PREMESSA
Nel corso della mia attività di astrofilo, ma anche di tester di strumentazione ottica – prima prevalentemente astronomica, ho recensito rifrattori, Newton, Maksutov-Cassegrain, Maksutov-Newton, Schmidt-Cassegrain, rifrattori, Cassegrain classici e Schmidt-Newton. Tuttavia, ho avuto poche occasioni di osservare con uno schema ottico Dall-Kirkham. A parte una fugace osservazione con il Takahashi Mewlon 210, non avevo mai avuto il piacere di testare sul campo e sotto il cielo un telescopio della serie Mewlon della nota azienda giapponese Takahashi.
Grazie alla collaborazione con Skypoint, ho potuto invece osservare durante il mese di marzo con il Takahashi Mewlon 180C, che attualmente ha un prezzo ufficiale suggerito dal distributore italiano di 2.240€ IVA inclusa.
All’interno di questa recensione potrete leggere le caratteristiche tecniche del telescopio, i suoi pregi e difetti, e alcune considerazioni basate sulle sessioni pratiche che ho condotto. Nella videorecensione in 4K di un’ora disponibile sul mio canale YouTube e in questo articolo vi porterò con me sul campo per seguire da vicino alcune sessioni osservative e i test effettuati con questo strumento.
Buona visione!
ACCESSORI IN DOTAZIONE
Come avrete potuto vedere nel video unboxing che pubblico qui di seguito, la dotazione del Takahashi Mewlon è decisamente essenziale. Oltre al telescopio, che arriva all’interno di una scatola dove il Mewlon 180C è egregiamente protetto da chips di polistirolo, troverete una slitta con passo Vixen, il cercatore di serie 6×30 e una pinza a coda di rondine per il montaggio su vari supporti. È inoltre presente il porta-oculare da due pollici con riduzione per oculari da 31,8 mm.
ACCESSORI ACQUISTABILI SEPARATAMENTE
Non è necessario elencare l’intera gamma di accessori Takahashi compatibili con questo strumento potete visitare questo link: https://takahashi-europe.com/catalog/accessories. Personalmente, mi sono avvalso di tutta la serie di oculari MC Abbe, ormai fuori produzione, e soprattutto del diagonale prismatico Takahashi e della torretta porta oculari che hanno facilitato enormemente sia la fase di test sia l’osservazione con vari oculari.
MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO
Lo strumento presenta un design molto semplice e pulito, ma al tempo stesso affascinante. Il tubo ottico è realizzato in acciaio, mentre la culatta è interamente tornita dal pieno nelle officine di Takahashi. Apprezzo particolarmente l’accostamento cromatico tra il grigio-verde e il bianco, che definirei color avorio, tipico della Takahashi. La costruzione riflette una filosofia di spartanità ed essenzialità. L’interno del tubo ottico è perfettamente ottimizzato per ridurre la luce diffusa, grazie a una verniciatura opaca, mentre all’interno del paraluce dello specchio primario è presente una vera e propria costellazione di diaframmi.
Il tubo ottico è molto compatto: misura circa 65 cm di lunghezza e pesa solo 6,2 kg. Anche dotandolo di accessori pesanti, raramente si supera il peso di 8 kg. Questo lo rende uno strumento che non necessita di montature pesanti e costose per l’utilizzo. Personalmente, l’ho sfruttato anche su una mia vecchia Vixen GP senza problemi. Il diametro dell’intubazione è di 210 mm.
Anche se qualche astrofilo avrebbe preferito un cercatore 7×50, all’atto pratico si tratta di un accessorio superfluo per un telescopio ottimizzato per l’osservazione planetaria. Personalmente, ho apprezzato molto la scelta progettuale di Takahashi di integrare un sistema maniglia-supporto per il cercatore, che facilita sia il trasporto sia il fissaggio. Il piccolo cercatore 6×30 è infatti inserito all’interno di questa sorta di culla e può essere regolato tramite tre grani situati a 120° l’uno dall’altro. Durante l’utilizzo del mio esemplare, ho dovuto regolarlo solo una volta, pur spostando continuamente il telescopio dalla casa al giardino e utilizzando la maniglia.

L’uscita del porta-oculare di questo telescopio è da due pollici, ma in dotazione – come già anticipato nel paragrafo precedente – è presente un riduttore per poter utilizzare oculari e accessori con barilotto da 31,8 mm di diametro. La possibilità di montare oculari da due pollici consente di sfruttare accessori specifici per l’osservazione del cielo profondo. Ovviamente, con una lunghezza focale di oltre 2000 mm, non è possibile ottenere campi grandangolari particolarmente estesi. Tuttavia, per chi potesse beneficiare di un oculare da due pollici con almeno 50-55 mm di focale, posso confermare che sarà possibile inquadrare quasi interamente ammassi aperti estesi, come visibile in questa simulazione delle Pleiadi.
Relativamente al sistema di messa a fuoco, essa avviene tramite la traslazione dello specchio primario. Di conseguenza, è presente un leggero spostamento del soggetto inquadrato durante la rotazione della manopola. Quest’ultima, tuttavia, è priva di giochi, molto fluida e precisa. In particolare, mi ha sorpreso lo snap test: il punto di fuoco è davvero univoco e immediato, risultando molto facile da raggiungere.
Raramente è necessario ritoccare il fuoco, tranne nelle serate con forte turbolenza atmosferica, dove è indispensabile per ottenere un’immagine sempre leggibile. Ho inoltre notato che il sistema di traslazione dello specchio primario migliora in base alla temperatura esterna: mi è sembrato funzionare leggermente meglio con temperature superiori ai 10°C.

OTTICA
Dal punto di vista ottico, questo Dall-Kirkham offre uno specchio primario con un diametro di 180 mm, una lunghezza focale di 2.160 mm e un rapporto focale pari a f/12.
Rispetto a un Cassegrain classico, che utilizza uno specchio secondario iperbolico con una maggiore complessità di lavorazione, il Dall-Kirkham adotta uno schema ottico più semplice, basato su uno specchio primario sferico e uno specchio secondario ellittico. Questo design conferisce ottime prestazioni sull’asse ottico, ma introduce alcune aberrazioni geometriche ai bordi del campo visivo.
Uno dei principali vantaggi di questo schema ottico è l’assenza di una lastra correttrice o di un menisco, il che comporta diversi benefici: una migliore ambientazione termica, una maggiore stabilità della collimazione e una trasmissione luminosa superiore, dato che ogni elemento ottico aggiuntivo in un progetto introduce inevitabili perdite di luce e complessità.
Rispetto a un classico Schmidt-Cassegrain come il Celestron C8, inoltre, il Dall-Kirkham presenta uno specchio primario con un rapporto focale di circa f/3, il che lo rende più semplice da realizzare e più facile da collimare.
Uno dei pregi di questo telescopio è anche l’ottimo trattamento ottico ad altissima riflettività, che raggiunge il 96%.
Come anticipato, si tratta di uno strumento particolarmente indicato per l’osservazione lunare, planetaria e delle stelle doppie. Tuttavia, può essere utilizzato anche in fotografia astronomica per gli stessi soggetti. Per chi volesse riprendere nebulose planetarie o ammassi stellari, è disponibile opzionalmente un correttore di campo, che porta lo strumento a una lunghezza focale di 1.760 mm, con un rapporto focale risultante di f/9,8.
L’ostruzione centrale è di circa 33%, un valore che – come vedremo – non gli permette di primeggiare nel contrasto rispetto a un eccellente rifrattore da 5 pollici. Tuttavia, i dettagli planetari offerti dal Mewlon 180C sono comparabili a quelli di un ottimo rifrattore da 140 mm di diametro.

STAR TEST e SNAP TEST
Come potrete vedere nella videorecensione, ho effettuato lo star test nel corso della prima sessione osservativa, verificandone le differenze in base all’ambientazione termica. Posso confermare che, quando il telescopio non è ancora perfettamente ambientato, si può notare un leggero accenno di aberrazione sferica. Questo potrebbe portare a giudizi errati se si esegue uno Star Test troppo presto, confrontando un telescopio non ancora ambientato con uno già a temperatura. Classico esempio di nascita di leggende metropolitana è l’analisi fugace dei telescopi duranti uno StarParty quando magari non sono ancora in temperatura o scollimato per il viaggio.
Una volta raggiunta la temperatura di equilibrio, ho potuto apprezzare uno Star Test tra i migliori che abbia osservato quest’anno. Le immagini erano letteralmente da manuale, in relazione ovviamente allo schema ottico del telescopio. In particolare, si notava un leggero ispessimento dell’anello esterno, dovuto alla costruzione dello specchio primario, mentre gli anelli risultavano nitidi, netti e ben spaziati, senza alcuna luce diffusa. L’immagine in extra-focale era praticamente identica a quella in intra-focale, con la stessa spaziatura degli anelli e senza tracce di aberrazione sferica. Questo è già un chiaro indice dell’eccellente qualità ottica di questo strumento Made in Japan.
La sera del 25 marzo, inoltre, ho eseguito un test con un reticolo di Ronchi da 10 lpi, analizzandone le righe. Ho potuto verificare che esse risultavano perfettamente lineari, senza alcuna curvatura o deformazione, segno di una lavorazione ottica di altissimo livello.
COLLIMAZIONE
Per verificare la robustezza del telescopio, ho chiesto specificatamente a Mauro Narduzzi di non controllare la collimazione dello strumento prima della prova. La collimazione, quindi, si è basata esclusivamente sul trasporto dal Giappone al distributore di Campoformido, e successivamente verso la provincia di Varese. Il telescopio è arrivato solo leggermente scollimato.
La regolazione della collimazione avviene agendo sulle tre viti di supporto dello specchio secondario. In dotazione è presente una chiave apposita, tuttavia, per operazioni di questo tipo (soprattutto al buio), consiglio di legare la chiave al polso oppure di utilizzare un sistema di chiavi multifunzione, che offra una presa più sicura ed eviti il rischio che la chiave cada all’interno del tubo ottico, danneggiando lo specchio primario.
Personalmente, dato che non mi fido mai troppo delle chiavi in dotazione, ho preferito utilizzare un accessorio multifunzione della Dexter con chiavi in acciaio inox di alta qualità. Questo evita il rischio di spanare le viti, che nel caso del Mewlon 180C mi sono sembrate leggermente composte da una lega un po’ morbida.

Per regolare la collimazione, il mio consiglio è di procedere con micro-rotazioni di circa 1/20 o 1/10 di giro e di assicurarsi che nessuna vite sia già a battuta. Se si avverte una resistenza eccessiva, forzare potrebbe danneggiare irreparabilmente la vite. In questi casi, è meglio svitare leggermente la vite già a battuta, riequilibrando poi la regolazione con le altre.
Durante la prima serata di osservazione, ho eseguito un paio di regolazioni, inizialmente a bassi ingrandimenti e poi affinando la collimazione con un oculare da 2,8 mm.
Non avendo avuto modo di utilizzare il telescopio per molti mesi, non posso garantire la tenuta della collimazione durante lunghi trasporti. Tuttavia, nel periodo di test non ho mai dovuto ritoccarla, se non nei casi in cui passavo da un accessorio all’altro (ad esempio, da un visore binoculare a un oculare con diagonale o alla visione diretta). In questi casi, però, la variazione percepita poteva dipendere più dalle tolleranze meccaniche degli accessori che da una reale scollimazione dello strumento.
Infine, lo Star Test e la collimazione hanno confermato l’eccellente qualità ottica e meccanica della torretta portaoculari Takahashi. Le immagini di diffrazione in intra e extra-focale erano praticamente identiche, sia in visione diretta che utilizzando la torretta binoculare. Questo è un chiaro segno della precisione costruttiva dello strumento e dei suoi accessori.

TRATTAMENTO ANTI-RIFLESSO
Come anticipato, il Takahashi Mewlon 180C è dotato di un trattamento ad alta riflettività applicato sia allo specchio primario che a quello secondario, garantendo una trasmissione totale del treno ottico pari al 96%.
Si tratta di un valore eccellente, e nell’uso pratico non ho riscontrato alcuna perdita di luminosità rispetto, ad esempio, al mio Celestron C8.
OSSERVAZIONI SUL CAMPO
Riporto di seguito alcune delle osservazioni effettuate con il Takahashi Mewlon 180C.
Lunedì 17 febbraio
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Orario di osservazione: 18:00 – 21:00
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Montatura: Sky-Watcher NEQ6 Pro su treppiede Berlebach Planet
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Trasparenza: 8/10
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Seeing: 7/10
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Accessori utilizzati: oculari Takahashi MC Abbe e torretta porta-oculare Takahashi
Il primo fattore che ho evidenziato nel corso del test, come potrete vedere anche nella videorecensione, è la leggerezza di questo telescopio.
Dopo aver utilizzato nei mesi precedenti strumenti più pesanti come un rifrattore da 185 mm e un Cassegrain da 200 mm, ho trovato il Mewlon 180C estremamente maneggevole. Questo aspetto è particolarmente vantaggioso per chi ha problemi fisici o di spazio, rendendolo ideale anche per chi osserva da un piccolo balcone in città. Il telescopio può essere montato letteralmente con una mano, sollevandolo facilmente oltre le spalle, un fattore di pregio nell’uso prolungato.
Prime impressioni e osservazione di Venere
Fin da subito ho apprezzato la pulizia delle linee e la spartanità del design, privo di elementi superflui.
Ho iniziato le osservazioni prima di controllare la collimazione, poiché le stelle di riferimento non erano ancora visibili. Puntando Venere, durante la prima settimana del mese di Marzo ho notato una sottile falcia dai bordi nitidi senza aberrazioni cromatiche evidenti. Queste ultime sono comparse solo più tardi, a causa della rifrazione atmosferica con il pianeta basso sull’orizzonte.
Osservazione di Giove
L’osservazione di Giove ha subito mostrato le potenzialità dello strumento. Sin dai primi momenti, mi è sembrato in grado di rivaleggiare con un rifrattore dal diametro superiore al mio Takahashi FS-128, almeno per quanto riguarda il dettaglio visibile (non per il contrasto). Di primo acchito pensavo a un 6″ poi nel corso della sera ho ridimensionato il possibile paragone con un ottimo 140 mm.
Collimazione e star test
Durante la serata ho verificato la collimazione. Il telescopio era leggermente scollimato, ma è bastato un leggero ritocco alle tre viti del secondario per ottenere una collimazione perfetta. Dopo circa un’ora, ho controllato nuovamente la collimazione con un oculare Takahashi LE da 2,8 mm, riscontrando un risultato eccellente.
Riporterò nel dettaglio i risultati dello Star Test nella sezione dedicata, ma posso anticipare che l’immagine di diffrazione era da manuale.
Dettagli su Giove e confronto con altri strumenti
Durante la serata mi sono concentrato sui dettagli visibili su Giove.
Dopo la collimazione, ho notato un lieve miglioramento del contrasto, soprattutto nella zona delle bande equatoriali. Tuttavia, anche prima della regolazione, il telescopio era già perfettamente utilizzabile.
L’immagine di Giove mostrava:
Tonalità dei bianchi neutra
Luminosità simile a quella del mio Celestron C8
Contrasto che pareva superiore al C8

Comparativa tra rifrattore Takahashi FS-128 e Mewlon 180C
La sera del 27 marzo ho effettuato una comparativa molto interessante, anche su richiesta di alcuni lettori. Per questo motivo, ho deciso di installare il Mewlon 180C su una vecchia Vixen GP, che si è dimostrata in grado di sorreggere abbastanza bene il tubo ottico per il solo uso visuale. Nel frattempo, la EQ6 Pro con treppiede Berlebach Planet è stata utilizzata per sostenere il Takahashi FS-128.
Ho impiegato la torretta portaoculari della Takahashi, che mi ha permesso di utilizzare quattro oculari. Fortunatamente, la lunghezza focale del Mewlon 180C è quasi il doppio di quella del Takahashi FS-128, quindi utilizzando un oculare MC Abbe da 12,5 mm sul primo e un 6 mm sul secondo, ho potuto osservare i dettagli gioviani a circa 170x su entrambi.
Sin da subito, ho notato una tonalità più neutra dei bianchi del pianeta gassoso nel Mewlon 180C rispetto a quella più calda fornita dall’FS-128. Nel doppietto alla fluorite, Giove presentava meno luce diffusa ed era contornato da un fondo cielo più scuro. Inoltre, si percepiva quella particolare tridimensionalità che io chiamo “effetto biglia”, caratteristica che si nota soprattutto nei rifrattori di alta qualità. Tuttavia, nella percezione dei dettagli planetari, il Mewlon 180C ha mostrato qualche dettaglio in più, soprattutto nella zona equatoriale e nelle regioni subtropicali del pianeta. Per questo motivo, sono abbastanza convinto che possa competere con un rifrattore di buona qualità di almeno 140 mm di diametro.
A livello di ambientazione termica, avendo preventivamente portato entrambi gli strumenti in un locale non riscaldato e installati nello stesso momento, ho notato che il Mewlon 180C raggiungeva la temperatura operativa solo leggermente più tardi rispetto all’FS-128. Questo lo rende decisamente più veloce rispetto a un rifrattore apocromatico con tripletto e ancor meglio rispetto ai classici Schmidt-Cassegrain da 200 mm o Maksutov-Cassegrain da 7 pollici.
Nonostante l’ostruzione dello specchio secondario del 33%, un valore quasi comparabile a quello degli Schmidt-Cassegrain commerciali, il Mewlon 180C ha mostrato immagini di Giove nitide e molto contrastate. Sebbene il contrasto non raggiunga quello del rifrattore apocromatico, ritengo comunque che sia superiore a quello dei classici Schmidt-Cassegrain.

CIELO PROFONDO
Nella video recensione potrete vedere una serata osservativa con cielo decisamente limpido che mi ha concesso di osservare con la torretta porta oculari e 4 oculari con barilotto da 31.8 mm di diametro: MC Abbe da 18 mm, Celestron Plossl Halloween da 40 mm, Vixen SSw da 13 mm e LVW da 22 mm.
Ho poi provato il telescopio con oculari da due pollici: Oculare Tecnosky da 30 mm di diametro e il noto, pregiato e costoso zoom Kowa TE-11 WZ.
In estrema sintesi, come anticipato questo schema ottico a tale apertura mostra un po’ di coma ai bordi che varia al variare degli accessori, in linea di massima con un plossl si nota verso il 70% dal centro del campo, per poi arrivare al 90″ con il Vixen LVW e a sparire del tutto grazie al Kowa TE-11 WZ. Ho evidenziato oltre a questo una ottima luminosità paragonabile a quella di uno specchio da 20 cm o al mio C8. Ottima la nitidezza ma anche il contrasto che mi hanno fatto ammirare una nebulosa di Orione molto contrastata. La costruzione a tre lamine del supporto dello specchio secondario fa apparire le stelle con 6 spikes e non con 4, quindi sono meno intensi sia sulle stelle piu’ luminose che sui pianeti. Il loro apprezzamento è ovviamente molto soggettivo.
STELLE DOPPIE
Un telescopio da 180 mm di diametro ha un potere risolutivo teorico dato dalla formula di Dawes:
θ=116D\theta = \frac{116}{D}
Dove D è il diametro in mm. Per un telescopio da 180 mm:
θ=116180≈0,64 arcosecondi\theta = \frac{116}{180} \approx 0,64 \text{ arcosecondi}
Quindi, per testare la capacità del telescopio, dovrete cercare stelle doppie con separazioni angolari attorno a questo valore o leggermente superiori.
Riporto qui di seguito le mie impressioni
Algieba (γ Leonis)
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Costellazione: Leone
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Separazione: ~4,6″
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Magnitudini: +2,2 e +3,5
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Osservazione: Una delle coppie più belle, con colori giallo-dorati. Facile da separare con il “Meloncino”
54 Leonis
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Costellazione: Leone
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Separazione: ~6,5″
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Magnitudini: +4,5 e +6,3
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Osservazione: Relativamente facile.
Σ 1333 (Struve 1333)
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Costellazione: Leone
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Separazione: ~0,9″
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Magnitudini: +6,0 e +6,5
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Osservazione: Visibile senza problemi con l’MC-ABBE da 4 mm
Zeta Cancri (ζ Cnc)
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Costellazione: Cancro
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Separazione: ~1″
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Magnitudini: +5,3 e +6,0
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Osservazione: Difficile ma separata
Iota Cancri (ι Cnc)
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Costellazione: Cancro
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Separazione: ~30″
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Magnitudini: +4,2 e +6,6
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Osservazione: Facile da separare, bel contrasto cromatico.
Porrima (γ Virginis)
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Costellazione: Vergine
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Separazione: ~2,7″
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Magnitudini: +3,5 e +3,5
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Osservazione: Ottima per testare la risoluzione dello strumento.
17 Virginis
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Costellazione: Vergine
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Separazione: ~4,2″
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Magnitudini: +5,6 e +9,1
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Osservazione: Interessante per la grande differenza di luminosità.

PREGI E DIFETTI
Pregi
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Eccellente qualità ottica con lavorazione di alto livello degli specchi.
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Trattamento antiriflesso di qualità superiore, con una riflettività del 96%.
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Ambientazione termica più rapida rispetto a un tubo chiuso.
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Supporto del secondario a tre lamine, che genera spike di diffrazione meno invasivi rispetto alle classiche crociere a quattro lamine.
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Ottimo contrasto, nonostante l’ostruzione centrale.
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Strumento leggero e compatto, facilmente utilizzabile su montature più leggere come una Vixen GP (sull’usato) per il solo uso visuale, mentre una NEQ6 permette di spingersi ad altissimi ingrandimenti.
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Eccellente contenimento della luce diffusa per essere un telescopio ostruito, ideale per osservazioni lunari e planetarie.
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Prestazioni comparabili a un rifrattore apocromatico da almeno 140 mm per dettaglio e risoluzione.
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Lunga focale di oltre 2000 mm, che consente di usare oculari con lente di campo confortevole e meno soggetti all’appannamento rispetto a focali più corte.
Difetti
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Non raggiunge il contrasto di un rifrattore apocromatico nell’osservazione dei dettagli più deboli su Giove.
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Leggero spostamento dell’immagine durante la messa a fuoco, dovuto al sistema di traslazione dello specchio primario.
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Viti di collimazione migliorabili, con un incasso maggiore sarebbero più comode, ma con la giusta tecnica non rappresentano un problema.
- Qualche piccola smarginatura nella verniciatura nella parte esterna del tubo.

SINTESI
Il Takahashi Mewlon 180C è un telescopio affidabile, leggero e luminoso, con ottimo contrasto e una rapida ambientazione termica.
Si distingue nella osservazione lunare e planetaria, offrendo immagini eccellenti con una resa cromatica ottima e micro-dettagli planetari ben percepibili, superiori a quelli visibili con il mio Takahashi FS-128.
Se utilizzato con oculari da 2” da 50-55 mm, si presta anche all’osservazione di ampi campi stellari, sebbene le prestazioni ai bordi dipendano dallo schema ottico degli oculari impiegati.
È il telescopio ideale per chi vuole osservare con grande soddisfazione Luna e pianeti, ma non può gestire, per motivi di ingombro o peso, un rifrattore apocromatico da 5-6 pollici.
In questa categoria, ritengo sia una delle migliori opzioni sul mercato.
PREZZO
Nel mese di marzo del 2025, il Takahashi Mewlon 180 C costa 2240 euro.
RINGRAZIAMENTI
Un sentito ringraziamento va a Mauro Narduzzi di Skypoint, che ha fornito il telescopio oggetto di questa recensione e mi ha dato la possibilità di testare personalmente questo prodotto sul campo. Ricordo che è possibile acquistare Il Takahashi Mewlon 180 C direttamente sul sito Skypoint.it, dove potrete trovare ulteriori informazioni su questa serie di oculari.
DISCLAIMER
Binomania non è un negozio on-line ma un mero sito di recensioni, i prodotti sono testati e restituiti e come giornalista non posso venderli ai lettori, per tale motivo per conoscere eventuali offerte e prezzi sui prodotti oggetti di questa recensione dovete contattare direttamente il distributore ufficiale utilizzando cliccando il banner seguente che rappresenta l’unica forma di pubblicità in questo articolo. Grazie a tutti!
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.