Recensione del binocolo NIKON 8×30 E II, 8.8° di campo, il grandangolare classico e ancora competitivo

PREMESSA

Qualche lettore, appassionato di binocoli con prismi di Porro, mi ha fatto notare di non aver ancora creato una video recensione e un articolo più specifico riguardo il binocolo Nikon 8×30 E II. In verità, avevo già trattato la recensione dell’8×30 Anniversary qualche anno fa in una comparativa contro lo Swarovski Habicht ed è ben nota, da anni, la recensione scritta dal  collaboratore Piero Pignatta. Tuttavia, devo dare ragione ai lettori più attenti perchè non ho mai sottoposto un Nikon 8×30 E II, ad esempio, alla prova della USAF CHART e agli ultimi test che effettuo da quando svolgo questo come lavoro principale.

Per questo motivo, grazie alla collaborazione di Nital, distributore ufficiale italiano, ho avuto il piacere di recensire un esemplare del Nikon 8×30 E II che è attualmente acquistabile su Nikon Store a un prezzo di 869 euro, inclusa IVA. È possibile effettuare anche un finanziamento di 10 mesi a zero interessi o pagare in 3-4 rate con una specifica carta di credito.

Come sempre, all’interno dell’articolo e della video recensione vi esporrò le caratteristiche tecniche, i pregi e i difetti, ma soprattutto le mie impressioni personali, scaturite come sempre da una prova reale sul campo. Confermo ai lettori che le mie impressioni sono relative unicamente all’esemplare a cui ho sottoposto le mie prove e non possono necessariamente rappresentare l’intera gamma.

 

 

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ACCESSORI IN DOTAZIONE

Il binocolo arriva custodito all’interno della classica e semplice scatola di cartone di color bronzo. In aggiunta, è stato inserito un adesivo che rivela i dieci anni di garanzia Nital, un servizio post-vendita decisamente superiore alla normale garanzia europea.

All’interno della scatola è presente una borsa in pelle sintetica, una tracolla con la scritta “Nikon since 1917”, una guida del prodotto, il manuale delle istruzioni multilingua, il certificato di garanzia Nikon e un altro documento su come sfruttare la garanzia del binocolo. Ovviamente sono anche presenti i tappi copri-obiettivi e una grande copertura che protegge entrambi gli oculari.

FIG.1 – La dotazione di serie del binocolo

ACCESSORI OPZIONALI

Qualche anno orsono, Nikon proponeva un supporto per il collegamento del binocolo sui treppiedi fotografici attraverso lo snodo della cerniera. Attualmente, non è più in produzione, per tale motivo, a chi volesse montarlo sopra un treppiede fotografico, posso suggerire un supporto universale come quello della Berlebach.

MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO

Come ribadito all’interno della recensione del modello Anniversary, confermo ai lettori che la serie Nikon Classic Porro fu presentata nel 1978. All’epoca, i modelli erano l’8×30 e il 10×35, e in seguito, sei anni dopo, fu introdotto anche un 7×35. L’evoluzione alla serie E II avvenne però soltanto nel 1999. In questo caso, il formato 7×35 fu ritirato dal mercato. Attualmente la gamma propone il 10×35 II, testato qualche settimana fa e il formato 8×30 II. Vantano entrambi un campo grandangolare tra i più ampi.

Il binocolo, come è possibile vedere all’interno delle immagini presenti su Binomania e nella videorecensione, è un classico “prismi di Porro” ed è dotato di una finestra centrale con una cerniera di snodo. L’ergonomia è ottima: grazie alla finestra centrale, si impugna alla perfezione, e la forma naturale dei prismi di Porro concede anche nella parte inferiore dello scafo una forma che comporta una comodità assoluta.

Il binocolo non è impermeabilizzato e non è protetto totalmente da un’armatura; esiste soltanto una zona protetta con similpelle zigrinata per favorire in parte il grip e limitare i graffi. Tuttavia, è un binocolo un po’ delicato da gestire nelle condizioni di utilizzo avverse, come nel fitto del bosco in presenza di rovi o sotto un forte acquazzone.

FIG.2 – Design classico

La mia bilancia elettronica ha stimato un peso, senza tappi e tracolla, di 565 g. Come tutti i “prismi di Porro”, grazie all’ampiezza dello scafo  l’affaticamento muscolare è minimo, poiché le spalle e le braccia restano piu’ larghe ed è possibile  gestire lo strumento in maniera più comoda. Nella parte inferiore della zona dello scafo metallico che contiene i prismi sono presenti due asole molto robuste per il collegamento con la tracolla. Come già anticipato, non beneficia di una filettatura per il collegamento con i treppiedi fotografici.

Il sistema di messa a fuoco è dotato di una piccola manopola. Non è molto spessa, ma possiede un diametro abbastanza grande e la sua forma e posizione consentono di essere utilizzata anche con le mani sudate e in parte con i guanti invernali, purché non siano molto spessi. La distanza minima di messa a fuoco che ho verificato con questo esemplare è di 190 cm. Da questa distanza, con il mio accomodamento visivo, sono stato in grado di raggiungere l’infinito ruotando la manopola per poco più di un giro completo, direi circa 370 gradi.

La corsa ovviamente non è tra le più brevi come nei migliori binocoli da birdwatching. Tuttavia, grazie al suo minimo ingrandimento e alla ottima profondità di campo, è possibile inseguire soggetti molto veloci dai 15 metri all’infinito con pochi millimetri di corsa. Inoltre, ho beneficiato di immagini totalmente a fuoco già a partire da circa 40-50 metri. Questa ovviamente è una prestazione molto soggettiva.

La regolazione delle diottrie sull’oculare destro si attua con una ghiera incastonata nell’oculare è dotata di 9 tacche (+-5) e dei classici riferimenti + 0 –  e non essendo cedevole nella rotazione, ci sarà scarsa difficoltà di perdere la impostazione personalizzata accidentalmente. Non è dotata, infatti, di blocco di sicurezza.

La sua particolare forma, che incentiva la distanza tra gli obiettivi, consente di ottenere delle immagini decisamente più tridimensionali almeno sino a 150-200 m rispetto a un classico binocolo con prismi a tetto dello stesso formato.  Ovviamente, ci potranno essere delle variazioni anche in proporzione alla propria distanza interpupillare: una persona con una distanza interpupillare di 57 mm percepirà ad esempio meno tridimensionalità rispetto a una persona con una distanza interpupillare di 70 mm.  

OTTICA

Obiettivi

Nella serie E II, Nikon non propone l’utilizzo di obiettivi ED, tuttavia, grazie allo schema semplice, dall’utilizzo di prismi di Porro e dalla grande qualità dei vetri  ECO utilizzati, devo ammettere, come leggerete all’interno del paragrafo specifico, che il residuo cromatico è abbastanza contenuto. Le immagini, nella maggior parte delle condizioni di illuminazione, risultano neutre, senza  aberrazioni cromatiche troppo invasive. Anche la nitidezza e il contrasto sono simili a prodotti con prismi a tetto dal prezzo decisamente superiore.

Gli obiettivi sono incassati all’interno dello scafo ottico per circa 12 mm; questo consente in parte di proteggere gli obiettivi da urti, graffi e dalla luce diffusa. I tappi non sono dotati di un sistema di ancoraggio ai tubi ottici e quindi dovrete fare attenzione a non perderli, anche se, si inseriscono a pressione senza alcun gioco.

 

FIG.3 – Un primo piano sugli obiettivi acromatici in ECO GLASS

Oculari

Gli oculari del Nikon 8×30 E II forniscono un campo definibile come ultra grandangolare. Inquadrano infatti 8,8 gradi di campo, che con la formula classica corrispondono a ben 70,4° di campo apparente. Tuttavia, Nikon con la formula ISO più restrittiva ne dichiara 63,2°. A mille metri il campo inquadrato è pari a 154 metri.

Pur essendo un binocolo di fattura orientale, lo trovo molto comodo da utilizzare grazie al diametro degli oculari, di poco inferiore ai 42 mm. Inoltre, devo confermare che, con la mia distanza interpupillare, quella tra gli oculari è di quasi 21 mm, per questo motivo non ho alcun problema a incastrare il naso tra i due piccoli scafi ottici. La lente di campo misura 20 mm. L’estrazione pupillare dichiarata da Nikon per questo modello è di 13,8 mm. Personalmente, ho misurato una distanza tra la lente di campo e il bordo superiore del paraluce, ovviamente nei pressi dell’oculare, pari a 10,46 mm, quindi di poco inferiore a quanto dichiarato da Nikon.

Certamente, la comodità dipenderà anche da vari fattori come, ad esempio, la conformazione del viso. Per tale motivo, consiglio agli appassionati che portano gli occhiali di verificare il proprio comfort osservativo, magari chiedendo al vostro rivenditore di fiducia di provare il binocolo prima dell’acquisto.

FIG.4 – Gli oculari sono molto comodi da utilizzare e consentono un grande confort, da verificare il campo inquadrato per i portatori di occhiali

Prismi

La pupilla di uscita di questo esemplare era perfettamente circolare. Si nota un po’ di luce diffusa che però varia in base allo spostamento dei nostri occhi rispetto al centro dell’asse ottico. Per questo motivo, ritengo che le sue prestazioni in tale frangente possano dipendere anche dalla capacità dell’osservatore di allineare perfettamente la propria pupilla con quella del binocolo.

Utilizza, come già anticipato, prismi di Porro in vetro BAK-4. Non ho notato alcuna vignettatura invasiva ai bordi del campo. A causa del suo ampio campo visivo, devo ruotare l’occhio intorno al bordo per verificare il field stop, che mi è apparso in tale frangente decisamente bello e netto.

FIG.5 – La pupilla di uscita del binocolo NIKON 8x30E II

Rivestimenti

Come ho già avuto modo di ribadire all’interno di varie recensioni, Nikon raramente aggiorna gli utenti riguardo miglioramenti sulla  gamma dei binocoli. Anche in questo caso, andando a memoria, mi pare di ricordare che i primi esemplari di Nikon 8×30 E II che avevo utilizzato presentassero un trattamento antiriflesso di colore verde. Il modello che ho recensito ora propone una piacevole colorazione porpora che a tratti evidenzia un leggero verde. Questo significa che il binocolo trasporta verso la pupilla di uscita la maggior parte della luce nello spettro verde. Non ho avuto la possibilità di compararlo con un modello di qualche anno fa, ma devo confermare che le immagini sono decisamente brillanti, come un prisma di Porro di qualità dovrebbe fare.

FIG.6 – Come tutti i prodotti Nikon, anche l’8x30E II beneficia dei rivestimenti piu’ recenti

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE

Aberrazione cromatica al centro del campo

 Al centro del campo, sottoponendolo alla selettiva  prova del “gazebo bianco”,  (vedesi video) risulta quasi perfetto nel senso che soltanto spostandosi leggermente dal centro si inizia a percepire un po’ di aberrazione cromatica lungo la sfera metallica e le barre di metallo bianco. In questo frangente si manifesta un leggero alone cromatico verde-violetto che aumenta spostandosi verso il bordo del campo.

Utilizzando il moltiplicatore Zeiss 3×12 e osservando a 24x, si palesa al centro del campo sempre con il test del gazebo bianco un lievissimo alone blu-violetto intorno alla parte superiore della sfera. Lo stesso dicasi per l’osservazione lunare.

Non è un binocolo definibile come apocromatico, tuttavia nelle più comuni condizioni di illuminazione osservando scene naturali, devo confermare che la resa è decisamente molto soddisfacente, dato che raramente percepiamo al centro del campo la presenza di cromatismo residuo.

Ricordo ai lettori che la percezione dell’aberrazione cromatica è molto soggettiva e varia da persona a persona. 


Aberrazione cromatica laterale

L’aberrazione cromatica laterale aumenta spostandosi dal centro verso il bordo, manifestando sempre un alone violetto-verde intorno alle sagome degli oggetti più contrastati. Anche in questo caso, nelle comuni condizioni di illuminazione e osservando scene naturalistiche come foglie, alberi, rami, eccetera, è decisamente contenuto.

Curvatura di campo

Il Nikon 8×30 E II svela un minimo decadimento della nitidezza ai bordi del campo a partire da circa  il 75-80% dal centro del campo. Provando a rifuocheggiare verso il bordo, si può notare che l’immagine torna quasi totalmente corretta. Per tale motivo, le aberrazioni al bordo che causano questo leggera “sfocatura” dipendono principalmente dalla curvatura di campo.

Distorsione angolare

Si nota un po’ di distorsione angolare a cuscinetto già a partire da circa il 60% al centro del campo, direi di circa il 5%.  

Coma e astigmatismo

Per verificare le operazioni geometriche, oltre alla curvatura e alla distorsione, sono solito utilizzare due test. Il primo, che ritengo più preciso, avviene con una stella artificiale di Geoptik da 50 micron. Il secondo è il classico test che prevede l’osservazione notturna del cielo stellato.

Sia con la stella artificiale che con l’osservazione del cielo, posso confermare che le immagini stellari iniziano a perdere la loro puntiformità a partire da circa il 75-.80% dal centro del campo. Questo fattore si evidenzia più o meno in base all’intensità luminosa della stella osservata. Mi pare di notare un po’ di astigmatismo senza coma. Ho inoltre eseguito uno Star test con il moltiplicatore Zeiss mono 3×12, il quale ha evidenziato degli anelli decisamente corretti in intrafocale e un po’ di luce diffusa in extra focale. Si nota quindi la presenza di una normale aberrazione sferica, fatto del tutto naturale in uno strumento ottico che dovrebbe avere un rapporto focale di poco inferiore a F/4, mi pare F/3.8.

Test sulle stelle CM (campo massima nitidezza) CU (campo utilizzabile) CI (Campo inutilizzabile con stelle molto degradate
NIKON 8x30E II  75%  10% 15%

TEST CON USAF CHART A 35 METRI DI DISTANZA

Su richiesta dei lettori, ho inserito oltre alla prova con l’ingrandimento reale classico, un altro test avvalendomi del moltiplicatore ZEISS 3×12 per raggiungere i 24 ingrandimenti. A 8x, si percepisce sulla USAF CHART un bordo della tabella inficiato da un po’ di alone spurio verde. Si nota anche la presenza di un lieve cromatismo sulle righe nere e blu, quindi non è uno strumento perfettamente acromatico o apocromatico come ad esempio la serie Nikon Monarch HG o la Nikon ED 8x. Ho percepito chiaramente la riga 1 con il numero, sia le righe orizzontali che verticali; a tratti sono stato in grado di comprendere anche il numero uno nella parte superiore, anche se potrebbe dipendere da una questione soggettiva dovuta alla turbolenza atmosferica o alla percezione personale. Avvalendomi del moltiplicatore a 24 ingrandimenti, ho notato chiaramente il successivo numero uno nella parte inferiore, come potete vedere all’interno della tabella.

FIG.7 – Il risultato con la USAF CHART comprende anche il nuovo test con moltiplicatore Zeiss 3×12

TEST “DEL LAMPIONE” E OSSERVAZIONE IN CONTROLUCE

Ho osservato con il sole prossimo al tramonto, posizionandolo appena al di fuori dei bordi del campo. Paragonato a un top di gamma 8.5×42, il Nikon 8×30 E II ha mostrato meno luce diffusa. Lo stesso vale per l’osservazione di un lampione in piena notte. Con il lampione perfettamente al centro del campo, si notava un lievissimo riflesso e poca luce diffusa, ma era decisamente inferiore rispetto a un prismi a tetto da oltre 2000 euro. Non posso affermare che sia totalmente insensibile a questo tipo di prove, ma senza dubbio ha superato il test rispetto a un binocolo di costo decisamente superiore, soprattutto è assente il classico “spike” invisibile in un binocolo con prismi di Porro.

 

IMPRESSIONI PRATICHE SUL CAMPO 

Birdwatching

Il binocolo con prismi di Porro più utilizzato dai birdwatcher nell’epoca passata era il Nikon SE. Attualmente è disponibile solo il Nikon 8×30 E II, che non reputo un binocolo specificatamente progettato per questo genere di osservazioni. Tuttavia, è un piacere osservare la fauna con questo strumento per vari motivi. In primis, offre un campo di vista molto grandangolare. Le immagini sono quasi sempre ben corrette, con una buona resa cromatica che si mantiene quasi sempre ottimale durante l’osservazione in controluce e in pessime condizioni di illuminazione, talvolta si puo’ palesare un po’ di cromatismo residuo osservando i rapaci in controluce o gli uccelli acquatici osservati in pessime condizioni di illuminazione

La messa a fuoco non è tra le più brevi, tuttavia l’ottima profondità di campo consente di osservare ad esempio da un’altura o da un’altana la maggior parte dei dettagli a partire dai 40 ai 50 metri, beneficiando di una immagine completamente a fuoco. Lo reputo perfetto per abbracciare ampie porzioni di cielo o di terra per osservare i rapaci in volo, oppure stormi di uccelli. Dimenticatevi ovviamente di portarlo con voi, sotto pioggia, neve, sulle spiagge in presenza di vento, sabbia e particelle di salsedine in sospensione.

FIG.8 – Nel fitto del bosco si apprezza per la profondità di campo e la ottima tridimensionalità, non è ovviamente luminoso come un 8×42

Osservazione del paesaggio

Il suo “regno” è senz’altro l’osservazione del paesaggio. Il binocolo possiede un ottimo campo di vista, quasi nove gradi. Nell’osservazione del paesaggio non è fondamentale avere un campo piatto fino al bordo, soprattutto se il binocolo viene utilizzato in movimento con la tecnica del panning. Le immagini del paesaggio sono decisamente coinvolgenti, nitide e contrastate, beneficiando soprattutto di un’ottima tridimensionalità a breve e media distanza, ben superiore alla maggior parte dei binocoli a tetto che ho utilizzato.

È relativamente compatto, anche se non è un binocolo impermeabilizzato. Come già confermato nel settore del birdwatching, sarebbe stato preferibile avere una versione dotata di armatura in gomma, simile al Nikon SE, ma ciò avrebbe compromesso totalmente il suo fascino vintage.

FIG.9 – Nella osservazione del paesaggio è uno dei binocoli che apprezzo molto, anche nei confronti delle piu’ recenti produzioni

Osservazione crepuscolare

Trovo sempre molta difficoltà quando il lettore mi chiede se rammento delle possibili differenze di luminosità rispetto a un particolare modello o a un esemplare costruito qualche anno fa. Devo ripetere anche in questo caso che non ho avuto la possibilità di compararlo a un binocolo 8×30 E II di 20 anni fa. Tuttavia, mi sembra di notare una immagine luminosa nei limiti del suo diametro. È certo che il trattamento antiriflesso è stato modificato nel corso degli anni.

 

 

Osservazione astronomica

Per quanto riguarda l’osservazione astronomica, come è risaputo, gli astrofili adorano osservare le stelle come piccoli punti fino ai bordi estremi del campo visivo. Tuttavia, nel caso del Nikon 8×30 E II, che possiede un campo curvo, le stelle degradano  a causa dell’astigmatismo  a partire circa dall’ottanta per cento dal centro del campo. Nonostante ciò, il suo ampio campo di vista e l’ottima puntiformità al centro del campo lo rendono molto apprezzabile anche nell’osservazione astronomica, non tanto per il fattore di ingrandimento o per il suo diametro, che sono decisamente piccoli, ma per la sua capacità di mostrare ampie porzioni di cielo con un campo abbastanza corretto.

Su 8,8 gradi di campo, almeno sette gradi sono perfetti, mentre gli altri servono  a fornire un effetto scenico grandangolare che, nel panning, aggiunge una nota molto piacevole all’osservazione, dando l’impressione di  stare navigando letteralmente tra le costellazioni. Sotto un buio cielo di alta montagna, una galassia come Andromeda (M31) risulterà stupefacente e immersa in un mare colmo di stelle, lo stesso dicasi per la Via Lattea. In definitiva non è un binocolo da comprare per il mero uso astronomico ma saprà soddisfarvi anche in questo settore molto specialistico ed esigente.

 

PREGI E DIFETTI

Pregi:

  • Campo grandangolare
  • Prismi di porro di ottima qualità
  • Buon contenimento dell’elaborazione cromatica nelle condizioni di illuminazione normali
  • Trattamenti anti-riflesso Nikon di ultima generazione
  • Ottima meccanica
  • Colori neutri
  • Ottima tridimensionalità

Difetti:

  • Assenza di impermeabilizzazione
  • Assenza di armatura protettiva
  • Controllare l’estrazione pupillare per i portatori di occhiali

IN CONCLUSIONE

In sintesi, come ho già espresso negli articoli su Binomania e sul forum   il Nikon 8×30 E II si conferma un eccellente binocolo, mantenendo tutte le caratteristiche tecniche che lo rendono ancora degno di apprezzamento nonostante non sia un modello di progettazione recente. È particolarmente adatto per l’osservazione del paesaggio, presenta un design classico e una cura dei dettagli che sarà apprezzata dagli amanti dei binocoli vintage. Realizzato con prismi di porro di alta qualità e vetri ottici acromatici di pregio, offre un’ottima qualità ottica. Resta un valido strumento versatile e grandangolare e dal “sapore classico”, anche se non è adatto per un utilizzo intensivo in ambienti naturali sotto la pioggia come le serie più robuste come il Nikon Monarch HG o EDG.

FIG.11 – Seppur  sia stato concepito nel 1999 ha ancora molte frecce al suo arco.

PREZZO E GARANZIA


Il Nikon 8×30 E II è disponibile presso Nikon Store al prezzo di 869€ IVA inclusa. È possibile pagare in tre o quattro rate con carta di credito Honey, oppure beneficiare di un finanziamento a tasso zero in 10 mesi. Vorrei sottolineare ai lettori che queste opzioni di pagamento sono disponibili esclusivamente presso Nital, il quale offre anche una garanzia estesa di 10 anni.

RINGRAZIAMENTI


Ringrazio tutto il team di NITAL per aver fornito l’esemplare di questo test e per le preziose informazioni riguardo al prezzo, alla garanzia e alla disponibilità del prodotto. Vi invito ad acquistarlo direttamente tramite il sito Nikon Store o presso il vostro rivenditore di fiducia. Ricordo ai lettori  di Binomania.it che ogni azienda che invia i prodotti in visione firma un patto di imparzialità giornalistica che mi concede la libertà di esprimermi senza restrizioni alcune.

DISCLAIMER

Binomania non è un negozio, Nel mio sito web troverete unicamente recensioni di prodotti ottico sportivi, fotografici e astronomici.  Le mie impressioni sono imparziali come è dovere di ogni giornalista e non ho alcuna percentuale di vendita sull’eventuale acquisto dei prodotti. Per questo motivo, qualora voleste acquistare o avere informazioni su eventuali variazioni di prezzo o novità, vi consiglio di visitare il sito ufficiale  di NITAL cliccando sul banner che rappresenta l’unica forma pubblicitaria presente in questo articolo. Grazie!