Recensione oculari Masuyama Ortho Plössl MOP: qualità ottica e meccanica in un cuore compatto

PREMESSA

Oggetto di questa recensione saranno gli oculari Masuyama Ortho Plössl, il cui acronimo è MOP. Mi sono stati gentilmente forniti dal distributore italiano Skypoint, che mi ha inviato molte focali. I prezzi partono da 219 € per le focali più corte e barilotto da 31,8 mm, sino a raggiungere i 729 € per il notevole Masuyama Plössl da 60 mm con 46 gradi di campo.

All’interno di questa recensione e del video, come sempre, troverete non solo le caratteristiche tecniche, ma anche i pregi e i difetti, oltre alle mie impressioni pratiche sul campo, ottenute utilizzando questi oculari con diversi telescopi: il Takahashi FS-128, che vi ricordo essere un doppietto alla fluorite aperto a F/8; un rifrattore acromatico Celestron XLT 150 F/5; il classico Celestron C8 F/10; e un piccolo ma ancora performante Meade ETX 90 Made in California e l’Askar 185

 

QUALI HO RECENSITO?

Confermo di aver ricevuto da Skypoint le seguenti focali:

  • Con barilotto da due pollici: 50 mm, 40 mm, 35 mm.
  • Con barilotto da 31,8 mm: 30 mm, 25 mm, 20 mm, 12,5 mm, 10 mm, 7,5 mm e 5 mm.

Non vedrete all’interno della videorecensione l’oculare da 5 mm perché, durante un precedente reportage di osservazione lunare con l’ASKAR 185, Federico Caro se ne è talmente innamorato da affiancarlo ai suoi Zeiss Ortho Abbe (ZAO).

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DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE (Solo le focali testate)

 

Focale Campo Apparente Estrazione Pupillare Disegno Ottico Trattamento Ottico Bordo Lenti Paraluce Barilotto Peso Dimensioni Fabbricazione
5 mm 53° 4 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 1.25″ / 31.8 mm, filettatura per filtri 60 g 36 mm x 40 mm Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)
7.5 mm 53° 5 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 1.25″ / 31.8 mm, filettatura per filtri 70 g 36 mm x 45 mm Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)
10 mm 53° 7 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 1.25″ / 31.8 mm, filettatura per filtri 80 g 36 mm x 50 mm Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)
12.5 mm 53° 8 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 1.25″ / 31.8 mm, filettatura per filtri 90 g 36 mm x 53 mm Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)
20 mm 53° 13 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 1.25″ / 31.8 mm, filettatura per filtri 120 g 40 mm x 66 mm Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)
25 mm 53° 16 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 1.25″ / 31.8 mm, filettatura per filtri 115 g 40 mm x 77 mm Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)
30 mm 53° 19 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 1.25″ / 31.8 mm, filettatura per filtri 140 g 40 mm x 91 mm Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)

 

Focale Campo Apparente Estrazione Pupillare Disegno Ottico Trattamento Ottico Bordo Lenti Paraluce Barilotto Peso Dimensioni Fabbricazione
35 mm 53° 23.5 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 2″ / 50.8 mm, filettatura per filtri 300 g 53 mm x  104 mm. Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)
40 mm 53° 28 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 2″ / 50.8 mm, filettatura per filtri 320 g 53 mm x 115 mm Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)
50 mm 53° 40 mm Plössl modificato (5 lenti, 3 gruppi) FMC – Fully Multi-Coated Annerito Gomma retraibile 2″ / 50.8 mm, filettatura per filtri 570 g 71 mm (60 mm senza anello) x 142 mm Giapponese (Ohi Kohki Co., Ltd.)

 

FIG.1 – Alcuni degli oculari della ampia gamma MOP

UNBOXING

 

MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO

Come premesso, si tratta di oculari con schema Plössl modificato. I Plössl , ancora oggi,  appaiono una scelta eccellente per l’osservazione astronomica soprattutto per la semplicità dello schema ottico, che fornisce immagini nitide e contrastate.

Come anticipato, l’acronimo MOP significa semplicemente Masuyama Ortho Plössl. Non farò una disamina dettagliata di ogni singolo oculare, poiché posso riassumerne le caratteristiche principali in modo generale. 

Da un punto di vista meccanico, posso confermare che questi oculari sono costruiti con una cura elevatissima. Li giudico superiori, per qualità costruttiva e rifiniture, anche ai miei ottimi Takahashi MC Abbe, ormai fuori produzione. Innanzitutto, le sigle sono incise sul barilotto e non semplicemente stampate a vernice, un dettaglio che ne garantisce la durabilità.

Il design del barilotto non solo riduce le dimensioni di ingombro (basta confrontare, ad esempio, un vecchio Takahashi LE da 7,5 mm con il MOP di pari focale), ma offre anche un’ergonomia ottimizzata, che consente un utilizzo sicuro anche al buio e con i guanti invernali. Tutti gli oculari della serie presentano infatti una zona zigrinata, che permette di afferrarli, sollevarli e spostarli agevolmente senza rischio di scivolamento.

Di contro, i vecchi “Baader Genuine Ortho” che adottavano un design poco ergonomico, nel corso degli anni sono scivolati sul prato in un paio di serate divulgative a causa della forma priva di punti di appoggio.

FIG.2 – La compattezza di questi oculari è ottima e si prestano bene all’uso con il visore binoculare

Tutte le focali  dei Masuyama MOP sono contraddistinte da un anello arancione, che ricorda un po’ il classico anello rosso dei prodotti di alta qualità Canon. L’interno del barilotto è completamente ottimizzato con vernice opaca, sia nei modelli da 31,8 mm che in quelli da 50,4 mm, per ridurre al minimo i riflessi indesiderati.

I paraluce sono decisamente morbidi e molto confortevoli. Si ritraggono con estrema facilità semplicemente appoggiando gli occhiali vicino alla lente di campo dell’oculare. Per chi lo desidera, possono essere rimossi completamente, facilitando così l’utilizzo da parte dei portatori di occhiali. Tutti gli oculari sono dotati di filettatura standard per filtri, compatibile con i classici filtri astronomici.

Grazie alla loro forma e dimensione, almeno per quanto riguarda i modelli da 31,8 mm di diametro, li ritengo perfetti per l’uso con i visori binoculari. Nel corso degli anni ho testato molti oculari e ritengo che i MOP, sia per il loro campo apparente superiore rispetto ai classici ortoscopici o ai TMB Super Mono, sia per le dimensioni compatte, sembrino progettati appositamente per essere utilizzati con grande profitto  con i visori binoculari.

I pesi, soprattutto nelle focali più piccole, sono molto contenuti, vi propongo qualche esempio.

  • Il MOP da 5 mm pesa 60 grammi.
  • Il MOP da 7,5 mm pesa 70 grammi.
  • Il MOP da 30 mm (barilotto da 31,8 mm) pesa 140 grammi.
  • Il MOP da 60 mm arriva a 600 grammi.

Le focali con barilotto da 31,8 mm sono leggerissime, un aspetto che considero un valore aggiunto per il rapporto prezzo/prestazioni. Da possessore di alcuni Takahashi LE, oculari dalla costruzione meccanica eccellente, giudico questa miniaturizzazione ottenuta da Masuyama veramente ottima.

OTTICA

Dal punto di vista ottico, posso confermare che i MOP che ho testato offrono un campo apparente di 53°. L’unica eccezione è rappresentata dal gigantesco MOP da 60 mm che beneficia di 46°.

L’estrazione pupillare dei MOP è pari a circa 70-80% della loro lunghezza focale. Ad esempio:

  • L’oculare da 5 mm ha un’estrazione pupillare di 4 mm (come indicato nella tabella).
  • L’oculare da 7,5 mm ha un’estrazione pupillare di 5 mm.
  • L’oculare da 10 mm ha un’estrazione pupillare di 7 mm.

Dal punto di vista ottico, il disegno viene definito Plössl modificato, composto da cinque lenti in tre gruppi. Gli oculari sono ottimizzati con un trattamento FMC (Fully Multi-Coated), ovvero trattamento multistrato su tutte le superfici ottiche, migliorando così la trasmissione luminosa e il contrasto.

 Non mi è stato possibile verificare la composizione reale delle lenti, ma posso confermare che si tratta di vetri altamente rifrattivi con bassissima dispersione. La trasmissione luminosa è paragonabile a quella dei migliori oculari che utilizzo, come i Takahashi MC Abbe, i Takahashi TPL e persino i mitici ZAO (Zeiss Abbe Ortho).

FIG.3 – Il 5 mm non ha terminato il test completo in quanto è stato acquistato direttamente dall’amico Federico Caro, che lo ha scelto dopo averlo comparato ai suoi oculari ZAO

Se confrontiamo ad esempio la lente di campo con altri oculari:

  • Il Takahashi MC Abbe da 12,5 mm ha una lente di campo di circa 9,5 mm.
  • Il MOP da 12,5 mm ha una lente di campo di quasi 13 mm (12,8 mm).

Cosa comporta questo in atto pratico?

  • Maggiore facilità di utilizzo, grazie a un campo visivo più ampio (53°).
  • Minore appannamento in condizioni invernali, grazie alla lente di campo più grande.

Ad esempio, confrontando la lente di campo del MOP da 5 mm con quella di un classico Circle T, si nota subito una maggiore comodità d’uso.

Ovviamente, esistono oculari con prestazioni superiori in alcuni aspetti. Ad esempio, il Takahashi LE da 7,5 mm ha una lente di campo di circa 12,4 mm, superiore ai circa 8 mm del MOP da 7,5 mm. Tuttavia, le dimensioni sono tutte a favore del MOP:

  • Il Takahashi LE da 7,5 mm è lungo 56,7 mm.
  • Il MOP da 7,5 mm, con paraluce sollevato, misura 45 mm.
  • Il peso è nettamente a favore del MOP: 71 grammi contro i 115 grammi del Takahashi LE, quasi il doppio!

Se paragonati a oculari monocentrici come i TMB, i Masuyama MOP potrebbero avere un leggero svantaggio in termini di contrasto assoluto (come vedremo nel paragrafo sull’osservazione lunare e planetaria). Tuttavia, nella pratica d’uso, i MOP risultano decisamente più sfruttabili e comodi, sia per il campo visivo più ampio, sia per la loro ergonomia.

Come avrete capito, sono un grande appassionato di osservazione lunare e planetaria, motivo per cui ho parlato principalmente degli oculari più adatti a questo tipo di osservazioni. Tuttavia, le mie impressioni sulla qualità meccanica e ottica dei Masuyama valgono anche per i modelli più grandi, con barilotto da due pollici.

FIG.4 – Una della focali che ho preferito per l’osservazione del cielo profondo: il MOP da 35 mm

Questi oculari si distinguono per la loro altissima qualità costruttiva, risultando molto luminosi e trasparenti, con un’ergonomia studiata per garantire un utilizzo sicuro. Questo aspetto è, secondo me, fondamentale, perché la scelta di un oculare non dovrebbe basarsi solo sulle prestazioni ottiche, ma anche su fattori come:

  • Qualità meccanica e robustezza.
  • Gestione al buio, specialmente con i guanti invernali.
  • Diametro dell’oculare, che influisce sulla comodità d’uso.
  • Ergonomia della lente di campo, che può fare la differenza tra un’osservazione perfetta e un’esperienza frustrante, con il rischio di far cadere accidentalmente l’oculare.

Nel test pratico sul campo, troverete tutte le mie impressioni dettagliate, sia per ogni singolo oculare, sia in confronto con oculari di altre aziende presi come riferimento.

 

OSSERVAZIONE PRATICA SUL CAMPO

 

La sera del 2 febbraio, tra le 19:30 e le 20:30, ho effettuato il primo test pratico degli oculari Masuyama. Il seeing era piuttosto buono, intorno a 7/10, e il telescopio utilizzato per la prova è stato un Celestron C8, equipaggiato con un diagonale dielettrico a specchio da due pollici William Optics. Gli oculari impiegati in questa prima sessione di osservazione sono stati il Masuyama 50 mm da due pollici, oltre ai modelli da 30 mm e 20 mm.

FIG.5 – Il Takahashi FS128 pronto per il test pratico sul campo

Osservazione della Nebulosa di Orione

Alle 20:27 ho puntato la Nebulosa di Orione con l’oculare Masuyama da 50 mm e ho immediatamente notato la facilità con cui erano visibili le componenti principali del Trapezio, A, B, C e D, ma anche le più deboli E e F. Il ventaglio nebulare mostrava splendide sfumature di grigio  con dettagli intricati e ben percepibili. Tuttavia, avvicinandosi ai bordi del campo, a partire da circa il 75%- 80% dal centro, l’immagine ha iniziato a mostrare un leggero degrado con la comparsa di coma e astigmatismo. Questo comportamento era prevedibile, considerando lo schema ottico, ma al centro del campo la resa è stata eccellente, con stelle perfettamente puntiformi e un contrasto davvero notevole. L’oculare si è quindi rivelato molto valido per questo tipo di osservazione.

 

Il Masuyama MOP da 35 mm: un’ottima scelta per il Celestron 8

Tra gli oculari testati, il Masuyama da 35 mm si è dimostrato una delle opzioni migliori per l’osservazione del cielo profondo con il Celestron C8. Rispetto al modello da 50 mm, offre un campo di vista leggermente più ristretto ma una pupilla d’uscita piu’ piccola, che permette di ottenere un fondo cielo più scuro e un’immagine più contrastata. L’ingrandimento risultante è di 58x e, a livello di nitidezza, le stelle rimangono puntiformi quasi fino al bordo, rendendo l’osservazione molto piacevole.

FIG.6 – La focale da 50 mm si presta per telescopi con una lunghezza focale medio-alta

Ho avuto modo di confrontarlo con un altro oculare di pari focale, ma di fascia economica (circa 200€), e la differenza è stata immediatamente evidente. Guardando attraverso il Masuyama, sembrava quasi di osservare con un telescopio di diametro superiore, come un C9.25, tanto era evidente il miglioramento in termini di luminosità e contrasto. Questo è dovuto sia all’eccezionale trasparenza dei vetri ben lucidati del Masuyama sia alla qualità del trattamento antiriflesso, che riduce al minimo la perdita di luce. Osservando la Nebulosa di Orione con questo oculare, oltre alle sei stelle del Trapezio, le screziature della nebulosa erano incredibilmente dettagliate e suggestive, molto più evidenti rispetto a quanto osservato con l’oculare più economico.

FIG.7 – Nella osservazione di Giove hanno mostrato ottime prestazioni

Osservazione con il Meade ETX 90 e il Masuyama da 25 mm

Alle 23:40 ho proseguito il test con il piccolo Meade ETX 90, utilizzando il Masuyama  MOP da 25 mm e comparandolo con un classico Plössl da 25 mm e un altro oculare economico della stessa focale. In questo caso, la differenza principale non è stata solo nella luminosità, che risultava leggermente superiore con il Masuyama, ma soprattutto nel contrasto.

Con il Plössl economico, il fondo cielo appariva sensibilmente più chiaro, mentre con il Masuyama risultava più scuro e profondo, permettendo di distinguere meglio i contorni della Nebulosa di Orione. Il miglior contrasto ha reso l’immagine molto più nitida, facendo emergere dettagli che con gli altri oculari risultavano meno evidenti. L’effetto era simile a quello che si ottiene osservando con un rifrattore apocromatico di alta qualità: il fondo cielo scuro e i dettagli più netti restituivano una visione più pulita e definita.

Anche l’osservazione con il Masuyama da 10 mm ha confermato questa tendenza. Pur non avendo potuto confrontarlo con oculari ortoscopici della stessa focale (gli ortoscopici che possiedo sono da 9 mm o 7 mm), ho notato la stessa caratteristica osservata con il 25 mm: un contrasto elevato e un fondo cielo più scuro rispetto agli oculari economici.

Prime impressioni nell’osservazione planetaria

Utilizzando il piccolo ETX 90, ho puntato Giove per verificare la resa degli oculari Masuyama su un pianeta luminoso e ricco di dettagli. Anche in questo caso, la qualità dell’immagine mi ha ricordato quella ottenuta con i Takahashi TPL, oculari che avevo testato in passato. La luminosità del disco planetario era superiore rispetto a quella percepita con alcuni ortoscopici Circle T di pari focale, mentre il contrasto elevato mi ha permesso di distinguere, oltre alle classiche bande equatoriali, anche le bande tropicali e un leggero oscuramento ai poli. Questo livello di dettaglio è indice di un’ottima qualità ottica e di una trasmissione luminosa molto efficiente.

FIG.8 – La lente di campo è abbastanza grande e si appannano con meno facilità dei miei monocentrici della TMB

3 febbraio – Osservazione della Luna e di Venere con il Takahashi FS-128

Nel pomeriggio del 3 febbraio, a partire dalle 17:00, ho avuto la possibilità di effettuare una nuova osservazione, questa volta con il telescopio Takahashi FS-128. Il seeing era buono, intorno a 7/10, e ho utilizzato un diagonale prismatico Baader Zeiss per questa sessione. Il mio obiettivo era osservare in dettaglio il cratere Theofilus e alcuni altri soggetti lunari, partendo con l’oculare Masuyama MOP da 10 mm.

Osservazione di Theofilus con l’oculare Masuyama da 10 mm

Nonostante ci fosse ancora una certa luminosità diurna, l’immagine si presentava estremamente nitida, con un buon contrasto e una tonalità lunare molto neutra. Ho iniziato ad osservare il picco centrale del cratere, portandolo dal centro verso i bordi del campo visivo. Fino al centro del campo l’immagine era perfetta, ma a partire dal 75% del campo visivo ho notato una leggera perdita di definizione.

Gli oculari Masuyama da 30 mm e 25 mm: un confronto

Quando ho utilizzato l’oculare da 30 mm, ho notato che non era parafocale con il 10 mm, richiedendo circa 1 mm di messa a fuoco intrafocale per ottenere una visione nitida. Il campo visivo era molto brillante, e la qualità dell’immagine era eccellente, proprio come mi aspettavo. Durante l’osservazione del cratere Theofilus, la perdita di definizione ai bordi è stata simile a quella riscontrata con l’oculare da 10 mm, iniziando a manifestarsi verso l’80% del campo.

L’oculare da 25 mm, invece, si è rivelato parafocale con il 30 mm, con la stessa sensazione di perdita di definizione ai bordi. Il comportamento è stato praticamente identico a quello dell’oculare da 30 mm. Passando al Masuyama da 20 mm, ho riscontrato che non era parafocale con i precedenti, ma in questo caso ho dovuto girare il fuoco di una  inezia. A questo punto, la definizione della superficie lunare iniziava a diminuire verso il 75% del campo, mentre l’oculare da 30 mm sembrava mantenere una qualità dell’immagine migliore ai bordi.

Occhiali Masuyama da 12,5 mm e 7,5 mm: osservazione dei dettagli lunari

L’oculare da 12,5 mm ha raggiunto il fuoco nella stessa posizione del 10 mm. In questo caso, però, la definizione ai bordi si è rivelata nettamente migliore rispetto al 10 mm, specialmente con il Takahashi FS-128, che è un telescopio con rapporto focale F/8.  

Nel passaggio all’oculare da 7,5 mm, ho notato che il fuoco veniva raggiunto leggermente dopo rispetto al 12,5 mm. La qualità dell’immagine era contrastatissima, con una tonalità un po’ calda che si faceva notare soprattutto al crepuscolo. All’interno del cratere Theophilus (che sembra più un anfiteatro lunare che un cratere vero e proprio), ho potuto distinguere dettagli straordinari, inclusi almeno 8-9 crateri minori, con la rima Fracastorius ben visibile.

Per un confronto diretto, ho affiancato il Masuyama da 7,5 mm con il Takahashi LE da 7,5 mm. La qualità ottica e la definizione erano comparabili, con entrambe le lenti che mostravano una resa eccellente in termini di contrasto, definizione ai bordi, e nitidezza. La differenza più evidente era che l’oculare Masuyama sembrava più luminoso, con una resa complessiva un po’ più brillante rispetto al Takahashi LE. La sensazione che ho avuto, osservando la Luna, era quella di una visione equilibrata, senza aberrazioni cromatiche evidenti né su uno né sull’altro. 

Nel dettaglio, le prestazioni sui bordi e nel fondo cielo sono state molto simili, e la qualità del terminatore lunare era pressoché identica. L’osservazione delle zone di transizione tra luce e ombra sulla Luna, per esempio, era perfetta con entrambi gli oculari. Nonostante la qualità ottica fosse simile, l’aspetto più interessante è stato il peso e la compattezza dei Masuyama, che risultano decisamente più leggeri rispetto ai Takahashi LE, un fattore che li rende molto più comodi da utilizzare anche su un visore binoculare. La leggerezza e il comfort  osservativo sono tra gli aspetti che apprezzo maggiormente di questi oculari rispetto ai miei migliori oculari per l’osservazione lunare e planetaria.

FIG.9 – Ottima la qualità dei paraluce, morbidi e confortevoli

Osservazione di Venere con il Masuyama da 7,5 mm

Alle 18:15, ho spostato l’attenzione su Venere, utilizzando sempre il Masuyama da 7,5 mm. L’immagine mostrava un’indentatura ben visibile nella zona del terminatore, con evidenti chiaroscuri sulla superficie del pianeta. Era presente un po’ di cromatismo residuo  quasi interamente attribuibile alla dispersione atmosferica, non tanto all’oculare stesso. Non ho notato differenze significative rispetto al Takahashi LE da 7,5 mm, che mostrava una leggera tonalità più gialla, ma per il resto le prestazioni erano abbastanza simili.

 

4 febbraio – Osservazione lunare con l’oculare da 5 mm

Il 4 febbraio, alle ore 18:00, ho continuato le mie osservazioni lunari, questa volta con l’oculare da 5 mm. Con il Takahashi FS-128 e il prisma Baader Zeiss, l’immagine risultava estremamente nitida e contrastata. In particolare, ho potuto osservare con grande dettaglio la rima all’interno del cratere Cyrillus, una delle caratteristiche più affascinanti della superficie lunare. Il picco centrale di Cyrillus appariva con una definizione impeccabile, e il terminatore lunare era molto netto, offrendo una visione tridimensionale e molto naturale.

Ho anche osservato la rima Ariadeus e il micro cratere Ariadeus “D”, che si distingueva chiaramente. Alcuni micro crateri all’interno di Posidonius erano ben visibili, così come le differenze di albedo tra le diverse zone del Mare Serenitatis. Il contrasto tra la parte lavica del mare e la zona craterica era ben evidente, con la parte lavica che appariva più scura, in un contrasto molto definito.

L’unico piccolo problema che ho riscontrato, non al terminatore, è stato legato alla presenza delle mie miodesopsie. Con il telescopio da 128 mm e l’oculare da 5 mm, che sfruttava una pupilla di uscita piuttosto ridotta, è naturale che questo fenomeno si manifestasse più facilmente, ma mi ha fatto riflettere su come gli osservatori di età più avanzata dicano spesso di utilizzare ingrandimenti così alti senza incorrere nelle stesse problematiche fisiologiche, come le “mosche volanti”.

Un altro dettaglio interessante che ho notato si trova vicino al cratere Aristotele, nei pressi di Galle. In questa zona era visibile la rima Sheephanks, che, grazie alla particolare longitudine lunare e al seeing che ho stimato essere intorno a 7.5, si è rivelata come una sottile linea bianca, visibile ma molto delicata.

Comparativa tra Plossl economici e oculari Masuyama

Nel confronto con i comuni oculari Plossl, gli oculari Masuyama si sono dimostrati decisamente vincenti. La nitidezza, la brillantezza delle immagini e il contenimento della luce diffusa sono aspetti che emergono immediatamente, così come la qualità dei trattamenti antiriflesso. I Masuyama sembrano avere una lucidatura superiore e un trattamento che riduce efficacemente le riflessioni interne. Quando ho confrontato gli oculari Masuyama con i Takahashi LE, ho notato che i dettagli, la luminosità e la tonalità dei colori erano praticamente identici. La differenza che ho percepito, seppur minima, riguardava il fatto che con i Masuyama c’era una minore quantità di luce diffusa attorno ai soggetti osservati, come i pianeti, il che li rendeva leggermente superiori in questo campo.

FIG.10 – La serata in cui Federico ha chiesto di contattare SkyPoint per non fare uscire il 5mm dalla sua abitazione. Per fortuna avevo già avuto modo di provarlo con attenzione 🙂

Comparativa con gli ZAO

Nel video reportage che avete visto a casa di Federico avrete appreso che le differenze tra MOP e ZAO forse si notato unicamente su Giove, che pareva “leggermente” piu’ nitido nei vecchi oculari ortoscopici tedeschi, ma sulla Luna, personalmente non ho notato differenze incredibili, fatto che me li farebbe preferire per la eventuale ricerca di un paio di coppie di oculari performanti da utilizzare con il visore binoculare.

 

Un’altra caratteristica che mi ha colpito è stata il campo visivo degli oculari Masuyama MOP, che risulta decisamente più ampio rispetto ad altri oculari planetari. Questo pregio, insieme alla minore luce diffusa, offre un’esperienza di osservazione più gradevole e dettagliata, soprattutto per l’osservazione planetaria. Sebbene il confronto con il monocentrico TMB da 6 mm non sia stato possibile per una comparativa reale tra focali, ho comunque notato che il TMB SUPER MONO pur mostrando forse qualche dettaglio in più, non ha fornito lo stesso livello di contenimento della luce diffusa che ho apprezzato nei Masuyama. In effetti, questi oculari sembrano se la caveranno benissimo anche con campi stellari ampi, con una qualità ottica che li rende adatti anche per osservazioni di soggetti come le nebulose, dove il contrasto è fondamentale

Per verificare la resa ai bordi, ho osservato le costellazioni con l’obiettivo di osservare le stelle più periferiche, come nel caso della zona nei pressi di  M42. Posizionando il centro del campo sul cuore della nebulosa di Orione, ho potuto analizzare come si comportano le stelle ai bordi. La perdita di definizione ai bordi si è rivelata molto simile a quanto osservato con la Luna, con un leggero degrado dovuto probabilmente a un po’ di coma e all’astigmatismo, che tuttavia non comprometteva la visibilità delle stelle al centro del campo. Le stelle erano incredibilmente puntiformi, quasi come piccoli “capocchie di spillo”.  

 

E NELL’USO NATURALISTICO?

Come ovvio non ho effettuato molte prove ma potendo beneficiare di un adattatore baader per lo Zeiss Diascope 85 ho apprezzato con piacere la totalità delle focali con barilotto da 31.8 mm che hanno dimostrato un ottimo contrasto similmente a quanto appurato con i telescopi astronomici. Tra le varie focali ho preferito il MOP Da 20 mm: nitidissimo, contrastato e in grado di mostrare colori brillanti.

FIG.11 – Il raro adattatore Baader Planetarium che consentiva di usare gli oculari astronomici sulla serie di spotting scope Zeiss Diascope

 

PREGI E DIFETTI

Pregi 

Gli oculari Masuyama si distinguono per la meccanica di alta qualità e le rifiniture eccellenti. La nitidezza e il contrasto delle immagini sono sorprendenti, specialmente nelle focali più piccole, che risultano particolarmente compatte e perfette per l’uso con il visore binoculare. La buona estrazione pupillare, proporzionata alla lunghezza focale e al diametro della lente di campo, è uno degli aspetti che li rende superiori alla maggior parte degli oculari Plossl presenti sul mercato. Il design ergonomico offre una presa sicura, anche durante le osservazioni con i guanti invernali, un dettaglio che sicuramente apprezzeranno gli appassionati delle osservazioni in condizioni meteo rigide. Questi oculari sono concorrenziali con i migliori oculari per l’osservazione planetaria, oltre a essere incredibilmente luminosi e nitidi quando si osserva il cielo profondo, grazie alla loro eccellente trasmissione luminosa.    

Difetti

 

Personalmente, non trovo difetti significativi negli oculari Masuyama MOP. Ovviamente, coloro che sono appassionati di osservazioni grandangolari potrebbero preferire oculari con schemi ottici più complessi, che, a mio avviso, potrebbero portare a una luminosità inferiore rispetto a quella degli oculari Masuyama. Tuttavia, per chi cerca performance eccellenti senza sacrificare la qualità ottica, la scelta di questi oculari si rivela una soluzione più che valida.

 

IN SINTESI

È sempre un piacere recensire prodotti di tale qualità, e dopo aver testato anche gli oculari Takahashi TPL, non pensavo che esistessero soluzioni altrettanto valide per gli appassionati non solo delle  osservazioni lunari e planetarie, ma anche per chi si dedica al cielo profondo. Gli oculari Masuyama, con la loro qualità meccanica e ottica e un’ottima trasmissione luminosa, rappresentano un’ottima scelta per chi cerca immagini ultra nitide e ad alto contrasto, senza compromettere la luminosità. La qualità e la sostanza, unita a una visione ortoscopica, fanno di questi oculari una scelta particolarmente interessante per chi ricerca prestazioni di alto livello.

Per chi ama la qualità senza compromessi, credo che gli oculari Masuyama possano rappresentare una soluzione ideale. Non sono gli oculari più economici, soprattutto nelle focali più lunghe con barilotto da 50 mm, ma rispetto ai concorrenti made in China, le prestazioni sono davvero superiori.

Ringraziamenti

Un sentito ringraziamento va a Mauro Narduzzi di Skypoint, che ha fornito gli oculari oggetto di questa recensione e mi ha dato la possibilità di testare personalmente questi prodotti sul campo. Ricordo che è possibile acquistare gli oculari Masuyama MOP direttamente sul sito Skypoint.it, dove potrete trovare ulteriori informazioni su questa serie di oculari.

 

DISCLAIMER

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