PREMESSA
Oggetto di questa recensione sarà il pregiato rifrattore alla fluorite Takahashi FC-100DZ. In anticipo, posso scrivere che rappresenta una perfetta via di mezzo tra un telescopio specifico per le osservazioni lunari e planetarie e uno strumento adatto all’astrofotografia. Mi è stato gentilmente fornito da Skypoint Srl e il suo prezzo ufficiale nel mese di agosto del 2024 è di 3.409€ per la versione OTA, e di 3.824€ per la versione completa (culla, cercatore). Come sempre, visto che gli appassionati lettori di Binomania sono anche esperti osservatori della natura, ho deciso di testarlo non solo nella osservazione astronomica, ma anche di svolgere qualche osservazione naturalistica. Oltre a so, grazie alla collaborazione del Gruppo Astrofotografico Varese (GAV) e nello specifico di Antonio Giudici, è stato possibile sottoporre questo telescopio a una sessione di astrofotografia.
DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE
LA STORIA
Nel 1932, Kitaro Takahashi realizzò una fonderia a Tokyo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, ampliò l’attività aggiungendo un laboratorio per la produzione di leghe leggere, dando inizio alla fabbricazione di strumenti ottici. Nel 1958, l’azienda si trasformò in Takahashi Seisakusho Ltd sotto la direzione di Kiichiro Takahashi.
Nel 1969, dopo anni di ricerca e sviluppo, Takahashi avviò la produzione di telescopi e accessori ottici, espandendo le vendite sia a livello nazionale che internazionale. L’azienda iniziò a esplorare l’uso della fluorite (CaF2) nel 1970, con la quale sviluppò il primo obiettivo semi-apocromatico nel 1971, aumentando notevolmente la sua reputazione. Nel 1974, l’aumento del capitale aziendale permise ulteriori investimenti in ricerca e sviluppo.
Il 1977 vide la creazione di un rifrattore Fluorite da 90mm (F/13.3), seguito da diametri più grandi e dalla montatura di alta precisione 160JP. Nel 1981, Takahashi costruì una nuova fabbrica a Yorii, e la produzione dei rifrattori Newton MT-100 e MT-300 iniziò nel 1982, con ulteriori sviluppi negli anni seguenti. Il 1984 portò la produzione dell’Epsilon-130 per la fotografia a largo campo.
Nel 1987, la montatura EM-10 fu introdotta, seguita nel 1989 dall’EM-200, che divenne molto popolare tra gli astronomi amatoriali. Takahashi continuò a innovare con il riflettore Dall-Kirkham Mewlon e altri modelli di successo.
Oggi, Takahashi è rinomata per i suoi strumenti ottici di alta qualità, da lavoro a circa 40 persone, mantenendo un controllo rigoroso sulla produzione. La maggior parte degli strumenti è venduta localmente tramite Starbase Tokyo, con una significativa quota di esportazioni gestita da Optique Unterlinden in Europa.
LA SERIE “FC-100”
Per quanto riguarda la serie FC, sono attualmente disponibili tre modelli: il modello FC-100DC, il modello FC-100DF e il modello oggetto di questo test, l’FC-100DZ. Il DC ha un rapporto focale pari a f/7,4 ed è quindi più orientato alla fotografia astronomica. Il modello DF possiede lo stesso rapporto focale, tuttavia è dotato di un focheggiatore a cremagliera da 50,8 mm, che consente il montaggio di fotocamere più pesanti rispetto alla versione DC.
Il modello FC-100DZ propone un design differente rispetto alle versioni DC e DF. La sua lunghezza focale, infatti, è pari a 800 mm (F/8) il che comporta una migliore correzione del colore. In tutti e tre i casi, è comunque possibile beneficiare di riduttori di focale e di correttori di campo; la scelta dipenderà dalle fotocamere utilizzate dall’utente, come ad esempio i vari formati: micro 4/3m APS-C o full frame.
ACCESSORI IN DOTAZIONE
Skypoint mi ha prestato il modello con la dotazione completa. Il rifrattore è arrivato all’interno di una doppia scatola di cartone, che proteggeva la confezione originale. All’interno ho trovato, oltre al telescopio, una stupenda culla da 95 mm, un pregevole cercatore 6×30 e il suo supporto. Sono compresi anche gli adattatori da 2 pollici e 31,8 mm. Ho beneficiato, inoltre, di un ottimo manuale delle istruzioni che, oltre a specificare le operazioni di montaggio, fornisce le prime informazioni basilari di astronomia pratica. Completa il tutto, il tagliando verde della garanzia giapponese con il numero di serie oltre a un adesivo Takahashi di fattura classica che senz’altro sarà apprezzato dagli appassionati del marchio.
ACCESSORI ACQUISTABILI SEPARATAMENTE
Per completare l’elenco degli accessori disponibili per questo strumento, sarebbe necessario occupare almeno una decina di pagine. Posso solo anticipare che avrete a disposizione una vasta gamma di accessori, tra cui un reticolo illuminato per il cercatore 7×50, riduttori, spianatori di campo, prismi diagonali, diagonali a specchio, tubi di estensione, correttori, portaoculari e decine di accessori per la fotografia come il T-Mount DX, il riduttore FC35 0.66x, il Multi Flattener 1.04x e l’Extender Q 1.6x. Inoltre, potrete sfruttare tutta la gamma di oculari Takahashi, attualmente in vendita e disponibili anche sul mercato dell’usato.
Chi acquista un telescopio Takahashi beneficia di un set di accessori di altissima qualità e davvero completo. Vi invito a visitare il sito del distributore italiano o il sito ufficiale di Takahashi Europe per maggiori informazioni.
Per gli appassionati di fotografia, è disponibile un correttore di campo, il multi-spianatore FC/FS 1.04X. Inoltre, è possibile equipaggiarlo con un riduttore di focale, che può essere il modello 76D-RD, progettato per il focheggiatore piu’ piccolo, oppure il modello FC-35RD, specifico per l’FC-100DF e il focheggiatore da 50,8 mm. Quest’ultimo è particolarmente consigliato per fotocamere o DSC con sensori APS-C o superiori.
COSA HO UTILIZZATO PER QUESTO TEST?
STAR TEST , RETICOLO DI RONCHI, CHESHIRE
Ho affrontato lo Star Test in due modalità, come faccio sempre: utilizzando la stella artificiale RGB della Geoptik, e analizzando alcune stelle nel cielo di agosto. Ritengo che questo risultato sia tra i migliori che io abbia osservato. Per analizzare il disco di diffrazione, ho utilizzato oculari di alta qualità, ortoscopici Takahashi e oculari monocentrici senza l’ausilio di un prisma. Le immagini in intra-focale erano sostanzialmente identiche a quelle in extra-focale; non ho notato aberrazione sferica evidente. Gli anelli erano ben spaziati e privi di luce diffusa all’interno. Mi è parso uno star test pratico che rappresentava quasi perfettamente ciò che spesso si definisce “star test da manuale”. Nessuna traccia di astigmatismo di coma, o segni evidenti di tensionamenti. Il Cheshire, inoltre, ha confermato la buona collimazione del rifrattore.
Ho inoltre utilizzato un oculare con reticolo di Ronchi per verificare la qualità ottica del telescopio sulla stella artificiale.
Anche in questo caso, ho notato che la lavorazione ottica di questo rifrattore è di ottima fattura. Rispetto al mio FS-128, l’FC-100DZ mostrava una migliore correzione nel blu. Questo risultato dipende dal fatto che l’FC-100DZ è un modello pensato anche per l’imaging digitale. Il mio FS-128 mi è parso fornire una resa migliore con il reticolo di Ronchi nel rosso. Non ho potuto apprezzare tali differenze nell’osservazione di Marte per motivi di visibilità e di condizioni di visibilità.
In definitiva mi è parso molto simile a un ottimo tripletto che ha un semplice doppietto, anche lo sferocromatismo e lo spettro secondario sono ben corretto se si analizza il suo rapporto focale. Takahashi, dichiara con piacere, infatti, una Strehl ratio Strehl ratio policromatico lungo tutto lo spettro del visibile superiore al 90% e del 97,6% nel verde.
TEST CON USAF CHART A 35 METRI
Avendo tra le mani un doppietto di siffatta qualità, non potevo esimermi dal testarlo con la classica prova a 35 metri osservando le righe della USAF Chart. Per questo motivo, ho utilizzato il miglior diagonale a specchio che possedevo, poiché mi sono accorto che il prisma Takahashi induceva una leggera aberrazione cromatica laterale con l’oculare zoom. A bassi ingrandimenti 32x sono stato in grado di percepire chiaramente la riga numero 4, mentre ad alti ingrandimenti, ossia 115x, sono riuscito a distinguere le righe fino al numero 3, nella tabella più piccola.
Ho dovuto utilizzare un particolare ingrandito della tabella, nella immagine seguente, per farvi valutare adeguatamente il potere risolutivo, poiché non sarebbe stato possibile mostrare le righe risolte. Al centro del campo, il cromatismo residuo è praticamente invisibile, mentre si nota leggermente un alone bluastro-verde di aberrazione cromatica laterale nella parte esterna del campo. Tuttavia, questo alone può variare anche in base all’oculare utilizzato.
TRATTAMENTO ANTI-RIFLESSO
Il trattamento antiriflesso è di altissima qualità, con una piacevole colorazione verde, simile a quello dei migliori spotting scope di alta qualità che ho il piacere di utilizzare e possedere. La trasmissione luminosa è veramente molto elevata; spesso, durante le serate, ero stupito di veder montato sulla mia vecchia Vixen GP un rifrattore così compatto, ma con una luminosità decisamente soddisfacente, spesso mi pareva di stare osservando con un 120 mm.
ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE
Anche in questo caso è utile fare una premessa: essendo un telescopio che consente l’uso di oculari astronomici, le osservazioni sono state effettuate con gli oculari citati nei paragrafi precedenti. Pertanto, la media delle mie osservazioni sarà utilizzata per completare il paragrafo relativo alle performance cromatiche e geometriche.
Aberrazione cromatica al centro del campo
Direi eccellente. In proporzione al suo rapporto focale, le immagini sono risultate praticamente prive di aberrazione cromatica, se non ad altissimi ingrandimenti. Nella classica osservazione diurna che compio con il mio gazebo bianco, il Takahashi FC-100DZ ha fornito prestazioni ottimali, simili a quelle dei migliori spotting scope che ho avuto il piacere di utilizzare. Posso affermare che, per essere un doppietto aperto f/8, le immagini sono pregevolmente corrette.
Con l’oculare zoom della Zeiss, la struttura metallica non mostra cromatismo residuo fino neppure a 115x, lo stesso dicasi con l’oculare KOWA TE-11 WZ. Lo stesso vale per l’osservazione lunare, dove solo in un paio di occasione, ad alti ingrandimenti, ho notato un piccolo residuo di rosso sui picchi delle montagne. Tuttavia, sostituendo gli oculari Takahashi LE con i TMB SUPERMONO e gli oculari ortoscopici Takahashi, questa percezione di colore spurio è svanita.
Questo è un ennesimo esempio di come spesso si attribuisca la colpa a uno strumento, quando in realtà dipende dall’oculare utilizzato o dal prisma utilizzato.
Aberrazione cromatica laterale
L’aberrazione cromatica laterale a basse ingrandimenti è quasi sempre completamente corretta. Tuttavia, ad alti ingrandimenti, può essere percepito in alcune condizioni di illuminazione un lievissimo alone blu sulla struttura metallica del gazebo che prende sempre come punto di riferimento. Questo fattore, però, varia a seconda degli oculari utilizzati. Ad esempio, è più evidente con oculari zoom dallo schema complesso e quasi totalmente impercettibile con oculari ortoscopici di alta qualità. Utilizzando oculari ortoscopici Takahashi di alta qualità, come gli ottimi oculari MC-ABBE, la resa ai bordi è stata eccellente anche per quanto riguarda l’aberrazione cromatica laterale. Inutile ribadire che osservando la Natura senza cercare zone in forte controluce o troppo contrastate sia il cromatismo in asse che quello laterale sono praticamente inesistenti.
Curvatura di campo
La curvatura di campo è piacevolmente contenuta. Nell’osservazione terrestre, ho beneficiato di immagini perfette fino al bordo utilizzando oculari ortoscopici. Lo stesso vale per le immagini ottenute con l’oculare zoom Carl Zeiss e con il più economico Baader Planetarium Mark III. Stupenda l’immagine visibile attraverso l’oculare Docter UWA 12.5 mm.
Distorsione angolare
La distorsione angolare variava in base all’oculare utilizzato. Per l’osservazione naturalistica, posso confermare che si percepisce una certa distorsione angolare a “cuscinetto”. Ovviamente, le prestazioni variano anche in base agli oculari utilizzati: è una cosa utilizzare un oculare specifico per osservazioni terrestri, come lo zoom Carl Zeiss, e un’altra è utilizzare un oculare astronomico progettato specificamente per l’osservazione dei campi stellari.
Altre aberrazioni
Con la maggior parte degli oculari in mio possesso non ho notato presenza di coma e astigmatismo ai bordi del campo. E’ una immagine molto ben corretta, grazie al rapporto focale medio/alto.
OSSERVAZIONE PRATICA
Osservazione naturalistica e del paesaggio
È piuttosto atipico utilizzare un rifrattore astronomico tra boschi, paludi e capanni, tuttavia alcuni appassionati potrebbero realmente beneficiare dell’alta qualità di questo strumento se possono sfruttare una location adatta. Mi riferisco ad esempio a postazioni fisse o con eccellenti panorami, o alla possibilità di raggiungere punti panoramici senza dover affrontare trasferimenti a piedi. Vista la sua leggerezza, vi confermo che questo rifrattore è sostenuto perfettamente dal treppiede Cartoni con testa Focus 100, di cui troverete la recensione su Binomania. Tuttavia, per le mie osservazioni da casa, ho preferito montarlo sulla montatura altazimutale AOK Swiss, poiché avevo la possibilità di effettuare confronti in tempo reale con i migliori spotting scope che possiedo attualmente. Per questo motivo, vi posso confermare quanto segue.
Se ricordate, avevo installato sulla montagna di fronte a casa mia , a 1050 metri di distanza un foglio A4 in attesa di piazzare il nuovo foglio in alta risoluzione in formato A3 progettato dall’architetto Angelo Cutolo. Vi confermo che, durante i periodi migliori, come ad esempio la mattina presto, verso le ore 7:00, sono stato in grado di separare le righe proporzionalmente al potere risolutivo del telescopio. Nelle situazioni ottimali, di fatto, un obiettivo a rifrazione di alta qualità da 100 mm può essere sfruttato perfettamente anche per l’uso diurno.
L’oculare zoom Zeiss usato con gli adattatori da 31.8 mm o da due pollici, fornisce immagini naturalistiche di altissima qualità. Ho avuto il piacere di seguire più volte delle poiane che sorvolavano il mio giardino, zero cromatismo residuo, anche sulle remiganti e una ottima luminosa del piumaggio sotto le ali. L’immagine, proporzionale alla distanza dei soggetti osservati e alla turbolenza locale, rimane nitida anche a 115 ingrandimenti, mentre la resa dei colori è perfetta senza evidenti derive cromatiche.
Ho potuto anche sfruttare l’oculare zoom Kowa TE-11 WZ. Purtroppo, non possedendo un prisma da due pollici di alta qualità, ho dovuto utilizzarlo tramite un diagonale a specchio. Ricordo ai lettori che, senza un prisma raddrizzatore, un rifrattore astronomico mostrerà immagini ribaltate da destra a sinistra. È difficile per me quantificare se fosse meglio l’oculare zoom della Zeiss o quello della Kowa, poiché in determinati frangenti ho apprezzato molto il micro contrasto dell’oculare giapponese e la sua migliore resa ai bordi, anche per quanto riguarda il contenimento del cromatismo laterale. D’altra parte, l’oculare zoom Zeiss forniva ingrandimenti maggiori mantenendo al contempo una nitidezza eccellente.
Se possedete questo rifrattore e desiderate beneficiare di oculari zoom di alta qualità per osservare animali rapaci o paesaggi, entrambi gli oculari potrebbero essere delle ottime soluzioni. Quello giapponese è ancora in produzione, mentre “il vecchio ” Zeiss potrebbe essere disponibile a un prezzo più favorevole sul mercato dell’usato.
Osservazione astronomica
Luna
FOTOGRAFIA ASTRONOMICA
Takahashi ha dichiarato che la versione DZ è in grado di mostrare stelle piu’ corrette e puntiformi (circa la metà) rispetto al FC-100D aperto a F/7.4. Con una Strehl superiore al 90% e una sferica minima limitata dal blu al rosso, calando un po’ solo nel viola, mi pareva doveroso affidarmi alla esperienza di Antonio Giudici del Gruppo Astrofotografico di Varese. Antonio ha utilizzato il FC-100DZ senza accessori fotografici dedicati, utilizzando invece un’ottica combinata con una Canon 60Da. I risultati ottenuti sono stati basati esclusivamente sull’ottica del rifrattore, senza l’impiego di spianatori di campo o correttori specifici. Lascio a Antonio il compito di condividere le sue impressioni pratiche sul campo.
BOX DEL GRUPPO ASTROFOTOGRAFICO VARESE
Abbiamo avuto l’opportunità di esaminare il tubo ottico TAKAHASHI FC-100DZ, gentilmente fornito da Piergiovanni Salimbeni, per un test fotografico. Sebbene questo telescopio non sia specificamente progettato per l’astrofotografia, con una focale di 800 mm a f/8, abbiamo deciso di metterlo alla prova catturando un’immagine di M31.
Il test è stato condotto presso il Beder Sky Observatory di Bedero Valcuvia, in provincia di Varese (45° 54’ 33’’N, 008° 47’ 35’’E) il 9 agosto 2024, a partire dalle ore 01:30 LT.
Il tubo ottico è stato montato su una montatura Vixen GP DX con Skysensor 2000, e abbiamo realizzato esposizioni volutamente brevi di 15 secondi a 3200 ISO, utilizzando una fotocamera Canon 60DA. Le condizioni del cielo erano buone, con un seeing discreto e un valore di SQM di 20,5 nella zona di ripresa.
Sono state effettuate 120 esposizioni, supportate da 21 dark frame, 30 flat frame e 30 bias frame. Non abbiamo potuto montare un telescopio guida, poiché il telescopio fornito era privo di anelli per il fissaggio di una piastra, essendo dotato solo della sua culla a fascia.
Abbiamo riscontrato qualche difficoltà nella messa a fuoco precisa, in quanto il focheggiatore, pur essendo di qualità, era privo di riduzione micrometrica. Nonostante queste limitazioni, l’immagine finale di M31, elaborata da Giorgio Baj con PixInsight, ha mostrato un’ottica di grande valore: il cromatismo residuo sulle stelle era praticamente assente e, sebbene i bordi mostrassero un leggero allungamento delle stelle (data l’assenza dello spianatore originale), il risultato è stato comunque molto soddisfacente.
Il paraluce estraibile si è rivelato comodo, un dettaglio non sempre presente nei modelli più datati della stessa casa. In conclusione, questo telescopio si è dimostrato all’altezza del nome che porta, nonostante non sia un apocromatico puro. – Antonio Giudici – Gruppo Astrofotografico Varese.
Osservazione delle stelle doppie
Non sono particolarmente appassionato delle osservazione stelle doppie per diversi motivi. In primo luogo, non abito in città e quindi riesco ancora a osservare discretamente qualche galassia, inoltre, secondo me, la separazione delle stelle doppie non sempre riflette la qualità intrinseca di uno strumento ottico. Ho separato stelle puntiformi al limite anche con rifrattori che peccavano di aberrazione sferica in maniera cosi evidente da risultare solo sufficiente nell’osservazione di Giove e di Marte. Di fatto piu’ grande è l’immagine retinica, più evidente sarà l’effetto dell’aberrazione sulla qualità dell’immagine e non è questo il caso, inoltre non si osservano mai stelle doppie fuori asse dove eventualmente è possibile percepire le aberrazioni extra-assiali.
Per questo motivo, preferisco basare le mie valutazioni soprattutto osservando dettagli planetari ostici, dove la qualità del rifrattore può essere messa realmente alla prova. Strumenti abili nel separare stelle doppie anche difficili, infatti, potrebbero non rendere altrettanto bene nel mostrare dettagli planetari fini.
Tuttavia, navigando tra le costellazioni estive ho osservato con piacere alcune stelle doppie. In questi casi, oltre ad apprezzare la puntiformità delle stelle e il “vellutino nero” che si presentava intorno e tra esse, ho notato anche l’ottima capacità del FC-100DZ di rappresentare fedelmente i colori delle stelle. L’immagine era “da manuale” come solo un rifrattore sa fare.
Utilizzo con il visore binoculare
Anche l’utilizzo del FC-100DZ con un visore binoculare si è rivelato eccezionale e molto gratificante. Ho particolarmente apprezzato l’impiego sulla montatura altazimutale, che mi ha permesso di spazzolare il cielo con facilità utilizzando oculari a ingrandimento medio-basso. Questa configurazione ha reso l’osservazione lunare ancora più comoda e immersiva, grazie alla percezione della tridimensionalità che il visore binoculare può offrire.
Tuttavia, è importante notare che osservatori più pignoli potrebbero rilevare che la luce diffusa e il contrasto ottenuti con la visione diretta, senza l’uso del visore binoculare, risultano meno evidenti. Con strumenti ottici ostruiti, invece, gli astrofili spesso prediligono la visione binoculare, poiché questi strumenti, in monovisione tendono a mostrare immagini meno nitide a causa rispetto a un rifrattore di qualità. Un vero rifrattorista soffre di cervicale e osserva in visione diretta e senza diagonale, quanto meno Luna e pianeti.
Battute a parte, vorrei anche informarvi che usando il prisma Baader da 31.8 mm con la MaxBright II, non ho avuto bisogno di usare i Glass Path Corrector. La visione con oculari da 23 mm era da binocolo astronomico.
PREGI E DIFETTI
Pregi:
- Leggerezza e compattezza
- Doppietto alla fluorite di alta qualità
- Ottimo contenimento dell’aberrazione cromatica
- Ottime prestazioni osservando Luna e Pianeti
- Valido anche per l’astrofotografia
- Con gli accessori giusti è un potentissimo spotting scope Top di Gamma
- Accessoristica Takahashi
Difetti:
- Assenza di demoltiplica nel focheggiatore per gli astrofotografi
- Il telescopio astronomico FC-100DZ come è ovvio non è progettato per resistere a condizioni meteorologiche avverse, graffi o urti. Questo limita l’uso del telescopio in ambienti molto esposti rispetto a strumenti come gli spotting scope, sebbene questa considerazione riguardi una nicchia molto specifica , ossia l’astrofilo che vuole anche osservare la natura.
IN SINTESI
Il Takahashi FC-100DZ è un rifrattore da 4 pollici che combina perfettamente versatilità e compattezza. Questo strumento si è rivelato eccellente in una vasta gamma di applicazioni, dall’osservazione lunare e planetaria, fino al cielo profondo e all’osservazione naturalistica. Il doppietto Steinheil, con il suo elemento in fluorite, garantisce una durevolezza superiore senza sacrificare la nitidezza. La sua leggerezza e compattezza lo rendono ideale per montature leggere, ed è perfetto anche per l’uso con visori binoculari e prismi raddrizzatori per osservazioni occasionali del paesaggio. Come un diamante, il Takahashi FC-100DZ è un gioiello compatto, di alta qualità, classico, e destinato a durare nel tempo.
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.