Recensione del telescopio alla fluorite Takahashi FC-100DZ. Poliedrico, compatto e di alta qualità

PREMESSA

Oggetto di questa recensione sarà il pregiato rifrattore alla fluorite Takahashi FC-100DZ. In anticipo, posso scrivere che rappresenta una perfetta via di mezzo tra un telescopio specifico per le osservazioni lunari e planetarie e uno strumento adatto all’astrofotografia. Mi è stato gentilmente fornito da Skypoint Srl e il suo prezzo ufficiale nel mese di agosto del 2024 è di 3.409€ per la versione OTA, e di 3.824€ per la versione completa (culla, cercatore). Come sempre, visto che gli appassionati lettori di Binomania sono anche esperti osservatori della natura, ho deciso di testarlo non solo nella osservazione astronomica, ma anche di svolgere qualche osservazione naturalistica. Oltre a so, grazie alla collaborazione del Gruppo Astrofotografico Varese (GAV) e nello specifico di Antonio Giudici, è stato possibile sottoporre questo telescopio a una sessione di astrofotografia.


 

DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE

 

Caratteristica Rifrattore Takahashi FC-100DZ
Progetto ottico Doppietto alla fluorite minerale di calcio (CaF2), schema Steinheil, con elemento secondario ad alto indice di rifrazione
Diametro libero Diametro 100 mm
Lunghezza focale 800 millimetri
Rapporto focale F/8
Diametro dell’intubazione Diametro 95 mm
Lunghezza del tubo 595 mm (con paraluce chiuso) fino alla filettatura del focheggiatore, 760 mm con prolunga e adattatori 2″
Peso 6.8 Kg
Prezzo 3.409€
Sito di riferimento Skypoint Srl
 

LA STORIA

Nel 1932, Kitaro Takahashi realizzò una fonderia a Tokyo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, ampliò l’attività aggiungendo un laboratorio per la produzione di leghe leggere, dando inizio alla fabbricazione di strumenti ottici. Nel 1958, l’azienda si trasformò in Takahashi Seisakusho Ltd sotto la direzione di Kiichiro Takahashi.

Nel 1969, dopo anni di ricerca e sviluppo, Takahashi avviò la produzione di telescopi e accessori ottici, espandendo le vendite sia a livello nazionale che internazionale. L’azienda iniziò a esplorare l’uso della fluorite (CaF2) nel 1970, con la quale sviluppò il primo obiettivo semi-apocromatico nel 1971, aumentando notevolmente la sua reputazione. Nel 1974, l’aumento del capitale aziendale permise ulteriori investimenti in ricerca e sviluppo.

Il 1977 vide la creazione di un rifrattore Fluorite da 90mm (F/13.3), seguito da diametri più grandi e dalla montatura di alta precisione 160JP. Nel 1981, Takahashi costruì una nuova fabbrica a Yorii, e la produzione dei rifrattori Newton MT-100 e MT-300 iniziò nel 1982, con ulteriori sviluppi negli anni seguenti. Il 1984 portò la produzione dell’Epsilon-130 per la fotografia a largo campo.

SOSTIENI BINOMANIA!

Se apprezzi le  recensioni, i video e gli articoli, puoi sostenere Binomania con una donazione tramite PayPal.
I fondi saranno utilizzati per pagare le spese di rinnovo del sito, del forum e le spese vive per la creazione delle video recensioni.
Grazie!

 

Nel 1987, la montatura EM-10 fu introdotta, seguita nel 1989 dall’EM-200, che divenne molto popolare tra gli astronomi amatoriali. Takahashi continuò a innovare con il riflettore Dall-Kirkham Mewlon e altri modelli di successo.

Oggi, Takahashi è rinomata per i suoi strumenti ottici di alta qualità, da lavoro a circa 40 persone, mantenendo un controllo rigoroso sulla produzione. La maggior parte degli strumenti è venduta localmente tramite Starbase Tokyo, con una significativa quota di esportazioni gestita da Optique Unterlinden in Europa.

LA SERIE “FC-100”

Per quanto riguarda la serie FC, sono attualmente disponibili tre modelli: il modello FC-100DC, il modello FC-100DF e il modello oggetto di questo test, l’FC-100DZ. Il DC ha un rapporto focale pari a f/7,4 ed è quindi più orientato alla fotografia astronomica. Il modello DF possiede lo stesso rapporto focale, tuttavia è dotato di un focheggiatore a cremagliera da 50,8 mm, che consente il montaggio di fotocamere più pesanti rispetto alla versione DC.

Il modello FC-100DZ propone un design differente rispetto alle versioni DC e DF. La sua lunghezza focale, infatti, è pari a 800 mm (F/8) il che comporta una migliore correzione del colore. In tutti e tre i casi, è comunque possibile beneficiare di riduttori di focale e di correttori di campo; la scelta dipenderà dalle fotocamere utilizzate dall’utente, come ad esempio  i vari formati: micro 4/3m APS-C o full frame.

 

ACCESSORI IN DOTAZIONE

Skypoint mi ha prestato il modello con la dotazione completa. Il rifrattore è arrivato all’interno di una doppia scatola di cartone, che proteggeva la confezione originale. All’interno ho trovato, oltre al telescopio, una stupenda culla da 95 mm,  un pregevole cercatore 6×30 e il suo supporto. Sono compresi anche gli adattatori da 2 pollici e 31,8 mm. Ho beneficiato, inoltre, di un ottimo manuale delle istruzioni che, oltre a specificare le operazioni di montaggio, fornisce le prime informazioni basilari di astronomia pratica. Completa il tutto, il tagliando verde della garanzia  giapponese con il numero di serie oltre a un adesivo Takahashi di fattura classica che senz’altro sarà apprezzato dagli appassionati del marchio.

FIG.1 – Il Takahashi FC-100DZ installato sulla mia vecchia VIXEN GP

ACCESSORI ACQUISTABILI SEPARATAMENTE

Per completare l’elenco degli accessori disponibili per questo strumento, sarebbe necessario occupare almeno una decina di pagine. Posso solo anticipare che avrete a disposizione una vasta gamma di accessori, tra cui un reticolo illuminato per il cercatore 7×50, riduttori, spianatori di campo, prismi diagonali, diagonali a specchio, tubi di estensione, correttori, portaoculari e decine di accessori per la fotografia come il T-Mount DX, il riduttore FC35 0.66x, il Multi Flattener 1.04x e l’Extender Q 1.6x. Inoltre, potrete sfruttare tutta la gamma di oculari Takahashi, attualmente in vendita e disponibili anche sul mercato dell’usato.

Chi acquista un  telescopio Takahashi beneficia di un set di accessori di altissima qualità e davvero completo. Vi invito a visitare il sito del distributore italiano o il sito ufficiale di Takahashi Europe per maggiori informazioni.

Per gli appassionati di fotografia, è disponibile un correttore di campo, il multi-spianatore FC/FS 1.04X. Inoltre, è possibile equipaggiarlo con un riduttore di focale, che può essere il modello 76D-RD, progettato per il focheggiatore piu’ piccolo, oppure il modello FC-35RD, specifico per l’FC-100DF e il focheggiatore da 50,8 mm. Quest’ultimo è particolarmente consigliato per fotocamere o DSC con sensori APS-C o superiori.

COSA HO UTILIZZATO PER QUESTO TEST?

 In primo luogo, dato il peso molto esiguo di questo strumento, posso confermare che nell’uso astronomico visuale ho utilizzato sia una vecchia montatura Vixen GP che una montatura altazimutale AOK Swiss, entrambe in grado di reggere il peso di poco inferiore ai 4 kg del solo tubo ottico di questo strumento. Per la sessione naturalistica, ho cercato di ottenere un setup di alta qualità, pur utilizzando principalmente oculari zoom per tentare di compararlo nel modo più equo ai classici  spotting scope top di gamma di grande diametro, come il Kowa TSN-99 o lo Zeiss Harpia 95. Per questo motivo, ho impiegato l’eccellente oculare zoom della serie Zeiss Diascope e un raro adattatore Zeiss con barilotto da 31,7 mm, gentilmente fornito da Marco Lucchini. In questo modo, ho potuto ottenere una sorta di spotting scope gigante con ingrandimento variabile di altissima qualità. Ricordo agli appassionati che lo zoom Zeiss Diascope  ha una lunghezza focale compresa tra 25,1 mm e 6,9 mm, fornendo un ingrandimento variabile tra circa 32x e 115x. Oltre ad esso ho usato spesso il Kowa TSN-11 WZ.
 
FIG.2 – Alcuni degli oculari utilizzati per il test

Nell’uso astronomico mi sono avvalso di un prisma diagonale Baader, a volte intervallato con un prisma diagonale Takahashi, e di oculari Takahashi ortoscopici, Takahashi LE e Hi-LE. Per l’osservazione del cielo profondo ho utilizzato un oculare Docter UWA da 12 mm e un oculare Vixen LVW da 23 mm. Inoltre, ho osservato la Luna con un visore binoculare Maxbright II della Baader e il Sole con un prisma Herschel Cool Ceramic della stessa marca. Come potete vedere, ho cercato di sfruttare accessori di alta qualità per rendere giustizia a questo strumento.

 

MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO

Dal punto di vista costruttivo, la qualità è ineccepibile. Si tratta del classico telescopio giapponese di ottima fattura, senza fronzoli ma esteticamente molto piacevole. È dotato di un tubo in alluminio protetto da una vernice di alta qualità, ottimizzata con uno strato di trasparente.

Come anticipato, il peso del tubo ottico è di 3,9 kg, mentre con culla, slitta, cercatore, prisma e oculare Takahashi HI-LE raggiunge i 5 chilogrammi.  Il diametro principale del tubo è di 95 mm, la sua lunghezza totale è di 84 cm e, quando il paraluce estraibile è retratto, sembra più simile a un 80 mm che a un 100 mm. La differenza con un classico FS-102 di qualche anno fa è molto evidente, poiché il nuovo FC-100DZ sembra equipaggiato con un obiettivo di diametro inferiore, tanto è la sua compattezza.

Per un’osservazione fugace, una sera sono riuscito persino a utilizzarlo sulla mia vecchia Vixen Porta II; certamente non la consiglierei per le osservazioni in alta risoluzione, ma per una fugace spazzolata sulla Via Lattea si è dimostrato in grado di sostenere il peso ridotto di questo rifrattore.

FIG.3 – Il telescopio installato sulla montatura AOK SWISS con treppiede Oberwerk

Come anticipato, è presente un paraluce estraibile che si blocca tramite un pomello metallico zigrinato.  L’interno del tubo ottico è rivestito con una vernice opaca che riduce efficacemente i riflessi, ed è dotato di vari diaframmi.

Il coperchio è completamente diverso da quello che equipaggia il mio FS-128: si tratta di un tappo metallico reso meno pericoloso da tre piccole strisce di velluto nero che, in fase di inserimento, evitano di graffiare la vernice. Il focheggiatore non è dotato di demoltiplica, ma è disponibile come sempre un kit acquistabile separatamente. Le manopole, di  grandi dimensioni (40×18 mm) sono realizzate in materiale metallico e sono state sapientemente godronate per offrire una zigrinatura che favorisce il grip.

I movimenti sono fluidi e precisi, e grazie anche al rapporto focale pari a f/8, non si riscontrano problemi nella ricerca del punto preciso di messa a fuoco; lo snap test si è dimostrato, infatti, eccellente.

Nell’utilizzo naturalistico, quando sfruttato con un prisma Takahashi e l’oculare zoom Zeiss, sono stato in grado di ottenere una messa a fuoco minima di 20 metri. Questo è un limite rispetto ai classici spotting scope di grande diametro, che raggiungono messe a fuoco minime decisamente inferiori, mediamente prossime ai due metri. Il tubo si estende per 65 mm, una corsa che risulta sufficiente nella maggior parte dei casi, quando si utilizza un prisma da 31,8 mm e comuni oculari astronomici ma che mi ha obbligato a usare il tubo di prolunga in dotazione, spesso per pochi millimetri, con altre configurazioni da due pollici.

Nell’osservazione naturalistica a breve distanza, ho dovuto estrarre leggermente l’oculare della serie Takahashi LE anche con il prisma da 31.8 mm,, poiché era percettibilmente fuori fuoco con il tubo completamente esteso. 

Un plauso va anche al cercatore, che è veramente molto nitido. E’ disponibile nel formato 6×30, ed è anch’esso costruito interamente in Giappone. Il campo visivo nell’uso diurno è quasi totalmente sfruttabile, sebbene ci sia una leggera curvatura ai bordi. Il reticolo interno non è troppo fine, il che lo rende facilmente utilizzabile anche senza l’illuminazione, disponibile opzionalmente sul cercatore 7×50  di formato maggiore.

Il sistema di messa a fuoco del cercatore avviene tramite una ghiera a collare zigrinata; anche in questo caso, i movimenti sono fluidi e precisi.

FIG.4 – Un particolare sul focheggiatore di serie

Il supporto del cercatore riprende la verniciatura satinata, identica a quella della culla e del focheggiatore. Si tratta di un piacevole colore grigio-verde chiaro che da anni contraddistingue il marchio Takahashi. È disponibile opzionalmente anche un sistema di aggancio e sgancio rapido del cercatore, poiché il modello di serie richiede ogni volta lo smontaggio tramite l’utilizzo di due brugole.  L’unica nota che mi sento di scrivere è che, per usufruire di accessori di alta qualità, sono state utilizzate tutte viti in materiale metallico, presumibilmente in acciaio inox. Per questo motivo, sarà necessario fare attenzione a non graffiare il tubo ottico.

Personalmente, avendo ricevuto un esemplare nuovo e ancora imballato, ho deciso di proteggerlo con un piccolo ritaglio di foglio A4 per non danneggiare la verniciatura, a beneficio del fortunato acquirente

Anche la culla da 95 mm è di altissima qualità: la meccanica è eccellente e, grazie alla grande manopola, è possibile bilanciare rapidamente il tubo o smontarlo dalla culla. Nella parte superiore della culla è presente una filettatura da 24 mm per il collegamento di vari accessori. Certamente è un prodotto astronomico e quindi richiede maggiore attenzione rispetto a un classico spotting scope.

OBIETTIVO

Anche relativamente all’obiettivo si potrebbe scrivere per ore. Confermo che, anche in questo caso, l’obiettivo alla fluorite, è stato prodotto e sviluppato da Canon Optron su progetto di Takahashi. Anche all’interno del manuale in dotazione è presente un breve paragrafo relativo all’utilizzo della fluorite. Takahashi ha voluto precisare di essere stata la prima, nel 1970, a dotare i suoi telescopi di elementi in fluorite. L’FC-100DZ è un doppietto apocromatico che utilizza fluorite per garantire un’elevata qualità dell’immagine e, come vedremo, un’eccellente riduzione delle aberrazioni cromatiche e dello sferocromatismo.

Ciò che mi ha stupito, avendo spesso utilizzato spotting scope di alta qualità, non è stato tanto il contenimento delle aberrazioni cromatiche, che confermo essere eccellente (di cui discuterò nel paragrafo specifico), quanto piuttosto la luminosità e la brillantezza dei colori. Spesso, in alcune circostanze, mi è sembrato possedere una luminosità quasi simile al mio FS-128, sintomo che la qualità delle lenti e dei più recenti rivestimenti ottici è in grado di offrire prestazioni superiori, nonostante ci sia chi continua a celebrare la qualità dei prodotti vintage.

Anche nell’uso diurno, è possibile beneficiare di immagini nitide e contrastate, con colori ben bilanciati. Quando utilizzato con l’oculare zoom Zeiss Diascope, la tonalità dei bianchi risultava leggermente calda, il che incentivava ulteriormente il micro-contrasto.

Nell’osservazione lunare e planetaria, come potrete leggere, ho percepito immagini con una grande nitidezza e un alto contrasto, ovviamente anche grazie all’utilizzo di oculari di alta qualità. È stato un vero peccato non poterlo comparare direttamente a un modello FS-102.

All’epoca, Takahashi presentò la serie FC-100 con un design delle lenti denominato Steinheil, che prevede l’utilizzo dell’elemento positivo in fluorite nella parte posteriore, il nuovo progetto propone lo stesso schema ottico ma con un nuovo vetro ECO Glass che fornisce una trasmissione elevata e rivesti decisamente piu’ performanti.

Questo doppietto è diverso dai progetti di tipo Fraunhofer, che solitamente utilizzano l’elemento positivo in fluorite nella parte anteriore. Takahashi giustificò questa scelta con il fatto che la fluorite era igroscopica e fragile, e quindi non era possibile applicare rivestimenti molto resistenti. I primi FC-100, infatti, non avevano l’elemento in fluorite rivestito, che fu successivamente introdotto nelle versioni successive con rivestimenti multistrato.  

 

Per anni si sono intavolate discussioni tra astrofili , tra amanti dello doppietto Steinheil e altri che irriducibili del classico doppietto    Fraunhofer. Quello che è certo è che Takahashi piu’ volte a dichiarato che la presenza della fluorite nella parte anteriore dell’obiettivo migliora il contrasto, tuttavia, dopo anni, Takahashi ha deciso di tornare “indietro” e utilizzare lo schema Steinheil.

Non si è trattato di una scelta volta a contenere i costi, poiché la produzione di un doppietto Steinhei è in realtà più costosa rispetto a quella di un Fraunhofer. È probabile che Takahashi abbia accolto le preoccupazioni dei possessori di telescopi FS, che temevano di esporre i loro pregiati doppietti in fluorite alla rugiada, all’umidità e ad altri agenti atmosferici. Personalmente, in Italia ho conosciuto due appassionati che, dopo pochi mesi, hanno deciso di vendere il loro FS per paura di rovinarlo. Non entrerò nelle questioni psicologiche che entrano in gioco in tali circostanze, ma presumo che alcuni astrofili potrebbero beneficiare di maggiore tranquillità con un telescopio che presenta la fluorite al riparo dagli agenti atmosferici.

Praticamente, non sono stato in grado di effettuare confronti diretti con un ipotetico FS di pari diametro e rapporto focale. Tuttavia, ho utilizzato il mio FS-128 nelle stesse serate  e devo ammettere che la nitidezza e il contrasto del FC-100DZ non lasciano dubitare della qualità di questo nuovo progetto. Anzi, le immagini mi sono sembrate decisamente più corrette in termini di contenimento delle aberrazioni cromatiche ad alto ingrandimento e una maggior neutralità dei bianchi.

 

STAR TEST , RETICOLO DI RONCHI, CHESHIRE

Ho affrontato  lo Star Test in due modalità, come faccio sempre: utilizzando la stella artificiale RGB della Geoptik, e analizzando alcune stelle nel cielo di agosto. Ritengo che questo risultato sia tra i migliori  che io abbia osservato. Per analizzare il disco di diffrazione, ho utilizzato oculari di alta qualità, ortoscopici Takahashi e oculari monocentrici senza l’ausilio di un prisma. Le immagini in intra-focale erano sostanzialmente identiche a quelle in extra-focale; non ho notato aberrazione sferica evidente. Gli anelli erano ben spaziati e privi di luce diffusa all’interno. Mi è parso uno star test pratico che rappresentava quasi perfettamente ciò che spesso si definisce “star test da manuale”. Nessuna traccia di astigmatismo di coma, o segni evidenti di tensionamenti. Il Cheshire, inoltre, ha confermato la buona collimazione del rifrattore.  

Ho inoltre utilizzato un oculare con reticolo di Ronchi per verificare la qualità ottica del telescopio sulla stella artificiale.
Anche in questo caso, ho notato che la lavorazione ottica di questo rifrattore è di ottima fattura. Rispetto al mio FS-128, l’FC-100DZ mostrava una migliore correzione nel blu. Questo risultato dipende dal fatto che l’FC-100DZ è un modello pensato anche per l’imaging digitale. Il mio FS-128 mi è parso fornire una resa migliore con il reticolo di Ronchi nel rosso. Non ho potuto apprezzare tali differenze nell’osservazione di Marte per motivi di visibilità e di condizioni di visibilità.

In definitiva mi è parso molto simile a un ottimo tripletto che ha un semplice doppietto, anche lo sferocromatismo e lo spettro secondario sono ben corretto se si analizza il suo rapporto focale. Takahashi, dichiara con piacere, infatti, una  Strehl ratio Strehl ratio policromatico lungo tutto lo spettro del visibile superiore al 90% e del 97,6% nel verde.

 

TEST CON USAF CHART A 35 METRI

Avendo tra le mani un doppietto di siffatta qualità, non potevo esimermi dal testarlo con la classica prova a 35 metri osservando le righe della USAF Chart. Per questo motivo, ho utilizzato il miglior diagonale a specchio che possedevo, poiché mi sono accorto che il prisma Takahashi induceva una leggera aberrazione cromatica laterale con l’oculare zoom. A bassi ingrandimenti  32x sono stato in grado di percepire chiaramente la riga numero 4, mentre ad alti ingrandimenti, ossia 115x, sono riuscito a distinguere le righe fino al numero 3, nella tabella più piccola.

Ho dovuto utilizzare un particolare ingrandito della tabella, nella immagine seguente, per farvi valutare adeguatamente il potere risolutivo, poiché  non sarebbe stato possibile mostrare le righe risolte. Al centro del campo, il cromatismo residuo è praticamente invisibile, mentre si nota leggermente un alone bluastro-verde di aberrazione cromatica laterale nella parte esterna del campo. Tuttavia, questo alone può variare anche in base all’oculare utilizzato.

FIG.6 – Il test con la USAF CHART

TRATTAMENTO ANTI-RIFLESSO

 

Il trattamento antiriflesso è di altissima qualità, con una piacevole colorazione verde, simile a quello dei migliori spotting scope di alta qualità che ho il piacere di utilizzare e possedere. La trasmissione luminosa è veramente molto elevata; spesso, durante le serate, ero stupito di veder  montato sulla mia vecchia Vixen GP un rifrattore così compatto, ma con una luminosità decisamente soddisfacente, spesso mi pareva di stare osservando con un 120 mm.

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE

Anche in questo caso è utile fare una premessa: essendo un telescopio che consente l’uso di oculari astronomici,  le osservazioni sono state effettuate con gli oculari citati nei paragrafi precedenti. Pertanto, la media delle mie osservazioni sarà utilizzata per completare il paragrafo relativo alle performance cromatiche e geometriche.

 

Aberrazione cromatica al centro del campo 

Direi eccellente. In proporzione al suo rapporto focale, le immagini sono risultate praticamente prive di aberrazione cromatica, se non ad altissimi ingrandimenti. Nella classica osservazione diurna che compio con il mio gazebo bianco, il Takahashi FC-100DZ ha fornito prestazioni ottimali, simili a quelle dei migliori spotting scope che ho avuto il piacere di utilizzare.  Posso affermare che, per essere un doppietto aperto f/8, le immagini sono pregevolmente corrette.

Con l’oculare zoom della Zeiss, la struttura metallica non mostra cromatismo residuo fino neppure a 115x, lo stesso dicasi con l’oculare KOWA TE-11 WZ.  Lo stesso vale per l’osservazione lunare, dove solo in un paio di occasione, ad alti ingrandimenti, ho notato un piccolo residuo di rosso sui picchi delle montagne. Tuttavia, sostituendo gli oculari Takahashi  LE con i TMB SUPERMONO e gli oculari ortoscopici Takahashi, questa percezione di colore spurio è svanita.

Questo è un ennesimo esempio di come spesso si attribuisca la colpa a uno strumento, quando in realtà dipende dall’oculare utilizzato o dal prisma utilizzato.

 

Aberrazione cromatica laterale

L’aberrazione cromatica laterale a basse ingrandimenti è quasi sempre completamente corretta. Tuttavia, ad alti ingrandimenti, può essere percepito in alcune condizioni di illuminazione un lievissimo alone blu sulla struttura metallica del gazebo che prende sempre come punto di riferimento. Questo fattore, però, varia a seconda degli oculari utilizzati. Ad esempio, è più evidente con oculari zoom dallo schema complesso e quasi totalmente impercettibile con oculari ortoscopici di alta qualità. Utilizzando oculari ortoscopici Takahashi di alta qualità, come gli ottimi oculari MC-ABBE, la resa ai bordi è stata eccellente anche per quanto riguarda l’aberrazione cromatica laterale. Inutile ribadire che osservando la Natura senza cercare zone in forte controluce o troppo contrastate sia il cromatismo in asse che quello laterale sono praticamente inesistenti.

 

Curvatura di campo

La curvatura di campo  è piacevolmente contenuta. Nell’osservazione terrestre, ho beneficiato di immagini perfette fino al bordo utilizzando oculari ortoscopici. Lo stesso vale per le immagini ottenute con l’oculare zoom Carl Zeiss e con il più economico Baader Planetarium Mark III. Stupenda l’immagine visibile attraverso l’oculare Docter UWA 12.5 mm.

 

Distorsione angolare

La distorsione angolare variava in base all’oculare utilizzato. Per l’osservazione naturalistica, posso confermare che si percepisce una certa distorsione angolare a “cuscinetto”. Ovviamente, le prestazioni variano anche in base agli oculari utilizzati: è una cosa utilizzare un oculare specifico per osservazioni terrestri, come lo zoom Carl Zeiss, e un’altra è utilizzare un oculare astronomico progettato specificamente per l’osservazione dei campi stellari.

 

Altre aberrazioni

Con la maggior parte degli oculari in mio possesso non ho notato presenza di coma e astigmatismo ai bordi del campo. E’ una immagine molto ben corretta, grazie al rapporto focale medio/alto.

 

OSSERVAZIONE PRATICA

Osservazione naturalistica e del paesaggio

È piuttosto atipico utilizzare un rifrattore astronomico tra boschi, paludi e capanni, tuttavia alcuni appassionati potrebbero realmente beneficiare dell’alta qualità di questo strumento se possono sfruttare una location adatta. Mi riferisco ad esempio a postazioni fisse o  con eccellenti panorami, o alla possibilità di raggiungere punti panoramici senza dover affrontare trasferimenti a piedi. Vista la sua leggerezza, vi confermo che questo rifrattore è sostenuto perfettamente dal treppiede Cartoni con testa Focus 100, di cui troverete la recensione su Binomania. Tuttavia, per le mie osservazioni da casa, ho preferito montarlo sulla montatura altazimutale AOK Swiss, poiché avevo la possibilità di effettuare confronti in tempo reale con i migliori spotting scope che possiedo attualmente. Per questo motivo, vi posso confermare quanto segue.

 

FIG. 7- differenze tra il rifrattore con il paraluce e il focheggiatore retratto

Se ricordate, avevo installato sulla montagna di fronte a casa mia , a 1050 metri di distanza un foglio A4 in attesa di piazzare il nuovo foglio in alta risoluzione in formato A3 progettato dall’architetto Angelo Cutolo. Vi confermo che, durante i periodi migliori, come ad esempio la mattina presto, verso le ore 7:00, sono stato in grado di separare le righe proporzionalmente al potere risolutivo del telescopio. Nelle situazioni ottimali, di fatto, un obiettivo a rifrazione di alta qualità da 100 mm può essere sfruttato perfettamente anche per l’uso diurno.

L’oculare zoom Zeiss usato con gli adattatori da 31.8 mm o da due pollici, fornisce immagini naturalistiche di altissima qualità. Ho avuto il piacere di seguire più volte delle poiane che sorvolavano il mio giardino, zero cromatismo residuo, anche sulle remiganti e una ottima luminosa del piumaggio sotto le ali. L’immagine, proporzionale alla distanza dei soggetti osservati e alla turbolenza locale, rimane nitida anche a 115 ingrandimenti, mentre la resa dei colori è perfetta senza evidenti derive cromatiche.

Ho potuto anche sfruttare l’oculare zoom Kowa TE-11 WZ. Purtroppo, non possedendo un prisma da due pollici di alta qualità, ho dovuto utilizzarlo tramite un diagonale a specchio. Ricordo ai lettori che, senza un prisma raddrizzatore, un rifrattore astronomico mostrerà immagini ribaltate da destra a sinistra. È difficile per me quantificare se fosse meglio l’oculare zoom della Zeiss o quello della Kowa, poiché in determinati frangenti ho apprezzato molto il micro contrasto dell’oculare giapponese e la sua migliore resa ai bordi, anche per quanto riguarda il contenimento del cromatismo laterale. D’altra parte, l’oculare zoom  Zeiss  forniva ingrandimenti maggiori mantenendo al contempo una nitidezza eccellente.

Se possedete questo rifrattore e desiderate beneficiare di  oculari zoom di alta qualità per osservare animali rapaci o paesaggi, entrambi gli oculari potrebbero essere delle ottime soluzioni. Quello giapponese è ancora in produzione, mentre “il vecchio ” Zeiss potrebbe essere disponibile a un prezzo più favorevole sul mercato dell’usato.

Osservazione astronomica

Luna

Durante il mese di agosto ho avuto la possibilità di osservare la Luna in diversi serate. Anche se non ho potuto beneficiare di orari osservativi particolarmente comodi e di una Luna alta in cielo come nei mesi invernali, ho apprezzato molto le visioni ottenuti con questo rifrattore. La prima cosa che si nota utilizzando questo strumento è la sua leggerezza e compattezza in proporzioni alle immagini che sa restituire ad alti ingrandimenti. È risaputo che un rifrattore da 4 pollici di alta qualità soddisfi le aspettative di chi è esigente nell’osservazione degli oggetti del sistema solare. Le dimensioni  compatte del FC-100DZ sono particolarmente vantaggiose, per chi non ha la possibilità di usare montature ingombranti e pesanti.  E’ stato, infatti, un vero piacere spostare rapidamente il telescopio nel giardino, utilizzando la vecchia Vixen GP e la montatura altazimutale AOK Swiss per sessioni osservative  rapide e rilassanti ma di ottima qualità, una qualità non raggiungibile dal classico “ottantino”.

Confermo che, in base allo schema ottico e al rapporto focale, l’ FC-100DZ è un rifrattore molto nitido. Mi ha stupito la sua capacità di fornire immagini della superficie lunare nitide e contrastate, anche quando le condizioni non erano ottimali, come spesso accade nella mia valle durante l’estate. Durante alcune serate, ho percepito con maggiore facilità dettagli del Sinus Iridum, che apparivano più definiti rispetto a quelli visibili nel FS128 e che erano soffocati nervosamente dalla turbolenza percepibile nel Celestron 8 Ultima.

FIG.8 – Ho usato spesso gli oculari ortoscopici Takahashi che forniscono una ottima nitidezza

Per chi cerca di sfruttare al massimo il poco tempo a disposizione per l’osservazione, ritengo che uno strumento come il  Takahashi FC-100DZ sia perfetto. Lo sarà anche per chi non ha a disposizione un grande giardino e deve accontentarsi di un balcone di un appartamento. La qualità ottica di questo rifrattore compensa, il diametro medio, offrendo prestazioni eccellenti.

Nella tormentata superficie lunare, ho apprezzato chiaramente la sinuosa Rima Gartner. Anche il fondo del Sinus Iridum era molto dettagliato, con micro crateri e strutture interne ben visibili. La tridimensionalità del Promontorium Laplace e del Promontorium Heraclides erano ben evidenti. Ho notato facilmente i dettagli della Rima Birt e i domi bisecati, i crateri “fantasma” all’interno del cratere Alphonsus e la rima omonima. La trama netta, ma talvolta ostica delle rime, all’interno del cratere Gassendi era ben evidenziata, e come contorno, si apprezzava una ottima tridimensionalità tra il plateau originale e la lava successivamente depositatasi.

Se siete appassionati di Luna non vi dimenticate di visitare la Rivista della Luna

Nell’osservazione di Eratosthenes e Aristarchus a oltre 200x, ho notato con piacere che le aree con l’albedo più elevata non mostravano il cromatismo blu a ingrandimenti elevati, come invece era più evidente, anche se in modo modesto, nel mio FS-128. Ancora una volta, il FC-100DZ ha dimostrato una correzione eccellente per un rifrattore aperto a F8.

Ho evidenziato, sia nell’osservazione lunare che planetaria, che il rifrattore si è comportato molto bene anche con il vecchio moltiplicatore Takahashi, utilizzato in passato con il mio FS-128 acquistato usato qualche anno fa. Le immagini sono rimaste nitide e dettagliate anche ad alti ingrandimenti, senza alcuna caduta di nitidezza. Cambiando gli oculari e utilizzando alternativamente oculari con focale più corta e oculari con focale più lunga insieme al moltiplicatore, non sono state notate differenze evidenti. Solo in alcuni casi, si è percepita una lievissima maggiore diffusione della luce sul terminatore lunare, ma si trattava di una questione davvero di alta pignoleria.

Saturno

Con grande dispiacere, non ho avuto l’opportunità di osservare i pianeti come avrei voluto per motivi legati alla mia attività lavorativa e alle levate mattutine per raggiungere spesso il poligono o le rive del lago dove testo vari prodotti, ma posso confermare che il pianeta Saturno mostrava dettagli interessanti sulla superficie del globo, come ombreggiature ai poli e particolari nella zona equatoriale. Anche se gli anelli non sono in una posizione ottimale, la nitidezza e il contrasto forniti da questo strumento sono risultati molto elevati. Sarà utile, in futuro, magari durante qualche Star Party, comparare l’FC-100DZ con rifrattori specificamente progettati per l’osservazione planetaria, mi rimarrà il dubbio altrimenti di non aver saggiato le sue prestazioni nell’osservazione di Marte.

Cielo profondo

Per quanto riguarda l’osservazione del cielo profondo, mi sono limitato a osservare sotto un cielo mediamente inquinato di un piccolo paese delle Prealpi varesine, situato a 512 metri di altitudine. Ho cercato di approfittare delle notti in cui la foschia si diradava a causa del vento. Utilizzando un oculare di alta qualità come il Docter  UWA 12,5 mm, le immagini fornite dal FC-100DZ erano eccezionali. La Via Lattea mostrava decine di stelle, tutte perfettamente corrette fino al bordo estremo del campo, e ho apprezzato particolarmente la capacità di questo rifrattore di offrire immagini molto contrastate degli oggetti più evanescenti.

FIG.9 – I tempi di attesa per l’ambientazione del doppietto sono molto brevi

La visione di M31 è   splendida, e altrettanto notevole è  quella del classico duo M81 e M82. Anche in queste condizioni, la sensazione era  di utilizzare uno strumento con un diametro leggermente superiore, tanto era la trasparenza e la qualità di questo doppietto. A bassi ingrandimenti, sempre in relazione alla qualità degli oculari utilizzati, quasi sempre Vixen LVW o Pentax XW le immagini e il campo inquadrato erano comparabili a quelli di un binocolo astronomico, con una puntiformità eccezionale al centro del campo.

FOTOGRAFIA ASTRONOMICA

 Takahashi ha dichiarato che la versione DZ è in grado di mostrare stelle piu’ corrette e puntiformi (circa la metà) rispetto al FC-100D aperto a F/7.4. Con una Strehl superiore al 90% e una sferica minima limitata dal blu al rosso, calando un po’ solo nel viola, mi pareva doveroso affidarmi alla esperienza di Antonio Giudici del Gruppo Astrofotografico di Varese. Antonio ha utilizzato il FC-100DZ senza accessori fotografici dedicati, utilizzando invece un’ottica combinata con una Canon 60Da. I risultati ottenuti sono stati basati esclusivamente sull’ottica del rifrattore, senza l’impiego di spianatori di campo o correttori specifici. Lascio a Antonio il compito di condividere le sue impressioni pratiche sul campo.

FIG.10 – Riprese effettuate da Antonio Giudici e Paolo Cascone Elaborazione Giorgio Baj

BOX DEL GRUPPO ASTROFOTOGRAFICO VARESE

Abbiamo avuto l’opportunità di esaminare il tubo ottico TAKAHASHI FC-100DZ, gentilmente fornito da Piergiovanni Salimbeni, per un test fotografico. Sebbene questo telescopio non sia specificamente progettato per l’astrofotografia, con una focale di 800 mm a f/8, abbiamo deciso di metterlo alla prova catturando un’immagine di M31.

Il test è stato condotto presso il Beder Sky Observatory di Bedero Valcuvia, in provincia di Varese (45° 54’ 33’’N, 008° 47’ 35’’E) il 9 agosto 2024, a partire dalle ore 01:30 LT.

Il tubo ottico è stato montato su una montatura Vixen GP DX con Skysensor 2000, e abbiamo realizzato esposizioni volutamente brevi di 15 secondi a 3200 ISO, utilizzando una fotocamera Canon 60DA. Le condizioni del cielo erano buone, con un seeing discreto e un valore di SQM di 20,5 nella zona di ripresa.

Sono state effettuate 120 esposizioni, supportate da 21 dark frame, 30 flat frame e 30 bias frame. Non abbiamo potuto montare un telescopio guida, poiché il telescopio fornito era privo di anelli per il fissaggio di una piastra, essendo dotato solo della sua culla a fascia.

Abbiamo riscontrato qualche difficoltà nella messa a fuoco precisa, in quanto il focheggiatore, pur essendo di qualità, era privo di riduzione micrometrica. Nonostante queste limitazioni, l’immagine finale di M31, elaborata da Giorgio Baj con PixInsight, ha mostrato un’ottica di grande valore: il cromatismo residuo sulle stelle era praticamente assente e, sebbene i bordi mostrassero un leggero allungamento delle stelle (data l’assenza dello spianatore originale), il risultato è stato comunque molto soddisfacente.

Il paraluce estraibile si è rivelato comodo, un dettaglio non sempre presente nei modelli più datati della stessa casa. In conclusione, questo telescopio si è dimostrato all’altezza del nome che porta, nonostante non sia un apocromatico puro. – Antonio Giudici  – Gruppo Astrofotografico Varese.

 

 

Osservazione delle stelle doppie

Non sono particolarmente appassionato delle osservazione stelle doppie per diversi motivi. In primo luogo, non abito in città e quindi riesco ancora a osservare discretamente qualche galassia, inoltre, secondo me, la separazione delle stelle doppie non sempre riflette la qualità intrinseca di uno strumento ottico. Ho separato stelle puntiformi al limite anche con rifrattori che peccavano di aberrazione sferica in maniera cosi evidente da risultare solo sufficiente nell’osservazione di Giove e di Marte. Di fatto piu’ grande è l’immagine retinica, più evidente sarà l’effetto dell’aberrazione sulla qualità dell’immagine e non è questo il caso, inoltre non si osservano mai stelle doppie fuori asse dove eventualmente è possibile percepire le aberrazioni extra-assiali.

 Per questo motivo, preferisco basare le mie valutazioni  soprattutto osservando dettagli planetari ostici, dove la qualità del rifrattore può essere messa realmente alla prova. Strumenti abili nel separare stelle doppie anche difficili, infatti,  potrebbero non rendere altrettanto bene nel mostrare dettagli planetari fini.

Tuttavia, navigando tra le costellazioni estive ho osservato con piacere alcune stelle doppie. In questi casi, oltre ad apprezzare la puntiformità delle stelle e il “vellutino nero” che si presentava intorno e tra esse, ho notato anche l’ottima capacità del FC-100DZ di rappresentare fedelmente i colori delle stelle.  L’immagine era “da manuale” come solo un rifrattore sa fare.

Utilizzo con il visore binoculare

Anche l’utilizzo del FC-100DZ con un visore binoculare si è rivelato eccezionale e molto gratificante. Ho particolarmente apprezzato l’impiego sulla montatura altazimutale, che mi ha permesso di spazzolare il cielo con facilità utilizzando oculari a ingrandimento medio-basso. Questa configurazione ha reso l’osservazione lunare ancora più comoda e immersiva, grazie alla percezione della tridimensionalità che il visore binoculare può offrire.

Tuttavia, è importante notare che osservatori più pignoli potrebbero rilevare che la luce diffusa e il contrasto ottenuti con la visione diretta, senza l’uso del visore binoculare, risultano meno evidenti.  Con strumenti ottici ostruiti, invece, gli astrofili spesso prediligono la visione binoculare, poiché questi strumenti, in monovisione tendono a mostrare immagini meno nitide a causa rispetto a un rifrattore di qualità. Un vero rifrattorista soffre di cervicale e osserva in visione diretta e senza diagonale, quanto meno Luna e pianeti. 

Battute a parte, vorrei anche informarvi che usando il prisma Baader da 31.8 mm con la MaxBright II, non ho avuto bisogno di usare i Glass Path Corrector. La visione con oculari da 23 mm era da binocolo astronomico.    

FIG.11 – Rifrattore classico, di ottima qualità, con dettagli essenziali ma ben progettati, qualità ottica, elevata, compattezza invidiabile

PREGI E DIFETTI

Pregi:

  • Leggerezza e compattezza
  • Doppietto alla fluorite di alta qualità
  • Ottimo contenimento dell’aberrazione cromatica
  • Ottime prestazioni osservando Luna e Pianeti
  • Valido anche per l’astrofotografia
  • Con gli accessori giusti è un potentissimo spotting scope Top di Gamma
  • Accessoristica Takahashi 

Difetti:

  • Assenza di demoltiplica nel focheggiatore per gli astrofotografi
  • Il telescopio astronomico FC-100DZ come è ovvio non è progettato per resistere a condizioni meteorologiche avverse, graffi o urti. Questo limita l’uso del telescopio in ambienti molto esposti rispetto a strumenti come gli spotting scope, sebbene questa considerazione riguardi una nicchia molto specifica , ossia l’astrofilo che vuole anche osservare la natura.

IN SINTESI

 

Il Takahashi FC-100DZ è un rifrattore da 4 pollici che combina perfettamente versatilità e compattezza. Questo strumento si è rivelato eccellente in una vasta gamma di applicazioni, dall’osservazione lunare e planetaria, fino al cielo profondo e all’osservazione naturalistica. Il doppietto Steinheil, con il suo elemento in fluorite, garantisce una durevolezza superiore senza sacrificare la nitidezza. La sua leggerezza e compattezza lo rendono ideale per montature leggere, ed è perfetto anche per l’uso con visori binoculari e prismi raddrizzatori per osservazioni occasionali del paesaggio. Come un diamante, il Takahashi FC-100DZ è un gioiello compatto, di alta qualità, classico, e destinato a durare nel tempo.