OBERWERK EXPLORE 20×80: il binocolo astronomico per iniziare – 269.95 euro

PREMESSA

Da un po’ di tempo non si vedevano novità da parte della nota azienda americana Oberwerk. Finalmente, qualche giorno fa, il patron di Oberwerk Europe, Pietro Romagnoli, mi ha telefonato dicendomi che era finalmente arrivata una pesante fornitura di binocoli.

Gli appassionati non sanno, infatti, che a causa del problema degli aiuti (forse intendevi “dei ritardi logistici” o “dei costi di spedizione”?), le navi devono spesso compiere una rotta che talvolta prevede la circumnavigazione dell’Africa. Per questo motivo, le tempistiche possono allungarsi anche di decine di giorni.

È stato quindi con molto piacere che ho colto l’occasione per farmi inviare in prova il nuovo binocolo con prismi di Porro della serie Explore. È disponibile presso lo shop online del distributore in tre formati:

  • 10×50 al costo di soli €139,95

  • 15×70 al prezzo di €189,95

  • 20×80, che costa €269,95

Il binocolo oggetto di questo test è proprio il 20×80, e spero in questo modo di rendere felici gli appassionati astrofili.

Il prezzo mi pare decisamente interessante. Inoltre, vi anticipo che il binocolo è anche impermeabilizzato e riempito di azoto.

All’interno della videorecensione, come sempre, oltre ad ascoltare le caratteristiche tecniche e vedere i particolari in 4K di questo interessante strumento, potrete esaminare delle clip che ho ottenuto inquadrando l’ avifauna e il paesaggio lacustre, avvalendomi di un iPhone XR accostato a uno degli oculari dell’Explore.

Buona visione e buona lettura!

 

 

ACCESSORI IN DOTAZIONE

Il binocolo arriva all’interno di un cartone ben imbottito dal distributore europeo. All’interno di quest’ultima si trova una scatola nera, contenente una borsa semirigida tipo valigetta, perfettamente sagomata per accogliere il binocolo.

La dotazione è minimale, come avviene solitamente in questa classe di strumenti. Troverete:

  • i copri oculari,

  • due tappi copri obiettivi,

  • un panno per la pulizia delle ottiche,

  • una tracolla in neoprene

Immancabile, come sempre, una piccola guida rapida per imparare a regolare correttamente il binocolo.

ACCESSORI OPZIONALI

Come accessori opzionali, Oberwerk  fornisce una serie innumerevole di treppiedi, teste e montature, che potete visionare direttamente a questo link.

 

MECCANICA E  SISTEMADI MESSA A FUOCO

Esteticamente, si presenta subito con una classica forma da “prismi di Porro”. Apprezzo molto la scelta di aver dotato lo strumento di un’armatura di colore grigio. Ricorda solo in parte il primo binocolo Oberwerk 22×100 bianco avorio, ma personalmente ritengo che questa decisione sia perfetta, in quanto il grigio è un colore molto neutro, capace di risultare anche abbastanza discreto nelle osservazioni naturalistiche, ad esempio di rapaci o ungulati.

L’unica nota di colore è data dai due anelli rossi posti nel punto di collegamento tra i tubi ottici e lo scafo che contiene le celle dei prismi. Di ottimo livello — nella sua fascia di prezzo — anche la scritta in rilievo Oberwerk, che solitamente viene stampata sul rivestimento di gomma.

La mia bilancia elettronica ha rilevato un peso di 2.175 grammi (con i tappi), perfettamente in linea con quanto dichiarato dal distributore. Le dimensioni sono molto compatte, soprattutto se comparate, ad esempio, al mio Docter Aspectem 20×80: il binocolo misura infatti 32×23  cm ( alla mia distanza interpupillare di 66mm).

FIG.1 – Il binocolo Oberwerk EXPLORE 20×80 durante una fase del test pratico

Vista la sua compattezza, non è necessario investire in un treppiede molto solido, soprattutto se lo si utilizza per osservazioni terrestri. Certamente, essendo un binocolo definibile come “straight” (ossia a visione dritta), è consigliabile acquistare un supporto più stabile, magari con una colonna centrale che consenta di osservare comodamente — se non allo zenit — comunque con una buona elevazione angolare.

Essendo stato progettato per essere utilizzato su treppiede fotografico, l’azienda ha previsto due grosse asole nella parte frontale dello scafo ottico, vicino agli oculari, per inserire la tracolla. I due tubi ottici sono uniti da una lunga barra centrale, che, avendo un diametro di 15 mm, si è dimostrata sufficientemente rigida da evitare flessioni.

Un rapido controllo mi ha permesso di verificare la perfetta collimazione dell’esemplare ricevuto.

Il bilanciamento sopra la testa fotografica avviene tramite un sistema con colonna centrale e pomello, che consente di spostare il centro di gravità in base alle proprie esigenze. Anche in questo caso il serraggio si è dimostrato ottimale. La ghiera, inoltre, è metallica (non in plastica, come in molte altre opzioni sul mercato), zigrinata e ha un diametro di 30 mm, risultando facile da utilizzare anche con guanti invernali.

Nella parte inferiore troverete una zona gommata e zigrinata, utile per proteggere la piastra fotografica e aumentare il grip, insieme a una classica filettatura con passo ¼ di pollice.

Il sistema di messa a fuoco avviene tramite lo spostamento del carrello degli oculari. Anche premendo sui bordi dell’oculare con il carrello totalmente estratto, si avvertono pochissime flessioni, tali da non generare evidenti disallineamenti durante l’uso pratico. Il carrello centrale si estende per circa 7 mm.

FIG.2 – In questa immagine potete notare la manopola della messa a fuoco e il carrello (o archetto) degli oculari

I movimenti avvengono tramite la rotazione di una manopola di messa a fuoco decisamente grande (35,5 mm di diametro per 31 mm di profondità). La manopola è rivestita di una gomma abbastanza morbida, con zone in rilievo per migliorare il grip.

Una messa a fuoco con traslazione degli oculari, ovviamente, risulta sempre un po’ meno fluida rispetto ai più costosi movimenti interni, come quelli presenti nei binocoli con prismi a tetto. In ogni caso, non ho notato giochi né zone di rigidità nel meccanismo.

Oberwerk dichiara una distanza minima di messa a fuoco di 25 metri. Per mettere a fuoco da tale distanza, nel mio caso 23.5 metri, è stato necessario ruotare la manopola in senso antiorario per quasi mezzo giro. È ovvio che non sia un binocolo adatto alle osservazioni ravvicinate, da capanno o da altana. Il suo scopo principale è quello di fornire buone prestazioni e dettaglio a media-lunga distanza.

La regolazione diottrica si effettua tramite una ghiera che mi è sembrata metallica, incastonata sul barilotto dell’oculare destro. Ha un diametro di circa 46 mm e uno spessore di 4 mm, ed è zigrinata. Non è dotata di sistema di blocco. Sulla ghiera sono presenti i simboli +, 0 e , mentre nella parte inferiore dell’archetto si trova il classico puntino bianco come riferimento.

FIG.3 – La regolazione della diottria sull’oculare destro si attua con una ghiera grande e zigrinata

La rotazione avviene in modo meno fluido rispetto alla manopola di messa a fuoco, richiedendo un po’ più di forza, cosa che evita spostamenti accidentali.

Il binocolo è dichiarato come impermeabilizzato e riempito in azoto. Lo scafo ottico è realizzato in alluminio.

OTTICA

Obiettivi

Dato il prezzo di acquisto veramente molto allettante, è abbastanza ovvio che il binocolo non sia dotato di elementi a bassa dispersione. Si tratta, infatti, di uno strumento con obiettivi acromatici. Le immagini, come vedremo nel paragrafo specifico, mostrano talvolta un po’ di aberrazione cromatica, più evidente nelle osservazioni diurne che in quelle astronomiche.

La tonalità dei bianchi risulta leggermente calda, ma il contrasto mi pare molto buono per la fascia di prezzo, così come la nitidezza generale.

Gli obiettivi sono incastonati nel tubo ottico per pochi millimetri. Consiglierei, qualora si osservasse da cieli mediamente inquinati, di dotare lo strumento di paraluce esterni, anche autocostruiti.

Una nota riguarda l’installazione su teste fotografiche, in particolare con teste video di grandi dimensioni: avendo io una distanza interpupillare di circa 66 mm, ho dovuto ricorrere a un cilindro di rialzo (come visibile in foto), poiché i tubi ottici non mi consentivano di chiudere a sufficienza la distanza interpupillare per ottenere un comfort ottimale.

A questo proposito, ricordo che Oberwerk dichiara una regolazione della distanza interpupillare compresa tra 57 e 71 mm.

FIG.4- Un binocolo con obiettivi da 80 mm puo’ essere definito “gigante”

Oculari

Gli oculari inquadrano un campo lineare di 59 m a 1000 m, pari a 3,25° di campo reale. Applicando la classica formula (campo reale × ingrandimenti), si ottiene un campo apparente di circa 65°, un valore molto buono per la nostra visione periferica. Si può quindi definire un binocolo grandangolare.

Il diametro della lente di campo è piuttosto generoso, misurando poco più di 22 mm. Ciò comporta non solo un buon comfort visivo, ma anche una minore possibilità di appannamento durante le notti invernali.

Il diametro degli oculari è di 44,70 mm, un valore che — almeno per la mia distanza interpupillare — garantisce un buon comfort osservativo. Questo, a mio parere, rappresenta un vantaggio dell’Oberwerk rispetto ad altre soluzioni dotate di paraluce più ingombranti, che non consentono a chi ha distanze interpupillari inferiori ai 65 mm, come adolescenti o persone con occhi più ravvicinati, di osservare comodamente con i paraluce sollevati.

FIG.5 – I paraluce sono estraibili a rotazione senza sistema click-stop

I paraluce sono costituiti da una gabbia che mi è parsa metallica, rivestita in gomma morbida. Si estraggono a rotazione, senza un sistema a click-stop prefissato.

L’azienda dichiara una estrazione pupillare di 15 mm. Personalmente, non avendo strumenti professionali per la misurazione, mi sono limitato a utilizzare un calibro digitale per stimare la distanza tra il centro della lente di campo e il bordo del paraluce alla massima estrazione. Ho rilevato un valore perfettamente in linea con quanto dichiarato dal costruttore.

Ho anche effettuato una prova con i miei occhiali da sole per verificare la fruibilità da parte dei portatori di occhiali: nel mio caso specifico, sono riuscito a osservare quasi l’intero campo visivo senza problemi.

Prismi

Come già anticipato nella premessa, il binocolo è composto da prismi di Porro, presumibilmente realizzati in vetro BaK-4 made in China. La pupilla di uscita si è dimostrata abbastanza circolare e non si nota una vignettatura evidente al bordo.

Il diaframma di campo, quando si mette a fuoco all’infinito, risulta abbastanza netto, con una minima percezione dell’effetto “blu ring”.

Ottimo anche il contenimento della luce diffusa attorno ai prismi: anche in questo caso, ho notato una accuratezza costruttiva superiore rispetto a molte soluzioni presenti sul mercato nella stessa fascia di prezzo, o addirittura superiore.

FIG.6 – Un primo piano sulla pupilla di uscita

Trattamento anti-riflesso su lenti e prismi

L’azienda dichiara la presenza di un trattamento antiriflesso multistrato su ogni superficie. La colorazione che palesa è decisamente piacevole, con un tono violaceo molto simile a quello presente sul mio Zeiss SF 8×42.

Non avendo a disposizione altri binocoli 20×80 per un confronto diretto, ho effettuato un paragone forse un po’ “esagerato”, confrontandolo con il mio Zeiss Diascope 85 e il Docter  Aspectem 40×80. È chiaro che questi ultimi, un tempo al top della gamma, mostrano pochissimi dettagli del mio viso quando lo rifletto sulle lenti frontali.

Tuttavia, sono rimasto abbastanza stupito dal livello raggiunto dai trattamenti antiriflesso moderni, anche su prodotti economici. Ritengo quindi che il trattamento dell’Oberwerk Explore sia tra i migliori che io abbia visto in questa fascia di prezzo nel formato 20×80.

 

FIG.7 – In questa immagine – di prima mattina – si nota molto bene il trattamento anti-riflesso applicati sugli obiettivi acromatici

Aberrazioni cromatiche e geometriche

Aberrazione cromatica al centro del campo

Il binocolo è dotato di obiettivi acromatici con un rapporto focale piuttosto aperto. Questo basta per far intuire la presenza di un po’ di aberrazione cromatica, visibile soprattutto in condizioni di forte contrasto — ad esempio osservando aerei o rapaci in controluce, oppure nel mio test selettivo osservando il gazebo bianco situato nel mio giardino.

Per stressarlo maggiormente, ho effettuato anche una prova di digiscoping sull’ avifauna presso il noto hotspot di Germignaga. Vi invito a visionare i dettagli del video: vi rammento però che la percezione del cromatismo residuo attraverso lo smartphone è maggiore rispetto a quella che si avverte osservando con entrambi gli occhi. Infatti, il cervello tende automaticamente a compensare l’aberrazione cromatica con una percentuale di miglioramento che è molto soggettiva.

Nell’uso pratico, spaziando da destra e sinistra nel paesaggio con normali condizioni di illuminazione l’aberrazione cromatica centrale risulta poco evidente. Ritengo che un giovane appassionato o un astrofilo agli inizi, anche per uso diurno, non troverà questo un difetto penalizzante.

Aberrazione cromatica laterale

Il cromatismo laterale si manifesta in modo simile a quello centrale: diventa più evidente su soggetti ad alto contrasto, ma non è così marcato come mi aspettavo. In effetti, è molto più contenuto rispetto ad altre soluzioni nella stessa fascia.

A volte, ho avuto l’impressione che la differenza tra il centro e i bordi fosse minima. Tuttavia, va considerato che il binocolo non ha un campo perfettamente piatto, quindi ai bordi le immagini perdono un po’ di definizione, rendendo meno visibile il cromatismo residuo.

Curvatura di campo

Sarebbe stato un miracolo trovare lenti asferiche a questo prezzo: infatti, era ovvio che il binocolo non fosse dotato di oculari in grado di compensare la curvatura di campo.

Durante l’osservazione diurna di dettagli a medio-lunga distanza, la curvatura di campo inizia a farsi notare già all’80-85% dal centro del campo. Tuttavia, la perdita di nitidezza non è affatto drammatica.

Per esempio, osservando un caseggiato situato a 1250 metri, spostando l’immagine dal centro verso il bordo, riesco comunque a vedere le finestre e persino le tende, seppur con una nitidezza inferiore. Onestamente, mi aspettavo una prestazione peggiore, considerando il prezzo. Ci sono prodotti più costosi (anche di 100-150 euro) che offrono immagini più sfocate ai bordi.

Distorsione angolare

Osservando tralicci o ringhiere a medio-lunga distanza, ho notato una certa distorsione angolare a cuscinetto, visibile a partire dal 75% dal centro del campo.

Iscriviti alla Newsletter

Come sapete, la distorsione a cuscinetto, in base al progetto ottico, può attenuare il cosiddetto “effetto palla rotolante durante i movimenti panoramici.

Personalmente, non sono molto sensibile a questo effetto. Posso dire che durante il panning da destra a sinistra non ho avvertito affaticamento: l’immagine si sposta in modo abbastanza naturale, senza provocare disagio. Naturalmente, la percezione di questo effetto è molto soggettiva e può variare da persona a persona.

 

Altre aberrazioni

Questo binocolo è stato specificamente progettato e consigliato da Oberwerk per l’uso astronomico. È noto che gli astrofili, nei modelli di fascia alta, ricercano una puntiformità stellare fino al bordo del campo, ma questo non è ottenibile in questa fascia di prezzo — sarebbe un miracolo.

Tuttavia, ho voluto comunque analizzare i campi stellari, ottenendo questi risultati:

Binocolo CM (campo massima nitidezza) CU (campo ancora utilizzabile) CI (campo inutilizzabile
Oberwerk EXPLORE 20×80 75 10 15

Test con USAF Chart a 35 metri

Il test con la carta USAF (Mira ottica) è stato effettuato in tre momenti diversi della giornata, ciascuno con una diversa illuminazione. Riporto qui una media dei risultati ottenuti.

Come accade per tutti gli strumenti con ottiche acromatiche, si nota la presenza di aberrazione cromatica blu-verde intorno ai dettagli più scuri della carta (righe verticali, orizzontali, ovali e caratteri). La carta nel complesso appare con una leggera tonalità giallastra.

Per quanto riguarda la nitidezza, confermo quanto già esposto nei paragrafi precedenti: in relazione alla sua fascia di prezzo, questo binocolo fornisce prestazioni più che buone. Le lettere risultano nitide, il contrasto è elevato, anche grazie alla natura ad alto contrasto della carta stessa.

Con i suoi 20 ingrandimenti, sono stato in grado di distinguere mediamente fino alla riga 6, percependo chiaramente la separazione tra le righe verticali e orizzontali. Sul lato destro della colonna, a tratti si poteva anche notare il numero 1.

 

FIG.9 – Il test con la USAF CHART

TEST DEL FARETTO, LUCE DIFFUSA, IMMAGINI FANTASMA

Ho effettuato il test del faretto durante il mese di maggio nel cuore della notte. Il test consiste nell’inquadrare il faretto della casa di un vicino per verificare la presenza di spike, riflessi fantasma, luce diffusa o altri difetti ottici simili.

Posso confermare che, al centro del campo visivo, l’immagine è risultata molto soddisfacente, soprattutto se confrontata con quella ottenuta da un binocolo acromatico concorrente testato alcune settimane fa.

Durante l’osservazione diurna in controluce, può comparire qualche artefatto, specialmente quando il Sole si trova lateralmente rispetto al campo inquadrato. Tuttavia, direi che non c’è motivo di lamentarsi: anche binocoli da 2000 euro possono mostrare questo tipo di problemi in condizioni così difficili.

OSSERVAZIONE PRATICA SUL CAMPO

Birdwatching

Chi si dedica al birdwatching in genere predilige formati più compatti (come i 10×42 o, in alternativa, i 15×56 su treppiede). Tuttavia, in casi specifici, anche un 20×80 può rivelarsi uno strumento molto valido.

Nel mio caso, durante l’osservazione all’hotspot di Germignaga, dove l’avifauna staziona spesso su banchi di sabbia a 80-100 metri di distanza, ho riscontrato prestazioni superiori rispetto a quelle offerte da spotting scope acromatici della stessa fascia di prezzo (65–80 mm).

FIG.10 – Il binocolo durante il test del digiscoping

Questo per due motivi principali:

  1. L’osservazione binoculare migliora la percezione complessiva, compresa quella del cromatismo residuo.

  2. A medie e brevi distanze, si percepisce una maggior tridimensionalità e una migliore separazione tra i piani, dovute alla distanza tra gli obiettivi del binocolo.

Questa tridimensionalità è apprezzabile fino a distanze medie, osservando verso l’infinito, il vantaggio rispetto ai binocoli dotati di prismi a tetto si riduce.

I 20 ingrandimenti permettono comunque di percepire più dettagli, soprattutto su rapaci posati o in volo. Naturalmente, la nitidezza e il contrasto non sono paragonabili a quelli di binocoli di fascia alta, ma restano più che dignitosi.

L’aberrazione cromatica è visibile — come documentato nella video-recensione — sulle remiganti dei rapaci e su soggetti molto contrastati, come smerghi, gabbiani o aironi cenerini. In ogni caso, per un neofita, considerando il prezzo, difficilmente si può trovare di meglio.

Osservazione del paesaggio

Il binocolo mostra il suo eccellente rapporto qualità/prezzo anche nell’osservazione paesaggistica.

Punti di forza:

  • Il formato 20×80 è ancora facilmente trasportabile.

  • Non richiede un treppiede costoso o ingombrante.

  • Offre ingrandimenti sfruttabili anche nelle ore estive più calde, dove la turbolenza atmosferica penalizza ottiche a ingrandimenti superiori.

Come ho ribadito anche in precedenti articoli e video, la visione binoculare fornisce più dettagli rispetto a uno spotting scope monoculare con maggiore ingrandimento, grazie alla percezione stereoscopica.

Il campo visivo è grandangolare: sebbene le immagini perdano nitidezza ai bordi, l’area utile è ampia e consente di cogliere molto del paesaggio osservato. Le immagini risultano ben contrastate e nitide, anche se la resa cromatica non è completamente neutra, a causa del cromatismo residuo.

Montato su cavalletto, questo 20×80 potrebbe essere considerato da molti come il binocolo da paesaggio definitivo, in base alle esigenze e al budget.

Alternative:

Chi desidera più dettaglio o un campo apparente maggiore potrebbe valutare un 30×80, ma questi strumenti, durante il giorno e soprattutto nei mesi estivi, sono spesso penalizzati dalla turbolenza atmosferica, che aumenta con l’ingrandimento.

 

Osservazione al crepuscolo

Prendete un performante 8×42 da 2000 euro e osservate dei caprioli a 150 metri. Poi, tirate fuori dallo zaino questo economico 20×80 da 270 euro: non avrete lo stesso campo visivo, lo stesso dettaglio né una resa cromatica impeccabile. Tuttavia, la maggiore luminosità fornita da un 20×80 sarà immediatamente percepibile, anche da un osservatore poco esperto.

Anche in questo contesto, il 20×80 può rimpiazzare uno spotting scope della stessa fascia di prezzo, ad esempio per censimenti, attività di monitoraggio o osservazione naturalistica di ungulati a distanze superiori ai 50–100 metri.

Osservazione astronomica

Tralasciando le premesse generiche sull’uso di un 20×80 per l’osservazione astronomica, è doveroso partire da un punto fondamentale: il supporto.

Treppiedi e teste

Come già accennato, le dimensioni dell’Oberwerk Explore 20×80 consentono l’uso con treppiedi relativamente compatti e leggeri. Tuttavia, osservando il cielo, gli oggetti si trovano piu’ in alto rispetto all’osservazione terrestre: in questo caso serve un supporto robusto, in grado di sostenere almeno il doppio del peso del binocolo.

Personalmente, posseggo vari treppiedi e teste fotografiche. Nell’osservazione paesaggistica ho ottenuto ottimi risultati anche con una testa video Manfrotto 701 HDV (reperibile facilmente sul mercato dell’usato), montata su un treppiede in legno Berlebach Report 2022..

In ambito astronomico, utilizzo treppiedi in carbonio (Cartoni Stabile 100 , Sirui R4203-L) o in legno (Berlebach UNI 19C), a seconda del contesto.

Ergonomia osservativa

Un 20×80 a visione dritta comporta un certo affaticamento cervicale, soprattutto per osservazioni zenitali. L’ideale sarebbe acquistare una forcella dedicata, che però può costare anche il doppio del binocolo stesso.

Un buon compromesso è dato da una testa video + colonna centrale estensibile, eventualmente affiancata da una testa joystick su monopiede in carbonio (come suggerito da Kevin Busarov). In questo  ultimo caso, la percezione del dettaglio e la stabilità si avvicinano a quanto si ottiene con un 12×50 a mano libera.

Prime osservazioni: il Sole

Le prime osservazioni astronomiche sono state dedicate alla nostra Stella, in luce bianca, utilizzando due filtri Baader Planetarium. L’obiettivo era verificare se il buon contrasto percepito durante l’osservazione paesaggistica potesse trasmettersi anche all’osservazione solare. I risultati sono stati incoraggianti con varie macchie solari, pori e anche la granulosfera.

FIG.11 – Il binocolo dotato dei filtri solari Baader Planetarium

Osservazione astronomica

Durante le sessioni osservative, ho rilevato che le stelle di II e III magnitudine appaiono puntiformi fino a circa l’80% dal centro del campo visivo, mentre le stelle di I magnitudine mostrano un primo accenno di degrado già attorno al 75%. È piuttosto prevedibile, in questa fascia di prezzo, che non si possa ottenere un contenimento perfetto delle aberrazioni geometriche. Tuttavia, resta il fatto che due obiettivi da 80 mm raccolgono una quantità di luce nettamente superiore rispetto all’occhio nudo: parliamo di un guadagno teorico di circa 256 volte assumendo una pupilla media di 7 mm per l’occhio umano adattato al buio.

Personalmente, provo sempre un grande piacere nell’osservare il cielo con un binocolo 20×80, anche per motivi affettivi: circa 25 anni fa, il mio primo binocolo astronomico “serio” fu un Vixen 20×80, acquistato con sacrificio per l’equivalente di un milione di lire.

Un 20×80 è già in grado di rivelare dettagli interessanti, come le galassie M81, M82, M51, alcune galassie nella costellazione del Leone, ammassi globulari e ammassi aperti. Il cielo inizia a riempirsi di stelle, fitte e numerose, in aree dove a occhio nudo si percepisce quasi solo il buio. Inoltre, grazie al moderato ingrandimento, nell’osservazione del cielo profondo non si avverte la reale necessità di utilizzare obiettivi con vetro ED, solitamente più costosi.

Ribadisco che ritengo questo formato un’ottima scelta per l’appassionato che desidera iniziare a osservare il cielo con profitto, ottenendo una marcia in più rispetto ai classici 10×50. Un binocolo fortemente consigliato, anche considerando il marchio Oberwerk, sinonimo di serietà, e il prezzo di acquisto davvero competitivo.

Pregi e difetti

Pregi

  • Eccellente rapporto prezzo/prestazioni

  • Ottime rifiniture nella sua fascia di prezzo

  • Messa a fuoco precisa

  • Oculari molto comodi, anche per chi ha distanza interpupillare < 66 mm

  • Luminoso, ideale per introdursi all’osservazione astronomica

  • Ottimo trattamento antiriflesso, in relazione al costo

  • Buon contenimento della luce diffusa, utile anche in controluce

  • Dimensioni contenute, che permettono risparmi anche sul treppiede

Difetti

  • Nitidezza e contrasto inferiori rispetto a strumenti con vetri ED o di fascia superiore

  • Aberrazione cromatica visibile in situazioni specifiche

  • I tappi degli obiettivi vanno inseriti con attenzione perché si potrebbero perdere inavvertitamente

IN SINTESI

Ritengo che Oberwerk, con la serie Explore, abbia saputo soddisfare ancora una volta le esigenze di chi cerca un binocolo compatto, luminoso, ben rifinito, con trattamento antiriflesso efficace, impermeabile e riempito in azoto.

È uno strumento perfetto per chi muove i primi passi nell’osservazione astronomica e paesaggistica. Il prezzo di acquisto è decisamente allettante: proporzionalmente alle sue prestazioni — come spero sia emerso da questa recensione — è notevolmente più vantaggioso rispetto a certi concorrenti.

Gli oculari risultano molto comodi anche per adolescenti o per persone con una distanza interpupillare inferiore a 65 mm.

È, parafrasando un’espressione ormai nota nel settore giornalistico, un binocolo senz’altro da attenzionare.

FIG.12 – Con questa cifra acquistate talvolta un semplice oculare astronomico, cosa aspettate?

 

PREZZO E GARANZIA

Il binocolo Oberwerk Explore 20×80 ha un prezzo consigliato di 269.95 euro (maggio 2025), secondo il listino ufficiale del distributore europeo Oberwerk Europe.

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio come sempre Pietro Romagnoli di Oberwerk Europe per aver fornito l’esemplare oggetto del test, e Kevin Busarov di Oberwerk.com per le preziose informazioni relative alla progettazione di questo binocolo.

 

DISCLAIMER

Binomania non è un negozio, Nel mio sito web troverete unicamente recensioni di prodotti ottico sportivi, fotografici e astronomici.  Le mie impressioni sono imparziali come è dovere di ogni giornalista e non ho alcuna percentuale di vendita sull’eventuale acquisto dei prodotti. Per questo motivo, qualora voleste acquistare o avere informazioni su eventuali variazioni di prezzo o novità, vi consiglio di visitare il sito ufficiale  di  Oberwerk.com cliccando sul banner che rappresenta l’unica forma pubblicitaria presente in questo articolo. Grazie!

💬 Ti è piaciuto questo articolo? Se Binomania ti è utile, valuta una piccola donazione per supportare il progetto. Anche 1 euro fa la differenza. Grazie!

👉 Sostienici su PayPal