Molti già conosceranno questo bellissimo libro. L’autore non ha certo bisogno di presentazioni: esperto visualista del cielo profondo, editor su riviste nazionali di settore, è anche un binofilo (vedi suo articolo per binomania) e questo ha inciso non poco nel caratterizzare l’opera.
E’ un libro che mi è molto caro in quanto riporta un foto dell’autore con altri appassionati in una località che ho spesso frequentato (Prarotto) in quanto, come l’autore, risiedo a Torino e passo quasi tutti i fine settimana in bassa Val di Susa.
Il testo riporta stagione per stagione gli oggetti presenti nelle varie costellazioni visibili in quel periodo; corredato di numerose foto in bianco e nero e di facile cartine semplificate per identificare gli oggetti segnalati, la forza di questo libro, sta nelle concise ma accurate descrizioni di come possiamo aspettarci l’oggetto visualmente con vari strumenti: non manca mai una notazione sui binocoli, spesso citati quelli intorno a 80-100 mm. Questa caratteristica ne fa un testo unico da portarsi dietro in ogni osservazione e da consultare sul campo per capire cosa e come si può vedere un oggetto con il nostro strumento. Un libro che è un inno all’osservazione visuale e recupera un atteggiamento decisamente non tecnologico ma di conoscenza, godimento e purezza dell’osservazione del cielo.
Le note introduttive ci chiariranno subito le idee su come utilizzare gli strumenti, puntare gi oggetti, valutare la qualità del cielo; note rapide ma molto incisive senza tanti fronzoli (Einstein usava dire: “hai capito qualcosa quando sei in grado di spiegarlo a tua nonna”).
Non solo i binofili ma anche i “dobsoniani”(come persone e non strumenti), troveranno un riferimento utilissimo.
A mio avviso un libro irrinunciabile per l’appassionato visualista, ancor più se binofilo data la scarsa letteratura inerente.
Pignatta Piero: visualista puro del cielo profondo, con qualche divagazione di panorami montani e avi-fauna. Osserva solo con il binocolo, strumento che per lui è stata una vera rivelazione; è un fissato dei binocoli Miyauchi sui quali è meglio transigere e non contraddirlo, pena gravi scompensi del suo equilibrio cosmico-esistenziale. Il suo mito è l’ormai introvabile, esaurito, costosissimo 25×141 per il quale potrebbe copiosamente commuoversi al solo sentirlo nominare. Non escludo ne conservi una foto nel portafoglio.