Novità! Binocolo Nikon Stabilized 10×25 – II PARTE: Test sul campo e video di esempio con Iphone

PREMESSA

Era da molto tempo che gli appassionati del marchio Nikon aspettavano una novità nel settore dei binocoli. Questa attesa si è conclusa poco prima di Natale, e sono sicuro che molti appassionati sapranno cosa mettere sotto l’albero. Nikon ha infatti presentato qualche settimana fa il nuovo binocolo stabilizzato (Stabilized) disponibile in due formati: 10×25 e 12×25.

Il 10×25, oggetto di questa recensione, ha un prezzo suggerito da Nital di 799 euro IVA inclusa, con spedizione gratuita. Il formato 12×25, invece, costa 819 euro.

Come sempre, ho suddiviso la recensione in due parti: nel primo video potrete vedere l’unboxing con gli accessori e le caratteristiche tecniche dichiarate dalla casa madre; nel secondo video, invece, condividerò le mie impressioni pratiche sul campo, evidenziando pregi e difetti. Inoltre, potrete guardare alcune clip video che ho realizzato collegando un iPhone all’oculare del binocolo.

Buona visione e buona lettura!

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ACCESSORI IN DOTAZIONE

Ho ricevuto il primo esemplare arrivato in Italia qualche settimana fa a Nital; per questo motivo, il binocolo non era dotato di un packaging ufficiale. All’interno della sacca morbida ho trovato il tappo copri-oculari, una piccola tracolla, un paio di batterie AA da 1,5 volt e nient’altro. Presumo che la confezione originale includerà anche un piccolo manuale e forse un panno per la pulizia delle ottiche.

 

ACCESSORI OPZIONALI

Non sono previsti accessori opzionali per questo modello.

 

MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO

A differenza di molte altre soluzioni “stabilizzate”, il Nikon Stabilized 10×25, come potrete vedere nella video-recensione, presenta una forma classica, molto simile a quella di un normale binocolo compatto. L’unica differenza evidente è una maggiore larghezza dello scafo, necessaria per alloggiare il vano batterie. Questo si trova nella parte posteriore del ponte e custodisce le due batterie AA da 1,5 volt. Tuttavia, la  sua presenza   impedisce ai tubi ottici di chiudersi completamente, riducendo in parte la compattezza.

Impugnandolo, devo ammettere che offre non solo un’ottima sensazione di robustezza, ma anche una classicità che potrà senz’altro piacere ai puristi. Questo lo distingue dai modelli di pari diametro stabilizzati che, da qualche anno, dominano il mercato con design spesso più futuristici. All’atto pratico, sembra di maneggiare un binocolo classico con il valore aggiunto della stabilizzazione. Per fare un paragone, è come una moderna bicicletta a pedalata assistita, dove il motore è perfettamente integrato nel telaio, al contrario dei modelli più datati che mostravano ingombranti porta batterie esterni.

FIG.1 – Il binocolo stabilizzato della Nikon mostra una linea decisamente classica

I due tubi ottici si muovono per regolare la distanza interpupillare attraverso un sistema a doppia cerniera, e meccanicamente non ho riscontrato alcuna flessione o gioco.

Il binocolo non è interamente protetto da un’armatura in gomma: quest’ultima è presente solo nelle zone dove il palmo delle mani appoggia maggiormente, offrendo un buon grip. Nella parte interna dei tubi ottici, inoltre, si trova una trama gommata antiscivolo, che aiuta il pollice a mantenere una presa più stabile.

Sui lati del binocolo sono presenti due piccole asole per il collegamento della tracolla, che ne facilitano il trasporto.

Il ponte centrale del binocolo è decisamente ampio, permettendo di appoggiare comodamente tre dita. Nella parte anteriore, vicino agli obiettivi, è presente un piccolo pulsante per l’attivazione del sistema di stabilizzazione. Non essendo molto grande, potrebbe risultare difficile da utilizzare con guanti invernali spessi. Il trucco, in realtà, è premere il pulsante con la mano libera, utilizzando il dito in posizione verticale per esercitare una pressione migliore. Ve lo confermo perché l’ho portato anche al poligono e l’ho usato con i guanti da tiro, visto che ormai a 1000 metri di mattina ci sono 3-4 gradi.

Vicino agli oculari si trova la ghiera per la messa a fuoco. Essendo un binocolo compatto, non è particolarmente grande (ha un diametro di circa 24 mm e uno spessore di 14 mm). È però dotata di una zigrinatura in gomma che facilita la presa. Quando si impugna il binocolo con tre dita che avvolgono lo scafo, il dito indice si allinea abbastanza naturalmente alla ghiera della messa a fuoco, consentendo un utilizzo agevole senza angolazioni scomode.

FIG.2 – Il pulsante di attivazione del sistema di stabilizzazione è affiancato da un led verde

La distanza minima di messa a fuoco misurata nell’esemplare che mi è stato inviato è di 260 cm. Da questa distanza, è necessario ruotare la manopola in senso orario di circa tre quarti di giro per raggiungere l’infinito. Da 11 metri all’infinito, invece, basta ruotare la manopola di pochi millimetri per ottenere una messa a fuoco precisa.

La regolazione delle diottrie avviene tramite una piccola ghiera da 5 mm x 34 mm posizionata sull’oculare destro. Non è dotata di un sistema di blocco, ma richiede una discreta pressione per essere ruotata, rendendo improbabili spostamenti accidentali durante l’utilizzo.

La mia bilancia elettronica ha stimato un peso di 404 g senza batterie. Con l’aggiunta di due batterie (circa 50 g) e della tracolla (stimata in altri 50 g), il peso totale si aggira intorno al mezzo chilogrammo. Quando chiuso, il binocolo misura circa 88 mm x 105 mm, dimensioni compatte ma comunque pratiche.

Un aspetto da tenere in considerazione, soprattutto per gli appassionati delle attività outdoor o del trekking in alta quota, è che questo binocolo non è impermeabilizzato né riempito di azoto. Pertanto, raccomando una certa attenzione in ambienti umidi o in condizioni meteorologiche avverse.

L’interno del tubo ottico appare ben costruito: non ci sono superfici particolarmente riflettenti, e l’intero sistema è stato ottimizzato con diaframmi progettati per ridurre al minimo le luci parassite, migliorando così la qualità dell’immagine.

 

SISTEMA DI ALIMENTAZIONE

Come anticipato, nella parte posteriore è stato progettato un piccolo coperchio (non impermeabilizzato) che alloggia due batterie standard AA da 1,5 volt. Personalmente, ho utilizzato anche batterie ricaricabili Energizer e non ho riscontrato differenze significative rispetto alle batterie non ricaricabili. Questo aspetto rappresenta un vantaggio, poiché l’utilizzo di batterie sostituibili offre una maggiore flessibilità: possono essere acquistate facilmente ovunque, anche in piccoli centri montani, e non costringono l’utente a dipendere da una batteria interna integrata, che potrebbe col tempo presentare problemi e richiedere manutenzione.

Tuttavia, è bene ricordare di non sostituire le batterie sotto la pioggia, per evitare infiltrazioni di umidità. Il coperchio si chiude tramite un sistema a incastro che richiede un po’ di attenzione per essere fissato correttamente.

FIG.3 – Il vano dove si inseriscono le batterie AA da 1.5 V

SISTEMA DI STABILIZZAZIONE

Ho apprezzato molto la scelta di Nikon di non dichiarare i gradi di stabilizzazione, ma di esprimere la performance in termini di percentuale di riduzione delle vibrazioni. Secondo i tecnici Nikon, il sistema di stabilizzazione permette di ridurre le vibrazioni di circa l’80%.

Come potrete leggere nel paragrafo dedicato alle mie impressioni pratiche sul campo, ho trovato questo sistema di stabilizzazione  performante, in grado di garantire risultati molto soddisfacenti.  Ad esempio, date un’occhiata al test con l’uso di un treppiede: le immagini sono estremamente stabili. Inoltre, ho notato che il sistema funziona molto bene sia nell’osservazione di soggetti o oggetti fermi, sia durante la cosiddetta panoramica (panning), ovvero quando si sposta lo sguardo da destra a sinistra per seguire soggetti in movimento, come uccelli in volo, aeroplani, automobili e simili.

A livello tecnico, Nikon dichiara di utilizzare un sistema di stabilizzazione lens-shift, senza però fornire ulteriori dettagli. La casa madre indica una gamma dell’angolo funzionale di ±80°, specificando che le vibrazioni dell’immagine causate dal movimento delle mani vengono ridotte a circa un quinto o meno, secondo gli standard di misurazione Nikon.

Dal mio punto di vista, utilizzando spesso mirrorless dotate di sistemi di stabilizzazione con prestazioni simili, posso confermare che l’esperienza visiva è molto simile: anche ad alti ingrandimenti, si ha la percezione di osservare dettagli incredibilmente fermi. La stabilizzazione del Nikon Stabilized 10×25 si è rivelata non solo molto efficace, ma anche estremamente naturale, senza compromettere la qualità delle immagini. Spegnendo e riaccendendo la stabilizzazione si può sentire il classico “click” del sistema lens-shift che è rapido nel compensare i movimenti.

FIG.4 – Nella osservazione del paesaggio è incredibilmente utile e decisamente meno ingombrante rispetto ad altre soluzioni “stabilizzate”

OTTICA

Obiettivi

Nikon Italia non fornisce informazioni specifiche sulla presenza di vetri ED et similia all’interno della documentazione dimostrativa, limitandosi a dichiarare l’utilizzo delle rinomate ottiche Nikon. Viene menzionata soltanto la presenza di un rivestimento multistrato su tutte le lenti.

All’atto pratico, la versione 10×25 offre, a mio parere, un buon contrasto al centro del campo, con una tonalità abbastanza neutra. Per quanto riguarda le aberrazioni cromatiche e geometriche, vi rimando al paragrafo dedicato.

L’obiettivo è leggermente incassato nel tubo ottico, per circa 7 mm. Sebbene questo non garantisca una protezione completa contro luce diffusa, pioggia o sabbia come farebbe un paraluce specifico, fornisce comunque un discreto riparo contro urti accidentali, ad esempio quando si appoggia il binocolo con gli obiettivi rivolti verso il basso su superfici irregolari

FIG.6 – Un primo piano sui piccoli obiettivi da 25 mm di diametro

Oculari

Gli oculari del Nikon Stabilized 10×25 offrono un campo apparente di 50,5°, calcolato utilizzando la formula ISO 14132-1:2002, che è più restrittiva rispetto alla formula classica, con cui il valore sarebbe di 54°. Per quanto riguarda il campo visivo, questo modello inquadra 94 metri a 1.000 metri, mentre il modello 12×25 ne inquadra 79.

Come è noto, un binocolo compatto non può essere altrettanto confortevole di un classico 8×42, ma il diametro della lente di campo, che ho misurato con cura, è di poco superiore a 15-16 mm. Nonostante questo, la sua compattezza lo rende particolarmente facile da utilizzare, soprattutto per chi ha una distanza interpupillare ridotta.

Il diametro degli oculari è di circa 34 mm, mentre la distanza tra gli oculari supera i 30 mm, offrendo un ottimo comfort visivo. Questo lo rende adatto anche ai bambini o a persone con conformazioni del viso più piccole.

Il paraluce in gomma si è dimostrato morbido ma robusto, e il sistema di regolazione è molto ben costruito: l’estrazione avviene tramite rotazioni con quattro posizioni preimpostate. Le posizioni sono ben definite: dalla battuta iniziale, si può scegliere una prima posizione, una seconda posizione, fino alla massima estensione.

L’estrazione pupillare dichiarata da Nikon per questo modello è di 14 mm. Con la mia conformazione del viso, sono riuscito a osservare comodamente l’intero campo visivo, anche arretrando di qualche millimetro, il che mi porta a confermare che il dato dichiarato è realistico.

Per i portatori di occhiali, consiglio di provare il binocolo prima di acquistarlo, se possibile, soprattutto nel caso del modello 12×25, che ha un’estrazione pupillare dichiarata di soli 12,3 mm, un valore che potrebbe risultare meno comodo.

FIG.7 – La distanza interpupillare è ottima anche per i ragazzi piu’ giovani

Prismi

Sono stati utilizzati  prismi a tetto di tipo Smith Pechan,  realizzati con vetro BaK-4 di buona qualità. La pupilla di uscita dell’esemplare che ho testato si è dimostrata perfettamente circolare. Durante le osservazioni all’infinito, inoltre, il diaframma di campo presenta un bordo estremamente netto.

Non ho notato perdite di luce significative ai bordi, nemmeno durante l’osservazione del cielo notturno. Naturalmente, il binocolo non può competere in luminosità con strumenti come un 7×42, ma per un compatto, si comporta molto bene in questo ambito.

Per quanto riguarda il contenimento dei riflessi vicino alla pupilla di uscita, non ne ho riscontrati nelle normali condizioni di illuminazione.

 

Trattamento anti-riflesso su lenti e prismi

Come anticipato, Nikon dichiara la presenza di un trattamento multistrato su ogni superficie ottica, nonché di un rivestimento dei prismi in lega d’argento ad alta riflettività. Il trattamento antiriflesso è evidente grazie alla piacevole colorazione verde, visibile sia sugli oculari che sugli obiettivi.

Per verificare la reale efficacia del trattamento, ho eseguito la consueta prova, riflettendo il mio viso nelle lenti. Il risultato ha confermato la presenza di un buon trattamento antiriflesso, caratteristica che Nikon riserva tradizionalmente anche per i suoi prodotti di fascia media.

 

 

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE

Aberrazione cromatica al centro del campo

Essendo un binocolo stabilizzato, ho deciso di condividere le mie impressioni relative alle aberrazioni cromatiche e geometriche utilizzandolo a mano libera con la stabilizzazione attivata. L’unica prova sul cavalletto che ho effettuato è stato il test con la USAF Chart.

Per quanto riguarda l’aberrazione cromatica al centro del campo, questa si manifesta principalmente osservando soggetti molto contrastati, come il classico ramo in controluce. Tuttavia, devo dire che il binocolo ha superato abbastanza agevolmente anche il test severo del gazebo bianco presente nel mio giardino. Nella maggior parte delle condizioni di illuminazione, il residuo cromatico rimane contenuto a buoni livelli. Sebbene non possa affermare con certezza che si tratti di un binocolo esente da aberrazioni cromatiche, posso comunque dire che i vetri ottici utilizzati sono di buona qualità.

Cromatismo laterale

Il cromatismo laterale è naturalmente più evidente ai bordi del campo visivo rispetto al centro e aumenta spostandosi verso l’estremità. Si manifesta principalmente in situazioni di alto contrasto, dove appare un alone verde-violetto intorno ai contorni dei soggetti più contrastati. Tuttavia, in osservazioni classiche di paesaggio e natura, questo fenomeno risulta abbastanza influente.

Curvatura di campo

Per quanto riguarda la curvatura di campo, osservando il panorama, il binocolo offre un campo visivo ben sfruttabile fino ai bordi. Ovviamente, non si tratta di un binocolo grandangolare, ma si ha la fortuna di poter godere della totalità del campo visivo. I più attenti potrebbero notare una leggera differenza verso i bordi, ma in generale la visione d’insieme è molto piacevole.

FIG.8 – Il binocolo non è impermeabilizzato

Distorsione angolare

La distorsione angolare a cuscinetto è ben evidente già a partire dal 70% del campo visivo. Come sapete, i progettisti spesso introducono una certa quantità di distorsione angolare per evitare l’effetto ” palla rotolante” durante il panning. In questo caso, devo confermare che, sebbene questo effetto sia molto soggettivo nella sua percezione, personalmente ne sono abbastanza  immune. Per questo motivo, non posso affermare con certezza se la distorsione angolare applicata in questo binocolo sia perfetta, ma posso dire che, durante il panning, l’esperienza visiva è stata molto piacevole.

Altre aberrazioni nell’uso astronomico

Le stelle iniziano a degradare a partire da circa il 90% dal centro del campo ma non in maniera invasiva, si nota soltanto un po’ di astigmatismo e nulla piu’.

 

 

TEST CON USAF CHART A 35 METRI

Ho effettuato il test con la USAF Chart in tre modalità: a mano libera senza stabilizzazione, con stabilizzatore attivato, e con stabilizzatore spento su cavalletto. Con lo stabilizzatore acceso, sono riuscito a visualizzare la riga 2, mentre con l’osservazione a mano libera  sono riuscito a distinguere un po’ con difficoltà la riga 1, che vedo bene con un 10×42. 

Non ho notato particolari differenze tra la resa su cavalletto e quella con lo stabilizzatore attivo, il che conferma che lo stabilizzatore funziona decisamente bene. Il contenimento dell’aberrazione cromatica è stato soddisfacente nell’osservazione delle righe nere al centro del campo e si nota solo un po’ di  alone verde e violetto   soltanto sui contorni delle righe nere esterne.

Fig.9 – Il test con la USAF CHART, evidente la differenza tra stabilizzazione attivata e spenta

 

PROVA CON FARETTO, LUCE DIFFUSA, IMMAGINI FANTASMA  

Il binocolo si comporta piuttosto bene durante la prova con il faretto, ossia inquandrandolo al centro del campo e poi ai bordi in piena notte. Si nota soltanto un lieve “spike” causato dai prismi a tetto. Non ci sono segni evidenti di immagini fantasma, il che è un aspetto positivo in contesti di alta luminosità. Tuttavia, nell’osservazione diurna, con il sole che colpisce direttamente la parte frontale del binocolo (circa a ore 2:00), si genera un po’ di luce diffusa all’interno del campo ottico. Questo fenomeno non è eccessivo, ma è comunque presente, e può influire sulla qualità dell’immagine in condizioni di luce intensa.

 

IMPRESSIONI PRATICHE SUL CAMPO

 

Birdwatching

Il pregio di questo binocolo nel birdwatching non risiede tanto nelle sue dimensioni o nella pupilla di uscita, che è di soli 2,5 mm ma è la sua efficace stabilizzazione, che migliora notevolmente la percezione dei dettagli. Ritengo che questo binocolo funzioni molto bene anche durante le escursioni senza treppiede e spotting scope, risultando quindi utile per gli appassionati di rapaci che vogliono trascorrere una giornata tranquilla camminando senza dover trasportare pesante attrezzatura. Ovviamente, è più vantaggioso utilizzarlo durante le giornate soleggiate, senza cercare necessariamente di osservare i dettagli più fini nel sotto ala al crepuscolo, o per scovare una folaga in un canneto al tramonto. In tali frangenti, è meglio rivolgersi a binocoli con diametri decisamente superiori.

Dalle mie prove pratiche sul campo, un 10×25 stabilizzato mostra comunque più dettagli   rispetto a un 10×42 quando usato a mano libera. La reale differenza deriva dalla maggiore comodità del binocolo di maggior formato e dalla sua luminosità. Tuttavia, il piccolo compatto della Nikon può trovare la sua ragion d’essere anche in un settore molto specifico come quello del birdwatching.

 

FIG.10 – Nel birdwatching ho apprezzato la stabilizzazione  

Osservazione del paesaggio

Dove l’ho apprezzato veramente è nell’osservazione del paesaggio. È leggero, pesa soltanto 500 grammi con le batterie, quindi può essere facilmente trasportato a tracolla, all’interno di un tascotto della giacca, in un marsupio o, se riposto nello zaino fotografico, risulta quasi invisibile. E’ essenziale, secondo me, anche per il fotografo naturalista o di paesaggio, che magari utilizza mirrorless Nikon ed è ormai abituato a “viaggiare leggero”. Con poco peso e ad un prezzo contenuto, è possibile studiare il panorama circostante alla ricerca di inquadrature e scorci. Per l’appassionato di trekking e natura, è fondamentale scegliere binocoli compatti. Inoltre, per essere un binocolo stabilizzato e allo stesso tempo molto compatto, la sua stabilizzazione consente di ridurre le vibrazioni indotte dalla stanchezza dopo una lunga risalita e, soprattutto, di percepire con maggiore facilità i dettagli che altrimenti sarebbero difficili da vedere con un classico binocolo 10×25, magari gestito a mano libera dopo un’ora e mezza o due di camminata. È altrettanto valido anche per l’escursionista della domenica, perché con una spesa, secondo me, ben accessibile, è possibile acquistare un binocolo di ultima generazione con un’ottima tecnologia di stabilizzazione, che consente di osservare dettagli a distanze maggiori. Dalla cima del Monte Sette Termini, ho apprezzato decine di dettagli che non sono riuscito a vedere con sicurezza utilizzando il mio compatto 10×25. Inoltre, rispetto ai binocoli della concorrenza, con diametro degli obiettivi più o meno simile, offre un design decisamente classico che piacerà ai puristi e che, comunque, consente un ingombro inferiore.

 

Vacanze, teatro, eventi sportivi e altri utilizzi

Ho deciso di creare un paragrafo specifico per questo binocolo, perché, viste le sue dimensioni compatte e la stabilizzazione, si presta molto bene all’utilizzo in eventi sportivi, per osservare dettagli nei musei (ad esempio quando non è possibile avvicinarsi a un quadro o una statua) o per ammirare affreschi sulla volta di una basilica. In queste situazioni, sia la stabilizzazione performante che la compattezza fanno del Nikon 10×25 un ottimo compagno di viaggio per le nostre vacanze, meglio di altri stabilizzati piu’ ingombranti.

Osservazione crepuscolare

Non è un binocolo ideale per le osservazioni al crepuscolo. In condizioni di bassa luminosità, è meglio optare per formati con obiettivi di almeno 42 mm di diametro, in modo da garantire una visione più luminosa.

Osservazione astronomica

Osservare il cielo con un 10×25 potrebbe sembrare atipico per un astrofilo, abituato a binocoli con diametri minimi di 50 mm. Tuttavia, ho deciso di testare la stabilizzazione nell’osservazione del cielo. Le stelle sono quasi perfettamente puntiformi fino al bordo del campo visivo, e direi che fino al 90% della superficie dell’immagine, le stelle di seconda e terza magnitudine appaiono come piccole capocchie di spillo, come si usa dire negli Stati Uniti. Oltre quella zona, si avverte un po’ di coma e di astigmatismo, ma complessivamente l’immagine resta molto piacevole.

Ovviamente, l’immagine risulta più scura, data la piccola pupilla di uscita, ma sotto i  cieli delle Prealpi Lombarde sono riuscito a vedere senza problemi, poco prima che la luna sorgesse, la galassia M31 e vari ammassi stellari, come quelli in Auriga. Le Pleiadi sono  davvero affascinanti, così come le stelle doppie della Lira vicino a Vega, che sono  sdoppiate e puntiformi.

La stabilizzazione funziona molto bene anche quando la testa è inclinata  verso lo zenit. Ho notato un po’ di incertezza nell’osservazione in quella direzione, ma dipendeva principalmente dal movimento del mio collo. La stabilizzazione, comunque, compensa le vibrazioni anche in queste posizioni scomode e senza l’inclinometro si spegne solo dopo 60 minuti per risparmiare le batterie che per la cronaca non sono stato in grado di scaricare durante la settimana di test a cui l’ho sottoposto.

Nel caso di Giove, è possibile osservare uno spike del prisma a tetto e un lieve alone verde-violetto intorno al bordo del pianeta. La Luna, a 10 ingrandimenti, mostra molti dettagli: mi aspettavo più aberrazione cromatica sul bordo, ma in realtà è minima e con la stabilizzazione attivata, sono riuscito a percepire numerosi crateri, oltre ai classici mari lunari. Insomma, per essere un binocolo  10×25, è sorprendentemente valido anche per l’uso astronomico. Nel panning, la stabilizzazione si comporta egregiamente anche navigando tra le costellazioni.

FIG.11 – E’ senz’altro un binocolo interessante che si presta a molti settori osservativi

 

Impressioni pratiche sulla stabilizzazione

Poiché ho voluto produrre una recensione in tempi rapidi, dato che questo binocolo rappresenta una novità interessante, intendo fare una valutazione preliminare sulla stabilizzazione. Posso però confermare che le mie prime impressioni sulla stabilizzazione sono positive.

L’attivazione dello stabilizzatore è immediata. Talvolta si percepisce il click dello spostamento degli elementi ottici. Ho  anche notato che durante i veloci passaggi destra-sinistra, lo stabilizzatore si comporta in modo molto fluido, senza problemi. Probabilmente, l’elettronica interna decide quando disinserire la stabilizzazione sull’asse laterale per il panning e quando invece intensificare il sistema per stabilizzare l’immagine.  

Il sistema di stabilizzazione è molto efficace e, come ho dimostrato nel test con la USAF Chart, permette di ottenere prestazioni migliori rispetto a quelle a mano libera. Anche a 800 metri, sono riuscito a leggere i dettagli senza problemi. L’unico limite che ho riscontrato riguarda il diametro dell’obiettivo: con un 10×42, probabilmente sarebbero stati visibili più dettagli, ma, considerata la compattezza del binocolo, mi pare molto trasportabile,  mi sembra davvero interessante e avrà sicuramente un grande successo.

 

PREGI E DIFETTI

Pregi:

  • Sistema di stabilizzazione efficace
  • Design classico e compatto 
  • Messa a fuoco fluida 
  • Utilizza batterie AA da 1,5 volt
  • Ottima durata delle batterie
  • Buona nitidezza e contrasto 
  • Campo di vista quasi totalmente corretto sino a bordo

Difetti:

  • Non impermeabilizzato
  • Pupilla di uscita piccola: Non è comodo come un binocolo con obiettivi più grandi, come un 10×42, specialmente in condizioni di scarsa luce.
  •  Un po’ di luce diffusa può entrare lateralmente quando il sole è molto intenso.

 

IN SINTESI

Il Nikon Stabilized 10×25 è un binocolo compatto, leggero e dal design classico che si distingue nel campo dei binocoli stabilizzati. La stabilizzazione è molto efficace, rendendolo ideale per osservazioni a mano libera e anche durante il panning, come nel caso del birdwatching o del paesaggio. La durata delle batterie è ottimale, e l’utilizzo delle comuni batterie AA rende il binocolo pratico da utilizzare. Tuttavia, la pupilla di uscita ridotta limita l’utilizzo in condizioni di scarsa luce, ed è importante verificarne la compatibilità con gli occhiali per i portatori. In generale, è un ottimo binocolo per chi cerca un prodotto compatto e stabilizzato, perfetto per l’osservazione del paesaggio o per chi preferisce un binocolo leggero e facile da trasportare. Il prezzo è competitivo rispetto alle prestazioni offerte.

PREZZO E GARANZIA

  • Nikon Stabilized 10×25: €799 IVA inclusa, con spese di spedizione comprese.
  • Nikon Stabilized 12×25: €819 IVA inclusa, con spese di spedizione comprese

RINGRAZIAMENTI

 Un ringraziamento speciale a Nital, distributore ufficiale Nikon in Italia, per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test, e al product manager Giuseppe Maio per aver condiviso in anteprima il prodotto. Il binocolo sarà disponibile nei negozi a partire dal mese di dicembre 2024

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