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Re: Un amico fidato :)

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@ NeOFiTa
Molte leggende nascono dal "secondo me", "per sentito dire" e anche per il semplice fatto di aver messo in relazione cose, che in realtà in comune nulla hanno, a volte semplicemente perché la complessità di alcune situazioni è talmente così profonda, tanto da confondere le idee (almeno di primo acchito, senza i necessari approfondimenti).
La riprova della mia tesi è semplice.
Cosa sarebbe successo se quel "KD = Koyu" (chissà da quale informazione sarà mai scaturito quel binomio?) che fino al 26 Ottobre 2014 veniva dato su DARK STAR al posto del corretto "DK = DAI ICHI KOGAKU", non fosse stato neancora editato?
Semplice,
che qualcuno ponendosi la domanda, sarebbe magari incappato in quelle informazioni e prendendole per veritiere le avrebbe riportate; riporta oggi, riporta domani, è chiaro che poi anche un'accurata ricerca andrà scremata, per potersi definire tale sotto il profilo dell'incertezza.
Tutto quì.

Non sono d'accordo sul fatto che anche quando la marchiatura degli strumenti non sia presente in toto o in parte, si sappia comunque l'origine CERTA (a meno che la stessa non sia documentata).
Semplicemente se i pezzi non sono marchiati, il motivo è che non esisteva motivo affichè lo fossero.
Ergo in caso di marchiatura parziale, indicativamente la provenienza è nota dalle "firme", per cui facendo un esempio, CIRCLE T su un focheggiatore, la dove altre indicazioni non siano presenti in chiaro, chiarisce che lo strumento è un TOWA.
Idem, a parità di condizioni, se al posto del CIRCKLE T ci fosse stato un DIAMOND Z su quel focheggiatore, nel qual caso comunque bisognerà sostituire TANZUTZU a TOWA.
Modelli identici non esistono, a parte le rimarchiature commerciali; in tutti gli altri casi, si tratta soltato di strumenti simili (anche in questo caso, a meno che non sia in qualche modo diversamente dimostrato).
Allora (come avviene anche oggi, tra l'altro), ci sono state certamente produzioni assemblate c/o terzi con materiali diversi ma impiegando le medesime ottiche e infatti riprova ne è, ad esempio, che DK campeggia pure su VIXEN, TASCO e CELESTRON (montature, focheggiatori oculari e ottiche).
La non tracciatura che senso/finalità avrebbe dovuto avere?
Inutile voler reinventare la ruota; imho.
L'applicazione del principio del "Rasoio di Occam", dovrebbe restringere un po' il margine di incertezza; tuttavia, fin tanto che non si parte da dati documentabili, si resterà pur sempre nel campo del semplice pourparler; un interessante confronto di opinioni e niente più.
Fabrizio Ferrario
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Andrea75
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da Andrea75 »

... e quindi, da tutta questa dotta discussione, emerge che posso chiamare a buon diritto "Tanzutzu-Gemini" il mio amato sessantino, giusto?
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da NeOFiTa »

Sono in parte d'accordo con il tuo ragionamento :) infatti la ricerca è fatta di indizzi che messi insieme danno un quadro più chiaro o perlomeno più vicino a come dovrebbe essere avvenuto il tutto, seguo una certa logica nel mettere insieme i dati, ma alla fine non ho documentazione certa, nonostante questo ho un certo talento a identificare il modello di strumentazione il produttore e l'anno di fabbricazione partendo da piccoli "appunto indizzi", grande aiuto mi è fornito dai cataloghi Vintage sparsi un po ovunque nel WEB, anche se ammetto che è una vera impresa trovarli, sopratutto nei forum Giapponesi e Francesi dove ogni tanto spuntano vere e propri elementi fondamentali. :)

Andrea, Cambiare gli spessorini è semplicissimo, non ho attrezzatura di precisione da poter misurare lo spessore stesso del materiale utilizzato, ho fatto tante prove con fogli di carta A4 di tipo reciclato o nuovo, cartoncini, il domopack, pezzettini di nastro isolante insomma un po tutto quello che mi è capitato tra le mani :D il mio doppietto sembra che prediliga uno spessore di aria proprio minimo e l'alluminio che ho utilizzato non lo ho piegato, ti allego un paio di immagini mentre eseguo la sostituzione e il risultato finale, se poi mi va lo rismonto anche perchè quando ho fatto queste foto ho visto un po di polvere, e quando lo pulirò magari riprovo con altro materiale ancora. Se ritieni che il tuo vada bene già così come è, lascialo così ;) nel caso lo smonti segna dove erano posizionati anche gli spessorini originali da poterli poi rimettere al punto giusto così ritorna come prima :) non serrare troppo l'anello che blocca l'obbiettivo, appena senti che stringe proprio un poco è sufficiente. Il mio obbiettivo per quanto performante e sempre una cinesata e quindi fondamentalmente ci sto anche poco attento dato che i trattamenti antiriflesso cinesi sono praticamente quasi indistruttibili, mentre con le ottiche giapponesi un po datate i trattamenti sono incredibilmente delicati e bisogna dargli la giusta attenzione. Ti allego anche la foto di un obbiettivo Towa di metà anni 70 di altissimo livello, è un 60/900 è una vera bomba tagliente come un bisturi e luminosissimo nonostante il piccolo diametro, lo spessore del doppietto è quasi 1/3 inferiore a quello del mio Celestron, la trasparenza delle lenti mostra subito l'alta lavorazione e il tipo di vetro pregiato che è stato utilizzato per questa realizzazione, a differenza del mio Celestron che ha tendenzialmente una tonalità fredda, questo ha una tonalità leggermente più calda, se ti dico a quanto l'ho tirato senza rugosità mantenendo un preciso punto di messa a fuoco univoco non ci credi.. non ci credevo neppure io :D PS: si Tanzutsu-Gemini pare corretto :D
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da Andrea75 »

Grazie per le immagini, magari ci provo; il residuo di sferica si avverte bene per esempio su Venere ma anche nelle osservazioni paesaggistiche. Avevo fatto tutti i riferimenti necessari sulle lenti a suo tempo, addirittura fissandole (leggermente) con un microscopico pezzettino di scotch che le tenga delicatamente in posizione, senza assolutamente forzare; sono separate non da spessorini ma da un O-ring. Ecco due immagini (del 2009). A presto!
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da -SPECOLA-> »

@ Andrea75
Per conto mio (per quello che può valere :lol: ) e soprattutto per conto di quanto discusso su http://www.cloudynights.com/index (dove veramente ci sono diversi profondi conoscitori dell'argomento :thumbup: ), dubbi che il tuo sessantino non sia un TANZUTSU DIAMOND Z dell'importatore GEMINI, non ce ne dovrebbero essere mai stati.

Comunque la cosa importante, come giustamente hai già sottolineato tu, è che funzioni bene, non chi lo ha costruito. ;)
Quest'ultima cosa è soltanto un dettaglio.
Ultima modifica di -SPECOLA-> il 12/07/2015, 17:46, modificato 1 volta in totale.
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da Andrea75 »

... sicuro, però è simpatico saperlo. D'altra parte ricordo bene che questo era stato proprio l'oggetto della mia primissima discussione su questo forum; per il resto, mi diverto a osservarci! Ancora ieri sera, appena calato il sole, permetteva di cogliere assai bene le bande equatoriali di un Giove ormai lontanissimo e, poco più tardi, tre galileiani che gli facevano compagnia... per tacere di Venere, Saturno, svariate doppie e - soprattutto - la soddisfazione di una bella serata in cui mostrare a diversi conoscenti le meraviglie dei pianeti maggiori! Cosa accaduta proprio ieri stesso... :dance:
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da Andrea75 »

... per puro sfizio: ecco come il mio piccolo amico a due lenti ha mostrato la stella Arturo qualche sera fa, ripresa a focale non calcolata ma comunque bella sostenuta... non ci si può lamentare, dai! :mrgreen:
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da -SPECOLA-> »

NeOFiTa ha scritto:nonostante questo ho un certo talento a identificare il modello di strumentazione il produttore e l'anno di fabbricazione partendo da piccoli "appunto indizzi"
Mmmm...
il giallo RIFLETTORE NEWTON KONUS AQUILA 76/700, non reca "firme" sull'etichetta dati di targa; chissà chi e quando ha costruito questo telescopio made in Japan?
NeOFiTa ha scritto:non ho attrezzatura di precisione da poter misurare lo spessore stesso del materiale utilizzato, ho fatto tante prove con fogli di carta A4 di tipo reciclato o nuovo, cartoncini, il domopack, pezzettini di nastro isolante insomma un po tutto quello che mi è capitato tra le mani :D il mio doppietto sembra che prediliga uno spessore di aria proprio minimo e l'alluminio che ho utilizzato non lo ho piegato
Io, quando si rende necessario rifare gli spessori, parto sempre misurando quelli rimasti con un micrometro;
Se non sono tutti uguali, mi affido ad un comparatore.
È vero anche comunque, che se manca tutto, la prova empirica risulta la via più facile da seguire. :thumbup:
Personalmente però ho sempre scartato a priori, di prendere in considerazione materiale igroscopico, poco durevole o instabile nel tempo.

Sempre personalmente, poi, mi sono sempre rifiutato di metter mano a qualcosa che già di suo funzionava bene.
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@ Andrea75
Con i piccoli strumenti, con me sfondi una porta aperta. :thumbup:
Nel mio caso, pur possedendo anche un rifrattore ACRO 152/1219 e uno SC MEADE LX 90 GPS UHTC 203/2000, non c'è mai stata un'osservazione astronomica senza l'onnipresente TECHNO 50/630 a dominare la scena. :D

Soltanto uno è il SUPREMO TELESCOPIO della -SPECOLA-> :mrgreen:

Le foto che posti, confermano ulteriormente la bontà del tuo sessantino! :!:
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da Acronauta »

Andrea75 ha scritto:Grazie per le immagini, magari ci provo; il residuo di sferica si avverte bene per esempio su Venere ma anche nelle osservazioni paesaggistiche. Avevo fatto tutti i riferimenti necessari sulle lenti a suo tempo, addirittura fissandole (leggermente) con un microscopico pezzettino di scotch che le tenga delicatamente in posizione, senza assolutamente forzare; sono separate non da spessorini ma da un O-ring. Ecco due immagini (del 2009). A presto!
ti consiglierei per il momento di tenere l'o-ring, a meno che non sia presente un difetto come quello che ho descritto alla fine di questo articolo, nel qual caso può essere conveniente rifare gli spaziatori, non è difficile, io l'ho fatto un sacco di volte.

Controlla l'orientamento delle lenti, se l'obiettivo è un Fraunhofer puro la superficie a maggior curvatura del crown è quella rivolta verso l'interno del tubo, quella a minor curvatura va verso l'esterno. Su uno strumento molto economico un po' di sferica devi però metterla in conto...
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Messaggio da NeOFiTa »

Hehehehe il Konus Aquila èun ottica Towa la sua denominazione era Towa RAT-37 ed anche questo era assemblato dalla Eikow con tubo giallo con la denominazione STH-760 :mrgreen:
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Re: Un amico fidato :)

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Come mai sulla scatola del mio KONUS AQUILA (e di tutti quelli che ho visto finora) c'è il marchio DK, così come sulla montatura?
E come mai il foglio di istruzioni è stampato con i medesimi caratteri tipografici dei libretti di istruzioni DAI ICHI KOGAKU, pur essendo privo di riferimenti?
Come mai l'etichetta dati di targa è decisamente DK style?
:think:
Come dicevo, non è la forma o il colore dei tubi che possono dire univocamente con precisione, la provenienza di un telescopio vintage made in Japan.

Hai presente la manopolina nera con il tamburo arancione al centro, che si vedeva sui "primi" CELESTRON immortalati sulle riviste italiane e sui cataloghi e le brochures quì in ITALY?
La usavano in tanti, ovviamente, però non è un elemento determinante ai fini dell'identificazione del costruttore di un telescopio o di una montatura.
E infatti si tratta dello stesso elemento di bloccaggio che monta anche il mio rifrattore altazimutale TECHNO 50/630 DAI ICHI KOGAKU.

Di esempi se ne possono fare a iosa; per esempio il piccolo riflettore NEWTON ANTARES 40X400 (questo è bianco come il latte)...
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Quoto Raf584 riguardo ai consigli sugli spaziatori.
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Belle domande Specola... già come mai??? Bhooo :mrgreen:
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Io, non andando per similitudini estetiche (che ritengo fuorvianti, se non in altro modo provate), la mia risposta ce l'ho ed è quella che ho già espresso.
Infatti nel mio sito web il KONUS AQUILA l'ho identificato come DAI ICHI KOGAKU.

Il 76/700 comunque è un semplice esempio pratico, facile, facile; un po' più difficile la questione NEWTON 40/400 ANTARES (ma anche per questa, a ben vedere, già esiste la soluzione ;) ).
Ben più ardua invece, seppure nei medesimi termini, la questione riflettore NEWTON 40/800 Skilcraft Satellite, antecedente al 1970. :mrgreen:
In questo caso l'indizio "traditore" non è certamente il tubo azzurro come i "Sxxxx". :whistle:
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Ho lasciato un po di Suspance... in attesa di una tua risposta :) La Konus spesso e volentieri ci ha abituato a dei Mix (chiamiamoli così) di strumentazione varia, esempio tipico è il Konus Altair classico Smith Cassegrain Meade prodotto a Costa Mesa a due passi dal Messico per avere appunto manovalanza Messicana ;) Questo bel telescopio era fornito con la classica montatura Towa... già.. perchè la Towa faceva anche le montature :) in pratica la stessa che equipaggiava i modelli di telescopio Towa ET-11 rifrattore da 102/900 conosciuto come Konus Centaur, il Towa PN-80 riflettore da 153/750 e infine il modello Tanzutsu CT-75 152/1300, quindi tornando a un (ipotesi) così la voglio chiamare, però logica come direbbe Spock è molto probabile che la Konus si sia fatta assemblare dall'importatore un bel Konus Aquila :)
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È cosa nota ai più che il KONUS ALTAIR fosse un MEADE, tra l'altro l'arcano non è per niente difficile da scoprire, visto che l'etichetta sullo strumento è rimasta quella originale.
Anche in questo caso, come dicevo, non è il colore del tubo che fa il costruttore o l'intubatore.
Quello infatti è soltanto un classico esempio di risultato da operazione commerciale.

Riguardo al discorso montatura "TOWA", la tua affermazione al riguardo nasce da una constatazione di fatto, oppure sempre per similitudine?
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Scusatemi ero dimenticato questo del 1967... http://yumarin7.sakura.ne.jp/retrokan/EIKOW1967.pdf
modello Eikow T-550 8-)
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Grazie, ma ovviamente già conoscevo quel catalogo. :thumbup:
Troppo facile tirarlo fuori come "prova". :D
Il punto è un altro,
essendo in bianco e nero, i tubi di che colore dovrebbero essere secondo il tuo occhio clinico, per accertarne l'identificazione univoca?
Ma soprattutto, quali "firme" mai si paleseranno su quei telescopi, le loro scatole originali, il loro corredo e le loro parti?
Ti dico subito che su quelli che possiedo io e che ho visto finora in vita mia, non compare nulla di EIKOW (tra l'altro un panorama "only EIKOW, non sarebbe un po' piatto, triste e monotono anche come ipotesi o congettura che possa essere? :think: ).
:mrgreen:
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Troppo facile per chi è interessato a quello strumento ;) e poi neanche più di tanto ;) facile per chi ha già visto i cataloghi.. forse.. e cercando cercando forse riesce a trovare qualcosa... ma penso che all'infuori di quel catalogo non ci sia praticamente nulla a parte magari il tuo libretto di istruzioni e lo scontrino, ce ne saranno in giro in Italia 2 o 3 :D i colori dei tubi heheheh sei incorreggibile capisco dove vuoi arrivare :mrgreen: ma non ce la fai con me ;D quei telescopi la Eikow li faceva di tutti i colori :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: e siccome alla Konus piaceva risparmiare invece di comprarli direttamente dalla Towa indovina di che marca li prendeva... forse Eikow?? :mrgreen:
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Messaggio da Andrea75 »

Raf584 ha scritto: ti consiglierei per il momento di tenere l'o-ring, a meno che non sia presente un difetto come quello che ho descritto alla fine di questo articolo, nel qual caso può essere conveniente rifare gli spaziatori, non è difficile, io l'ho fatto un sacco di volte.

Controlla l'orientamento delle lenti, se l'obiettivo è un Fraunhofer puro la superficie a maggior curvatura del crown è quella rivolta verso l'interno del tubo, quella a minor curvatura va verso l'esterno. Su uno strumento molto economico un po' di sferica devi però metterla in conto...
Ciao Raf, ho fatto questi controlli varie volte sul mio piccolo doppietto, e credo di aver trovato la posizione "magica": zero astigmatismo. Il residuo di sferica è fisiologico: e infatti il diaframma di contrasto, nella sua posizione originale, diaframmava in parte il doppietto (mica per niente... :whistle: ). Secondo il noto detto "squadra vincente non si cambia", direi che sta bene come sta! :thumbup:
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@ NeOFiTa
Capisco cosa pensi, tuttavia a me piace mettere i numeri davanti a tutto; i dati oggettivi sono quelli che fanno la differenza tra l'essere e il sembrare.

La questione dei colori, l'ho menzionata, perchè mi è parso un elemento da cui trai spunto per la tua analisi identificativa, che se non ho capito male è estetica, più che altro.
Mi chiedevo in un caso reale come quelli che ti ho indicato, tu come ti saresti approcciato; apprendo ora però (ma onestamente, questa cosa non è per me una novità), che i tubi ogni "intubatore/costruttore di tubi" poteva farli di tutti i colori dell'arcobaleno, per cui questo aspetto cade in secondo piano, mentre prima avevo capito che fosse ben più determinante.

All'infuori di quel catalogo EIKOW, come ho scritto, io ho i telescopi completi di scatola, istruzioni, corredo e "firme", però sempre come ho già scritto, non sono io che affermo che per forza TUTTI i newton 40/400 e 40/800 siano quelli da te indicati; quello sei tu, non io.
Io però posso affermare con assoluta certezza, che i miei condividono con quel catalogo soltanto il fatto di avere la stessa apertura e la stessa focale.

Riguardo ai cataloghi, in rete ce ne sono una marea, così come altrettanto esistono dei cartacei che nessuno ha finora passato allo scanner, per renderli pubblici.
Per esempio, un bel catalogo con un telescopio rifrattore da 50 mm di apertura e 630 mm di focale (non 50/600, 50/625 o altra misura e c'è ovviamente un motivo PRECISO, per cui la misura a cui mi riferisco è 50/630 e non un'altra, motivo che rende individuabile il telescopio MOLTO facilmente dal vivo).
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Sei sicuro?!?!? :?: guardacaso ma proprio per pura coincidenza c'è un rifrattorino nell'ultimo catalogo che ho postato denominato T280 :mrgreen: cosè? un ottica Eikow assemblata dalla DK che aveva cambiato ragione sociale in Z :mrgreen: sarà quello oppure ho la certezza assoluta che i conigli sulla Luna pestano il riso :lol: (scherzo) il vintage Giapponese è un groviglio di certezze ce ne sono poche anche le tue ;)
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Messaggio da Acronauta »

-SPECOLA-> ha scritto:Molte leggende nascono dal "secondo me", "per sentito dire" e anche per il semplice fatto di aver messo in relazione cose, che in realtà in comune nulla hanno
la storia delle costruzioni ottiche giapponesi è un tale guazzabuglio che l'unico modo per venirne fuori sarebbe quello di intervistare chi ci ha lavorato e farsi raccontare tutta la storia, come è stato fatto per la Unitron. Con internet e coi cataloghi non si va oltre le supposizioni.
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Re: Un amico fidato :)

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Si Raf però... c'è un però.. non ci sono interviste, e non si sa neanche a chi rivolgersi come per la Unitron che faceva riferimento alla Seiko, e che anche li è stato forse tralasciato una corrispondenza con il marchio Goto... è veramente un groviglio di spine.. però lo studio della vita aziendale può aiutare a capire in parte come sono state organizzate le cose... lo ammetto supposizioni... ma fatte suelementi logici e non che il figlio di uno sposa la figlia di un'altro.. mettere insieme più indizi della storia iniziale e attuale tipo investigatore ammetto che è un passatempo che molti astrofili come me si dilettano a fare per divertimento, niente di più. :)
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Messaggio da -SPECOLA-> »

@ NeOFiTa
Che peccato che il telescopio 50/630 riportato sul catalogo EIKOW a cui ti riferisci, non assomigli neanche MINIMAMENTE al telescopio di cui parlo; va bene che anche in questo caso potrebbe essere che "le immagini sono puramente indicative e possono variare senza preavviso", però a tutto ci sarà pure un limite, noo? :mrgreen:

Per quanto riguarda le "certezze", hai pienamente ragione. :thumbup:
Ognuno ha le proprie; le mie non si basano su supposizioni, ma su dati confrontabili e ripetibili e sempre così dovrebbe essere.

Per altro su QUEL catalogo EIKOW non si dice (ma anche no ;) ), la particolarità di questo telescopio.
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Raf584 ha scritto:Con internet e coi cataloghi non si va oltre le supposizioni.
Da incorniciare; IMHO.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della Immagine , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
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Re: Un amico fidato :)

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Sei un po distratto ;) chi ha detto che la Eikow ha assemblato il tuo 50/630... che però nonostante tu affermassi che utilizzavi quelle misure precise perchè sei preciso e con quei dati trovi solo ed esclusivamente il tuo DK e invece si trova un 630.. non 625 o 620... su quel catalogo guardacaso un 50/630 8-) La Eikow in quel periodo come abbiamo già menzionato prima non faceva solo assemblaggio :naughty: in quel periodo le faceva le ottiche e produceva i propri tubi e siamo negli anni 60............. non fine anni 70... e se metti insieme tutte le informazioni senza tirare a caso pare che la DK nel 1956 chiuse per 2 anni per essere riaperta per divenire essa stessa assemblatrice, con una denominazione nel 1958 differente, che chissà per quale motivo poi è riapparsa la DK :mrgreen: (ma poi ti sembra normale che un telescopietto da 50mm sia stato prodotto ininterrottamente per 70 anni) :D siccome è tutto collegato tra queste aziende anche se non ci credi... chi ti dice che l'ottica che hai nel tuo DK (intubazione montatura ma l'ottica??) lo scrivo tra parentesi magari lo riesco a spiegarmi meglio :lol: sia in realtà una produzione della Eikow stessa e la DK abbia fatto solo il resto :mrgreen: non ne avrai mai la certezza :thumbup:
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da NeOFiTa »

Per tornare un po in tema sulla mia strumentazione aggiungo un paio di immagini della serie (quasi completa, mancano un paio di pezzi che stanno arrivando) di oculari Celestron Plossl di produzione Taiwan e China che utilizzo solitamente sul mio 60ino, le focali sono 4/6/8/9/13/15/17/25 praticamente quasi introvabile in questa livrea Black e in fine il 32mm. Mancano all'appello il 3,6mm e l' SR4 Celestron quest'ultimo con trattamento antiriflesso, uno schema SR non dovrebbe mai mancare all'appello ;)
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da -SPECOLA-> »

NeOFiTa ha scritto:Sei un po distratto ;) chi ha detto che la Eikow ha assemblato il tuo 50/630... che però nonostante tu affermassi che utilizzavi quelle misure precise perchè sei preciso e con quei dati trovi solo ed esclusivamente il tuo DK e invece si trova un 630.. non 625 o 620... su quel catalogo guardacaso un 50/630 8-)
Se leggi meglio,
io non ho mai detto che tra i cataloghi, il 50/630 di cui parlo si trova soltanto su uno DK.
Ho soltanto scritto che possiedo un telescopio rifrattore 50/630 (non 50/600 o 50/625), che NON è l'EIKOW del catalogo che hai linkato (nemmeno ci assomiglia di notte al buio pesto, visto da lontano), che è una cosa diversa.
NeOFiTa ha scritto:La Eikow in quel periodo come abbiamo già menzionato prima non faceva solo assemblaggio :naughty: in quel periodo le faceva le ottiche e produceva i propri tubi e siamo negli anni 60............. non fine anni 70... e se metti insieme tutte le informazioni senza tirare a caso pare che la DK nel 1956 chiuse per 2 anni per essere riaperta per divenire essa stessa assemblatrice, con una denominazione nel 1958 differente, che chissà per quale motivo poi è riapparsa la DK :mrgreen:
Perdonami ma non ti seguo proprio.
La DK è stata fondata il 18 Novembre 1953 e questo è un dato riportato anche sul sito web della stessa casa costruttrice (l'ho già linkato).

Dove è documentato quello che hai scritto: "Se metti insieme tutte le informazioni senza tirare a caso pare che la DK nel 1956 chiuse per 2 anni per essere riaperta per divenire essa stessa assemblatrice, con una denominazione nel 1958 differente, che chissà per quale motivo poi è riapparsa la DK"?
Quali sono e da dove provengono "tutte le informazioni senza tirare a caso"?
Il fatto che la frase prosegua con un "pare che la DK nel 1956 chiuse per 2 anni per essere riaperta per divenire essa stessa assemblatrice, con una denominazione nel 1958 differente, che chissà per quale motivo poi è riapparsa la DK", è una possibilità, oppure una certezza?
Scusa ma quel "pare" mi rende il senso compiuto della frase piuttosto ambiguo (per essere più preciso, in questo caso a me il termine "pare", in quella posizione sembra un controsenso").
Aiutami a capire, per favore.
NeOFiTa ha scritto:(ma poi ti sembra normale che un telescopietto da 50mm sia stato prodotto ininterrottamente per 70 anni) :D
E adesso da dove escono fuori questi 70 anni???

Comunque un 50 mm viene fatto anche oggi, almeno a giudicare da quello che si legge seguendo i link del sito DK.
NeOFiTa ha scritto:siccome è tutto collegato tra queste aziende anche se non ci credi...
Mi risulta difficile credere a qualcosa che non sia documentato da una fonte affidabile/attendibile e che per altro contrasta con dei documenti certi (mi riferisco per lo più a telescopi completi e originali).
A questo proposito credo di essere già stato chiaro quotando l'intervento di Raffaello.
Se tu citassi da dove vengono tutti i tasselli del puzzle che dai come certi, sicuramente sarebbe più facile, però a quanto mi pare di capire, le tue sono soltanto ipotesi e congetture, che seguono un filo che è logico soltanto per te.
NeOFiTa ha scritto:chi ti dice che l'ottica che hai nel tuo DK (intubazione montatura ma l'ottica??) lo scrivo tra parentesi magari lo riesco a spiegarmi meglio :lol: sia in realtà una produzione della Eikow stessa e la DK abbia fatto solo il resto :mrgreen: non ne avrai mai la certezza :thumbup:
Sarebbe facile risponderti con un "e a te chi dice e da la certezza del contrario di quanto "rimproveri" a me"?
Non trovi?
Visto però che credo che quì nessuno voglia convincere nessuno, argomenterò ancora una volta la mia posizione.
Come ho già scritto, io non trovo alcun senso nel vendere qualcosa di un marchio diverso, marchiato per un altro.
Secondo te è normale comprare le scarpe "AAA" (per farti un esempio calzante :D), per poi trovare all'interno della scatola le scarpe "BBB" sotto mentite spoglie; per me invece no.
Tutto quì. ;)
Comunque nel caso specifico, sballerebbero persino gli anni, a meno che l'invenduto non fosse stato notevole , tanto da riuscire a sopravvivere ai lustri, per poi finire e rivivere lì dentro (per altro nel caso del 50/630, l'ottica a cui mi riferisco ha una caratteristica precisa, che la rende, diciamo così, UNICA negli anni '80).
Fabrizio Ferrario
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@ NeOFiTa
Complimenti per la ricca dotazione del tuo sessantino. :clap:
Fabrizio Ferrario
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da NeOFiTa »

Ciao Specola, si la dotazione del 60ino ammetto che ho esagerato :mrgreen: ha pure un diagonale prismatico Celestron Made in Usa del 1992 che era in dotazione ad uno SC9,25 :mrgreen: Allora un giorno mi insegnerai come si fa a citare ogni singola frase ;) Il collegamento DK è proprio nella data in cui la stessa DK dice che è stata fondata l'azienda e cioè il 1953 e fin qua ci siamo, ora da quel che ho letto in un link che mi hai dato pare che prima la fabbrica producesse obbiettivi per macchine fotografiche le KK che pare proprio nel 1953 ci siano stati dei problemi, quindi il fulcro nasce in quel periodo che cosa è successo in quel periodo? da qua io faccio delle ipotesi (IPOTESI) che cosa hanno fatto le aziende? daquel che ho capito hanno riorganizzato la fabbrica ma chi?? si parla che successivamente la denominazione sia cambiata in Zenobia va bene che produceva altri tipi di macchine fotografiche e magari altre cose per terzi per conto di una nuova multinazionale che magari si è appropriata dei capannoni, come ti ho detto le possibilità sono tante ma ragiono come farebbe un uomo di affari Giapponese che sa dove investire e come investire.. ma allora non era più la stessa fabbrica e ci sta anche questo sono ipotesi.. ora se guardi la DK ora è una piccola azienda anche questa pare in un capannone di 500 mq e magari ha anche un paio di filiali, ora è così.. ma prima che è successo in quel periodo che dalla fine degli anni 70 se ne sa poco o niente e poi spuntano nuovamente montature per la Vixen con il marchio DK.. e qua qualche domanda me la pongo, ma allora le ottiche le forniva la Vixen e le montature le produceva la DK.. come sembra per i 60ini Cygnus ma la Vixen è nata nel 1969... ma prima come era la storia.. mmmm pare ci fosse la Eikow (ora tutto questo ragionamento contorto può avere un senso (almeno io credo che lo abbia) come ho spiegato prove certe non le ho quindi sono tutte ipotesi ;) e che certezza hai tu che il tuo 50/630 DK non sia un ottica fatta davvero dalla Eikow.. nessuna neanche con quella caratteristica di cui parli, dato che non hai/abbiamo mai visto il 50ino di quel catalogo dal vivo.. la Eikow nelle sue lenti di caratteristiche da modello di fabbricazione identico ma con date differenti ne ha parecchie, chissà :thumbup:
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Il sessantino di cui hai condiviso le foto in questo thread ha un parco accessori eccezionale, ragion per cui credo proprio che si tratti di un esemplare particolarmente uscito bene.
Non so se ciò sia frutto di una selezione, oppure se semplicemente la dea bendata abbia deciso di baciarti, comunque sia mi auguro che quei pregiati pezzi di ottica possano sollazzarsi anche su altri strumenti.
Credo che se lo meritino.
I miei 60/700 sono ben più vetusti e con focheggiatori da 24.5 mm.

Per il quoting multiplo, è sufficiente racchiudere ogni singolo quote così:

Codice: Seleziona tutto

[quote="NickName"]Citazione[/quote]
Dove al posto di "NikName" bisognerà inserire di volta in volta, tra le virgolette, il NickName di chi ha scritto la citazione alla quale si vuole rispondere (per esempio io per citare te ho inserito "NeOFiTa", mentre se tu volessi citare me dovresti inserire "-SPECOLA->".

Il link in cui si parla di ZENOBIA, a parer mio prende in considerazione una azienda DAI ICHI, che è soltanto una omonima, rispetto a quella dei telescopi (un po' come TOWA e TANY).
Ciò si evince dal fatto che nel sito web DK, nessuna menzione venga fatta circa le fotocamere (è difficile pensare che un tale know how sia stato occultato nell'immagine istituzionale dell'azienda, o peggio ancora sia stato cancellato con un colpo di spugna; che senso avrebbe avuto farlo?).
Sarebbero comunque sempre aziende diverse, anche se per ipotesi fosse stato soltanto il ramo di business ad essere stato scisso, in quanto fisicamente e giuridicamente si tratterebbe di aziende distinte per ragione sociale e finalità di mercato (non c'è alcunchè che documenti in alcun modo un loro legame, nemmeno a livello di controllata o controllante, per l'una o per l'altra).

Comunque sia il direttore della fondata DK è noto, essendo riportato nel sito web aziendale ufficiale.

Riguardo allo spuntare del logo DK molti anni dopo la nascita della VIXEN, la cosa è normale, visto che la DK (lo riporta anche il proprio sito INTERNET ufficiale) si occupa(va?) di produzioni a MARCHIO PROPRIO e OEM.

Cit.:Business line ground-based telescope manufacturing astronomical telescope manufacturing telescope for parts manufacturing, selling the ground, astronomical telescope, sell optical products various suppliers, sales.

Quando in un telescopio, convive insieme ad altri LOGHI & MARCHI, anche la scritta DK, semplicemente vuol dire che la parte marchiata DAI ICHI KOGAKU è stata fornita da questa azienda, come parte (tecnicamente un componente di acquisto) per il costruttore/importatore dello strumento (che solitamente si firma in chiaro sulla scatola, i cartacei e soprattutto sull'etichetta dati di targa).

Quando invece, come nel caso che hai menzionato, cioè quello del VIXEN Cygnus, il logo DK compare sull'etichetta dati di targa dello strumento, vuol dire invece che il telescopio in questione è stato prodotto da DAI ICHI KOGAKU per il committente VIXEN.
È noto infatti che in certi periodi, per VIXEN fu difficile star dietro all'enorme richiesta; in questi frangenti si affidò anche a produzioni c/o terzi (e chi meglio della DK, che operava anche in questo ramo da tempo, avrebbe potuto dare le opportune garanzie di affidabilità e qualità?).

La EIKOW ha un marchio e un logo proprio, per cui non mi spiego perchè ad un certo punto dovrebbe aver deciso di operare in anonimato?
Nel caso poi fosse andata out of business, a maggior ragione sarebbe stata fuori dai giochi; capitolo chiuso, insomma.
Certamente ai tempi dei VIXEN Cygnus DK, la EIKOW già se la ricordavano in pochi, tanti erano gli anni trascorsi da quando era ancora ben nota (almeno io non ho mai visto e nemmeno sono a conoscenza di un telescopio EIKOW tanto recente).

Le mie certezze (che non riguardano soltanto il mio TECHNO 50/630 DK, per cui si estendono in generale al discorso) derivano dalle "firme" inequivocabili che ho riportato più sopra, parlando inerentemente "allo spuntare del logo DK molti anni dopo la nascita della VIXEN...".
Così come il telescopio DK in questione è firmato ovunque, altrettanto lo sarebbe un EIKOW, se un EIKOW fosse.
Che senso avrebbero due pesi e due misure?

Sicuramente le date comunque non coinciderebbero.

Ecco,
questo è il mio pensiero, scevro di ipotesi.
Fabrizio Ferrario
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da NeOFiTa »

Grazie per avermi spiegato come funziona il citare, ma non credo che lo userò mai su questo forum per rispondere :mrgreen: comunque mi diverte un mondo il veder smembrato un discorso complesso di un ragionamento che prende la sua forza dall'insieme in pezzettini HEHEHE :mrgreen: In questo caso da come mi hai spiegato le cose il discorso scissione in settori Fotografico/Astronomico è grossomodo come la penso io, infatti molte aziende nascono come costruttrici per macchine fotografiche, o microscopi e poi hanno espanso la loro attività all'astronomico, tipo la Pentax con i suoi acromatici Ashai, il discorso Vixen Cygnus non fa una piega in quel periodo la richiesta era enorme tanto che la fabbrica fu riorganizzata e addirittura spostata.. la curiosità che però mi lascia tra tutte le ipotesi più incuriosito è che le montature e accessori della DK, come saprai meglio di me, fatti per la Pentax, la Kenko, e credo anche la Mizar..(C'è una montatura che ha sopra un TAL 2 come quello che ho in firma io, capace di sorreggere una batteria di missili) e credo proprio che la producesse la DK, infine per ultima la Vixen, sono tutte dell'inizio alla fine degli anni 80, quindi c'è un buco di un ventennio al quale proprio non so dare spiegazione, o perlomeno non riesco a dare una spiegazione che possa avere una certa logica.. Il mio Celestron Firstscope ha un ottima ottica ma fino ad un certo punto in fondo non si tratta di un Tasco 7TA-5 = Royal Astro 60/1000, infatti nonostante regga i forti ingrandimenti ha una tonalità un po smorta non proprio fredda, soffre di luce diffusa... infatti ho annerito praticamente tutto dentro e fuori :mrgreen: pure sul paraluce ho messo le strisce di pivilene..inoltre ha una correzione che anche se è un F11.7 non aiuta molto nel planetario come Marte e Giove, mentre su Venere Luna... ma si mettiamoci anche Saturno :mrgreen: lo Star Test non è dei migliori e il focheggiatore tenerlo nella giusta posizione è un lavoro da orologiaio :mrgreen: nonostante ciò mi ci diverto e questo conta, su questo sono sicuro sarai d'accordo con me al 100% ;)
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Re: Un amico fidato :)

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AH! Dimenticavo.. la Eikow come ti avevo accennato quel simbolo che usava è un simbolo nobiliare, quando la ditta è stata venduta negli anni 80 chi la ha comprata non si poteva comprare quel simbolo di famiglia, che continuo a non ricordare di che zona fosse :think: ,di conseguenza nelle produzioni successive quel simbolo è sparito, a quel punto gli accessori della Eikow sono divenuti Diamond Z e le ottiche almeno in maggioranza sono Towa dato che i telescopi erano proprio gli stessi tra le due ditte anche se con denominazione differente
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Re: Un amico fidato :)

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Componentistica DK (ma non solo di questa casa) su setup altrui ne ho vista anche su cannocchiali e telescopi (pure giocattolo), anche prima degli anni '80.
Il fatto che in rete, di ciò si trovino le tracce più recenti, è soltanto insito nella contestualità che "l'inondazione" di documentazioni in effetti è arrivata con l'avvento del web e la conseguente facilità di condivisione, dunque in tempi relativamente recenti, quando cioè il grosso della produzione storica più vecchia era ormai già da tempo confinato nel dimenticatoio, spesso inesorabilmente condannato all'oblio (i pezzi più fortunati ad agonizzare nel buio di umide cantine o alla polvere di ingombranti soffitte, mentre i meno fortunati, direttamente a morire in discarica... :( ).

Ritornando al discorso EIKOW, una azienda è fatta anche di proprietà intellettuali, per cui mi riesce difficile pensare (a parte che per il logo, che magari per i problemi "araldici" che menzioni, potrebbe avere avuto un qualche vincolo, anche se io escluderei questo, in assenza di dati certi), che deliberatamente si preferisca ad un MARCHIO noto, uno nuovo tout court, senza alcuno sfruttamento pregresso.

Resto dunque sempre convinto che EIKOW e DIAMOND Z siano due realtà differenti e distinte, operativamente parlando (per l'eventuale correlazione a livello di forniture, vedi oltre).

In ogni campo, sotto ai prodotti dei vari marchi si cela componentistica sempre diversa, così come pure manovalanza e maestranze differenti (anche per via degli inevitabili e fisiologici turnover).
Ciò non comporta comunque variazioni a livello di titolarità di NOME/MARCHIO per il prodotto finito (d'altronde per esempio, chi fa calcolatrici, mica per forza dovrà anche farsi le viti* in casa, per cui le comprerà e per ovvie ragioni di reperibilità e ottimizzazione dei costi, l'acquisto difficilmente avrà un fornitore UNICO).

* Anche le viti sono "firmate" e per questo riconoscibili. ;)

La tracciabilità, un tempo assecondata soltanto dai s/n, ad un certo punto è stata affiancata dalle registrazioni sull'intera filiera.
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Che la componentistica DK si trovi anche prima degli anni 80 è molto raro anche se possono essere riconoscibili solitamente non avevano molti non avevano impresso il marchio DK. Per il fatto che la presunta produzione degli anni 60 fino agli anni 70 sia caduta nel dimenticatoio o in soffitta è verosimile e se ne sa poco anche perchè se capitavano questi strumenti, ma anche di altri marchi alla fine da molti erano considerate produzioni differenti come quelle dello Spada che diceva le ottiche gliele forniva una la ditta ottica di Firenze... però fortunatamente sul focheggiatore "originale" avevano dimenticato di modificare le targhette o le punzonature e oggi grazie al Web si sa che erano rifrattori Kenko Giapponesi ma con intubazione e montatura custom Spada. Oppure i famosi Milo che ora si sa sono nella maggior parte dei casi Royal Astro. Ogni tanto appaiono nel mercato dell'usato piccoli rifrattori da 40/50/60mm con il marchio stampato DK ma non hanno caratteristiche particolari sulle loro piccole montature che si differenziano dal classico metallo color verdognolo, e che io ritengo siano stati prodotti tra il 1951/53 e il 1958 e poi venduti all'estero molti anni dopo come rimanenze. La proprietà intelletuale penso sia stata lasciata direttamente al nome della ditta (Eikow) stessa, che oramai si era fatta un nome nel mercato e come ti avevo accennato collaborava subito dopo il passaggio di proprietà con la Towa come assemblatrice per i prodotti Towa e non più come produzione propria. Il Giappone è una cultura differente quasi aliena dove i problemi "araldici " come li chiami tu hanno una priorità assoluta e sono intoccabili!. C'è stato un fraintendmento nel quale forse non ci siamo capiti o mi sono spiegato male... La Eikow e la Diamond Z sono due realtà differenti, infatti la diamond Z non assembla i telescopi Eikow.... ma gli fornisce accessori come appunto gli oculari, la Eikow assembla in quel periodo invece per la Towa che a sua volta fa riferimento ad un'altra multinazionale la Yamamoto che in pratica gestiva anche molte altre aziende che in pratica collaborano tra loro, un esempio pratico di non punzonatura della Eikow ma di assemblaggio è proprio il rigel 80/1000 con il suo focheggiatore in plastica e la cella non collimabile a differenza dell'80/1200 dove il focheggiatore è quello più pregiato in metallo della Towa con la T cerchiata e la cella collimabile che la Towa stessa vendeva con il tubo bianco, e la Konus alla fine degli anni 80 tra i due marchi prediligeva quelli fatti con tubi (gialli/ma li faceva la stessa Eikow con intubazione bianca anche) che però erano a prezzi più economici da parte della Eikow proprio perchè a differenza della Towa la Eikow assemblava con rimanenze come le vecchie montature e focheggiatori più economici. Tubi gialli che poi sono divenuti parte integrante "non in toto però" che distingueva la Konus, (come hai detto per il Konus Altair operazione commerciale). La Diamond Z invece si trova in moltissimi telescopi venduti dalla Tasco sia nei tubi che negli accessori, ti ricordi i rifrattorini rossi che vendevano a metà tra gli anni 80 e 90, non quelli Tasco Vixen sempre di circa quel periodo dove si trova la classica V cerchiata, o quelli precedenti Tasco con i Royal Astro, bensì i cataloghi dei telescopi Tasco con tubi rossi tipo i modelli Tasco 9F con i classici cercatori Reflex che aveva la Towa, o il Tasco 49T che nel 1989 oltre al simbolo Diamond Z in quell'anno riportava già la scritta Taiwan e non più Japan, bene quel modello il 49T è in realtà un ottica Towa denomina AT-51 60/800 che era già in produzione dal 1975/76, bene però in questo caso allora... si.... che la Tasco facesse assemblare questi modelli dalla Diamond Z stessa per differenziarli un po dagli altri, li montasse con manopole cromate più appetibili commercialmente alle forcelle AZ e altre caratteristiche.. diciamo esteriori cromatiche per dargli un aria più moderna. Quindi quelli ritengo che siano stati completamente assemblati dalla Diamond Z, come lo sono stati i modelli Gemini di Andrea e tutti hanno ottiche Towa l'anello in lattice utilizzato nel doppietto e la bella lucidatura che si vede in foto sono caratteristiche di un prodotto di qualità made in Japan, Poi come ti dissi dopo il fallimento Celestron la Synta si è comprata anche il marchio Tasco e ora dal 2004 il modello 49T è ancora in vendita ma Made in China e con 700 di focale invece del classico 800. Rammento che il Tasco 49T era dato che reggeva ben 320X cosa che ha fatto il mio obbiettivo Towa da 60/900 e quindi veritiero, quell'obbiettivo che ho postato nei miei primi interventi insieme alla sostituzione degli spessorini anch'esso con anello in lattice/O-ring detto all'americana :D Guarda che bellezza https://www.youtube.com/watch?v=NcCmJjWp-YA, anche quel tipo di montatura e degli anni 75 e la utilizzava uguale la Carton per un suo modello base, quindi quei Tasco sono assemblamenti successivi ma con ottiche di molti anni precedenti perchè quella qualità per un problema di costi di produzione li facevano tra la fine degli anni 50 e la fine dei 70. Questa qualità molto elevata e controlli di qualità superiore voluti dallo stato stesso, infatti oltre i controlli fatti dalle aziende in fase di ultimazione del prodotto "telescopio" "oculare" ecc il tutto veniva spedito a Tokyo (non mi ricordo il nome dell'istituto, tanti dei dati che mi ero messo da parte sono andati persi quando ho bruciato il vecchio pc.... e avevo anche le foto dei controlli... comunque era il posto dove alla fine mettevano il bollino dorato (Passed). Era anche una rivincita nei confronti degli Americani, una rivincita morale, dato che in America il Made in Japan era un espressione dispregiativa come usa tutt'oggi per i prodotti made in China, ma i tempi cambiano ;) Bene dopo tutto questo discorsone siamo di punto a capo :D
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Messaggio da NeOFiTa »

Incredibilmente ho ritrovato in un vecchio Hard Disk esterno alcune delle immagini che pensavo perse :dance: Ecco le immagini del "Japan Telescopes Ispection Istitute, dove tutte le ottiche prodotte in Giappone vengono nuovamente controllate una volta ultimate, è un lavoro immane data l'altissima quantità di strumenti ottici prodotti, sono immagini vecchie dato che il telescopio bianco in una delle foto è un piccolo 60ino della Royal Astro, (presumo da piccoli dettagli che sia il modello AE62 Yamamoto) nonostante questo si capisce che l'attrezzatura utilizzata per i controlli ha già un elevato livello tecnologico.
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Re: Un amico fidato :)

Messaggio da -SPECOLA-> »

Beh, che dire?
Come sono stati dipinti, i fatti esposti assumono tratti di un avvincente romanzo.
Messi però così, sebbene piuttosto articolato nella propria complessità globale, il tutto risulta un po' caotico, secondo me e questo non aiuta a capire; anzi.

L'impressione che colgo io, è che quello che dovrebbe essere il filo logico del discorso e delle varie argomentazioni correlate, sia tenuto insieme per lo più da forzature "accomodanti", piuttosto che da fatti oggettivi.
IMHO.

Secondo me,
per rendere più agevole la comprensione dell'intero discorso, ogni argomento sarebbe meglio se venisse sviluppato inizialmente a parte, altrimenti inevitabilmente ne scaturirà soltanto un minestrone di "TOWA, DIAMOND Z, DK, MARIO SPADA" e chi più ne ha, più ne metta.
Ripeto,
questa è la mia impressione, per tanto metto in conto anche che in gran parte, tutto ciò possa dipendere benissimo soltanto da una mia limitazione.

Credo inoltre che molte considerazioni partano da un presupposto errato, perché incompleto in base di analisi.
Più precisamente,
io ritengo che di primo acchito, un telescopio anonimo, molto spesso lo è soltanto perché incompleto.
A questa specie/casistica, appartengono molti pezzi che hanno subito la prima corsa alla riduzione dei costi (prima di allora, le belle targhette oltre a fregiarsi dei MARCHI, dei Loghi e dei dati di targa, contenevano anche i S/N) e visti oggi, potrebbero dare adito anche a congetture e speculazioni (più o meno fantasiose).
Se però fossero completi e con la loro bella scatola, molte forzature ipotetiche verrebbero, se non a cadere o addirittura venir meno, di sicuro a ridursi nel margine di incertezza.
Tantissimi strumenti anonimi, infatti, in realtà erano ben identificati, per esempio sulla confezione originale; andate perdute le scatole (ma perchè no? Anche i cartacei all'interno), ecco che per sopperire a quelle informazioni CERTE si potrebbe cadere nella tentazione di cercare certezze ("le proprie certezze", però, che è diverso), per lo più nel campo di ciò che documentato (non dico provato), in realtà non è.

Questo è quello che penso io.

Riguardo al discorso Mario Spada, si potrebbe fugare ogni dubbio su quanto hai scritto (un po' come l'intervista UNITRON...), sentendo chi ha vissuto la realtà di questa azienda.
Un' "Ottica E Micromeccanica S.N.C. Di Spada Mario E c. in Verona" si trova ancora in rete; magari sono imparentati.
Idem per la ditta ottica di Firenze (che magari semplicemente, applicava soltanto dei trattamenti antiriflesso al floruro di magnesio).
Comunque sia, il relativo breve tempo trascorso dai fatti e l'esistenza di queste realtà entro i confini del territorio nazionale, dovrebbero poter giocare bene a favore di una soluzione CERTA di qualsiasi interrogativo.

Personalmente io non ho mai visto un telescopio MARIO SPADA con le etichette originali di altri costruttori, avresti qualche documentazione al riguardo?
Per altro, alcuni rifrattori avevano aperture e focali piuttosto insolite.
Certamente la ditta MARIO SPADA esportava persino in Giappone (qualcuno ha visto anche le inserzioni sulle riviste locali del Paese del Sol Levante) ed era attenta alla tecnologia applicata alla produzione INDUSTRIALE dei telescopi (e infatti ad un certo punto utilizzò per i propri SC, addirittura tubi in sonotube... ; era ormai prossimo il "canto del cigno"...).
Ah,
il micrometro sulla messa a fuoco degli SC, è un'invenzione Mario Spada, mica CELESTRON o MEADE. ;-)

Per il discorso che fai circa MILO, non potrebbe che essere così, visto che si tratta del MARCHIO di un IMPORTATORE (come KONUS e TASCO, giusto per capirci), per cui non capisco perché hai introdotto ora questa questione.

Le proprietà intelletuali comprendono anche i marchi e i loghi, per cui sarebbe un non senso lasciarle a chi non esiste più (per aquisizione, fusione o incorporazione che sia).
Ma poi io mi domando,
perchè cercare ostinatamente una continuità per alcune aziende e/o cose e per altre no?
Non capisco questa cosa.
Le aziende nascono e muoiono anche loro; non sono eterne.
Alcune cessano l'attività per non riprenderla mai più (per esempio quando non ci sono eredi).

Quanto affermi circa il fatto che la cultura GIAPPONESE sia differente e quasi aliena dalla Ns., ti do ragione (per esempio i Nomi di Persona NON vengono dati alle cose), però da dove nasce la certezza di intoccabilità che esprimi circa i "problemi araldici", tanto più se al loro riguardo non è stato un problema usarli al di fuori del campo dei blasoni?

I tubi gialli erano usati già per VISION (prima di diventare KONUS), oltre che da altri (vedi anche DANUBIA e SOLIGOR, per esempio).

Riguardo a quei Tasco che secondo te "sono stati assemblamenti successivi ma con ottiche di molti anni precedenti, perchè quella qualità per un problema di costi di produzione li facevano tra la fine degli anni 50 e la fine dei 70", la verità è secondo me molto più semplice e si chiama progresso e adeguamento allo stesso.
In soldoni,
i macchinari che esistevano un tempo, ad un certo punto sono stati superati da altri ben più moderni e all'avanguardia, che però costavano moltissimo, per cui non tutti a quel tempo se li potevano permettere.
Il risultato di tutto ciò, è ovviamente stato che soltanto le aziende che producevano e vendevano di più, avessero a disposizione il denaro necessario per rinnovarsi e poter produrre quindi allo stesso prezzo, GUADAGNANDOCI.
E' impensabile l'approvigionamento di un invenduto NOS di 20 anni su nuove produzioni; se ci fosse stato, causa valorizzazione dei magazzini, sarebbe stato smaltito decisamente molto prima.
Non sarebbe restato lì a stagionare; non credi anche tu ragionevole questa mi osservazione, che tra l'alto ha anche un nesso e un filo logico con il discorso dei CQ e deill'Istituto Di Controllo delle Ottiche in Giappone?

Peccato che tanti dei dati che ti eri messo da parte siano andati persi (non tutti, però, vedo con gioia :-) ); credo che mettendo insieme ogni singola informazione e/o documentazione, il quadro di insieme oggi sarebbe ben più preciso e razionale.

Riguardo all'Istituto Di Controllo delle Ottiche, comunque in rete si trova ancora oggi qualcosa (per altro anche quì nel forum se ne era già parlato, anche se per quanto mi ricordo, soltanto in modo introduttivo generale, più che altro riguardo ai binocoli: viewtopic.php?f=72&t=1322&hilit#p10210 ):

https://www.google.it/search?q=japan+te ... te+&imgrc=_

https://www.google.it/search?q=japan+te ... iAVV&dpr=1

https://www.google.it/search?q=japan+te ... BzCh3vfQqj

https://www.google.it/search?q=japan+te ... binoculars
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della Immagine , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
NeOFiTa

Re: Un amico fidato :)

Messaggio da NeOFiTa »

:mrgreen: Mi fai molte domande alle quali voglio darti molte risposte :mrgreen: ma mi ci vuole un poco di tempo per non fare un minestrone come mi fai notare :mrgreen: Se ci fosse la possibilità di avere qualche informazione sulla produzione Mario Spada da qualche diretto interessato ne sarei felicissimo ;) Per quanto mi ricordo la ditta di Firenze dalla quale Mario Spada diceva di prendere i vetri ho ricercato nel vecchio Hard Disk ed è la S.i.l.o, anche qua se qualcuno ne sa qualcosa e vuole intervenire è graditissimo. :) mi leggo piano piano tutte le tue domande con calma e poi ti do le risposte più dettagliate che desideri :)
Allegati
Mario Spada 76 910 Yamamoto AE76.JPG
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