La polarizzazione nel microscopio
Moderatore: Enotria
La polarizzazione nel microscopio
L’aggiunta del dispositivo polarizzante ad un microscopio è quanto mai semplice, attuabile da chiunque con minima spesa e con una minima manualità.
Il risultato che se ne ottiene è invece del massimo interesse in qualsiasi campo, in quanto la polarizzazione è in grado di mettere in evidenza particolari prima indistinguibili o invisibili, con una sensibilità estrema.
La polarizzazione la si ottiene inserendo, lungo il percorso della luce, una lastrina polarizzante prima del campione in esame (polarizzatore) ed una seconda lastrina subito dopo (analizzatore): dalla reciproca posizione delle due lastrine fra di loro otteniamo un vario grado di polarizzazione, con due posizioni estreme.
Quando i polarizzatori sono orientati fra loro a 90°, quindi disposti a croce, si ha la massima estinzione della luce, il fondo è quasi nero mentre, al contrario, il soggetto può assumere colori molto brillanti.
Invece, quando i filtri sono fra loro paralleli non si ha alcuna estinzione della luce e, apparentemente, non si ha alcun effetto sul campione in esame. In realtà un effetto c’è sempre ed è la capacità di eliminare i riflessi, per cui la polarizzazione viene molto usata anche nell’esame degli oggetti metallici, che altrimenti darebbero origine a forti riflessioni di luce.
Come possiamo inserire la polarizzazione nel nostro microscopio ?
La prima lamina polarizzante viene in genere semplicemente appoggiata sulla lente di campo, alla base del microscopio, in modo da essere facilmente ruotabile per ottenere i vari effetti cromatici ed anche per poter essere facilmente tolta, quando vogliamo ritornare alla normale illuminazione, non polarizzata.
Questo primo componente può essere acquistato apposta o, più spesso, è un normale filtro polarizzatore per fotografia del costo di pochi Euro e che noi appoggeremo sulla base del microscopio, ad intercettare l’uscita del raggio di luce.
Il secondo filtro, l’analizzatore, andrà messo nella cavità vuota che sta fra il corpo del microscopio e la testata di osservazione: si toglie la testata allentando la vite di bloccaggio e si mette il filtro ad intercettare la luce.
L’analizzatore può quindi essere costituito da un secondo filtro fotografico, purché di piccolo diametro, oppure da un ritaglio di una vecchia lente Polaroid, oppure ancora appositamente acquistato, dato che entrambi i due filtri polarizzanti nuovi non costano più di una ventina di Euro, ad esempio http://www.otticaturi.it/frame-C%20micr ... azione.htm
In caso il filtro analizzatore sia troppo piccolo e corra il rischio di cadere “dentro” al microscopio, si può bloccare la lamina polarizzante fra due ritagli di cartoncino, in modo da bloccarla meglio nella giusta posizione. Naturalmente l’analizzatore verrà mantenuto sempre in sede, anche quando non intendiamo usare la polarizzazione, del resto non ci crea danni alla visione, solo una leggera diminuzione della luminosità, comunque compensata da una efficace abbattimento dei riflessi parassiti.
Finito il nostro lavoro, possiamo subito vedere se funziona: accendiamo l’illuminazione del microscopio e, senza montare alcun soggetto, guardiamo dentro gli oculari.
Probabilmente vedremo solo della luce e nulla più, ma se ruotiamo il filtro alla base del microscopio vedremo ad un certo punto che la luminosità cala molto rapidamente fino a lasciarci con un campo molto scuro, quasi nero.
Anzi, più nero è, migliore è la qualità delle lamine polarizzatici che abbiamo utilizzato: una leggera dominante blu o viola è comunque frequente nei filtri plastici tipo Polaroid ma, per il nostro utilizzo non professionale, sarà più che accettabile.
Per ora ci fermiamo qui, nella prossima puntata vedremo cosa è possibile ottenere e come migliorare il nostro polarizzatore casalingo.
Il risultato che se ne ottiene è invece del massimo interesse in qualsiasi campo, in quanto la polarizzazione è in grado di mettere in evidenza particolari prima indistinguibili o invisibili, con una sensibilità estrema.
La polarizzazione la si ottiene inserendo, lungo il percorso della luce, una lastrina polarizzante prima del campione in esame (polarizzatore) ed una seconda lastrina subito dopo (analizzatore): dalla reciproca posizione delle due lastrine fra di loro otteniamo un vario grado di polarizzazione, con due posizioni estreme.
Quando i polarizzatori sono orientati fra loro a 90°, quindi disposti a croce, si ha la massima estinzione della luce, il fondo è quasi nero mentre, al contrario, il soggetto può assumere colori molto brillanti.
Invece, quando i filtri sono fra loro paralleli non si ha alcuna estinzione della luce e, apparentemente, non si ha alcun effetto sul campione in esame. In realtà un effetto c’è sempre ed è la capacità di eliminare i riflessi, per cui la polarizzazione viene molto usata anche nell’esame degli oggetti metallici, che altrimenti darebbero origine a forti riflessioni di luce.
Come possiamo inserire la polarizzazione nel nostro microscopio ?
La prima lamina polarizzante viene in genere semplicemente appoggiata sulla lente di campo, alla base del microscopio, in modo da essere facilmente ruotabile per ottenere i vari effetti cromatici ed anche per poter essere facilmente tolta, quando vogliamo ritornare alla normale illuminazione, non polarizzata.
Questo primo componente può essere acquistato apposta o, più spesso, è un normale filtro polarizzatore per fotografia del costo di pochi Euro e che noi appoggeremo sulla base del microscopio, ad intercettare l’uscita del raggio di luce.
Il secondo filtro, l’analizzatore, andrà messo nella cavità vuota che sta fra il corpo del microscopio e la testata di osservazione: si toglie la testata allentando la vite di bloccaggio e si mette il filtro ad intercettare la luce.
L’analizzatore può quindi essere costituito da un secondo filtro fotografico, purché di piccolo diametro, oppure da un ritaglio di una vecchia lente Polaroid, oppure ancora appositamente acquistato, dato che entrambi i due filtri polarizzanti nuovi non costano più di una ventina di Euro, ad esempio http://www.otticaturi.it/frame-C%20micr ... azione.htm
In caso il filtro analizzatore sia troppo piccolo e corra il rischio di cadere “dentro” al microscopio, si può bloccare la lamina polarizzante fra due ritagli di cartoncino, in modo da bloccarla meglio nella giusta posizione. Naturalmente l’analizzatore verrà mantenuto sempre in sede, anche quando non intendiamo usare la polarizzazione, del resto non ci crea danni alla visione, solo una leggera diminuzione della luminosità, comunque compensata da una efficace abbattimento dei riflessi parassiti.
Finito il nostro lavoro, possiamo subito vedere se funziona: accendiamo l’illuminazione del microscopio e, senza montare alcun soggetto, guardiamo dentro gli oculari.
Probabilmente vedremo solo della luce e nulla più, ma se ruotiamo il filtro alla base del microscopio vedremo ad un certo punto che la luminosità cala molto rapidamente fino a lasciarci con un campo molto scuro, quasi nero.
Anzi, più nero è, migliore è la qualità delle lamine polarizzatici che abbiamo utilizzato: una leggera dominante blu o viola è comunque frequente nei filtri plastici tipo Polaroid ma, per il nostro utilizzo non professionale, sarà più che accettabile.
Per ora ci fermiamo qui, nella prossima puntata vedremo cosa è possibile ottenere e come migliorare il nostro polarizzatore casalingo.
Andrea
URL: http://spazioinwind.libero.it/andrea_bosi/index.htm
il binocolo migliore in assoluto, è quello che hai con te nel momento in cui ti serve.
Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Riprendiamo il nostro discorso sulla polarizzazione e vediamo come possiamo ulteriormente migliorare le immagini che osserviamo.
Abbiamo visto che il massimo effetto della polarizzazione la otteniamo a lamine perfettamente incrociate a 90°, ma avrete anche osservato che in queste condizioni lo sfondo dell’immagine è totalmente buio, quindi di un nero funereo che più nero non si può.
Anche gli stessi colori creati dalla polarizzazione non sono così belli e brillanti come potremmo aspettarci.
La soluzione è molto semplice, basta inserire una lamina di ritardo sul percorso della luce polarizzata. In questo modo, tutti i colori, nero compreso, variano di un ordine di grandezza che dipende dal materiale della lamina e dal suo spessore.
Il più utilizzato è certamente il compensatore ad onda intera, una volta costruito da una sottile lamina di gesso trasparente, per questo spesso chiamato semplicemente “Gesso” o Rosso di I° ordine per il suo tipico colore di fondo.
L’applicazione di un simile ritardatore fa si che tutti i colori variano, diventando molto più brillanti e, soprattutto, il fondo che prima era nero diventa rossastro, per l’esattezza color Magenta.
Altro ritardatore molto utilizzato in biologia è quello di ¼° ordine, una volta costituito da una sottile lamina di mica, che fa virare i colori portando il fondo da nero a giallo.
Questa lamina è molto interessante, perché permette di ottenere delle immagini con i vantaggi tipici della polarizzazione, senza che se ne vedano troppo gli effetti esagerati sui colori, che rimangono abbastanza naturali.
Questo particolare effetto viene ottenuto montando il filtro a quarto d’onda e poi ruotando leggermente il solo polarizzatore finché il giallo del fondo non diventa bianco: in queste condizioni i colori sono ritornati come erano in origine, mentre la polarizzazione mantiene ancora ben evidenti i suoi effetti.
Ora che è ben evidente il vantaggio che le lamine ritardanti ci possono dare, vediamo come possiamo ottenerle.
Naturalmente la soluzione più semplice è l’acquisto, tenete però presente che il costo di quelle usate è attorno al centinaio di Euro, forse è meglio auto costruirle.
Un sistema molto semplice, anche se non perfetto, è quello di utilizzare del nastro adesivo trasparente, di quello largo per pacchi, e stenderne uno strato ben teso su di un vetrino.
Bisognerà fare le cose per bene, evitare le bolle d’aria, rifilare lo Scotch con un taglierino affilato, ma alla fine avremo una bellissima lamina a quarto d’onda, perfettamente funzionante.
E per costruirci la lamina ad onda intera come facciamo ?
Stesso discorso, solo che sarà più difficile perché questa volta serviranno almeno quattro strati di nastro trasparente per creare il giusto spessore ed il giusto effetto.
Nel collage sopra riportato vediamo riassunte alcune caratteristiche che abbiamo appena citato. Il soggetto è un dente umano e precisamente la zona del “colletto”, cioè il punto di separazione fra il dente coperto dallo smalto, a sinistra, e quella della radice a destra, con la sola dentina e senza lo smalto di protezione.
La prima immagine è ottenuta con la sola e semplice polarizzazione, si veda infatti il fondo completamente nero, ma già sono evidenti le zone di forza nello smalto, molto meno evidenti invece nella dentina, che appare ancora piuttosto confusa.
Nella seconda immagine, l’utilizzo della lamina di ritardo ad onda intera, evidente per il fondo color Magenta, ha evidenziato moltissimo i colori e reso ben visibili le linee di forza anche nella dentina.
La terza immagine è stata infine ottenuta con la tecnica più sopra citata per avere immagini più naturali: è stata inserita la linea di ritardo di Quarto ordine e la polarizzazione è stata diminuita fino a ridare al fondo il suo naturale colore bianco.
A questo punto i colori sono ritornati molto più naturali, l’immagine è meno shockante e più piacevole da osservare, ma le striature sia dello smalto, sia della dentina, sono ancora perfettamente evidenti.
Abbiamo visto che il massimo effetto della polarizzazione la otteniamo a lamine perfettamente incrociate a 90°, ma avrete anche osservato che in queste condizioni lo sfondo dell’immagine è totalmente buio, quindi di un nero funereo che più nero non si può.
Anche gli stessi colori creati dalla polarizzazione non sono così belli e brillanti come potremmo aspettarci.
La soluzione è molto semplice, basta inserire una lamina di ritardo sul percorso della luce polarizzata. In questo modo, tutti i colori, nero compreso, variano di un ordine di grandezza che dipende dal materiale della lamina e dal suo spessore.
Il più utilizzato è certamente il compensatore ad onda intera, una volta costruito da una sottile lamina di gesso trasparente, per questo spesso chiamato semplicemente “Gesso” o Rosso di I° ordine per il suo tipico colore di fondo.
L’applicazione di un simile ritardatore fa si che tutti i colori variano, diventando molto più brillanti e, soprattutto, il fondo che prima era nero diventa rossastro, per l’esattezza color Magenta.
Altro ritardatore molto utilizzato in biologia è quello di ¼° ordine, una volta costituito da una sottile lamina di mica, che fa virare i colori portando il fondo da nero a giallo.
Questa lamina è molto interessante, perché permette di ottenere delle immagini con i vantaggi tipici della polarizzazione, senza che se ne vedano troppo gli effetti esagerati sui colori, che rimangono abbastanza naturali.
Questo particolare effetto viene ottenuto montando il filtro a quarto d’onda e poi ruotando leggermente il solo polarizzatore finché il giallo del fondo non diventa bianco: in queste condizioni i colori sono ritornati come erano in origine, mentre la polarizzazione mantiene ancora ben evidenti i suoi effetti.
Ora che è ben evidente il vantaggio che le lamine ritardanti ci possono dare, vediamo come possiamo ottenerle.
Naturalmente la soluzione più semplice è l’acquisto, tenete però presente che il costo di quelle usate è attorno al centinaio di Euro, forse è meglio auto costruirle.
Un sistema molto semplice, anche se non perfetto, è quello di utilizzare del nastro adesivo trasparente, di quello largo per pacchi, e stenderne uno strato ben teso su di un vetrino.
Bisognerà fare le cose per bene, evitare le bolle d’aria, rifilare lo Scotch con un taglierino affilato, ma alla fine avremo una bellissima lamina a quarto d’onda, perfettamente funzionante.
E per costruirci la lamina ad onda intera come facciamo ?
Stesso discorso, solo che sarà più difficile perché questa volta serviranno almeno quattro strati di nastro trasparente per creare il giusto spessore ed il giusto effetto.
Nel collage sopra riportato vediamo riassunte alcune caratteristiche che abbiamo appena citato. Il soggetto è un dente umano e precisamente la zona del “colletto”, cioè il punto di separazione fra il dente coperto dallo smalto, a sinistra, e quella della radice a destra, con la sola dentina e senza lo smalto di protezione.
La prima immagine è ottenuta con la sola e semplice polarizzazione, si veda infatti il fondo completamente nero, ma già sono evidenti le zone di forza nello smalto, molto meno evidenti invece nella dentina, che appare ancora piuttosto confusa.
Nella seconda immagine, l’utilizzo della lamina di ritardo ad onda intera, evidente per il fondo color Magenta, ha evidenziato moltissimo i colori e reso ben visibili le linee di forza anche nella dentina.
La terza immagine è stata infine ottenuta con la tecnica più sopra citata per avere immagini più naturali: è stata inserita la linea di ritardo di Quarto ordine e la polarizzazione è stata diminuita fino a ridare al fondo il suo naturale colore bianco.
A questo punto i colori sono ritornati molto più naturali, l’immagine è meno shockante e più piacevole da osservare, ma le striature sia dello smalto, sia della dentina, sono ancora perfettamente evidenti.
Andrea
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Molto interessanti queste tecniche che adotti e le rendi disponibili a tutti
Il mio sito: http://www.carbonia2meteo.altervista.org/ Stazione meteo Davis vantage pro 2
Re: La polarizzazione nel microscopio
Iniziamo ora ad esaminare qualche soggetto interessante: il più facile ed a portata di mano è il comune zucchero che abbiamo in cucina, una tazzina con un po’ d’acqua ed un cucchiaino di zucchero disciolto. Con un contagocce lasciamo cadere un paio di gocce su di un vetrino, poi lasciamolo tranquillo ad evaporare.
Molto probabilmente, una volta asciutto ed osservato in luce polarizzata, otterremo qualche cosa che assomiglia a questo:
Certamente molto bella, ma l’immagine reale è ancora più interessante, perché i colori variano in continuazione, a seconda della rotazione che noi diamo al polarizzatore.
Se poi lo zucchero lo facciamo cristallizzare molto adagio, ad esempio coprendo la goccia con un vetrino copri oggetto che rallenta l’evaporazione dell’acqua, otterremo dopo alcuni giorni delle forme colorate assolutamente fantastiche, ai limiti dell’arte figurativa astratta.
Naturalmente non tutte, ma molte sostanze chimiche, una volta cristallizzate, presentano delle caratteristiche molto particolari una volta esaminate in luce polarizzata, e questo è utilissimo nello studio dei minerali.
In questo caso, una sottilissima sezione di granito viene vista in luce polarizzata e mostra come quello che sembra un sasso compatto, sia in realtà composto da diversi minerali che, partendo dal magma fuso, si sono solidificati in momenti successivi e cristallizzati secondo modalità diverse.
Anche lo studio della anatomia trae vantaggio da questa tecnica: osservate un lembo di pelle del nostro egregio Carlo, piena di pelacci che stanno spuntando e notate come la polarizzazione fa risaltare la struttura dei peli, mettendo in evidenza anche il piccolo muscolo erettore che ha il compito di “drizzare” il pelo e far accapponare la pelle a Carlo, quando il freddo delle notti serene lo costringe ad abbandonare i binocoli ed a rientare in casa, al calduccio.
Abbiamo anche visto come spesso si utilizzi la polarizzazione per ottenere particolari effetti che migliorano la leggibilità di una immagine.
Osservando questa sezione di foglia di mais, sono ben evidenti tutti i particolari morfologici e, in più, la sezione appare con un aspetto molto “naturale”, con le singole cellule ben turgide, quasi che la sezione non sia stata ottenuta da un brutale taglio, ma dal distacco delicato della parte soprastante, lasciando intatte tutte le cellule.
Se ricordate, abbiamo già parlato di questa tecnica, ottenuta polarizzando, aggiungendo una compensazione di ¼ d’onda ed, infine, riducendo il livello della polarizzazione fino a rendere bianco il fondo della foto.
In questo modo l’immagine riprende i suoi colori naturali, pur mantenendo intatte le evidenziazioni della luce polarizzata.
Con questo spero di aver stimolato la vostra curiosità, se vorrete provare basta poco, che ce vò ?
Due lamine polarizzate da 20 Euro, un paio di vetrini ricoperti di Scotch e tanta fantasia.
Buon divertimento
Molto probabilmente, una volta asciutto ed osservato in luce polarizzata, otterremo qualche cosa che assomiglia a questo:
Certamente molto bella, ma l’immagine reale è ancora più interessante, perché i colori variano in continuazione, a seconda della rotazione che noi diamo al polarizzatore.
Se poi lo zucchero lo facciamo cristallizzare molto adagio, ad esempio coprendo la goccia con un vetrino copri oggetto che rallenta l’evaporazione dell’acqua, otterremo dopo alcuni giorni delle forme colorate assolutamente fantastiche, ai limiti dell’arte figurativa astratta.
Naturalmente non tutte, ma molte sostanze chimiche, una volta cristallizzate, presentano delle caratteristiche molto particolari una volta esaminate in luce polarizzata, e questo è utilissimo nello studio dei minerali.
In questo caso, una sottilissima sezione di granito viene vista in luce polarizzata e mostra come quello che sembra un sasso compatto, sia in realtà composto da diversi minerali che, partendo dal magma fuso, si sono solidificati in momenti successivi e cristallizzati secondo modalità diverse.
Anche lo studio della anatomia trae vantaggio da questa tecnica: osservate un lembo di pelle del nostro egregio Carlo, piena di pelacci che stanno spuntando e notate come la polarizzazione fa risaltare la struttura dei peli, mettendo in evidenza anche il piccolo muscolo erettore che ha il compito di “drizzare” il pelo e far accapponare la pelle a Carlo, quando il freddo delle notti serene lo costringe ad abbandonare i binocoli ed a rientare in casa, al calduccio.
Abbiamo anche visto come spesso si utilizzi la polarizzazione per ottenere particolari effetti che migliorano la leggibilità di una immagine.
Osservando questa sezione di foglia di mais, sono ben evidenti tutti i particolari morfologici e, in più, la sezione appare con un aspetto molto “naturale”, con le singole cellule ben turgide, quasi che la sezione non sia stata ottenuta da un brutale taglio, ma dal distacco delicato della parte soprastante, lasciando intatte tutte le cellule.
Se ricordate, abbiamo già parlato di questa tecnica, ottenuta polarizzando, aggiungendo una compensazione di ¼ d’onda ed, infine, riducendo il livello della polarizzazione fino a rendere bianco il fondo della foto.
In questo modo l’immagine riprende i suoi colori naturali, pur mantenendo intatte le evidenziazioni della luce polarizzata.
Con questo spero di aver stimolato la vostra curiosità, se vorrete provare basta poco, che ce vò ?
Due lamine polarizzate da 20 Euro, un paio di vetrini ricoperti di Scotch e tanta fantasia.
Buon divertimento
Andrea
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Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
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il binocolo migliore in assoluto, è quello che hai con te nel momento in cui ti serve.
Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
Re: La polarizzazione nel microscopio
Una domanda ...
nel caso in cui ci sia un obbiettivo con la scritta pol ,quindi per luce polarizzata, l'obbiettivo contiene gia un filtro? o bisogna avere sia il polarizzatore che l'analizzatore ossia i due filtri?oppure basta solo l'anaizzatore a monte ?
grazie Giov68
nel caso in cui ci sia un obbiettivo con la scritta pol ,quindi per luce polarizzata, l'obbiettivo contiene gia un filtro? o bisogna avere sia il polarizzatore che l'analizzatore ossia i due filtri?oppure basta solo l'anaizzatore a monte ?
grazie Giov68
Re: La polarizzazione nel microscopio
Enotria for President!!
Ottima guida
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- Guido Gherlenda
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- Iscritto il: 24/08/2012, 14:14
- Località: Oderzo (Treviso)
Re: La polarizzazione nel microscopio
Mi permetto di rispondere io, eventualmente Andrea specificherà meglio l'argomento: la dicitura "Pol" presente su diversi componenti spesso in rosso indica che le parti ottiche sono prive di tensionamenti che potrebbero influenzare negativamente la visione, l'esempio è il classico righello trasparente che osservato con lenti polarizzate ha delle zone iridescenti dovute a tensioni interne, questo capita spesso con oggetti stampati in "plexiglass" materiale non birifrangente in condizioni normali.Una domanda ...
nel caso in cui ci sia un obbiettivo con la scritta pol ,quindi per luce polarizzata, l'obbiettivo contiene gia un filtro? o bisogna avere sia il polarizzatore che l'analizzatore ossia i due filtri?oppure basta solo l'anaizzatore a monte ?
Quindi la scritta pol è solo una conferma che le ottiche sono predisposte per essere attraversate da luce polarizzata senza modificarla, i due filtri sono necessari.
Guido Gherlenda
45°46'38.85"N 12°28'59.46"E
45°46'38.85"N 12°28'59.46"E
Re: La polarizzazione nel microscopio
grazie mi dovrebbe arrivare uno czj 100x pol
appena arriva vi so dire come va.....
ma..usando il dic che potremo considerare polarizzato non ha molto senso usare anche il polarizzatore ?
comunque voglio provare che succede...
appena arriva vi so dire come va.....
ma..usando il dic che potremo considerare polarizzato non ha molto senso usare anche il polarizzatore ?
comunque voglio provare che succede...
Re: La polarizzazione nel microscopio
Err... ho postato erroneamente in altra sezione, in realtà avrei dovuto postare qui
Come dicevo, vorrei dare il mio umile contributo per la realizzazione di una soluzione "artigianale" adatta alla visione in luce polarizzata. Ecco un interessante articolo relativo ad un Lomo Biolam, ma facilmente adattabile ad ogni altro strumento: http://www.microscopy-uk.org.uk/mag/ind ... udget.html
Come dicevo, vorrei dare il mio umile contributo per la realizzazione di una soluzione "artigianale" adatta alla visione in luce polarizzata. Ecco un interessante articolo relativo ad un Lomo Biolam, ma facilmente adattabile ad ogni altro strumento: http://www.microscopy-uk.org.uk/mag/ind ... udget.html
Ciao a tutti,
Piero
Bino: Vixen BT80M-A. Konus 20x80. Zeiss Binoctem 1Q 7x50. Swift Newport 10x50. Bell&Howell 8x40. Hawke Frontier PC 8x42.
Tele: Acro Bresser R152 @F8, Mak SW 127. HEQ5 PRO MarkII.
Altro: Canon 500D + MZ5M + SPC900NC. Microscopio Zeiss Standard RA.
http://www.studiomessineo.it/astronomia (in costruzione)
Piero
Bino: Vixen BT80M-A. Konus 20x80. Zeiss Binoctem 1Q 7x50. Swift Newport 10x50. Bell&Howell 8x40. Hawke Frontier PC 8x42.
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Ho appena avuto un'epifania
Stavo riflettendo su come recuperare due filtri polarizzati a poco prezzo per realizzare polarizzatore ed analizzatore, e mi e' venuto in mente che, con poco piu' di un euro, in quasi tutti i cinema e' possibile acquistare gli occhiali real3D, he hanno appunto due lenti polarizzate, fra l'altro piane ed anche abbastanza ampie, quindi comode da adattare x i nostri scopi
Stavo riflettendo su come recuperare due filtri polarizzati a poco prezzo per realizzare polarizzatore ed analizzatore, e mi e' venuto in mente che, con poco piu' di un euro, in quasi tutti i cinema e' possibile acquistare gli occhiali real3D, he hanno appunto due lenti polarizzate, fra l'altro piane ed anche abbastanza ampie, quindi comode da adattare x i nostri scopi
Ciao a tutti,
Piero
Bino: Vixen BT80M-A. Konus 20x80. Zeiss Binoctem 1Q 7x50. Swift Newport 10x50. Bell&Howell 8x40. Hawke Frontier PC 8x42.
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Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Ho provato, purtroppo non vanno bene. Le lenti degli occhiali 3D sono polarizzatori circolari, inadatti ai nostri scopi. Peccato...
Ciao a tutti,
Piero
Bino: Vixen BT80M-A. Konus 20x80. Zeiss Binoctem 1Q 7x50. Swift Newport 10x50. Bell&Howell 8x40. Hawke Frontier PC 8x42.
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Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Io acquisto la lamina polarizzata direttamente in USA: un foglio formato A4 costa solo 10$ e, in genere, non paga neppure la dogana.
L'indirizzo è http://www.3dlens.com/shop/polarizer.php e la lamina è la P210, con una efficienza del 99,98 %
Dato il minimo consumo che se ne fa, ne avete per tutta la vita, oppure per voi ed altri 10 vostri amici.
L'indirizzo è http://www.3dlens.com/shop/polarizer.php e la lamina è la P210, con una efficienza del 99,98 %
Dato il minimo consumo che se ne fa, ne avete per tutta la vita, oppure per voi ed altri 10 vostri amici.
Andrea
URL: http://spazioinwind.libero.it/andrea_bosi/index.htm
il binocolo migliore in assoluto, è quello che hai con te nel momento in cui ti serve.
Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Il procedimento mi sembra efficiente e semplice.... ho una domandaEnotria ha scritto: Ora che è ben evidente il vantaggio che le lamine ritardanti ci possono dare, vediamo come possiamo ottenerle.
Naturalmente la soluzione più semplice è l’acquisto, tenete però presente che il costo di quelle usate è attorno al centinaio di Euro, forse è meglio auto costruirle.
Un sistema molto semplice, anche se non perfetto, è quello di utilizzare del nastro adesivo trasparente, di quello largo per pacchi, e stenderne uno strato ben teso su di un vetrino.
Bisognerà fare le cose per bene, evitare le bolle d’aria, rifilare lo Scotch con un taglierino affilato, ma alla fine avremo una bellissima lamina a quarto d’onda, perfettamente funzionante.
E per costruirci la lamina ad onda intera come facciamo ?
Stesso discorso, solo che sarà più difficile perché questa volta serviranno almeno quattro strati di nastro trasparente per creare il giusto spessore ed il giusto effetto.
Per realizzare la lamina ad onda intera, i 4 strati di scotch trasparente vanno tutti sovrapposti, o se ne possono mettere due per ogni lato del vetrino?
Riguardo le lamine polarizzatrici, in europa le vende anche Knight Optical, ed ha anche le lamine di ritardo:
http://www.knightoptical.com/php/browse ... 57&catClr=
http://www.knightoptical.com/php/browse ... 08&catClr=
Il problema è che le spese di spedizione per l'Italia, anche per piccole quantità, sono una follìa (nell'ordine delle 30£), il che annulla totalmente il vantaggio di acquistare da loro, almeno per piccoli ordini. Magari provo a scrivere e chiedere se, per un paio di lamine polarizzatrici ed una lamina ritardante, possono spedire con un metodo più economico...
Ho un'ultima domanda: in caso di acquisto delle lamine ritardanti come quelle che sono presenti nel secondo link, volendo usare solo la lamina da 1/4l sovrapposta in quattro strati, posso incollarli usando l'entellan o la colla per vetro che abbiamo visto in un altro thread è adatta all'incollaggio dei coprioggetto sui vetrini?
Ciao a tutti,
Piero
Bino: Vixen BT80M-A. Konus 20x80. Zeiss Binoctem 1Q 7x50. Swift Newport 10x50. Bell&Howell 8x40. Hawke Frontier PC 8x42.
Tele: Acro Bresser R152 @F8, Mak SW 127. HEQ5 PRO MarkII.
Altro: Canon 500D + MZ5M + SPC900NC. Microscopio Zeiss Standard RA.
http://www.studiomessineo.it/astronomia (in costruzione)
Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
I 4 strati sono sovrapposti, stai attento alle bolle d'aria e, naturalmente, non fare pieghe.
Le lamine commerciali non vanno mai incollate, c'è sempre il rischio che la colla crei lei stessa dei falsi colori.
Piuttosto controlla se hanno delle pellicole adesive di protezione e, nel caso, se queste vanno tolte o lasciate.
Per lo stesso motivo, non è il caso di sovrapporre 4 lamine da 1/4 lambda per ottenere una ad onda intera: un conto è la nostra soluzione economica con lo scotch, altra cosa le lamine commerciali, che vanno bene così come sono.
Buon lavoro e posta i tuoi risultati.
Le lamine commerciali non vanno mai incollate, c'è sempre il rischio che la colla crei lei stessa dei falsi colori.
Piuttosto controlla se hanno delle pellicole adesive di protezione e, nel caso, se queste vanno tolte o lasciate.
Per lo stesso motivo, non è il caso di sovrapporre 4 lamine da 1/4 lambda per ottenere una ad onda intera: un conto è la nostra soluzione economica con lo scotch, altra cosa le lamine commerciali, che vanno bene così come sono.
Buon lavoro e posta i tuoi risultati.
Andrea
URL: http://spazioinwind.libero.it/andrea_bosi/index.htm
il binocolo migliore in assoluto, è quello che hai con te nel momento in cui ti serve.
Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Grazie mille, le tue informazioni sono sempre preziose
Ho un ultimo dubbio: l'orientamento della lamina di ritardo rispetto all'analizzatore, è significativo?
Voglio dire, se ruoto la lamina rispetto all'analizzatore, o quest'ultimo rispetto alla lamina, cambia qualcosa?
Per finire, ho trovato un'interessante discussione sul newsgroup "microscopes" su come utilizzare due polarizzatori circolari per ottenere uno strumento in luce polarizzata funzionante correttamente. Fra l'altro, a seconda del "verso" in cui montiamo l'analizzatore con polarizzazione circolare, possiamo ottenere o un sistema normale, o con ritardo di 1/4L, quindi risparmiando almeno una lamina di ritardo.
Ecco il link: http://tech.groups.yahoo.com/group/Micr ... sage/71280 , appena ho un attimo di tempo, provvedo a riportarne la traduzione, per chi non è anglofono
Ho un ultimo dubbio: l'orientamento della lamina di ritardo rispetto all'analizzatore, è significativo?
Voglio dire, se ruoto la lamina rispetto all'analizzatore, o quest'ultimo rispetto alla lamina, cambia qualcosa?
Per finire, ho trovato un'interessante discussione sul newsgroup "microscopes" su come utilizzare due polarizzatori circolari per ottenere uno strumento in luce polarizzata funzionante correttamente. Fra l'altro, a seconda del "verso" in cui montiamo l'analizzatore con polarizzazione circolare, possiamo ottenere o un sistema normale, o con ritardo di 1/4L, quindi risparmiando almeno una lamina di ritardo.
Ecco il link: http://tech.groups.yahoo.com/group/Micr ... sage/71280 , appena ho un attimo di tempo, provvedo a riportarne la traduzione, per chi non è anglofono
Ciao a tutti,
Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Uno dei problemi è sempre stato il reperimento di buone lamine di ritardo.
A parte l'acquisto, sempre superiore ai 50 Euro per lamina ed a parte soluzioni fai da te come gli strati di scotch, esiste un'altra soluzione molto comoda.
Andate al BriCo ed acquistate un ricambio per cornici fotografiche, quelle lamine in plexiglass che vanno a sostituire il vetro della cornice quando lo avete rotto.
Una lamina 13x18 costa un paio di Euro e ci fate tutti i microscopi che volete.
Ne tagliate due dischetti o due rettangoli, quelli sono i vostri filtri !
Ad uno dei dischetti togliete le due pellicole trasparenti di protezione: quello è diventato il vostro ritardo ad 1/4 d'onda, la "Mica".
All'altro non togliete nulla, va bene così, anzi, io ripasso il bordo con dello smalto da unghie proprio per fissare per bene la pellicola di protezione, non si sa mai che per errore venga via: questo è il vostro ritardo ad onda intera, il "Gesso".
Buon lavoro !
A parte l'acquisto, sempre superiore ai 50 Euro per lamina ed a parte soluzioni fai da te come gli strati di scotch, esiste un'altra soluzione molto comoda.
Andate al BriCo ed acquistate un ricambio per cornici fotografiche, quelle lamine in plexiglass che vanno a sostituire il vetro della cornice quando lo avete rotto.
Una lamina 13x18 costa un paio di Euro e ci fate tutti i microscopi che volete.
Ne tagliate due dischetti o due rettangoli, quelli sono i vostri filtri !
Ad uno dei dischetti togliete le due pellicole trasparenti di protezione: quello è diventato il vostro ritardo ad 1/4 d'onda, la "Mica".
All'altro non togliete nulla, va bene così, anzi, io ripasso il bordo con dello smalto da unghie proprio per fissare per bene la pellicola di protezione, non si sa mai che per errore venga via: questo è il vostro ritardo ad onda intera, il "Gesso".
Buon lavoro !
Andrea
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Andrea, sei un mito
Ciao a tutti,
Piero
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Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Facevo una riflessione: la lamina in plexiglass genera un ritardo di 1/4L, fin qui tutto chiaro
Pero', ognuna delle due pellicole protettive dovrebbe generare anch'essa un ritardo di 1/4L... a questo punto, il dischetto di plexiglas con le due pellicole, non dovrebbe generare un ritardo di 3/4L, invece che di una lunghezza d'onda intera?
Pensavo: se e' cosi', si potrebbe pensare di usare la pellicola protettiva degli schermi dei cellulari, tagliarne una in due, togliere una pellicola protettiva per parte, ed attaccare le due meta' una sull'altra... cosi' otterremmo quattro lamine di plastica trasparente sovrapposte, per un ritardo giusto di 1L
Pero', ognuna delle due pellicole protettive dovrebbe generare anch'essa un ritardo di 1/4L... a questo punto, il dischetto di plexiglas con le due pellicole, non dovrebbe generare un ritardo di 3/4L, invece che di una lunghezza d'onda intera?
Pensavo: se e' cosi', si potrebbe pensare di usare la pellicola protettiva degli schermi dei cellulari, tagliarne una in due, togliere una pellicola protettiva per parte, ed attaccare le due meta' una sull'altra... cosi' otterremmo quattro lamine di plastica trasparente sovrapposte, per un ritardo giusto di 1L
Ciao a tutti,
Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Come diceva quel tipo in TV: "Provare per credere !"
Ed io aggiungo: "e poi riferire qui sul forum !"
Ed io aggiungo: "e poi riferire qui sul forum !"
Andrea
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Ok, ho provato, quindi riferisco
La soluzione provata è la seguente:
1) Per il filtro di ritardo da 1/4L: mi sono procurato un filtro fotografico UV da 30mm. Ho verificato, ed è "neutro" rispetto alla polarizzazione. Ho smontato il filtro vero e proprio dal supporto, quindi ho ritagliato un dischetto di "screen saver" per cellulari di dimensione uguale, e l'ho attaccato (sfruttando l'apposito lato adesivo) sul filtro UV, quindi ho rimosso tutte le pellicole protettive ed ho rimontato il tutto nel supporto.
Risultato: si ottiene una polarizzazione ad una lunghezza d'onda indefinita. Il colore di fondo è verde invece che giallo come dovrebbe essere, e non è neanche molto uniforme. Ruotando il filtro di ritardo, si ottengono varie sfumature che vanno dal verde chiaro all'azzurro, ma mai il giallo.
2) Per il filtro di ritardo da 1L: Ho ritagliato due rettangoli dello stesso "screen saver" per cellulari. Ho rimosso da ogni rettangolo solo la pellicola del lato adesivo, e li ho incollati fra loro (ottenendo una lamina di quattro strati: pellicola protettiva->screensaver->screensaver->pellicola protettiva). Ho quindi posto la lamina così ottenuta dopo il filtro polarizzatore (prima del condensatore, quindi).
Risultato: si ottiene un ritardo assolutamente caotico. Lo sfondo è in pratica un arcobaleno di sfumature che vanno dal verdino al magenta, passando per l'azzurro. Molto gradevole esteticamente, ma scorretto dal punto di vista "tecnico". Ruotando la lamina di ritardo si ottiene un effetto di sfumatura in continuo movimento, molto bello, ma inutile
3) Prossima prova: Devo incollare sui due filtri fotografici UV (li ho trovati ad un paio di euro su ebay e ne ho presi tre per fare le prove ) il famoso nastro adesivo trasparente. Uno strato solo su un filtro, e quattro sull'altro. Vedremo cosa viene fuori
Non ho ancora provato perchè... mi manca il nastro trasparente
La soluzione provata è la seguente:
1) Per il filtro di ritardo da 1/4L: mi sono procurato un filtro fotografico UV da 30mm. Ho verificato, ed è "neutro" rispetto alla polarizzazione. Ho smontato il filtro vero e proprio dal supporto, quindi ho ritagliato un dischetto di "screen saver" per cellulari di dimensione uguale, e l'ho attaccato (sfruttando l'apposito lato adesivo) sul filtro UV, quindi ho rimosso tutte le pellicole protettive ed ho rimontato il tutto nel supporto.
Risultato: si ottiene una polarizzazione ad una lunghezza d'onda indefinita. Il colore di fondo è verde invece che giallo come dovrebbe essere, e non è neanche molto uniforme. Ruotando il filtro di ritardo, si ottengono varie sfumature che vanno dal verde chiaro all'azzurro, ma mai il giallo.
2) Per il filtro di ritardo da 1L: Ho ritagliato due rettangoli dello stesso "screen saver" per cellulari. Ho rimosso da ogni rettangolo solo la pellicola del lato adesivo, e li ho incollati fra loro (ottenendo una lamina di quattro strati: pellicola protettiva->screensaver->screensaver->pellicola protettiva). Ho quindi posto la lamina così ottenuta dopo il filtro polarizzatore (prima del condensatore, quindi).
Risultato: si ottiene un ritardo assolutamente caotico. Lo sfondo è in pratica un arcobaleno di sfumature che vanno dal verdino al magenta, passando per l'azzurro. Molto gradevole esteticamente, ma scorretto dal punto di vista "tecnico". Ruotando la lamina di ritardo si ottiene un effetto di sfumatura in continuo movimento, molto bello, ma inutile
3) Prossima prova: Devo incollare sui due filtri fotografici UV (li ho trovati ad un paio di euro su ebay e ne ho presi tre per fare le prove ) il famoso nastro adesivo trasparente. Uno strato solo su un filtro, e quattro sull'altro. Vedremo cosa viene fuori
Non ho ancora provato perchè... mi manca il nastro trasparente
Ciao a tutti,
Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Ok, ho messo in atto il "metodo n.3" descritto sopra, e funziona
Ho postato qui i risultati: viewtopic.php?f=84&t=3163&p=31983#p31983
Grazie Andrea, come sempre sei il nostro ispiratore e mentore
Ho postato qui i risultati: viewtopic.php?f=84&t=3163&p=31983#p31983
Grazie Andrea, come sempre sei il nostro ispiratore e mentore
Ciao a tutti,
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Re: La polarizzazione nel microscopio
.
E così Drake scoprì la Polarizzazione Interferenziale.
Quel bel giochino che, abbinato allo sfasamento, ha portato alla progettazione del DIC.
Infatti, il colore che si origina con la polarizzazione, cambia a seconda dello spessore che la luce attraversa: se attraversa la sottile superficie della parete cellulare avrà quindi un colore, ben diverso di dove la luce deve attraversare il bordo cellulare, molto più alto e più spesso.
Il risultato è che la forma delle cellule viene esaltata nel loro volume, anche se ciò avviene con falsi colori, assurdi e senza alcun riferimento alla figura reale.
Ma, basta allora variare la quantità di polarizzazione ed, utilizzando delle opportune lamine di ritardo, si può ritornare ai colori originari, ma mantenendo l'effetto tridimensionale alle cellule.
Questa tecnica è anche chiamata polarizzazione interferenziale, e ricordo, assieme allo sfasamento, è alla base di tecniche di visione molto elaborate e costose, come i microscopi interferenziali DIC (Differencial Interference Contrast).
Riguardiamo un particolare della foto di Drake: Guardate quelle cellule come sono "cicciotte", non sono piatte, non sono schiacciate, sono proprio delle cellule tridimensionali.
L'effetto è dato dal bordo che la polarizzazione ha più o meno ombreggiato, apportando il senso della profondità che alla foto, per forza di cose, mancava.
E poi l'effetto in questo caso è penalizzato da un vetrino brutto e mal colorato, ma se si usa un vetrino "buono":
La tecnica per ottenere questo risultato è abbastanza semplice ed alla portata di chiunque: si crea la polarizzazione incrociando le lamine (il fondo diventa nero), si aggiunge una lamina di ritardo ad 1/4 d'onda (il fondo diventa giallo), infine si ruota assieme sia il polarizzatore, sia la lamina di ritardo e si nota che il fondo via via schiarisce fino a tornare bianco trasparente.
A quel punto, anche tutti i colori sono ritornati al loro stato originale, ma la foto mostra ancora le ombreggiature che ne fanno risaltare i punti di diverso spessore, fornendo una immagine più realistica e non piatta delle singole cellule.
E così Drake scoprì la Polarizzazione Interferenziale.
Quel bel giochino che, abbinato allo sfasamento, ha portato alla progettazione del DIC.
Infatti, il colore che si origina con la polarizzazione, cambia a seconda dello spessore che la luce attraversa: se attraversa la sottile superficie della parete cellulare avrà quindi un colore, ben diverso di dove la luce deve attraversare il bordo cellulare, molto più alto e più spesso.
Il risultato è che la forma delle cellule viene esaltata nel loro volume, anche se ciò avviene con falsi colori, assurdi e senza alcun riferimento alla figura reale.
Ma, basta allora variare la quantità di polarizzazione ed, utilizzando delle opportune lamine di ritardo, si può ritornare ai colori originari, ma mantenendo l'effetto tridimensionale alle cellule.
Questa tecnica è anche chiamata polarizzazione interferenziale, e ricordo, assieme allo sfasamento, è alla base di tecniche di visione molto elaborate e costose, come i microscopi interferenziali DIC (Differencial Interference Contrast).
Riguardiamo un particolare della foto di Drake: Guardate quelle cellule come sono "cicciotte", non sono piatte, non sono schiacciate, sono proprio delle cellule tridimensionali.
L'effetto è dato dal bordo che la polarizzazione ha più o meno ombreggiato, apportando il senso della profondità che alla foto, per forza di cose, mancava.
E poi l'effetto in questo caso è penalizzato da un vetrino brutto e mal colorato, ma se si usa un vetrino "buono":
La tecnica per ottenere questo risultato è abbastanza semplice ed alla portata di chiunque: si crea la polarizzazione incrociando le lamine (il fondo diventa nero), si aggiunge una lamina di ritardo ad 1/4 d'onda (il fondo diventa giallo), infine si ruota assieme sia il polarizzatore, sia la lamina di ritardo e si nota che il fondo via via schiarisce fino a tornare bianco trasparente.
A quel punto, anche tutti i colori sono ritornati al loro stato originale, ma la foto mostra ancora le ombreggiature che ne fanno risaltare i punti di diverso spessore, fornendo una immagine più realistica e non piatta delle singole cellule.
Andrea
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Grazie per i commenti, Andrea
Devo dire che l'osservazione in luce polarizzata mi piace un sacco... credo realizzerò subito la lamina di ritardo da 1L, poi partirò a caccia di vetrini geologici
Anzi... Mercoledì prossimo partecipo ad un seminario al politecnico sulla stabilizzazione dei versanti, tenuto dal mio ex prof di geotecnica... magari gli chiedo se in laboratorio hanno roba vecchia che non gli serve più
Devo dire che l'osservazione in luce polarizzata mi piace un sacco... credo realizzerò subito la lamina di ritardo da 1L, poi partirò a caccia di vetrini geologici
Anzi... Mercoledì prossimo partecipo ad un seminario al politecnico sulla stabilizzazione dei versanti, tenuto dal mio ex prof di geotecnica... magari gli chiedo se in laboratorio hanno roba vecchia che non gli serve più
Ciao a tutti,
Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Ciao a tutti
Ho continuato i test con le lamine di ritardo, ed ho scoperto alcune cose interessanti.
Il concetto fondamentale è che il nastro adesivo trasparente che usiamo per "autocostruirci" le lamine, non genera un ritardo esattamente di 1/4L per strato, ma qualcosa di meno. Quindi, stendendo un solo strato non si ottiene esattamente il giallo, ma un colore più chiaro. Così anche, utilizzando quattro strati, non si ottiene il magenta ma il verde.
Ho usato un vetrino per fare alcuni esperimenti, e questi sono i risutati. A sinistra il numero di strati di nastro usati, a destra il colore ottenuto:
1 -> giallo pallido
2 -> ciano
3 -> giallo scuro
4 -> verde
5 -> magenta
6 -> verde scuro
7 -> rosa
8 -> verde
Così, scopriamo che, usando tre e cinque strati, riusciamo ad ottenere i colori "canonici", ovvero il giallo ed il magenta. C'è da dire che anche il ciano è, almeno esteticamente, molto bello... sto pensando di farmi un filtro così.
A quanto sapientemente già detto da Andrea su come realizzare le lamine di ritardo, vorrei aggiungere un solo dettaglio, che può sembrare scontato, ma che è critico: quando stendete gli strati di nastro adesivo sovrapposti, ricordatevi di posizionarli sempre lungo lo stesso asse, altrimenti otterrete risultati assolutamente caotici
Ecco le ultime due riprese, effettuate una con lamina di ritardo da 1/4L, l'altra con lamina da 1L (set-up di ripresa sempre uguale, il soggetto è sempre la sezione di stelo di pino):
http://www.foto-astronomia.it/applicazi ... 0_1024.jpg
http://www.foto-astronomia.it/applicazi ... 1_1024.jpg
Come sempre, commenti critiche consigli ed inviti a smetterla, sono sempre bene accetti
Ho continuato i test con le lamine di ritardo, ed ho scoperto alcune cose interessanti.
Il concetto fondamentale è che il nastro adesivo trasparente che usiamo per "autocostruirci" le lamine, non genera un ritardo esattamente di 1/4L per strato, ma qualcosa di meno. Quindi, stendendo un solo strato non si ottiene esattamente il giallo, ma un colore più chiaro. Così anche, utilizzando quattro strati, non si ottiene il magenta ma il verde.
Ho usato un vetrino per fare alcuni esperimenti, e questi sono i risutati. A sinistra il numero di strati di nastro usati, a destra il colore ottenuto:
1 -> giallo pallido
2 -> ciano
3 -> giallo scuro
4 -> verde
5 -> magenta
6 -> verde scuro
7 -> rosa
8 -> verde
Così, scopriamo che, usando tre e cinque strati, riusciamo ad ottenere i colori "canonici", ovvero il giallo ed il magenta. C'è da dire che anche il ciano è, almeno esteticamente, molto bello... sto pensando di farmi un filtro così.
A quanto sapientemente già detto da Andrea su come realizzare le lamine di ritardo, vorrei aggiungere un solo dettaglio, che può sembrare scontato, ma che è critico: quando stendete gli strati di nastro adesivo sovrapposti, ricordatevi di posizionarli sempre lungo lo stesso asse, altrimenti otterrete risultati assolutamente caotici
Ecco le ultime due riprese, effettuate una con lamina di ritardo da 1/4L, l'altra con lamina da 1L (set-up di ripresa sempre uguale, il soggetto è sempre la sezione di stelo di pino):
http://www.foto-astronomia.it/applicazi ... 0_1024.jpg
http://www.foto-astronomia.it/applicazi ... 1_1024.jpg
Come sempre, commenti critiche consigli ed inviti a smetterla, sono sempre bene accetti
Ciao a tutti,
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Re: R: La polarizzazione nel microscopio
Sei un caterpillar questo fine settimana voglio provare anch'io...
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Grazie Raf
Sto sfruttando una settimana di ferie che mi sono concesso dopo aver chiuso due grossi lavori, quindi ho un sacco di tempo libero... almeno fino a dopodomani
Comunque devo dire che mi sto divertendo un sacco...
Sto sfruttando una settimana di ferie che mi sono concesso dopo aver chiuso due grossi lavori, quindi ho un sacco di tempo libero... almeno fino a dopodomani
Comunque devo dire che mi sto divertendo un sacco...
Ciao a tutti,
Piero
Bino: Vixen BT80M-A. Konus 20x80. Zeiss Binoctem 1Q 7x50. Swift Newport 10x50. Bell&Howell 8x40. Hawke Frontier PC 8x42.
Tele: Acro Bresser R152 @F8, Mak SW 127. HEQ5 PRO MarkII.
Altro: Canon 500D + MZ5M + SPC900NC. Microscopio Zeiss Standard RA.
http://www.studiomessineo.it/astronomia (in costruzione)
Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Sperimentazione precisa e ripetibile. Utile per tutti. Bravissimo!
Re: La polarizzazione nel microscopio
Grazie mille, Gerardo
Dimenticavo di specificare una cosa: ovviamente la "serie" di layer e relativi colori, è indicativa per il nastro adesivo che ho usato io... può essere che altri produttori (o addirittura altri lotti dello stesso produttore) abbiano spessori differenti della pellicola, e quindi generino risultati diversi. Prima di effettuare il "montaggio definitivo", conviene sempre fare una prova preliminare
Altra info che può tornare utile: come supporto per il nastro, non avendo modo di tagliare il vetrino della forma che mi serviva, ho utilizzato dei filtri fotografici UV da 30mm, trovati a pochissimo su ebay. Si sono rivelati ottimi per lo scopo: sono di vetro ottico e non di plastica, ed hanno ovviamente il supporto filettato da entrambi i lati, quindi comodo da utilizzare. Il filtro è fissato all'interno del supporto con una ghiera a vite (e non incollato), quindi si smonta con estrema semplicità, e poi si rimonta con la stessa ghiera.
Fra l'altro vengono consegnati con una scatolina portafiltri che, comprata in negozi di astronomia, costa solo lei quanto io ho pagato tutto il filtro
Per chi dovesse averne bisogno, ecco il link: http://www.ebay.it/itm/300836242951?ssP ... 973wt_1397 . Arrivano dal regno unito (quindi niente rogne con la dogana) abbastanza velocemente: io li ho ordinati lunedì e me li hanno consegnati ieri.
Dimenticavo di specificare una cosa: ovviamente la "serie" di layer e relativi colori, è indicativa per il nastro adesivo che ho usato io... può essere che altri produttori (o addirittura altri lotti dello stesso produttore) abbiano spessori differenti della pellicola, e quindi generino risultati diversi. Prima di effettuare il "montaggio definitivo", conviene sempre fare una prova preliminare
Altra info che può tornare utile: come supporto per il nastro, non avendo modo di tagliare il vetrino della forma che mi serviva, ho utilizzato dei filtri fotografici UV da 30mm, trovati a pochissimo su ebay. Si sono rivelati ottimi per lo scopo: sono di vetro ottico e non di plastica, ed hanno ovviamente il supporto filettato da entrambi i lati, quindi comodo da utilizzare. Il filtro è fissato all'interno del supporto con una ghiera a vite (e non incollato), quindi si smonta con estrema semplicità, e poi si rimonta con la stessa ghiera.
Fra l'altro vengono consegnati con una scatolina portafiltri che, comprata in negozi di astronomia, costa solo lei quanto io ho pagato tutto il filtro
Per chi dovesse averne bisogno, ecco il link: http://www.ebay.it/itm/300836242951?ssP ... 973wt_1397 . Arrivano dal regno unito (quindi niente rogne con la dogana) abbastanza velocemente: io li ho ordinati lunedì e me li hanno consegnati ieri.
Ciao a tutti,
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Ho ripreso questa frase perché è pacifico che i nastri adesivi sono di spessore e fattura diversa, quindi l'indicazione di uno o quattro strati deve intendersi solo indicativa.Drake ha scritto: Dimenticavo di specificare una cosa: ovviamente la "serie" di layer e relativi colori, è indicativa per il nastro adesivo che ho usato io... può essere che altri produttori (o addirittura altri lotti dello stesso produttore) abbiano spessori differenti della pellicola, e quindi generino risultati diversi. Prima di effettuare il "montaggio definitivo", conviene sempre fare una prova preliminare
Io mi trovo molto bene anche con il vetro plastico che si utilizza nei portafoto: lasciando le pellicole di protezione si ottiene un buon primo ordine, togliendole un buon 1/4 d'onda.
Io, finora, vi ho stuzzicato perché vi interessaste a certi aspetti della microscopia, ma se, putacaso, qualcuno di voi, colpito da improvvisa curiosità, volesse scoprire qualcosa di più razionale o volesse tentare di capire qualcosa, consiglio le sane letture del dott. Sini, il maggior esperto italiano di microscopia ottica e le trovate su: http://www.funsci.com/fun3_it/sini/eo/o10-pol.pdf
Andrea
URL: http://spazioinwind.libero.it/andrea_bosi/index.htm
il binocolo migliore in assoluto, è quello che hai con te nel momento in cui ti serve.
Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Grazie per l'ottimo consiglio... l'ho scaricato ed ho iniziato a studiarloEnotria ha scritto: Io, finora, vi ho stuzzicato perché vi interessaste a certi aspetti della microscopia, ma se, putacaso, qualcuno di voi, colpito da improvvisa curiosità, volesse scoprire qualcosa di più razionale o volesse tentare di capire qualcosa, consiglio le sane letture del dott. Sini, il maggior esperto italiano di microscopia ottica e le trovate su: http://www.funsci.com/fun3_it/sini/eo/o10-pol.pdf
Ciao a tutti,
Piero
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Ho appena provato sul mio nuovo acquisto , lo Zeiss standard 14 , la tecnica della luce polarizzata, ma non capisco il funzionamento della lamina di ritardo.
Allora ho ruotato il filtro polarizzatore sul diaframma di campo fino a far diventare tutto nero. (sembra un cielo stellato, scusate per la deformazione professionale).
Poi ho la lamella di plexiglass (con uno strato di pellicola da ogni lato) e la metto sopra.
Ecco in base alla rotazione di quest'ultima tutto mi appare violetto, magenta, giallo.....
Poi leggo che ruotando entrambi ,devo far tornare il tutto ai colori naturali.
Ma non capisco in che rotazione devo porre la lama di ritardo, prima di ruotare entrambi i filtri.
Altra domanda: e' meglio avere una lamina con uno strato per parte o uno solo, visto che ho fatto una prova con un vetrino e uno strato di scotch trasparente, ma non succedeva quasi niente
Grazie!! Vale
Allora ho ruotato il filtro polarizzatore sul diaframma di campo fino a far diventare tutto nero. (sembra un cielo stellato, scusate per la deformazione professionale).
Poi ho la lamella di plexiglass (con uno strato di pellicola da ogni lato) e la metto sopra.
Ecco in base alla rotazione di quest'ultima tutto mi appare violetto, magenta, giallo.....
Poi leggo che ruotando entrambi ,devo far tornare il tutto ai colori naturali.
Ma non capisco in che rotazione devo porre la lama di ritardo, prima di ruotare entrambi i filtri.
Altra domanda: e' meglio avere una lamina con uno strato per parte o uno solo, visto che ho fatto una prova con un vetrino e uno strato di scotch trasparente, ma non succedeva quasi niente
Grazie!! Vale
Re: La polarizzazione nel microscopio
La prima parte del tuo procedimento va benissimo, un po' meno la seconda.
Giusto il polarizzatore sul diaframma di campo, giusto ruotarlo fino all'estinzione, quando tutto il bordo diventa nero, tanto che assomiglia veramente ad un cielo stellato.
E fin qui ci siamo.
Poi tu aggiungi una lamina di ritardo ad onda intera e la ruoti ottenendo che il fondo nero diventa di vari colori: "violetto, magenta, giallo ..."
Di questi colori, il magenta è quello "normale" per una lamina ad onda intera, quindi ti consiglio di impostare il tutto in modo da avere il fondo magenta e poi di marcare sulla lamina di ritardo la posizione. Io in genere scrivo nell'angolo alto a destra il valore del ritardo con un pennarello indelebile: 1/1 oppure 1/4.
Verissimo che se ruoti la lamina ottieni anche altri colori, se lo scopo è solo ottenere un effetto ottico lo puoi fare, altrimenti sarebbe più giusto lasciarlo nella posizione orientata giusta, dove da il magenta.
Stesso discorso andrebbe fatto per una lamina ad 1/4 d'onda, solo che in questo caso il colore "normale" è il giallo verdino.
Preferisco per ora non entrare in argomento, è troppo presto, prima fai pure le tue prove con la polarizzazione, poi solo quando sarai più sicuro vedremo l'altro discorso.
Per l'ultimo punto, l'auto costruzione di una lamina non è facilissima, ma il divertimento è proprio nel provare.
Giusto il polarizzatore sul diaframma di campo, giusto ruotarlo fino all'estinzione, quando tutto il bordo diventa nero, tanto che assomiglia veramente ad un cielo stellato.
E fin qui ci siamo.
Poi tu aggiungi una lamina di ritardo ad onda intera e la ruoti ottenendo che il fondo nero diventa di vari colori: "violetto, magenta, giallo ..."
Di questi colori, il magenta è quello "normale" per una lamina ad onda intera, quindi ti consiglio di impostare il tutto in modo da avere il fondo magenta e poi di marcare sulla lamina di ritardo la posizione. Io in genere scrivo nell'angolo alto a destra il valore del ritardo con un pennarello indelebile: 1/1 oppure 1/4.
Verissimo che se ruoti la lamina ottieni anche altri colori, se lo scopo è solo ottenere un effetto ottico lo puoi fare, altrimenti sarebbe più giusto lasciarlo nella posizione orientata giusta, dove da il magenta.
Stesso discorso andrebbe fatto per una lamina ad 1/4 d'onda, solo che in questo caso il colore "normale" è il giallo verdino.
Probabilmente hai letto dei miei appunti sull'uso della polarizzazione per esaltare l'effetto 3D.Poi leggo che ruotando entrambi ,devo far tornare il tutto ai colori naturali.
Ma non capisco in che rotazione devo porre la lama di ritardo, prima di ruotare entrambi i filtri.
Preferisco per ora non entrare in argomento, è troppo presto, prima fai pure le tue prove con la polarizzazione, poi solo quando sarai più sicuro vedremo l'altro discorso.
Per l'ultimo punto, l'auto costruzione di una lamina non è facilissima, ma il divertimento è proprio nel provare.
Andrea
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Tanti informazioni su microscopia a luce polarizzata qui:
http://earth2geologists.net/Microscopes/
http://earth2geologists.net/Microscopes/
Re: La polarizzazione nel microscopio
Salve,
vorrei provare ad avventurarmi in questa tecnica, potete dirmi se il materiale qui presente può andar bene ?
https://www.amazon.it/PELLICOLA-POLARIZ ... olarizzata
https://www.amazon.it/Ottica-Polaroid-F ... arizzatore
Oppure
https://www.amazon.it/gp/product/B01C90 ... VXRPP9C6Y7
Saluti
Alessio
vorrei provare ad avventurarmi in questa tecnica, potete dirmi se il materiale qui presente può andar bene ?
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Oppure
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Saluti
Alessio
Re: La polarizzazione nel microscopio
Quella buona è l'ultima, solo che è piuttosto cara.
Se hai fretta va bene così, altrimenti la puoi ordinare a http://www.3dlens.com/shop/linearpolarizer.php Io prendo i fogli da 200x250 mm a 9$ l'uno (P200).
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Andrea
URL: http://spazioinwind.libero.it/andrea_bosi/index.htm
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Avevo notato quel link, credo che la prenderò li allora anche perché costa molto meno, certo sicuramente passerà alla dogana ma credo che si risparmia cmq. Con questo ci ritaglio un cerchietto per l'analizzatore...Enotria ha scritto:Quella buona è l'ultima, solo che è piuttosto cara.
Se hai fretta va bene così, altrimenti la puoi ordinare a http://www.3dlens.com/shop/linearpolarizer.php Io prendo i fogli da 200x250 mm a 9$ l'uno (P200).
Quello da mettere sopra la luce trasmessa invece (polarizzatore) ? Può andar bene anche fatto artigianalmente con la pellicola che mi hai indicato ? O devo prendere quello circolare su amazon ?
Ciao!
Re: La polarizzazione nel microscopio
La lamina plastica usala certamente per l'analizzatore, tanto ne basta un cerchietto di un paio di centimetri. Sotto, come polarizzatore, puoi usare un vecchio filtro fotografico, ma verifica che sia a polarizzazione lineare, NON circolare (PL, non PC).
Altrimenti lo fai ancora meglio con la stessa lamina P200 e un anello di tubo per edilizia.
Se lo fai col tubo, lascia uno spessore di 1-2 cm, in modo da andare fuori fuoco.
Altrimenti lo fai ancora meglio con la stessa lamina P200 e un anello di tubo per edilizia.
Se lo fai col tubo, lascia uno spessore di 1-2 cm, in modo da andare fuori fuoco.
Andrea
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Perfetto, allora utilizzero' solo la lamina sia per analizzatore che per polarizzatore
L'unica cosa.. ho visto che queste lamine ci sono di vari spessori, quella da 0,2 mm va bene per entrambi i filtri ?
L'unica cosa.. ho visto che queste lamine ci sono di vari spessori, quella da 0,2 mm va bene per entrambi i filtri ?
Re: La polarizzazione nel microscopio
Benissimo, ricordati però di togliere alla fine le due pellicole di protezione !
Andrea
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Re: La polarizzazione nel microscopio
Segnalo questo interessante documento che ho trovato in rete di Marino Salin, Paolo Gigli, Andrea Marliani " introduzione alla microscopia in luce polarizzata"
Al link:
http://www.sitri.it/polariz.doc
Saluti
Alessio
Al link:
http://www.sitri.it/polariz.doc
Saluti
Alessio