Recensione del binocolo Nikon Monarch 5 8×56 –799 euro. E’ un affare per il prezzo? Test completo sul campo

PREMESSA

 
Il 2 agosto di quest’anno vi ho presentato una lunga disamina sul binocolo Nikon Monarch 5 nel formato 20×56. Chi avrà letto l’articolo ricorderà il mio interesse nel recensire sul campo anche il formato 8×56. Per questo motivo, grazie alla collaborazione di Nital, il distributore ufficiale dei prodotti Nikon, ho avuto la possibilità, durante il mese di ottobre, di provare sul campo un esemplare di questo interessante binocolo, che attualmente è fornito al prezzo ufficiale di 799 euro. Come sempre, all’interno di questo articolo troverete le sue caratteristiche tecniche, i pregi, i difetti e le mie impressioni pratiche sul campo. Nel video vi mostrerò anche alcuni clip ottenuti con la tecnica del digiscoping, inquadrando la fauna e gli ungulati attraverso il sensore e l’obiettivo di un iPhone XR. Buona visione e buona lettura.

 

 ACCESSORI IN DOTAZIONE

In primis vi invito a guardare qui di seguito lo short che ho presentato su YouTube qualche giorno fa riguardante l’accessoristica in dotazione al binocolo. Il Monarch 5  8×56 arriva all’interno di una confezione nera con loghi Nikon. Oltre al binocolo, troverete i tappi copri-obiettivi, i copri-oculari, un panno per la pulizia delle ottiche, il tagliando di garanzia e un paio di manuali. Essendo un binocolo con soli 8 ingrandimenti, non è presente l’adattatore specifico per collegare il treppiede fotografico, similmente a quanto era disponibile con il formato 20×56. 

 

ACCESSORI OPZIONALI

Tra gli accessori opzionali vi consiglio di acquistare un supporto stabile qualora voleste compiere qualche ripresa video con la tecnica del digiscoping, preferibilmente un sistema più solido del classico supporto centrale.

 

MECCANICA E SISTEMA A FUOCO

Anche in questo caso, le mie impressioni sono identiche a quelle percepite utilizzando il 20×56. Si tratta, in primis, di un binocolo di grande diametro con prismi a tetto, che rivela  uno schema classico con ampio ponte centrale e cerniera unica. La mia bilancia elettronica ha verificato un peso, con i tappi frontali, di 1.175 grammi.

Il binocolo è ovviamente impermeabilizzato e riempito di azoto, dichiarato per resistere fino a un metro di profondità per 10 minuti. Lo scafo è composto da fibra di vetro e resina rinforzata, che consentono un mix equilibrato tra leggerezza e robustezza. Anche l’interno del tubo ottico è pregevolmente progettato, con vari diaframmi e senza alcuna parte che possa creare riflessi indesiderati.

L’armatura, differente rispetto alla nuova serie M5, consente un ottimo grip: sembra quasi “incollare” le mani durante l’utilizzo e, soprattutto, la forma con spessori differenti fornisce una presa sicura. Sta di fatto che, almeno nel mio caso, riesco agevolmente a spostare l’indice in posizione comoda per operare rapidamente sulla manopola di messa a fuoco. Come nella fotografia, la capacità di un binocolo robusto e superiore al chilogrammo di attutire al meglio le micro vibrazioni rispetto a un compatto 8×25 è evidente.

Un primo piano sul Nikon Monarch 5 8×56

La colorazione dell’armatura e del binocolo è la classica nera Nikon, con gli unici dettagli colorati sul ponte centrale, con la scritta “Nikon Monarch 5” e alcuni dati presenti nella parte frontale della manopola di messa a fuoco: “Nikon Monarch M5 11 8×56, 6,2° di campo” e la sigla “Waterproof”.

Per quanto riguarda la manopola di messa a fuoco, è grande 32×23 mm e anch’essa protetta da un’armatura ben zigrinata, che ha consentito anche durante le giornate più fredde di ottobre l’utilizzo con i guanti invernali. Nikon dichiara per questo esemplare una messa a fuoco minima di 7 metri, due metri superiore rispetto a quanto dichiarato per il Nikon 16×56 e 20×56. Ho voluto verificare quanto fossi in grado di focalizzare da vicino: in realtà ho misurato 4,70 m. Per raggiungere l’infinito, ho dovuto ruotare la manopola in senso orario di un giro completo.

La manopola di messa a fuoco è grande abbastanza per essere utilizzata anche con i guanti invernali

È prevista una grande ghiera zigrinata di circa 49×13 mm che consente di operare rapidamente sulla regolazione diottrica. Non è dotata di vite di blocco, ma il sistema di correzione si attua con una decisa pressione, rendendo praticamente impossibile perdere la regolazione durante l’utilizzo.

OTTICA

Obiettivi

Gli obiettivi sono realizzati in vetro Eco-Glass e dotati di elementi  ED a bassa dispersione. Hanno un diametro, ovviamente, di 56 mm. Come potrete leggere nel paragrafo specifico, rispetto al 20×56, ho notato una lieve ma migliore correzione dell’aberrazione cromatica.  Le immagini forniscono una buona nitidezza al centro del campo e un contrasto leggermente superiore al formato a ingrandimento maggiore. Anche in questo caso, la tonalità dei bianchi è leggermente virata verso il caldo.

Un plauso ai progettisti: la lente frontale è incastonata all’interno del tubo ottico per circa 10-11 mm, contribuendo a proteggere gli obiettivi da graffi durante l’utilizzo più intenso e a schermare in parte la luce laterale.

I grandi obiettivi da 56 mm di diametro, perfetti per l’uso naturalistico crepuscolare

Oculari

Gli oculari del Nikon Monarch M5 8×56 forniscono un campo di vista grandangolare di 6,2°, che, con la formula tangente, comporta un campo apparente di 46,9°. Con la formula che prevede di moltiplicare l’ingrandimento, si ottiene un campo apparente di 49,6°. Non è quindi, come la maggior parte degli 8×56, definibile ” binocolo grandangolare”. La lente di campo misura quasi 24 mm, un ottimo risultato che consente di pulire più facilmente la lente e, allo stesso tempo, di ridurre in parte l’appannamento durante l’utilizzo invernale, quando il viso è più caldo rispetto alla temperatura esterna.

Ottima è l’estrazione pupillare, di ben 20,5 mm, molto superiore ai 16,4 dichiarati nei modelli a ingrandimento maggiore. Personalmente ritengo che anche i portatori di occhiali possano utilizzarlo senza particolari problemi.

Per quanto riguarda la regolazione della distanza interpupillare, in questa serie Monarch da 56 mm di diametro, è compresa tra 60 e 72 mm. Posso confermare che, alla mia distanza interpupillare, quella tra i paraluce è di circa 18 mm: personalmente inizio a sentire il bordo degli stessi sul naso, quindi presumo che per persone con distanza inferiore a 65 mm sia necessario verificarne il comfort osservativo. Il diametro dei paraluce e dell’oculare è di 45,8 mm.

Il sistema di rotazione dell’estrazione prevede dei click stop abbastanza netti, con quattro posizioni: prima, seconda e totalmente estratto.

Oculari abbastanza comodi almeno sino a 65-66 mm di distanza interpupillare

PRISMI

Il Nikon Monarch 5 8×56 utilizza prismi a tetto Schmidt-Pechan di buona qualità. La pupilla di uscita, nell’esemplare che ho testato, come potete vedere da questa immagine, si è dimostrata perfettamente circolare. Osservando il cielo a mezzogiorno, si può notare una lievissima caduta di luce al bordo. Il field stop è decisamente netto e non ci sono riflessi evidenti nella zona della pupilla di uscita. Forse, sulla parte esterna, si può notare sul bordo un po’ di bagliore dovuto alla meccanica o ai prismi all’interno del tubo ottico, ma nulla che possa far presagire, durante l’utilizzo pratico, evidenti problematiche.

Molto comoda e rilassante la grande pupilla di uscita di 7 mm

TRATTAMENTO ANTI-RIFLESSO SU LENTI E PRISMI

Nikon tiene a precisare che per questa serie sono stati utilizzati rivestimenti prismatici multistrato ad alta riflettività dielettrica. Inoltre, tutte le lenti e i prismi sono rivestiti multistrato per fornire immagini luminose. La trasmissione luminosa non è dichiarata, mentre i prismi a tetto sono rivestiti con correzione di fase. Come potrete vedere in queste immagini e nel video, il trattamento si manifesta con una piacevole colorazione verde, a tratti violacea. Anche in questo caso ha superato egregiamente la mia classica prova pratica: riflettendo il mio viso alla ricerca di dettagli, ho notato un trattamento di alta qualità.

 

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE

Aberrazione cromatica al centro del campo


Se avevo accertato con entusiasmo l’ottimo contenimento del cromatismo residuo al centro del campo del modello 20×56, posso confermarvi che, nell’utilizzo più intenso in situazioni critiche, l’8×56 risulta leggermente migliore. Questo potrebbe dipendere proprio dal minor ingrandimento. Le immagini, anche in un classico test del gazebo bianco o osservando aironi, garzette e rapaci in controluce, forniscono un ottimo contenimento al centro del campo.

 

Cromatismo laterale


L’aberrazione cromatica si manifesta spostandosi dal centro verso il bordo, soprattutto nelle condizioni di osservazione più critiche, ad esempio rami in controluce o superfici riflettenti con luce intensa. 

 

Curvatura di campo


Per quanto riguarda la curvatura di campo, con il binocolo piazzato sul treppiede e inquadrando soggetti a medio-lunga distanza, tra i 400 metri e l’infinito, ho notato soltanto una lievissima perdita di definizione al bordo. In realtà, nel normale utilizzo pratico, la parvenza è quella di beneficiare di un campo totalmente piatto fino al bordo, come del resto era facile presagire anche a vista, vista la non grande angolarità del campo inquadrato. Va anche detto che, avendo un campo definito quasi fino al bordo, è normale percepire maggiormente il cromatismo laterale dei soggetti rispetto a un binocolo che fornisce un’immagine meno nitida perchè anche i contorni del cromatismo sono piu’ percepibili.

Distorsione angolare


La distorsione angolare è presente a cuscinetto, direi forse leggermente superiore alla media rispetto ad altri prodotti della concorrenza. È difficile confermare la percezione dell’effetto “palla rotolante”, perché si tratta di una sensazione molto soggettiva, a cui io non sono particolarmente sensibile.

Altre aberrazioni


Nell’osservazione astronomica si percepisce la presenza di coma ed astigmatismo a partire da circa il 90% del centro del campo. Mi è sembrato che il binocolo fornisca una buona correzione della coma.

Campo non molto ampio ma quasi totalmente corretto fino al bordo

TEST CON USAF CHART A 35 METRI

L’analisi della USAF ha evidenziato, innanzitutto, un’ottima correzione cromatica al centro del campo, per poi mostrare un po’ di cromatismo residuo laterale, come già segnalato. Sono stato in grado di percepire chiaramente il numero uno, con le righe verticali e orizzontali, mentre talvolta mi è sembrato di distinguere anche il numero zero. Rispetto a un top di gamma di riferimento, in questo caso il Nikon mostra forse leggermente meno nitidezza, che però non è assolutamente proporzionale al doppio del prezzo.

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 LUCE DIFFUSA, TEST FARETTO E ALTRO

Nell’osservazione in controluce lo definisco un buon performer: si nota poca luce diffusa e pochi bagliori. Osservando anche rapaci molto vicini, in misura prospettica rispetto al sole, il campo di vista non grandangolare viene in aiuto per determinati generi di osservazioni.

IMPRESSIONI PRATICHE SUL CAMPO

BIRDWATCHING

Con un binocolo 8×56 è ovvio che, utilizzandolo per il birdwatching diurno, non ci siano differenze eclatanti rispetto a un classico 8×42, se non la comodità della grande pupilla di uscita, che consente un comfort migliore. Per questo motivo ho deciso di concentrarmi sulle osservazioni nelle prime ore della mattinata e nelle ultime ore, per verificare quanto possa essere utile un binocolo 8×56 per il birdwatcher.

Mi sono recato all’alba presso il noto hotspot di Germignaga, con una temperatura prossima agli 8 gradi. Con le mani gelate e il vento freddo proveniente dalla sponda piemontese, ho iniziato ad esplorare la zona in ombra della riva del fiume Tresa. Complice anche il fatto di aver portato con me un 8×42 come riferimento, ho constatato che, sebbene non sia stato in grado di sfruttare completamente i 7 mm di pupilla di uscita visto l’orario, i dettagli degli smerghi ancora a riposo sulla riva in ombra erano decisamente più visibili con l’8×56, che in questo frangente si è dimostrato più performante rispetto a un classico formato 8×42.

L’osservazione nelle prime ore della mattinata si è dimostrata molto soddisfacente

Sempre nell’osservazione della fauna, ho apprezzato il buon contenimento dell’aberrazione cromatica al centro del campo, confermando un’esperienza simile a quella avuta con il Monarch 5 20×56. Ho anche notato che, osservando in controluce con luce bassa e radente, il binocolo ha fornito una buona capacità di mostrare dettagli di anatidi senza bagliori evidenti.

Non è un binocolo che consiglierei per la classica osservazione diurna, ma se siete appassionati di birdwatching all’alba nelle paludi o al crepuscolo, ad esempio per verificare dove si posano i rapaci prima di dormire, il Monarch M5 8×56 potrebbe essere un ottimo compagno di osservazioni.

Questo airone cenerino visibile sullo sfondo pare ormai abituato alla mia presenza quasi settimanale

PAESAGGIO

Per le osservazioni paesaggistiche consiglierei piuttosto un Nikon Monarch HG 8×30, decisamente più compatto e maneggevole, con un buon campo di vista. In ogni caso, qualora utilizzaste l’8×56, ne apprezzereste comunque la nitidezza e il contrasto al centro del campo, eccellenti in rapporto al prezzo di acquisto. Tuttavia, potrebbe mancare quella grandangolarità che un formato 8×32 concede. Grazie alla sua ottima luminosità, l’8×56 resta comunque performante nelle osservazioni del paesaggio nelle ore pre e post crepuscolari dove fornisce dettagli maggiori e una maggiore luminosità rispetto a un comune formato 8×42.

 

CREPUSCOLO

I cervi hanno già iniziato a bramire, e quindi ho intrapreso come faccio sempre sia per diletto che per lavoro, a verificare le arene disponibili nella mia zona, se gli esemplari sono ancora quelli dello scorso anno o se sono arrivati maschi giovani e combattivi. Per questo motivo, oltre a uscire con il visore termico per cercare gli animali all’interno della boscaglia ancor prima dell’arrivo della notte, porto sempre con me un binocolo: un’ottima occasione per testare le prestazioni del Monarch M5 8×56.

Di primo acchito, avendo per anni utilizzato un binocolo alpha come lo  Zeiss HT 8×54, devo confermarvi che questo binocolo non possiede la trasmissione luminosa di un top di gamma. Tuttavia, si difende molto bene. Le mie impressioni sono soggettive, influenzate dalla capacità di dilatazione delle mie pupille e dalle capacità fisiologiche-muscolari; va ricordato che, a prescindere dal binocolo, c’è sempre una riduzione della qualità visiva a livello di nitidezza rispetto all’osservazione ad occhio nudo.

Quando ormai gli occhi faticano a mettere a fuoco e a riconoscere i caprioli a 150-200 metri, con l’8×56 la scena si illumina. Non posso confermare, non essendo un tecnico dotato di apparecchiatura dedicata, la trasmissione luminosa esatta, ma a occhio posso stimare un valore attorno all’86-88%. La luminosità è ottimale e il peso, necessario da trasportare rispetto a un 8×42 o 7×42, è ripagato con osservazioni piacevoli. Insomma una differenza che sulla carta rispetto a un 90- 92% puo’ sembrare tanta ma che si riassume in due-tre minuti di visibilità in piu’. 

Nella videorecensione potrete vedere alcune riprese effettuate con iPhone XR accostato all’oculare del binocolo, mostrando Caprioli che brucano in Valganna: questo è senz’altro il suo campo elettivo.

Un paio di esemplari di caprioli che popolano i prati della mia valle nelle tarde ore del pomeriggio

OSSERVAZIONE ASTRONOMICA

Per l’osservazione astronomica, con una pupilla d’uscita di 7 mm, è necessario sfruttare cieli veramente scuri e avere una buona capacità di dilatazione pupillare per accettare tutto il fascio di luce proveniente dal binocolo.

Al centro del campo, le immagini stellari sono molto nitide e puntiformi. Le stelle più luminose mostrano alcuni artefatti di astigmatismo, che dipendono più dalla dilatazione della pupilla dell’osservatore che dal binocolo stesso. I colori delle stelle sono ben evidenti:  la nota stella doppia Albireo, ad esempio, è molto affascinante e mostra colori intensi.

Il campo non è grandangolare, ma come confermato dall’osservazione diurna, risulta quasi totalmente piatto fino al bordo. Solo un leggero astigmatismo è percepibile ai margini, visto che il binocolo non è ottimizzato con lenti atmosferiche. Nell’osservazione astronomica ho preferito maggiormente il formato 20×56, in grado di scurire meglio il fondo cielo, mostrare maggior risoluzione delle stelle e fornire più dettagli su galassie luminose come quelle della costellazione dell’Orsa Maggiore.

Il Nikon Monarch 5 8×56 si è dimostrato affidabile anche nel fitto del bosco seppur non abbia la profondità di campo di un 7×42

 PREGI E DIFETTI

Pregi

  • Presenza di lenti ED

  • Formato crepuscolare per eccellenza.

  • Molto comodo da utilizzare anche per portatori di occhiali.

  • Il peso è in parte un pregio: l’impugnatura è stabile, con poche vibrazioni.

  • Campo di vista quasi perfettamente corretto fino al bordo.

  • Buon contenimento dell’aberrazione cromatica.

  • Nitido e contrastato al centro del campo.

  • Buone performance in luce radente e controluce.

  • Immagini molto soddisfacenti all’alba e al crepuscolo, pur non essendo luminoso come un top di gamma.

Difetti

  • Peso e ingombro maggiori rispetto a un classico 8×42.

  • Cromatismo laterale leggermente più accentuato rispetto ad altri binocoli con campi di vista più sfumati ai bordi.

  • La fisiologia e l’età dell’osservatore possono limitare l’uso completo dei 7 mm di pupilla di uscita; in caso contrario, valutare un formato con ingrandimento maggiore.

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