PREMESSA
Parlando con alcune aziende del settore e con noti commercianti, ho appreso che nell’ultimo periodo c’è stato un aumento di interesse nei confronti dei telescopi da osservazione compatti.
Per questo motivo, dopo aver recensito sulle pagine di Binomania e nel mio canale YouTube due strumenti al top della gamma – nello specifico il Kowa TSN-55A Prominar alla fluorite e lo Swarovski ATC 17-40×56, mi è sorta la curiosità di verificare se, all’interno della nota gamma di Vortex Optics, ci fosse uno spotting scope compatto in grado, se non di superare le caratteristiche ottiche e meccaniche degli strumenti piu’ pregiati, quantomeno di offrire prestazioni abbastanza avvicinabili, ma a un prezzo decisamente inferiore.
Per questo motivo, grazie alla collaborazione di Origins STB, distributore ufficiale dei prodotti Vortex Optics in Italia, ho avuto la possibilità di testare sul campo per alcune settimane il telescopio Vortex Razor HD 13-39×56, che attualmente costa all’incirca 1000 euro.
All’interno dell’articolo troverete, come sempre, le caratteristiche tecniche, i pregi e i difetti, e un riassunto delle mie impressioni pratiche in merito a vari ambiti osservativi. Nella videorecensione, oltre al riassunto di quanto evidenziato nell’articolo, troverete anche alcuni esempi video ottenuti collegando un iPhone XR all’oculare di questo piccolo ma performante telescopio da osservazione.
CARATTERISTICHE TECNICHE DICHIARATE DALLA CASA MADRE
Caratteristiche | Valore (sistema metrico) |
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Ingrandimento | 13x – 39x |
Diametro lente obiettivo | 56 mm |
Estrazione pupillare (Eye Relief) | 15,0 – 17,8 mm |
Campo visivo angolare | 3,2° – 1,7° |
Messa a fuoco minima (Close Focus) | 2,80 metri (9,2 piedi) |
Campo visivo lineare @ 1000 m | 56 – 30 metri (168′ – 89′ @ 1000 yds) |
Lunghezza | 26,4 cm (10,4 pollici) |
Peso | 811 grammi (28,6 once) |
FORMATI DISPONIBILI
La serie Vortex Razor è proposta in sei modelli suddivisi in tre formati:
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27-60×85, disponibile sia in versione angolata che dritta
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22-48×65, anche questo in versione angolata e dritta
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13-39×56, disponibile anch’esso in configurazione angolata e dritta
ACCESSORI IN DOTAZIONE
Vi invito a visionare l’unboxing che ho pubblicato precedentemente sul mio canale YouTube per vedere nel dettaglio gli accessori forniti con lo spotting scope.
Posso comunque anticiparvi che la dotazione comprende:
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un panno per la pulizia delle ottiche
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una utilissima custodia da campo
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una piccola tracolla per il trasporto della custodia
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il manuale d’uso per il primo utilizzo
L’oculare può essere rimosso dallo scafo ottico tramite un sistema a filettatura.
ACCESSORI OPZIONALI
Tra gli accessori opzionali forniti da Vortex segnalo in particolare due supporti per l’utilizzo in auto:
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il Car Window Mount, un adattatore che consente di fissare il piccolo spotting scope al finestrino dell’auto
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il Pro Car Window Mount, una versione più robusta e stabile, che costa circa 50 dollari in più rispetto al modello base
MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO
Inizio citando il peso: la mia bilancia elettronica ha infatti stimato 866 grammi, includendo oculari e tappi, distribuiti su circa 27 cm di lunghezza.
Il piccolo telescopio da osservazione possiede uno scafo che presumo sia realizzato in lega di alluminio. È impermeabilizzato, ottimizzato con O-ring e riempito con gas argon per evitare l’appannamento interno. L’intero corpo è protetto da un’armatura in gomma a trama differenziata: liscia nella zona degli obiettivi e più porosa nella parte dell’impugnatura, per garantire un maggior grip durante l’utilizzo.
Il piedino non ruota su se stesso ed è compatibile con lo standard Arca-Swiss, con dimensioni di 52×49 mm. Per chi non possedesse teste Arca-Swiss, è comunque presente una filettatura da 1/4 di pollice, compatibile con i comuni treppiedi fotografici. Personalmente, l’ho utilizzato con una testa Sirui senza alcun tipo di problema. Anzi, la possibilità di avere un piedino con passo specifico è vantaggiosa: non obbliga ad acquistare una seconda piastra nel caso quella che usate sia già montata sulla vostra fotocamera con teleobiettivo, oppure sul vostro binocolo ad alto ingrandimento.

Il sistema di messa a fuoco è di tipo elicoidale ed è piuttosto generoso nelle dimensioni: ha un diametro tra i 65 e i 70 mm, con uno spessore di circa 32 mm. Questo design facilita molto la presa, risultando particolarmente efficiente anche in inverno, quando si utilizzano guanti pesanti, o nelle sessioni al poligono, nel caso si indossino guanti da tiro.

La distanza minima di messa a fuoco che ho rilevato con questo esemplare è di circa 225 cm. Per mettere a fuoco all’infinito è necessario ruotare la ghiera di un giro completo in senso antiorario, mentre per focalizzare da un dettaglio situato a 12 metri all’infinito, ho dovuto ruotarla per circa 12 “tacche”, equivalenti a meno di un quarto di giro.
È ovvio ricordare che, a 13x di ingrandimento, la profondità di campo risulta comunque sufficiente, quasi simile a quella di un binocolo 10x
Parlando di dettagli, un particolare che ho molto apprezzato è la qualità costruttiva del tappo copri obiettivo: si inserisce con facilità, l’anello è ben serrato intorno alla copertura in gomma e il rischio di perderlo accidentalmente è pressoché nullo. Lo stesso vale per il tappo copri oculare, a dimostrazione di come questo prodotto sia stato concepito con cura, attenzione e precisione.
Dal punto di vista ergonomico, grazie alla presenza del piedino, tra lo scafo ottico e la superficie d’appoggio c’è una distanza di circa 14-15 mm. Questo permette di ruotare agevolmente la ghiera di messa a fuoco anche quando il telescopio è posato su una superficie rigida. Tuttavia, in alcuni casi – ad esempio se lo si appoggia su un sacco di sabbia – questa libertà potrebbe venire meno. Per questo motivo, in determinate situazioni, avrei preferito una classica messa a fuoco posizionata sulla parte superiore dello scafo ottico.
OTTICA
Obiettivo
L’obiettivo in dotazione al Razor è senz’altro di piccole dimensioni – 56 mm – ma non per questo di scarsa qualità. Vortex non specifica la miscela vetrosa utilizzata, ma conferma che si tratta di un obiettivo definito apocromatico: in osservazione visuale, come vedremo, le lenti sembrano effettivamente correggere bene l’intero spettro visivo, senza evidenti segni di aberrazione cromatica.
Le immagini appaiono nitide e ben contrastate, mentre la tonalità dei bianchi l’ho trovata leggermente calda, un fattore che – come avrete ormai intuito – tendo particolarmente ad apprezzare.
La lente frontale è incastonata all’interno del tubo ottico per circa 10 mm, a tutto vantaggio della protezione e del controllo delle luci parassite.

Oculare
L’oculare offre un intervallo di ingrandimento compreso tra 13x e 39x. Ricordo che, generalmente, un rifrattore di buona qualità è in grado di gestire ingrandimenti anche superiori al doppio del suo diametro in millimetri: ad esempio, un rifrattore astronomico da 56 mm può tranquillamente spingersi oltre i 100x nelle osservazioni lunari.
Detto ciò, il range massimo di 39x del Razor è foriero di ottimo contrasto e buona nitidezza. Non ho notato cali evidenti in termini di prestazioni passando da 13x a 39x, segno che la qualità ottica di questo piccolo telescopio è senz’altro elevata.
Rispetto ai top di gamma, la principale differenza risiede nella grandangolarità del campo visivo. In questo modello, infatti, il campo reale varia da 3,2° a 1,7°. Calcolatrice alla mano, il campo apparente è di circa 41,5° a 13x e di circa 66° a 39x.

Considerando che in medio stat virtus, ho apprezzato particolarmente il comportamento del sistema attorno ai 25-30x, dove – pur non raggiungendo l’ampiezza grandangolare dei top di gamma – il Razor fornisce immagini gradevoli e utilizzabili, come potrete osservare nella videorecensione, anche nelle sessioni di digiscoping.
L’oculare si svita completamente dallo scafo tramite una filettatura (non è presente alcun sistema a baionetta). Il fissaggio è comunque sicuro e ben impermeabilizzato.
Sul corpo ottico si nota una zona in gomma zigrinata che facilita la rotazione dell’oculare, e sono presenti cinque riferimenti numerici: 13, 19, 25, 32 e 39x. Nella parte superiore, vicino alla lente di campo, è riportata la dicitura:
Vortex Razor HD 13–39×56.
La lente di campo ha un diametro di circa 22 mm, mentre l’intero oculare misura 49 mm di diametro. Il paraluce è estraibile tramite un sistema a click-stop. La “gabbia” del paraluce appare metallica, rivestita da una gomma siliconica morbida che risulta piacevole al tatto e non crea alcun problema durante l’uso.
SISTEMA PRISMATICO
La pupilla di uscita risulta circolare durante tutto l’intervallo di ingrandimento, e non ho notato evidenti vignettature.
Il diaframma di campo, quando si focheggia all’infinito, non appare perfettamente netto. Questa caratteristica è più evidente a bassi ingrandimenti, mentre tende a ridursi salendo con lo zoom.
Non ho osservato luci diffuse all’interno della pupilla, anche se si nota una leggera luminosità periferica nei pressi della stessa, visibile solo in condizioni molto particolari.

RIVESTIMENTI OTTICI
Il Vortex Razor è dotato di avanzati trattamenti ottici che ne esaltano le prestazioni. Le lenti sono trattate con il rivestimento XR™ Plus, un sistema anti-riflesso di ultima generazione applicato su tutte le superfici aria-vetro, che massimizza la trasmissione della luce garantendo una nitidezza eccezionale e ottime performance in condizioni di scarsa luminosità. I prismi sono rivestiti con multi-strati dielettrici, che assicurano immagini brillanti, chiare e con colori fedeli alla realtà. Inoltre, il trattamento di correzione di fase sulle versioni con prismi a tetto migliora ulteriormente la risoluzione e il contrasto. Infine, l’esterno delle lenti è protetto dal coating ArmorTek®, uno strato ultra-duro e resistente a graffi, oli e sporco, che preserva la qualità ottica nel tempo.
ABERRAZIONI CROMATICHE
Aberrazione cromatica al centro del campo
Come anticipato, Vortex definisce questo telescopio da osservazione naturalistica come apocromatico. Posso confermare che, nella maggior parte delle condizioni di osservazione – con illuminazione normale e su soggetti non troppo contrastati – al centro del campo l’aberrazione cromatica è praticamente invisibile.
Personalmente, ho percepito qualche lieve alone di colore solo tra i 25x e i 39x, e solo su soggetti molto contrastati: ad esempio, le sfere distanziatrici dei cavi elettrici oppure, talvolta, osservando il gazebo bianco nel mio giardino.
In sintesi, è uno strumento con un cromatismo che definirei appena inferiore rispetto ai top di gamma che ho testato recentemente. E va detto che la differenza qualitativa non è affatto proporzionale alla differenza di prezzo.
Cromatismo laterale
Il cromatismo laterale si manifesta in modo altrettanto contenuto, e in alcune situazioni comuni risulta addirittura invisibile. Ad esempio, osservando rami e fogliame nella norma non si notano aberrazioni evidenti.
L’aberrazione aumenta solo su soggetti molto contrastati e ai massimi ingrandimenti, dove si palesa un leggero alone viola/verde intorno ai bordi degli oggetti più brillanti. Tuttavia, è spesso sufficiente focheggiare con precisione per ridurre quasi completamente questo effetto.
Nel complesso, considero il Razor ben corretto per questa aberrazione, soprattutto in rapporto al prezzo di acquisto.

ABERRAZIONI GEOMETRICHE
Curvatura di campo
Come già evidenziato, il campo visivo ai bassi ingrandimenti non è particolarmente ampio. Di contro, però, l’immagine risulta perfettamente piatta fino al bordo, anche a 13x.
Lo stesso comportamento si osserva a 39x, dove l’unico elemento potenzialmente fastidioso è rappresentato da soggetti ad alto contrasto in cui si nota un accenno di cromatismo laterale.
Distorsione angolare
È presente una distorsione angolare a cuscinetto visibile lungo tutto l’intervallo di escursione dello zoom.
Non disponendo di strumenti professionali per una misura precisa, azzardo che il livello di distorsione potrebbe aggirarsi attorno al 5% a partire da circa il 75% del campo.
ALTRE ABERRAZIONI NELL’USO ASTRONOMICO
Nella osservazioni dei campi stellari ho notato che a bassi ingrandimenti la puntiformità stellare degrada verso circa il 95-97% dal centro del campo a causa di un poco di astigmatismo. Nessuna deformazione, invece ai massimi ingrandimenti, dove ho apprezzato stelle puntiformi su tutto il campo inquadrato.
TEST CON USAF CHART A 35 METRI
Durante le giornate estive, i test con la USAF chart possono restituire risultati significativamente diversi rispetto a quelli effettuati, ad esempio, in ottobre, quando l’atmosfera risulta generalmente più stabile e favorevole all’osservazione.
Per questo motivo, posso riportare esclusivamente quanto rilevato il 16 giugno, data in cui ho condotto tre osservazioni (mattina, mezzogiorno e sera) con temperature rispettivamente di 20°C, 30°C e 18°C.
A mano libera non sono riuscito a ottenere risultati superiori a quelli tipici di un binocolo 10x, fermandomi a 13x. Utilizzando invece un treppiede, sono riuscito a risolvere la riga 3, mentre a 39x ho raggiunto la riga 5 dalla parte opposta: in questo caso sono riuscito a leggere il numero, anche se con una certa difficoltà nel distinguere le righe più fini.
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Nel complesso, a 39x la risoluzione è risultata solo leggermente inferiore a quella riscontrata nei migliori spotting scope di fascia alta, ma non avendoli testati nelle stesse condizioni di luce e temperatura, ogni confronto diretto sarebbe poco affidabile.
L’analisi del cromatismo residuo ha messo in evidenza una lieve presenza di aberrazione cromatica, comunque ben contenuta, pur senza raggiungere l’eccellenza. Anche in questo frangente, il dispositivo ha dimostrato una buona resa ottica, coerente con quanto già riscontrato durante le altre prove.

RIFLESSI, IMMAGINI FANTASMA
Per quanto riguarda l’osservazione di rapaci in prossimità del sole – almeno dal punto di vista prospettico – il campo visivo non particolarmente ampio, compreso tra 13x e circa 30x, non ha generato riflessi disturbanti.
Anche a ingrandimenti più elevati, il comportamento si è rivelato molto soddisfacente.
In una prova notturna, osservando un LED ad alta potenza posto a circa 35 metri di distanza, ho potuto verificare l’assenza di spikes e soprattutto la luce diffusa era ben gestita, mi è parso un ottimo risultato.

FOTOGRAFIA E DIGISCOPING
Nella tecnica del digiscoping, non ho potuto beneficiare di adattatori specifici per questo strumento. Ho quindi utilizzato il sistema Smartoscope VARIO e, tra i vari anelli che possiedo, sono riuscito a ottenere dei risultati discreti impiegando l’anello adattatore per la serie TSN 880/770, che ho spessorato con un po’ di nastro 3M.
Molto probabilmente, se avessi avuto a disposizione spessori differenti della stessa marca, sarei riuscito a trovare un incastro perfetto. Vi segnalo dunque che, all’interno dei video, potrete notare della vignettatura: questa non è imputabile allo strumento, ma al sistema di adattamento non perfettamente ottimizzato.
Ciò che ho evidenziato durante le prove è che l’estrazione pupillare, soprattutto a ingrandimenti medio-alti, ha comportato qualche difficoltà nel mantenere il corretto allineamento con la pupilla di uscita, senza perdere parte dell’immagine, in particolare ai bordi periferici.
La soluzione che ho trovato più efficace è stata appoggiare direttamente l’obiettivo dello smartphone sull’oculare a 13x, sollevando di pochi millimetri il paraluce. Questo piccolo escamotage mi ha permesso di ottenere immagini circolari, prive di perdite ai bordi, anche se ovviamente con un campo visivo decisamente ristretto.
In sintesi, è assolutamente possibile utilizzare questo telescopio per il digiscoping, ma sarà necessario sfruttare lo zoom digitale dello smartphone per eliminare la vignettatura e ottenere risultati più puliti.
OSSERVAZIONI PRATICHE SUL CAMPO
BIRDWATCHING
Usualmente, un appassionato di birdwatching acquista un telescopio da osservazione con obiettivo da 85 mm, perché rappresenta una via di mezzo tra i compatti da 56 mm e i più ingombranti 95 mm o addirittura 115 mm, spesso utilizzati per ottenere maggiore luminosità nella fotografia naturalistica. Tuttavia, un telescopio così compatto come questo può rivelarsi ben sfruttabile anche da un birdwatcher, a patto di conoscerne i limiti e, allo stesso tempo, apprezzarne i pregi.
I limiti principali, come avrete compreso, sono legati alla ridotta luminosità nelle ore crepuscolari o all’alba. In questi frangenti, il confronto con strumenti di diametro maggiore non regge: se, ad esempio, state cercando un tarabuso nel canneto all’alba o cercate di seguire gli ultimi movimenti dei merli tra le siepi al tramonto, questo telescopio mostrerà le sue debolezze.
Di giorno, invece, il diametro da 56 mm risulta più che sufficiente per gran parte delle osservazioni pratiche. Durante le giornate molto calde e assolate, come quelle in cui ho effettuato i test, raramente ho superato i 25x nell’osservazione dei rapaci — esattamente come faccio anche con telescopi di diametro superiore.

Rispetto ai top di gamma, il dettaglio sulle piume della fauna avifaunistica perde un po’ di nitidezza a 39x, rispetto ai 13x. Inoltre, il campo di vista ai bassi ingrandimenti non è particolarmente ampio, e ricorda quello di un oculare ortoscopico per uso astronomico. Può essere sfruttato a mano libera tra i 13x e i 15x, ma raramente raggiunge il potere risolutivo di un buon binocolo 10x.
Detto ciò, è possibile sfruttare appoggi naturali come un sacco di fagioli (“bean bag“) sul bordo del finestrino o all’interno di un capanno, oppure, più semplicemente, il proprio zaino. In questi casi, come già riscontrato con altri spotting scope compatti che ho recensito, si riesce a sfruttare l’intero intervallo di ingrandimenti. Maggiore sarà la stabilità del supporto, migliori saranno le prestazioni.
Personalmente, l’ho utilizzato anche a mano libera per seguire in cielo il volo rapido di alcuni rapaci, che non mi avevano dato tempo di fissarlo alla testa fotografica.
Per quanto riguarda le sessioni di digiscoping con i volatili, vale quanto già espresso nel paragrafo specifico: il campo di vista non è ampio, quindi sarà spesso necessario utilizzare lo zoom digitale dello smartphone per eliminare la vignettatura ai bordi.
Relativamente al contenimento delle aberrazioni cromatiche, alla nitidezza, al contrasto e al dettaglio, posso dire con tranquillità che è uno strumento in grado di soddisfare anche gli appassionati più esigenti. Se vi chiedete come si comporta rispetto a un top di gamma, posso raccontarvi che, durante alcune sessioni di osservazione presso l’hotspot di Germignaga, osservando folaghe, smerghi, gabbiani e cormorani, ho notato soltanto la presenza di un poco di cromatismo residuo e un leggero calo di contrasto e nitidezza agli alti ingrandimenti.
OSSERVAZIONE DEL PAESAGGIO
L’osservazione del paesaggio estivo è stata molto piacevole. Durante i giorni di test, caratterizzati da forte escursione termica, i rendimenti ottici del piccolo diametro si sono rivelati talvolta superiori a quelli ottenibili con strumenti da 85 o 95 mm. Questo perché, all’aumentare del diametro, aumenta anche la percezione della turbolenza atmosferica, il che può compromettere l’immagine. In alcune condizioni, dunque, è preferibile un telescopio compatto, piuttosto che tentare osservazioni insoddisfacenti con strumenti più grandi.
Il campo di vista ai bassi ingrandimenti non è particolarmente ampio, ma già a partire da 30x si ottiene un’ottima grandangolarità ben sfruttabile fino ai massimi ingrandimenti concessi. Anche in questo ambito, ho apprezzato la tonalità calda dell’immagine, che dona una migliore percezione del micro contrasto e rende la visione più naturale e coinvolgente.
Nel complesso, resa cromatica, nitidezza e contrasto sono ben bilanciati e paragonabili a quelli dei telescopi top di gamma, il che è un risultato sorprendente per questa classe di prodotto.
OSSERVAZIONE CREPUSCOLARE
Nell’osservazione crepuscolare emergono ovviamente i limiti del piccolo diametro, soprattutto se si prevede di osservare soggetti in ambienti boschivi o scarsamente illuminati. In questi casi, consiglierei l’acquisto del Vortex Razor da 85 mm per un guadagno sostanziale in luminosità.
Detto questo, a 13x la pupilla d’uscita è ancora sufficientemente luminosa, e mi ha permesso di compiere belle osservazioni tra le 21:40 e le 22:30 nel mese di giugno, riuscendo a osservare caprioli e volpi nella mia zona con una buona resa complessiva.
UTILIZZO AL CAMPO DA TIRO
Ho portato il Vortex Razor HD 13-39×56 anche al campo da tiro, accompagnato dall’amico Marco Isabella. Abbiamo utilizzato carabine in calibro .308 Winchester e .223 Remington per effettuare prove a 200 metri. In condizioni di luce mattutina, attorno alle 11, la visibilità dei fori sul bersaglio era molto buona, come potete osservare nei video che ho realizzato collegando il mio iPhone direttamente all’oculare dello spotting scope.

In questo ambito il Razor HD si è rivelato uno strumento interessante: pur trattandosi di un telescopio compatto con obiettivo da 56 mm, è riuscito a fornire una visione chiara e contrastata dei bersagli, a conferma di quanto la qualità ottica possa fare la differenza anche su strumenti di piccolo diametro.
Come ben sanno i tiratori esperti, oltre i 200-300 metri la visibilità dei fori tende a essere compromessa più dalla turbolenza atmosferica che non dal diametro dell’ottica o dall’ingrandimento utilizzato. Ed è proprio in questi frangenti che un’ottica compatta ma luminosa e ben corretta, come il Razor HD, può offrire una resa sorprendentemente efficace, specialmente con calibri medi come quelli utilizzati nei nostri test.
In sintesi, per chi pratica tiro sportivo con calibri tradizionali fino a 300 metri e desidera uno spotting scope compatto, robusto e facilmente trasportabile, il Razor HD 13-39×56 rappresenta una scelta più che valida.
OSSERVAZIONE ASTRONOMICA
Chiaramente, questo non è un telescopio astronomico puro. In questa fascia di prezzo, si potrebbe già ambire a un telescopio a specchio da 20 cm di diametro, decisamente più adatto all’osservazione del cielo profondo. Tuttavia, se lo avete già acquistato, e avete la fortuna di pernottare in rifugi di alta montagna, sotto cieli bui, vi consiglio comunque di sfruttarlo per qualche osservazione notturna.
Un piccolo diametro sotto un cielo eccellente può talvolta offrire una resa simile a quella di un 85 mm sotto un cielo suburbano.
L’osservazione lunare a 15x ha restituito un disco netto, anche se con una lieve dominante verdognola o violacea ai bordi . Aumentando l’ingrandimento, è stato possibile percepire dettagli nei crateri maggiori.
Marte, ormai piccolo per essere osservato in modo significativo anche con telescopi di grande diametro, si è comunque presentato come un dischetto rossastro.
Ho anche effettuato osservazioni solari sfruttando un filtro Baader, solitamente usato con i miei binocoli. Il telescopio si è comportato molto bene in termini di contrasto e nitidezza, e grazie allo zoom ho potuto modulare gli ingrandimenti in base alla turbolenza atmosferica, trovando ogni volta il giusto compromesso.
A 40x, si riescono a individuare alcuni ammassi stellari e galassie luminose; mentre a 13x, la visione di M81 e M82 rileva già la loro forma tipica.

PREGI E DIFETTI
Pregi
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Prezzo di acquisto ottimo in rapporto alla resa ottica e meccanica.
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Impermeabilizzato con guarnizioni O-ring e riempito con gas Argon, per una maggiore durata e protezione dagli agenti esterni.
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Leggero e maneggevole.
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Messa a fuoco elicoidale fluida e facilmente utilizzabile anche con i guanti invernali.
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Buon contenimento dell’aberrazione cromatica.
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Nitidezza e contrasto più che soddisfacenti, soprattutto nell’intervallo di ingrandimento tra 13x e 30x.
Difetti
Vorrei evidenziare soltanto i difetti rispetto ai modelli top di gamma, dato che non ho avuto modo di confrontarlo con strumenti di fascia simile. Le differenze riscontrate sono comunque minime e non giustificano il divario di prezzo.
I principali limiti sono:
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Campo di vista poco grandangolare a medio-bassi ingrandimenti.
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Un lieve calo di nitidezza intorno ai 30x.
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Presenza di una modesta aberrazione cromatica ai massimi ingrandimenti, visibile soprattutto su soggetti molto contrastati.
Per il resto, non vale la pena preoccuparsi troppo: se riuscite a procurarvi il Vortex Razor senza puntare a modelli di fascia superiore, avrete comunque uno strumento di ottima qualità.

IN CONCLUSIONE
Il Vortex Razor 56 mm si presenta come un telescopio da osservazione compatto e ben costruito, ideale per chi cerca un buon compromesso tra qualità ottica, meccanica e portabilità, senza dover investire cifre elevate. Nonostante il diametro relativamente contenuto, offre immagini nitide, ben contrastate e con un buon controllo dell’aberrazione cromatica, specialmente tra i 13x e i 30x, che sono gli ingrandimenti più utilizzati in molte situazioni di birdwatching e osservazione naturalistica.
Seppur presenti alcuni limiti, come un campo di vista non particolarmente ampio a basso ingrandimento e una leggera perdita di nitidezza ai massimi ingrandimenti, si tratta di aspetti assolutamente accettabili considerando la fascia di prezzo e la leggerezza dello strumento. La messa a fuoco fluida e l’ergonomia, pensata anche per l’uso con i guanti, lo rendono versatile e pratico per molte condizioni ambientali.
In definitiva, questo spotting scope è una scelta eccellente per appassionati e birdwatcher che desiderano uno strumento performante ma portatile, capace di accompagnarli in escursioni, sessioni di digiscoping e persino osservazioni astronomiche sotto cieli scuri, senza dover sacrificare troppo la qualità ottica.
RINGRAZIAMENTI
Desidero ringraziare Mauro Spozio di Origin STB, distributore ufficiale dei prodotti Vortex, per aver fornito l’esemplare oggetto di questo testo e per avermi lasciato libero di esprimere le mie impressioni personali sul campo.
DISCLAIMER
Binomania non è un negozio, Nel mio sito web troverete unicamente recensioni di prodotti ottico sportivi, fotografici e astronomici. Le mie impressioni sono imparziali come è dovere di ogni giornalista e non ho alcuna percentuale di vendita sull’eventuale acquisto dei prodotti. Per questo motivo, qualora voleste acquistare o avere informazioni su eventuali variazioni di prezzo o novità, vi consiglio di visitare il sito ufficiale di Origin STB.
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Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.