Sig Sauer Zulu 6 HDX 20×42: Il binocolo stabilizzato e compatto che ridefinisce l’osservazione a lunga distanza a mano libera

PREMESSA

Dopo qualche mese di attesa, finalmente sono in grado di presentarvi le mie impressioni riguardo al binocolo stabilizzato Sig Sauer Zulu 6 HDX. Mi è stato gentilmente fornito dal distributore italiano Bignami, e il modello 20×42 che ho analizzato costa 1.949€ IVA inclusa.

Vi anticipo che questo binocolo beneficia di un doppia modalità di stabilizzazione che si è dimostrata sul campo decisamente molto performante. Come sempre, ho sottoposto anche questo binocolo a una serie innumerevole di test per verificarne la qualità ottica e meccanica, oltre a utilizzarlo in vari settori osservativi.

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DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE

 

Specificazione Dettaglio
Codice Prodotto SOZ6WP20
Modello ZULU6 HDX
Ingrandimento 20 x
Colore Terra  (FDE)
Diametro della lente dell’obiettivo 42 mm
Peso 621 g
Lunghezza totale 18,00 cm
Altezza totale 7,00 cm
Larghezza complessiva 12,00 cm
Tipo di prisma Schmidt Pechan
Materiale del telaio Corpo in termoplastica
Sollievo oculare 15 mm
Batteria (1) AA
Batteria inclusa
Tempo di esecuzione 30 ore
Campo visivo 3,3º
Anello diottrico Non bloccabile
Protezione dell’alloggio Armatura di gomma
Compatibile con il montaggio su treppiede No
Supporto per treppiede incluso No
Adatto per adattatore treppiede Zulu
Custodia per il trasporto inclusa Custodia in cordura per il trasporto
Tracolla inclusa Cinghia da collo
Conchiglie oculari A rotazione con click-stop
Gamma di regolazione diottrica +/- 3
Messa a fuoco ravvicinata (M) 4,0 m
Tipo di rivestimento VETRO HDX™, LENSARMOR™, LENSHIELD™, SPECTRACOAT™
Distanza interpupillare 56 mm – 70 mm
Distributore italiano https://www.bignami.it
Garanzia  Parti meccaniche e ottiche, a vita, componenti elettroniche, 2 anni
Prezzo  1949 Euro

FORMATI DISPONIBILI

La serie Zulu 6 HDX propone tre modelli: il compatto 10×30, che costa 1.419€, il 16×42 da 1.789€, e il modello oggetto di questo test, il 20×42, di cui vi ribadisco il prezzo pari a 1.949€.

 

ACCESSORI IN DOTAZIONE

Il binocolo arriva all’interno di una classica scatola di cartone nei colori grigio e nero, tipici dell’azienda. All’interno, oltre al binocolo, si trovano una borsa in cordura, una comoda tracolla, una Quick Reference Guide e le istruzioni per il primo utilizzo. Inoltre, è presente un tagliando di avvertimento riguardante l’uso delle batterie al manganese e ovviamente una batteria AA da 1.5 V.

Bignami fornisce anche un manuale di istruzioni in lingua italiana per tutta la serie Zulu, che in questo caso non include la nuova serie 6, poiché sono presenti solo le schede tecniche dello Zulu 3, dello Zulu 5, dello Zulu 7 e dello Zulu 9.

 

ACCESSORI OPZIONALI

Non so se Bignami abbia già inserito nel suo ampio catalogo gli accessori opzionali per questo binocolo, tuttavia, sul sito della Sig Sauer è possibile acquistare: l’Harness Ranger Green, una custodia con una bretella molto robusta che si fissa alle spalle, e lo Zulu Bino Adapter, un adattatore specifico per la serie 6.

Non avendo a disposizione l’adattatore specifico, ho fissato lo Zulu 6 sopra il mio adattatore universale Berlebach, anche se, come vedrete nelle immagini, il vano batteria inficiava decisamente l’appoggio.  

 

MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO

 

Il Sig Sauer Zulu 6 HDX è dotato di uno scafo in materiale termoplastico, decisamente molto leggero, soprattutto se si considera che la sua potenza d’ingrandimento è comparabile a quella di uno spotting scope compatti a ingrandimenti medio-bassi. La mia bilancia elettronica, con la batteria inserita  ha stimato un peso senza tracolla e tappi pari a soli 632 grammi. È un binocolo facilmente trasportabile, anche per lunghi periodi, tenendolo a tracolla, e se riposto in uno zaino da trekking occuperebbe all’incirca lo stesso spazio e peso di una borraccia da mezzo litro.

FIG.1 – Avere nello zaino un 20x cosi’ compatto da gestire a mano libera, sarebbe stata una idea impensabile sino a qualche anno or sono

L’ampio scafo ottico è ben protetto da una spessa armatura in gomma. Il grip è discreto e potenziato nella parte anteriore da una finitura a “buccia d’arancia” che migliora la presa. Chi è abituato a un binocolo classico potrebbe trovarsi inizialmente a disagio, poiché la sua forma è completamente diversa sia da quella di un binocolo con prismi di Porro sia da un binocolo con prismi a tetto. Tuttavia, dopo qualche minuto di utilizzo, si apprezza l’ergonomia generale. Il peso è decisamente sbilanciato verso gli oculari, e l’ampio ponte di comando consente di usare il binocolo anche con una sola mano, grazie alla ottima stabilizzazione, senza alcun problema.

Il binocolo è impermeabilizzato con grado IPX-7. L’impermeabilizzazione IPX-7 garantisce che il binocolo sia completamente protetto dall’immersione in acqua fino a 1 metro di profondità per un massimo di 30 minuti, assicurando un’eccezionale resistenza agli agenti atmosferici e una durabilità superiore in ambienti umidi.

Nella parte inferiore dello scafo è stato inserito un piccolo vano che contiene la batteria, protetto da un  tappo impermeabilizzato con leva rapida per lo sgancio. Ai lati ci sono due robuste asole per l’uso della tracolla. Sul “ponte di comando” si nota anche la piccola leva che consente l’attivazione della stabilizzazione.   Vi spiegherò nel paragrafo specifico il suo funzionamento.

Il Sig Sauer Zulu HDX 20×42 è dotato di una manopola di messa a fuoco centrale che misura circa 18×24 mm. La sua forma è ottimizzata con una zigrinatura, che ne consente l’uso anche con guanti invernali. I movimenti della manopola sono fluidi e precisi, tuttavia, a causa del ridotto diametro della rotella e dell’alto ingrandimento, il raggiungimento del punto di messa a fuoco risulta un po’ critico. Bisognerà quindi imparare a regolare la messa a fuoco con delicatezza.

FIG.2 – In primo piano la levetta che attiva la stabilizzazione e in alto la manopola per la messa a fuoco

La distanza minima di messa a fuoco che ho stimato è inferiore a quella dichiarata da Sig Sauer. Con il mio accomodamento visivo, sono stato in grado di mettere a fuoco a 6,70 metri, rispetto ai 4 metri dichiarati. Poiché la corsa della manopola è breve, è sufficiente ruotarla in senso antiorario per meno di un giro completo per raggiungere l’infinito.

La regolazione delle diottrie (+-3)  è affidata a una ghiera incastonata nel barilotto dell’oculare destro. Sebbene non sia dotata di un blocco di sicurezza, è piuttosto spessa e presenta rilievi che migliorano il grip. Non ci sono tacche numerate di riferimento, ma sono stati previsti dei semplici segni   “+” e “–” per personalizzarne la regolazione.

FIG.3- Si nota sull’oculare la ghiera zigrinata per la compensazione delle diottrie

OTTICA

Obiettivi

Rispetto al modello stabilizzato precedentemente proposto nel catalogo Sig Sauer, il nuovo Zulu 6 è stato ottimizzato con vetri che l’azienda americana definisce HDX. Sig Sauer precisa che l’acronimo HDX è un marchio registrato e indica che l’obiettivo utilizza vetri ED  con un’alta trasmissione luminosa (HT). Nel paragrafo specifico, vi illustrerò con precisione le mie impressioni riguardo al contenimento dell’aberrazione cromatica.

Per quanto riguarda la nitidezza e il contrasto, li ho trovati molto soddisfacenti, soprattutto considerando che il binocolo va analizzato anche in base al suo rapporto focale, che in questo caso è decisamente aperto e al suo ingrandimento elevato.  La resa dei colori è abbastanza neutra, con una leggera tonalità calda percepibile in alcune circostanze.

FIG.4 – I caratteristici obiettivi “tagliati” del SIG SAUER ZULU 6 HDX 20×42

La mia esperienza con binocoli 20x in passato è maturata solo con modelli di diametro maggiore, ma devo confermare che, data la sua compattezza, ho valutato molto positivamente la qualità ottica di questo binocolo. Una caratteristica originale di questo modello è il taglio della lente, visibile nell’immagine qui allegata. Si tratta probabilmente di una scelta progettuale volta ad alloggiare il sistema giroscopico di stabilizzazione, mantenendo al contempo un’ottima compattezza, grazie anche alla presenza dei prismi Schmidt-Pechan.

Gli obiettivi sono incastonati all’interno dello scafo ottico per pochi millimetri, un dettaglio che contribuisce a rendere il design più compatto e robusto.

 

Oculari

Personalmente, a causa della mia distanza interpupillare piuttosto stretta, circa 66 mm, ho spesso difficoltà a utilizzare gli oculari dei binocoli, soprattutto quelli stabilizzati. Tuttavia, devo confermare che  ho apprezzato il diametro degli oculari dello Zulu 6. La lente di campo ha un diametro di  22 mm, il che non solo migliora il comfort, ma riduce anche il rischio di appannamento durante il periodo invernale. Il corpo dell’oculare misura 40 mm nella parte del paraluce, e con la mia distanza interpupillare lo spazio tra gli oculari è di quasi 25 mm, rendendolo un binocolo confortevole nell’utilizzo.

FIG.5- Personalmente giudico questi oculari confortevoli oltre che grandangolari

Il campo di vista reale è di 3.3° che con la classica formula fornisce un campo apparente di 66°. E’ quindi un binocolo definibile come grandangolare.

I paraluce si estraggono con un sistema a rotazione dotato di click-stop, con quattro posizioni: battuta, prima posizione, seconda posizione e completamente estratto. Il primo click dopo la battuta è più evidente rispetto a quello che si avverte quando i paraluce sono totalmente estratti. La gomma siliconica dei paraluce è abbastanza morbida, il che migliora ulteriormente il comfort.

Per quanto riguarda l’estrazione pupillare, Sig Sauer dichiara 15 mm. Non disponendo di strumenti specializzati, ho misurato la distanza dal centro della lente di campo al bordo del paraluce quando è completamente estratto. Per non rovinare l’oculare, ho utilizzato una pellicola di silicone sulla lente, stimando personalmente una distanza di circa 11 mm. Tuttavia, ho notato che non è necessario appoggiare completamente l’arcata sopraccigliare sul paraluce per vedere l’intero campo visivo: riesco a vedere la totalità del campo anche con gli occhi leggermente distanti dal bordo.

Indossando i miei occhiali da sole, riesco comunque a osservare quasi tutto il campo visivo. Come sempre, consiglio agli appassionati di verificare il comfort del binocolo personalmente, specialmente se utilizzano occhiali da vista.

 

Prismi

Questo binocolo utilizza prismi a tetto Schmidt-Pechan, realizzati con vetro BaK-4. Essendo un prodotto made in China, presumo che i prismi siano della medesima fattura. Analizzando la pupilla di uscita da lontano, si può notare una lieve vignettatura nei pressi del “taglio” dell’obiettivo, che però non è visibile quando si guarda attraverso gli oculari. In questo contesto, la pupilla di uscita appare perfettamente circolare.

Sui bordi, si percepisce una leggera caduta di luce, e si nota un lieve anello giallo dovuto al residuo cromatico. Il field stop (il bordo del campo visivo) risulta piuttosto netto quando si mette a fuoco all’infinito.

FIG.6 – Visibile il cut-off della pupilla di uscita

Rivestimenti ottici

Questo binocolo utilizza un trattamento antiriflesso di ultima generazione, che si manifesta con un piacevole colore che definirei grigio-verde, anche se a volte può apparire di altri colori a seconda delle condizioni di illuminazione. La mia prova, volta ad analizzare la qualità del trattamento antiriflesso, ha dimostrato che questo binocolo offre un trattamento di buona qualità. Le immagini, sebbene si tratti di un 20×42, risultano decisamente luminose. Tuttavia, non avendo un metro di paragone specifico per questo formato 20×42, non posso fare confronti diretti.

 

FIG.7 – Ottimo il trattamento antiriflesso

Beneficia dei seguenti rivestimenti:

  • LENARMOR™:  una tecnologia di rivestimento per le lenti che migliora la loro resistenza ai graffi e agli impatti. LENARMOR™ protegge le lenti da danni fisici e contribuisce a mantenere la chiarezza ottica nel tempo.
  • LENSHIELD™:  un rivestimento aggiuntivo applicato alle lenti per proteggerle dall’acqua, dalla polvere e da altre contaminazioni ambientali. LENSHIELD™ aiuta a mantenere le lenti pulite e operative anche in condizioni atmosferiche avverse.
  • SPECTRACOAT™: un rivestimento  progettato per ridurre i riflessi e migliorare la trasmissione della luce attraverso le lenti. SPECTRACOAT™ aumenta la luminosità e il contrasto delle immagini, riducendo i riflessi indesiderati e migliorando la qualità visiva complessiva.

SISTEMA DI ALIMENTAZIONE

Questo binocolo è alimentato da una  batteria da 1,5 volt, fornita di serie. In dotazione era prevista una Winning AM3 LRS con una composizione di litio e cadmium. L’azienda dichiara un’autonomia media di circa 30 ore, presumibilmente a 25°C. Personalmente, non sono riuscito a scaricare completamente la batteria durante l’intenso utilizzo a cui ho sottoposto il binocolo ma ho compiuto alcune prove con le batterie ricaricabili XTAR che uso spesso, senza notare evidenti peggioramenti nella fase di stabilizzazione.

FIG.8 – Il vano nella parte posteriore dello scafo, accoglie una sola batteria AA da 1.5 V

DOPPIA MODALITA’ DI STABILIZZAZIONE: OIS™ Optical Image Stabilization

Il Sig Sauer Zulu 6 HDX è equipaggiato con un eccellente sistema di stabilizzazione definito OIS (Optical Image Stabilization), che è un marchio registrato. Sono presenti due modalità di stabilizzazione:

  1. Modalità scansione: Questa modalità consente un utilizzo generale ottimale, sia che si stia effettuando un panning su pendii o terreni irregolari, sia nel caso in cui si desideri individuare un soggetto specifico. È semplicemente attivabile premendo il tasto ON. in questo caso il led sarà verde
  2. Modalità target: Questa modalità è progettata per aumentare la stabilizzazione dell’immagine fino al 50%. Per attivarla, è necessario disattivare il sistema premendo il tasto OFF, attendere meno di due secondi e poi riattivarlo premendo di nuovo il tasto ON. In questo modo sarà attivata la modalità di stabilizzazione “ottimizzata” rappresentata tramite il led con un  colore arancione.

Ci sarà modo di approfondire questo aspetto nel paragrafo relativo alle mie impressioni pratiche sul campo, ma posso già confermare che il sistema di stabilizzazione mi ha veramente stupito.

FIG.9 – Led verde: ” modalità scansione” – Led arancione – “modalità target”

 

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE

Aberrazione cromatica al centro del campo

Devo ammettere che, almeno sulla carta, analizzando i dati tecnici, avrei immaginato una maggiore presenza di aberrazione cromatica. In realtà, in ottime condizioni di illuminazione, osservando soggetti e oggetti comuni come paesaggi, aerei, edifici, ecc., il contenimento del cromatismo residuo al centro del campo è molto soddisfacente, soprattutto considerando che si tratta di un binocolo 20x.

Anche l’analisi della sfera metallica presente sul mio gazebo bianco—un test ben conosciuto dai lettori—ha dimostrato che il binocolo fornisce un’immagine al centro del campo con un ottimo contenimento del cromatismo residuo. Osservando a lunga distanza, nelle giornate un po’ uggiose, si percepisce sui profili delle montagne un lieve residuo cromatico di colore verde-giallo, poco invasivo.

 

Aberrazione cromatica laterale

 

Il cromatismo laterale è visibile e la sua intensità aumenta proporzionalmente all’allontanamento dal centro del campo. Tuttavia, è abbastanza ridotto e contenuto nell’osservazione naturalistica classica, tanto che l’ho notato principalmente solo durante l’analisi di alcuni rami in controluce. Ovviamente, durante il test selettivo con il gazebo bianco o con la USAF chart, si inizia a vedere la presenza di aberrazione cromatica, con toni che vanno dal verde al blu-viola, allontanandosi dal centro del campo. Questa aberrazione è anche molto variabile in base alle condizioni di illuminazione. In alcune giornate con scarsa intensità luminosa, soprattutto al mattino, a volte pareva non esserci alcuna aberrazione cromatica laterale, nemmeno nelle zone metalliche del gazebo.

Per essere un binocolo 20×42 con un rapporto focale molto aperto, devo confermare che si tratta di una prestazione eccellente. Ad esempio, sebbene il paragone non sia del tutto appropriato a causa del diverso formato, il Canon 10×42 che possiedo mostra una maggiore intensità di residuo cromatico verde osservando lo stesso dettaglio metallico.

Curvatura di campo

Se dovessi dare una definizione, sebbene non tecnicamente precisa, della curvatura di campo, direi che questo binocolo presenta un campo “quasi perfettamente piatto”. Osservando di giorno con entrambi gli occhi, le immagini risultano perfettamente sfruttabili fino al bordo del campo. Tuttavia, le persone più attente potrebbero notare un lieve degrado, che è maggiormente influenzato dal cromatismo laterale piuttosto che dalla curvatura di campo. Ho effettuato queste osservazioni utilizzando il sistema di stabilizzazione attivato, senza basarmi solo sulle mie impressioni pratiche, ma anche montando il binocolo su un treppiede fotografico.

Distorsione angolare

È possibile notare la presenza di distorsione angolare a cuscinetto, che personalmente percepivo già a partire da circa il 65-70% dal centro del campo. Per quanto riguarda l’utilizzo durante il panning, come è noto, i binocoli con distorsione angolare calcolata evitano il cosiddetto effetto “palla rotolante”. Consiglio ai lettori alle prime armi di consultare il glossario di Binomania per ulteriori informazioni a riguardo.

Utilizzato in modalità scanning con un ingrandimento di 20x, e considerando il campo visivo comunque esiguo e non paragonabile a quello di un binocolo con ingrandimenti inferiori, come  il classico 8×42, ho notato che, sebbene io non sia molto sensibile a questo fenomeno, non ho notato un effetto “palla rotolante” che potesse compromettere la qualità della scansione da destra a sinistra..

Altre aberrazioni

Utilizzando il binocolo con la stabilizzazione attivata per osservazioni astronomiche, ho verificato che a partire da circa il 90% dal centro del campo, soprattutto sulle stelle luminose, si nota un po’ di coma e astigmatismo. Pertanto, non si ottiene un campo totalmente piatto, come sarebbe ben apprezzato da un astrofilo. Tuttavia, la quasi totalità del campo visivo rimane perfetta.

FIG.10 – Un bel panorama è perfetto per sfruttare questo 20x

Luce diffusa, immagini fantasma, riflessi

Questo progetto ottico, orientato alla compattezza, dimostra nella maggior parte delle condizioni di illuminazione un buon contenimento della luce diffusa e delle immagini fantasma. Tuttavia, osservando al tramonto del sole, è possibile percepire un po’ di luce diffusa nella parte inferiore del campo, specialmente nella zona dove il sole è appena tramontato.

Non avendo un metro di paragone con binocoli dello stesso formato (ad esempio, un altro 20×42), non posso dire se questo fenomeno sia migliorabile o rappresenti un reale difetto. Tuttavia, a memoria, mi è sembrato che questo formato pare fornire un miglior contenimento della luce diffusa, rispetto al precedente ZULU 6 16×42 che testai anni or sono,  probabilmente a causa di un maggiore ingrandimento o dei nuovi vetri e rivestimenti.

Gli appassionati di osservazione di aerei e rapaci devono tenere conto che, osservandoli quando si trovano  prospetticamente nei pressi del sole, fino a circa 27-30°  di distanza, si può percepire la presenza di luce diffusa e riflessi nella parte laterale inferiore del campo visivo. Personalmente, sono riuscito a schermare completamente questo problema posizionando la mano, a circa 30 cm di distanza, nella zona laterale, a circa “ore 13:00″. Non si tratta quindi di un problema facilmente risolvibile anche con semplici paraluce. Per il resto, non ho particolari lamentele da citare.

TEST CON USAF CHART A 35 METRI DI DISTANZA

Come sempre, ho sottoposto anche questo binocolo al test della USAF chart situata a 35 metri. Le mie impressioni sono una media delle tre osservazioni effettuate durante l’intera giornata: al mattino, a mezzogiorno e al crepuscolo. Essendo un binocolo stabilizzato, ho effettuato quattro tipi di osservazione: a stabilizzazione spenta, con la stabilizzazione base, con la stabilizzazione target e con il binocolo montato su un treppiede fotografico dotato di supporto universale Berlebach.

Nell’uso a mano libera, personalmente non sono riuscito a ottenere risultati migliori rispetto a quanto riesco a fare con un 12x. Alcune persone mi dicono di riuscire a gestire a mano libera un 16x, ma io personalmente non riesco a vedere chiaramente righe verticali e orizzontali  sulla USAF oltre quanto percepisco con un 12x. Con il sistema di stabilizzazione base, sono riuscito a distinguere chiaramente il numero 6 e le righe verticali e orizzontali, sebbene con una lievissima oscillazione. Tuttavia, attivando il sistema di stabilizzazione target, oltre a percepire chiaramente e in maniera stabile gli stessi dettagli, ho potuto distinguere le righe verticali e orizzontali e il numero 1. Vedesi immagine.

Questa è una prestazione veramente elevata, soprattutto per quanto riguarda la percezione del dettaglio, al punto che sembra di star osservando con il binocolo fissato sul treppiede fotografico.  Il limite, a mio avviso, era più dovuto all’ingrandimento e alla mia acuità visiva che al sistema di stabilizzazione. A causa della posizione del vano batterie, non sono riuscito a trovare un fissaggio ottimale e sicuro sul treppiede. Mi sono limitato a appoggiare la parte esterna verso gli obiettivi dello scafo ottico su un supporto montato sul treppiede fotografico. Anche in questo caso, non ho notato differenze evidenti rispetto al sistema di stabilizzazione target, tanto che sono abbastanza convinto che questo sistema di stabilizzazione potenziato possa realmente sostituire l’osservazione su un treppiede fotografico.

FIG.11 – Ottimo il risultato con la USAF CHART a 35 metri

TEST CON TARGET A 1050 METRI DI DISTANZA

Come già avrete avuto modo di comprendere, quando la turbolenza diurna e la illuminazione lo concedono, il SIG SAUER ZULU 6 HDX 20×42 rappresenta la migliore e attuale soluzione per osservare dettagli  a lunga distanza senza l’utilizzo del treppiede fotografico. Visto il potere risolutivo della tabella che sto attualmente utilizzando nei miei test,  non mi è stato possibile discernere righe orizzontali e verticali ma mi è parso di percepire comunque la presenza di segni grafici sul foglio che non è mai risultato completamente bianco.

UTILIZZO CON MOLTIPLICATORE ZEISS MONO 3×12 T*

Ho voluto provare a utilizzare lo Zeiss Mono 3×12 T* . che oltretutto si incastra perfettamente nel paraluce completamente estratto. Questa combinazione mi ha permesso di testare la capacità di gestione di ingrandimenti estremi a mano libera (60x). Nonostante le immagini risultassero inevitabilmente meno nitide e luminose a tali ingrandimenti, è stato sorprendente notare che la modalità di stabilizzazione Target del binocolo Sig Sauer ha migliorato significativamente la stabilità dell’immagine rispetto a quanto si possa fare, ad esempio, con lo  Zeiss 20×60 a ingrandimenti nativi. Questo esperimento suggerisce che un ipotetico binocolo con ingrandimento di 25×56, se equipaggiato con un duplicatore, potrebbe potenzialmente gestire ingrandimenti fino a 50x a mano libera, sfumando il confine tra fantascienza e realtà. La capacità di stabilizzare efficacemente l’immagine a tali ingrandimenti estremi, evidenzia l’eccezionale versatilità e potenza dei moderni sistemi di stabilizzazione, ampliando le possibilità di osservazione a livelli precedentemente inaccessibile se non avvalendosi di un treppiede fotografico.

 

 

ESPERIENZA PRATICA SUL CAMPO

Birdwatching

Un binocolo 20×42 non è di certo lo strumento ottico ideale per inseguire i volatili nel fitto di un bosco o per osservarli mentre volano da un ramo all’altro. L’ingrandimento è piuttosto elevato e il campo visivo inquadrato non è paragonabile a quello di un classico 10×42. Tuttavia, sono convinto che anche gli appassionati di birdwatching possano sfruttare le potenzialità di questo strumento. Non si tratta di sostituire il loro binocolo preferito, ma di migliorare il loro modus observandi classico e, in molti casi, di sostituire uno spotting scope compatto.

Durante il mio test pratico sul campo, ho avuto la possibilità di osservare rapaci a lunga distanza, anche oltre 400-500 metri, cercando anche di  identificarli a sensibile altezza (oltre i 1000 metri). Questo binocolo offre potenzialità eccellenti che non possono essere eguagliate da un classico 10×42. Con questo strumento, è possibile passare dalla semplice capacità di discernere un rapace a quella di identificare l’esemplare e, in alcuni casi, analizzare il suo becco e la composizione delle remiganti.

Per certi versi, ritengo che questo binocolo sia migliore rispetto agli ultimi spotting scope compatti che stanno invadendo il mercato. È un binocolo adatto per  i censimenti a lunga distanza, per verificare la presenza di pulli all’interno di un nido, e il sistema target può realmente sostituire uno spotting scope da 56 mm con ingrandimento anche di 25x, offrendo il beneficio dell’osservazione con due occhi e senza la necessità di trasportare un treppiede fotografico.

 

Aerei

Un altro settore in cui penso che questo binocolo possa essere molto apprezzato è l’osservazione degli aerei. A parte il problema che ho già accennato, ossia la presenza di bagliori all’interno del tubo ottico quando si osservano gli aerei  con il sole di poco al di fuori del campo inquadrato, lo ZULU 6 HDX 20×42  si comporta egregiamente nelll’osservazione di questi oggetti.

Durante i miei test, ho avuto l’opportunità di osservare decine di aerei, grazie alla vicinanza dell’aeroporto di Malpensa, e posso confermare che la differenza rispetto al mio Canon 10×42 è notevole. Il Canon offre un campo visivo più ampio e leggermente migliore in termini di contrasto e resa dei colori, tuttavia, il potere di ingrandimento di 20x del Sig Sauer Zulu 6 HDX consente di risolvere dettagli molto flebili sulla carlinga degli arei, come scritte, la corretta posizione delle luci di segnalazione, la forma dei finestrini. In alcuni casi, ho persino visto chiaramente il pilota di un elicottero  che controllava i tralicci montani della rete elettrica della mia valle.

Paesaggio

Un altro settore in cui questo binocolo risulta vincente è l’osservazione del paesaggio, soprattutto quando si utilizza la modalità di stabilizzazione “Target”. In modalità base, durante il panning, si apprezza un campo visivo completamente corretto e un buon brandeggio da sinistra a destra, che nel mio caso non ha comportato la presenza di un effetto “palla rotolante”. Tuttavia, quando si attiva la modalità “Target”, si è veramente in grado di percepire dettagli che altrimenti sarebbero visibili solo con un piccolo cannocchiale terrestre montato sul treppiede fotografico.

Ho posseduto per molti anni un Canon 18×50, ma non sono mai riuscito a vedere dettagli così chiari come quelli visibili con la stabilizzazione “Target” accesa. Ad esempio, sono riuscito a leggere testi su cartelloni pubblicitari a chilometri di distanza, a leggere le lancette di campanili a oltre 12 km e a osservare dettagli flebili di alcuni rifugi montani situati a 30-35 km di distanza.

Il campo di vista è ben sfruttabile e quasi totalmente godibile. È molto comodo, soprattutto per l’osservazione del paesaggio itinerante. Gli appassionati di trekking, che amano riposarsi osservando il panorama circostante,   on questo binocolo 20×42 potranno trascorrere delle giornate in alta quota in un modo davvero gratificante. La capacità di riconoscere dettagli a grande distanza è nettamente superiore rispetto a quella di un binocolo compatto da trekking. Inoltre, i 630 grammi di peso rendono il binocolo facile da trasportare, sia a tracolla che nello zaino da trekking. Anche la durata della batteria è ottima e, in caso di necessità, è possibile acquistare batterie di ricambio anche nei negozi dei paesi più piccoli.

 

Poligono

Sono riuscito a percepire tranquillamente i fori di un calibro .223 a 300 metri di distanza, anche in presenza di una discreta turbolenza atmosferica. Con questo binocolo molti appassionati di tiro potrebbero lasciare a casa il loro “lungo” con il treppiede.

 

Osservazione crepuscolare

Affermare che un binocolo 20×42 sia ottimale per l’osservazione crepuscolare sarebbe illusorio. La pupilla di uscita, di poco superiore ai 2,1 mm, è piccola e, ovviamente, non può competere con i diametri maggiori di binocoli progettati specificamente per condizioni di scarsa luminosità, come un 8×56. Tuttavia, ho avuto modo di analizzare più volte le potenzialità di un binocolo stabilizzato e ho constatato che il sistema di stabilizzazione può compensare, in molte circostanze, alcune limitazioni della pupilla di uscita.

Ad esempio, confrontando il Canon 10×42 con un binocolo naturalistico di alta qualità dello stesso formato, ho osservato che, anche se il Canon, utilizzato su cavalletto, offre una luminosità inferiore, il suo sistema di stabilizzazione migliora la percezione del dettaglio. Allo stesso modo, con il Sig Sauer Zulu 6 e il sistema di stabilizzazione “Target” acceso, sono stato in grado di osservare caprioli e volpi anche 15 minuti dopo il crepuscolo senza evidenti problemi.

Sebbene la pupilla di uscita non sia comoda come quella di un binocolo progettato specificamente per l’osservazione crepuscolare e un formato 20×56 sarebbe stato ideale, è sorprendente quanto bene il binocolo si comporti in condizioni di bassa luminosità. La resa crepuscolare è migliore di quanto ci si potrebbe aspettare da un binocolo di questo formato.

 

Osservazione astronomica

Chi legge testi di astronomia pratica sa che una pupilla d’uscita di 2,1 mm è ottimale per  le osservazioni ad alta risoluzione, come quelle della Luna e dei pianeti. Con questa dimensione, la nostra pupilla riduce al minimo i difetti ottici.

Ho apprezzato molto l’osservazione lunare con questo binocolo. Il 15 settembre, ho ammirato il sorgere della Luna dietro il  Monte Pianbello e la qualità del dettaglio era ottima.  Grazie all’ingrandimento di 20x, sono riuscito a osservare numerosi crateri e dettagli nei crateri più grandi, come il cratere di Gassendi. Il contrasto è  abbastanza elevato, e ho notato solo un lieve alone di cromatismo residuo,  che per la cronaca era maggiormente visibile ai bordi del campo nel Canon 10×42.

Nella stessa sera, alle ore 23, ho testato il sistema di stabilizzazione nella  osservazione di Saturno. Sebbene un ingrandimento di 20x possa sembrare ridicolo per osservare i pianeti, si è rivelato  utile per verificare le potenzialità astronomiche del sistema “Target”. Con la modalità base, Saturno appariva allungato, simile a una mandorla, ma sono rimasto sorpreso di poter vedere chiaramente gli anelli di Saturno o meglio “l’anello” e la sua posizione con la modalità “Target” attivata.

Il binocolo non è luminoso come un 10×50 o un 20×80, ma il suo sistema di stabilizzazione e il campo discreto, quasi corretto fino ai bordi, permettono di effettuare panoramiche sui soggetti più evidenti senza l’uso di un treppiede. Pur non essendo ideale per galassie evanescenti, è eccellente per gli ammassi stellari. Ho apprezzato moltissimo l’osservazione del doppio ammasso di Perseo, M13, e anche la nebulosa della Lira (M57) sotto cieli mediamente inquinati.

La piccola pupilla di uscita rende il fondo cielo molto scuro, il che può essere vantaggioso per far risaltare maggiormente gli oggetti più evanescenti sotto cieli medio inquinati. Per esempio, ho percepito una maggiore qualità nell’osservazione degli ammassi stellari con il 20×42 rispetto al mio 10×42.

FIG.13: leggero, compatto e ben stabilizzato

Pregi:

  • Doppia modalità di stabilizzazione: Offre sia una modalità di scansione generale che una modalità “Target” avanzata, che sostituisce efficacemente un treppiede fotografico.
  • Nuovi vetri H di alta qualità: Migliorano la chiarezza e la nitidezza delle immagini.
  • Leggerissimo: Con soli 630 grammi, è comodo da trasportare e maneggiare.
  • Alto ingrandimento gestibile a mano libera: L’alta qualità della stabilizzazione consente di gestire un ingrandimento di 20x senza la necessità di un supporto.
  • Buona durata della batteria: La batteria inclusa offre una lunga autonomia, anche in uso intensivo.
  • Ottime rifiniture e armatura resistente: La struttura è progettata per resistere a piccoli urti e graffi durante un utilizzo intenso.
  • Buon contenimento della aberrazione cromatica: Riduce il cromatismo residuo al centro del campo.
  • Campo quasi totalmente corretto fino al bordo: Fornisce una visione nitida e ben definita su quasi tutto il campo di vista.

Difetti:

  • Luce diffusa e riflessi indesiderati: Può presentarsi in alcune condizioni di illuminazione, come al tramonto o in presenza di fonti di luce intense.
  • Manopola di messa a fuoco piccola: Il diametro ridotto della manopola può rendere difficile la regolazione precisa del punto di fuoco.
  • Il prezzo non è tra i piu’ favorevi tra gli stabilizzati di concezione simile, certamente la modalità “target” aggiunge senz’altro qualcosa in piu’ a prodotti simili che ne sono privi.

 

IN SINTESI

 

Nel corso della mia carriera di appassionato e tester di binocoli, ho avuto modo di osservare e testare numerosi modelli stabilizzati. Dopo aver provato il Sig Sauer Zulu 6 20×42 HDX, posso confermare che è un binocolo che sicuramente inserirei nel mio kit osservativo.  Non sostituisce un binocolo tradizionale 8×42- 10×42 ma  si distingue come uno strumento ottico eccezionale per gli appassionati esigenti che necessitano di osservare dettagli a lunghe distanze senza l’ingombro di un treppiede fotografico.

Grazie alla sua modalità Target, il Sig Sauer Zulu 6 20×42 rappresenta attualmente il miglior acquisto per chi cerca un’ottima prestazione  ” a lunga distanza” in un formato compatto. Non è pensato per il birdwatching o per un utilizzo generico, ma eccelle nel suo compito specifico: fornire dettagli comparabili a quelli di un cannocchiale compatto da osservazione, ma con il vantaggio della trasportabilità e del peso contenuto di soli 600 grammi. 

FIG.14 – Non sostituisce il classico binocolo ma potrebbe sostituire benissimo uno spotting scope compatto + treppiede

PREZZO E GARANZIA

Attualmente, il prezzo suggerito da Bignami per il SIG SAUER ZULU 6 20×42 è di 1.949 euro.

 

DISCLAIMER

Binomania non è un negozio, Nel mio sito web troverete unicamente recensioni di prodotti ottico sportivi, fotografici e astronomici.  Le mie impressioni sono imparziali come è dovere di ogni giornalista e non ho alcuna percentuale di vendita sull’eventuale acquisto dei prodotti. Per questo motivo, qualora voleste acquistare o avere informazioni su eventuali variazioni di prezzo o novità, vi consiglio di visitare il sito ufficiale  di  Bignami, cliccando sul banner che rappresenta l’unica forma pubblicitaria presente in questo articolo. Grazie!