i test astronomici, ho montato il telescopio su un treppiede fotografico, mantenendo attiva la stabilizzazione. In questo contesto, posso confermare che, a 17x a partire da circa il 85% dal centro del campo le stelle non sono piu’ puntiformi a causa di una leggera combinazione di coma e astigmatismo,la situazione migliora a 35x dove ho notato una estensione del campo utilizzabile, direi sino al 90%.
 

FIG.5 – Consiglio senz’altro lo stabilizzatore acceso anche su treppiede soprattutto con treppiedi leggeri o in presenza di vento

TEST CON USAF CHART A 35 METRI

Ho effettuato un test con la USAF Chart in quattro modalità:

  1. Su cavalletto con stabilizzazione disattivata
  2. Su cavalletto con stabilizzazione attivata
  3. A mano libera senza stabilizzazione
  4. A mano libera con stabilizzazione attivata

Sul treppiede, a 17x senza stabilizzazione attiva, sono riuscito a distinguere mediamente le righe verticali e orizzontali del numero 4, mentre a 35x sono arrivato a riconoscere la zona 2 dalla parte opposta. Con la stabilizzazione attivata, non ho notato un miglioramento significativo nella percezione del dettaglio, ma è aumentata la precisione nella messa a fuoco, soprattutto in presenza di vento o quando mi accostavo con le dita all’oculare. A voler essere pignoli, potrebbe esserci stata una lievissima perdita di definizione sulle righe più piccole — forse intorno al 5-10% — ma difficile da quantificare con esattezza.

Nell’osservazione a mano libera, leggere i dettagli della USAF Chart era praticamente impossibile a 17x a causa delle vibrazioni troppo intense. Attivando la stabilizzazione, sia a 17x che a 35x, le prestazioni sono diventate sorprendentemente simili a quelle ottenibili con il cavalletto, pur con una definizione leggermente inferiore. Questa lieve differenza è comprensibile, considerando l’enorme lavoro svolto dal sistema di stabilizzazione per compensare i movimenti. In definitiva, anche il test con la USAF Chart ha confermato l’impressionante potenziale di questo strumento, che riesce a offrire prestazioni quasi indistinguibili rispetto all’uso su treppiede, soprattutto nell’osservazione di dettagli naturali reali e non solo di micro linee impercettibili.

Come già notato in passato, testando dispositivi stabilizzati come il Nikon EDG 85 VR, posso confermare che l’utilizzo della stabilizzazione è vantaggioso anche su treppiede. Questo perché il sistema assorbe micro vibrazioni causate dal vento o dalla leggera instabilità dei treppiedi meno robusti.

FIG.6 – Il test con la USAF CHART è risultato alquanto simile tra osservazione con il treppiede e a mano libera con lo stabilizzatore

RIFLESSI E IMMAGINI FANTASMA

Osservando un faretto molto potente a circa 60 metri di distanza in piena notte, ho rilevato solo un piccolo spike a ore 12. Per il resto, il contenimento della luce diffusa è molto buona, con pochissimi riflessi fantasma su tutto il range di ingrandimenti.

Durante l’uso diurno, il telescopio si comporta molto bene anche in controluce, risultando in linea con altri strumenti di fascia di prezzo analoga. Questa caratteristica lo rende un compagno affidabile anche in condizioni di forte contrasto luminoso, come alba e tramonto o osservazioni con il sole basso sull’orizzonte.

FOTOGRAFIA E DIGISCOPING

Ho eseguito alcuni test fotografici collegando un iPhone XR tramite un adattatore Smartscope Vario e anche in tale frangente ho apprezzato molto la stabilizzazione che ha migliorato la qualità delle immagini e dei video riprodotti. Quando si usa è veramente difficile farne a meno.

FIG.7 – Il caratteristico logo che rappresenta l’azienda belga. Non è presente alcun paraluce retrattile in questo spotting scope

TEST PRATICO SUL CAMPO 

Birdwatching

 Nel corso della mia attività di birdwatcher, ho utilizzato strumenti di ogni tipo: dai binocoli compatti ai binocoli giganti, passando per spotting scope e rifrattori astronomici con prisma raddrizzatore e/o dotati di visori binoculari. Pensavo di aver provato tutto, ma devo ammettere che questa è stata una delle esperienze che mi ha sorpreso di più. Osservare con un binocolo stabilizzato fino a 18x è già notevole, ma riuscire a effettuare osservazioni nitide e stabili a 35x a mano libera è stato semplicemente incredibile.

Ho testato il Kite Optics APC 60 ED in vari contesti: cormorani e gabbiani a oltre 120 metri di distanza presso l’hotspot di Germignaga, rapaci posati a lunga distanza presso la riserva naturale Palude Brabbia e rapaci in volo nella mia valle. All’inizio ero scettico: pensavo che la stabilizzazione sarebbe stata efficace fino a 17x, ma che diventasse un compromesso a 35x. Tuttavia, dopo aver provato binocoli Kite Optics e dispositivi come lo Zeiss Victory Mono 3×12, che riescono a stabilizzare anche ad alti ingrandimenti, ero curioso di testare le vere capacità del Kite APC 60 ED.

Posso confermarvi che l’osservazione a mano libera a 35x è perfetta, comoda e persino rilassante. Con il leggero monopiede in dotazione l’esperienza migliora ulteriormente: si può appoggiare il monopiede sul palmo della mano o trovare una posizione naturale che offre una stabilità simile a quella di un treppiede leggero. Non ho rilevato perdite di nitidezza tra stabilizzazione attiva e disattiva, ma la percezione del dettaglio con lo stabilizzatore acceso a 35x è impressionante. Ad esempio, osservare rapaci posati a grande distanza diventa un’esperienza totalmente nuova, permettendo di apprezzare dettagli minimi impossibili da cogliere senza stabilizzazione o con un classico binocolo stabilizzato.

Con questo telescopio, dite addio ai sacchi di sabbia o ai supporti improvvisati: basta un piccolo monopiede per avere una stabilità eccellente anche a 35x. Leggerezza e potenza si combinano per offrire osservazioni di alto livello senza il peso di un treppiede classico. In confronto a un binocolo stabilizzato 18×50, il passaggio a 35x offre un vantaggio decisivo: se con due occhi a 18x si può percepire un dettaglio simile a 23-25x, avere quei 10 ingrandimenti in più può fare la differenza in molte situazioni.

FIG.8 -Mi sono divertito particolarmente presso l’hotspot di Germignaga

Osservazione del paesaggio  

Anche nell’osservazione del paesaggio ho apprezzato moltissimo il sistema di stabilizzazione, che mi ha permesso di leggere senza treppiede le lancette dei campanili a distanze di 11-20 km, ammirare trekker che risalivano verso le cime delle Alpi e cogliere molti altri dettagli sorprendenti. Portare nello zaino un cannocchiale che pesa più o meno come un teleobiettivo 70-200 mm è una scelta vincente per chi desidera viaggiare leggero senza sacrificare la possibilità di fare osservazioni stabili e dettagliate. La comodità di avere un dispositivo così performante e compatto apre scenari di osservazione che altrimenti richiederebbero attrezzature più ingombranti.

 

Osservazione crepuscolare

Nell’osservazione crepuscolare, posso ribadire quanto noto spesso con i binocoli stabilizzati: la stabilizzazione sembra migliorare la percezione della luminosità, permettendo di cogliere meglio i micro-dettagli anche in condizioni di luce scarsa. Sebbene con un telescopio da osservazione l’uso del treppiede sia comune, molti appassionati sfruttano appoggi improvvisati come sacchi di fagioli, il bordo del finestrino dell’auto o il parapetto di un’altana. In queste situazioni, la stabilizzazione attivata offre un netto vantaggio, migliorando la nitidezza e riducendo le vibrazioni residue.

È incredibile poter camminare nel bosco, magari controvento, spostandosi di radura in radura per nascondersi parzialmente dietro un albero, attivare la stabilizzazione e osservare a ingrandimenti ben superiori rispetto a quelli ottenibili di solito con un 7×42 o un 8×56 al crepuscolo. A 17X si puo’ sfruttare ancora una pupilla di circa 3.5mm, ma non sarebbe male poter usufruire di un oculare fisso e molto luminoso per questo genere di osservazioni.  Questa libertà di movimento, unita alla potenza di ingrandimento e alla stabilità, rende l’osservazione in condizioni di luce scarsa un’esperienza affascinante e ricca di dettagli altrimenti inaccessibili.

FIG.9 – E’ un telescopio perfetto per chi ama le avventure in mezzo alla natura e preferirebbe viaggiare leggero senza treppiede

Osservazione astronomica

L’osservazione astronomica si è svolta tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, permettendomi di ammirare sia il cielo profondo che la Luna e i pianeti. A livello planetario, sono riuscito a osservare i satelliti galileiani e, a 35x, il pianeta Giove appariva percepibile con un disco netto, sebbene leggermente affogato in una grande luminosità che svelava un poco di residuo cromatico. Non sono riuscito a distinguere le due bande equatoriali, ma nell’osservazione di M42 ho apprezzato la possibilità di sfruttare lo spotting scope comodamente sdraiato sul lettino solare, divertendomi a zoomare da 17x fino a 35x. Questo ha permesso di vedere gli ammassi stellari esplodere letteralmente in dettaglio, come il noto M35 nei Gemelli o i ricchi ammassi in Auriga e il doppio ammasso di Perseo.

In questi frangenti, la possibilità di gestire lo strumento a mano libera anche in situazioni rilassate, senza il vincolo del treppiede, si è rivelata fondamentale. Uno spotting scope dritto, infatti, può risultare scomodo da utilizzare con il treppiede, mentre la libertà offerta dalla stabilizzazione ha reso l’esperienza molto più piacevole. La maggior parte delle mie osservazioni, soprattutto lunari, le ho fatte sdraiato sul lettino solare, e anche quando ho provato a fotografare la Luna con lo smartphone — nonostante l’adattatore non fosse perfetto — la stabilizzazione si è rivelata essenziale per smorzare le vibrazioni. Questo mi porta a consigliare anche l’uso di cavalletti leggeri: la stabilizzazione aiuta talmente tanto che si può tranquillamente risparmiare su treppiedi più costosi e pesanti.

Per quanto riguarda le aberrazioni geometriche ai bordi del campo, posso dire che, facendo una media su tutto il range di ingrandimenti, le immagini restano godibili fino a circa il 90-95% del campo visivo. A ingrandimenti più elevati e con stelle di magnitudine maggiore, si nota un lieve degrado dovuto alla presenza di coma e astigmatismo, ma nel complesso la quasi totalità del campo è sfruttabile. A 35x, il campo apparente è di ben 80 gradi, e anche se questo strumento non è progettato specificamente per l’astronomia, la comodità di utilizzo sdraiati, con la stabilizzazione attiva, è un vantaggio enorme. Non ci sono cali di efficacia nemmeno quando si punta verso lo zenit.

FIG.10 – Il cuore del sistema, spezza il design classico di questo cannocchiale da osservazione

PREGI E DIFETTI

Pregi

  • Stabilizzazione molto efficace, anche ai massimi ingrandimenti
  • Utilizzo della stabilizzazione utile anche su treppiede in caso di forte vento, supporti leggeri o durante la tecnica del digiscoping
  • Ottima durata della batteria
  • Ottica nitida e contrastata, paragonabile a spotting scope di pari diametro nella stessa fascia di prezzo ma privi di stabilizzazione
  • Buon contenimento del cromatismo residuo
  • Possibilità di utilizzare l’oculare zoom, ideale per chi è già cliente Kite Optics e possiede altri spotting scope del marchio
  • Potenziale compatibilità con oculari Swarovski (non testata personalmente, ma la baionetta sembra simile)
  • Ha letteralmente aperto un nuovo modo di osservare a mano libera, senza bisogno di supporti ingombranti

Difetti

  • Non saprei cosa citare, ovviamente la gestione a mano libera per ora non puo’ essere praticata da chi ha problemi fisici come cervicalgie o altro, in questo caso, consiglio di usarlo sempre con il piccolo monopiede disponibile in dotazione.

 

 

IN CONCLUSIONE

 

In sintesi, ritengo che il nuovo telescopio di osservazione Kite Optics 60 APC ED sia uno strumento davvero innovativo. Nel corso della mia attività erano anni che un prodotto non riusciva a stupirmi così tanto. La possibilità di osservare a mano libera fino a 35x ha reso le mie escursioni nella natura molto più piacevoli e pratiche. Questo strumento è perfetto non solo per l’appassionato che ama osservare dal balcone dopo una cena in rifugio, ma soprattutto per chi pratica lunghe escursioni, i fotografi naturalisti o chi desidera esplorare ogni dettaglio dopo una lunga salita in cima alle montagne. In questi contesti, l’assenza della necessità di un treppiede diventa un vantaggio imbattibile.

Il Kite Optics 60 APC ED è nitido, contrastato e dotato di uno zoom grandangolare di qualità, con ottiche di ottima qualità. Non sostituisce il binocolo, ma si posiziona in una fascia di prezzo davvero interessante, considerando che molti spotting scope compatti da 56 mm richiedono comunque un treppiede o un appoggio naturale per essere sfruttati al meglio. Nessuno di questi, però, può eguagliare il potere risolutivo di questo strumento, non solo per gli ingrandimenti, ma per la stabilizzazione che permette di percepire dettagli microscopici impossibili da cogliere semplicemente appoggiando l’ottica su uno zaino o utilizzando un monopiede.

Un plauso a Kite Optics per aver realizzato un prodotto così versatile e performante. Anche per gli astrofili, sebbene con lo stesso budget si possa acquistare un binocolo acromatico di grande diametro, l’esperienza di usare il Kite 60 APC ED è davvero unica. Osservare il cielo comodamente sdraiati su un lettino solare, godendo della stabilizzazione anche ad alti ingrandimenti, è un piacere che vale davvero la pena provare.

PREZZO E GARANZIA

Attualmente, questo spotting scope è disponibile in pre-order a 1.500 euro senza oculare zoom e a 2.300 euro con oculare zoom 17-35 WA.

l costo è allineato a quello di spotting scope tradizionali di pari diametro e qualità ottica, ma con il vantaggio impagabile di poter osservare a mano libera anche ad alti ingrandimenti. Questa caratteristica, insieme alla costruzione robusta e all’eccellente qualità delle lenti, giustifica ampiamente l’investimento.

Kite Optics offre inoltre una garanzia di 30 anni, segno di grande fiducia nella durabilità e nell’affidabilità del prodotto. La stabilizzazione elettronica è coperta per 5 anni, un periodo più che adeguato per un sistema così sofisticato. Questo livello di copertura garantisce tranquillità all’utilizzatore, che potrà contare su un’assistenza completa in caso di necessità.

FIG.11 – Penso che questo nuovo telescopio da osservazione abbia creato un nuovo genere di strumenti, similmente alle mirrorless con sensore ultra- stabilizzato. Scordatevi il treppiede a casa, ragazzi!

RINGRAZIAMENTI

Desidero ringraziare Kite Optics per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test e per avermi lasciato piena libertà nel condividere le mie impressioni personali. Ci tengo a sottolineare che anche Kite Optics ha accettato di sottoscrivere il mio patto di imparzialità giornalistica, che propongo a tutte le aziende del settore interessate a inviarmi i loro prodotti per le recensioni a patto di lasciarmi libero di citare le mie impressioni..

Ricordo inoltre che non percepisco alcuna commissione sulle vendite di questi strumenti. Se siete interessati all’acquisto, vi invito a visitare lo shop online di Kite Optics utilizzato il link nel banner pubblicitario qui di seguito che rappresenti l’unica forma di pubblicità presente in questo articolo.